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Autore: CaramelizedApple    03/08/2017    0 recensioni
(Seguito di Mary Lloyd, la chiave e il volto del male)
Un nuovo personaggio è entrato a far parte della leggendaria storia ed ora, che è sempre più forte e consapevole delle sue capacità, sarà impossibile uscirne!
Buoni e cattivi, ma è così semplice?
Nuove idee, nuove emozioni, nuovi ricordi...un'altra vita!
(La lettura della storia precedente è indispensabile per comprendere la relazione tra i personaggi e la protagonista, ma se proprio non vi va potreste comunque riuscire a capire)
(Seguito: Mary Lloyd e il sogno rivelato)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Socchiudo gli occhi stanchi, mentre i raggi del sole penetrano la sottile tendina che copre il finestrino. Muovo leggermente la testa sul morbido e caldo cuscino, mentre nella mia mente si forma con chiarezza l’immagine di Rubeus Hagrid in difficoltà, nel tentativo di entrare nello scompartimento e accomodarsi sui sedili, un po' piccoli per le sue dimensioni.
Chi mi ha dato un cuscino? Non è normale che ce ne sia uno sospeso nel vuoto vicino a me.
Scatto a sedere allarmata, il viso contratto in una smorfia e colorato di un rosa acceso. Alzo lo sguardo verso il mio morbido appoggio, incontrando gli occhi del grande omone a guardia di Hogwarts.
-Mi dispiace- sussurro imbarazzata, suscitando nell’uomo una risata profonda e sincera, che rilassa leggermente i miei muscoli. Fortunatamente la spalla che ha ospitato il mio sonno è stata la sua e non quella di Piton o un altro insegnante, che dubito fortemente mi avrebbe concesso di continuare a dormire.
-Non c’è problema- dice gentilmente lui, mettendo una delle grandi mani sulla mia spalla. –Sono contento che hai dormito un po'-.
-Anche io- ammetto ricomponendomi e spostando i capelli arruffati dietro le orecchie, per toglierli dal viso. –Ehm...- mi siedo composta, osservando la luce chiara che penetra nello scompartimento. –Non sono di grande compagnia, mi dispiace. È già mattina?- domando sistemando il libro che leggevo prima di addormentarmi nella borsa a tracolla, ormai molto consumata.
-Sì- risponde l’uomo con decisione. –Quasi arrivati- sotto le sue gote rosse, in mezzo alla barba scura, si apre un sorriso sincero.
-Menomale- rispondo, ancora leggermente a disagio. Chissà quanto ci vorrà per arrivare a Beauxbatons ancora.
-Andrà bene- batte la sua mano sulla mia spalla, senza forse rendersi conto della sua forza che mi fa sobbalzare. –Io ti tengo d’occhio, non c’è alcun pericolo- aggiunge poi.
-Certo- rispondo, cercando di non far trasparire il dolore che provo alla spalla. –Ne sono certa-.
-A me mi sembri preoccupata- dice dopo un piccolo grugnito, decisamente poco elegante.
-Sì- confermo la sua supposizione. –Ma credo sia normale, insomma, dovrò provare un sacco di cose nuove- alzo le spalle. –Con te mi sento più tranquilla- aggiungo poi, prima che possa rispondere. –Sono sicura che nessuno mi farà nulla con te nei paraggi- faccio convinta, facendolo sorridere. Hagrid è davvero molto alto e con lui spariscono molte delle mie preoccupazione sul fatto che chi è con me rischia di fare i miei stessi incontri. Lo scorso anno quando Minerva è rimasta ferita ho potuto vedere la sua forza, molti schiantesimi lo hanno colpito, ma lui ha continuato a muoversi come se nulla fosse.
-Bene- dice prima di annuire con convinzione, sistemandosi sullo stretto sedile. –Posso farti una domanda?- fa con il suo vocione.
-Certo- ripeto.
-Perché tu non vieni mai a prendere il tè con gli altri?- domanda a bruciapelo, spiazzandomi.
-Oh- faccio io, ancora sorpresa, con gli occhi spalancati. –Sono...non...-cerco le parole, non ho un’effettiva scusa per questo. –Non volevo disturbarvi, insomma, è una cosa vostra, no?- domando, passandomi una mano dietro al collo. –Tua, di Ron, Harry ed Hermione, io non centro nulla- alzo le spalle, distogliendo lo sguardo da quello dell’uomo. Inoltre, non mi ha affatto di portare i miei litigi con Harry anche nella sua capanna.
-Sciocchezze!- tuona lui, spaventandomi. –Sei sempre la benvenuta nella mia casa! Puoi venire quando vuoi- mi dà un altro piccolo colpo sulla spalla, fortunatamente meno forte dei precedenti. –Anche tu non fai più Cura delle Creature Magiche…- aggiunge poi, riferendosi al fatto che anche Harry, Ron ed Hermione abbiano smesso, facendo incupire il mezzogigante per i primi giorni di lezione.
-No- alzo le spalle. –Mi dispiace, non era utile al mio indirizzo di studi e non avrei avuto tempo di seguire anche quel corso. Tra le lezioni, i compiti e gli allenamenti che mi consiglia il Professor Piton, non ho un attimo di tregua- dico in fretta, la sua materia mi piaceva, ma la Cooman è già una grande perdita di tempo.
L’uomo mi sorride, sospirando. –Severus Piton sa quello che fa, te lo dico io- afferma con decisione.
-Lo so, anche se ci ho messo parecchio ad accorgermene- abbasso leggermente lo sguardo. –Basta che non inizi ad organizzarmi le giornate, oltre  che i pasti- aggiungo sottovoce, incapace di trattenermi, pochi istanti prima che lo scorrere di una porta ci distragga dalla conversazione ed un Auror del ministero dalla faccia anonima si avvicini allo scompartimento.
-L’arrivo è previsto alla stazione di King’s Cross tra quindici minuti- dice meccanica la sua voce. –Non ci sono stati altri problemi- guarda serio Hagrid, prima di girare i tacchi e sparire lungo lo stretto corridoio che Hagrid ha percorso a fatica prima che partissimo.
-È successo qualcosa mentre dormivo?- chiedo immediatamente, insospettita dalle parole dell’uomo.
-Nulla- ridacchia lui. –Il ministero è molto agitato, quando il treno si è fermato per farne passare un altro erano molto preoccupati-.

-Per di qua- cammino frettolosamente per tenere il passo di Hagrid, che nonostante si sia offerto di portare il mio baule è comunque molto più avanti di me. L’enorme uomo mi sta conducendo verso il traghetto che dobbiamo prendere per attraversare la manica, attirando numerosi sguardi di Babbani che tentano, senza esserne capaci, di non fissarci.
C’è voluta un’altra ora di treno e parecchie occhiatacce di vecchie signore per arrivare da Londra fino a Dover.
Improvvisamente, nei pressi del porto, l’uomo svolta in un vicolo senza uscita dove apre una grossa porta senza la minima fatica, che riporta la scritta “Solo personale autorizzato”.
-Scorciatoia- si giustifica l’uomo, uscendo direttamente sul molo.

Salve! Anche nel giorno del mio compleanno mi trovo a postare un capitolo eheheh
Ma non si poteva fare altrimenti, domani parto e internet sul computer mi sa che posso solo sognarmelo!
Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere!

  
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