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Autore: Crisan    07/08/2017    1 recensioni
La trasformazione si annullò appena tocco terra. Plugg schizzo fuori dall'anello mentre Adrien ansante riprendeva fiato appoggiando le mani sulle ginocchia. "Che c'è?" chiese il ragazzo con una nota d'allarme nella voce accorgendosi dello sguardo angosciato che il piccolo amico gli rivolgeva. "Adrien, non avverto più il suo Miraculos - e aggiunse mormorando mentre il panico si palesava sul volto del suo portatore - non sento più Tikki! "
**
Cos'è successo? Chi sta mettendo in difficoltà i nostri eroi? Avventura, amore, amicizia.. è quello che proverò a raccontarvi in questa possibile versione degli eventi!
Nota: i fatti narrati si devono considerare intrecciati con quanto capitato nella prima stagione proseguendo oltre.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Pirati

Capitolo 5 - Pirati

Ladybug e Chat Noir si trovarono nuovamente sollevati in aria, questa volta però avevano preso una direzione ben precisa in alto nel cielo verso due piccole stelle molto luminose.

Il vento che li avvolgeva prepotentemente, li stava conducendo in un qualche luogo lontano da Parigi.

Un attimo di terrore colse la ragazza che si voltò a cercare con gli occhi il suo compagno. Lo trovò alcuni metri dietro di lei, così fece ruotare lo yo-yo e lo lanciò afferrando il ragazzo per un polso e strattonandolo lo avvicinò a se.

“Grazie insettina mia, è bello sapere che mi vuoi accanto nel bene e nel male...” ridacchiò abbracciandola facendo aderire il proprio petto alla spalla desta di lei, serrando ulteriormente la presa imprigionandola tra il proprio corpo e la propria arma.

Nonostante la battuta, il viso del giovane non riusciva a celare un velo d’inquietudine. Se si fossero schiantati al suolo a quella velocità e da quell’altezza, si sarebbero fatti molto male, per essere ottimisti.

Ladybug se ne accorse e non rispose alla battuta ma si limitò a puntargli in viso gli occhi azzurri domando "Dove ci starà portando?"

"Non lo so Mylady. Proprio non lo so" rispose pensieroso.

Restarono in volo pochi secondi che a loro parvero infiniti. D’un tratto l’aria che li colpiva in faccia cambiò e si fece più leggera, frizzante. Respirando si ritrovarono in bocca un gustoso sapore di salsedine.

Guardando in basso si accorsero di essere sul mare. "M-mah, non è possibile" balbetto Ladybug guardando stranita il compagno che istintivamente aumentò la presa dell'abbraccio. Il suo sguardo ora era veramente preoccupato.  

Cominciarono a scendere. Sotto di loro videro un’isola e si scambiarono un'occhiata perplessa quando si accorsero che, vista dall'alto presentava delle scritte: Laguna delle Sirene, Scoglio del Teschio, Baia dei Pirati?

“Ma, ma questa…” cominciò Ladybug sconvolta "già sembra essere l’Isola che non c’è!” concluse Chat roteando il bastone sulla testa velocemente per tagliare l’aria e rallentare la loro discesa a terra.

“ Eh ora?” chiede Ladybug guardandosi intorno, una volta toccato il suolo.

“Togliamoci dall’acqua Mylady sento un ticchettio!” disse Chat allontanandosi dal bagnasciuga.

S’incamminarono sulla spiaggia; il sole alto, l’acqua cristallina e una leggera brezza rendevano il posto un incanto.

E' un posto meraviglioso, sarebbe bello poter fare una nuotata pensò distrattamente l’eroina guardando le onde infrangersi a riva. 

Quasi intuendo i suoi pensieri Chat Noir le chiese "Il tuo costume ha una versione bikini?" Lei gli rispose con un sorriso sarcastico.

Anche se provavano a mantenere la calma la situazione era preoccupante. 

Chat sospirò e si fece serio. "Ok cerchiamo di capire cos'è successo e come possiamo andarcene da qui." disse sedendosi sul masso più basso di un gruppo posto sotto delle piante. Il caldo si faceva soffocante dentro la loro tuta.

"Dunque cominciamo a capire dove ci troviamo veramente." cominciò la coccinella aprendo lo yo-yo per visualizzare la mappa. Lo schermo cominciò a lampeggiare restituendo in alternanza un messaggio di errore e l'immagine di un’isola con la scritta in sovrimpressione "Never Never Land!"
"Ecco qua!" sospirò l'eroina mostrando al compagno il risultato della sua ricerca.
Al ragazzo scappò un sorriso rassegnato. “Purtroppo la mia Lady ha sempre ragione. Ma come ci siamo finiti?" " Uhm - mugugno la ragazza tamburellando l'indice della mano destra sul mento - probabilmente è accaduto quando ha aperto il libro. In qualche modo deve averci scaraventato dentro la storia."
"Giusto, probabilmente è lì che si trova l'akuma... ma come facciamo ad uscire e a distruggerlo? "
 "Beh, questo è quello che dobbiamo scoprire Micetto."
 
Di colpo Chat Noir scattò in piedi avvicinandosi a lei e posandole un dito sulle labbra mentre le sussurrava "Shhh" Si guardò in torno guardingo, poi sussurrò. "Vieni, spostiamoci in un posto più riparato. Qualcuno ci sta osservando".
S’inoltrarono nel bosco, ma la sensazione di essere pedinati non si dissolse. 
Proseguirono ancora per un centinaio di metri.
Era chiaro che chiunque li stesse seguendo conoscesse molto bene il posto, mentre loro si trovavano in territorio ostile. La giungla si stagliava lussureggiante e per avanzare più rapidamente decisero di seguire un accenno di sentiero. Procedere su quella che poteva essere considerata l'unica strada battuta li esponeva a rischi sicuri ma non avevano scelta.
Proseguirono circospetti ancora per un po' fino a che non sentirono il rumore di un ramo spezzato proprio dietro le loro spalle. 
Si voltarono di scatto e videro un grosso tronco, sorretto da liane, avvicinarsi velocemente a mezz'aria. Fecero entrambi un salto indietro per evitare l'impatto ma appena toccarono terra si trovarono a sprofondare in una voragine. Ladybug fece roteare lo yo-yo per tentare di legarlo a uno dei rami che ombreggiavano la strada ma una pioggia di rami, legni e sassi, probabilmente quelli che coprivano la buca, contrastarono il lancio e l'arma ricadde molle a fianco della ragazza.

Raggiunto il fondo della buca Chat aiutò la sua amica a rialzarsi le cinse la vita con un braccio e allungando il suo bastone le urlò " tieniti stretta, l'ascensore sale!"
Non fece in tempo ad uscire dalla buca che si trovarono imprigionati in una robusta rete da pesca. Una risata sguaiata giunse alle loro orecchie.
Davanti a loro si stagliava con le mani sui fianchi, un uomo alto con vestito di nero; sotto la giacca arabescata s’intravedeva una ricca camicia chiara con le rouge ed in testa portava un appariscente cappello piumato.
Al posto della mano sinistra spiccava un lucente acuminato uncino.

Un sorriso perfido gli si stagliò sul volto "Vedo che i nostri ospiti sono stati così gentili di tirarsi fuori da soli da quel fetido pozzo." "Chi siete? Cosa volete?" urlò Chat cercando di riprendere il controllo della situazione." Oh ma come sono sbadato, ho scordato le buone maniere - rispose ghignando - sono Giacomo Uncino il Capitano della famigerata..." " Jolly Rogers!" Completò Ladybug sconcertata.  Nonostante tutti gli indizi ancora non voleva crederci.  

"Noto con piacere che la mia fama è  continua a riverberarsi. Ora se abbiamo finito le presentazioni, possiamo procedere. Spugna! Pendaglio da forca, portali alla nave, prima ci liberiamo di questi pagliacci prima avremo il potere per sconfiggere Peter Pan!"
" M- ma capitano una donna sulla nave porta sfortuna " balbettò il povero nostromo.
"Come osi lurida feccia contestare un mio ordine! - tuonò il capitano - e poi non preoccuparti non ci staranno per molto. Entro un’ora cammineranno saranno cibo per coccodrilli!

Pochi minuti dopo si trovavano su una scialuppa a remi diretti verso un magnifico veliero attraccato leggermente al largo della baia.
Erano stati liberarti balla rete e posti a prua con le mani legate dietro la schiena.
"Dobbiamo cercare di liberarci" sussurrò la ragazza piegandosi leggermente verso il compagno. " Non posso usare il Kataclisma. Non sono sicuro che sarebbe facile trovare qui attorno del Camembert." rispose il ragazzo con un sorriso tirato.

Ladybug sospirò poi d'un tratto riprese "potresti usare gli artigli per sciogliere me."
S'interruppe, il nostromo li stava guardando sospettoso. Dopo qualche secondo riprese "pensi di farcela?" 

Il ragazzo annuì " Magari ci servirebbe un diversivo" terminò la ragazza "A questo penso io" sussurrò sornione e così dicendo si sporse  appoggiando la testa nell’incavo del collo dell'amica che sussultò avvertendone sulla pelle il respiro caldo. Contemporaneamente Chat aveva allungato, per quel che era possibile, le proprie mani verso i polsi legati dietro la schiena dell'eroina in modo da sfilacciare le corde. 

"Ehi voi due che combinate!" Urlò il nostromo ma Chat prontamente le rispose "Signore la mia fidanzata è sconvolta da tutta questa situazione mi permetta di consolarla"
Ladybug s'irrigidì di colpo mentre Spugna si spingeva in avanti facendo forza sulla gambe per alzarsi ed andare a dividerli ma l'uncino del capitano gli si parò davanti. " Lasciali stare Spugna. Che non si dica che il Grande Capitan Uncino non conceda l'ultimo desiderio ai prigionieri " 

Ladybug stava per fulminare il compagno ma visto che la sua sceneggiata sembrava funzionare stette al gioco e appoggio la guancia sulla testa dell'amico aumentando il contatto dei loro corpi. Sentì uno sbuffo caldo alla base del collo; probabilmente Chat stava sorridendo all'idea che lei si fosse lasciata andare. La cosa l'irritò ma al momento non poteva fare altro.

Dopo pochi secondi sentì le corde allentarsi, non avevano ancora ceduto ma la ragazza aveva recuperato sufficiente mobilità per potersi liberare. Quindi piegò la testa in avanti fino a sfiorare con le labbra la fronte dell'eroe sussurrò "prendi un bel respiro". Chat fece velocemente come gli era stato ordinato. Se trattenne un brivido a quel contatto, fu perché l'adrenalina cominciò ad andare in circolo. Si sentiva euforico.
Un istante dopo Ladybug gli afferrò i polsi ancora legati dietro la schiena e lo spinse fiori bordo con tutta la forza del suo corpo scaraventandolo prepotentemente in mare.


I due sparirono velocemente dalla vista dei pirati che, imprecando, cercavano di individuarli tra i flutti.
"Dannate sardine putrefatte, ve li avete fatti scappare!" Urlò Uncino alzandosi di scatto e facendo rollare paurosamente la piccola scialuppa. "Capitano, calmatevi rischiate di rovesciare la barca se continuerete ad agitarvi così " " Eh allora?- ringhiò furente il capitano - non dirmi che hai paura di due mocciosi perché entro un’ora ti regalerò la più della cravatta che l'albero di trinchetto abbia mai visto!"
"Ma no, mio capitano cosa dite, e che l'acqua è...- cercò le parole - profonda, ehm...bagnata - Uncino alzò un sopracciglio pronto a replicare - a-abitata? " concluse titubante il nostromo disegnando per aria con un dito il dondolio di un pendolo.

Uncino sbiancò e con estrema calma si sedette sulla panca di poppa. Lo sciabordio dell’acqua dei due fuggiaschi aveva provocato l'interesse degli abitanti della baia, così non passò molto che i pirati sentirono in lontananza l'inquietante ticchettio di un orologio. "Magari è la volta buona che quel dannato coccodrillo serva a qualcosa. Spugna! Riaccompagnami sulla Jolly Rogers. Voi altri dirigetevi nuovamente a riva. Non potranno nuotare a lungo non sono mica pesci - ed aggiunse con un sorriso malefico - e se lo fossero, finirebbero dritti dritti nella mia rete!"

"Avanti razza di rammolliti - urlò Spugna rivoltò agli equipaggi delle altre imbarcazioni che li seguivano - avete sentito cosa ha detto il capitano? Prendeteli! A chi ci riuscirà stasera razione doppia di rancio!"
Uno sguardo preoccupato corse tra i marinai: che fosse meglio pendere dal ponte di maestra che ingurgitare doppia razione della sbobba di Spugna?"




Caddero in acqua innalzando un potente spruzzo Ladybug afferrò il compagno e lo trascino più in profondità. Non era mai stata una grande nuotatrice ma i poteri di Tikki aiutavano notevolmente. Liberò velocemente i polsi dell’amico e insieme cominciarono ad allontanarsi. La loro fuga aveva generato in tale pandemonio che riuscirono ad emergere indisturbati nascondendosi dietro una delle scialuppe dei pirati troppo impegnati a discutere tra di loro e a guardare il punto in cui si erano inabissati piuttosto che usare l'astuzia.
Se a questo si aggiunge che l'eroina era accompagnata dal kwami della fortuna si poteva capire com’erano riusciti a fuggire abbastanza facilmente da " quel branco d’idioti" come li stava affettuosamente definendo il loro capitano.

Ripreso fiato, non indugiarono oltre e cominciarono a nuotare velocemente verso la riva.
Si ritrovarono vicino a degli scogli e convennero che sarebbe stato più prudente nuotargli lontano così si diressero verso una piccola insenatura che s'intravedeva sulla sinistra

Si trovavano in una laguna d' acqua azzurra, cristallina, piena di conchiglie e pesci di ogni colore. Nonostante il fondo sabbioso l'acqua era trasparente. Ladybug poggiò i piedi e si accorse che toccava perfettamente così si diresse verso un gruppo di scogli che emergeva dal fondale, quasi fosse un sedile. Si sedette per riprendere fiato e cominciò a strizzare i codini zuppi.

Sebbene il costume magico avesse molte qualità, in quelle circostanze non si era rivelato l'ideale avendole fatto provare prima molto caldo e ora il sentirselo zuppo addosso le causava un certo malessere. Era esausta.
Guardò davanti a se Chat Noir con i capelli flosci. Se non avesse saputo che era impossibile avrebbe giurato che avesse il pelo dritto a causa dcl freddo e del disappunto per il bagno prolungato. Mentre rifletteva su ciò, il compagno saltò sulla roccia accanto a lei e semplicemente si scrollò via l'acqua in eccesso.
" Credevo che fossi un micio e non un cane!" commentò scocciata la coccinella che si ritrovò nuovamente bagnata fino al midollo.
" Perdonami Mylady, ma sai com'è, l'acqua non è esattamente il mio elemento - poi aggiunse vedendola tremare - comunque se vuoi toglierti il costume per asciugarti meglio non ho nulla in contrario"

La ragazza lo guardò storto ma non fece in tempo a ribattere che furono investiti che una miriade di spruzzi arcobaleno che si vaporizzarono nell'aria calda.
Come le minuscole goccioline si diradarono Ladybug scorse davanti a se una fanciulla dai lunghi capelli biondi fermati a lato della testa da una meravigliosa stessa marina. Sembrava avere poco più di sedici anni. Il seno generoso era coperto da due conchiglie azzurre e quella che ad una prima occhiata sembrava una sensuale gonna cangiante era in realtà una pinna.
Dalle sue labbra rosa ed invitanti uscì una risata cristallina " ah ah ah, avete sentito sorelle? Qui abbiamo un principe audace!"
"Eh che principe!" commentò una ragazza dagli occhi verdissimi e dai capelli rossi tenuti in un'elaborata acconciatura da un complicato intreccio di alghe.
" Già Ondina, notevole! Quasi meglio di Peter Pan"
 "Nessuno è meglio di Peter" piagnucolò una bimbetta bruna con due codini ornati da riccioli ribelli.

Lusingato da tanta considerazione l'eroe si erse sulla roccia in tutta la sua altezza, gonfiando il petto, poi con un inchino sussiegoso si prostrò innanzi al gentile uditorio e con tono solenne si presentò " Ahimè non sono un principe bensì Chat Noir, protettore della Ville Lumière. Per servirvi Mademoiselles!"
Una serie di risatine maliziose galleggiarono tra le onde e Ladybug infastidita si massaggiò l'attaccatura del naso con il pollice e l'indice della mano destra emettendo un debole sospiro. Chat lo udì e forse notando il lieve segno d'impazienza si affrettò ad aggiungere " Permette mie splendide fanciulle di presentarvi la luce più splendente di tutta Parigi la mia bellissima Ladybug"
Aveva cominciato quella frase a mo’ di scherno, ma vederla lì seduta circondata da fantastiche sirene, che mal celava un certo fastidio per le attenzioni che gli stavano rivolgendo, la rendeva l'unica meraviglia esistente su tutta la terra per come la conoscevano, e ora, era certo, anche di tutti gli universi paralleli.

La corvina rispose con un sorriso imbarazzato alla presentazione che di lei aveva fatto il compagno. Che si fosse accorto del suo nervosismo? Era nervosa? E per cosa?
Beh certo erano bloccati sull'Isola che non c'è, non sapevano come tornare, certo,certo...ma qualcosa le suggeriva che non era per quello che si era improvvisamente innervosita. Che fosse gelosa? Gelosa di Chat?
Doveva essere per forza la situazione di tensione a destabilizzarla, oppure quel sogno? Dannazione a quel sogno, era un sogno e basta! Non poteva tornarle in mente ogni due minuti. Se avesse continuato così tanto valeva baciare quel benedetto Chat Noir e togliersi ogni dubbio.
Si blocco, forse non era una grande idea. Tornado a concentrarsi sull’ambiente circostante si accorse di avere tutti gli occhi puntati su di se. Soprattutto due meravigliosi occhi verdi che le sorridevano rassicuranti.
" Pia- piacere " Balbetto - dannazione!

In qualche modo però se l'era cavata perché ora la sirena dai capelli biondi stava parlando nuovamente " Parigi eh? Insolito, qui normalmente arrivano tutti da Londra! La conoscete?"
"Oh si - rispose il felino senza pensare - molto bene, ci sono stato spessissimo per lavoro"
La compagna lo guardò interrogativa e lui si affrettò a precisare con un sorriso "Pendolare anticrimine, no?"
Non poté aggiungere altro perché la sirena chiese " ...e che cosa ci fate qui?"

Ladybug cominciò a spiegare dell'attacco dell'akuma e di come si fossero improvvisamente ritrovati lì e chiese se conoscevano un modo per andarsene.
Quando terminò sentirono una sirena commentare: " Che ne pensi Marina? Credi che dicano la verità?" e poi ancora via, via: "non ho mai sentito una storia più assurda di questa!"
" Magari sono quelle nuove storie fatte da amatori che usano oggi, sai quelle dei fans..."
"Può essere, ma mai nessuno era arrivato fin qui"
"dici che sono una storia e non sanno di esserlo?"
" Ehi - protestò Ladybug irritata da quel chiacchiericcio - non sto mentendo!"

"Su un punto possiamo essere certe - tagliò corto Marina - Se Uncino li inseguiva vuol dire che sono suoi nemici e tutti i nemici di quel maledetto pirata sono amici miei e di Peter "
"...miei e di Peter." si sentì scimmiottare da dietro uno scoglio. Ma Marina non ci badò e continuò.

"L'unico modo per lasciare l'Isola che non c'è è volando, ma non credo che faccia al caso vostro o via mare..." " Anche quello potrebbe crearci qualche problema" commentò dubbioso il ragazzo.
"Non se vi aiutiamo" rispose Marina.
Potremmo accompagnarvi fino alla grotta del teschio, nuotando un po' in profondità si trova un’apertura con una forte corrente. Vi entrate e vi tuffate nella corrente oceanica. Non appena arriverete in mare aperto e la sentirete rallentare cercare lo squarcio nella barriera corallina. Attraversatelo e vi ritroverete in un lago calmo e un po' melmoso. Da li arriverete velocemente sulla terra ferma."

"E saremo in Francia?" chiese Ladybug speranzosa, felice di aver finalmente degli elementi su cui ragionare per progettare la via di fuga e la distruzione dell’Akuma. "Beh non saprei, da lì però avrete delle possibilità di tornare nel vostro modo..." aggiunse pensierosa Marina tamburellandosi l'indice della mano destra sul mento.

"C'è ancora un problema - disse Chat perplesso - per quanto dotati di super poteri dubito che riusciremmo a trattenere il fiato così a lungo."
L'espressione della sua amica si velò immediatamente di preoccupazione che svanì in un lampo quando Marina rispose.
"Ah questo si risolve facilmente. Posso darvi un pezzetto di questo" mentre parlava aveva aperto il piccolo sacchetto di materiale incerto che teneva legato ai fianchi, ed aveva estratto alcune foglie " Ecco qua, questa è Algabranchia, è molto potente probabilmente una foglia divisa in due vi sarà sufficiente per arrivare a destinazione. Infondo il percorso non è tanto lungo"

I due ragazzi strabuzzarono gli occhi " Algabranchia!" chiesero in coro " Mah, com'è possibile?" - chiese una sgomenta Ladybug che sentiva improvvisamene salire un terribile mal di testa.
"Beh me l'ha regalata una mia cugina, da parte di padre. Lei vive a nord in un lago vicino ad una scuola di magia là è stata usata spesso. Qui invece non ne abbiamo bisogno non abbiamo quasi mai ospiti da scarrozzare per gli oceani. Ma almeno questa volta posso vedere come funziona" disse la bella sirena con un sorriso.
"Hogwarts tua cugina abita nel lago vicino a Hogwarts?" Chiese ancora tra lo sconvolto e l'eccitato il felino - hai sentito Mylady ma questo è stupendo! E dimmi, quando vi vedete? Come fate ad incontrarvi?"

Marina lo guardò stupita. " Come non lo sai? Non penserai davvero che siamo confinati esclusivamente in questi quattro fogli?"
Un’occhiata dubbiosa dei ragazzi la fece sospirare e continuò. "dovete sapere che tutte le storie, i romanzi, i racconti a volte anche i film e persino le poesie sono tutti collegati tra di loro. Certo si deve conoscere il percorso, sapere dove dirigersi ma quando si arriva ai margini di una storia ecco che si può trovare il confine di un’altra o, in alcuni casi, un sentiero che porta nelle zone d'ombra delle parole non scritte, dei momenti mancati.
Luoghi dove ogni possibilità è ancora aperta e da lì se si è capaci e fortunati si può accedere alla realtà. E voi - aggiunse poi scoccando un' occhiata alla ragazza che l'ascoltava rapita - credo abbiate confidenza con la fortuna ed in quanto a capacità...beh, il fatto di essere scappati ad Uncino senza rimetterci le penne, pardon pelo e ali, la dice lunga."

"Perfetto!" Chat Noir si era alzato nuovamente in piedi sullo scoglio con lo sguardo risoluto afferrò per mano la compagna e disse a Marina, "Noi siamo pronti, quando vuoi possiamo partire!"
"Non così in fretta micetto, prima devi mangiare l'alga o non sopravvivrai cinque minuti" ridacchiò mielosa la sirena prendendo una lunga foglia melmosa, dividendola in due e porgendone metà al ragazzo e metà alla corvina.

Mentre prendeva l'alga e la portava alle labbra Marinette dovette registrare con un certo disappunto che odiava sentir chiamare il suo Chat Noir micetto da qualcun’altra.
Lei lo chiamava micetto era il suo micetto.
Poi frustrata da certe elucubrazioni che normalmente Marinette riversava per Adrian, buttò in bocca la foglia e cominciò a masticare quel cibo viscido e appiccicoso.
Dopo aver ingoiato Ladybug sbiancò non riusciva più a respirare era come se quell'alga le avesse bloccato le vie respiratorie. Provò a tossire ma niente la sua gola sembrava sigillata. Presa dal panico vide anche l'amico annaspare cercando aria. Pensando al peggio si portò terrorizzata le mani alla gola, chiuse gli occhi sentendo solo due mani potenti che la trascinavano in acqua. Era la fine, ne era certa!

Pochi istanti dopo invece di scivolare definitivamente nell'oblio come si era aspettata, sentì alleviarsi il peso che le gravava sul petto, i polmoni espandersi e il suo cuore riacquistare un ritmo regolare.
Aprì gli occhi e si accorse che le forti mani che sentiva sulle sue spalle e che la tenevano immersa erano quelle del suo compagno.
Lui le sorrise dolcemente e comprendendo il suo disorientamento le indicò delle piccole fessure alla base del collo.
D'istinto portò la mano proprio dove il costume terminava trovando anche su se stessa delle piccole branchie perfettamente funzionanti,
Anche la sensazione di disagio dello stare a mollo per diverso tempo si era attenuata di molto e la cosa cominciava a sembrare quasi divertente.
Si dette mentalmente della stupida, perché aveva letto il libro ed era chiaro l'avvertimento: usare l'alga branchia quando già si era immersi in acqua. Ovviamente però mai avrebbe pensato di sperimentarla in prima persona.
Chat noir forse intuendo i suoi pensieri le fece un sorriso poi le prese la mano e cominciò a seguire Marina, Ondina e le altre sirene che li stavano scortando verso il teschio del Diavolo.

Quando vi giunsero Marina rispiegò velocemente quelle che sarebbero state le tappe del loro viaggio. I due eroi annuirono non potevano parlare l'algabranchia permetteva loro di respirare tramite una magia, che comportava però la sigillatura della gola quindi a differenza delle sirene, che erano in tutto e per tutto esseri marini loro avevano delle limitazioni.
I ragazzi si congedarono delle loro nuove amiche e Chat eseguì un perfetto baciamano in immersione prima di riprendere e stringere nella sua la mano di una sempre più gelosa Ladybug e dirigersi senza esitare nel gorgo che li avrebbe portati alla corrente oceanica.



"Uncino?"

"Mi scusi sono scappati, erano più scaltri del previsto"

" Nessun problema - sibilò una vocina - li annienterò comunque e avrò i loro Miraculous!"

"Grazie per la magnanimità " balbettò uncino prostrandosi fin quasi a toccare il suolo con la fronte.

La presenza si voltò per andarsene poi ci ripensò e aggiunse con un ghigno "Ah Uncino la prossima volta che esci per mare stai attento all'Olandese..."
Il capitano sbiancò tanto da confondersi con la propria camicia.

La ragazzina non lo degno più di uno sguardo e voltandogli le spalle e batté per tre volte i tacchi delle sue ballerine rosa.

***

Ciao a tutti,
questa sera arrampicandoni su una terrazza posta estremamente in alto ed essendo riuscita a triangolare tutte le reti dati della zona, approfittando di una connesione di fortuna (Ladybug deve averci messo del suo) riesco a postarvi finalmente un nuovo capitolo.
Eh niente questa battaglia è venuta più lunga di quanto previsto inizialmente, spero non vi annoierete troppo, ci tengo ad anticiparvi che questa lunga vincinanza forse potrerà a qualcosa... cosa? beh al momento non è chiaro ^_^

Ne approfitto per dirvi, per onestà intellettuale, che l'idea base dei racconti confinanti, non è mia ma arriva da Book Jamper di Metchild Gläser. Se vi capita leggetelo io l'ho trovato interessante. Ovviamente ho riadattato il concetto a mio uso e consumo: l'area delle possibilità inespresse, dei momenti mancanti e dell'accesso alla realtà sono invece concetti originali. 

Ringrazio tutti quelli che leggono e i tantissimi che hanno salvato la storia nelle varie categorie!
Auguro a tutti buone vacanze e ci leggiamo a fine agosto.
Crisan

   
 
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