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Autore: Syerra    26/07/2017    1 recensioni
"Tsubasa respira e cerca di mantenere il controllo” gli sussurrò in un orecchio Taro, il capitano si mosse sconnessamente sulla sedia, vide che anche gli altri compagni della Nankatsu guardavano meravigliati la donna di fronte a loro. Chi si sarebbe mai immaginato che il medico sportivo sarebbe stata la loro ex compagna di scuola.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I giorni passavano tranquilli, Hitomi aveva apprezzato quelle “quasi” scuse dei due giocatori della nazionale per l'inconveniente del costume e del tatuaggio. Avevano capito che dovevano trovare una sorta di nuovo equilibrio. Dopo essersi crogiolata un po' al sole si alzò per andare a fare il bagno, appena il piede toccò l'acqua sentì un leggero brivido percorrerle tutta la spina dorsale, ci avrebbe messo un bel po' a trovare il coraggio di buttarsi. Era pronta a mettere anche l'altro piede nell'oceano, quando si sentì sollevare in aria. Hikaru l'aveva afferrata per la vita issandola come un sacco di patate, immediatamente Jun si avvicinò a loro. Tentò di sgusciare via dalla presa dei due, ma erano nettamente più forti di lei e alla fine si ritrovò con Jun che la teneva per le braccia e l'altro per i piedi. Vane furono le sue richieste di lasciarla andare e di non buttarla in acqua. I due iniziarono a dondolarla e a contare fino a tre per poi lanciarla come se niente fosse.
“Come avete osatoooo, ve la farò pagare”
Tentò di acciuffare il numero ventiquattro della nazionale, ma egli si scostò in tempo e con una mano la spinse sott'acqua.
Dopo vari tentativi andati a vuoto, la ragazza spiegò bandiera bianca e si andò a sdraiare sul suo asciugamano. Mentre riprendeva fiato notò Genzo uscire dall'acqua, inutile dire che era bellissimo. Con una mano il ragazzo frizionò i capelli, si rivolse verso il sole e chiuse gli occhi. Hitomi seguì con lo sguardo alcuni rivoli d'acqua che scendevano dal collo fino ai pettorali scolpiti. Si sentì accaldata e una morsa le prese il basso ventre. Porca miseria non poteva eccitarsi per così poco. Distolse lo sguardo e tentò di riprendersi ascoltando la musica. Poco dopo sentì la presenza di qualcuno al suo fianco, era Wakabayashi che si era disteso accanto a lei
“Non ti do fastidio vero?”
“No no, basta che non mi fa ombra”
“Non vorrai diventare una gankuro?”
“Ma va, vorrei solo prendere un colorito più sano e non sembrare una mozzarella”
Rimase immobile per tutto il tempo, riuscì grazie agli occhiali da sole ad esaminare la figura del ragazzo, provò a cercare di trovare una minima imperfezione, ma non sembrava essercene. Ci stava provando con tutta se stessa a non farsi piacere Genzo, ma sembrava impossibile.

Sanae era salita su in casa, era sicura di aver portato con se la borraccia piena d'acqua e invece non l'aveva trovata nella sua sacca da spiaggia e non la trovò neanche sul tavolo. Dopo aver controllato vicino al lavello aprì il frigorifero e trovò l'oggetto dei suoi desideri vicino all'aranciata. Si girò per scendere in spiaggia, ma si ritrovò di fronte il capitano. Tsubasa la strinse a se e iniziò a baciarla. Le mani di lui le accarezzarono la schiena e una arrivarono sopra il suo seno
“Potrebbe vederci qualcuno”
La prese per mano e come due ragazzini corsero nella loro camera da letto. Appena la porta fu chiusa il ragazzo si avventò sulle labbra della ex manager facendola appoggiare alla porta. Sanae sentì la testa vorticare talmente era tanta l'eccitazione che provava in quel momento, tentò di trattenere gli ansiti di piacere mentre Tsubasa le baciava il collo e iniziava a sfilarle il pezzo sotto del costume. Ma appena iniziarono a fare l'amore non riuscì più a resistere, se qualcuno fosse entrato in casa sicuramente li avrebbe sentiti. Perse l'ultimo barlume di lucidità quando con voce roca il capitano le chiese di venire per lui, sentì tutto il suo corpo tendersi e un piacere immenso propagarsi dai piedi fino alla punta dei capelli. Dopo poco anche il capitano raggiunse l'apice del piacere e con uno sguardo dolce le disse
“Ti amo”
Sanae lo fissò sbalordita, non si aspettava una dichiarazione in piena regola in quel momento. Non ricevendo risposta Tsubasa lo interpretò come una sorta di rifiuto, si staccò da lei per tirarsi su il costume e fece per uscire, ma fu trattenuto dalla ragazza
“Tsubasa aspetta”
“Lasciami Sanae ho bisogno d'aria”
“Prima di andare ascoltami, fammi spiegare”
“Non c'è nulla da spiegare”
“Invece si zuccone. Non mi aspettavo che mi dicessi che mi ami dopo un momento di pura passione, nella mia testa mi ero immaginata che ci saremmo scambiati i nostri reciproci sentimenti in un altro momento, che ne so davanti a un tramonto. Però va benissimo così, anche io ti amo”
vedendo che non la guardava gli prese il viso fra le mani e lo fissò intensamente
“Ti amo Tsubasa Ozora e non lo sto dicendo per darti un contentino, ti amo con tutto il mio cuore”
Il capitano non lesse nessuna esitazione negli occhi della donna che gli aveva rubato il cuore, colmo di gioia la baciò
“Mi hai fatto prendere con colpo, ti amo Sanae”

Taro ebbe l'ottima idee di uscire fuori a cena, le ragazze si meritavano una sera servite e riverite, era giusto coccolarle ogni tanto. Così aveva prenotato a un ristorantino vicino al porto. Aspettò Isabel vicino alle scale, delle volte ci metteva una vita per prepararsi, sperò che non facesse fare tardi a tutti. Appena la vide rimase come sempre estasiato, la ragazza indossava un abitino azzurro che esaltava l'abbronzatura e i capelli raccolti lasciavano il collo libero. Quando fu abbastanza vicino l'agguantò baciandola e dicendole quanto fosse bella.
Si ritrovarono in macchina con Genzo e Hitomi, li trovò davanti al mezzo che discutevano su chi dovesse guidare, alla fine la ragazza lasciò il posto da conducente al portiere. Le due ragazze si sedettero dietro e sentì la compagna fare dei complimenti alla cognata di Sanae
“Stai proprio bene con questo vestito”
“Grazie Isabel, tu invece come sempre sei bellissima”
notò con la coda dell'occhio che Genzo si era messo a fissare Hitomi dallo specchietto retrovisore. Aveva notato che ultimamente i due si erano avvicinati parecchio, ma non ci diede troppo peso, insomma Hitomi era ancora una ragazzina, Genzo era abituato a un certo tipo di donne e per di più vivevano in due continenti diversi. Sapeva quanto fosse allergico alle relazioni il portiere e che non si sarebbe mai cacciato in una situazione di scomodo, soprattutto con la cognata di Sanae.

Il proprietario del ristorante li accolse con un enorme sorriso, li accompagnò a un tavolo leggermente appartato per evitare una possibile invasione dei fan, ma si assicurò di specificare che fosse uno dei tavoli migliori.
Hitomi per l'ennesima volta si ritrovò accanto a Genzo, più cercava di allontanarsi più si se lo ritrovava tra i piedi. Prese uno dei menù per decidere cosa prendere
“Sei molto bella stasera”
Con le gote leggermente arrossate si girò verso il ragazzo, ma non capì se aveva davvero sentito quella frase o se era frutto sella sua immaginazione, perché Genzo si era trincerato dietro il menù.

Non riusciva proprio a prendere sonno, era come se morfeo quella notte avesse deciso di abbandonarla. Eppure non aveva mangiato troppo e non faceva neanche tutto quel caldo da non riuscire a dormire. Il problema si chiamava Genzo Wakabayashi, quel benedetto ragazzo l'aveva fatta uscire di senno. Continuava a dargli dei segnali contrastanti. Durante la cena le aveva fatto quel complimento, poi quando inavvertitamente le loro mani si erano toccate per prendere la stessa bottiglia d'acqua, l'aveva ritirata come scottato. Sapeva di non doveva farsi illusioni, ma la sua mente non faceva alto che pensare a lui.
La sua irritazione aumentò quando si accorse di aver finito la bottiglia d'acqua sul comodino. Cercò di fare meno rumore possibile e scese in cucina, quella sera la luna era talmente brillante che non dovette neanche accendere la luce. Prese l'oggetto dei suoi desideri, ma si bloccò quando sentì un fruscio dietro di se, era già pronta ad urlare, ma tirò un sospiro di sollievo quando si ritrovò davanti l'oggetto del suo groviglio interiore.
Genzo la fissò stupita chiedendogli cosa ci facesse in piedi a quell'ora, gli indicò la bottiglia d'acqua e gli porse la stessa domanda
“Fa troppo caldo per i miei gusti, così sono sceso in veranda a prendere una boccata d'aria”
“Ti scoccia se vengo anche io?”
Il portiere alzò le spalle e le fece segno di seguirlo.
All'inizio ci fu un silenzio imbarazzante, Hitomi cercò di trovare qualcosa da dire, ma fu Genzo a rompere il ghiaccio
“Come sta Hiro?”
Gli raccontò delle telefonate dell'amico, di quanto fosse entusiasta dell'esperienza, poi le chiese come si fossero conosciuti e così via.
Dopo quella sera ce ne furono altre, come se si fossero dati una sorta di appuntamento. Genzo raccontò alla ragazza di come fosse stato un ragazzino troppo borioso e pieno di se prima di incontrare Tsubasa e gli altri, della Germania con le sue prime difficoltà e del Mister Mikami a cui doveva tutto
“Se non fosse stato per lui non sarei mai arrivato ai livelli a cui sono ora”
Hitomi lesse un grande rispetto e ammirazione per quell'uomo, capì che era il punto di riferimento del portiere. Quando tornava in camera sua ripercorreva l'intera conversazione avuta con il ragazzo ricordando ogni singola parola e gesto. In quei momenti capì di essere non solo attratta fisicamente, ma anche mentalmente, avrebbe voluto fargli un milione di domande e conoscere ogni singola cosa di lui.
Poi la terza sera tutto cambiò. Genzo le stava raccontando di come avesse aiutato Kalz a lasciare l'ennesima conquista, tra le risate gli disse
“Siete stati tremendi”
“In nostra difesa posso dire che era veramente una rompiscatole. Non gli lasciava tregua”
poi presa da uno strano coraggio lei gli domandò
“Come mai un tipo come te non è fidanzato con qualche super modella o attrice?”
“Non sono uno molto per i legami, ci ho provato ma nessuna è riuscita ad accalappiarmi”
Una strana morsa le prese il petto, fece persino fatica a deglutire
“E tu come mai non hai il ragazzo?”
“Non ho trovato ancora quello che mi ha colpito del tutto”
Sentì Genzo ridacchiare e scuotere leggermente la testa, non capì che cosa avesse detto di tanto divertente
“Sei ancora una ragazzina, vedrai che tra qualche tempo troverai qualcuno che ti farà perdere la testa”
Hitomi ci rimase di sasso, la considerava una mocciosa. Era una stupida e deficiente ragazzina che si era infatuata di lui. Si sentì rodere dalla vergogna, tentò di mascherare il disagio, trattenne le lacrime pronte ad uscire. Gli augurò la buona notte
“Hitomi tutto bene?”
“Sì tutto ok”
“Dalla tua faccia non si direbbe”
Voleva scappare, salire in camera sua e darsi dell'idiota, come poteva minimamente pensare di piacere a Genzo, lui era troppo per lei
“Davvero sto bene, ho solo freddo e si è fatto tardi”
Genzo le afferrò le spalle portandola di fronte a lui, i loro corpi erano così vicini che poteva sentire il calore del suo corpo
“Non mi freghi, è per qualcosa che ho detto?”
Oddio perché era così insistente?! Tentò ancora di mascherare il suo stato e di muoversi, ma lui non demordeva e non la lasciava andare
“O mio Dio Genzo come fai a essere più ottuso di un criceto, non hai capito che mi piaci?! Dannazione non ci vuole una laurea. Mi hai appena detto che sono solo una stupida ragazzina, come dovrei sentirmi? Ora se permetti vorrei andare in camera mia per sprofondare dalla vergogna per la figuraccia appena fatta”
Fu inaspettato, Genzo l'aveva spinta verso di lui e la stava baciando. Non fu un bacio dolce e casto o no era uno di quei baci appassionati che ti fanno mancare il respiro. Senza che se ne accorgesse la trascinò sopra di lui sul dondolo, le mani del ragazzo le accarezzarono la schiena e le gambe, non sie era mai sentita così accaldata ed eccitata. Si staccarono solo per riprendere aria, quando riavvicinò le labbra alle sue lo sentì dire
“No, non possiamo”
Hitomi si gelò all'istante, le uscì una semplice domanda
“Perché?”
“Tu mi piaci moltissimo, ma sei la cognata di Sanae, dopo questa estate io tornerò in Germania e sei così giovane… vedrai che”
La ragazza si alzò dalla sua posizione come se fosse stata morsa da un serpente, con gli occhi delusi e incavolati gli inveì contro
“Non ti azzardare a dire una di quelle frasi del cazzo, vedrai che presto troverai l'amore, non è colpa tua e così via”
“Cerca di ragionare”
“O ma io ragiono benissimo. Ti piaccio, ma non abbastanza da correre il rischio… dannazione come è umiliante”
Genzo provò a toccarle un braccio, ma lei si scostò schifata
“Non mi toccare. Vado a letto e non ti preoccupare passeremo il resto della vacanza a non calcolarci. Buona notte Wakabayashi”
Genzo sapeva di aver fatto la cosa giusta, eppure perché gli faceva così male?



Finalmente sono riuscita ad aggiornare, sono stata in vacanza e purtroppo ho perso la mia amaa chiavetta su cui salvavo la mia storia. Non vi dico la mia disperazione e sconforto, ma poi mi sono rimbaccata le maniche e ho riscritto l'intero capitolo.
Dunque tra Tsubasa e Sanae le cose vanno sempre meglio, mentre tra Genzo e Hitomi le cose si complicano, chissà cosa succederà?!
Ringrazio tutti coloro che leggono e commentano la storia, grazie infinite!


 

   
 
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