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Autore: YukiWhite97    02/08/2017    1 recensioni
"Se la vita di Llweran era frenetica, quella di Legolas non era da meno".
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"E la sua vita era cambiata poco più di sedici anni prima, quando il suo piccolo Llweran era venuto al mondo, così all'improvviso, senza che nessuno se lo aspettasse".
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Aragorn/Legolas & molto altro.
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Se vi piacciono le mpreg, il fluff, gli intrighi familiari peggio di "Beautiful" e gli stereotipi da liceo americano, questa è la storia che fa al caso vostro!
[Primissima fanfiction in questo fandom, siate buoni se potete ^^]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg, Triangolo
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Llweran non aveva più fumato una sigaretta in quei giorni. Gli era già bastata la prima volta e gli aveva fatto anche abbastanza schifo, perciò sarebbe stato inutile continuare a sfogare i suoi nervi in quel modo. Tutto stava andando a rotoli, non aveva più una famiglia, né degli amici, né una ragazza... il suo essere apatico lo aveva portato a questo, e nonostante tutti gli consigliassero di andare avanti lui non ci riusciva.

Forse era troppo debole!

Il condividere la stessa casa con i gemelli Elladan ed Elrohir non aiutava di certo, perché per come discutevano fuori discutevano anche dentro.

"Hei – il primo lo richiamò – ti dispiace abbassare la musica? Qui stiamo cercando di studiare"

Il biondo per tutta risposta aveva aveva alzato lo sguardo e in segno d sfida aveva aumentato il volume della musica.

"Mi prendi in giro?!" - esclamò Elladan.

"No, non mi permetterei mai" – lo schernì ancora l'altro.

"Ti sto avvisando, la mia pazienza ha un limite"

"Non fai paura a nessuno!"

"Ma insomma! - intervenne anche Elrohir – uno non può neanche studiare in santa pace?"

"Dillo a questo bambinetto qui. Forse se ti mettessi la testa nel wc impareresti ad essere un tantino più rispettoso"

"Non osare toccarmi – lo sfidò – faresti meglio a lasciarmi in pace"

"Perché, sennò ti metti a piangere?"

Quello fu troppo per Llweran, e per quanto non fosse un tipo violento non ci pensò due volte prima di saltargli addosso. Elrohir ovviamente intervenne in favore del fratello.

"Due contro uno, siete scorretti!" - urlò infatti.

Tutte quelle grida erano state udite da Elrond e Thranduil, che immediatamente si precipitarono da loro.

"Hei! - esclamò il primo, separandoli – fermi, ma che diamine fate?"

"La colpa è tutta sua! - esclamò Elladan – se ne deve andare di qui!"

"Tu non mi dici cosa devo e non devo fare, brutto idiota!" - esclamò.

"Ora basta, smettetela tutti e due! - questa volta parlò Thranduil – dovreste vergognarvi, noi siamo una famiglia e come tale dovremmo comportarci"

"Io non ho nulla a che fare con questo qui"

"Beh nemmeno io ho anche fare con uno che usa le mollette a forma di coccinella per i capelli!"

"Le uso solo per stare a casa, idiota!" - esclamò allungando una mano verso di lui.

"Smettetela! - disse subito Elrond – Elladan, Elrohir, non è il modo di comportarsi questo!"

"Io non c'entro niente" – si giustificò subito.

Mentre quei quattro discutevano però, Thranduil avvertì un dolore al basso ventre non indifferente, che immediatamente gli fece capire cosa stesse per accadere.

"Emh... scusatemi..." - disse flebilmente.

"Va bene, va bene, allora visto che non volete collaborare siete in castigo, tutti e due!"

"Ragazzi..."

"Perché noi sì e lui no, non è giusto...!"

"Si fa come dico io!"

"ELROND!"

Quest'ultimo si voltò.

"Cosa c'è?"

"Non vorrei disturbarti – disse con una punta di sarcasmo – ma credo che ci siamo"

"Ci siamo? – lo guardò – adesso? In questo preciso istante? Per forza?"

"Cosa credi che sia io a decider... ahi!"

"Va bene, va bene, d'accordo – afferrò la sua mano – respira, ok?"

"E noi cosa dovremmo fare?" - domandò Llweran.

"In macchina adesso, e senza fiatare" – ordinò l'altro con un tono che di certo non permetteva repliche.

 

Nel frattempo il povero Legolas aveva ben trovato come consolarsi. Adesso che non era più sul punto di sposarsi si sentiva molto meno in colpa, anche se comunque continuava a pensare che fosse tutta una follia.

Le luci erano soffuse ed in mano lui e Aragorn tenevano un bicchiere di vino rosso, rimembrando i bei tempi andati.

"Ti ricordi quella volta che siamo andati in campeggio?" - domandò quest'utlimo.

"Non mi dire niente, la serata più distruttiva della mia vita. Mi ricordo molto bene anche come sono caduto nel lago bagnandomi fino all'osso"

"Sì, ma poi io ti ho preso e ti ho portato vicino al fuoco. Ti ho salvato, se non fosse stato per me ti saresti beccato un brutto raffreddore"

"Oh, allora sono in debito con te"

Aragorn rise. Stare lì e parlare con tranquillità del loro passato era piuttosto piacevole.

"Eh... di cose insieme ne abbiamo vissute.. siamo diventati grandi insieme"

"Già... magari l vita per noi ha in serbo anche altro da vivere insieme, chissà"

Legolas si irrigidì a quelle parole. Era sempre stato il suo sogno, non tanto segreto in realtà. Il fatto era che aveva sempre avuto il ruolo dell'amante e forse era arrivato il momento di smetterla.

"Vorrei dirti di no ma se siamo qui nonostante tutto mi sa che un motivo c'è eccome. Non abbiamo mai smesso di amarci in tutti questi anni, è assurdo"

"Non è assurdo – fece spallucce – è amore... molto semplicemente"

Il biondo si schiarì la voce.

"Forse non dovrei dirlo ma in questo momento è tanto, troppa voglia di baciarti.... dici che è un problema?"

Aragorn sorrise afferrando il suo viso tra le mani.

"No, non è un problema"

Poi si avvicinò a lui e dopo tanto tempo poterono donarsi un bacio come si deve, un bacio che in realtà era soltanto un punto di partenza per qualcosa di più profondo, visto quanto si desideravano. Il telefono del biondo aveva peso a squillare all'impazzata, ed anche se Legolas aveva provato ad ignorarlo, era poi stato costretto a rispondere.

"Ah, e adesso chi è? - lesse il nome sul display e spalancò gli occhi – pronto, Llweran? Tesoro, tutto bene?"

"Ciao.... sì, io sto bene, lo stesso non si può dire per il nonno"

"Eh... aspetta... non mi dirai che..."

"Sì, forse faresti meglio a venire"

"Cazzo"

"Eh?"

"Niente, sto arrivando... sì, arrivo subito.... ciao"

"Qualcosa non va?" - domandò Aragorn.

Legolas sorrise nervosamente.

"Beh, sto per diventare fratello maggiore, devo correre"

 

Per Llweran era stato strano parlare con suo padre dopo quanto accaduto, e ciò gli aveva dato da pensare. Doveva ammettere che un po' gli era mancato.

"Giuro che se ne esco vivo ti ucciderò con la mie stesse mani – si lamentò Thranduil steso sul letto d'ospedale – stupido Elrond, la colpa è tutta tua"

"Lo so, la colpa è sempre mia" – sospirò.

"Piuttosto, quell'ingrato di mio figlio sta arrivando?"

"Sì, l'ho appena chiamato" – rispose Llweran.

"Ah, bene, almeno così mi ricambierà il fav... ah!"

"Non dovresti parlare"

"Io sono troppo vecchio per queste cose"

"Sei vecchio solo quando ti conviene, eh?"

"Non è divertente... ah...."

"Ohi – si lamento Elladan – non oso immaginare il dolore"

"Ragazzi, fareste meglio ad uscire" – suggerì Elrond.

"Non possiamo rimanere?"

"No, e poi anche se fosse credetemi, voi non volete vedere. Tranquillo Llweran, mi prenderò io cura di lui"

E così i tre ragazzi furono costretti ad andare in sala d'aspetto.

"Io non avrò mai dei figli" – proclamò Elrohir.

"E certo, tanto chi è che vuole farli con te?" - lo schernì il fratello.

"Ragazzi, non è il momento"

"Non è il momento? Ma se sei stato giorni a rompere, adesso dici a noi che non è il momento?"

"Lo so, ma adesso non è il momento per davvero"

"Ha ragione lui" – sospirò Elrohir.

"Ah, va bene" – sbuffò.

Llweran sbuffò Poco dopo il biondino si voltò verso l'entrata, scorgendo Legolas che annaspando si stava dirigendo verso di loro... insieme ad Aragorn.

"Llweran – ansimò - come sta andando?"

"Non lo so, credo bene – disse a braccia conserte – eravate insieme?"

"Noi, ecco..."

"Sì, eravamo insieme" – disse Aragorn.

"Capisco. Beh, non possiamo fare altro che aspettare"

La situazione adesso era strana. Tutti e tre si trovavano accanto ma senza parlare, e per la prima volta Legolas non sapeva che dire.

"Come stai Llweran? - sussurrò ad un certo punto – non ti vedo da troppo"

"Mi sembra di averti già detto che sto bene"

"Sono tuo padre, capisco quando non è vero"

"Ma che diamine, non ti sfugge nulla"

"Aragorn mi ha detto che hai fumato"

"Hai fatto la spia!" - lo accusò.

"Era giusto che sapesse, siamo i tuoi genitori"

"Sì, peccato che ve ne siete ricordati solo adesso" – rispose con fare polemico.

"Llweran, non se adesso è il momento giusto"

"Lo è eccome – disse alzandosi in piedi – voi forse non avete idea di cosa vuol dire vivere per sedici anni con una convinzione che in un giorno viene del tutto smontata !Mi sento tradito, peso in giro e soprattutto... non riesco più a fidarmi!"

"Hai perfettamente ragione – rispose Aragorn – non c'è giustificazione per quello che abbiamo fatto. Solo ti prego... non portarci rancore per sempre. Non è stato facile per noi"

"Per te è stato facilissimo, mi pare"

"Llweran" – Legolas lo richiamò.

"Cosa c'è? E' vero? Lui faceva la bella vita mentre noi facevamo i sacrifici. Non gli importa nulla, né di me né di te"

"Questo non è assolutamente vero" – rispose Aragon con severità.

"Ah, vuoi forse dire che lo ami? Che vuoi bene anche a me? Tu non capisci – sembrava esasperato – tu non sei mio padre. Non ci sei stato.... non ci sei stato..."

Il suo tono di rabbia aveva lasciato posto ad una tristezza più che evidente.

Aragorn lo capì immediatamente. Era vero, non c'era stato, se non passivamente, ed era più che giusto che suo figlio non lo riconoscesse in quel ruolo.

"Va bene, stiamo tutti calmi adesso – suggerì Legolas – devi capire Llweran che la situazione era molto... più pesante e complicata"

Il ragazzo si asciugò gli occhi, da cui avrebbero altrimenti rischiato di uscire delle lacrime.

"Mi sforzo di capirlo ma non lo capisco invece. Non lo so quanto tempo mi ci vorrà per perdonarvi" – disse infine.

Legolas ed Aragorn si lanciarono un'occhiata senza dire nulla. Forzarlo sarebbe stato inutile e controproducente.

Seguirono altri interminabili minuti di silenzio. A braccia conserte Llweran si era addormentato sulle sedia e con la testa poggiata al muro, Legolas invece aveva trovato un comodo giaciglio sulla spalla di Aragorn.

Dopo un po' il silenzio fu squarciato da un vagito.

Legolas sussultò, ed Aragorn lo tranquillizzò sorridendogli.

"Congratulazioni" – gli disse.

Poco dopo la porta si aprì e un'infermiera fece il suo ingresso portando avanti una culla che somigliava più che altro ad una gabbietta in vetro.

Immediatamente vi furono tutti intorno.

"Wow, com'è carino!" - esclamò Llweran ritrovando immediatamente il buon umore.

"Carina – lo corresse lo l'infermiera – è una lei"

"Una lei? Ho una sorella?" - domandò Legolas ancora incredulo.

La bimba dalle guanciotte rosee aveva pochi capelli di un biondo molto scuro, e gli occhi erano già vispi.

"Hanno deciso di chiamarla Yaren" – disse ancora l'infermiera.

"E' bellissima – sussurrò il biondo accarezzandole una guancia – benvenuta, Yaren. Come sta mio padre?"

"Bene, adesso sta riposando un po'. Sono contenta di vedere che questa piccola è già amata da tutti"

"Oh, lo può dire forte" – aggiunse Llweran, completamente preso dalla nuova arrivata.

Arwen arrivò esattamente in quel momento, seguita da Eldarion. Immediatamente si diresse verso la culla, in fretta e furia.

"Oh – disse commossa – allora è nato! Com'è carino!"

"Carina – la corresse Legolas – è una lei"

La donna sollevò lo sguardo incrociando lo sguardo ed incrociando poi quelli dell'ex marito. Si ritrovavano tutti lì, e ciò era piuttosto imbarazzante.

"Scusate, vado a prendere un caffè, ne ho bisogno" – disse a quel punto Aragorn nella speranza che non scoppiassero litigi.

Fortunatamente, forse anche grazie all'arrivo di Yaren, non sembrava intenzionata a creare discussioni.

"E'... andato tutto bene?" - domandò Arwen.

"Eh? Ah sì... tutto bene..."

"Capisco. Sai... è piuttosto strano. Detto in tutta sincerità, io ti detesto"

"Avevo intuito"

"Però allo stesso tempo facciamo parte della stessa famiglia. Abbiamo una sorella in comune adesso, i nostri genitori stanno insieme, abbiamo avuto un figlio dallo stesso uomo..."

"Sì, ho capito cosa vuoi dire" – la interruppe.

"Forse – Arwen sorrise nervosamente – il destino mi sta prendendo in giro. O forse sta cercando di dirmi qualcosa"

"Arwen, ti prego – per la prima volta Legolas si stava rivolgendo a lei come se fosse un'amica e non una nemica – non portare via Eldarion ad Aragorn, non costringerlo a seguirti. L'hai detto tu stesso che siamo una famiglia ormai"

"Lo so. E credevo che in questo modo avrei salvato quella stessa famiglia... adesso sinceramente non ne sono più sicura – si interruppe quando sentì Yaren lamentarsi – hei... ciao piccola. Sappi che sei molto fortunata. Hai appena guadagnato ben tre fratelli maggiori, una sorella e due nipoti che ti proteggeranno sempre"

A Legolas venne da ridere. Dubitava che quella breve chiacchierata avrebbe cambiato le cose. Ma magari, chissà, poteva essere un punto d'inizio.

Ovviamente Llweran ed Eldarion non avevano potuto ignorarsi. O per meglio dire, il primo ci aveva anche provato, ma il secondo aveva deciso di parlargli.

"Hei... che faccia, dovresti essere felice"

"Io sono felice infatti – rispose altezzoso – solo che non sono felice di vederti"

"Rassegnati, ormai facciamo parte della stessa famiglia, e poi io diventerò il preferito di Yaren, per cui..."

"Col cavolo" – borbottò il biondo, facendolo ridere.

"Sono molto contento di vederti. Possiamo parlare un attimo?"

"E di cosa?"

"Mi manca il vecchio Llweran. Quello buono, gentile e premuroso. Mio fratello"

"Smettila di ripeterlo. Lo so, manca anche a me, ma non è colpa mia. E' come se il mio cuore si fosse chiuso ermeticamente"

"Allora riaprilo, che diamine – sbuffò – sai che cosa penso? Che sei un debole"

"Hei!"

"E' così! Perché una persona forte non ha bisogno di chiudersi in se stessa. Sei arrabbiato, ferito e deluso, e fai bene. E so che non potrà passarti tutto dall'oggi al domani, ma almeno sforzarti, e sforzati per davvero! Io e gli altri ti siamo vicini, e lo è anche Shauna... che tu hai trattato male..."

Era proprio vero. Quanto perfido era stato con lei, lei che era sempre stata così dolce e attenta nei suoi confronti. E lui invece si era comportato da cretino.

Dopo tanto tempo stava nuovamente imparando a sentire cose come il senso di colpa.

"Sì, l'ho trattata male – ammise – accidenti, e ora come faccio?"

"Va da lei e chiedile scusa! Tu la ami, no? Allora va"

Llweran si guardò intorno con fare indeciso. Aveva ragione Eld nonostante tutto.

"E va bene, vado!" - esclamò.

"Bravo!" - si complimentò.

"Hei Llweran! - Legolas lo chiamò vedendolo correre via – ma dove vai?"

"Ah, sta andando solo a risolvere i suoi problemi d'amore" – gli rispose Eld.

Aragorn arrivò in quell'istante.

"Ho visto Llweran che correva, ma dove sta andando?"

"A risolvere i suoi problemi d'amore" – disse semplicemente, facendo spallucce.

Mentre correva, Llweran non poteva fare a meno di continuare a ripetersi quanto stupido fosse stato. Trattare male i suoi amici... la sua ragazza!

Doveva rimediare in qualche modo.

Dopo una forsennata corsa che lo aveva lasciato senza fiato, Llweran era giunto a destinazione.

Ansimante, suonò il campanello. Poco dopo Sam aprì.

"Sam – chiamò – ciao... Shauna è in casa"

"Sì, è in casa – rispose squadrandolo – ma tu non puoi entrare"

"Cosa? Ma io devo parlarle, per favore!"

"Non dopo quello che hai fatto"

"Senti, mi dispiace di essermi preso la sua verginità, d'accordo?! - esclamò esasperato – ma adesso le devo veramente parlare"

"Adesso te lo puoi proprio scordare, brutto tradi..."

"Sam – Frodo lo rimproverò – non essere maleducato! Scusalo Llweran. Entra pure"

"Grazie – sospirò – mille volte grazie"

Entrò, risalendo le scale mentre Sam lo guardava in cagnesco.

La porta della camera di Shauna era aperta e quest'ultima stava comodamente seduta sul proprio letto con le cuffie dentro le orecchie.

Llweran la vide e silenziosamente le arrivò dietro, coprendole gli occhi con le mani.

"Eh? - domandò la ragazza togliendosi le cuffie – ma che...? Llweran?"

"Sono io"

"Ma... che fai qui? E' successo qualcosa?"

"Effettivamente è successo qualcosa. E' successo che sono rivenuto, almeno in parte, e ho capito quanto sono stato stupido a trattarti male!"

Shauna arrossì leggermente.

"Mi sono sentita molto ferita, lo ammetto"

"Lo so e mi dispiace! Ho preso troppo male la cosa e mi sono sfogato con te e con gli altri che invece volevano solo aiutarmi. Temo che non mi vorranno più vedere"

"Ma chi, i nostri amici? No, non credo proprio, loro capiranno"

"E tu? Tu capisci?"- sussurrò avvicinandosi.

Lei sorrise radiosa.

"Io capisco. Sono contenta che tu mi abbia chiesto scusa, ormai non ci speravo più"

"Oh, meno male! - esclamò abbracciandolo – adesso mi sento molto meglio, molto meglio! Ah, ed inoltre – tirò fuori il telefono, mostrandole una foto – voglio presentarti mia zia. Si chiama Yaren"

A Shauna si illuminarono gli occhi.

"Oh, com'è tenera! Un po' ti somiglia lo sai? Amo i bambini, magari un giorno potremmo farne uno e due"

Llweran si schiarì la voce.

"Mi piacerebbe molto"

Shauna si avvicinò alle sue labbra, e dopo settimane si donarono un bacio profondo ed intenso, ricco di emozione ed anche un abbondante pizzico di eccitazione.

"Emh, emh"

I due si voltarono. Ad averli interrotti era stato niente meno che Sam.

"Le mani si tengono al proprio posto"

"Sam, non essere noioso – Frodo lo rimproverò di nuovo – Llweran, ti andrebbe di rimanere a cena?"

"Io? Sì, mi piacerebbe molto" – accettò volentieri. Shauna si aggrappò al suo braccio.

Adesso che erano tornati più uniti che mai, le cose sarebbero andate meglio.

 

Intanto, Legolas ed Aragorn erano usciti un attimo dall'ospedale per prendere una boccata d'aria.

"Arwen ti ha detto qualcosa?" - gli chiese.

"Sì, ma stranamente è stata più gentile del solito. Ha detto che siamo una famiglia oramai e che non è sicura di voler andare fino in fondo con ciò che vuole fare... non so, è strano, e se ci sta prendendo in giro?"

"Potrebbe essere, ma stranamente credo che non sia così"

"La cosa che mi spaventa è che tutto, anche la nostra relazione, dipende da lei"

A quel punto ad Aragorn venne da sorridere.

"Questo vuol dire che se fosse per te torneresti con me anche subito?"

"Eh... io non ho detto questo"

"Però è qullo che intendevi"

"E smettila di leggere tra le righe" – sbuffò arrossendo.

"Hei, voi piccioncini!"

I due riconobbero immediatamente la voce di Faramir.

"Faramir! - esclamò Legolas buttandogli le braccia al collo – sono così felice di vederti"

"Oh, anche io. Congratulazioni, hai avuto una sorellina. Adesso ti porterà via tutte le attenzioni, spero tu non sia geloso"

"No, credo di aver passato da un pezzo il periodo della gelosia"

"Bene. Ciao Aragorn, non è che ho interrotto qualcosa?"

"No, non stavamo facendo nulla" – disse il biondo.

"Certo – Faramir appariva estremamente malizioso – beh, siete di buon umore, sarebbe giusto sfogarvi in un certo modo"

"Beh, per me non ci sarebbero problemi" – fece Aragorn.

"Ma la volete smettere di parlare di queste cose?! Davanti a me tra l'altro!"

"Ah, andiamo – Faramir rise – il povero Legolas è così sensibile, hai notato che non dura un bel niente?"

"Sì, effettivamente ci ho fatto caso!"

Legolas divenne rosso come un pomodoro. Quei due erano passati dall'essere rivali in amore ad amici che lo prendevano in giro riguardo le sue prestanze sessuali.

"Questo è veramente forte!"

"Andiamo, ti sto solo prendendo in giro. Quello che voglio dire è... non fatevi scappare a vicenda, oppure giuro che stavolta vi uccido, parola mia"

Gli altri due si guardarono senza parlare. Si erano già persi e trovati fin troppe volte.

Forse le cose sarebbero state destinate ad andare bene per quella volta.

   
 
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