Capitolo 5 - Pirati
Ladybug e Chat Noir si trovarono nuovamente sollevati in aria, questa
volta però avevano preso una direzione ben precisa in
alto nel cielo verso due piccole stelle molto luminose.
Il vento che li avvolgeva prepotentemente, li stava conducendo in un qualche
luogo lontano da Parigi.
Un attimo di
terrore colse la ragazza che si voltò a cercare con gli occhi il suo compagno.
Lo trovò alcuni metri dietro di lei, così fece ruotare lo yo-yo e lo
lanciò afferrando il ragazzo per un polso e strattonandolo lo avvicinò a se.
“Grazie insettina
mia, è bello sapere che mi vuoi accanto nel bene e nel male...”
ridacchiò abbracciandola facendo aderire il proprio petto alla spalla
desta di lei, serrando ulteriormente la presa imprigionandola tra il
proprio corpo e la propria arma.
Nonostante
la battuta, il viso del giovane non riusciva a celare un velo d’inquietudine.
Se si fossero schiantati al suolo a quella velocità e da quell’altezza, si
sarebbero fatti molto male, per essere ottimisti.
Ladybug se
ne accorse e non rispose alla battuta ma si limitò a puntargli in viso gli
occhi azzurri domando "Dove ci starà portando?"
"Non lo
so Mylady. Proprio non lo so" rispose pensieroso.
Restarono in volo pochi secondi che a loro parvero infiniti. D’un
tratto l’aria che li colpiva in faccia cambiò e si fece più leggera,
frizzante. Respirando si ritrovarono in bocca un gustoso sapore di salsedine.
Guardando in basso si accorsero di essere sul mare. "M-mah, non è possibile"
balbetto Ladybug guardando stranita il compagno che istintivamente
aumentò la presa dell'abbraccio. Il suo sguardo ora era veramente preoccupato.
Cominciarono
a scendere. Sotto di loro videro un’isola e si scambiarono un'occhiata perplessa quando si
accorsero che, vista dall'alto presentava delle scritte: Laguna delle
Sirene, Scoglio del Teschio, Baia dei Pirati?
“Ma, ma
questa…” cominciò Ladybug sconvolta "già sembra essere l’Isola che
non c’è!” concluse Chat roteando il bastone sulla testa
velocemente per tagliare l’aria e rallentare la loro discesa a terra.
“ Eh ora?”
chiede Ladybug guardandosi intorno, una volta toccato il suolo.
“Togliamoci
dall’acqua Mylady sento un ticchettio!” disse Chat allontanandosi dal
bagnasciuga.
S’incamminarono
sulla spiaggia; il sole alto, l’acqua cristallina e una leggera brezza
rendevano il posto un incanto.
E' un posto meraviglioso, sarebbe
bello poter fare una nuotata pensò distrattamente l’eroina guardando le onde infrangersi a
riva.
Quasi
intuendo i suoi pensieri Chat Noir le chiese "Il tuo costume ha una
versione bikini?" Lei gli rispose con un sorriso sarcastico.
Anche se
provavano a mantenere la calma la situazione era preoccupante.
Chat sospirò
e si fece serio. "Ok cerchiamo di capire cos'è successo e come possiamo
andarcene da qui." disse sedendosi sul masso più basso di un
gruppo posto sotto delle piante. Il caldo si faceva soffocante dentro la
loro tuta.
"Dunque cominciamo a capire dove ci troviamo veramente."
cominciò la coccinella aprendo lo yo-yo per visualizzare la mappa. Lo schermo
cominciò a lampeggiare restituendo in alternanza un messaggio di errore e
l'immagine di un’isola con la scritta in sovrimpressione "Never Never
Land!"
"Ecco qua!" sospirò l'eroina mostrando al compagno il risultato della
sua ricerca.
Al ragazzo scappò un sorriso rassegnato. “Purtroppo la mia Lady ha sempre
ragione. Ma come ci siamo finiti?" " Uhm - mugugno la ragazza
tamburellando l'indice della mano destra sul mento - probabilmente è accaduto
quando ha aperto il libro. In qualche modo deve averci scaraventato dentro la
storia."
"Giusto, probabilmente è lì che si trova l'akuma... ma come facciamo ad
uscire e a distruggerlo? "
"Beh, questo è quello che dobbiamo scoprire Micetto."
Di colpo Chat Noir scattò in piedi avvicinandosi a lei e posandole un
dito sulle labbra mentre le sussurrava "Shhh" Si guardò in torno
guardingo, poi sussurrò. "Vieni, spostiamoci in un posto più riparato.
Qualcuno ci sta osservando".
S’inoltrarono nel bosco, ma la sensazione di essere pedinati non si dissolse.
Proseguirono ancora per un centinaio di metri.
Era chiaro che chiunque li
stesse seguendo conoscesse molto bene il posto, mentre loro si
trovavano in territorio ostile. La giungla si stagliava
lussureggiante e per avanzare più
rapidamente decisero di seguire un accenno di sentiero.
Procedere su quella che poteva essere
considerata l'unica strada battuta li esponeva a rischi sicuri ma
non
avevano scelta.
Proseguirono circospetti ancora per un po' fino a che non sentirono il rumore di un
ramo spezzato proprio dietro le loro spalle.
Si voltarono di scatto e videro un
grosso tronco, sorretto da liane, avvicinarsi velocemente a mezz'aria.
Fecero
entrambi un salto indietro per evitare l'impatto ma appena
toccarono terra
si trovarono a sprofondare in una voragine. Ladybug fece roteare lo
yo-yo per tentare di legarlo a uno dei rami che ombreggiavano la strada
ma una pioggia di
rami, legni e sassi, probabilmente quelli che coprivano la buca,
contrastarono
il lancio e l'arma ricadde molle a fianco della ragazza.
Raggiunto il fondo della buca Chat aiutò la sua amica a rialzarsi le cinse
la vita con un braccio e allungando il suo bastone le urlò " tieniti
stretta, l'ascensore sale!"
Non fece in tempo ad uscire dalla buca che si trovarono
imprigionati in una robusta rete da pesca. Una risata
sguaiata giunse alle loro orecchie.
Davanti a loro si stagliava con le mani sui fianchi, un uomo alto
con vestito di nero; sotto la giacca arabescata s’intravedeva una ricca camicia
chiara con le rouge ed in testa portava un appariscente cappello piumato.
Al posto
della mano sinistra spiccava un lucente acuminato uncino.
Un sorriso perfido gli
si stagliò sul volto "Vedo che i nostri ospiti sono stati così gentili di
tirarsi fuori da soli da quel fetido pozzo." "Chi siete? Cosa
volete?" urlò Chat cercando di riprendere il controllo della
situazione." Oh ma come sono sbadato, ho scordato le buone maniere -
rispose ghignando - sono Giacomo Uncino il Capitano della famigerata..."
" Jolly Rogers!" Completò Ladybug sconcertata. Nonostante tutti
gli indizi ancora non voleva crederci.
"Noto con piacere che la mia fama è continua a riverberarsi. Ora se abbiamo
finito le presentazioni, possiamo procedere. Spugna! Pendaglio da forca,
portali alla nave, prima ci liberiamo di questi pagliacci prima avremo il
potere per sconfiggere Peter Pan!"
" M- ma capitano una donna sulla nave porta sfortuna " balbettò il
povero nostromo.
"Come osi lurida feccia contestare un mio ordine! - tuonò il capitano - e
poi non preoccuparti non ci staranno per molto. Entro un’ora cammineranno
saranno cibo per coccodrilli!
Pochi minuti
dopo si trovavano su una scialuppa a remi diretti verso un magnifico
veliero attraccato leggermente al largo della baia.
Erano stati liberarti balla rete e posti a prua con le mani legate dietro la
schiena.
"Dobbiamo cercare di liberarci" sussurrò la ragazza piegandosi
leggermente verso il compagno. " Non posso usare il Kataclisma. Non sono
sicuro che sarebbe facile trovare qui attorno del Camembert." rispose il
ragazzo con un sorriso tirato.
Ladybug sospirò poi d'un tratto riprese "potresti usare gli artigli
per sciogliere me."
S'interruppe, il nostromo li stava guardando
sospettoso. Dopo qualche secondo riprese "pensi di farcela?"
Il ragazzo annuì " Magari ci servirebbe un diversivo" terminò la ragazza "A questo penso io" sussurrò sornione e così dicendo si sporse appoggiando la testa nell’incavo del collo dell'amica che sussultò avvertendone sulla pelle il respiro caldo. Contemporaneamente Chat aveva allungato, per quel che era possibile, le proprie mani verso i polsi legati dietro la schiena dell'eroina in modo da sfilacciare le corde.
"Ehi voi due che combinate!" Urlò il nostromo ma Chat prontamente le
rispose "Signore la mia fidanzata è sconvolta da tutta questa situazione
mi permetta di consolarla"
Ladybug s'irrigidì di colpo mentre Spugna si spingeva in avanti
facendo forza sulla gambe per alzarsi ed andare a
dividerli ma l'uncino del capitano gli si
parò davanti. " Lasciali stare Spugna. Che non si dica che il
Grande Capitan Uncino non conceda l'ultimo desiderio ai prigionieri
"
Ladybug stava per fulminare il compagno ma visto che la sua sceneggiata
sembrava funzionare stette al gioco e appoggio la guancia sulla testa
dell'amico aumentando il contatto dei loro corpi. Sentì uno sbuffo caldo alla base del collo;
probabilmente Chat stava sorridendo all'idea che lei si fosse lasciata andare. La
cosa l'irritò ma al momento non poteva fare altro.
Dopo pochi secondi sentì le corde allentarsi, non avevano ancora ceduto ma
la ragazza aveva recuperato sufficiente mobilità per potersi liberare.
Quindi piegò la testa in avanti fino a sfiorare con le labbra la fronte
dell'eroe sussurrò "prendi un bel respiro". Chat fece
velocemente come gli era stato ordinato. Se trattenne un brivido a quel
contatto, fu perché l'adrenalina cominciò ad andare in circolo. Si sentiva
euforico.
Un istante dopo Ladybug gli afferrò i polsi ancora legati dietro la
schiena e lo spinse fiori bordo con tutta la forza del suo corpo
scaraventandolo prepotentemente in mare.
I due sparirono velocemente dalla vista dei pirati che, imprecando, cercavano
di individuarli tra i flutti.
"Dannate sardine putrefatte, ve li avete fatti scappare!" Urlò Uncino
alzandosi di scatto e facendo rollare paurosamente la piccola
scialuppa. "Capitano, calmatevi rischiate di rovesciare la barca se
continuerete ad agitarvi così " " Eh allora?- ringhiò furente il
capitano - non dirmi che hai paura di due mocciosi perché entro un’ora ti
regalerò la più della cravatta che l'albero di trinchetto abbia mai
visto!"
"Ma no, mio capitano cosa dite, e che l'acqua è...- cercò le parole -
profonda, ehm...bagnata - Uncino alzò un sopracciglio pronto a replicare -
a-abitata? " concluse titubante il nostromo disegnando per aria con un
dito il dondolio di un pendolo.
Uncino sbiancò e con estrema calma si sedette sulla panca di poppa. Lo
sciabordio dell’acqua dei due fuggiaschi aveva provocato l'interesse degli
abitanti della baia, così non passò molto che i pirati sentirono in lontananza
l'inquietante ticchettio di un orologio. "Magari è la volta buona che quel
dannato coccodrillo serva a qualcosa. Spugna! Riaccompagnami sulla Jolly
Rogers. Voi altri dirigetevi nuovamente a riva. Non potranno nuotare a lungo
non sono mica pesci - ed aggiunse con un sorriso malefico - e se lo fossero,
finirebbero dritti dritti nella mia rete!"
"Avanti razza di rammolliti - urlò Spugna rivoltò agli
equipaggi delle
altre imbarcazioni che li seguivano - avete sentito cosa ha detto il
capitano? Prendeteli! A chi ci riuscirà stasera razione doppia
di rancio!"
Uno sguardo preoccupato corse tra i marinai: che fosse meglio pendere dal ponte
di maestra che ingurgitare doppia razione della sbobba di Spugna?"
Caddero in acqua innalzando un potente spruzzo Ladybug afferrò il compagno e lo
trascino più in profondità. Non era mai stata una grande nuotatrice ma i poteri
di Tikki aiutavano notevolmente. Liberò velocemente i polsi dell’amico e
insieme cominciarono ad allontanarsi. La loro fuga aveva generato in tale
pandemonio che riuscirono ad emergere indisturbati nascondendosi dietro una delle
scialuppe dei pirati troppo impegnati a discutere tra di loro e a guardare il
punto in cui si erano inabissati piuttosto che usare l'astuzia.
Se a questo si aggiunge che l'eroina era accompagnata dal kwami della fortuna
si poteva capire com’erano riusciti a fuggire abbastanza facilmente da "
quel branco d’idioti" come li stava affettuosamente definendo il loro
capitano.
Ripreso fiato, non indugiarono oltre e cominciarono a nuotare
velocemente verso la riva.
Si ritrovarono vicino a degli scogli e convennero che sarebbe stato più
prudente nuotargli lontano così si diressero verso una piccola insenatura che
s'intravedeva sulla sinistra
Si trovavano in una laguna d' acqua azzurra, cristallina, piena di conchiglie
e pesci di ogni colore. Nonostante il fondo sabbioso l'acqua era trasparente.
Ladybug poggiò i piedi e si accorse che toccava perfettamente così si diresse
verso un gruppo di scogli che emergeva dal fondale, quasi fosse un sedile. Si
sedette per riprendere fiato e cominciò a strizzare i codini zuppi.
Sebbene
il costume magico avesse molte qualità, in quelle circostanze
non si era rivelato l'ideale avendole fatto provare prima molto caldo
e ora il sentirselo zuppo addosso le causava un certo malessere. Era
esausta.
Guardò davanti a se Chat Noir con i capelli flosci. Se non avesse saputo che
era impossibile avrebbe giurato che avesse il pelo dritto a causa dcl freddo e
del disappunto per il bagno prolungato. Mentre rifletteva su ciò, il compagno
saltò sulla roccia accanto a lei e semplicemente si scrollò via l'acqua in
eccesso.
" Credevo che fossi un micio e non un cane!" commentò scocciata la
coccinella che si ritrovò nuovamente bagnata fino al midollo.
" Perdonami Mylady, ma sai com'è, l'acqua non è esattamente il mio
elemento - poi aggiunse vedendola tremare - comunque se vuoi toglierti il
costume per asciugarti meglio non ho nulla in contrario"
La ragazza lo guardò storto ma non fece in tempo a ribattere che furono
investiti che una miriade di spruzzi arcobaleno che si vaporizzarono nell'aria
calda.
Come le minuscole goccioline si diradarono Ladybug scorse davanti a se una
fanciulla dai lunghi capelli biondi fermati a lato della testa da una
meravigliosa stessa marina. Sembrava avere poco più di sedici anni. Il seno
generoso era coperto da due conchiglie azzurre e quella che ad una prima
occhiata sembrava una sensuale gonna cangiante era in realtà una pinna.
Dalle sue labbra rosa ed invitanti uscì una risata cristallina " ah ah ah,
avete sentito sorelle? Qui abbiamo un principe audace!"
"Eh che principe!" commentò una ragazza dagli occhi verdissimi e dai
capelli rossi tenuti in un'elaborata acconciatura da un complicato intreccio di
alghe.
" Già Ondina, notevole! Quasi meglio di Peter Pan"
"Nessuno è meglio di Peter" piagnucolò una bimbetta bruna con
due codini ornati da riccioli ribelli.
Lusingato da tanta considerazione l'eroe si erse sulla roccia in tutta la sua
altezza, gonfiando il petto, poi con un inchino sussiegoso si prostrò innanzi
al gentile uditorio e con tono solenne si presentò " Ahimè non sono un principe
bensì Chat Noir, protettore della Ville Lumière. Per servirvi
Mademoiselles!"
Una serie di risatine maliziose galleggiarono tra le onde e Ladybug infastidita
si massaggiò l'attaccatura del naso con il pollice e l'indice della mano destra
emettendo un debole sospiro. Chat lo udì e forse notando il lieve segno d'impazienza
si affrettò ad aggiungere " Permette mie splendide fanciulle di
presentarvi la luce più splendente di tutta Parigi la mia bellissima
Ladybug"
Aveva cominciato quella frase a mo’ di scherno, ma vederla lì seduta circondata
da fantastiche sirene, che mal celava un certo fastidio per le attenzioni che
gli stavano rivolgendo, la rendeva l'unica meraviglia esistente su tutta
la terra per come la conoscevano, e ora, era certo, anche di tutti gli universi
paralleli.
La corvina rispose con un sorriso imbarazzato alla presentazione che di lei
aveva fatto il compagno. Che si fosse accorto del suo nervosismo? Era nervosa?
E per cosa?
Beh certo erano bloccati sull'Isola che non c'è, non sapevano come tornare,
certo,certo...ma qualcosa le suggeriva che non era per quello che si era
improvvisamente innervosita. Che fosse gelosa? Gelosa di Chat?
Doveva essere per forza la situazione di tensione a destabilizzarla, oppure quel
sogno? Dannazione a quel sogno, era un sogno e basta! Non poteva tornarle in
mente ogni due minuti. Se avesse continuato così tanto valeva baciare quel
benedetto Chat Noir e togliersi ogni dubbio.
Si blocco, forse non era una grande idea. Tornado a concentrarsi sull’ambiente
circostante si accorse di avere tutti gli occhi puntati su di se. Soprattutto
due meravigliosi occhi verdi che le sorridevano rassicuranti.
" Pia- piacere " Balbetto - dannazione!
In qualche modo però se l'era cavata perché ora la sirena dai capelli biondi
stava parlando nuovamente " Parigi eh? Insolito, qui normalmente arrivano
tutti da Londra! La conoscete?"
"Oh si - rispose il felino senza pensare - molto bene, ci sono stato
spessissimo per lavoro"
La compagna lo guardò interrogativa e lui si affrettò a precisare con un
sorriso "Pendolare anticrimine, no?"
Non poté aggiungere altro perché la sirena chiese " ...e che cosa ci fate qui?"
Ladybug cominciò a spiegare dell'attacco dell'akuma e di come si fossero
improvvisamente ritrovati lì e chiese se conoscevano un modo per andarsene.
Quando terminò sentirono una sirena commentare: " Che ne pensi
Marina? Credi che dicano la verità?" e poi ancora via, via: "non
ho mai sentito
una storia più assurda di questa!"
" Magari sono quelle nuove storie
fatte da amatori che usano oggi, sai quelle dei fans..."
"Può essere, ma mai nessuno era arrivato fin qui"
"dici che sono una storia e non sanno di esserlo?"
" Ehi - protestò
Ladybug irritata da quel chiacchiericcio - non sto mentendo!"
"Su un punto possiamo essere certe - tagliò corto Marina - Se Uncino li
inseguiva vuol dire che sono suoi nemici e tutti i nemici di quel maledetto
pirata sono amici miei e di Peter "
"...miei e di Peter." si sentì scimmiottare da dietro uno scoglio. Ma
Marina non ci badò e continuò.
"L'unico modo per lasciare l'Isola che non c'è è volando, ma non
credo che faccia al caso vostro o via mare..." " Anche quello potrebbe
crearci qualche problema" commentò dubbioso il ragazzo.
"Non se vi aiutiamo" rispose Marina.
Potremmo accompagnarvi fino alla grotta del teschio, nuotando un po' in
profondità si trova un’apertura con una forte corrente. Vi entrate e vi tuffate
nella corrente oceanica. Non appena arriverete in mare aperto e la sentirete
rallentare cercare lo squarcio nella barriera corallina.
Attraversatelo e vi ritroverete in un lago calmo e un po' melmoso. Da li
arriverete velocemente sulla terra ferma."
"E saremo in Francia?" chiese Ladybug speranzosa, felice di aver
finalmente degli elementi su cui ragionare per progettare la via di fuga e la
distruzione dell’Akuma. "Beh non saprei, da lì però avrete delle
possibilità di tornare nel vostro modo..." aggiunse pensierosa Marina
tamburellandosi l'indice della mano destra sul mento.
"C'è ancora un problema - disse Chat perplesso - per quanto dotati di
super poteri dubito che riusciremmo a trattenere il fiato così a lungo."
L'espressione della sua amica si velò immediatamente di preoccupazione che
svanì in un lampo quando Marina rispose.
"Ah questo si risolve facilmente. Posso darvi un pezzetto di questo"
mentre parlava aveva aperto il piccolo sacchetto di materiale incerto che
teneva legato ai fianchi, ed aveva estratto alcune foglie " Ecco qua,
questa è Algabranchia, è molto potente probabilmente una foglia divisa in due
vi sarà sufficiente per arrivare a destinazione. Infondo il percorso non è
tanto lungo"
I due ragazzi strabuzzarono gli occhi " Algabranchia!" chiesero in
coro " Mah, com'è possibile?" - chiese una sgomenta Ladybug che sentiva
improvvisamene salire un terribile mal di testa.
"Beh me l'ha regalata una mia cugina, da parte di padre. Lei vive a nord
in un lago vicino ad una scuola di magia là è stata usata spesso. Qui invece
non ne abbiamo bisogno non abbiamo quasi mai ospiti da scarrozzare per gli
oceani. Ma almeno questa volta posso vedere come funziona" disse la bella
sirena con un sorriso.
"Hogwarts tua cugina abita nel lago vicino a Hogwarts?" Chiese ancora
tra lo sconvolto e l'eccitato il felino - hai sentito Mylady ma
questo è stupendo! E dimmi, quando vi vedete? Come fate ad incontrarvi?"
Marina lo guardò stupita. " Come non lo sai? Non penserai davvero che
siamo confinati esclusivamente in questi quattro fogli?"
Un’occhiata dubbiosa dei ragazzi la fece sospirare e continuò. "dovete
sapere che tutte le storie, i romanzi, i racconti a volte anche i film e
persino le poesie sono tutti collegati tra di loro. Certo si deve conoscere il
percorso, sapere dove dirigersi ma quando si arriva ai margini di una storia
ecco che si può trovare il confine di un’altra o, in alcuni casi,
un sentiero che porta nelle zone d'ombra delle parole non scritte,
dei momenti mancati.
Luoghi dove ogni possibilità è ancora aperta e da lì se si è capaci e fortunati
si può accedere alla realtà. E voi - aggiunse poi scoccando un' occhiata alla
ragazza che l'ascoltava rapita - credo abbiate confidenza con la fortuna ed in
quanto a capacità...beh, il fatto di essere scappati ad Uncino senza rimetterci
le penne, pardon pelo e ali, la dice lunga."
"Perfetto!" Chat Noir si era alzato nuovamente in piedi sullo scoglio
con lo sguardo risoluto afferrò per mano la compagna e disse a Marina,
"Noi siamo pronti, quando vuoi possiamo partire!"
"Non così in fretta micetto, prima devi mangiare l'alga o non sopravvivrai
cinque minuti" ridacchiò mielosa la sirena prendendo una lunga foglia
melmosa, dividendola in due e porgendone metà al ragazzo e metà alla corvina.
Mentre prendeva l'alga e la portava alle labbra Marinette dovette registrare
con un certo disappunto che odiava sentir chiamare il suo Chat Noir micetto
da qualcun’altra.
Lei lo chiamava micetto era il suo micetto.
Poi frustrata da certe elucubrazioni che normalmente Marinette riversava per
Adrian, buttò in bocca la foglia e cominciò a masticare quel cibo viscido e
appiccicoso.
Dopo aver ingoiato Ladybug sbiancò non riusciva più a respirare era come se
quell'alga le avesse bloccato le vie respiratorie. Provò a tossire ma niente la
sua gola sembrava sigillata. Presa dal panico vide anche l'amico annaspare cercando
aria. Pensando al peggio si portò terrorizzata le mani alla gola, chiuse gli
occhi sentendo solo due mani potenti che la trascinavano in acqua. Era la fine,
ne era certa!
Pochi istanti dopo invece di scivolare definitivamente nell'oblio come si era aspettata,
sentì alleviarsi il peso che le gravava sul petto, i polmoni espandersi e il
suo cuore riacquistare un ritmo regolare.
Aprì gli occhi e si accorse che le forti mani che sentiva sulle sue spalle e
che la tenevano immersa erano quelle del suo compagno.
Lui le sorrise dolcemente e comprendendo il suo disorientamento le indicò delle
piccole fessure alla base del collo.
D'istinto portò la mano proprio dove il costume terminava trovando anche su se
stessa delle piccole branchie perfettamente funzionanti,
Anche la sensazione di disagio dello stare a mollo per diverso tempo si era
attenuata di molto e la cosa cominciava a sembrare quasi divertente.
Si dette mentalmente della stupida, perché aveva letto il libro ed era chiaro
l'avvertimento: usare l'alga branchia quando già si era immersi in acqua.
Ovviamente però mai avrebbe pensato di sperimentarla in prima persona.
Chat noir forse intuendo i suoi pensieri le fece un sorriso poi le prese
la mano e cominciò a seguire Marina, Ondina e le altre sirene che li stavano
scortando verso il teschio del Diavolo.
Quando vi giunsero Marina rispiegò velocemente quelle che sarebbero state le
tappe del loro viaggio. I due eroi annuirono non potevano parlare
l'algabranchia permetteva loro di respirare tramite una magia, che comportava
però la sigillatura della gola quindi a differenza delle sirene, che erano in
tutto e per tutto esseri marini loro avevano delle limitazioni.
I ragazzi si congedarono delle loro nuove amiche e Chat eseguì un perfetto
baciamano in immersione prima di riprendere e stringere nella sua la mano di
una sempre più gelosa Ladybug e dirigersi senza esitare nel gorgo che li
avrebbe portati alla corrente oceanica.
"Uncino?"
"Mi scusi sono scappati, erano più scaltri del previsto"
" Nessun problema - sibilò una vocina - li annienterò comunque e avrò i
loro Miraculous!"
"Grazie per la magnanimità " balbettò uncino prostrandosi fin quasi a
toccare il suolo con la fronte.
La presenza si voltò per andarsene poi ci ripensò e aggiunse con un ghigno
"Ah Uncino la prossima volta che esci per mare stai
attento all'Olandese..."
Il capitano sbiancò tanto da confondersi con la propria camicia.
La ragazzina non lo degno più di uno sguardo e voltandogli le spalle e
batté per tre volte i tacchi delle sue ballerine rosa.
***
Ciao a tutti,
questa sera arrampicandoni su una terrazza posta estremamente in alto
ed essendo riuscita a triangolare tutte le reti dati della zona,
approfittando di una connesione di fortuna (Ladybug deve averci messo
del suo) riesco a postarvi finalmente un nuovo capitolo.
Eh niente questa battaglia è venuta più lunga di quanto
previsto inizialmente, spero non vi annoierete troppo, ci tengo ad
anticiparvi che questa lunga vincinanza forse potrerà a
qualcosa... cosa? beh al momento non è chiaro ^_^
Ne approfitto per dirvi, per onestà intellettuale, che l'idea base dei racconti confinanti, non è mia ma arriva da Book Jamper di Metchild Gläser. Se vi capita leggetelo io l'ho trovato interessante. Ovviamente ho riadattato il concetto a mio uso e consumo: l'area delle possibilità inespresse, dei momenti mancanti e dell'accesso alla realtà sono invece concetti originali.
Ringrazio tutti quelli che leggono e i tantissimi che hanno salvato la storia nelle varie categorie!
Auguro a tutti buone vacanze e ci leggiamo a fine agosto.
Crisan