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Autore: YukiWhite97    05/08/2017    1 recensioni
"Se la vita di Llweran era frenetica, quella di Legolas non era da meno".
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"E la sua vita era cambiata poco più di sedici anni prima, quando il suo piccolo Llweran era venuto al mondo, così all'improvviso, senza che nessuno se lo aspettasse".
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Aragorn/Legolas & molto altro.
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Se vi piacciono le mpreg, il fluff, gli intrighi familiari peggio di "Beautiful" e gli stereotipi da liceo americano, questa è la storia che fa al caso vostro!
[Primissima fanfiction in questo fandom, siate buoni se potete ^^]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg, Triangolo
Capitoli:
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I neonati erano carini, ma avevano un grande difetto: piangevano troppo.

Di giorno, di notte, quando avevano fame, quando avevano sonno e quando volevano attenzioni. Adesso che in casa erano in sei la convivenza era diventata un po’ difficile, anche se almeno aveva dissipato i problemi con i due gemelli.

Peccato che l’umore fosse un po’ troppo basso a causa del sonno che mancava.

Thranduil cullava Yaren, in realtà lo stava facendo da circa mezz’ora, con un’espressione stanca.

“Yaren, ti prego, papà ti adora ma se non dormi mi farò venire un esaurimento nervoso”

“Forse ha fame”- suggerì il nipote.

“Ha mangiato poco fa”

“Magari deve essere cambiata?”

“Cambiato anche quello”

“Quali altri problemi può avere un neonato?” - domandò Elladan esasperato.

“Sssh, se gridate la farete agitare di più. Ma dove si è cacciato Elrond, quel tipo mi lascia da solo così!”

“Io non ti ho lasciato solo – urlò dall’altra stanza - Sto solo cercando di fare un po’ d’ordine, è tutto fuori posto”

“Beh, scusami se tra le altre cose non ho avuto tempo di pulire!”

Llweran si trattenne dal ridere. Avere un bambino doveva essere meraviglioso ma anche difficile, chissà come facevano certe persone a crescerli in solitudine.

“Posso prenderla io?” - domandò.

“La vuoi? Accomodati!” - esclamò porgendogliela come se fosse stata un sacco di patate.

Non appena il più piccolo la prese tra le braccia, la bimba si zittì istintivamente, guardandolo con curiosità.

“Hei Yaren, adesso non piangi più?” -disse sorridendo.

“E’ perfetto, ti prego, tienila tu, sono ore che non godo un po’ di silenzio!”

“Adesso devo andare agli allenamenti di basket, ma se vuoi posso portarla con me”

“Con te? Da solo? Fuori?” - domandò preoccupato.

“Tecnicamente non sono solo, e poi starò attento, fidati di me”

“Ti dico di sì soltanto perché la stanchezza non mi fa ragionare. D’accordo andate, finalmente potrò dormire come si deve!

E così Llweran insieme ad Elladan ed Elrohir si avvicinò verso la scuola spingendo il passeggino. Parevano quasi la locandina di qualche commedia.

Ormai era primavera inoltrata e iniziava a fare caldo. Per questo quando arrivarono trovarono il resto del gruppo nel campo da basket esterno.

“Hei, non mi avevate detto che tu e Shauna avevate avuto un bambino” - scherzò Eldarion.

“Come sei spiritoso. Per qualche strano motivo Yaren non piange solo con me, così l’ho portata qui”

Immediatamente tutte le ragazze furono intorno alla bambina per coccolarla.

“Quant’è carina” - disse Sabia.

“La voglio anche io” - fece Una.

“Oh, la adoro – Enya sembrava la più presa di tutti – e adoro i bambini”

“Forse dovresti farne uno anche tu, secondo me saresti una brava madre” - disse Shauna.

“Davvero lo pensi?” - domandò con aria sognante mentre si immaginava con un bambino. Il vero problema era trovare un uomo con cui farlo, e una mezza idea ce l’aveva anche, peccato che sembrava altamente impossibile

“Va bene ragazzi, Allora, manca poco alla partita di fine anno, e voi siete tutti molto migliorati, ma non è abbastanza. Voi sapete che pretendo la perfezione”

“Ah - Sabia deglutì nervosamente – e se qualcosa va storto?”

“Cosa mai dovrebbe andare storto?”

“Non lo so, ma sai come sono queste cose, c’è sempre qualcosa che non va”

“Sabia Tuc, non farti prendere dal panico. E poi tu sei il nostro asso nella manica, se succede qualcosa vai in campo tu”

“Chissà perché la cosa non mi tranquillizza” - deglutì.

E così i ragazzi cominciarono il loro allenamento mentre la piccola Yaren risposava, finalmente, all’ombra.

 

Davanti allo specchio Aragorn si stava sistemando la cravatta, e pensieroso per com’era sussultò quando vide Arwen spuntargli da dietro.

“Mi hai fatto prendere un colpo” - sospirò.

“Cosa pensavi, che spuntassi con un coltello per pugnalarti alle spalle?”

“Beh, avrebbe potuto essere”

Arwen si lasciò scappare un mezzo sorriso per poi tornare seria.

“C’è una cosa che devo dirti. Ho riflettuto e credo sia giusto avviare le pratiche per il divorzio”

Aragorn sgranò gli occhi, sorpreso. Non si sarebbe mai aspettato una decisione del genere da parte di sua moglie, ma ciò lo aveva reso estremamente felice.

“Davvero Arwen?” - domandò.

“Sì… tuttavia ho deciso che comunque Eldarion verrà con me. Ho deciso, ci trasferiremo in Italia”

Immediatamente la felicità dell’uomo fu spazzata via.

“Che… cosa? - balbettò – ma… credevo che...”

“Voglio ricostruirmi una vita. E poi potrai venire a trovarlo quando vuoi”

“Ma è dall’altro lato del mondo! Non puoi portarmelo via!”

“Eldarion ha bisogno di sua madre”

“Non sto dicendo che non deve stare con te, ma non in un altro continente!”

“Ti ho già dato quello che vuoi, non puoi portarmi via anche mio figlio!”

“Quello che voglio? Non è un gioco, Arwen!”

“Proprio per questo. Mi dispiace, ma adesso lui è tutto quello che mi rimane”

Dicendo ciò Arwern si allontanò senza aggiungere nient’altro, lasciando il marito lì da solo. Per un attimo pensava di avercela fatta, ma era evidente che non poteva essere tutto così facile come sperava.

 

Chi invece aveva già ricevuto quella notizia da ben prima di lui era proprio Eldarion. Mentre i suoi amici si allenavano si era lasciato cadere al suolo, con il cellulare in mano e un’espressione vacua. Non voleva che tutto finisse così, non voleva andarsene e lasciare i suoi amici così. Non voleva neanche costruirsi una nuova vita, a lui piaceva la sua di vita.

Ansimante Llweran lo raggiunse, accorgendosi del suo malumore.

“Eld, ma perché quella faccia?” - domandò.

“Perché secondo te? Per il mio trasferimento. Non ce la posso fare” - si lamentò esasperato.

“Ragazzi – Shauna li richiamò – state litigando di nuovo?”

“No, in realtà lo sto consolando”

“Consolando per cosa?”

Eldarion sospirò avvilito.

“E’ ufficiale. Mi trasferisco. In Italia. Molto… lontano da qui”

Non appena Tauriel ebbe udito quelle parole gli gettò le braccia al collo con le lacrime agli occhi.

“Ma non puoi andartene sul serio! Ci sono io… e gli altri!”

“Nemmeno io voglio andarmene, ma cosa posso fare?”

“No – A Llweran venne quasi istintivo rispondere – tu non te ne andrai, parola mia”

“Cosa? Come fai ad esserne certo?”

“Infatti non ne sono certo, ma non è giusto che tu venga punito per qualcosa che non hai fatto”

Il suo tono era pieno di determinazione. La rabbia, che ancora esisteva, era stata incanalata in maniera più positiva, o almeno in parte.

 

Intanto Aragorn aveva raggiunto Legolas per informarlo della terribile notizia che aveva ricevuto.

Immediatamente il biondo tentò di trovare una soluzione a quel problema che sembrava però senza via d’uscita.

“Ma non possiamo, che so, mettere in mezzo un avvocato, assistenti sociali?”

“Non funzionerà mai – Aragorn sospirò – Arwern ha un lavoro, economicamente sta bene ed è una buona madre, non avrebbero motivo di toglierle Eld per affidarlo a me”

“Allora accusiamola di essere matta! Non penso neanche sia una bugia! Non può farti questo, non è giusto. Ti sta costringendo a scegliere, io lo so che è così!”

“Ma non andrò con lei – si avvicinò a lui – qui ci sei tu”

“Ma tuo figlio… - sussurrò – forse stiamo sbagliando di nuovo”

“Hei… no. Non tirarti di nuovo indietro, altrimenti sarà stato tutto vano”

Anche volendo, come avrebbe potuto tirarsi indietro? Aragorn lo teneva così stretto a sé, metaforicamente e anche fisicamente, che non avrebbe avuto scampo neanche volendo.

Istintivamente lo abbracciò. Dovevano tenere duro, perché per l’ennesima volta il mondo intorno a loro stava cercando di separarli. Questa volta avrebbero dovuto lottare come non avevano fatto per le due volte precedenti.

Si staccarono quando sentirono la porta aprirsi. Llweran era comparso insieme a Yaren, con la sua solita espressione indifferente.

“Llweran” - Legolas pareva sorpreso.

“Se interrompo qualcosa me ne vado”

“No, no, no! - disse subito Aragorn – non interrompi niente, e poi questa è casa tua”

“Hai portato la piccola?” - domandò l’altro.

“Sì, preferisce stare con me. Non ha fatto altro che piangere fino a qualche ora fa”

“Ah, sei più bravo con i bambini di quanto lo sia mai stato io” - Aragorn tentò di alleggerire l’atmosfera, ma non vi riuscì, ed infatti ricevette una gomitata da Legolas.

“Come mai sei qui?” - domandò quest’ultimo.

“Per parlare. Della vostra relazione. Ho saputo che Eldarion dovrà andarsene … ed ovviamente questa è la conseguenza del fatto che siete tornati insieme”

“Noi non… non ancora, devo prima divorziare” - spiegò Aragorn.

“Sì, però io non voglio che lui vada via!”

“Nemmeno io. Però così almeno noi saremo una famiglia”

“Non lo saremmo a prescindere perché avrei mio fratello lontano. E poi, a dirla tutta, se devo scegliere fra i due preferisco lui. Lui c’è sempre stato, tu no”

“Llweran” - Legolas fece per dirgli qualcosa, ma Aragorn lo interruppe.

“Hai ragione. Però vedi, il fatto è io e tuo padre ci amiamo. Non lascerei mai andare via Eld, non voglio più scegliere”

“Ma perché non dovresti scegliere? - domandò quasi con tristezza – l’hai cresciuto fino ad ora ed io… io non posso avere bisogno di qualcosa di cui non sapevo neanche l’esistenza. E poi io ormai vado per i diciassette, ti sei perso tutto”

“Lo so, ma non è troppo tardi”

Llweran si schiarì la voce. Adesso il suo tono sembrava diverso, sembrava quasi… provato.

“Secondo il mio parere non dovresti scegliere me, sarebbe da egoista. Ma immagino che per l’ennesima volta la mia opinione non conti, vero?”

“Conta eccome – questa volta parlò Legolas – ti prego… abbi pazienza. Almeno torna a vivere con me...”

“Sinceramente non me la sento, mi fa già strano sapervi insieme. E poi manca pochissimo alla partita di fine anno, e io devo concentrarmi”

“Noi ci saremo. Ci sarò anche io” - gli disse Aragorn.

E per un attimo nella testa di Llweran si materializzò l’immagine della famiglia perfetta che aveva sempre desiderato e che adesso sembrava quasi realtà.

Peccato che la realtà non era facile come la fantasia.

“Come volete” - disse facendo spallucce. Poi se ne andò.

“Hei – Aragorn poggiò una mano sulla spalla di Legolas – andrà tutto bene”

“Come fai ad esserne certo?”

“Non lo so. Lo so e basta”

Tutta quella sicurezza lo rincuorava, tuttavia il biondo sentiva di avere qualcosa di importante da dire, non a lui, ma ad Arwern.

 

Quest’ultima usciva da lavoro ad un orario specifico che ormai Legolas aveva imparato. Appostato fuori dal suo ufficio sembrava più che altro uno stalker.

La donna gli passò elegantemente davanti, e quando Legolas la vide la afferrò immediatamente per un braccio.

“Oh! - esclamò lei – tu! Mi hai fatto venire un colpo!”

“Mi dispiace, ma dovevo parlarti immediatamente – le rispose – Aragorn mi ha detto che vuoi andare via”

“Beh, non capisco dove sia il problema. Voi potrete stare insieme e vi libererete di me!”

“Ma Aragorn non vuole stare lontano da nessuno dei suoi figli. Ti prego Arwen non… non essere egoista!”

“Pensare al bene mio figlio non è essere egoista!”

“Ah, e il bene di tuo figlio sarebbe portarlo via dagli amici e da tutto il resto?”

“Cosa pretendevate? Che stessi a guardare mentre voi giocate alla famiglia felice? Tu mi hai portato via l’uomo che amo!”

“Lui non è mai stato tuo! - disse senza pensarci – il suo cuore è sempre appartenuto a me. E mi dispiace, abbiamo fatto degli errori, ma perché a pagarne le conseguenze devono essere i nostri figli? Ti prego… io capisco bene cosa ti passa per la testa… ma temo che così farai del male ad Eld...”

Arwern si sentì colpita nel profondo, ma tentò di non darlo a vedere. Il fatto era che si sentiva davvero sicura che quella fosse la scelta giusta, poi arrivava lui e le metteva mille dubbi in testa!

“Tu dovresti odiarmi – disse con tono spezzato – e dovresti essere felice di non avermi più tra i piedi. Credimi, sarà la scelta migliore per tutti!”

“Ma… aspetta!” - Legolas provò a fermarla, ma la donna era corsa via.

Rimaneva troppo poco tempo per agire e scegliere… ma scegliere che cosa?

Non potevano essere separati adesso che finalmente si erano ritrovati.

 

Il giorno dopo a scuola…

 

Llweran sembrava aver ritrovato il suo cattivo umore. Ma la cosa positiva era che anche i suoi amici sembravano piuttosto giù di corda.

“Hei ragazzi – Eldarion tentò di consolarli – non sto mica morendo”

“Beh… è molto simile ad una morte – proclamò Una – siamo sempre stati insieme, non è giusto che tu te ne vada così”

“Ma potete venire a trovarmi. Ed io verrò a trovare voi”

“Ci vedevamo ogni giorni, adesso ci saranno chilometri di distanza ed anche un aereo da prendere” - sbuffò Shauna.

Tauriel poggiò la testa sulla spalla del suo ragazzo, con un misto di rassegnazione e dolcezza.

“Non ho mai creduto nelle relazioni a distanza… ma forse dovrei cominciare. Voglio ricevere tante lettere, non sms. Quelle sono più romantiche”

“Ma certo, tutte quelle che vuoi. L’Italia non è così male, e poi si mangia bene”

“Sì, ma non tradirmi con qualche ragazza del posto!”

“Smettetela – proclamò Llweran – lui non andrà da nessuna parte”

“Come fai a dirlo?” - domandò Eld.

“Lo dico perché sono stanco che gli altri debbano decidere per noi. E poi tu sei mio fratello. Ti ho odiato quando l’ho saputo ma adesso non ti voglio a mille miglia di distanza. A costo di scappare, di fare qualche follia, ma non ci separeranno”

“Wow – Eld era sorpreso – non… me l’aspettavo”

“La famiglia si protegge sempre” - disse con una certa solennità. Quella frase che si era insinuata nella sua testa stava iniziando a farlo riflettere su tante cose.

Lui avrebbe fatto di tutto per proteggere Eld, come suo padre aveva fatto di tutto per proteggere lui. In fondo era la stessa cosa, no?

“Va bene ragazzi, ma in questo momento non pensiamoci! Dobbiamo essere carichi, la fine è vicina!” - disse Una.

I due fratelli si guardavano. La parola “fine” poteva davvero intendere la fine di tutto. O un inizio. Ciò rimaneva un mistero ma lo sarebbe rimasto per poco .

NDA
Stento a crederci ma il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Non so se sarà particolarmente più lungo degli altri ma... accadranno tante cose, non vi resta che aspettare!

   
 
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