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Autore: Antares 91    28/07/2017    2 recensioni
Una strana epidemia dilaga rapidamente, trasformando gli esseri umani in zombie.
Protagonisti della storia sono dei ragazzi, che dovranno fare del loro meglio per poter sopravvivere.
"Tutto ebbe inizio in una soleggiata mattina di maggio."
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Ophiuchus Shaina, Scorpion Milo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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8 - Ricominciare da capo

Il giorno successivo, lasciammo l'albergo e ci trasferimmo nella casa di fianco a quella della signora Ana, una graziosa villetta su due piani tutta arredata, con vista sul mare, non enorme, ma con un mucchio di stanze, tra cui due bagni (uno al piano terra, l'altro al piano superiore), una cucina spaziosa, un salotto bello grande e una stanza perfetta da usare come studio. Da quel che ci aveva raccontato la signora Ana, la casa apparteneva ad un suo amico, il quale abitava in Giappone ormai da anni e veniva sull'isola in villeggiatura. La donna aveva provato a chiamare il proprietario per chiedere il permesso di usare la casa, ma non aveva avuto risposta. Il dubbio, e forse anche la certezza, che fosse morto, erano forti, sia per noi che per la stessa Ana.
Uscii nel giardino dalla porta sul retro e respirai a pieni polmoni un piacevole profumo di fiori. Mi piegai davanti ad un'aiuola ad osservare delle rose, perfettamente curate, e ne accarezzai i petali. Presi l'annaffiatoio, poggiato lì nei paraggi, e annaffiai le piante. Mi divertiva farlo, lo facevo anche a casa mia. Mi ricordai di quando aiutavo mio fratello con la cura delle piante. "Alexios, Alexios... dove sei?" pensai. Mi mancava così tanto... Soddisfatta del mio lavoro, tornai in casa e venni fermata da Milo.
- Stavo giusto cercandoti. Mi aiuteresti in cucina? -
Annuii. Era già ora di pranzo?
- Shaina non ha detto nulla? Non ha fatto scenate perché "non si fida degli uomini ai fornelli"? - chiesi, ridacchiando.
- Ecco, qui viene il bello: non le ho detto nulla. E' in salotto che parla con Marin e Aioria. Dai, mi aiuti? -
Annuii. Una volta in cucina, ci mettemmo subito al lavoro. Volevamo preparare un'ottimo pranzo, per festeggiare la nostra salvezza e la nostra nuova vita su Mykonos.
Certo, non sarebbe stato facile ricominciare, non dopo aver perso molte persone a noi care, non con quello che ancora era in corso ad Atene e nel resto del mondo. Fatto sta che noi eravamo lì, sani e salvi su un'isola dove la vita scorreva pacifica e normale.
Accesi la piccola TV presente in cucina e mi sintonizzai su un canale a caso. Un giornalista spiegava com'era la situazione di Atene in questo momento, nascosto all'interno di un furgone della stazione televisiva.
"Le forze militari stanno facendo strage di zombie!"
Quella frase, pronunciata con enfasi, mi bloccò nell'atto di afferrare una ciotola dalla credenza. Finalmente avevano capito che erano zombie, quelli, e non il risultato di una qualche strana malattia contagiosa. Restava da capire quale fosse la causa della pandemia.
Però, ciò che non capivo era il motivo per il quale le forze militari si erano mosse in ritardo. Pensavano forse che prima o poi gli zombie sarebbero spariti da soli? Io ne avevo sembre dubitato. Erano morti che camminavano, non potevano morire di fame e di sete, e l'unico modo per eliminarli era spappolargli il cervello. Se nessuno li avesse eliminati, avrebbero continuato senza problemi la loro esistenza per chissà quanto altro tempo.
Il giornalista continuò a parlare, spiegando che la soluzione adottata era stata quella di dare fuoco ai mostri in massa. Soluzione drastica ed efficace, a quanto pareva.
Mentre ascoltavo il notiziario, gettando, ogni tanto, uno sguardo allo schermo, mi concentrai sulla preparazione di una torta al cioccolato. Mescolai gli ingredienti ed infornai l'impasto, quindi diedi un'occhiata a ciò che stava preparando Milo. Lui, sentendosi osservato mentre si muoveva fra i fornelli, mi lanciò un'occhiata e mi sorrise. Andai ad aiutare Shaina a preparare la tavola in sala da pranzo. Dopo qualche minuto, Milo dalla cucina annunciò che era pronto, così andammo ad aiutarlo con le portate. Ogni tanto davo un'occhiata anche al dolce in forno, che pian piano cuoceva.
Tutti presero posto, gli ultimi fummo proprio io, Shaina e Milo.
C'era davvero di tutto a tavola. Milo ed io c'eravamo dati da fare tanto per preparare tante leccornie.
Feci per afferrare la caraffa dell'acqua, ma nello stesso momento Milo, seduto di fronte a me, nell'atto di afferrarla anche lui, mi sfiorò la mano. A quel contatto, arrossii lievemente e ritirai di scatto la mano, come se avessi preso una scossa. Lo vidi sorridere, forse divertito, mentre mi versava lui stesso l'acqua nel bicchiere. Balbettai un grazie, nascondendomi dietro il bicchiere. Non volli immaginare quanto fossi diventata rossa! Caspita, che vergogna! Io che arrossivo se un ragazzo mi sfiorava la mano... da quando?? Non era da me. Cercai di riassumere un atteggiamento normale, mentre iniziavo a mangiare.
- Hai preparato tutto tu? Devo fidarmi di un uomo ai fornelli? - sentii dire da Shaina, rivolta a Milo.
Ridacchiai tra me e me: sapevo che gli avrebbe detto una cosa simile.
- Ah, Shaina, Shaina... Non mi reputi un bravo cuoco? E comunque c'era Sasha ad aiutarmi. - gli rispose l'interpellato, con un sorriso.
- Ah, beh, allora se c'era anche lei, mi fido! -
- Mangia...! - fu l'ordine, ma in tono scherzoso, di lui.
Risi. Quanto erano divertenti!
- Ah! Il dolce!!! - imprecai, ricordandomi all'improvviso della torta ancora in forno, mentre mi precipitavo in cucina.
La tolsi dal forno: bene, per fortuna non si era bruciata. La lasciai sul bancone a raffreddare e tornai a tavola. E quando arrivò il momento del dolce, fui fiera di servire la mia torta al cioccolato. Sperai che fosse venuta bene. La ricetta l'avevo imparata da mia madre. Facevamo spesso dolci assieme e mi ha insegnato a fare tante delizie.
Dopo un primo assaggio, sia io che gli altri constatammo che sì, era venuta bene, tanto che Milo fu il primo a chiedere il bis.
- Vuoi ingrassare, per caso? - lo stuzzicò Shaina, portandosi il cucchiaino alle labbra e posandolo poi nel piatto.
- No, voglio solo deliziarmi della torta al cioccolato più buona che io abbia mai mangiato! - Quel complimento mi riempì di gioia. Mi sentii quasi importante, ahah. - Tu, se vuoi continuare a mantenere la linea, fai pure. - continuò lui. - Io mi abbuffo quanto voglio! -
- Tanto ingrasseraiii... - canticchiò Shaina.
- Dai, finitela! Siete peggio dei bambini che si fanno i dispetti!  - dissi, ridendo.
I due si fissarono e Milo scoppiò a ridere. Shaina dapprima lo guardò in malo modo, poi scoppiò a ridere anche lei.
- Ecco, vedi di fare la brava bambina, Shainuccia! - la prese in giro Milo.
- Scemo! -
- Sentila! Parla Einstein! -
Ormai stavano ridendo entrambi, facendo ridere tutti.
- Ma la finite? - dissi, tra le risate.  

Dopo aver sparecchiato e lavato le stoviglie, uscii in giardino e presi il mio cellulare dalla tasca, cercai il numero di Alexios nella rubrica e provai a chiamare. Attesi un bel po', ma nulla, non rispondeva. Una terribile angoscia si fece strada in me, scoppiai in lacrime all'improvviso. Mi lasciai cadere in ginocchio sull'erba del giardino, mentre continuavo ad essere scossa dai singhiozzi.
- Sasha! Sasha... che succede??? - mi chiese preoccupato Camus, che non avevo sentito arrivare.
Non risposi, mi alzai e con il polso mi asciugai le lacrime.
- Mio fratello... - cercai di dire, tra i singhiozzi - ... mio fratello è... non... non risponde al cellulare... Sigh... Non risponde... Non lo rivedrò più... -
- No, Sasha, non dire così! Non giungere subito a conclusioni affrettate. -
- Sono preoccupatissima, Camus... - singhiozzai ancora.
- Lo so, e ti capisco... -
- Non so più cosa pensare, Camus... Ho paura, ho tanta paura di non rivederlo mai più... -
Camus mi abbracciò, ed io pian piano mi calmai, prima di rientrare in casa. Non volevo far preoccupare nessuno.

- Sashaaaaaa!!! - sentii urlare il mio nome, poi vidi arrivare Shaina di corsa. Si nascose subito dietro di me, la sentii ridacchiare.
- Che cos... - non feci in tempo a finire la mia domanda, che ci raggiunse Milo.
- Esci dal tuo nascondiglio, donna, e affrontami! - ghignò Milo, usando un tono molto teatrale.
La scenetta in cui ero coinvolta mi rallegrò e mi fece dimenticare la tristezza.
Shaina si nascose ancora di più dietro di me, non prima di aver fatto la linguaccia a Milo.
- Ma che sta succedendo? - chiesi, tra il divertito e la curiosità.
- Oh, niente, gli ho solo detto che ha messo su un po' di chiletti, ma ovviamente scherzavo. E lui ora vuole farmela pagare! -
- Oh, sentila con quanta leggerezza parla! - esordì Milo, con le mani sui fianchi, dopodiché guardò me. - E' fissata, dice che mi vede ingrassato. A me non sembra. A te sembro ingrassato? -
Feci per aprir bocca, ma Shaina mi precedette. - Sì, diglielo! Ma guardalo! Mangi troppo, bello mio! E non fare l'offeso! - disse, tra le risate, sporgendosi sulla mia spalla destra.
Milo scattò verso di noi, con un sorriso poco rassicurante. - Ah, sì? Vieni qui a ripetermelo! -
- Sashina, ti prego, proteggimi da questo cattivone! - esclamò Shaina, divertita, mentre Milo la afferrava per i fianchi e la staccava da me.
- Non temere, amica mia! Ti salvo io! - feci, scoppiando a ridere per il tono molto teatrale che avevo usato.
- Ma che fai, la difendi?!? Pensavo fossi mia alleata! -
Ormai stavamo ridendo tutti e tre a crepapelle! Io e Shaina correvamo per la casa, inseguite da Milo. Ci stavamo divertendo un sacco, peggio dei bambini.
- Presa! - urlò Milo, trionfante, afferrandomi per i fianchi e mantenendo la presa.
- Nooo, lasciamiiiii! - esclamai tra le risate.
- E adesso... preparati! Sto per infliggerti la mia punizione... il solletico! - sghignazzò - Preparati, Shaina, dopo tocca a te! -
- Noooo, ti prego! - e iniziai a ridere e a contorcermi quando lui prese a farmi il solletico.
Mi lasciai cadere sul divano, tenendomi la pancia dal troppo ridere, avevo persino le lacrime agli occhi. Milo si chinò su di me, poggiando le mani ai lati della mia testa.
- Allora, ti basta, o devo continuare? -
- No, no, basta! - risposi, ancora ridendo.
Mi accorsi che i nostri visi erano vicini. Molto, troppo vicini. Potevo sentire il suo respiro sulla mia pelle.
Il sorriso abbandonò lentamente le labbra di Milo, che rimasero semiaperte, mentre mi spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio, senza distogliere lo sguardo dal mio.
Si fece più vicino, sempre più vicino, fino a sfiorarmi le labbra con le sue. Quello che ne seguì fu un casto bacio.
Si staccò poco dopo, guardandomi e sorridendomi. Io avevo le labbra socchiuse, non sapevo cosa dire, né cosa fare. Non me lo aspettavo! Mi... mi aveva appena baciato!
Ci ricomponemmo. Lui mi aiutò a tirarmi su e ci mettemmo seduti e composti sul divano. Io accavallai le gambe, ancora preda del più totale imbarazzo, e gli lanciai una rapida occhiata, mentre lui si passava una mano tra i capelli.
- Comunque sei un bastardo... - ridacchiai - Sai perfettamente che soffro il solletico! -
- Eh già... l'ho usato a mio vantaggio... - sorrise.
 Notai che anche lui era leggermente in imbarazzo per quello che era appena successo, ma cercava di non darlo a vedere.
Mi voltai poi indietro, oltre lo schienale, cercando Shaina, che era sparita. Mi alzai lentamente, Milo seguì con lo sguardo i mei movimenti e mi accennò un leggero sorriso. Ricambiai, sorridendo appena, ancora in imbarazzo. Andai a cercare la mia amica, volevo raccontarle quello che era successo. La trovai in cucina che si versava del succo d'arancia.
- Shaina! Non sai cos'è successo! -
Lei sobbalzò e si girò verso di me, con sguardo interrogativo.
Le raccontai del bacio e, quando terminai, lei sorrise.
- Lo immaginavo! - fece una pausa, portandosi il bicchiere alle labbra e bevendo un sorso. - Avevo come una sensazione, da un po' di tempo, che sarebbe successo qualcosa tra di voi, prima o poi. - mi sorrise. - Vi ho lasciati da soli proprio quando ho visto che lui ti stava sopra e ti fissava. -
Mi versai anch'io del succo d'arancia e, mentre bevevo, non potevo fare a meno di pensare a quel bacio.
- Sai... - incalzò Shaina - Prima che accadesse questa catastrofe, Milo mi confidò che si era innamorato di te, ma aveva deciso di attendere per rivelarti i suoi sentimenti. Penso che con quel bacio ti abbia detto molto, no? Ti ha voluto far capire che per lui sei più di un'amica. -
Già, a volte non servono le parole, basta un semplice gesto. Possibile che io non sia riuscita a capire, finora? Oppure lui è troppo bravo a celare certi sentimenti? Ed io? Io cosa provavo per lui? Non lo sapevo ancora bene.
E mentre ancora pensavo, vidi Milo irrompere in cucina, con un sorrisetto.
- Shaina cara, te l'avevo detto che il solletico toccava anche a te! Sasha, bloccala, non deve sfuggirmi! -
Eh, giustamente se non la faceva pagare a Shaina, che l'aveva preso in giro, non sarebbe stato soddisfatto. Tipico di Milo. Dopotutto lo conoscevo da tanto tempo.
Shaina mi guardò, con sguardo da cane bastonato. - Sei mia amica, vero? Non permetterai che finisca tra le sue grinfie, giusto? -
Ma prima che potessi risponderle o fare qualcosa, Milo era già partito alla carica. Quando finì, Shaina ancora rideva per il solletico e tirò un pugnetto sul braccio di Milo.
Ci sedemmo tutti e tre al tavolo.
- Con tutto quello che abbiamo passato... credevo di non ritrovare mai più la gioia di ridere... - disse poi Shaina.
Aveva dato voce ad un pensiero forse collettivo. Io ero d'accordo con lei, e forse, dallo sguardo che aveva, anche Milo lo era.
E nonostante le risate e il divertimento, ero comunque sempre in pensiero per mio fratello, ma non lo davo a vedere.


Angolo dell'autrice
Ma ciao! Sono tornata! Dopo tre (!!) anni di pausa (grazie, ispirazione). Vi sono mancata, vero? (seh seh XD). Comunque, ecco a voi, il nuovo capitolo di  questa storia. ;)

   
 
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