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Autore: Hidalgo_Aragorn    25/07/2017    0 recensioni
avevo 13 anni quando successe, quando tutto cambiò, quando io cambiai e dovetti cominciare ad accettare l'idea di essere chiamata "puttana" pure dalla mia stessa madre. 13 anni, niente, avevo appena iniziato a vivere...
~dalla storia~
-Joans quanti anni avevano i tuoi genitori quando ti hanno avuto?- mi chiede il professore quando è il mio turno. Io faccio spallucce e cambio la direzione dello sguardo; "e a questo come glielo dico?"
Genere: Dark, Drammatico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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Emma, 13 anni e 7 mesi, incinta di 6. Fine di marzo
.

Distesa sul mio letto, pensavo al nome che il bambino avrebbe potuto avere. Avevo spulciato metà dei libri della biblioteca pubblica di Montgomery e la scelta si era ristretta a 3 nomi per genere. Se fosse stato maschio: Edward, Gideon o Christian. Più Edward che gli altri due. 
Se fosse una lei: Jane, Isabella o Madeleine. Però ero ancora indecisa. 
Doveva nascere tra giugno e luglio, il periodo ideale, i miei ci sarebbero stati poco e io avrei avuto la casa per me, senza interferenze. 
I miei non lo sapevano e io lo sapevo nascondere bene: tenevo il maglione, i pantaloni larghi, passavo molto tempo fuori e mi inventavo di avere corsi, quando in realtà frequentavo il corso preparto, facevo nuoto e stavo spesso a casa di altre future mamme. 
Alcune di loro, a volte, minacciavano di denunciare il padre del Pulcino; dicevano che se lui era più grande e io minorenne, andava denunciato, ma farlo avrebbe significato ammettere che era successo e dire il suo nome. Ma anche ammettere che avevo 13 anni invece che 16 come invece dicevo di avere. 
Avrei tenuto segreto il Pulcino fino a che non avessi avuto il coraggio di dirlo. Dire che ero incinta. Dire perché non avevo più amiche né perché venivo derisa e spinta. 
Fino a quel momento avevo fatto tutto da sola: le visite le avevo pagate io, le prime cose le avevo comprate e nascoste nell'armadio. 
Avevo fatto ecografie, fatto punture, preso appuntamenti e nessuno si era ancora accorto di niente, mamma era troppo impegnata con Fiamma e la sua scuola privata, papà col suo lavoro. Daniel... Era Daniel, da quando era al liceo non sembrava nemmeno più lui. 
Accarezzavo la pancia, impaziente di scoprire il sesso del Pulcino. Sarei andata quel pomeriggio. Finalmente ero pronta e finalmente avrei iniziato a cucire qualche iniziale su body di cotone. Dicevano avvicinasse al bambino, non che ce ne fosse bisogno... 
-ciao piccolo...- dico passando solo un polpastrello sulla pancia rotonda e perfetta. -mi vuoi bene? Vuoi bene alla mamma, Edward?- mi uscì spontaneo e sorrisi. Lui, perché ero sicura fosse un lui, era il MIO Edward. Solo mio.

Notte tra l'11 e il 12 maggio. Ore 23.54

Lanciai un urlo di dolore, un male così grande non mi era mai capitato di  sentirlo. La pancia era dura ed era come se quel male mi mangiasse dentro. Urlai ancora, cercando di alzarmi, reggendomi al letto e tenendomi appoggiata al muro, stringendo la pancia. 
No, Edward. 
Pensai sconvolta riconoscendo la zona. 
Mia madre entrò nella mia stanza dalle pareti lilla, accendendo la luce. 
-mamma, fa ... Fa male- dissi stringendo i denti. -mamma!- urlai ancora, incapace di rimanere in silenzio o calmarmi. 
-Emma!- disse fuori di sé, squadrandomi. -cosa sta succedendo?- fece più incazzata del solito. 
-a me lo chiedi?!- faccio sarcastica. -è il bambino, lui sta male. Mamma, sta male- dichiaro in lacrime mentre mi cedono le ginocchia.
Mi cade tutto addosso e mi rendo conto di essere sola, che se lui stava male, io ero troppo giovane per sapere cosa avesse. E quando fosse nato? Se piangeva? Che ne sapevo io di che cosa potesse fargli male?
Oh Edward, mi dispiace tanto... 
Chiusi gli occhi, in lacrime, non ero pronta, ma stava arrivando, ma era troppo presto. 
La guardo, mamma è fuori di sé, più di me, quando comincia a capire che i 3 chili che ho messo su non sono i pocci o lo stress, ma suo nipote. 
-Emma!- urla. -che cosa hai fatto?!- fa isterica.
-mamma, prendi la macchina!- faccio e, reggendo la pancia, cercando di respirare, mi alzo e tiro fuori da sotto il materasso, la cartellina con gli esami e le ecografie. Lei le guarda e prima che possa parlare, tiro fuori dall'armadio le due borse per il parto. Avrò 13 anni, ma sono ancora lucida e scrupolosa, quasi previdente. 
-okay- dice sorpresa, prendendo le cose che le ho passato. 
A passo tremolante, tenendomi per la pancia e senza scarpe, man mano camminavo cercando di ignorare il dolore e le lacrime. 
Voglio solo che il bambino stia bene. Sì forse è presto, ma lo voglio, lo amo Edward. 
Uscendo trovo mia madre già in macchina e con calma con il mio stupido passo la raggiungo.
Salgo e lei parte. -quale ospedale?- mi chiede. 
-quello sulla nona- dichiaro.
-di quanto sei?- 
-otto mesi, doveva arrivare tra giugno e luglio, quando non ci sareste stati. Non so perché sta succedendo- 
Lei annuisce. -ti fa ancora male?- 
Annuisco. -credi starà bene?- a quella domanda in un primo momento non risponde. 
-sì Emma, starà bene- 
Annuisco. -è un maschio- le dico ed è lei ad annuire. Non ho il coraggio di dirle il suo nome. Non ho il coraggio di raccontarle di Edward. Del mio Edward.

Guardandomi da fuori avrei pensato chissà cosa: entrai in ospedale, bloccata dal panico, con addosso una maglietta lunga del pigiama e dei pantaloncini bianchi. 
Mi soccorsero dei paramedici, uno dei quali mi prese su a peso, per poi entrando mettermi su una barella. Alcune delle persone che lavoravano lì le conoscevo e l'alta metà mi conosceva. Fu per loro, quasi uno shock vedermi con quella pancia rotonda. Stringermi in posizione fetale, era l'unica cosa che isolava il dolore. Ma per fortuna furono abbastanza bravi da capire che mi serviva un medico. 
Segnalai loro la mia dottoressa, l'unica che abitando un pò fuori non avrebbe detto niente ai miei. 
Lei arrivò di corsa e in un primo momento mi mise la banda elastica intorno alla cinta e comparvero i grafici cardiaci di Edward, sullo schermo affianco. -sta bene, non c'è sofferenza fetale, ma sei in travaglio- mi disse. -ora facciamo un ecografia- 
Con il gel alla mano e l'ecografo nell'altra, guardò il mio bambino. 
-ha un pò di cordone intorno vicino al collo, lo monitoriamo ma sta bene- sollevata mi preparai a quelli che sarebbero stati i due giorni più terribili della mia vita... E alla fine di questi, Edward.

Salve salve salve, ho deciso di mettere un  di "musica" a questa storia e ho riportato qua sotto il nome e il testo, ve la consiglio e trovo che sia molto azzeccata:
Tutto per una ragione (feat. Annalisa)
Benji&Fede- Lyrics

Solo poche parole io e te
Non ho avuto occasione, sai com’è
Pensare troppo a volte è un errore
E non mi servono tante parole
Nei tuoi occhi ogni cosa diventa semplice

E quando non mi vedi, ti guardo ridere
E quando non mi vedi
Succede tutto per una ragione
E la ragione magari sei tu
Non ho niente da nascondere
E tu?
Succede tutto per una ragione
E la ragione magari sei tu
Non ho niente da promettere
Ma da scommettere con te

Senza effetti speciali io e te
Ma è perfetto il nostro film così com’è
Posso stare a guardarti per ore
E non mi basta sentire l’odore
Nei tuoi occhi ogni cosa sta per succedere

E quando non mi vedi, ti guardo vivere
E quando non mi vedi
Succede tutto per una ragione
E la ragione magari sei tu
Non ho niente da nascondere
E tu?
Succede tutto per una ragione
E la ragione magari sei tu
Non ho niente da promettere
Promettere

L’estate che passa, la nostra risata
La pioggia che cade, la sabbia bagnata
E batte la musica fino al mattino
Ti tengo più vicino
Soltanto stanotte o tutta la vita
Adesso si corre non vedo salita
E batte più forte se resti vicino, se resti vicino

Succede tutto per una ragione
E la ragione magari sei tu
Non ho niente da nascondere
E tu?
Succede tutto per una ragione
E la ragione magari sei tu
Non ho niente da promettere
Ma da scommettere con te
Da scommettere con te
Da scommettere con te

Okay, quindi vi piace o ne preferireste altre dentro?
Un bacio. 
Ps. Potrei metterci più tempo a pubblicare perché sono al mare e non c'è WiFi. Ma spero di riuscire appena posso 😘😘

 
  
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