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Autore: Nox_Nightshade    26/07/2017    4 recensioni
Buonasera a tutti!
Dopo molto tempo sono tornata qui su EFP.
Tanto per cambiare ho scritto una oneshot Romione... originale, eh? :')
Questa volta però l'atmosfera è un po' più leggera della storia precedente.
Non dico quanto tempo ci ho messo per scrivere questa piccola storia senza pretese... mi prendereste in giro fino alla morte.
Detto questo vorrei lasciarvi alla lettura, non mi dilungo altrimenti facciamo notte.
Ringrazio tantissimo tutti quelli che aggiungeranno ai preferiti, commenteranno o anche solo leggeranno la fanfiction.
Grazie, di cuore.
Nox
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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SWEET SURVIVAL






Un bacio.

Già, un bacio. 
Un unico e disperato gesto che legò indissolubilmente due corpi e due anime nell'istante in cui più avevano bisogno di essere salvate.
Lì, nel bel mezzo della più desolante distruzione, un bacio.
Nella più folle delle maniere.
Nel frangente, forse, meno opportuno.

La guerra
La paura
La disillusione
Le grida
Il silenzio
La sorpresa
Un bacio.

Che poi, baciare, non è neanche così difficile. In fondo basta avvicinarsi, chiudere gli occhi, inclinare quel tanto che basta la testa e unire le labbra, no? 
Che ci vorrà mai? 
Certo, questo se togliamo il fattore "sentimenti" di torno... Sì, perchè in fondo si sa che alla fine, gira che ti rigira, la colpa è sempre dei sentimenti.

Ma perchè diavolo avevano aspettato così terribilmente tanto per quel bacio?
Ron passava ore e ore ad arrovellarsi il cervello a forza di domandarselo.
Si sforzava di trovare una risposta anche se, in fondo, sapeva di averla colta già da parecchio.
La verità era che avevano sprecato così tanto tempo prezioso a nascondere, schiacciare e soffocare i loro sentimenti fino a farsi male, ferendosi profondamente.

Ron questo lo sapeva.
Sapeva anche quanto fosse dannatamente difficile far fronte a quella realtà che ormai conviveva con lui, ricordandogli quanto fosse stato codardo verso se stesso, verso di lei.


In quel pomeriggio d'autunno la Tana era quasi vuota. I Weasley erano usciti per sbrigare delle commissioni: Arthur era andato a Diagon Alley a cercare un buon repellente contro gli gnomi da giardino, George, accompagnato da Bill, doveva andare a ritirare alcuni prodotti per il negozio di scherzi, mentre Ginny ed Harry stavano facendo una passeggiata per le strade di Hogsmeade, proprio come ai tempi di Hogwarts.

Nella casa regnava un inusuale silenzio.

Ron si stava godendo quella singolare e piacevole tranquillità, quel pomeriggio.
Era appoggiato comodamente allo stipite della porta che affaccia sulla cucina e osservava la sua ragazza alle prese con i fornelli.
Hermione era talmente indaffarata che non si accorse della sua presenza.
Probabilmente stava cuocendo qualche dolce, come le aveva insegnato Molly con infinita pazienza ed estrema dolcezza.
La ragazza non era molto ferrata in materia, perciò stava cercando di migliorarsi.
Stava dando tutta se stessa; lo vedeva dalla sua espressione concentrata e dai suoi occhi bassi sul fornello.
Lei era così. Non si accontentava. Voleva riuscire bene in tutto.
Ron avrebbe giurato che non si sarebbe mossa di lì fino a quando quei dolcetti non avessero assunto un aspetto più o meno decoroso.

Sorrise con tenerezza e sentì il cuore un po' più leggero.
Era sempre così con lei. Lo faceva sentire al settimo cielo con un solo sguardo. 

Quando Ron riacquistò quel minimo di lucidità che gli permise di ricordare dove fosse e come si chiamasse, si accorse che era rimasto, per un tempo indefinito, appoggiato allo stipite a fissare Hermione. 
Se lei lo avesse visto guardarla in quel modo si sarebbe imbarazzata e avrebbe cercato precipitosamente di trovare una giustificazione per spiegare la sua presenza in cucina. 
Come se le fosse proibito! 
Ron sorrise ancora. Non riusciva a non farlo: Hermione era così.

Finalmente il ragazzo si mosse verso di lei.
Le passò le mani attorno ai fianchi, la strinse forte a sé e le scoccò un bacio sulla guancia.
Hermione dapprima sussultò contro il corpo del ragazzo, ma subito sorrise apertamente e gli diede un bacio a fior di labbra.

Ron prese un dolcetto e fece per portarselo alla bocca, ma Hermione gli bloccò la mano.
《Io non lo farei se fossi in te》disse per metà divertita e per metà rassegnata.
Ron allora si prese un attimo per osservare quel dolce che, effettivamente, non aveva un aspetto rassicurante.
Decise comunque di buttarsi e assaggiarlo, soprattutto per non offendere l'impegno della ragazza.
《Oh ma dai, non sembra male...》mentì spudoratamente.
Lei lo guardò scettica e lo sfidò con lo sguardo ad addentare il cupcake che aveva in mano.
Ron colse la sfida, diede un morso e la sua espressione inevitabilmente mutò.
Hermione rise di gusto nel vedere la smorfia di ribrezzo che era spuntata sul volto di lui.
《Buono?》scherzò lei.
A quel punto, quando ebbe ingoiato a fatica il boccone, rise anche lui. 《Sempre meglio dei waffles di Ginny》sentenziò con gli occhi sgranati come a ricordare qualcosa di veramente spiacevole.
《Già. Forse se non avesse abbondato con sale e burro sarebbero stati commestibili...》concordò lei ridendo.

Dopo un po' smisero di scherzare e presero a guardarsi negli occhi con un'intensità che avrebbe fatto arrossire chiunque fosse entrato nella stanza in quell'istante, facendolo sentire totalmente fuori posto.

Hermione gli mise una mano dietro la nuca e fece per attirarlo a sé per baciarlo, ma Ron si scostò leggermente. 
Voleva stuzzicarla un po' per poi bearsi della sua reazione imbarazzata e del fiume di parole che le sarebbe sgorgato dalla bocca. Adorava farlo.
《Allora... abbiamo scoperto un'attività in cui Miss Granger non eccelle, anzi, direi piuttosto in cui scarseggia》sogghignò e proseguì, notando che Hermione aveva alzato il mento per poterlo fronteggiare e rispondere prontamente alle sue provocazioni.
《Pensare che ero convinto che le uniche cose che sfuggono al controllo di Miss-So-Tutto-Io fossero gli scacchi, il volo, il Quidditch e Sparaschiocco...》contò lui sulle dita.
Anche sul volto di lei sbucò un ghigno. Aveva capito le intenzioni del suo ragazzo e volle stare al gioco.
Pensò in fretta e cercò di non temporeggiare troppo per non dargli soddisfazione.
《Oh beh... se per "cose che sfuggono al mio controllo" intendi insulsi passatempo tipo Sparaschiocco, oppure sport di inspiegabile popolarità come il Quidditch, sono lieta di essere, come pensi tu, ignorante in materia》
Ron fece per ribattere, accigliato e fintamente scosso. Ma Hermione non lo lasciò parlare e riprese, infervorata. Aveva cominciato a gesticolare.
《Davvero non capisco come si possa perdere tempo dietro a sciocchezze piuttosto che provare ad interessarsi a qualcosa di veramente importante e produttivo, come ad esempio...》ma Ron non seppe mai cosa c'era di importante e produttivo secondo Hermione.
Non la lasciò finire il discorso. In pochi istanti coprì la poca distanza che li separava coinvolgendola in un bacio mozzafiato.
Hermione sentì le proprie ginocchia cedere dalla sorpresa e dall'euforia. 
Se non ci fosse stato lì Ron a sorreggerla sarebbe caduta lunga distesa per terra, proprio come un burattino dai fili tagliati.

Passarono minuti o forse ore prima che i due si separassero per necessità fisiologica di prendere aria.
Col fiato corto, Ron ed Hermione si guardarono negli occhi e sorrisero imbarazzati.
Poi Ron si fece improvvisamente pensieroso, come se stesse ricordando qualcosa di estremamente rilevante.
《Quindi... ehm... non c'è proprio speranza di farti piacere il Quidditch... vero?》chiese, incerto.
Hermione fece una strana smorfia per non fargli vedere che in fondo le veniva da sorridere.

Sì, il Quidditch un po' le piaceva... ma per qualche strana ragione, non lo avrebbe mai ammesso.

Ron era rimasto lì ad osservarla attentamente, speranzoso di cogliere un minimo segnale dall'espressione di lei. 
Dopo un po' Hermione, suo malgrado, non ce la fece più a reggere quello sguardo. Quegli occhioni azzurri puntati nei suoi le facevano venire la pelle d'oca ogni volta. Sentì che la sua barriera era crollata.
《Oh, sta' zitto》gli prese dolcemente il viso tra le mani e lo baciò. 

E il tempo si fermò.
E tutto il mondo fuori dalla stanza sparì.
E due cuori presero a battere all'impazzata.
E due ragazzi si lasciarono vincere dalla passione, in quel pomeriggio d'autunno.


La vita aveva insegnato loro a fare tesoro di piccoli momenti passati in compagnia di chi si ama. 
Momenti come quello.
Il tempo gli aveva strappato troppi sguardi, respiri, carezze e pezzi di anima.

Poi c'era stata la guerra. 
In quel miscuglio informe di dolore, loro erano soltanto due corpi alla ricerca di un appiglio per risalire in superficie ed evitare di impazzire.
Lo avevano sperimentato sulla pelle il dolore, quello vero, quello che non lascia spazio a nient'altro.

E fanculo, avevano vinto loro.

Erano stati l'uno l'ancora dell'altro. Avevano lottato con tutte le loro forze per far sì che il loro destino rimanesse appeso a quell'unico filo di salvezza. 


E ce l'avevano fatta.
   
 
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