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Autore: annalisa93    29/07/2017    0 recensioni
Questa storia non è mia, ma di una mia amica, il suo profilo ufficiale lo trovate su wattpad : https://www.wattpad.com/user/ChiBa93
GENERE: sentimentale, thriller, mistero, psicologico, urbanfantasy.
Diciassette ragazzi.
Diciassette anime diverse, ognuna con il proprio passato, con le proprie fragilità e con le proprie aspettative per il futuro.
Diciassette cuori destinati ad incontrarsi e a scontrarsi.
Diciassette persone che si ritroveranno ad indagare su una serie di misteriose scomparse e sull'inquietante morte di una giovane liceale, avvenuta quarant'anni prima.
N.B: Questa storia è una light novel, ovvero un romanzo con illustrazioni in stile manga
Genere: Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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L'autogrill era uno di quelli a ponte, sospeso sopra le due carreggiate. Una volta dentro, Amelia rivolse al padre un'espressione colpevole. «Papà, se ti dico una cosa, mi prometti che non ti arrabbi?»

Josh la guardò perplesso. Non sapeva cosa aspettarsi. «Te lo prometto.» Replicò, quasi intimorito di sapere la risposta.

«Prima non l'ho fatta la pipì.» Ammise la piccola, abbassando il viso.

Quella confessione lo stupì. «E perché non l'hai fatta?»

«Non ci riesco da sola.»

«Come non ci riesci da sola? E all'asilo come fai?» Le chiese allarmato.

«Ma papà, all'asilo siamo tutti bambini e c'è il gabinetto piccolo. Qui il gabinetto è troppo alto, non ci arrivo nemmeno se mi metto in punta di piedi.» Spiegò la figlioletta, sfuggendo il suo sguardo per la vergogna. «E poi...» Aggiunse rabbuiandosi «Tutte le bambine sono accompagnate dalle loro mamme, io, invece, ero da sola!» Quell'affermazione lo spiazzò. In quel momento avvertì con chiarezza tutta la tristezza che impregnava le parole della bambina. Sentì un velo di malinconia avvolgergli il cuore in una stretta dolorosa. Se ci fosse stata lei, sarebbe stato tutto diverso. Ma adesso era solo e doveva arrangiarsi. Appoggiò dolcemente la fronte su quella di Amelia. «Se ti accompagnassi io, ti andrebbe bene lo stesso?»

«Tu non puoi entrare nel bagno delle femmine, sei un maschio!» Osservò lei, accigliata.

«Ma posso se dico che entro per accompagnare te.» Sorrise Josh. «Altrimenti mi metto una parrucca, in modo da sembrare una femmina.» Aggiunse, ironico.

«Se ti travesti da Sailor Moon ti fanno entrare sicuramente.» Annuì fiduciosa Amelia.

«Sì, così è la volta buona che mi arrestano!» Mormorò fra sé e sé il ragazzo, dirigendosi verso i bagni.

Come di consueto al bagno delle donne c'era la fila, al contrario quello degli uomini era praticamente vuoto. il ragazzo era molto tentato di entrare nel bagno degli uomini, ma subito cambiò idea pensando al disagio che la bambina avrebbe provato lì dentro. Perciò si fece coraggio e chiese alle signore e alle ragazze presenti il permesso di poter entrare nel bagno delle donne.

«Scusate, posso entrare? Devo accompagnare mia figlia di cinque anni.» Chiese esitando.

Le tre donne all'interno si guardarono e annuirono.

«Certo, faccia pure.»

Josh sorrise in segno di gratitudine. «Chi è l'ultima?» Domandò poi, scrutando una ad una le presenti.

«La signorina.» Rispose una signora sulla cinquantina, indicando la ragazza al suo fianco. Il giovane carabiniere spostò l'attenzione su quest'ultima e rimase abbagliato dalla sua bellezza: indossava un maglione grigio che metteva in risalto il seno sodo e prosperoso, un paio di pantaloni di pelle, neri e aderenti che fasciavano due gambe toniche e snelle. Un caschetto asimmetrico color ebano incorniciava il viso dai tratti delicati. Le morbide labbra rosee spiccavano per la loro dolcezza, mentre gli occhi grandi e neri erano ostili. A colpirlo maggiormente fu l'espressione dura che aveva sul volto, che lo trafisse da parte a parte come la lama affilata di una spada.

Perché mi sta fissando in quel modo? Si domandò, perplesso. Provò a sorriderle in modo amichevole. Lei non rispose continuando a puntargli gli occhi addosso, con odio. Lui, non riuscendo a sostenere ulteriormente quello sguardo così rabbioso, si voltò dall'altra parte, aspettando il turno di Amelia in silenzio. Ogni tanto sbirciava nella sua direzione nel tentativo di far luce sul motivo di tanta rabbia nei suoi confronti. Possibile che l'avesse già incontrata da qualche altra parte? Era probabile, visto che il suo volto angelico non gli sembrava nuovo. Ma dove poteva averla vista? E soprattutto che cosa poteva averle fatto per meritarsi tanto astio? Proprio non riusciva a ricordarsi.

«Signora, perché sta guardando male il mio papà?» All'improvviso Amelia dette voce ai suoi pensieri.

Eh?! L'intervento della bambina colse alla sprovvista entrambi, sia lui che lei.

«Amelia!» Esclamò Josh con severità.

«Ma lei ti stava guardando male, papà! Come se tu fossi cattivo! Ma tu non sei cattivo...» Cercò di giustificarsi la piccolina.

A quel punto il ragazzo spostò lo sguardo dalla figlia alla sconosciuta. Lei continuava a osservarlo in silenzio.

«Mi dispiace...» Riuscì a dire prima di essere interrotto dal rumore di due porte che si aprivano. Toccava a loro. Vide la fanciulla sparire dietro una delle porte che si erano aperte.

«Papà, ora puoi farmi scendere.» Lui non se lo fece ripetere due volte e appoggiò la piccola a terra. Quando rialzò il capo la ragazza aveva già chiuso la porta. «Sbrigati, non ce la faccio più, mi scappa troppo forte!» Lo incitò Amelia, che si era già fiondata nel secondo bagno che si era liberato. 
Josh la raggiunse e si chiuse la porta alle spalle.

   
 
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