Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Lucy_susan    02/08/2017    3 recensioni
"Ricordi cosa è successo due anni fa? Io c'ero ed è stato orribile" si lamentava una donna in abito blu intenso.
"Oh, puoi ben dirlo cara, ma questa volta la regina ha giurato di sapersi controllare" rispose un uomo al suo fianco.
"Se non c'era riuscita in ventun anni, come può sperare di aver raggiunto un risultato dopo soli altri due anni?" intervenne un ometto mingherlino che, nel suo abito verde foglia coronato da medaglie e spillette, sembrava ancora più piccolo.
Nel frattempo erano tutti entrati nell'atrio e aspettavano di essere presentati per poter prendere effettivamente parte alla festa nella sala da ballo e continuare la conversazione.
Un cameriere in livrea stava tutto impettito ad un lato della porta e chiedeva ad ognuno il nome.
"Come devo presentarvi?" Chiese ad Hans.
"Sono il conte Marc Cantelle, figlio del duca di Chantelier" rispose prontamente il rosso.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Hans
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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3. La cruda verità

Erano sole, ansimanti, impaurite, tremanti. Un pallido candore le circondava dato dalla neve fresca appena caduta. Passata l'ondata era tornata la quiete, ma non per Anna. Appena la sorella l'aveva liberata dal suo abbraccio protettivo, lacrime amare avevano deciso di bagnarle le guance.
"Anna," disse Elsa alzando la voce per farsi sentire sopra i lamenti della rossa. "calmati adesso. Sei una principessa, ricorda i tuoi doveri."
"Cosa me ne importa!" sbraitò. "Chi ci può vedere sepolte sotto strati di neve. Kristoff è morto e tu pensi che io mi preoccupi di comportarmi dignitosamente?"
"Tranquilla, ora ti faccio uscire."
Con la mano sondò quanta neve c'era sopra di loro per sapere quanta energia avrebbe dovuto usare, poi ritrasse indietro le mani e spinse sull'apertura. Ancora prima che toccasse la neve, il passaggio si liberò lasciando intravedere il cielo terso.
Per prima uscì la regina che, dopo un respiro profondo, aiutò a salire la sorella. Per ultimo uscì un Olaf molto più silenzioso se non per lo spavento per la confusione.
Elsa e Olaf guardarono Anna che era rimasta paralizzata a fissare un punto poco più a valle: una collinetta ai piedi di un albero tradiva la presenza di un corpo sotto di sé.
Dopo un attimo di smarrimento Anna si catapultò in quel punto e cominciò a scavare a mani nude. Per molti minuti rimase china a togliere neve dal corpo del suo amato, poi Elsa e Olaf, che erano rimasti in disparte per paura di una reazione ostile, la videro ansimare sfinita seduta sui talloni.
La rossa si alzò per avvicinarsi alla sorella. Era furente: il viso era rosso di rabbia e fatica, gli occhi infossati per il pianto e la voce roca di chi odia e brama vendetta. In poco tempo l'Anna dolce e sensibile che Elsa aveva imparato a conoscere era scomparsa.
Le due sorelle erano ferme a pochi centimetri, una furente l’altra sconvolta.
"Tu l'hai lasciato morire" sputò fra le lacrime.
"Ho tentato di salvarlo, ma era troppo tardi" mentì Elsa con noncuranza. Solo dopo aver pronunciato quelle parole si accorse del distacco che aveva la sua voce, come se il suo corpo non rispondesse più alla mente, ma a se stesso e basta. Sperò che Anna non se ne fosse accorta, speranza che si frantumò quando, con un movimento velocissimo, le diede uno schiaffo sulla guancia. Le prese il viso con una mano stringendole le guance e la guardò con occhi di fuoco.
"Tu potevi salvarlo, ma non l'hai fatto" disse abbassando il tono di voce. "Hai aspettato, per cosa? Vedere la sua faccia sofferente mentre si preparava alla morte?"
La sua voce era diventata un soffio tagliente come la lama di una spada.
"Per godere della tortura del suo animo mentre cercava la salvezza? Tu potevi salvarlo, ma non l'hai fatto forse perché era me che volevi far soffrire, non lui. Senza Kristoff io sarei diventata una sposa ideale: ricca, di stirpe regale e libera" calcò particolarmente sull'ultima parola.
"Credimi Anna, io non volevo far soffrire nessuno. La mia unica colpa è stata quella di non avere i riflessi pronti."
Come bugiarda era proprio diventata brava, ma prima che Anna potesse commentare continuò col tono più straziante che poté imitare.
"Da quando ti ho colpito alla testa per sbaglio, da piccole, non sono più sicura di me e quando uso i miei poteri mi ricordo del tuo corpo freddo tra le mie braccia e..." un singhiozzo le bloccò le parole in gola. Deglutì e continuò: "Sembravi morta."
Lasciò trascorrere ancora qualche secondo, poi vedendo che l'altra non dava cenni di risposta provò a continuare con la sua sceneggiata: "Anna, mi-mi dispiace."
"Lascia stare. I tuoi dispiaceri tieniteli per te, io ne ho già abbastanza. E smettila anche di fingere di essere addolorata" i suoi occhi si ridussero a due fessure mentre la stretta sulla mascella si faceva più forte, "non ci crede nessuno."
Questo Elsa non potè sopportarlo. Strinse il polso di Anna e lo congelò facendo però in modo che non perdesse l'uso della mano.
"Sai cosa posso fare, non sfidare la mia pazienza."
Prima che qualcuno potesse dire altro un rumore di zoccoli al galoppo giunse alle orecchie dei tre sopravvissuti. Anna lasciò subito la sorella per precipitarsi da Sven, la renna del povero Kristoff.
La abbracciò forte e nascose la faccia nel suo collo caldo e peloso rimanendo così per qualche minuto. Si staccò e guardò la renna negli occhi. Erano azzurri e carichi di domande.
"È morto, Sven. È stato travolto dalla valanga." Dicendolo altri singhiozzi la scossero, ma riuscì a non crollare.
Quasi come domanda retorica chiese poi alla renna se poteva aiutarla a trasportare il corpo. Così Anna lo caricò sulla schiena dell'animale, prese Olaf per un bacchetto e insieme si avviarono verso la valle e il castello. Ma Elsa era inquieta e non tornò a casa con loro.

Arrivati al castello Olaf aveva ripreso con la sua più che famosa loquacità e la principessa cercava di assecondarlo con tutta la gioia che poteva avere, ma il corpo del povero Kristoff senza vita abbandonato sulla schiena di Sven non poteva certo farle bene. Per questo appena arrivata liquidò Olaf con una scusa e si rifugiò in camera. Lì trovò il loro letto vuoto e perfettamente rifatto. Le lacrime le offuscarono gli occhi completamente e si sentì improvvisamente molto debole. Non ebbe il coraggio di arrivare al letto e si accasciò alla porta mentre violenti singhiozzi le scuotevano le spalle e lente lacrime bagnavano la gonna. Poteva ancora sentire la sua voce chiamarla, le sue braccia circondarla e il calore del suo corpo ridarle fiducia, ma sapeva che tutto questo era frutto della sua mente e non sarebbe più successo. Si sentì sola più che mai e l’oscurità la circondò inevitabilmente.
I servi intanto si stavano affaccendando intorno al corpo di Kristoff. Alcuni lo lavavano altri preparavano i vestiti, ma tutti stavano piangendo, in fondo, chi non voleva bene al povero Kristoff? Il biondo aveva insegnato loro cos'era essere davvero uomini, come vivere appieno la vita senza essere dei ribelli. I servi più giovani sentivano soprattutto la mancanza della sua vitalità. Ogni cosa lo stupiva e loro erano fieri e disponibili nel spiegargli ogni loro più insignificante mansione. Era come un bambino, gli occhi sempre aperti in cerca di nuove scoperte, il cuore sempre allegro per illuminare la giornata di chiunque.
Olaf e Sven lo ricordavano insieme nella stalla, stesi su balle di fieno, raccontandosi aneddoti delle loro avventure con lui. Come quando erano caduti dal dirupo inseguiti da un pupazzo di neve gigante. O quando, da piccoli, Kristoff e Sven avevano seguito una scia di ghiaccio e avevano incontrato i troll. O quando gli stessi troll avevano quasi sposato Anna e Kristoff fraintendendo le intenzioni dei ragazzi. A Sven sarebbero sicuramente mancate le cantate in compagnia, le fatiche dei raccoglitori di ghiaccio, la sua amicizia. A Olaf sarebbe mancata la sua prontezza di spirito, le sue battute. In lui avevano trovato un compagno di chiacchierate, qualcuno con cui poter sempre parlare e divertirsi. 

La regina era immersa nel ghiaccio, il suo ghiaccio, circondata dal silenzio e dalla pace. Il volto del biondo contratto in una smorfia di terrore le offuscò la visuale lasciandole un senso di terrore nel petto. In poco tempo quella sensazione svanì sostituita dal compiacimento. Sapeva che non era il momento adatto per provare quel sentimento, ma non poteva farne a meno. Ora poteva manipolare sua sorella come voleva. L'aveva in pugno: distrutta com'era dalla morte del suo unico vero amore non sarebbe stata in grado di protestare.
Tornò al castello che era ormai buio. I camerieri avevano già servito la cena ad Anna che stava mangiando una mela verde. La regina fece il suo ingresso e notò immediatamente gli occhi arrossati della sorella e di alcune serve. Prese posto a capotavola e le due rimasero in silenzio per tutta la sera. La scena ricordava quando erano bambine e il re litigava con la regina: lui le lanciava occhiate furtive per cercare di interpretare le espressioni della moglie, ma lei non lo degnava di uno sguardo. Nel mentre le sue piccole bambine rimanevano in rispettoso silenzio temendo che un rumore di troppo avrebbe potuto scatenare la loro ira. In questo modo l'unico suono che si udiva in tutto il castello era quello delle posate che sbattevano contro i piatti, lo stesso rumore che si sentiva quel giorno.
Le due sorelle non si parlavano da ore: Elsa tentava di capire cosa Anna potesse pensare, ma quest’ultima non dava segni di nessun genere.

La notte proseguì, ma solo per la più piccola passò insonne.
Olaf si era addormentato nella paglia vicino a Sven che lo riscaldava con la sua pelliccia, Elsa era sicura che sarebbe riuscita a riportare Arendelle al suo antico splendore, quello che regnava con suo padre al potere, mentre Anna non riusciva a togliersi dalla testa il viso pallido di Kristoff nella neve. Non poteva dimenticare l'esitazione di sua sorella che era costata la sua vita e le bugie meschine e odiose per scusarsi. Non c'erano scuse, lei doveva pagare, ma da sola Anna non poteva farlo. Quando fu mattino aveva smesso di piangere sulla sua perdita e stava già pensando come vendicarsi.


AdA:
Lettori cari, come procede la storia? Come vi è sembrato questo capitolo? Se devo dire la verità a me non entusiasma tantissimo. Non succede niente di che, ma la sfuriata di Anna all’inizio è fondamentale. È quello il vero punto focale della storia, da lì comincia la vicenda che si svolgerà per i prossimi capitoli.
Ora faccio una domanda a voi: come pensate che si vendicherà Anna?
Scrivetemelo nelle recensioni, io vi saluto, e al prossimo capitolo!
P.S.
Scusate tantissimo per il ritardo, ma sono in vacanza e prende malissimo-.-'
Lu_Sue;P
  
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