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Autore: Spensieratezza    03/08/2017    3 recensioni
Jensen Ackles lavora in ufficio, ha una vita perfettamente normale, abitudinaria, anonima. Jensen sente il peso di una vita senza emozioni, senza amore...fino a quando incontra un hippie che gli attraversa la strada rischiando quasi di fargli fare incidente. Jensen rimane subito stupito da questo bellissimo hippie e dai suoi occhi verdi.
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Parlami della tua prossima meta, Jared..” lo spronava Jensen.

“Sai, sei davvero stupefacente.” Rispose l’altro.

“Prego?”

“A te davvero interessa quello che io sto raccontando? Non ti annoia?”

“Vuoi scherzare? È l’esperienza più stupefacente che ho mai ascoltato e ho l’impressione che il meglio deve ancora venire! Continua, per favore.”

Jared ridacchiò, compiaciuto dalla curiosità e dall’attenzione del suo Jensen, quindi continuò il suo racconto.
 
 
 
Decisero di mandarmi in Giappone. Spettava poi a me decidere in quali luoghi addentrarmi e propesi per dei giardini. Oh, Jensen, se li avessi visti..non ho mai reputato il Giappone chissà che interessante, nonostante avessi visto persone giapponesi nel nostro paese, così differenti da noi, con quella loro calma e il loro modo di essere così pacifico..da doverlo capire già allora..ma quando visitai il paese..ci sono dei posti che trasmettono proprio tranquillità e pace interiore, soprattutto i giardini naturali.
 
Il Giappone era Zen.

In quei guardini lasciavano zuppe di riso e frutta fresca per i visitatori e intorno c’erano statue di Budda, che, cominciai a valutare davvero il pensiero di avvicinarmi a quella religione.
 
 
“L’hai fatto?” chiese Jensen curioso.

“Avrei voluto..ma mi accorsi che stavo per dimenticarmi il vero motivo di quel viaggio..e infatti sembrava che lo sapessero..finii in un allenamento di arti marziali.”

“Che cosa???”

“Sì. Sembra una barzelletta, vero?”

“Ma io pensavo che..insomma..non avevano detto che avresti dovuto proseguire su un terreno più..spirituale?” chiese Jensen.

“Forse volevano mettermi alla prova..non so..l’unica cosa che sapevo, era che stavo cominciando a scoraggiarmi sul serio..”

“In che senso?” chiese Jensen.

“Non ero riuscito a trovare quello che cercavo, Jensen..o meglio, l’avevo trovato a tratti. Parlo di emozioni che toccano il cuore, nel vedere petali di fiori di ciliegio fluttuare nell’aria e provare un sussulto al cuore..era questo che cercavo..sussulti al cuore..li avevo trovati, durante il mio viaggio..ma avrei solo voluto un unico sussulto..quello che mi avrebbe fatto sentire completo, non più vuoto. Una cosa duratura. Realizzai che forse non esisteva, che forse la felicità era fatta di pochi attimi..non duraturi..e quindi cominciai a pensare che forse dovevo tornarmene a casa. Fanculo il premio.”

“E te lo permisero?”

“Non proprio…”
 
 
 
 
 
Jared si trovava ad un monastero giapponese, in cui gli sarebbero stati insegnate arti marziali. Guardava uno ad uno i combattenti allenarsi e quando toccò a lui, riuscì a scansare due colpi, prima di essere messo letteralmente al tappeto.
 
Alla fine della giornata, si sentiva esausto.

Si annoiava, quindi, decise di fare due passi all’esterno e senza accorgersene, si ritrovò davanti al tempio vicino a poca distanza dal monastero. Sembrava ci fossero delle persone all’interno , probabilmente quelli che li guidavano in quella strana e assurda gara

Incuriosito, pensò che avrebbe potuto sentire dettagli interessanti sulle altre tappe e anche se gli sembrava disonesto, si avvicinò per origliare, consapevole che non sarebbe stato permesso.

Degli uomini stavano discutendo tra loro di com’era andata quella prova e poi si misero a parlare, discutendo sul fatto che l’indomani sarebbe stata decisa la prossima destinazione dei ragazzi e che nella tazza nera  ci sarebbe stata la comunicazione che il ragazzo che l’aveva pescata, doveva tornare a casa, volente o nolente.
 
A Jared non sembrò vero quello che aveva appena sentito e si sbrigò ad allontanarsi prima che potesse essere scoperto.



Si trovava nella sua stanza, a riflettere, dopo essersi fatto una bella doccia, decise di uscire per fare una passeggiata fuori dal monastero, quando vide una ragazzina con una lunga treccia nera, piangere.

“Che ti succede, piccola” le chiese Jared, notando che non era giapponese.

“Anche tu fai parte della gara?” chiese la ragazzina con un perfetto accento americano.

“Ehm sì…” disse Jared.

“Qual è il tuo colore preferito?”

“I-il verde. Perché?”

La ragazzina sembrava confusa e disorientata.

“Domani chiederanno di scegliere una ciotola colorata e con quella si deciderà una nuova destinazione..ma io..non voglio più andare avanti..voglio tornare a casa. Mi manca la mia famiglia.”

Casa è famiglia…pensò Jared.
 
“Non puoi semplicemente dire che vuoi tornare a casa? Non credo trattengano qui nessuno contro la loro volontà.” Disse Jared.

“Hanno detto che solo una persona può tornare a casa. In una sola delle tazze che sceglieremo, c’è il ritorno a casa e l’abbandono della gara, ma non sappiamo quale. Non è giusto. Magari la pescherà qualcuno che non vuole lasciare la gara..e io che voglio andarmene, sono sicura che non la prenderà. Ho sempre avuto sfortuna con queste cose!”

“Non sono così sicuro che tu sia un disastro come ti definisci. Sei arrivata fino a qui, no?”

La ragazzina sorrise.

Jared sorrise intenerito a sua volta.

“Come ti chiami, ragazzina?”

“Fiore di Luna.”

“Che bel nome! Ascolta, Fiore di Luna, e se io ti dicessi di sapere esattamente quale tazza devi scegliere per tornare a casa, lo faresti?”

“Cosa?? Parli sul serio??”

“Domani scegli la ciotola nera.

“Come fai a saperlo?”

“Fidati di me.”
 
 
 
 
 
 
 
“Quindi hai lasciato il posto alla ragazzina. È stato molto nobile da parte tua, Jared.” disse Jensen, orgoglioso del suo ragazzo.
 
Quello che Jensen non sapeva però, era che quella scelta, aveva sì condotto la ragazzina a casa, ma gli si era anche ritorta contro.

La cosa sembrava strana già quando vide che diverse persone avevano destinazioni simili, così come il suo biglietto diceva che doveva andare Nel TIBET, con altre 5 persone.

Era però contento che Fiore di Luna tornasse a casa, quindi non ci pensò più di tanto.

















  Note dell'autrice: 

a quelli che mi seguono, grazie per la pazienza di aspettarmi, se state ancora seguendo questa storia! :pp lo so, sono lentissima, ma CREDETEMI, è davvero difficile scrivere questa storia.Daisy, te l'avevo anche scritto ieri ahha

.quando la cominciai, non avevo idea che avrei fatto tanta fatica O.O ieri mi sono messa d'impegno e avrei tanto voluto pubblicarla già ieri ma non riuscivo poprio a terminare il capitolo e nonostante abbia scritto anche stamattina, non ci sono riuscita nemmeno oggi..ho voluto aspettare fino oggi per vedere se riuscivo almeno a dire cosa avrebbe trovato Jared nella nuova destinazione e INVECE NO (cit laura pausini ) si vede che proprio ho bisogno ad un certo punto di staccare le scene per capitolo..se no vado in palla xd

Beh, che dire! è bello essere tornati *_* voglio dire grazie anche a Lovelysweet che nel tempo che non c'ero, si è messa a recuperare le mie storie più vecchie e quelle a cui tengo anche di più..grazie *_*
   
 
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