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Autore: Sarasvati    02/08/2017    8 recensioni
Un amore illegittimo, sacrilego.
Una scelta da prendere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Il suo insignificante ragazzo era troppo sciocco per accorgersi dei piccoli dettagli, quali il cambio del profumo che era solita spruzzarsi ogni mattina, prima di andare in ufficio, o la nuova lingerie che aveva sostituito i classici slip neri che indossava con lui.

Non aveva notato che c’erano sere in cui lei usciva di casa coprendo il suo corpo con un provocante vestito corto, che all’immaginazione non lasciava grande libertà, accompagnato da uno sfavillante rossetto color fuoco sulle sottili labbra, immancabilmente scomparso ad ogni suo ritorno.

Lei era bella, intelligente, la strega più brillante di tutti i tempi e l’eroina della guerra magica, mentre lui era stolto, non meritava di averla accanto e presto se ne era resa conto anche lei stessa.

Quando andava a casa del vecchio mago, spesso si lamentava di quanto il suo promesso sposo fosse disinteressato sia nei suoi confronti, sia per quanto riguardava la sua vita, senza alcuna ambizione, fin troppo ancorato alle sue abitudini.

Severus Piton era l’esatto contrario di Ronald Weasley, era il tassello che da tempo si incastrava perfettamente con Hermione Granger, completandola, facendola sentire viva nonostante la sua età.

Una storia di sesso nata tra le scrivanie del ministero, durante le inizialmente sporadiche visite da parte del preside di Hogwarts alla neo ministro della magia, divenute sempre più frequenti e vivaci: lei, eccitata dalla trasgressione, trovava in lui un appagamento che il suo fidanzato non le avrebbe mai dato, lui invece, eccitato dal corpo della giovane donna e dalla maestria con cui sapeva muoversi sul suo, sperava in silenzio che un giorno l’avrebbe avuta solo per sé.

Come ogni martedì sera, due battiti alla porta scandirono il suo arrivo.

Non appena la aprì, non riuscì a trattenersi dall’abbassare lo sguardo sulle notevoli gambe coperte da un paio di parigine fino al ginocchio, e nude sulle cosce; afferrandola per la testa, facendo volteggiare le dita tra i suoi capelli, la baciò, attirandola a sé con brama e facendole sentire la sua già presente eccitazione.

Sbattendo la porta alle spalle, spinse delicatamente la ragazza con la schiena contro ad essa, sollevandole la gonna aderente e facendo scivolare le mani sulla calda pelle dei fianchi, senza mai lasciare che le loro labbra perdessero il contatto.

Improvvisamente lei lo interruppe, sgattaiolando dall’altra parte della stanza, in direzione di un’ampia finestra che si affacciava su un piccolo giardinetto incurato sul retro e fissando lo sguardo oltre ad essa.

Hermione aveva imparato ad apprezzare il silenzio dell’uomo, ma in quel momento aveva un disperato bisogno che fosse lui a parlare. Aspettava da troppo che lui le chiedesse di lasciare Ronald per fuggire insieme, per poterlo amare come desiderava fare, al di là del sesso, al di là di delle apparenze, ma Severus Piton si odiava troppo per poterle permettere di abbandonare una vita perfetta per seguire un assassino come lui.

Le si avvicinò lentamente, appoggiandosi alla sua schiena e baciandole le spalle, facendola fremere ad ogni tocco bagnato.

“Dove sei? Non ti sento qui con me.”

Si voltò di scatto, puntando gli occhi ambrati in quelli neri dell’uomo.

Lei lo amava, con tutta se stessa, anche se non glielo aveva mai confessato.

Lui la amava, con tutto se stesso, anche se non glielo aveva mai detto.

Eppure, gli sguardi di ognuno di loro valevano più di mille parole, così come i loro battiti all’unisono e i loro corpi perfettamente incatenati l’uno all’altro.

“Ron mi ha chiesto di sposarlo.”

Severus avrebbe preferito un crucio, un imperio… un avada kedavra, ma mai avrebbe voluto sentire ciò che la sua donna gli aveva sussurrato, quasi se ne facesse una colpa.

“Dovresti accettare.”

Impassibile, fermo nella sua affermazione, la guardava mentre le lacrime le rigavano le guance e le labbra rosse si piegavano, assumendo una strana curvatura, tipica di quei momenti in cui lei avrebbe voluto urlare e piangere, ma l’orgoglio non glielo permetteva.

“Perché piangi? È una bella cosa.”

Infuriata lo spinse, oltrepassandolo e dirigendosi verso la porta che l’avrebbe portata lontana da lui, per sempre.

La aprì violentemente.

“Non andartene. Ti prego.”

Quando Hermione trovò il coraggio di voltarsi, lo vide con la schiena contro il muro, accasciato e con la disperazione dipinta sul volto dai lineamenti duri.

Richiuse di nuovo la porta alle sue spalle, restando a guardarlo e aspettando un suo gesto, che non tardò ad arrivare.

“Sono innamorato di te.”

I battiti nel petto di Hermione accelerarono esponenzialmente, per un attimo pensò persino che il suo cuore sarebbe volato direttamente nelle mani di lui; restò ferma osservandolo paralizzata, sbigottita da quell’improvvisa dichiarazione, da quelle quattro parole che, ne era certa, le avrebbero finalmente cambiato la vita e sarebbero state la giusta spinta per raggiungere la felicità assoluta.

L’ossidiana negli occhi dell’uomo era umida, bagnata dalle lacrime che resero vano lo sforzo di sembrare sicuro di se stesso, tremava, con le ginocchia doloranti premute sul pavimento di marmo bianco e il capo abbassato lo rendeva più simile ad un prigioniero in procinto di essere ucciso, che ad un uomo che aveva appena dichiarato il suo amore alla propria donna.

Hermione si mosse lentamente verso di lui, inginocchiandosi a sua volta e afferrando decisa le sue guance, costringendolo a guardarla negli occhi.

Nella sua mente passò in rassegna i peggiori difetti di Severus, uno ad uno, senza riuscire a trovarne uno che non avesse imparato ad amare, senza riuscire a trovare un motivo significativo  per respingerlo e dedicarsi completamente a Ron; avrebbe potuto scegliere in quell’esatto momento di passare una vita normale, con un ragazzo della sua età che le avrebbe dato stabilità ed una famiglia, con tanti bambini e un gatto, ma ad Hermione non era mai piaciuta la normalità, né tanto meno era mai riuscita a definire effettivamente la linea di separazione tra quest’ultima e la follia.

La pazzia aveva il sapore di lui e lei amava sentirlo sulla bocca, sulla pelle, così lo baciò, liberandolo dalle lacrime e spingendolo verso l’estasi.

Non fecero sesso, fecero l’amore, qualcosa che facevano da sempre senza rendersene conto o senza esserselo mai detto, eppure questa volta fu diverso: sapevano entrambi che si appartenevano, ne avevano la certezza, il dubbio era svanito.

“Sono innamorata di te.”

Il domani attendeva solamente loro, un domani nuovo che avrebbero condiviso ogni giorno della loro vita. 

   
 
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