Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Testechevolano    29/07/2017    1 recensioni
Una bambina viene abbandonata misteriosamente sulla porta di un monastero con una croce che sembra portare il peso di quell'azione. Viene chiamata Suryan, come il sole che sembra portare dentro.
Sembrava che quella croce le volesse cadere addosso ma era solo un'incisione, non poteva. Ma la donna sapeva che se avesse potuto l'avrebbe già schiacciata[...]Se lo meritava.
Ella viene allevata dalle suore del convento e segue le loro orme insieme alla sua inseparabile amica Judit.
Judit, nonostante fosse contro le regole, aiutò Suryan a sistemarsi. Sapevano che la vera arma per mantenere un segreto era quella di non farne parola nemmeno fra di loro.
Il passato di Suryan però non ha niente di più lontano dalla chiesa, anzi. Il suo passato parla di perseguitazioni, di superstizione, mistero ma soprattutto di una profezia.
Beatrix fece volare il bicchiere con un solo gesto e lo face finire in grembo al cugino, che sorridendo lo fece fluttuare alzando semplicemente lo sguardo. Il contenuto del bicchiere tremò. I due cugini si guardarono negli occhi.
Bombe. Spari. Urla.
-Benvenuto all'inferno, cugino.

Coppie principali femslash ed het.
Genere: Guerra, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


VIII


Carol scortò, in silenzio solenne, Judit per i vari corridoi del piano terra e del primo piano del sinuoso castello; la sua compagna sembrava sbigottita da cotanta bellezza e non si fermava un attimo con le sue numerose e fastidiose domande. Carol non rispose a nessuna e come obbligata da una certa umanità, che credeva di non possedere neanche in minima parte, le svelò parte del suo destino: - Diventerai la mia dama da compagnia, la tua camera sarà lontana dalla mia solo un corridoio e credimi che non è nulla, se conoscessi l'intero castello.- Carol sospirò, la testa iniziava a dolerle in modo insopportabile e si sentiva più pressata del solito.
Una donna sulla quarantina vestita interamente di giallo e coi capelli color oro, chiese assillante a Carol il suo stato di salute. Carol, come di consuetudine, sbuffò e urlacchiò un "sto bene!" e poco dopo la donna si congedò.

Judit trovò la situazione interessante e particolarmente strana tantè che capì immediatamente lo stato di salute della principessa, decisamente non buono in quel momento, e cercò di utilizzarlo a proprio vantaggio, come suo solito fare nelle situazioni più complicate. Mentre la sua testa correva in cerca di migliaia di soluzioni, Carol la portò dentro una camera, completamente arancione e rossa. Non c'era assolutamente niente che avesse finora visto di diverso colore in quel castello, oltre le prigioni. Ammetteva a se stessa che era una buona tattica per essere onnipotenti e onnipresenti, ricordando a tutti la loro esistenza, la loro potenza.
- Io so che non stai bene, se per caso lo dicessi a qualcuno?
La principessa si fermò e girò lentamente verso la ragazza, che si era bloccata poco prima in modo da sottolineare la sua nuova autorità.
- Non ti permetteresti mai..
Judit ebbe un leggero sussulto guardando negli occhi della bionda, tutto di lei sprigionava cattiveria e tanta rabbia.
- Sicura? Perché, beh, se avessi dei dubbi potremmo fare un patto.
Judit si accomodò facendo finta di essere tranquilla sulle coperte gialle. Dentro di lei una tempesta invocava giustizia, libertà ma soprattutto tranquillità. Avrebbe potuto chiedere di scappare, tornare al Monastero, abbracciare la sua amica se ancora viva dall'attacco di quel treno. Sembrava passata un'eternità e invece erano passati solo una manciata di mesi.
- Che patto?

Carol si sentiva con le spalle al muro, non riusciva più a gestire nulla. Tutto stava crollando; i suoi sogni erano ormai quasi in pezzi, ogni sua sicurezza messa in discussione. Poteva andare peggio?
Un ricordo le passò nella mente, il viso di suo padre che piangeva e chiedeva pietà circondato da guardie e sua madre con una spada in mano.
- C'è la bambina! Portatela fuori!
Una piccola bambina vestita di bianco venne tirata via, tra le sue grida e lacrime.
"Papà!" Non faceva altro che gridare, "non fate male al mio papà!"
- Tu liberi Hector e io sarò la dama di compagnia migliore che tu abbia mai conosciuto. Non chiederò nient'altro in cambio, solo questo.
La principessa non capiva l'interesse nel liberare quel delinquente anche se.. le sarebbe piaciuto fosse lasciato andare, era stato il suo unico "amico", se così si potesse definire.
- È una persona molto pericolosa, non sarebbe una scelta saggia. È un assassino.
Judit sentì dentro di sè una morsa allo stomaco. Assassino? Poteva mai essere quel ragazzo una persona orribile?
- È la mia proposta.

Carol vide da lontano la madre, era alle soglie della sala da ballo; i brividi le percorsero la schiena. La odiava e al contempo amava con tutta se stessa.
- Okay, lo farò rilasciare, prega che non si faccia più prendere perché alla prossima sarà morto. Sarò io stessa a trafiggergli il cuore con la Spada Aria.

Judit sorrise, era felice, sentiva di aver fatto qualcosa di buono dopo tanto tempo e in cuor suo sapeva che Hector non l'avrebbe mai lasciata lì dentro. Sarebbe tornato a prenderla. Qualcosa li legava e sapeva che anche a lui la cosa non fosse sfuggita. A quel pensiero non poté fare a meno di arrossire, complice l'immagine di lui che i suoi sogni avevano creato. La realtà le aveva fornito una prova della sua sfacciataggine e noncuranza, ma anche della sua velata dolcezza. In quella prigione, un folle pensiero l'aveva sfiorata, un istante soltanto; si era resa subito conto della pericolosità di esso: "voglio sapere tutto di lui".
"Jude.."
- Spada Aria?

Carol alzò il naso, come suo solito quando si sentiva superiore a livello di conoscenze e con una voce irritante rispose: - Esistono spade speciali con poteri magici, forgiati dai miei antenati. Sono cinque, due sono in nostro possesso, le altre sono state perdute nel tempo. La Spada Aria con un solo taglio di mezzo centimetro di uccide, l'aria entra dentro le vene e le scoppia. Dissanguamento molto veloce e doloroso.

Judit nonostante la crudeltà delle sue parole era curiosa di tutto ciò che riguarda questa parte di mondo che pensava non esistesse.
- E le altre?
- La Spada Drago è l'altra che abbiamo custodito, è in grado di uccidere persino un drago si dice.. e anche di metterne alla luce. Ovviamente sono solo stupide leggende, è solo forgiata con un acciaio molto tagliente e letale, nel tempo è stato aggiunto del veleno molto pericoloso. Le altre tre si chiamano Spada di Fuoco, Terra e Pesci, non ne conosciamo bene le funzioni ma poco importa visto che ormai non esistono più.
- Hai detto che sono state perse, non distrutte.
- A volte perdere qualcosa significa distruggerlo. Devi imparare molto del mondo, ragazzina. Ti aspetto domani alle otto e un quarto in salone, faremo colazione insieme. A domani, Judit.

Carol non aspettò risposta dalla compagna, chiudendo subito la porta alle proprie spalle. Era stata una giornata molto faticosa e doveva ancora scarcerare qualcuno di nascosto.
Sbuffò e si diresse verso la Somma Kendra, unica persona al mondo di cui si fidasse.
La donna anziana era seduta sul divano color sabbia nella propria stanza, assolutamente uguale alle altre: letto con trapunte e lenzuola arancioni, sedie gialle, scrivania color oro.
- Mia piccola bambina, cosa succede? Perché sei da queste parti?
I non reali risiedevano al quarto piano, al confronto delle camere da letto dei reali e delle dame da compagnia che erano situate al secondo livello.
- Ho bisogno del tuo aiuto. Devi aiutarmi a far scappare Hector.
La donna non si scompose e annuì, come se si aspettasse già da tempo questa proposta benché la principessa non avesse mai disubbidito o trasgredito una regola; la figlia di chi faceva le regole doveva essere per prima una buona suddita.
- Andrò in sala di controllo e spegnerò l’elettricità per esattamente tre minuti, corromperò una guardia per farlo uscire dall’edificio durante il blackout, è tutto, mia Grazia?
La principessa annuì e senza neanche ringraziare tornò al suo piano, una come lei non reggeva un secondo di più in mezzo ai civili.

Hector davanti le sbarre parlottava tra sé e sé fino a quando all’improvviso si arrestò alla scomparsa della luce. Le guardie urlarono preoccupate e successivamente silenzio. Vide in lontananza, sporgendosi al massimo un fumo rosa.
- Sonnifero…
Un uomo, una guardia, con una lanterna, aprì la sua cella, urlando un “forza, dannazione, esci, abbiamo tre minuti.”
Hector non se lo fece ripetere due volte per correre su per le scale e dirigersi dietro l’uomo che lo stava scortando verso l’uscita di emergenza, mai utilizzata per quanto ne sapesse lui.
-Aspetta, amico. Devo portare fuori una ragazza con me e poi perché mi stai aiutando?
Hector gli mise una mano sul petto, pronto a colpire per qualsiasi mossa falsa del suo nuovo conoscente.
- Non abbiamo tempo e non è nel piano. È un ordine arrivato dall’alto, dalla principessa, so solo questo e non mi importa altro. Ora sparisci che non voglio morire per te.
Hector tentennò un momento per poi spalancare la porta e scappare.

Judit si sistemò con un abito scialbo arancione e con un nastro giallo che le teneva su i capelli scuri. "Questi colori non mi donano per niente!" pensò guardandosi allo specchio. Sebbene ormai ripulita, niente in lei le piaceva in quel momento.
Aprì la massiccia porta e vide davanti a lei ragazze a donne anziane che andavano avanti e indietro per il corridoio.
- Dio, ma quante sono?
- Esattamente ventidue, piacere Judit, io sono la regina Genevieve.
La ragazza sobbalzò e per la prima volta in tutta la sua vita sentì timore, quella donna le faceva paura e sentiva il bisogno incessante di fuggire dalla sua indesiderata presenza.
- Come sa il mio nome?
Balbettò un po’ abbassando infine lo sguardo: stava forse esagerando o il suo sesto senso aveva ragione nell’avere così tanta paura di lei?
- Io so tutto, ricordalo sempre. Ti va di prendere un tè con me? Voglio solo parlare, non ti mangio mica.
La sua risata le entrò fin dentro le ossa e la paura le toccò tutta la pelle, sentendo freddo.
- Avevo un impegno con sua figlia..
- Tranquilla, non avrà alcun problema. Aisha!
Una ragazzina di colore coi capelli ricci e folti spuntò, con occhi abbassati e labbra piene e tremanti.
Un altro brivido invase Judit, doveva scappare da quella donna.
- Dì alla principessa che la sua nuova dama è impegnata in una felice chiacchierata con la regina.
Aisha balbettò un “certamente, mia signora”, per poi scappare via per i corridoi, sembrava quasi corresse.
Uscirono in un immenso giardino curatissimo, con statue angeliche e con espressioni solari, cespugli ben tagliati e molti di essi anche a forma di Sole. Era un terreno molto vasto per essere un giardino, il fascino la colpì e si chiese cosa ne avrebbe fatto se quel terreno fosse stato suo.
Un tavolino bianco era situato sopra un gazebo coperto da una cupola in acciaio bianco, con forme che richiamavano il cielo di notte: pianeti, stelle, galassie.
- Siediti, sei piuttosto silenziosa ma molto attenta. Hai notato le stelle incise. Ogni persona importante ha una stella che la segue e protegge nel cielo, lo sapevi?
- Lei crede di avere una stella?
- Solo una? - rise di gusto e poi tornò seria.
- Secondo me anche tu ne hai una. Come si chiamavano i tuoi genitori?
Judit non voleva parlare delle sue cose personali ma aveva così paura che rispose senza pensarci due volte, voleva solo andare da Carol; non credeva che l’avrebbe mai pensato ma invece le sembrava ormai evidente che il vero nemico non era la principessa ma la regina.
- Mia madre Nora, mio padre non l’ho mai conosciuto. Non ci ha mai volute.
La regina sussultò impercettibilmente ma Judit notava ogni minima cosa, gliel’aveva insegnato sua madre.
- Tua madre che fine ha fatto?
- È morta.
Judit teneva quei pochi ricordi dentro di sé, come se fossero la cosa più preziosa della sua intera esistenza ed era gelosa che qualcuno potesse saperli, perfino Suryan sapeva poco e nulla.
Poco dopo Judit venne scortata nel salone, dove Carol era seduta su una poltrona di velluto. Alla sua vista balzò verso la bruna, tirandola per le braccia.
- Stai bene? Ti ha fatto qualcosa?
- No… è tutto okay?
La principessa non rispose e ancora preoccupata lasciò la stanza sussurrando prima un “Alle sedici in biblioteca”.
Judit sospirò. Odiava essere comandata a bacchetta, si chiese se Sur se la stesse cavano meglio. Avrebbe recitato un rosario, come le aveva insegnato sua madre quando era piccola, sperando che le sue preghiere venissero accolte, per Suryan ma anche per quella lieve risata che aveva sempre occupato il vuoto della sua cella.
"Non scordarti di me, principessa!"





L’insegnante Juliette De La Courre passeggiava tra i banchi di legno disposti in quattro file da tre; la sua gonna a tubino blu sottolineava le curve molto generose e faceva risaltare la sua tozza statura. Suryan, quel giorno senza velo, si avvicinò alla donna cercando di richiamare la sua attenzione. Ammetteva a se stessa di aver studiato tanto anche se gli argomenti erano davvero pochissimi: doveva solo ricordare i nomi dei Primi e l’inizio delle quattro stirpi. Nonostante ciò, la sua mente si rifiutava di credere a quelle assurdità e continuava a definire la magia e tutto ciò che la riguardava, estremamente eretica e insignificante di fronte alla presenza di Dio.
- Suryan, come mai oggi senza velo?
La donna la fece accomodare al primo banco, mettendole davanti un foglio bianco girato al contrario. L’agitazione la sentiva fin dentro se stessa, anche se non avrebbe dovuto importarle se riuscisse o meno a passare l’esame, tanto da farle sbattere in continuazione il piede, coperto da una ballerina blu, per terra come se fosse una molla.
- Credo sia inutile tenerlo per ora, la mia promessa a Dio non è però cambiata.
- Capisco. Hai un’ora per finire tutto, sto tenendo conto della tua strana situazione, non deludermi.
Suryan annuì e iniziò a leggere le domande:
1. Il Tempo della Creazione è nato grazie a quante streghe?
Quattro. Suryan questo lo ricordava.
2. Facevano parte della stessa città? Cosa decisero di fare?
Abitavano nella stessa cittadina fredda, decisero di andare alla ricerca di un posto migliore e più accogliente così da poter utilizzare la magia senza alcun problema.
3. Chi era il capo del gruppo?
Si chiamava Fiore.
4. In che gruppi si dividevano?
Sole, Luna, Foglia e Stella.
5. Trovarono la città sperata? Cosa fecero?
No, non era per nulla accogliente. Costruirono un Tempio che conteneva il Sapere di tutto e una stanza che diede inizio alle quattro stirpi. Scoppiò una guerra tra Luna e Sole, poiché troppo opposti; vinse il Sole e la Luna scappò lontano. La stirpe Foglia si estinse e Sole e Stella si unirono.
6. Ogni potere fa parte di un gruppo. Elenca quali e spiegane le funzioni.
Poteri neutri, oscuri e luce. Neutri stirpe mista, oscuri di Luna e luce di Sole. Quelli neutri scaturiscono da una parte del corpo e possono attaccare mentalmente solo gli Ignoranti. Quelli di luce da più parti del corpo e raramente dalla mente. Oscuri dalla mente e cuore. Quelli oscuri e di luce possono neutralizzare gli attacchi dei poteri neutri.
Cancellò l’ultima parte stanca di tutto. Mise “Suryan” e lo lasciò sul banco. L’esame era finito.


Sembrava così piccola, rannicchiata in una sedia posta in un angolo buio, dove la luce della candela non arrivava.
Beatrix non aveva lasciato del vuoto soltanto nei suoi occhi, era come se fosse stata svuotata completamente.
- Suryan, ehm.. congratulazioni per il test, te la sei cavata benissimo - provò a scuoterla, ottenendo un'occhiata vaga.
La ragazza sbadigliò, facendo per ridestarsi, quando finalmente lo guardò, veramente. - Oh, grazie, Theron. Scusa se prima non ti ho prestato ascolto, ero distratta - sorrise debolmente, prima di poggiare i piedi per terra. Il pavimento scricchiolò.
- Ora dovrai per forza ascoltarmi - con un movimento fluido, afferrò una sedia e ci si sedette - La partenza è prevista per oggi pomeriggio. Il monte Dargos si trova al confine, oltre ti troverai in territorio nemico. Il nostro compito è incontrare un uomo del Tesoriere, nostra spia, e ricevere da lui informazioni. Ci vorranno due giorni a piedi, noi viaggiamo sempre così. Io e Jasper avanzeremo per primi, tu ed Helga procederete dietro di noi, Bea e 'Lice chiuderanno la fila.
- Questa disposizione è dovuta alla difficoltà mia e di Helga di procedere senza inciampare in un ramo?
Nell'immaginare la scena, Theron non poté fare a meno di sorridere. - Hai capito al volo! Chi è davanti o dietro è sempre più esposto, e non possiamo permetterci di esporre due imbranate - quando strizzò l'occhio, Suryan mise un finto broncio.
- Però potremmo essere utili, dopotutto lo avete detto voi che in me si cela un potere oscuro - disse l'apprendista, anche se Theron sapeva bene che nemmeno lei credeva in ciò.
- Se non lo foste, non vi porteremmo. Helga, in modo particolare, non è una mezzosangue qualunque. Noi tutti siamo frutto dell'unione tra creature magiche e ignoranti, lei lo è tra due stirpi, la Luce e le Tenebre. Discende da due grandi eroi dell'Eclipse War; sentirai i loro nomi a tempo debito.
Quel discorso doveva averla scossa. - Quindi ha due poteri?
- Più che poteri, la chiamerei "doppia natura". I suoi capelli si tingono in base al suo umore, come avrai potuto notare, e questa è una caratteristica fisica, propria di chi detiene poteri diurni. Ma il suo reale potere è un altro..
- Darti bastonate se non ti metti subito a lavoro!
Saltò sulla sedia in men che non si dica, il rumore prodotto dalla sua caduta rimbombò per tutta la stanza.
Jalice stava in piedi sulla soglia della porta, le braccia pericolosamente incrociate sotto il seno e lo sguardo ammonitore.
Theron capì di aver detto troppo. Si grattò disperatamente la nuca, gesto che la fece infuriare di più.
- Ci penso io, a raccontare le cose. Tu va ad aiutare Beatrix e Jasper con le provviste, sai che succede quando quei due vengono lasciati soli e non me ne faccio niente di un pub ridotto a cumuli di polvere.
La luce che tingeva da dietro i suoi ricci di fuoco le conferivano un'aria minacciosa. In altre circostanze l'avrebbe trovata bellissima, ma quella volta una fuga gli sembrava la scelta più giusta.
- A dopo, Suryan!
Corse svelto e uscì, non prima di aver dato un'occhiata a 'Lice.

Theron era corso via come una lepre. Jalice arrabbiata doveva essere difficile da gestire, si era detta.
Parlando del diavolo, chiuse la porta alle sue spalle e si avviò verso la sedia in cui prima sedeva il ragazzo. Non appena si sedette, Suryan si premurò di controllarle il viso: era tornata serena.
- Theron ha la lingua lunga, Helga non vuole che certe cose si sappiano, perdonaci.
- Perdonatemi voi, questi non sono affari che mi riguardano!
Jalice sorrise. - Invece ti riguardano. Sei praticamente in mezzo a degli sconosciuti. Dobbiamo conoscerci meglio.
Quella ragazza dai capelli rossi le piaceva parecchio, era simpatica e sempre solare, un po' di sole serviva alle sue giornate buie. - Beh, su di me avete indagato. Io sono cresciuta nel monastero, raramente uscivo di lì.
- Lo so, lo so. Quello su cui stiamo indagando però è il prima. Ma ne parleremo più avanti, quando sapremo qualcosa.
Suryan era consapevole di essere di dubbia origine, il solo pensiero la inquietava. Decise di abbandonarlo per un istante e concentrarsi di nuovo su Jalice.
- Dunque, su me e Theron non ci sono storie interessanti, le nostre famiglie sono parte della Congrega, siamo praticamente cresciuti insieme qui al pub. Io ho il potere della guarigione, mia nonna prima di unirsi alla Congrega era un'infermiera alla corte della Strega Madre, poi si innamorò di mio nonno, un infiltrato, e lo seguì.
- È davvero una bella storia, ma non è stato irresponsabile lasciare posto di lavoro e famiglia per lui?
La rossa sospirò. - Se per amore, è sempre irresponsabile.
Suryan arricciò il naso. Il suo amore per Dio non era concepito in quel modo.
- Ad ogni modo - continuò la strega - abbiamo parlato della mia famiglia, adesso è il turno di quello zuccone. Theron non ha alcun potere, credimi. La sua famiglia è originaria di Osternia, è in piedi da secoli. Il sangue delle creature magiche ha avuto la peggio nelle generazioni, e lui è completamente umano; ma è forte ed è abile nel combattimento corpo a corpo. Io sono convita che in lui qualcosa di magico sia presente, un po' come un carattere recessivo, si manifesterà tra qualche generazione, magari potrebbe ereditarlo suo figlio!
Suryan era presa dal fiume di parole che dalla bocca di Jalice investiva lei, fresche come chi le pronunciava.
- Con Jasper ed Helga ho le mani legate, mi spiace, sai com'è..
- Non preoccuparti - si alzò adagio, imitata da lei - Non sono un'inquisitrice - sorrise.
Si rese conto che Jalice era più alta di lei di qualche centimetro, nonostante ciò non la guardava dall'alto al basso, i suoi occhi si mantenevano luminosi e allegri.
Ricordò quelli di Judit, meno azzurri e luccicanti, che non sembrava trovassero conforto in nulla, all'interno del monastero. Una leggera fitta la indusse ad abbassare lo sguardo.
Jalice doveva aver male interpretato quel gesto, considerando le successive parole: - Oh capisco, Bea. Anche lei ha un passato buio, non mi ha mai chiesto di nasconderlo o parlarne, ma posso assicurarti che non è una cattiva persona. Il passato l'ha forgiata così com'è, è un diamante nascosto nella roccia, scavarci intorno è difficile, ma la sua vista ti ricompensa pienamente.
Alzò lo sguardo e gli occhi di Judit sparirono dal suo immaginario per lasciar spazio alla realtà di quella stanza e di quelle parole.
Jalice conosceva bene Beatrix, aveva visto risplendere quella vera; in un primo momento fu tentata di chiederle come avesse fatto a trovare il diamante che era in lei, ma si rese subito conto della stupidità e ineguatezza della domanda. Che importava a lei, dopotutto?
- Si è fatto tardi, scendiamo?
Suryan si riscosse e annuì.

La mattinata si preannunciava fresca. La neve accumulatasi di notte avrebbe reso loro il cammino più difficile da percorrere, ma ormai poteva dirsi abituata a quel clima. A preoccuparla era l'imbranata del gruppo, che se ne stava seduta imbronciata su una panchina a pochi passi da lei. I fiocchi di neve le ricadevano sui capelli castani, il suo colore naturale. "Finalmente", aggiunse la sua voce interiore. Il rame che annunciava preoccupazione che aveva messo su dalla partenza di Jasper l'aveva irritata a tal punto che, qualche giorno prima dell'arrivo di Suryan, glieli aveva persino tirati.
Il caro Jasper se ne stava immusolito appoggiato ad una carcassa, braccia incrociate e sguardo rivolto verso un punto indefinito. Quanto avrebbe voluto spaccarglielo, quel bel faccino. Quella mattina era stata vicinissima dal compiere quell'impresa, se solo Theron ed Helga non si fossero precipitati a dividerli.
Per stuzzicarlo gli aveva detto di aver fatto un sogno erotico su Helga, lei che la portava nel bosco, lontano dalla neve, in mezzo alla vegetazione, e guardandola lasciva si sbottonava la camicia, molto lentamente. Non si era risparmiata dall'imitare il gesto, non mancando di sottolineare quanto morbida fosse la sua pelle, affamata la sua bocca, avida la sua lingua.
Il deficiente ci aveva creduto e, in un primo momento, in cui il suo volto era stato indecifrabile, una piccola ruga sulla fronte aveva tradito le sue emozioni e un lampo viola per poco non l'aveva colpita, ammazzandola.
Era tuttavia compiaciuta nel ricordare il rossore sulle sue gote un momento prima del lampo, e Bea sapeva bene che Jasper non arrossiva mai per la rabbia.
I suoi pensieri vennero interrotti da passi timidi e lenti che si facevano strada nella neve verso di lei.
Vide Suryan a pochi centimetri da lei, lo sguardo insicuro di chi non sapeva che pesci pigliare durante un litigio.
Gli angoli della bocca di Beatrix si curvarono: lei sapeva perfettamente cosa fare.
Le si avvicinò, facendola improvvisamente sussultare.
- Vieni - puntò gli occhi nei suoi - ti devo parlare.





Anticipazioni:

• Sur e Bea faccia a faccia, cosa ha in mente Beatrix?

• Chi incontra Hector in città? Quale sarà il suo ruolo nella vita di Judit?

• Judit sogna.. chi? Un invito a cena improvviso..


Al prossimo capitolo!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Testechevolano