Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: MaryFangirl    08/08/2017    4 recensioni
Cosa succede dopo il matrimonio fallito? Akane decide che potrebbe aver bisogno di apportare alcuni cambiamenti e Ranma finalmente inizia a prendere una posizione.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il giorno dopo, Akane stava tornando a casa da scuola, di nuovo da sola. Ma questa volta, era stata sua volontà quella di voler evitare Ranma, arrivando al punto da saltare le lezioni pomeridiane. Era ancora sbigottita per la conversazione con Nabiki della sera precedente, era rimasta davvero ferita dall'atteggiamento sprezzante della sorella e dal suo comportamento totalmente crudele. Ma parte di sé non era sorpresa; la secondogenita dei Tendo era lentamente diventata sempre più fredda negli ultimi due anni. Nessuno si disturbava a sgridarla per come si comportava visto che lei si limitava a sdegnare qualsiasi cosa gli altri dicessero. Quello che preoccupava maggiormente Akane non era l'atteggiamento di Nabiki, perché a quel punto non si aspettava praticamente null'altro dalla sorella, ma quello che Nabiki aveva detto di Ranma e Ukyo. Non poteva mentire a se stessa, era completamente distrutta dall'idea dei due insieme...intimamente. Si sentiva del tutto vuota, ma al tempo stesso provava un dolore molto reale e fisico al petto. Il dolore era una presenza costante, a ricordarle che aveva perso l'unica cosa che voleva veramente. Poi il suo cervello la ingannava e immaginava i due abbracciati, così il dolore diventava più forte, facendola sussultare. Era così forte da non poter stare nella stessa stanza con quei due e per la prima volta in vita sua, capì perché le persone usassero il termine 'cuore spezzato'. Era diventato insopportabile mentre aveva notato le occhiate che Ukyo aveva lanciato più spesso quel giorno, con un sorrisetto soddisfatto. Ogni volta che aveva visto quell'espressione consapevole sul viso dell'altra, aveva sentito la sofferenza al petto aumentare insieme allo schiacciante desiderio di schiaffeggiare la cuoca di okonomiyaki in viso. L'urgenza le aveva fatto provare vergogna di se stessa. Non voleva essere quel tipo di ragazza; quella che incolpava 'l'altra', quando sapeva che servivano due persone per tradire. Ma era tradimento? Ranma aveva ogni diritto di scegliere l'altra fidanzata e lei lo sapeva. Non le aveva mai fatto alcuna dichiarazione o voto. Non le aveva mai professato amore eterno. Non poteva arrabbiarsi con lui se Ukyo era la sua scelta. Tuttavia, ciò la faceva sentire morta dentro. Ma c'era una parte molto piccola di sé che gridava per la sua stupidità. Era in conflitto con le parole di Nabiki, visto che nessuno a parte Ranma e Ukyo sapeva cosa fosse successo al ristorante. Quella piccola parte scherniva la sua codardia e incapacità di limitarsi ad andare da lui a chiederglielo. Quella piccola parte le diceva che avrebbe meritato di essere triste se si fosse limitata ad arrendersi lasciando che qualcun altro finisse con l'uomo che voleva senza nemmeno lottare. La tormentava, dicendole che comunque non meritava, visto che ovviamente aveva così poca fiducia in lui. Odiava quella parte, ma allo stesso tempo ci si attaccava. Era l'unica cosa che le impediva di crollare in quella che sembrava follia e le dava una scintilla di speranza. Raggiungendo il parco, si sedette sulla sua panchina preferita vicino all'acqua. Chiuse gli occhi e si impose di calmarsi. Fece profondi respiri e poi aprì lentamente gli occhi. Si sentiva imbarazzata per la risposta che si diede. Si era lasciata andare; reagendo peggio di quanto aveva fatto dopo il matrimonio fallito. Sapeva essere più forte ed era il momento di agire in quel senso. Avrebbe smesso di esagerare nelle reazioni. Avrebbe aspettato che Ranma si pronunciasse e poi se ne sarebbe fatta una ragione. Si preparò mentalmente, tranquillizzandosi. Magari se avesse vinto di essere calma, comportandosi come se nulla la disturbasse, le avrebbe giovato. Si mise in faccia una maschera passiva. Avendo osservato sia Kasumi che Nabiki fare lo stesso per anni, non era difficile capire come ci fossero riuscite. La differenza tra lei e le sue sorelle era che a lei non era mai importato di mostrare le sue emozioni; non si era mai vergognata, imbarazzata o preoccupata di esprimersi. Ma ora, era importante che imparasse. Era giunta al punto in cui le emozioni erano un fardello. Forse imperare a come mantenere una facciata calma le avrebbe anche insegnato a controllare l'umore e a placare il suo temperamento. Akane posò una mano sopra l'altra, appoggiandole sul grembo, incrociò le gambe all'altezza delle caviglie prima di infilarle sotto la panchina, con l'aria della ragazza delicata che sapeva di non essere.

 

Ukyo era nuovamente di fronte allo specchio, a prepararsi. Questa volta aveva scelto un kimono tradizionale, sistemato i capelli in un semplice chignon, e applicando uno strato molto leggero di trucco per l'occasione. Si guardò con modestia, valutandosi da ogni angolatura possibile mentre si esercitava a inchinarsi, inginocchiarsi, a camminare e a sedersi in maniera appropriata. Era rimasta molto delusa dall'appuntamento con Ranma e si era resa conto che non avrebbe dovuto essere così impertinente nel credere che lui volesse un rapporto più fisico con lei. Ma si rifiutò di credere di aver perso. C'era ancora speranza e, oggi aveva un piano. Non voleva davvero giocare quella carta, ma avrebbe fatto quanto necessario per avere il suo uomo. Qualcuno avrebbe potuto definirla disperata, ma a lei piaceva pensare di essere determinata.

 

Seduta sulla panchina, Akane fu contenta che lo sforzo di mantenere l'espressione calma la stava davvero distraendo. Era più difficile di quanto non sembrasse, specialmente visto che tutto ciò che voleva fare era prendere a pugni ripetutamente qualcosa. Ma ciò non l'aveva mai aiutata a lungo andare. Quello che le serviva era qualcuno con cui parlare. Ma non c'era nessuno a cui potesse rivolgersi. Voleva chiedere a Konatsu, visto che stava rapidamente diventando davvero un buon amico. Ma c'era un argomento che avevano istintivamente ignorato; Ranma e Ukyo. Era stata una regola non pronunciata, quella di evitare di parlare dei due come coppia. Era quasi impossibile non parlare di persone con un ruolo così importante nelle loro vite, ma avevano lasciato tale conversazione da parte. Sorrise leggermente ricordandosi la conversazione che avevano sostenuto la mattina dopo il pomeriggio del gelato.
Akane diede il via, come al solito, alla sua corsa mattutina. Aveva percorso due isolati e improvvisamente i suoi sensi si erano acutizzati, preparandosi per un attacco. Il cuore le batté più forte quando una figura scura balzò di fronte a lei, ma rilassò la posizione difensiva quando riconobbe Konatsu.
"Scusa, Akane, ti ho spaventato?"
"Un po', ma è ok, mi fai stare sull'attenti. Cosa ci fai qui?"
"Beh, volevo ringraziarti per il gelato di ieri. Mi sono divertito un sacco e non sono riuscito a dirti quanto abbia apprezzato il pomeriggio"
"Non c'è di che! Ma non dovevi ringraziarmi; mi sono divertita davvero anch'io" incrociò le braccia e gli fece un sorrisetto prima di aggiungere, "Allora, intendi dirmi cos'è successo ieri?"
Fu confusa quando la faccia di lui sbiancò.
"Mi dispiace, Akane...non volevo fare nulla...pensavo solo che avessi bisogno...quindi io..."
La risata di Akane fermò il suo sproloquio, "Non sono arrabbiata, in realtà sono molto grata! Mi domandavo soltanto perché l'avessi fatto"
Konatsu apparve sollevato e disse, "Oh bene. Non volevo oltrepassare i miei limiti. Mentre stavi lottando, ho pensato che non volessi colpire e non sembrava che lui si sarebbe fermato senza un po' di aiuto, quindi..." Konatsu alzò le spalle, affermando chiaramente che lei sapeva il resto.
"E l'ho apprezzato, sul serio. Ma cosa ti ha portato ad accettare la sua proposta di uscire?"
"In realtà non lo so, ho agito d'impulso. All'inizio, stavo solo tentando di allontanare l'attenzione da te. Poi, dopo averlo colpito, sembrava davvero che mi avesse notato. Ho capito che era interessato e mi sono messo a flirtare automaticamente. Quando mi ha chiesto di uscire, ho pensato che fosse l'espediente migliore per togliertelo di torno. Però sono un po' confuso su una cosa, perché non l'hai colpito quando potevi?"
"Ahh. Quello" Akane gli spiegò del suo piano per tenere lontano Kuno.
"Beh, sai, sembrava davvero interessato a me. Potrei cercare di continuare ad allontanare il suo radar per un po'"
"Oh, Konatsu, è molto carino da parte tua, ma non posso proprio chiedertelo. Cioè, so che non sei attratto dagli uomini"
Konatsu fece un gesto per allontanare la sua protesta, dicendo, "Mi sono addestrato come kunoichi, sarà una passeggiata"
Chiacchierarono un po' prima che Akane si rendesse conto di aver fatto tardi. "Mi spiace ma devo tornare se voglio arrivare a scuola in tempo. Grazie di nuovo per il tuo aiuto e per aver allontanato Kuno da me"
"Mi dispiace, ti ho fatto perdere la tua corsa" disse lui mortificato.
"Non ti preoccupare. Corro tutte le mattine, perderne una è ok"
"Ti dispiacerebbe se corressimo insieme domani? Di solito mi alleno quando Ukyo è a scuola ma mi è sempre piaciuto fare una bella corsa"
"Cerco di uscire alla stessa ora ogni giorno, quindi ci incontriamo a casa mia domani!"

Ogni mattina da allora, i due si incontravano. Dopo il primo giorno, si erano messi a fare stretching e a discutere della possibilità di una lotta. Da allora, le semplici corsette divennero una corsa rapida, un combattimento, e un po' di addestramento; Konatsu stava insegnando ad Akane a usare qualche classico strumento da ninja. La loro nuova amicizia fu davvero il lato positivo della settimana. Per organizzare tutte le nuove attività, avevano cominciato a incontrarsi mezz'ora prima. Akane dormiva di meno ma non le pesava visto che stava imparando molto da Konatsu. Più importante, stava davvero apprezzando il tempo che trascorreva con lui. Era sorprendente quanto andassero d'accordo. Konatsu era comprensivo e divertente, in modo molto autoironico. Era un fantastico ascoltatore e non le dava mai dei consigli a meno che lei non li chiedesse. Non aveva mai capito quanto fosse bello avere qualcuno che la ascoltasse.
Chiuse gli occhi e inclinò il viso verso il sole, così Akane tentò semplicemente di godersi la sensazione di calore sul volto.
"Beh, salve"
Akane si sorprese, non avendo avvertito o sentito nessuno giungere verso di sé. Con la mano sul petto, esclamò, "Konatsu! Mi hai spaventato!"
L'altro mise le mani sul viso e ridacchiò, "Mi dispiace, Akane"
"No, non è vero! Stavi usando le tue tecniche furtive per spaventarmi, vero?" chiese Akane, stringendo gli occhi con sospetto.
Spalancando gli occhi, e con un'espressione falsamente innocente, lui disse, "Certo che no. Non lo farei mai con te"
Akane continuò a guardarlo male ma presto gli sorrise ampiamente, "Dovrai insegnarmi a fare così un giorno"
"Naturalmente, sarà mio piacere" sedendosi sulla panchina, chiese, "Non dovresti essere a scuola?"
"Sì. Ho marinato e mi sono presa una giornata per me stessa" disse lei ostinatamente.
"E cosa comprende una 'giornata per me stessa', esattamente?"
"Non ne ho idea. È la prima. E tu, non dovresti essere all'Ucchan a preparare tutto per il pomeriggio?"
"Infatti, ma Ukyo ha una cosa da fare questo pomeriggio e mi ha detto di prendere il resto della giornata libera"
Akane stava cercando di non pensare al perché Ukyo avesse bisogno di chiudere il ristorante per il pomeriggio, ma l'immaginazione stava avendo la meglio. Per fortuna, fu tirata fuori dai pensieri da Konatsu. Schiarendosi la gola, lui iniziò esitante, "C'è una cosa che volevo chiederti. Pensi...di potermi aiutare?"
"Certo" disse Akane, senza voler sentire di cosa si trattasse, "Farò qualsiasi cosa che posso per aiutarti, spero che tu lo sappia"
Konatsu sospirò per il sollievo e la gratitudine. La generosità e lo spirito gentile di Akane sapevano di umiltà e lui era davvero felice di averla come amica.
"Quello che devo chiedere potrebbe sembrare strano" fece un profondo respiro, "Voglio che mi aiuti a diventare un uomo"
Il viso di Akane si fece rosso e farfugliò indignata, "Cosa? Che tipo di ragazza pensi che io sia? Pensavo che sapessi..."
L'invettiva di Akane si fermò quando Konatsu iniziò a ridere.
"Cosa c'è di così divertente?" chiese, ora in piedi di fronte a lui, le mani incrociate sul petto, il piede che picchiettava a terra.
"Oh, Akane. Non intendevo quello che sembrava. Voglio che mi aiuti a cambiare il mio aspetto per sembrare più un uomo"
"Oh" rispose lei completamente esterrefatta dalla richiesta che in qualche modo era più sconvolgente del pensiero che lui volesse fare sesso con lei. Si risedette lentamente, l'aria preoccupata, "Perché?"
"Ci ho pensato un sacco ultimamente e...quando Ukyo si sposerà, probabilmente dovrò trovare un altro posto in cui lavorare, vivere e...avevi ragione l'altro giorno, quando hai detto che non sono attratto dagli uomini. Ma quale ragazza mi vorrebbe, con quest'aspetto?" con la mano indicò il proprio corpo per enfatizzare il concetto.
Akane aveva davvero voglia di dirgli che avrebbe trovato qualcuno che l'avrebbe amato per chi era ma non voleva dargli false speranze. Era sicura che se una qualsiasi ragazza l'avesse conosciuto, non avrebbe avuto problemi ad innamorarsene. Ma le uniche ragazze che l'avrebbero notato vestito così sarebbero state lesbiche, e ovviamente la cosa non poteva funzionare. Cercò invece un'altra tattica.
Posando una mano su quella di lui, gliela strinse leggermente, prima di dire, "Sembra che tu ci abbia davvero riflettuto, ma voglio assicurarmi che tu lo stia facendo per te e non per altre persone. Sei sicuro di volerlo fare?"
Ricambiando la stretta, le sorrise gentilmente e disse, "Ne sono sicuro"
"Allora okay, andiamo al centro commerciale. Avrai un nuovo look".

 

Nodoka Saotome era seduta al tavolo, godendosi silenziosamente del the. Suo marito, insieme al migliore amico, l'avevano informata che sarebbero usciti di pomeriggio per 'allenarsi', e lei sapeva che ciò significava che erano andati in qualche bar. In genere ignorava le loro buffonate, supponendo che gli uomini rimanevano uomini e ci si aspettava che avessero dei vizi. Era da sola a casa, visto che Ranma, Akane e Nabiki erano a scuola mentre Kasumi aveva 'una commissione da sbrigare', che era il codice per fare visita al dottor Tofu. La donna sorrise. Non aveva detto a Kasumi di sapere il suo segreto ed era contenta che la ragazza, quasi ventenne, si stesse concentrando su qualcos'altro a parte mandare avanti la casa. Non era giusto che una donna giovane e bellissima come lei si arrendesse all'idea di avere una famiglia per sé e Nodoka sperava di sentire l'annuncio di un fidanzamento al più presto. Era raro per lei rimanere sola a casa, visto che c'erano tanti inquilini, e stava cercando di godersi la pace e la tranquillità ma fallì miseramente. Ricordava gli anni trascorsi a vivere da sola mentre aspettava che il marito e il figlio tornassero a casa. Aveva trascorso troppo tempo a vivere col silenzio per essere davvero in grado di apprezzarlo. Quello che voleva davvero era qualche nipotino da viziare. Sentiva la mancanza del picchiettio di piccoli piedi, del gridolino di una risata che risuonava nella stanza, di visi innocenti e felici che sorridevano, degli abbracci e dei baci sinceri. Realisticamente, sapeva di dover attendere qualche anno. Anche se suo figlio e la fidanzata si fossero sposati quello stesso giorno, sarebbero stati troppo giovani per mettere su famiglia, nonostante i desideri dei loro padri. Ma poteva sognare. I pensieri di Nodoka furono interrotti dal suono di qualcuno che bussava alla porta. Quando l'aprì, fu stupita di vedere chi era il visitatore.
"Buon pomeriggio, Ukyo"
"Buon pomeriggio, signora Saotome"
"Se stai cercando Ranma, adesso è a scuola"
"In realtà, sono qui per parlare con lei, se ha un momento"
"Certo, entra pure" accompagnò la giovane ragazza fino in salotto. "Siediti, ti prego, preparo un'altra tazza di the e torno subito"
Quando tornò, posò un piattino di mochi* con fagioli rossi, versò una tazza di the per l'ospite, e riempì la propria prima di chiedere cortesemente, "Allora, a cosa devo il piacere?"
Porgendo a Nodoka un sorriso moderato, l'altra disse, "Volevo solo trascorrere un po' di tempo con lei e conoscerla meglio. Dopotutto, sarà mia suocera"
L'unica risposta di Nodoka fu un sorriso prima di sollevare la tazza e bere il suo the. Ukyo era andata al mercato il giorno precedente e aveva visto Nodoka e Akane che facevano compere. Aveva seguito brevemente le due e aveva osservato il modo con cui Nodoka trattava Akane; quasi come se già considerasse Akane come sua nuora.
Ukyo si era infuriata! Avrebbe dovuto saperlo che Akane avrebbe usato la madre di Ranma per avvicinarsi a lui! Tutti sapevano quanto Nodoka fosse importante per lui e la ragazza dai capelli blu si era ritrovata nella posizione unica per avvantaggiarsene. Soltanto a guardarle, era ovvio che stesse adulando la donna nella speranza di influenzare la decisione finale di Ranma. Doveva essere per quello che Ranma l'aveva respinta durante l'appuntamento, perché Nodoka lo stava spingendo verso quella lagna manipolatrice.
Tutto aveva senso e aveva messo Ukyo a disagio. Aveva voluto farsi avanti, per confrontarsi con Akane, ma si era fermata. Cos'avrebbe pensato Nodoka se si fosse presentata lì, apparentemente senza provocazioni?
Quindi se n'era andata a casa per preparare un piano. Avrebbe dimostrato a Nodoka chi sarebbe stata, esattamente, la migliore moglie e nuora. Che sarebbe stata lei a vincere Ranma. E il piano stava funzionando alla perfezione. Non poteva permettersi di avere Genma intorno, era troppo ostinato sul fatto di voler proseguire con la Scuola di Arti Indiscriminate, quindi aveva fatto scivolare, nella posta per Soun e Genma, alcuni volantini per drink gratis in un bar dall'altra parte della città da poter utilizzare soltanto quel giorno a una precisa ora. Quegli idioti non avevano avuto nemmeno un dubbio ed erano usciti allegramente. Aveva avuto fortuna perché Kasumi aveva deciso di uscire ma la più grande delle sorelle, così passiva, non la preoccupava molto. Ora aveva l'intero pomeriggio per mostrare a Nodoka che lei era il simbolo della femminilità giapponese; gentile, riservata, remissiva e sempre disposta a mettere prima suo marito.
"Il the è fantastico"
"Grazie. Sono contenta che ti piaccia"
"E i mochi sono deliziosi, li ha preparati lei?"
"Sì, infatti. Se vuoi, posso darti la ricetta"
"Grazie, mi piacerebbe. Amo cucinare e sono piuttosto brava, come dico sempre"
"Per una giovane donna è una meravigliosa abilità"
"Concordo. Sarà molto utile quando sarò sposata. Per pensare a tutti i pasti salutari che potrò preparare per Ranma. Mi piacerebbe invitarla, così potrò cucinare per lei"
"Sembra bello, dovremo vedere come s'incastra con i nostri programmi e ti faremo sapere" disse Nodoka genialmente. Gli occhi di Ukyo si strinsero appena ma il sorriso rimase sul suo volto. Stava tentando con molta fatica di essere gentile con la donna che aveva di fronte ma le stava rendendo le cose davvero difficili! Perché era così evasiva? Non era ovvio che fosse lei la fidanzata migliore? Perché la gente non lo capiva?
Forse era il momento di smetterla di essere così schiva.
Posando giù la tazza, Ukyo sorrise e disse, "Avanti, signora Saotome, sappiamo entrambe che sono la scelta migliore per Ranma. Quindi perché non impariamo a conoscerci, lui sarà felice di vederci andare d'accordo"
Poggiando la sua tazza nello stesso modo, Nodoka guardò la ragazza, un sopracciglio sollevato, e disse, "Pensi di essere la scelta migliore? Per favore, dimmi perché"
"Diamo un'occhiata alle altre opzioni. Kodachi è ricca e bellissima, ma tutta la sua famiglia è pazza. Dubito che vorrebbe rischiare che i suoi nipoti ereditassero la loro follia. Shan Pu è bellissima ed è una guerriera abile, ma vorrebbe portare Ranma a vivere in un villaggio arretrato della Cina dove sarebbe trattato come un cittadino di seconda classe. Il suo unico figlio merita di meglio. E Akane. So che probabilmente prova qualcosa per lei, dopotutto, lei e la sua famiglia vivete in casa sua. Ma non consenta al suo senso di gratitudine per i Tendo di offuscare quando sarebbe inappropriata per Ranma. Non è un'artista marziale molto brava. A fatica vanno d'accordo per la maggior parte del tempo. Lei lo colpisce sempre. Non sarà nemmeno mai capace di preparargli un pasto decente. Non capirebbe mai la sua necessità di partire per una missione d'addestramento prolungata. A parte il dojo della sua famiglia, non ha granché da offrire"
"Capisco. Non siete amiche?"
"Sì, ecco perché il mio giudizio è stato così gentile" disse Ukyo, con un sorriso dolce.
Nodoka emise un suono vago prima di aggiungere, "Allora, perché non mi dici perché saresti una sposa migliore?"
"Primo, io e Ranma ci conosciamo da quando siamo bambini e siamo amici. Il nostro futuro insieme sarà economicamente sicuro perché ho già un'attività ben avviata e avrà soltanto più successo con l'aiuto di Ranma. E visto che saremmo i proprietari, lui sarebbe libero di andarsene quando vuole per addestrarsi. Ci piacerebbe che lei e il signor Saotome viveste con noi, ovviamente. Ranma mi trova attraente, quindi darvi dei nipoti non sarà un problema"
"Hai esposto alcuni validi motivi"
"Sono felice che lei la pensi così"
La cuoca di okonomiyaki era raggiante. Sapeva che se si fosse presentata sotto la migliore luce possibile, le cose avrebbero funzionato.
"Ho alcune domande per te. Cosa faresti se Ranma decidesse di partire per un lungo viaggio di addestramento?"
"Gli darei il mio supporto e aspetterei il suo ritorno a braccia aperte"
"E se volesse portare con sé il vostro bambino?"
Ukyo inclinò la testa di lato, non si era aspettata quella domanda, il che significava che non ci aveva visto bene. Diede a Nodoka la risposta che pensava l'altra volesse sentire.
"Gli direi di stare estremamente attento, di non tentare alcuna tecnica prima di aver letto tutto il manuale, e di scrivere il più possibile"
Nodoka le lanciò un'occhiata scaltra e un cenno. "Capisco"
Contenta di aver risposto correttamente, l'altra chiese, "Significa che ho il suo supporto?"
Nodoka le rivolse un'espressione leggermente confusa, "Mi dispiace, Ukyo, non capisco. Che tipo di supporto vorresti da me?"
"Beh, vorrei che lei dicesse a Ranma che pensa che io sia la migliore scelta per lui" il sorriso era ancora luminoso, ma non poteva credere che quella donna fosse così ottusa.
"Mi dispiace, ma non posso farlo"
Ukyo vacillò, sconvolta. "Perché diamine no?" esclamò prima di potersi fermare.
"Perché sarebbe una bugia. Mi dispiace, ma non penso che tu sia la scelta migliore"
"Mi vuole dire il perché?" fece Ukyo.
"Anche se sono sicura che saresti una squisita moglie e hai esposto delle ragioni molto buone, ci sono due cose che pensi siano veramente necessarie per far funzionare qualsiasi relazione: fiducia e lealtà. Ho visto quando Ranma si fida di Akane e quanto lei gli sia leale, anche se forse non se ne rendono conto. Quando la maledizione di Ranma era ancora un segreto, lei ha fatto di tutto per aiutarlo, fingendo perfino di essere la fidanzata di uno sconosciuto perché lui le aveva chiesto di aiutarlo a tenermi d'occhio. C'è un legame tra loro e penso che nessuno sarà in grado di spezzarlo o di mettervisi in mezzo"
"Beh, è fantastico per Akane. Ma io? E il mio fidanzamento? È valido tanto quanto il suo! Ancora di più visto che suo marito si è preso la mia dote mentre non ha ricevuto niente dai Tendo!" gridò.
Ukyo non riusciva a capire come le cose stessero andando tanto male e come fosse successo. Pensava che finalmente la fortuna stesse girando dalla sua parte!
"Mi stavo chiedendo se non avresti tirato fuori quella storia"
"Certo che la tiro fuori! Suo marito si è comportato in modo completamente disonorevole scappando col mio yatta** senza portarmi con lui. E vedo che questo è un segno distintivo della sua famiglia se riesce a ignorare del tutto quello che la sua famiglia mi deve" la rabbia di Ukyo la rendeva noncurante di quello che stava dicendo. Il viso di Nodoka si fece freddo e il suo corpo si irrigidì.
"Sono molto consapevole delle azioni di mio marito e dei danni che ha fatto al nome dei Saotome e a mio figlio. Ma cosa mi dici delle tue azioni?"
"Non so di cosa sta parlando"
"Davvero? Vuoi parlarmi di onore. Pensi che sia stato onorevole aiutare a distruggere la mia casa per via di un regalo che ho fatto ad Akane, che tu pensavi essere un anello di fidanzamento? Hai cercato praticamente di rubarglielo e nel frattempo hai distrutto la mia casa. Cosa ne pensi del valore di una casa contro quello dello yatta? Anche se dividessimo il costo in tre parti, sarebbe economicamente più alto di quello della tua dote. Senza nemmeno considerare i danni morali. Voi ragazze avete rovinato la casa in cui ho vissuto mentre aspettavo il ritorno di mio marito e mio figlio; l'unico posto che abbiamo condiviso come una famiglia. Insieme a tutti gli oggetti dell'infanzia di Ranma che non potrò mai sostituire. O è stato onorevole venire al matrimonio di mio figlio con delle bombe? Demolendo il dojo. C'erano delle persone che non erano artisti marziali! E se aveste colpito qualcuno come Kasumi per errore?"
"Cosa si aspettava? Che rimanessi in disparte a vedere quello che succedeva?"
"In realtà, sì. Se amassi davvero Ranma, saresti felice per lui se trovasse qualcuno da amare, nonostante i tuoi sentimenti"
"Che stronzata" ribollì Ukyo. "Quindi, è così. Anche se Ranma mi scegliesse, lei si opporrebbe"
Nodoka sospirò. "No. Se Ranma volesse sposarti, cercherei di accoglierti nella famiglia. La scelta è sua, a prescindere da ciò che suo padre dice o vuole"
Ukyo, anche se non era contenta, si ammansì leggermente. Le donne rimasero in un imbarazzante silenzio per qualche momento senza avere assolutamente nulla di cui discutere prima che Ukyo ne ne andasse. Tutto sommato, Ukyo realizzò che vestirsi come una ragazza non ne valeva affatto la pena.

 

Akane e Konatsu erano andati in un grande magazzino con i saldi e trascorsero quasi un'ora a muoversi tra gli scaffali con gli sconti alla ricerca di vestiti da provare. La ricerca sarebbe stat più rapida ma Konatsu non aveva idea di quale stile di abbigliamento voleva o di ciò che gli sarebbe andato bene. Quindi i due avevano preso tutto ciò che poteva stargli, e schiacciati dai capi, si erano diretti verso i camerini. Per fortuna, i camerini erano unisex e non ci furono problemi nel tentare di far sgattaiolare una kunoichi con il kimono nella parte riservata agli uomini. Akane era contenta di essersi imbattuta in Konatsu che era risultato la perfetta distrazione per quel pomeriggio. Quel ragazzo aveva la straordinaria abilità di farle dimenticare le sue ansie e preoccupazioni. Proprio in quel momento un giovane uomo dai tratti androgini, con un completo bianco di lino, le maniche della giacca sollevate, una maglia con scollo a V color salmone, ai piedi mocassini senza calze e sul viso un paio di occhiali da sole da aviatore con la montatura color argento. Si avvicinò a lei, i fianchi che ondeggiavano e i polsi piegati a novanta gradi, le mani parallele al pavimento, i capelli ancora raccolti in una coda alta. La raggiunse e si voltò. Terminò col posare entrambe le mani vicino alla testa e protendendo col fianco all'infuori. Akane si sforzò il più possibile per non ridere, rendendosi conto che ci sarebbe voluto più che un cambio d'armadio. Ritenne che il vestito gli stava bene ma non sembrava adatto a lui. Mentre si allontanava, Akane disse gentilmente, "Puoi provare a legare i capelli in basso? Sarebbe più mascolino"
Konatsu portò il palmo alla bocca e replicò, "Certo, avrei dovuto capirlo!" poi ridacchiò e tornò nel camerino. Quando uscì, aveva legato i capelli alla base del collo, indossava un paio di pantaloncini bianchi, una polo, scarpe da ginnastica con calzini di spugna bianchi su per le caviglie, e una fascia sulla fronte. Balzò fuori con una racchetta da tennis appoggiata sulla spalla. Quando la raggiunse, si piegò su un piede e poi sull'altro, prima di fare alcune mosse con la racchetta e di appoggiarla poi a terra, le mani unite sul manico, la parte superiore del corpo piegata, i piedi vicini mentre stava sulle punte.
"Cosa ne pensi?"
"Forse un po' troppo sportivo per te" disse diplomatica. Gli angoli della bocca si sollevarono, mentre aggiunse, "Konatsu, di solito gli uomini non saltellano" 
Lui si mise dritto e incrociò un braccio sopra il petto mentre con l'altra mano si toccava il mento.
"No? Perché no? È così divertente!" le chiese con curiosità.
Akane scrollò le spalle. "Non ne ho idea. Ma puoi ancora saltellare quando ti vesti da ragazza" disse per portare pace.
"Oh! Giusto!"
Konatsu saltò su e giù con entusiasmo, battendo le mani prima di voltarsi e tornare a cambiarsi.
Quando uscì, indossava una salopette che sembrava essere più grande di due taglie con una bretella abbassata, una larga t-shirt al di sotto, stivali gialli di gomma e un berretto girato di lato. Questa volta uscì con passo più calmo, un broncio fermo sul viso, ovviamente non gradendo l'abbigliamento.
Senza dire una parola, Akane indicò con un dito il camerino e lui vi corse dentro velocemente. Dopo, la più giovane Tendo decise di risparmiare i suggerimenti per le modifiche sul comportamento per quando avessero trovato un abbigliamento perfetto. Rimase seduta e osservò Konatsu uscire con una serie di outfit. 
Pantaloni colorati e larghi sulle cosce che si restringevano intorno alle ginocchia, insieme a una giacca fosforescente.
Jeans sbiaditi e strappati, maglietta a maniche lunghe e una camicia di flanella senza maniche un po' lacerata, con guanti neri senza le dita.
Jeans stretti, con una cintura porta attrezzi e un elmetto.
Pantaloni e gilet di pelle nera da motociclista, senza maglietta sotto e un berretto sempre di pelle nera.
Tenuta da combattimento militare americana con un berretto verde.
Divisa da poliziotto completa di casco per la moto.
Jeans con copripantaloni, gilet con frange, cappello e stivali da cowboy.
Un paio di strambi pantaloncini, pettorale decorato in stile nativo americano e una fascetta con tanto di piuma.
Akane realizzò che doveva essere stata una cattiva idea quella di aver scelto un negozio con una sezione così ampia di costumi per la comunità giapponese di cosplay. Alla fine, scelsero un paio di jeans blu, una maglietta nera attillata e scarpe nere. Quel semplice outfit mostrava perfettamente il corpo muscoloso di Konatsu dandogli comunque spazio per muoversi nel caso di un attacco. 
Konatsu era felice di aver incontrato Akane nel parco, era l'unica persona di cui poteva fidarsi per quel tipo di aiuto. Aveva davvero pochi amici e iniziava ad apprezzare davvero quell'amicizia. Aveva sempre voluto avere quel tipo di relazione con le sue sorellastre. Tuttavia, mentre si avviavano verso l'area ristorazione, Konatsu notò che lei era inquieta. Di tanto in tanto gli lanciava un'occhiata di sbieco e si accigliava leggermente prima di scegliere una maschera neutrale. Ordinarono entrambi un milkshake da WacDonald's*** e andarono a sedersi ad un tavolino. 
"Akane, volevo ringraziarti per il tuo aiuto di oggi. Mi sono divertito molto"
"Anch'io" replicò lei con un sorriso che sembrava mancante della sua normale luminosità.
"Se non ti dispiace, puoi dirmi cosa c'è che non va?"
"Mmh? Oh, non c'è niente che non va! Sto bene, davvero"
Accigliandosi appena, Konatsu disse, "Se non vuoi parlarne, lo capirò, ma non pensare di dover mentire"
Akane sospirò prima di alzare lo sguardo.
"Non è che non voglia parlarne; è solo che non sono abituata ad avere nessuno con cui parlare di queste cose. Le mie amiche Yuka e Sayuri sono fantastiche, le conosco praticamente da tutta la vita e mi hanno sempre supportato. Ma le loro vite sono così normali da non poter immaginare quanto sia strana la mia a volte. Cercano di capirmi ma non possono proprio sapere cosa significhi. E le mie sorelle non mi capiscono. Kasumi è troppo dolce e gentile. Si è presa davvero cura di me ma non potrebbe mai comprendere il mio amore per le arti marziali. So che pensa che io sia una 'fissata violenta' perché mi piace tirare calci e rompere mattoni. Vista la sua personalità, non posso biasimarla...ma mi fa un po' male pensare a quanto poco mi capisca. L'ho sempre ammirata. Nabiki è..." Akane chiuse gli occhi per difendersi dal dolore del loro più recente incontro. "Nabiki" finì. "Ma ultimamente...anche se non ci conosciamo da molto, mi sento davvero vicina a te. Come se potessi parlarti di qualsiasi cosa. E so che con la vita che hai vissuto, tu puoi davvero capire la follia che capita nella mia"
Lui le rivolse un ampio sorriso e le strinse la mano che lei aveva lasciato sul tavolo.
"Questo è...cioè, sento la stessa cosa. Ma non capisco, perché sei così triste?"
Akane fece una smorfia, non sapendo se quello che voleva dire l'avrebbe offeso.
"Uhm...il fatto è...okay. So che sei un ragazzo. Ma quando sei vestito come fai di solito, me ne dimentico e, beh...penso a te come a una ragazza. Come a una sorella" buttò fuori.
Lo guardò con occhi mortificati e aggiunse, "Ma vedendoti ora...mi ricordo che sei un ragazzo. E, beh, io..."
Akane fu interrotta da Konatsu che le prese la mano, stringendola di nuovo.
"Capisco, davvero. Con quello che hai passato dev'essere difficile fidarsi dei ragazzi. E non sono offeso dal fatto che pensi a me come a una ragazza, visto che io stesso pensavo di esserlo non troppo tempo fa. Ma non importa come sono vestito, sono sempre io. E ci sarò in qualsiasi momento avrai bisogno di me"
La graziosa artista marziale sorrise con gratitudine e si rese conto che aveva ragione. I suoi vestiti non cambiavano chi era dentro. Era lo stesso con Ranma, era sempre lui anche quando era una lei. Rivolgendogli un ampio sorriso e ringraziandolo, cambiò l'argomento per dargli delle dritte su come comportarsi se voleva davvero essere un uomo.

 

La giovane donna che passeggiava tra i negozi stava meditando sul triste stato della sua vita amorosa. Era così difficile averne una quando si frequentava una scuola femminile senza neanche un ragazzo nei paraggi. Ma era riuscita a trovare un affascinante giovane uomo che era caduto ai suoi piedi, quasi letteralmente. Ricordava come si era sentita al sicuro tra le sue forti braccia.
-Ohohoh-
Poteva immaginare che lui si era ritrovato ugualmente rapito da lei e aveva desiderato prendere il suo primo bacio ma era timido, un gentiluomo che non pensava di prendersi certe libertà. Quindi lo aveva aiutato per incoraggiarlo ed era stata rozzamente interrotta da quella donnaccia...
Giusto allora Kodachi Kuno passò vicino a un'ampia finestra e fu distratta dal proprio magnifico riflesso. I capelli acconciati come al solito; la frangia perfettamente gonfia e i capelli lunghi e gloriosi legati in una coda alta laterale. Accigliò un po' guardando la divisa scolastica, ma nonostante l'outfit nascondesse il suo bellissimo corpo, appariva comunque regale; nessun altro poteva far apparire di valore quegli indumenti ordinari.
"Ohohoh!" Kodachi scimmiottò una risata, la mano arcuata andò a posarsi delicatamente davanti alla bocca. Sì, era perfetta. Il suo aspetto era perfetto. Persa nella visione di se stessa, le sfuggirono alcune persone che si tenevano a debita distanza, evitandola mentre rideva fragorosamente. Una mamma afferrò la mano del figlioletto, sussurrandogli, "Non guardarla, tesoro" mentre lo trascinava via.
Dopo qualche momento di fissazione mentre canticchiava una melodia deliziosa, Kodachi decise di volersi liberare di quegli abiti opprimenti, simbolo delle sue soffocanti lotte per amore. Tirando la divisa, la strappò facilmente via, mostrando il suo famoso body verde e bianco. Con un'altra risata gioiosa, si mise sulle punte dei piedi, stirando perfettamente il corpo, il capo inclinato all'indietro mentre con un nastro da ginnastica formava una perfetta spirale dietro di sé. Volò via, lasciando una scia di petali di rosa nera sul suo cammino. Balzava leggermente a un ritmo che solo lei poteva sentire. Rallentò quando raggiunse l'area ristorazione e si fermò completamente quando notò la maligna ragazza che portava via le attenzioni del suo amore. I suoi occhi si strinsero quando vide che la tentatrice non era sola, oh no, era con un altro uomo!

 

Akane stava trascorrendo l'ultima mezz'ora nel tentare di spiegare la differenza tra il comportamento maschile e quello femminile. Non era facile visto che non ci aveva seriamente mai pensato troppo. Dopo i primi cinque minuti, decise che osservare diversi gruppi di persone era il modo più facile per indicare le differenze di atteggiamento dei due sessi.
Iniziarono osservando un gruppo di ragazze, Akane indicò il modo in cui camminavano, coi fianchi che ondeggiavano appena. Come interagivano fra di loro, abbassandosi e sussurrando, ridacchiando dietro le mani. Come interagivano con l'altro sesso, spostando i capelli dietro la spalla e battendo le ciglia.
Passarono poi a un gruppo di ragazzi. Indicò come camminavano, con le spalle larghe, i piedi vicini così da non muovere i fianchi. A differenza delle ragazze, tra di loro interagivano dandosi schiaffi e pugni mentre ridevano. Ridevano, non ridacchiavano mai. Infine, osservarono i ragazzi che tentavano di provarci con le ragazze, gonfiando il petto, facendo l'occhiolino, e dandosi gomitate nelle costole mentre esortavano i loro compari. Konatsu era affascinato mentre osservava i due gruppi che interagivano. Flirtare come un uomo era completamente diverso dal flirtare come una ragazza. Le donne erano schive e delicate mentre gli uomini sembravano essere rumorosi e turbolenti. In tutta sincerità, era un po' intimidatorio e non sapeva affatto se sarebbe riuscito a comportarsi così. Ma si calmò, dicendosi che quello era come un addestramento e sarebbe diventato un ninja migliore. Li osservò mentre si sedevano al tavolo e sistemò le spalle imitandoli, cercando di capire come incorporare i loro movimenti nei propri.
Voltandosi verso Akane, disse, "Scusami, vado al bagno delle ragazze"
Posandogli una mano sul polso, lei disse, "Vuoi dire al bagno degli uomini. Non vuoi entrare nella porta sbagliata vestito così"
Cercando di sopprimere il proprio rossore, disse, "Giusto. Il bagno degli uomini"
Akane lo osservò allontanarsi, sussultando leggermente quando vide i suoi fianchi iniziare ad ondeggiare prima che si correggesse. Poi sospirò e si portò una mano in viso quando lo vide praticamente calpestare il pavimento, le braccia larghe ai fianchi, oscillando, cercando chiaramente di camminare con andatura che lui riteneva virile.
Kodachi osservò l'infida ragazza tenere la mano di un un altro uomo. Era una vergogna che il suo Ranma fosse costretto a sposare una donna con un'etica tanto approssimativa. Tuttavia, non poteva biasimarla, quell'uomo era attraente quasi quanto il suo amore. Era alto, slanciato, e molto bello, anche se i suoi lineamenti tendevano ad essere femminili. Sarebbe stata più che felice di confessare al suo adorato il tradimento di quella bisbetica e di crogiolare nella sua gratitudine. Una volta che fosse stato libero dai suoi artigli, era sicura che le avrebbe dichiarato il suo amore e la sua devozione eterna immediatamente. E se fosse riuscita ad attirarlo, Ranma avrebbe sicuramente capito che era lei la donna più desiderabile. Le sarebbe stato così grato per averlo aiutato a liberarsi di quell'uomo e della sua disgraziata fidanzata che le avrebbe chiesto subito di sposarlo. Sì, pensò con una gaia risata, era un piano perfetto.

 

La testa di Akane balzò di scatto e si guardò intorno mentre sentiva una risata molto familiare e molto irritante. Sospirò, rassegnata all'inevitabile stupidità che senza dubbio avrebbe accompagnato la ginnasta quando si fosse mostrata. Si domandò vagamente se l'attacco sarebbe stato compiuto con un bokken, clavette o con una mazza. Con quella tipa strana era sempre una lotteria. 
-Ma almeno non mi annoio mai- pensò sarcasticamente, -e la mia giornata stava migliorando così tanto-.
Alzando lo sguardo, notò che Konatsu stava tornando e si domandò se non dovessero andarsene prima di essere notati. Proprio allora, Kodachi sembrò sbucare dal nulla, ma stranamente iniziò a dirigersi verso di lui, fingendo di non notarlo, con gli occhi al soffitto. Konatsu stava per superarla, ma la ginnasta fece finta di scivolare, cadendo con la faccia – col petto, tecnicamente – contro il ragazzo.
Con i riflessi scattanti, lui l'avvolse tra le braccia e l'aiutò a mettersi in piedi.
"Scusi..." Konatsu si schiarì la gola e abbassò la voce di un'ottava rispetto al solito, "Mi scusi, signorina. Non l'avevo vista"
Battendo le ciglia e ridendo, lei disse, "Giusto. Sono così fortunata ad essere stata presa da un uomo così forte" portò la coda oltre la spalla e gli rivolse un grosso sorriso, battendo le ciglia ancora di più.
Assorbendo tutti i segnali visivi, Konatsu ricordò cos'aveva tentato di fare il maggiore dei Kuno quando aveva flirtato. Le prese la mano e la baciò sulle nocche, dicendo "Piacere mio"
Kodachi si illuminò, sorpresa che un uomo che frequentava quella donnaccia avesse tali buone maniere. Lo fissò negli occhi, di un marrone scuro tale da farle pensare che fossero pozze di cioccolato fondente e avvertì il proprio cuore sfarfallare leggermente. Quell'uomo era davvero bellissimo.
"Che maleducata, permettimi di presentarmi. Mi chiamo Kodachi Kuno, la Rosa Nera del liceo femminile San Bacco. Forse hai sentito parlare di me"
Konatsu sorrise, certo che aveva sentito parlare di lei, aveva capito esattamente chi fosse nel momento in cui aveva riso.
"Sì, infatti. Le tue abilità nella ginnastica ritmica sono famose. Io mi chiamo Kon...solo Kon"
Si inchinò lievemente e stava per allontanarsi quando lei parlò. "Piacere di conoscerti, Kon. Forse ti va di accompagnarmi a casa, si sta facendo orribilmente tardi"
Con un altro inchino e un occhiolino, le offrì il braccio.
I due erano troppo lontani perché Akane potesse sentire la conversazione, ma era ovvio che stessero flirtando! Di tutte le persone con cui Konatsu poteva far pratica, la ginnasta era l'ultima ragazza che avrebbe scelto. Le cadde la mascella quando vide Kodachi infilare la mano nell'incavo del suo gomito, mentre entrambi si allontanavano. Si erano allontanati di qualche passo e la ragazza si voltò per guardare Akane, un sorriso trionfante sul volto. Un momento dopo, con la mano libera, Konatsu sollevò il pollice dietro la schiena.
Non sapeva se lui avesse idea di quello in cui si stava cacciando ma era sicura che potesse cavarsela da solo. Scrollando le spalle, prese la borsa di Konatsu e tornò al grande magazzino per comprare gli occhiali che a lui erano tanti piaciuti ma che non si era potuto permettere. Era il minimo che quel ragazzo si meritasse dopo aver sopportato entrambi i Kuno.

 

*dolce tipico giapponese composto da riso glutinoso.
**chioschetto mobile.
***fast food che appare in molti anime e che ovviamente è basato su McDonald's.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: MaryFangirl