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Autore: Danmel_Faust_Machieri    24/07/2017    0 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando Luna e Lorenzo, intorno alle 17:00- arrivarono davanti alle grandi porte della scuola di Berthyn un ovattato brusio iniziò a coprire qualsiasi cosa i due cercassero di ascoltare. Non appena aprirono la porta quel rumore rivelò tutta la sua pienezza. I corridoi erano invasi da decine e decine di giocatori: Maghi, Sciamani, Bardi, Paladini e ogni altra classe possibile si affrettava a trasportare banchi, sedie, giacigli seguendo le attente indicazioni dei capi-gilda e dei professori della scuola. Il Monaco e la Ladra si sentirono smarriti; non avevano idea di come rintracciare i loro compagni in quel groviglio di volti e di voci poi, all'improvviso, una voce familiare, di donna, sovrastò tutte le altre -Hamlaf! Langley!- Lo sguardo dei due si alzò seguendo le indicazione che gli stavano fornendo i loro uditi e videro, a metà di una scalinata che portava al piano superiore, Lesn mentre si sbracciava e faceva loro segno di seguirla. Lorenzo e Luna allora iniziarono a farsi largo tra la folla e, sebbene la ragazza riuscisse a passare con disinvoltura tra le varie persone grazie alla destrezza datagli dalla classe di ladro, il monaco aveva non poche difficoltà e quindi si ritrovava remore o a spintonare o a essere spintonato -Non voglio sapere- meditò tra sé e sé ad alta voce -Quanti ne ha stesi Ale per passare- immaginando il barbaro farsi largo come una locomotiva munita di scacciabufali. I due poi salirono le scale e seguirono la barda in mezzo alla folla presente su quel piano proprio come su quello inferiore fino alla porta di un'aula in cui i tre scomparirono. Il fracasso tornò ovattato e i due appena arrivati si accorsero che, all'interno di quell'aula a gradoni, seduti al di là della cattedra e nelle file più basse dei banchi, si trovavano alcuni membri della seconda linea.
-Ok, ci dovremmo essere tutti…- iniziò a dire Salazar, seduto tra Tempesta e Camilla dietro alla alla lunga cattedra, mentre i tre si mettevano a sedere -Mancano solo…- sospese la frase facendo vagare lo sguardo sui volti dei presenti per poi concludere con -Orpheus e Feril…- Poi iniziò a guardare, ad uno ad uno, i componenti della Vitriol e domandò -Voi sapete per caso dove potrebbero essere?- ma la risposta fu un collettivo scuotere la testa in segno di dissenso finché una voce rimbombante si sollevò dalle altezze dell'aula -Ci siamo!- In quello stesso istante lo specchio piazzato sul muro dell'aula smise di riflettere la realtà e, come in un assottigliarsi e deformarsi della materia stessa, dallo specchio ora simile ad una bolla di sapone in via di formazione apparve Feril, equipaggiato con la sua pesante armatura nera, il quale reggeva Orpheus che sembrava facesse fatica a rimanere in piedi da solo nonostante l'appoggio datogli dal bastone da passeggio.
Mentre lo sguardo preoccupato di tutti confluiva sui due giocatori appena entrati nella stanza Antigone, Lesen, Arcoas e Lorenzo furono i primi ad alzarsi in piedi vedendo il bardo così ridotto e le prime due simultaneamente esclamarono -Orpheus! Cosa ti è successo?!-
Niccolò allora, ringraziando il barbaro, si separò da lui, aprì il suo inventario e fece comparire davanti a sé l'arcolaio donatogli da Noah e, mettendosi a sedere davanti a questo, disse -Scusatemi… Non è nulla di grave… Non preoccupatevi… Feril vi spiegherà tutto… Scusatemi ancora ma… Sarà meglio che io mi rilassi un po'…-  così, per l'aula, iniziò a diffondersi il suono ritmato della filatura accompagnato dalla voce tenue del bardo che aveva iniziato a ripetere 
-Bell'alba è questa. In sanguinoso ammanto
oggi non sorge il sole; un dì felice
prometter parmi. Oh miei trascorsi tempi!…-
Mentre le tre ragazze si rimisero a sedere troppo prese dalla preoccupazione per lanciarsi i soliti sguardi di fuoco, Lorenzo iniziò a salire le scale andando in contro alla discesa di Feril. Quando i due si incontrarono il monaco domandò a bassa voce, quasi nono volesse farsi sentire dagli altri -Orpheus sta veramente bene?-
-Non temere- sorrise il barbaro poggiando il guanto d'arme sulla spalla del ragazzo -Il tuo amico ha la mentaccia dura, a breve si riprenderà del tutto- Lorenzo non comprese subito perché Feril avesse utilizzato il termine "mentaccia" al posto di "pellaccia", forse all'inizio non se ne accorse nemmeno, ma, rasserenato dalle parole del ragazzo, decise di procedere con lui nella discesa per prendere poi posto a sedere accanto a Luna ed Arcoas.
Camilla aveva seguito tutta la scena con un groppo di preoccupazione in gola ma, vedendo Niccolò seduto all'arcolaio capì che il bardo avrebbe voluto che lei non si preoccupasse e che anzi andasse avanti nella riunione come se niente fosse -Allora, se per Orpheus le cose sono a posto così, noi possiamo procedere- disse la maga richiamando su di sé l'attenzione di tutti -Allora… Se le nostre ipotesi relative al fatto che questo aggiornamento è in realtà una ricerca da parte degli informatici e del creatore di LSO dobbiamo capire cosa stanno cercando-
-Molto probabilmente, viste anche le informazioni che vi ha lasciato Linton prima di morire- iniziò a riflettere Salazar ad alta voce -Loro staranno cerando le cose che più possono "danneggiare" questo loro mondo ossia la sede dell'Orchestra e i quattro oggetti che conducono ai mondi degli arconti- ci fu un assenso generale dopo le parole del mago tranne per Tempesta che rimaneva braccia conserte, impassibile, accanto al compagno.
-Qui allora abbiamo un primo indizio importante- continuò Camilla aprendo l'inventario comune della gilda Vitriol e poi far comparire sul tavolo una collana con un pendente in cui era incastonato un grande smeraldo che pareva agitarsi di vita al suo interno -Noi abbiamo ancora il Cuore della Foresta, ciò vuol dire che loro non possono prendere direttamente gli oggetti dagli inventari dei giocatori-
Dopo quelle parole Noah però, avanzò un dubbio -Ma… perché siamo così sicuri che loro non possano prendere gli oggetti dai nostri inventari? Non potrebbe essere che, più semplicemente, loro non sanno chi ha l'oggetto che cercano?-
-Da un punto di vista informatico non è così semplice- iniziò a rispondere Roberto -Se noi pensiamo che Mineritt e gli altri hanno ottenuto quell'oggetto pochi giorni fa e, a distanza di così poco tempo, gli sviluppatori hanno inscenato questo aggiornamento non è così irreale credere che loro raccolgano dati su tutti noi… E quindi sugli oggetti che otteniamo o che abbiamo nei nostri inventari. Forse gli stessi sviluppatori non hanno mai visto una vera e propria minaccia in questi oggetti che nascondono gli Arconti ma, nel momento in cui il primo di questi è stato aggiunto nell'inventario di un giocatori, hanno capito che era meglio far sparire anche tutti gli altri-
Tutti stavano seguendo il ragionamento di Ziopio ma, verso la fine di questo, Tempesta sbottò e, alzandosi, sbatté le mani sulla cattedra urlando -Io non capisco perché tutti siete così convinti che questo aggiornamento sia una bufala! Insomma potrebbe essere benissimo un normale aggiornamento! Cosa c'è di strano?!-
Antigone guardò il guerriero e, con voce pacata, iniziò a rispondere cercando di condurre Tempesta alle loro stesse risposte -Tempesta… Ascolta, perché indire un aggiornamento solo ora?-
-Forse perché solo ora si sono accorti di un bug?-
-Beh ha distanza di circa due anni non ti sembra un po' irreale?-
-Beh potrebbe essere un bug relativo al piano cinquanta… Infondo l'abbiamo sbloccato solo di recente-
-Certo ma dei programmatori non credi che, mentre noi eravamo all'esplorazione dei piani più bassi, abbiano già controllato tutto quello che c'era da controllare nei piani più alti?-
-Ma… In effetti… No ma potrebbe…- Tempesta cercava una risposta valida ma purtroppo non gli veniva in mente nulla. Si rimise a sedere come se la sua furia fosse stata placata anche se un magma dentro di lui continuava ad agitarsi.
Dopo questo scambio di battute a l'apparente pace ritrovata da tempesta ad Arcoas venne un dubbio -Effettivamente abbiamo detto che i programmatori hanno paura di questi oggetti e la loro priorità, ad oggi, potrebbe essere quella di farli sparire ma, sebbene dagli inventari loro non possano sottrarci gli oggetti, chi ci dice che vale lo stesso per gli oggetti ancora sparsi per il mondo di gioco? Insomma, una volta che loro localizzano la linea di codice di quel determinato oggetto potrebbero anche ottenerlo senza problemi… Hanno avuto due anni di tempo per trovare i codici dell'Orchestra e di quegli oggetti, ormai sapranno esattamente dove si trovano… Quindi, sebbene l'Orchestra sia un luogo e forse cercheranno di raggiungerlo domani, potrebbero già avere in mano le porte per i prossimi Arconti…-
Mentre la ladra continuava la sua riflessione un senso di sconfitta iniziò a diffondersi nei cuori di tutti gli ascoltatori: Arcoas aveva ragione; forse era già impossibile localizzare gli altri Arconti e i mondi in cui erano intrappolati, forse erano già stati eliminati affinché non potessero più aiutare alcuno. I ragazzi iniziarono a credere di aver perso ancor prima di aver combattuto e questo ebbe un effetto opprimente su i loro cuori e i loro spiriti; lo stesso orsa sospirò e si poggiò una mano in fronte cercando di pensare a qualcos'altro.
-Non preoccupatevi- disse Feril alzando la visiera del suo elmo nero; tutti si voltarono verso di lui e, con facce curiose, attesero che lui riprendesse a parlare. 
-Vedete questa preoccupazione l'abbiamo avuta anche io e Orpheus questa mattina, perciò abbiamo deciso di raggiungere i piani che Linton aveva indicato durante la boss-fight e controllare se gli oggetti si trovassero ancora lì-
-E c'erano ancora?- domandò Noah impaziente di una risposta.
-Sì, erano ancora lì- rispose il barbaro ripristinando il non umore nel cuore di tutti i membri della seconda linea. Ma quelle paure nascondevano una realtà più grande, nascondevano un dubbio che in pochi colsero, tra questi c'era Alessandro che, dopo pochi secondi domandò -Come avete fatto a capire che gli oggetti erano ancora al loro posto?-
Il viso di Feril si piegò in una smorfia di rimorso a sentire quella domanda che tanto temeva, chinò il capo e si limitò a dire -Avevamo poco tempo… Non dovete prendervela con lui… Era l'unico modo…-
In quel momento Lorenzo comprese tutto, comprese il perché del termine "mentaccia" e la scelta di Niccolò di mettersi all'arcolaio; il monaco guardò il barbaro ed esclamò ad alta voce, in un misto di rabbia e preoccupazione -Ha utilizzato la Maschera del Folle?! Nelle sue condizioni?!-
-Ho cercato di dissuaderlo ma era l'unico modo…- rispose Feril sempre a capo chino.
Poi, con lo stesso tono di Lorenzo, Riccardo domandò -Eppure per visualizzare la presenza degli oggetti basterebbe solo qualche secondo… Perché Orpheus è così conciato allora?!-
-Perché non si è limitato ad accertarsi della presenza degli oggetti…- iniziò a rispondere il barbaro facendosi ancora più cupo -Ha localizzato anche la posizione dei dungeon in cui sono nascosti-
Dopo quella dichiarazione la preoccupazione per lo stato di Niccolò si fece ancora più opprimente; per localizzare un dungeon tutti capirono che aveva indossato la maschera per un tempo incredibilmente esteso e per tre dungeon il tempo arrivava a triplicarsi. Camilla si alzò in piedi e, guardando il bardo seduto all'arcolaio, urlò a squarciagola -SEI UN CAZZO DI IRRESPONSABILE! TI SEMBRA METTERE COSÌ  A RISCHIO LA TUA MENTE?!- 
Dopo quell'urlo il bardo interruppe il suo filare e, dopo aver sospirato, si alzò dallo sgabello dell'arcolaio dicendo -Vedi, se omai Dio sta eco…- Allora afferrò il bastone da passeggio e, reggendosi un poco a questo, iniziò a scendere i gradoni dell'aula fino a raggiungere i compagni seduti alla prima fila di banchi che lo guardavano, nonostante tutto, ancora reoccupati -Lo so che è stata una scelta estrema e avventata… Ma il tempo ci è nemico ora…- iniziò a dire con la voce ancora pesante -Sapete che ho cercato di localizzare quei dungeon con altri metodi… Avrei continuato a sfruttare quei metodi se non avessimo avuto questo ultimatum… Eppure ora sappiamo dove sono gli oggetti e possiamo mettere i bastoni tra le ruote a chi cercherà di prenderseli… So che è stata una scelta stupida ma era l'unica possibile…- E queste ultime parole le disse guardando direttamente negli occhi la maga poi si mise a sedere accanto a Lorenzo e, notando che ora tutti lo stavano osservando con un briciolo di comprensione negli occhi, ritornò a dire -Allora… I dungeon in cui sono custoditi gli oggetti sono… La Grotta degli Zaffiri al piano 22… Si trova nelle montagne a nord… Il Picco dei Cirri al piano 36… È l'immensa montagna che si trova al centro del piano… E infine il Collegio Dimenticato di Nachelof al piano 45… È nascosto tra le foreste meridionali ma di facile individuazione…-
Camilla vedendo il bardo che, nonostante tutto, si era già parzialmente ripreso sospirò ma, ancora con un po' di rabbia nella voce, gli chiese -Secondo te allora come dovremmo agire?-
Niccolò poggio entrambe le mani sull'impugnature del bastone e, chiudendo gli occhi, iniziò a pensare per qualche secondo -L'idea migliore è creare 5 squadre d'azione… Una di queste dovrà rimanere al piano zero ad occuparsi degli altri giocatori e a custodire il Cuore della Foresta… Le altre invece andranno nei tre dungeon che ho indicato e… la quarta alla sede dell'Orchestra…-
-È sicuramente il piano migliore per questa situazione- approvò Salazar -Hai già in mente come organizzare le squadre?-
-Ah… qua vi lascio dire da Feril… Ho lasciato a lui la parte organizzativa- e, così concludendo, il bardo emise una risata ancora debole nonostante attraverso questa tutti capivano quanto lui stesse cercando di non farli assolutamente preoccupare.
Feril allora prese la parola -Beh, innanzitutto dobbiamo anche puntare a dare poco nell'occhio quindi le squadre dovranno essere composte da poche persone, diciamo 3. Detto questo il dungeon più difficile tra quelli localizzati è il Picco quindi la squadra dovrebbe essere formata dai giocatori più forti che abbiamo a disposizione ossia Mineritt, Salazar e Tempesta. Il Collegio invece è un ambiente strano dalle informazioni che abbiamo raccolto: ha molte stanze di cui poche sono accessibili normalmente perciò le mani di uno o due ladri sono indispensabili, Langley e Arcoas dovrebbero fare al caso nostro in più, con l'aiuto di Ziopio, dovrebbero formare una squadra di tutto rispetto. Per la Grotta degli Zaffiri invece Symon, Orias e Gabél andranno più che bene. Infine io, Hamlaf e Orpheus ci occuperemo di sorvegliare la sede dell'Orchestra, infondo dovrebbe essere il compito meno complesso. Gli altri invece dovrebbero rimanere qui a controllare la situazione, d'altronde ci sono anche le Guardie Notturne quaggiù e non vorrei che combinassero troppi casini…-
Ascoltando le parole del barbaro tutti si accorsero che quell'organizzazione era la migliore che si potesse desiderare; infondo Niccolò aveva bisogno di essere affiancato da chi aveva già sopportato il suo stato, Luna aveva bisogno di persone con cui si trovasse a suo agio e Roberto e Arcoas facevano al caso suo, Camilla e Salazar avrebbero contenuto la furia di Tempesta e Riccardo avrebbe fornito le cure necessarie ai due combattenti da distanza ravvicinata; quindi, subito dopo essersi salutati ognuno raggiunse il piano che gli era stato affidato e cercò di avvicinarsi il più vicino possibile al dungeon seguendo le indicazioni che Niccolò aveva scritto per ogni squadra. Si erano dati anche l'ordine di non utilizzare i messaggi di chat a meno che non si trattasse di vita o morte (forse facili da rintracciare e leggere per i programmatori) e infine si erano dati come punto di ritrovo quella stessa aula in cui si erano riuniti, alle 00:00 del giorno seguente all'aggiornamento. Esplorarono i piani in un'atmosfera surreale data l'assenza di giocatori e l'unica presenza dei mostri e dei NPG poi, allo scoccare della mezzanotte (ora che dava il voi all'aggiornamento) l'atmosfera che circondava le squadre di esplorazione divenne ancora più incredibile.

Ogni NPC, ogni mostro, ogni presenza che doveva essere vagamente viva si era congelata, come pietrificata dalla sguardo di una divinità antica. Solo i giocatori rimasti sui piani potevano muoversi, interagire tra loro ma non con quell'incanto di immobilità che si era creata intorno a loro. Irreale era il contrasto che si era venuto a formare tra gli effetti del tempo atmosferico, ancora vivi e la vita che invece si era fermata: il soffio del vento agitava gli alberi divenuti il rifugio di volatili ora del tutto simili a statue, la neve continuava a fioccare accumulandosi sulle teste e sulle spalle di NPC completamente immobili e nessun mostro avvicinava i quei pochi giocatori che si guardavano intorno in quel mondo imprigionato tra la stasi e il moto. Le squadre d'esplorazione non impiegarono più di qualche ora nel raggiungere i vari dungeon che si erano prefissi come meta eccetto per Orias, Riccardo e Alessandro i quali dovettero alternarsi nel guidare una carrozza fino a Kigrin (città che raggiunsero solo qualche ora prima di mezzogiorno) per poi proseguire fino alla Grotta degli Zaffiri che si trovava a circa un'ora di cammino. Alle 13:27 i tre ragazzi giunsero all'imbocco della caverna e lo spettacolo che gli si parò innanzi fu incredibile: l'ingresso era una semplice crepa nel crinale della montagna alta non più di 1.70m e larga circa 1.50m, attraverso il buio di essa che si estendeva fino alle profondità più inimmaginabili della montagna balenavano scintille azzurre che si confondevano con la neve filtrata in quel luogo, quella era la magia degli zaffiri che spuntavano da ogni parete della grotta oscura e illuminata solo dalla luce dell'esterno. I tre ragazzi decisero di accendere le lanterne che avevano negli inventari e di avventurarsi in quel mondo fino ad allora inesplorato ma una visione sorprendente li trattenne; nella neve davanti alla caverna i tre videro delle impronte di una pluralità di individui che non potevano appartenere a dei giocatori data la lunghezza del piede nella bianca coltre, eppure non poteva trattarsi di mostri siccome erano tutti paralizzati dalla mezzanotte di quel giorno. I tre si guardarono scambiandosi degli sguardi confusi… Nessuno volle proporre una possibile interpretazione di quelle impronte ma tutti furono concordi nel procedere con immensa attenzione… Qualcuno o qualcosa li aveva preceduti e prima o poi avrebbero incontrato gli artefici delle impronte… Così iniziò la loro discesa attraverso quelle buie gallerie che si tingevano solo delle fiamme derivanti dalle lanterne che poi venivano riflesse dagli zaffiri occultandone così la natura e spacciandoli al massimo per ambre dalla bizzarra tinta. Mentre proseguivano in quelle grotte fredde i ragazzi ebbero modo di notare che solo alcune piccole pietre azzurre emanavano una lieve luce e che, parecchie stanze, erano abitate da degli esseri anfibi in tutto simili a delle rane pescatrici se non per il fatto che al posto della tipica lanterna avevano una sorta di pietruzza che rievocava la forma e il colore degli zaffiri eppure anche questi esseri erano in perfetta stasi perciò i giocatori non ebbero bisogno di affrontarle cosa che apprezzarono immensamente data la loro grandezza (circa 4m di lunghezza e le bocche spalancate rivelavano un apertura di 1.50m); oltre a queste creature trovarono, celati nelle profondità successive, delle specie di insetti che richiamavano dei mille piedi dalle dimensioni incredibili (fino a 10 metri di lunghezza), questi avevano bocche spaventose in cui si scorgevano 3 corone di denti pronte ad azzannare qualsiasi ignaro passante. 
Ma la visione più incredibile fu quella che i tre si trovarono davanti in una delle stanze meglio illuminate dell'intera grotta. Dopo aver percorso l'ennesimo tunnel i tre percepirono qualcosa di cui ormai sembravano aver perso la memoria: dei rumori. Al di là dei loro passi, del cigolio prodotto dagli anelli delle lanterne e dall'eco di tutto questo non erano mai stati in grado di sentire alcunché ma, ormai giunti alla conclusione di quella galleria, dei suoni iniziarono a farsi strada… Suoni di voci che si mescolavano a suoni indicibili… quasi… viscidi. Riccardo fu il primo a sporgersi verso quella stanza illuminata e notò che dalla stanza si dividevano altre tre vie ma, dopo aver spostato lo sguardo verso il centro della stanza, fu il primo a vedere quell'incubo che aveva preso vita; aveva già visto cose simili durante gli anni, aveva visto immagini ma vederli dal vivo creava una paura indicibile e profonda, una paura che scavava nelle ossa e nella mente confondendo gli incubi e la realtà. Il chierico vide 3 creature, umanoidi, dalla pelle bluastra, vestiti con delle tuniche nere dalle quali spuntavano i piedi quasi scheletrici dotati di lunghi artigli, proprio come le mani, ma la parte più raccapricciante era la testa in tutto e per tutto simile alla copia mostruosa di un polipo: il colore era bluastro, quattro tentacoli si muovevano continuamente nel luogo dove si doveva trovare la bocca e gli occhi, come due luci gialle che splendevano di natura arcana, lasciavano roteare le nere pupille al loro interno alla ricerca di qualcosa. Riccardo allora indietreggiò con nel volto dipinto il terrore che gli aveva evocato la visione; Alessandro vedendolo i quello stato si sporse a sua volta e comprese la reazione dell'amico, quando indietreggiò e Orias gli chiese cosa ci fosse in quella stanza l barbaro riuscì solo a pronunciare una parola a bassa voce e con la paura che riempiva ogni singola sillaba - Mind-Flayer…-

Lorenzo e Feril erano appostati all'esterno della biblioteca-mausoleo e attendevano il ritorno di Niccolò che era andato a pino inferiore per parlare un attimo con Kubasa rispetto quella situazione. Sebbene sugli altri piani era palese la parziale stasi delle cose, in quell'immenso deserto non si poteva nemmeno immaginare che era in atto un qualcosa di così strano. Lorenzo guardò negli occhi Feril e domandò -Sai cosa ci starebbe adesso? Un bel panino con la porchetta- erano le 16:48, la neve continuava a tingere di bianco le sabbie e la fame poteva cominciare a farsi sentire.
Il barbaro lo squadrò da dietro la visiera del suo elmo poi disse -Con una bella berretta fresca…- 
I due si batterono il pugno come se fossero stati complici da tutta la vita e il monaco aggiunse -Dopo questa hai tutta la mia stima, nonostante tu abbia provato ad uccidere Orpheus-
-Beh anche te non sei male- rise il barbaro al ricordo di com'erano diversi i rapporti prima della sua evasione -Dici che non dovremmo controllare come sta il nostro bardo?- chiese poi guardando Hamlaf.
-Ma no… di sotto c'è Kubasa, qualora accadesse qualcosa ci chiamerebbe subito- rispose Lorenzo intento ad accendersi la pipa. In quello stesso momento un rumore regolare iniziò a rimbombare alle spalle dei due giocatori rivelando così che la risalita di Orpheus, munito di bastone da passeggio, aveva avuto inizio. Dopo una decina di secondi, infatti, il bardo comparì e disse -Signori, abbiamo un problema…-
-Che genere di problema?- domandò Lorenzo emettendo una tenue nuvoletta di fumo che subito si dissolse.
-Kubasa è come pietrificato- disse semplicemente Niccolò senza starci troppo a girare intorno.
-Cosa intendi per pietrificato?- chiese allora Feril.
-Vedete… È come se le sue funzioni da PNG fossero state tutte bloccate… È ancora in grado di parlare quindi credo che la sua duplice natura che lo rende in parte anche PG lo renda capace di questo- cercò di spiegarsi il bardo al meglio delle sue possibilità.
-Vuoi dire che gli sviluppatori hanno bloccato il funzionamento del PNG-Kubasa?- cercò di intuire Feril.
-Beh…- sbuffò Lorenzo insieme ad un'altra nuvoletta di fumo -Da quello che sappiamo potrebbero aver bloccato il funzionamento di ogni PNG… Noi non sappiamo come stanno le cose altrove-
-A dire il vero ci sarebbe un modo per scoprirlo- iniziò a dire Feril osservando Niccolò. Il bardo in un primo momento guardò confuso il barbaro non capendo il perché di quella osservazione ma poi, dopo qualche secondo, realizzò -Ma certo! Salazar mi ha dato un Occhio del Simulacro proprio per un'occasione del genere!- e, aprendo l'inventario, Niccolò estrasse il piccolo oggetto sferico che gli comparve sul palmo della mano destra. Fu in quell'istante che Feril e Lorenzo notarono una cosa particolare: nel palmo dell'Artiglio di Meninn che Niccolò aveva equipaggiato nella mano destra era presente una specie di occhio vitreo in tutto e per tutto simile a quello che i due giocatori ricordavano trovarsi sul dorso dell'Artiglio ma, nel momento in cui Niccolò chiuse la mano per stringere l'oggetto, si accorsero che l'occhio di cui si ricordavano era sparito. Lorenzo stava per domandare spiegazioni riguardo quell'invertirsi di ricordi e fatti ma, prima ancora che potesse chiedere qualcosa, il bardo sollevò la mano sinistra, equipaggiata con l'Artiglio di Dianinn, il monaco si accorse che anche questo guanto aveva l'occhio sul palmo e non sul dorso e all'interno dell'iride, là dove nell'altro artiglio c'era dell'inchiostro verde, in questo c'era dell'inchiostro rosso. Dai piccoli pennini simili ad artigli iniziò a fuoriuscire dell'oscurità, quasi liquida, che si unì in una piccola sfera dalla quale poi prese forma un corvo di medie dimensioni -Perfetto… Ora devo fare così…- il bardo aprì un menu e iniziò a digitare alcuni comandi finché non ordinò al corvo di alzarsi in volo. 
-Orpheus ma…- iniziò a dire Lorenzo mentre con gli occhi seguiva il volo del corvo -I tuoi Artigli… Sono diversi da come li ricordavo…- 
Il bardo guardò prima confuso il monaco e poi si guardò le mani protette dai due pezzi dell'equipaggiamento -Ah! Sì!- Esclamò poi -Quando ho unito insieme i due Artigli si sono in parte modificati e sono diventati gli "Artigli del Pensiero e della Memoria", potenziano notevolmente gli incantesimi di Darkness e di Caos in più non si equipaggiano nello slot delle armi ma in quello dei guanti quindi per un po' di difesa in meno posso contare su un incremento di potenza magica diciamo- sorrise il ragazzo mentre mostrava come ora gli occhi dei due artigli erano realmente sui palmi come i due avevano in precedenza notato. 
-Beh… Non trovi che sia un po' pericoloso sacrificare un pezzo di difesa a tal punto?- domandò Feril alzando la visiera nera del suo elmo.
-Certo ma io sono più di supporto che d'attacco come personaggio- sorrise Niccolò mentre digitava altri comandi sull'inventario e, dopo pochi secondi, nella sua mano destra, comparve una piccola sfera di cristallo in cui si agitavano fumi neri in attesa di diventare forme. 
-Ora invece… Che si fa?- domandò Lorenzo perdendosi nell'osservare quei neri fumi che si compattavano, si allargavano, si agitavano vorticosi nel cuore di quel cristallo.
-Adesso iniziamo ad osservare dagli occhi della mia Anima Nera…- e, mentre il bardo diceva questo, le figure nella sfera iniziarono a diventare chiare, nitide, iniziarono a vedersi le case della città nel mezzo del deserto e la completa paralisi che si era abbattuta sugli NPC -Ebbene Hamlaf avevi ragione… Tutti gli NPC sono bloccati…-
-Mmm… l'avranno fatto per facilitare le loro ricerche…- intuì Feril riabbassando la sua visiera e mascherando la voce che ora tornava a rimbombare metallica -Vabbè, ora che ne abbiamo la conferma puoi anche richiamare l'Anima-
Ma proprio in quel momento il loro sguardo, ancora concentrato sulla sfera, venne sorpreso dall'unica cosa inaspettata: il movimento. Nell'immensa distesa bianche tre sagome scure avanzavano verso la sede dell'Orchestra. -Cosa diavolo sono quelle cose?- domandò il barbaro cercando di distinguere i tratti dei tre individui che sicuramente non erano umani.
-Sono… Sono dei Mind-Flayer!- esclamò Lorenzo con la voce spezzata quando riconobbe le teste che ricordavano degli spaventosi polipi.
-Scorticamenti…- disse Niccolò impaurito ma con un sorriso inquietante sul viso -Non sono targettabili ne come mostri ne come PG… Devono essere i programmatori… Hanno assunto quella forma per esplorare i vari piani e devo dire che è una forma parecchio azzeccata-
-Intendi per incutere paura nel cuore di chi li dovesse incontrare?- domandò Feril tra il disgusto e il terrore datogli dalla vista dei tre esseri.
-Nono… Nel mondo di D&D i Mind-Flayer sono creature immensamente intelligenti provenienti da un futuro non meglio definito… Infondo rappresentano al meglio l'essere dei programmatori all'interno di questo mondo…- spiegò Niccolò.
-Sono creature immensamente pericolose e temute nel Fearun… Se dovessero avere gli stessi poteri sarebbe la fine- osservò Lorenzo preoccupato -Ma perché hanno bisogno di quei "corpi"?-
-Secondo me solo perché si credono più fighi…- sospirò Feril cercando di alleggerire la tensione e la paura generata da quei tre individui irreali e mostruosi. 
-Sarà meglio prepararsi allo scontro- sospirò Niccolò -Potrebbe essere la lotta più dura combattuta fino ad oggi- e preoccupato equipaggiò la sua falce mettendosi a sedere nella neve, a gambe incrociate, nell'attesa che quei tre esseri giungessero a portata di battaglia. Dovette passare un'ora prima di vederli e quando accadde il terrore fu ancora più grande. I tre esseri erano orrendi, informi, inumani come usciti dagli incubi creati dall'oppio; i loro tentacoli si agitavano minacciosi mentre gli occhi fissavano con fare confuso i tre giocatori davanti all'ingresso del mausoleo-biblioteca. 
-Cosa ci fate voi qui?- domandò il mind-flayer al centro con una voce abissale che sembrava fuoriuscita dalle profondità più cupe del mondo.
-Siamo qui per difendere l'Orchestra!- urlò a gran voce Feril mentre impugnava la grande ascia bipenne davanti a se con entrambe le mani.
-Voi… Voi siete quelli che hanno scoperto l'Orchestra…- continuò lo stesso mostro -Mi dispiace ma non siamo qui per voi- dicendo così sollevò la mano destra e i tre ragazzi vennero sbalzati all'indietro da una forza invisibile. I giocatori finirono stesi nella neve e, rialzandosi a stento, si accorsero di non aver subito alcun danno agli HP.
Lorenzo barcollando si rimise in piedi -I vostri trucchetti non ci impressionano…- disse scattando in direzione di uno dei tre. I suoi movimenti furono così fulminei che riuscì a colpire uno dei tre esseri con un pugno di fuoco. Il mind-flayer venne scaraventato lontano ma nessuna barra degli HP comparve, nessun simbolo di danno, nulla… Poi il terzo dei tre mostri afferrò la testa del monaco con i quattro tentacoli e lo iniziò a stringere in mezzo alle urla che iniziavano a farsi largo in mezzo a quel silenzio.
-Porca puttana!- esclamò Niccolò scagliando un Globo di Oscurità contro la creatura che stava stritolando il cranio del suo amico ma questi, alzando una mano, bloccò la sfera e la fece esplodere stringendo il pugno. In quello stesso istante Feril colpì con l'ascia bipenne il il cranio bluastro del mostro che abbandonò la presa su Lorenzo.
-Perché dovete cercare di fermare chi non può essere danneggiato e che non può danneggiarvi?- domandò uno dei tre mind-flayer mentre osservava i tre ragazzi che si affannavano a combattere un qualcosa che non potevano sconfiggere -Fatevi da parte e lasciateci eliminare quest'area-
-No… Difenderemo questo luogo…- Sospirò Niccolò mentre si reggeva alla falce.
-Come siete stupidi voi giocatori- sbuffò seccato quello che doveva essere il capo della spedizione poi sollevò la mano e il bardo, sollevandosi da terra, sentì una mano invisibile stretta intorno al suo collo che cercava di strangolarlo -Noi non possiamo infliggere danni ai vostri HP ma possiamo infliggervi talmente tanto dolore da farvi morire nel mondo reale- 
Lorenzo e Feril cercarono di raggiungere il mind-flayer che tratteneva magicamente Nico ma furono bloccati alle spalle dagli altri due che, con i tentacoli, iniziarono a schiacciare i loro crani.
-Bas… Tar… Di… La… Scia… Te… Li…- mugugnò Niccolò a causa della stretta che gli impediva ormai di respirare… Poi un'idea folle gli attraversò la mente. Riuscì a portare i due Artigli davanti agli occhi in modo che gli occhi vitrei dei palmi "sostituissero" quelli reali del ragazzo. Quando il programmatore guardò quegli occhi che si muovevano come se fossero stati quelli di Orpheus si ritrovò trascinato in un mondo diverso, un mondo buio in cui si accavallavano immagini simili ad ombre, ombre difficili da comprendere e da riconoscere. Poi il volto di un bambino comparve insieme a quello di una donna bellissima, un nome si fece largo nella mente del programmatore "David"… Poi un'incidente… Ci furono luci e le sirene…  Delle maledette sirene… Il volto del piccolo bambino era pietrificato, ricoperto da un velo di sangue… E una voce iniziò a gridare disperata -DAVID! DAVID!-… 
Gli altri mind-flayer lasciarono la presa dai due giocatori quando videro il loro capo spedizione in ginocchio, nella neve; si teneva le mani dove una volta, nel suo corpo da umano, aveva avuto le orecchie e urlava a squarciagola -FERMATE QUESTE SIRENE!!! DAVID!!! PICCOLO MIO!!! FERMATE QUESTE DANNATE SIRENE!!!-
I due mostri non capirono quello che stava succedendo al loro capitano e, vedendo il bardo che si era liberato dalla morsa magica, ebbero per la prima volta paura e decisero di scappare, lasciando il loro capitano al suo destino di incubi e ricordi. Lorenzo e Feril corsero subito da Niccolò poco prima che questi cadesse in ginocchio nella neve. 
-Nico! Che cosa… Come… Come hai fatto!?- domandò il monaco terribilmente preoccupato per la salute dell'amico.
-Era… Era la mia magia Grande Incubo… La magia di Darkness più potente… Non arreca danni fisici o agli HP ma… Mostra alla persona bersagliata i momenti più atroci della propria vita… Come incubi che gli squarciano lentamente la mente… È qualcosa di atroce… E questi Artigli rendono il tutto più doloroso... Rende incapace il bersaglio a combattere e lo fa svenire poco dopo…- spiegò il bardo cercando di recuperare il fiato -Il problema è il prezzo… Il prezzo da pagare…-
-Cosa intendi?- domandò Feril fissando Orpheus ancora incredulo per quello che stage per accadere a tutti loro e per l'atrocità che immaginò essere quell'incantesimo.
Niccolò reggendosi alla falce si avvicinò al corpo del programmatore che giaceva immobile nella neve -Non consumo mana… ma… Devo rivivere con il bersaglio tutte quelle esperienze… Proprio come se fossero accadute a me…- così dicendo si abbassò sul mind-flayer svenuto e bisbigliò in modo impercettibile -Mi dispiace per tuo figlio…- mentre una lacrima gli bagnava il viso.

Un incubo è tale perché non esiste un modo per interromperlo se non aspettare pazientemente la sua fine, tra i pianti e le paure che lacerano e straziano la mente, il cuore e anche il corpo… Così quel giorno di aggiornamento tormentò le quattro diverse squadre di esplorazioni che dovettero sopportare quelle creature di tenebra… Quelle creature che solo l'abisso avrebbe potuto creare… Ma passò quell'oscurità e il giorno seguente tutti ebbero modo di ritrovarsi all'interno della grande aula. Fu un sollievo scoprire che nessuno, quel giorno, aveva perso la vita. La squadra di Camilla, Salazar e Tempesta spiegò come, arrivati nella sala che custodiva l'oggetto contenente il regno dell'Arconte, non avessero trovato nulla, fortunatamente loro non avevano nemmeno avvistato quegli esseri d'incubo; lo stesso valse per la squadra di Luna, Arcoas e Roberto che però erano riusciti ad ottenere un libro dalla copertina rossa con sopra inciso a fuoco un triangolo con la punta rivolta verso l'alto, Luna era riuscita a trovarlo prima che i programmatori potessero trovare i tre infiltrati nel collegio e quindi erano subito scappati senza incrociare la via dei mostri; chi invece aveva fronteggiato quegli orrori erano stati Riccardo, Alessandro e Orias che avevano combattuto con tutte le loro forze riuscendo non solo a sottrarre una piccola sfera in cui si agitavano strane acque blu come la notte ma anche a fuggire dalle tre creature che si erano lanciate al loro inseguimento e che erano magicamente svanite nel momento in cui era scoccata la mezzanotte del nuovo giorno. Le paure erano dipinte sui volti di tutti e sei i giocatori che avevano avuto la sventura di incontrare quegli esseri e dalla consapevolezza che, la prossima volta che li avrebbero incontrati, non avrebbero potuto contare sul fattore sorpresa che li aveva fatti sopravvivere quella volta. Decisero di prendersi qualche giorno per riprendersi da quell'orrore che gli aveva scavato le ossa e che, solo dopo qualche giorno, avrebbero ripreso le esplorazioni del piano 50 e del regno dell'Arconte del fuoco.
   
 
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