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Autore: _niallsbreath    04/08/2017    1 recensioni
'You were my cup of tea, now I drink champagne'
Bella è una ventitreenne di Edimburgo.
Per lavoro deve trasferirsi nella grande città di Londra, dove vivrà a casa della cugina Jessica.
Ma il suo giovane capo, Harry Styles, le renderà la sua permanenza difficile... o quasi.
*Dal capitolo 3*
"Così lei è la Signorina Adams" rispose abbassando il foglio, inchiodando le sue iridi verdi nei miei occhi azzurri. "Io sono il Signor Styles, e lei è in ritardo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quella sera, subito dopo la chiaccherata con Charlotte, ricevetti un messaggio da parte di Jessica che non sarebbe rientrata per cena.
Non mi disse il perché, mi avrebbe detto tutto quando sarebbe rientrata.

Dopo cena, mi sedetti sul divano e presi il mio cellulare.
Era dal giorno prima che non sentivo Jared, così decisi di chiamarlo. Anche se non appena sentii la sua voce dall'altro capo del telefono, come sempre, mi si aggrovigliò lo stomaco.
"Bella" esordì lui freddo.
"Hey amore... tutto bene?"
"Si certo, una meraviglia" sputò acido. Di nuovo.
Sospirai perché davvero non capivo il motivo della sua reazione.
"Jared smettila, cosa è successo?"
"Cosa è successo, Bella? Beh, dovresti dirmelo tu".
Persi un battito. Lo sapeva? 
"In che senso?" farfugliai.
"Che giorno era ieri, Bella?"
"Il 20 Novembre, ma non..." poi mi fermai. 
Ieri era il giorno del nostro anniversario e mi ero dimenticata di fargli gli auguri.
"Jared, tesoro... oddio mi dispiace tanto io..."
"Eri molto impegnata, era una giornata pesante. Si, ormai l'ho imparata a memoria questa filastrocca è quella che mi racconti ormai da un mese e mezzo" rispose, interrompendomi.
Stetti in silenzio, perché davvero non sapevo come giustificarmi.
Come avevo fatto a dimenticarmi del nostro anniversario?
Poi, lui riprese a parlare.
"Ho aspettato tutto il giorno che trovassi il tempo di chiamarmi o di mandarmi anche solo un messaggio. Nulla di nulla Bella. Lo zero assoluto.
Non ho più parole."
Ero davvero dispiaciuta. Ero dispiaciuta non solo di essermi dimenticata del nostro anniversario, ma anche perché sapevo che, se me ne ero dimenticata, era perché ero troppo occupata a pensare ad Harry e a quello che era successo sabato sera.
Non avevo più scuse. Ero imperdonabile.
Tentai di parlare, ma un groppo mi si formò in gola e impedì alle parole di uscire. Lui lo sentì, sospirò e poi riprese a parlare.
"Meglio che io vada. Ci sentiamo quando avrai il tempo di pensare anche a me" e riattaccò.
Lasciai scivolare il telefono sul divano e portai le gambe al petto.
Ero un disastro. Avevo combinato un casino. Stavo sbagliando tutto.

Decisi che sarei andata nell'unico posto in cui forse sarei riuscita a ritrovare un attimo di pace e tranquillità. 
L'unico luogo in cui ero stata veramente bene in questi mesi. 
La locanda sul Tamigi.

 

*Harry's pov*

Ero in camera mia. O meglio, nella camera mia e di Jennifer.
Mi disfai il nodo della camicia davanti allo specchio e lo appoggiai sulla sedia affianco alla portafinestra.
Iniziai a slacciare i bottoni delle maniche della camicia e successivamente passai al collo, quando entrò Jennifer, avvolta in un accappatoio bianco.
Si avvicinò al mio fianco e si fece spazio fra le mie braccia, rimanendo a fissare il nostro riflesso nello specchio.
Sospirai quando lei iniziò ad aprire maggiormente il collo della camicia.
Poi lei prese a parlare.

"Domani devi andare alla cena con mio padre" disse, accarezzandomi una guancia "Ti prego, vacci Harry... lo sai che ci tiene".

"Lo so bene che ci tiene alla sua azienda, ma lo sai che io non andrò"

"Harry..."

"Jennifer, basta! Mi sono stufato che tutte le settimane mi fai la stessa domanda. Non andrò e basta. Quante volte te lo devo ripetere prima che tu lo capisca"

"Dio santo Harry, sei mio marito! Devi andarci, porti il nome di mio padre sulle spalle!" disse alzando la voce.
Poi si sedette sul letto, e io mi voltai.

"Ti importa più del tuo nome del fatto che io sia tuo marito, non è vero?"

La donna non rispose. Abbassò lo sguardo sul pavimento, ma non aveva il coraggio di ribattere.

"Che schifo" presi la mia giacca e mi avviai verso la porta "Sei proprio uguale a tuo padre" poi uscii di casa, sbattendomi la porta alle spalle.

Dalla tasca posteriore dei pantaloni estrassi la chiave della macchina.
La aprii e rapidamente salii in macchina.
Avevo il sangue che mi ribolliva nelle vene.
Ero legato ad una donna solo per una stupida questione di affari. Una donna che era più legata al suo nome, che al valore della famiglia ed era la cosa più egoista che io abbia mai visto.

Chiusi le mani in due pugni, e in preda a uno scatto di ira, tirai un pugno al volante.
Sospirai e accesi il motore.
Dovevo sfogarmi e sapevo benissimo dove sarei andato.

Arrivai alla grande terrazza.
Accostai la macchina proprio di fronte alla gradinata, e raggiunsi l'interno del locale che vi era in cima.
Invece della solita bottiglia di vino pregiato, questa volta ordinai due birre con limone.
Avevo bisogno di sfogarmi e avevo bisogno di farlo a modo mio.

Afferrai il mio bicchiere e uscii dalla locanda, dirigendomi verso la terrazza.
Notai che non ero solo.

Mi portai il bicchiere alle labbra e mi avvicinai ugualmente al bordo della terrazza.
Quando mi avvicinai, notai la lunga chioma bionda svolazzare insieme al vento freddo dell'inverno. Appoggiai la birra sul bordo e la ragazza, colta di sorpresa, si voltò.

"Bella?" sussurrai.
Solo a quel punto mi accorsi che stava piangendo.

*Bella's pov*

"Bella?" disse nel vedermi lì.

Mi asciugai in fretta le lacrime, sperando vivamente che lui non se ne fosse accorto.
Ma era troppo tardi, perché lui mi si avvicinò e mi posò un mano sulla spalla.

"Perché stai piangendo?" mi chiese sedendosi anche lui sulla terrazza, facendo penzolare fuori le gambe.

"Ho litigato con Jared" tirai su con il naso avvicinandomi alla figura del ragazzo "Avevo bisogno di un posto dove stare tranquilla".

"Hai fatto bene a venire" sussurrò lui portandosi il bicchiere alle labbra, poi aggiunse "Anche io ho litigato con Jennifer, ma ormai ci sono abituato" mi confessò.

Per un paio di minuti nessuno disse nulla.
Eravamo solo noi due. Ognuno con i propri pensieri.

Harry riprese a parlare e interruppe quegli attimi di silenzio.

"Sai qual è la cosa che più odio di tutta questa merda?" feci segno di no con la testa.

"Che, alla fine dei conti, non sono mai stato io prendere le decisioni per me e per la mia vita.
Hanno sempre concluso gli altri al mio posto, e io finora non ne ho tratto alcun beneficio".

Posò lo sguardo sulle sue mani e afferrò la fede che portava al dito.

"Sono sposato con una persona alla quale non importa nulla, se non di lei e della sua reputazione.
La mia vita è basata sul successo, sul business, sulla carriera.
Non l'ho scelto io e non posso farci più nulla" gettò a terra il bicchiere e il liquido si rovesciò sul pavimento.

"Sono sposato, ma non sono mai stato innamorata di quella donna.
E non esiste fallimento più grande per un uomo".

Afferrai la sua mano, che era appoggiata sulla sua coscia e intrecciai le sue dita con le mie.

"La vita non è fatta solo di scelte giuste, Harry" dissi "Si è sempre in tempo per ricominciare, ma devi capire che cosa desideri veramente".

Si girò verso di me e accavallò le gambe al bordo della terrazza.
Poi mi fissò in silenzio.

"In questo momento desidero solo baciarti di nuovo".

Mi mancò il fiato a quella sua frase e le mie guance si tinsero di rosso.
Fortunatamente, il buio della notte nascondeva quella mia lieve punta di imbarazzo.

Ma in quel momento, finalmente capii che era quello che volevo anche io.

Mi feci coraggio, e mi avvicinai lentamente alle sue labbra e le unii in un lungo e dolce bacio, accarezzandogli la guancia con la punta delle dita.
Lui mi prese il viso fra le mani e assecondò i miei movimenti.
Cominciò a muoversi dolcemente sulle mie labbra, così le dischiusi appena per permettere il contatto della nostre lingue.
A quel punto mi posò le mani sui fianchi e mi avvicinai completamente a lui, allacciando le braccia al suo collo.

Eravamo solo noi due sotto quelle stelle.
Era tutto sbagliato, ma eravamo legati dal bisogno e dalla necessità di stare insieme.
Come se l'uno fosse la soluzione dell'altro. Come se lui fosse il mio rimedio. Il rimedio.

WRITER SPACE
Salve a tutte ragazze!
Scusate se negli ultimi capitoli non ho scritto nulla, ma la vicenda si stava svolgendo proprio in quei capitoli e volevo lasciare a voi le conclusioni.
Sono molto contenta di come si sta sviluppando la mia FF, credo che sia una cosa originaa, non la solita trama già vista.
Ma magari mi sbaglio.
Comunque i prossimi capitoli saranno sempre incentrati sulla loro storia e succederano diverse cose... spero di avervi incuriosite almeno un po'.
Lasciatemi qualche recensione e fatemi sapere se vi sta piacendo questa storia.
Buona serata a tutte e buona lettura!

  
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