Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: imoto    02/08/2017    1 recensioni
[...] -Ci siamo!- urlò la levatrice, con una manovra sapiente afferrò il nascituro per le scapole tirandolo fuori, velocemente lo mise a testa in giù e gli diede un paio di colpi decisi, in una reazione immediata l’aria riempi i piccoli polmoni e l’urlo fragoroso del piccolo invase la camera sostituendosi a quello della madre. Si sente tremendamente stanca, eppure non riesce a chiudere gli occhi, sa che se ne prenderà sempre cura, qualsiasi cosa accada perché non può fare a meno di amarlo. [...]
"Una visual novel è un videogioco d'avventura interattiva in cui il personaggio giocante può effettuare alcune decisioni che influenzano la trama del gioco; la storia è simile a quella di un racconto o di un romanzo, spesso sono presenti finali alternativi, alcuni dei quali negativi, che dipendono dalle azioni del giocatore."
Avete mai giocato a una visual novel? Io sì, ed è proprio da questo che mi è venuta questa idea. Una storia interattiva dove tu puoi scegliere il futuro di questo racconto e cosa accadrà nel capitolo successivo. Se vuoi saperne di più clicca e scoprì le informazioni alla fine del primo capitolo.
Sei pronto?
Tre… due… uno… GO!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Levi Ackerman, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Atto I
Nascita

L’urlo agonizzante era solo l’ennesimo che rimbombava tra quelle quattro mura e oramai nessuno se ne curava più di tanto

-Ci siamo!- urlò la levatrice mentre tastava il ventre della gestante nel tentativo di capire la posizione del bambino

-Allora?- chiese ansiosamente una donna, le rughe formavano una ragnatela intricata sul suo viso e sulle mani dandogli un aspetto più saggio di quello che in realtà non fosse.

-È a testa in giù!- urlò la levatrice, le grida della partoriente erano continue e interrotte solo ogni tanto da qualche breve boccata d’aria, il letto sfatto e umido di sudore la ospitava già da molte ore, i capelli erano legati in una rozza coda ormai sfatta e cadevano sul viso e sulle spalle, appiccicandosi al viso

-Manca poco!- la donna artigliò con le mani il braccio della levatrice e della allieva, la prima se la levò di dosso con un gesto secco per poi tirare per un braccio la ragazza vicino all’anziana

-Dagli appoggio!- ordinò portando la mano della madre al braccio della giovane per poi posizionarsi tra le gambe della donna -SI VEDE LA TESTA!- urlò cercando di sovrastare la confusione

-Spingi! PIÙ FORTE! Ancora! SPINGI! PIÙ FORTE!-

L’incitamento ritmico era urlato con tutta la voce, la gestante voleva solo che uscisse, che tutto quello finisse una volta per tutte.

-Spingi! Ancora! Più forte! ORA! Fermati e respira!-

L’allieva gli asciugò velocemente il sudore dalla fronte per evitare che gli finisse negli occhi e la donna si fermò prendendo grosse boccate d’aria e buttando la testa all’indietro.

Con una manovra sapiente e aiutata dagli oli che l’allieva continuava a versare sulla testa del feto, la levatrice afferrò il nascituro per le scapole tirandolo fuori, velocemente lo mise a testa in giù e gli diede un paio di colpi decisi su quelle che sarebbero diventate le natiche. In una reazione immediata l’aria riempi i piccoli polmoni e l’urlo fragoroso del piccolo invase la camera sostituendosi a quello della madre. L’allieva afferrò il cordone ombelicale e avendo cura di stringerlo abbastanza da fermare il flusso sanguigno da entrambi le parti,  lo tagliò a una decina di centimetri dal bambino per poi farci un nodo. La levatrice gli diede immediatamente il bambino tra le braccia avvicinandosi nuovamente alla madre per controllarne le condizioni.

-Quindi?- chiese l’anziana

-Sembrerebbe tutto a posto, dobbiamo solo aspettare che espella la placenta poi tutto sarà finito-

L’anziana annuii avvicinandosi alla donna sul letto e fissandola severa -Spera di aver fatto un buon lavoro-

La donna annuii stancamente. La levatrice gli poggiò le mani sulle ginocchia attirando la sua attenzione -Ancora un ultimo sforzo, dobbiamo far uscire la placenta del tutto o rischia di svilupparsi un infezione-

Tirando su la testa e guardando stancamente la donna che l’aveva aiutata fino a quel momento annuii

-Prendi un grosso respiro e alla prossima contrazione spingi con tutta la forza che hai, dovrebbe essere l’ultima-

L’ultimo urlo riempì la stanza inebriando i sensi dei presenti, misto all’odore di sangue, sudore e liquido amniotico, li lascia quasi storditi. La levatrice da una rapida occhiata alla placenta assicurandosi che sia uscita tutta e annuendo soddisfatta tra se e se. L’allieva lascia il piccolo sul petto della madre mentre scappa fuori a prendere una tinozza.

-Tu!- la giovane ragazza in piedi affianco al letto sussulta -Vai a scaldare qualche brocca d’acqua, dobbiamo lavare sia lei sia il bambino!-

La giovane scappa fuori evitando per poco di scontrarsi con l’allieva della levatrice che rientra nella stanza con una tinozza piena d’acqua fredda, la poggia affianco al letto e vi immerge una pezza per poi passarla delicatamente tra le gambe della donna per pulirla

-È fredda-

La levatrice annuisce mentre l’allieva continua il suo lavoro –L’acqua calda la useremo per il piccolo. Nelle prossime ora dovresti sanguinare ancora, ma non molto, ti sembrerà semplicemente di avere il mestruo e tutto dovrebbe finire entro domani-

La donna annuisce tornando a guardare ammirata il fagotto accovacciato tra le sue braccia

-Per il pagamento...-

L’anziana non le permette neanche di finire la frase, avviandosi verso la porta -Certo, mi segua nel mio ufficio-

Le due donne escono lasciando le giovani sole nella stanza.

-Tra poco dovrebbe tornare la ragazza con l’acqua calda- è l’allieva a rompere il silenzio venutosi a creare nella stanza -Avete degli asciugamani o qualcosa di simile per avvolgere il neonato?- chiede alzandosi da di mezzo le sue gambe

-Dovrebbe essercene uno morbido nel primo cassetto della scrivania- risponde la madre ancora presa a fissare la vita che ha portato in grembo per nove mesi, adesso sa che se ne prenderà sempre cura, qualsiasi cosa accada perché non può fare a meno di amarlo.

La ragazza rientra in camera con due brocche di acqua bollente e l’allieva gli fa cenno di rovesciarle nella tinozza con l’acqua fredda

-Ma così si raffredderà!- obietta la giovane fissando di traverso il contenitore di metallo

-Hai per caso intenzione di lessare il poppante?- chiede retorica poggiando la salvietta sulla testiera del letto. L’altra fa una smorfia per poi rovesciare le due brocche nella tinozza. L’allieva si avvicina immergendovi dentro una mano e annuendo tra se e se, prende il bambino dalle mani della madre e lo immerge fino al collo ignorando le urla e gli strilli dell’infante.

-Hey! Fermati!- urla la madre spaventata

-È normale! Tranquilla, è solo che te lo ho tolto dalle braccia-

Non del tutto convinta si sporge dal letto osservando con occhi attenti ogni movimento della ragazza, come passa l’acqua sul corpicino togliendogli ogni traccia di sangue e sporco dovuto alla sua lunga permanenza nel suo ventre. Si sente tremendamente stanca, eppure non riesce a chiudere gli occhi, il sangue gli cola nuovamente tra le gambe e sa che dovrà nuovamente lavarsi quando lei e la levatrice se ne andranno. Il piccolo viene asciugato velocemente e, agli occhi della madre, in maniera decisamente brusca, con un panno sottile per poi essere avvolto nella morbida e calda coperta ed essergli posato nuovamente in grembo.

-Cerca di non lasciarlo ne troppo al freddo ne troppo al caldo, è delicato e potrebbe ammalarsi. Per i primi tempi perderà un po’ di peso, è normale, ma poi inizierà a crescere-

La madre annuisce tranquilla, immagazzinando tutte le informazioni datele dalla giovane.

-Addio-

Gli risponde con un sorriso mentre esce dalla porta portandosi appresso la tinozza piena di acqua ormai sporca.

-Allora- attira la sua attenzione Mie, ha 17 anni e lavorano insieme nel bordello, è stata lei a occuparsi di tutto ciò che aveva bisogno negli ultimi mesi e le è grata oltre ogni misura -Hai deciso come chiamarlo, o chiamarla?- chiede avvicinandosi e ridacchiando.  Sono entrambe felici oltre ogni limite.

Sorride amorevolmente fissando con i suoi occhi azzurri il piccolo viso tra le sue braccia e ringrazia gli dei di quella benedizione, spera solo che lo proteggano ancora un po'.



Note e scleri dell'autrice:

Ehilà! Come state giocatori e giocatrici? Spero bene, perchè è il momento di imbarcarsi con me in questa avventura! é la prima volta che provo un esperimento del genere e spero vada bene! Come avrete capito dall'introduzione questa storia si basa, come concetto, sulle visual novel: quei giochi dove puoi scegliere come far reagire il tuo personaggio in certe situazioni (es. Dolce Flirt, Katawa shoujo et simila). Ovviamente voi potrete scegliere tramite commenti e/o messagi privati, alla fine di quasi ogni capitolo troverete una domanda con due opzioni: A e B. Dovrete semplicemente scegliere quella che vi aggrada di più e inviarmi la vostra risposta, l'opzione votata dalla maggioranza sarà quella che utilizzerò per mandare avanti la storia. La pubblicazione è su base settimanale, tutti i Mercoledì penso, quindi avrete tempo per "votare" fino a Lunedì mattina (per ovvi motivi...). Spero che partecipiate in tanti e che questo esperimento vada in porto ^^ ecco quindi la prima domanda:

Il neonato di questo capitolo è:
A- un maschietto

B- una femminuccia

Rispondete in tanti!
Imoto-chan




  
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