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Autore: SophLandd    07/08/2017    4 recensioni
«Ragazzi, lui è Derek Hale, uno dei migliori agenti dell'FBI. È qui per scegliere un partner, e visto che siete nella classe dell'eccelenza, beh, uno di voi sarà il prescelto. Frequenterà ancora i corsi, certo, ma molto di meno.» Presenta l'estraneo il professore, e a quel punto Stiles alza lo sguardo su di lui, curioso.
E cazzo, vorrebbe non averlo mai fatto.
È il ragazzo più bello che abbia mai visto, e sì, lui è bisessuale da diversi anni. In pochi secondi tutta l'acqua, che era nella sua bocca, viene sputata fuori.
-Capitolo 1
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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"There's something about youit's like an addiction."

Stiles sta passeggiando vicino ai grandi edifici dell'FBI, senza sapere dove andare: dovrebbe vedere il suo nuovo ufficio. D'un tratto sente il suo telefono squillare, e risponde subito.

«Lyds?» Non si aspettava una sua chiamata, anche perchè di solito la chiama lui quando ha del tempo libero, visto che la ragazza frequenta meno lezioni rispetto a lui.

«Volevo dirti che ho chiamato Scott ieri sera...e si è incazzato perchè mi sono lasciata sfuggire del fatto che ti hanno scelto come partner...pensavo gliel'avessi detto, Sti!» Esclama la rossa, facendo fermare un attimo il castano. Chiude gli occhi.

«Merda! L'avevo detto a mio padre, ma mi ero proprio dimenticato di Scott! Lo chiamerò più tardi.» Borbotta. Suo padre era stato davvero contento della notizia, finendo anche per piangere: era più che orgoglioso di suo figlio. «Tranquilla, non ce l'ho con te, davvero.» La tranquillizza poi.

«Fammi sapere poi cosa ti dice...comunque, raccontami un po' del tuo partner.» Cambia argomento la Banshee, facendo sussultare il ragazzino.

«Il m-mio partner??» Richiede, sperando davvero di aver capito male.

«Sì, Stiles. Voglio sapere com'è.»

Il ragazzino continua a camminare lentamente.

"È tipo il ragazzo più bello che abbia mai vistomoro e occhi verdicon muscoli scolpititipo il sesso in personaDovresti conoscerlo."

Ovviamente non può dirgli la veritá.

«Umh, è un uomo sui trent'anni, brutto. Molto brutto, per niente attraente, e sposato. Già, dovrebbe avere anche dei figli.» S'inventa, per non farla preoccupare, e chiude la chiamata poco dopo.

«Brutto? Per niente attraente?» Sente una voce parlare dietro di lui, e rischia di strozzarsi con la sua saliva dallo spavento. Quella voce...

«Hale, porca puttana! Mi vuoi far davvero morire!» Grida Stiles, girandosi verso il moro, che ha uno sguardo fottutamente divertito.

«Ringrazia che la tua ragazza non è un licantropo, altrimenti avrebbe potuto percepire il tuo battito irregolare alle parole 'brutto' e 'per niente attraente'.» Fa un ghigno il lupo, avvicinandoglisi leggermente. Stiles avvampa, mettendosi sulla difensiva. 
Quegli occhi verdi lo opprimono.

«È maleducato ascoltare i battiti degli altri senza avere il permesso, sai? 
Si chiama privacy, non so se hai presente!» Dice stizzito, incrociando le braccia al petto.

«Stilinski, seguimi che ti porto al tuo ufficio.» Cambia argomento il moro, con una maglia bordeaux che gli fascia perfettamente i muscoli. Stiles continua a lamentarsi di questa cosa della privacy per tutto il tragitto, e Derek contrae la mascella per cercare di resistere all'impulso di ucciderlo.

«Non stai mai zitto, tu?!» Sbotta ad un certo punto, continunando a camminare per un corridoio.

«Sono sia iperattivo che logorroico, giusto per informarti.» Ridacchia Stiles ai ringhi dell'altro. Entrano in una sorta di sala, dove c'è un via e vai di agenti, e Derek gli indica una porta.

«Questo è il tuo ufficio.» Gli dice semplicemente, e Stiles nota che è una stanza niente male, con le pareti di vetro. Tutti potrebbero vedere cosa fa lui da dentro. Derek sparisce, e il ragazzino chiude la porta alle proprie spalle, osservando la grande scrivania: sembra uno di quegli uffici che si vedono nei film! Tira fuori dalla valigetta quattro foto, che sistema sopra la scrivania: una con suo padre, una con Lydia, l'altra con Scott e nell'ultima é seduto sopra la sua Jeep. In particolare guarda l'ultima foto con un luccichio d'amore negli occhi, per poi mettersi seduto.

Non sa cosa fare in realtà, così si perde qualche minuto nell'aprire e chiudere i cassetti a caso, ispezionando meglio la stanza, quando la porta del suo ufficio si apre.

«Ti ho portato un caffè, sembra che tu ne abbia bisogno.» Sentenzia Derek, con in mano un piattino e una tazzina. In effetti Stiles quella notte non riusciva ad addormentarsi, e ha delle occhiaie piuttosto evidenti. Il ragazzino tuttavia guarda con sospetto il gesto gentile dell'agente.

«Carino da parte tua.» Commenta poi con un sorriso, mentre il moro gli poggia il tutto sopra la scrivania.

«Ecco due bustine di zucchero, e ora torno nel mio ufficio... è vicino al tuo, trovi la targhetta fuori.» Se ne va il lupo, sogghignando appena è fuori dall'ufficio del ragazzino.

Stiles versa una bustina nella tazza, e mischia bene con un cucchiaino, per poi portare il contenitore alla bocca. Beve metà caffè tutto d'un fiato, quando si accorge che c'è qualcosa che non va: si sente la bocca andare a fuoco. Lascia immediatamente la tazzina sulla scrivania, e osserva attentamente l'altra bustina di zucchero, aprendola: è peperoncino. Peperoncino messo dentro una busta di zucchero.

Stiles comincia a cercare l'acqua in fretta, ma si ritrova costretto a correre in bagno, tappandosi la bocca con la mano. Sente che sta diventando tutto rosso, e sente un bruciore assurdo. Impreca più volte nella sua testa, maledicendo Hale ogni fottuto secondo. Doveva aspettarselo che c'era qualcosa che non andava, e che avrebbe cercato di mandarlo via! 
Ma ha deciso di non dargliela vinta, e farà buon volto a cattivo gioco, sì! 
Ed è per questo che non lo manda a quel paese ad alta voce, visto che altrimenti l'altro lo sentirebbe.

Si sciacqua la bocca almeno una decina di volte, rendendosi conto che è ancora tutto rosso. Si bagna anche un po' la giacca, ma è l'ultimo dei suoi pensieri. Poi s'incammina per il corridoio, alla ricerca dell'ufficio di quel dannato Hale. Lo trova dopo una manciata di secondi, e bussa con educazione.

Derek sta sfogliando un raccoglitore, quando percepisce la presenza dell'umano fuori dal suo ufficio. 
Ghigna. Adesso Stilinski gli urlerà addosso e deciderà di cambiare partner, o almeno ci penserà. 
Infatti sente bussare.

«Avanti.» Non riesce a togliersi un sorrisetto soddisfatto dal suo volto, che muore appena vede il ragazzino: Stilinski sembra rilassato, con l'accenno di un sorriso.

In realtà Stiles si sta trattenendo dal saltargli addosso per ammazzarlo, ma si trova costretto a sorridergli, come se non fosse successo nulla. E resta sullo stipite della porta.

«Volevo solo ringraziarti per il caffè, tutto qua.» E continua a sorridergli a quarantadue denti, sembrando come uno psicopatico. Gli sta anche venendo un tic nervoso all'occhio destro. Derek lo guarda sospettoso, non riuscendo a capire se mente o no: Stiles, abituato a Scott, sta facendo di tutto per controllare i propri battiti e le proprie emozioni.

«Davvero?» Esclama sorpreso l'altro. «Cioè, umh, hai usato lo zucchero?»

Stiles annuisce.

«Sì, entrambe le bustine, davvero buono! Le prossime volte probabilmente ti chiederò di prepararmene un altro!» Esclama Stiles, forse con troppa enfasi, per poi uscire dall'ufficio del moro.

Il lupo sbatte le palpebre più volte, capendo che Stilinski non è come tutti gli altri. Con lui sarà più difficile mandarlo via.

•••

«Derek, come va con il nuovo partner? l'hai già fatto scappare?» Ridacchia Erica, davanti ad una bella pizza.

Sono andati, la sera stessa, in un ristorante in città, e c'è anche Boyd, il fidanzato della bionda. Erica e Boyd sono due licantropi come lui, e hanno ricevuto il suo stesso trattamento. Hanno frequentato anche loro l'accademia, vista le loro capacità intellettive, e si fanno rispettare dai propri partner. Anche se quello di Derek è il più giovane, visto che capita difficilmente che Hook li faccia scegliere ragazzi che non hanno ancora finito le lezioni.

«È un ragazzino logorroico e iperattivo, questione di tempo.» Risponde, masticando.

«Sono curiosa di sapere quanto resisterà...io scommetto due settimane!» Esclama Erica, con indosso un abitino rosso.

«Io invece una settimana e basta.» Si aggiunge Boyd al discorso, ricevendo un'alzata di sopracciglia dal moro.

«Staremo a vedere, ma tanto dubito Hook mi farà mai lavorare da solo.» Ammette Derek sconfortato, bevendo un attimo.

«So quanto possa essere difficile per te, Der.» Gli sorride tristemente Erica, posando una mano su quella del moro, come per sostenerlo. Derek abbassa lo sguardo. Dopo quello che è successo tre anni fa, non si è fidato più di nessuno, e ha deciso che non poteva più affezionarsi a nessuno che lavorasse con lui. Ma con Erica e Boyd é diverso, loro li conosceva dalla prima volta che ha messo piede in quella accademia, e i due hanno fatto di tutto per restargli accanto, per fargli capire che lui poteva fidarsi almeno di loro due. E così sono i suoi unici veri amici, con cui esce davvero spesso.

«Come va in amore, Der?» Cambia argomento Boyd.

Derek scrolla le spalle, imbarazzato.

«Niente di serio, anche perchè sono molto impegnato con il lavoro...»

Erica sbuffa, immaginandosi una risposta simile.

«Da quant'è che non scopi, Derek? Ci dobbiamo organizzare per portati in un locale, o altrimenti diventerai più insopportabile del solito.» Ironizza la bionda, portando i due a ridere. 
In realtà Derek è davvero preso dal lavoro, anche se ultimamente non ha nessun caso importante fra le mani. Inoltre sa che il suo lavoro è pericoloso, e per fortuna che non è umano, rischiando di farsi seriamente male solo nei rari casi sovrannaturali. Forse potrebbe davvero tentare di riavere una relazione.

«E vada per il locale!» Sospira divertito, mentre Boyd paga per un giro di birra per tutti e tre.

•••

Due mattine dopo Stiles è appena uscito da scuola, e si stava dirigendo al parcheggio, quando avvista da lontano un autolavaggio, e gli sembra di riconoscere la persona che sta lavando una bella Camaro nera. Assottiglia gli occhi, e capisce che è proprio Derek. 
Il moro indosso una maglia nera, e i suoi muscoli sono tutti tesi: sta lavando con un lungo tubo la propria macchina, e pare molto indiffarato e concentrato.

«Hale!» Esclama Stiles, camminando velocemente verso il lupo, il quale si gira di scatto. «Da quanto non ci si sente? Bel macchinone, comunque!» Gli sorride Stiles, tre metri distante. Derek l'osserva attentamente, trattenendo a stento un ringhio.

«Stilinski, cosa vuoi?» Si comporta da stronzo, tornando a lavare la macchina. Stiles invece continua a sorridere, come se l'avesse trattato con estrema gentilezza.

«Sapere come stai, una normale conversazione.» Fa spallucce.

«Prima che arrivassi tu, benissimo.» 
Fa l'acido il moro, senza neanche guardarlo in faccia. Di solito, a questo punto, tutti smettono di rivolgergli parola. Ma evidentemente Stiles non é della stessa opinione.

«Ah-ah-ah! Non ti ricordavo così simpatico, comunque, sai quando ci affibbieranno il primo caso? Non vedo l'ora, saremo una bella squadra io e te!»

Il lupo alza un sopracciglio.

«No, non ne ho idea.»

E d'un tratto un'idea malvagia appare nella mente del moro, e ghigna. In un secondo fa finta di perdere il controllo del tubo, indirizzandolo verso il ragazzino, che fa un urletto poco virile appena l'acqua lo investe.

«Oddio, scusa!» Esclama Derek, cercando di stoppare il tubo, con uno Stiles completamente fradicio. 
Il ragazzino rimane immobilizzato, con il respiro mozzato dall'acqua gelata che ha ovunque. Chiude gli occhi qualche secondo, cercando di mantenere la calma. Sa che Derek l'ha fatto apposta per avere una sua reazione negativa, e non può dargliela vinta. Non può. Fortuna che almeno è una giornata stranamente calda, e che si porta sempre una maglia nella valigietta.

Sorride forzatamente.

«Tranquillo, avevo proprio bisogno di una bella rinfrescata, grazie!» Esclama, notando soddisfatto come Derek non sia affatto felice della sua risposta. 
E, poi, si toglie la giacca, rimanendo in jeans. Il moro osserva la pelle delicata e bianca del ragazzino, e i suoi muscoli più che accennati. E come le goccioline d'acqua gli cadano lungo i pettorali. 
Il lupo trattiene il respiro per un po', fino a quando l'umano non si mette una maglia rossa, che ha tirato fuori dalla valigetta.

Non riusciva proprio a staccare lo sguardo dall'umano, dal suo corpo, e quest'ultimo pare essersene accorto, visto che sta sogghignando.

«Buona giornata, Hale!» Lo saluta, andandosene via.

   
 
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