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Autore: shiningreeneyes    08/08/2017    0 recensioni
Avere un'avventura di una notte da ubriachi fa schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo fa più schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo e si è un ragazzo è il massimo dello schifo.
La vita di Louis Tomlinson crolla su di lui dopo un incontro con il calciatore Harry Styles mentre erano ubriachi. Tutto ciò che conosceva e in cui credeva viene gettato fuori dalla finestra e lui è improvvisamente costretto a venire a patti con il fatto che il suo cuore non batte più solo ed esclusivamente per lui.
Note traduttrice: La storia non è mia, questa è solo una traduzione.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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CAPITOLO 23

Perché non vuoi che lo sappiano?

 

 

Mercoledì, 30 Marzo

Trentadue settimane e due giorni 

 

 

Il momento del pranzo era rumoroso a scuola. Quello fu l'unico pensiero che attraversò la mia testa mentre camminavo tra i lunghi corridoi per raggiungere il mio armadietto. La mia borsa pesava circa duecento chili e aggiungeva un ulteriore sforzo alla mia schiena già dolorante, ma comunque ero di umore relativamente buono quel giorno. Mia madre non aveva detto una parola sulla nostra litigata, né ieri né quella mattina, e rimasi piuttosto contento. Okay, non aveva parlato con me, nemmeno mi aveva guardato, ma almeno non c'erano state altre urla e sembrava che non avesse detto tutto a Ian visto che si era comportato nel solito modo durante la cena. 

 

Fui abbastanza sollevato quando potei togliermi il peso dello zaino e di tutti i libri che avevo dentro, lasciando solo ciò che mi serviva per la lezione che avevo dopo pranzo, sociologia. I corridoi erano affollati, come sempre, ma come al solito, nessuno mi prestò alcuna attenzione quando ripresi a camminare, andando verso la mensa per mangiare un pranzo veloce.

 

"Ciao."

 

Un'improvvisa voce alla mia sinistra mi fece saltare con sorpresa e lasciai uscire un piccolo urlo imbarazzante.

 

"Scusami, non volevo farti spaventare," disse Zayn con un sorriso ironico.

 

"È tutto okay," dissi una volta che la mia frequenza cardiaca fu tornata ad un livello normale.

 

Gli gettai uno sguardo curioso. 

 

"Che cosa succede?" gli chiesi quando un paio di secondi passarono e non fece altro se non camminare proprio accanto a me come se fosse qualcosa che facevamo ogni giorno. 

 

"Volevo solo chiederti se va tutto bene," disse con dolcezza, "ho provato a cercarti anche ieri, ma sembrava che fossi scomparso dalla faccia della terra."

 

"Oh... mi dispiace," fu tutto ciò che dissi.

 

"Nessun problema. Comunque, Harry è stato un completo stronzo da lunedì pomeriggio e mi sono chiesto se potresti avere qualcosa a che fare con questo."

 

"Molto probabilmente," mormorai, "ma in parte è anche colpa tua e di Liam," aggiunsi, un po' accigliato.

 

Sembrava sorpreso. "Cosa? Come può essere colpa nostra?"

 

"Gli avete detto ciò che ho detto di lui," dissi. "Questo dopo che Liam mi ha detto che non sarebbe andato da Harry a dirgli ogni cosa che vi ho detto."

 

"Oh... quello, giusto, scusa," disse un po' imbarazzato, "pensavamo solo che dovesse saperlo; voglio dire, hai completamente frainteso tutto e abbiamo pensato che avrebbe potuto, sai, farti capire capire che non è solo... compassione la sua."

 

"Non ha funzionato molto bene," dissi stanco, "abbiamo iniziato a litigare e tutto è finito con lui che correva via."

 

Scosse la testa con espressione esasperata.

 

"Siete entrambi due esseri umani completamente anormali, lo sai?" disse, "nessuno di voi è disposto a parlare correttamente l'uno con l'altro senza mentire su determinate questioni e avete entrambi un tempismo orribile con tutto e solo... Gesù, mi sono stancato di vedervi distanti; non credo di voler sapere come sarebbe vedere tutto da vicino."

 

"Noi non siamo esseri umani anormali," risposi, "non... comunichiamo molto bene, questo è tutto."

 

"Questo è l'eufemismo dell'anno," sbuffò, "'non comunichiamo molto bene'... si, va bene."

 

"È vero," dissi in mia difesa, "ogniqualvolta che usciamo finiamo per litigare o entriamo in una situazione imbarazzante, è come se non potessimo non litigare o essere imbarazzati. Forse c'è qualcosa che non va con i nostri geni."

 

"In quel caso mi dispiace per vostro figlio."

 

Dovetti sorridere un po' a quello. "Si, il povero bambino finirà per essere un pazzo disfunzionale perché i suoi genitori non possono smettere di litigare."

 

"Duro inizio di vita."

 

"Mhm."

 

"Il mio punto, comunque, è che penso che tu ed Harry smettereste di litigare se solo parlaste l'uno con l'altro e vi diceste tutto ciò che c'è da dire. Per esempio, devi dirgli che provi dei sentimenti per lui prima che la frustrazione che lui non sappia nulla, mangi vivo a te e al piccolo."

 

"Non voglio dirglielo," dissi, un po' irritato dal fatto che stessimo tornando sullo stesso discorso che avevamo affrontato almeno dieci volte, "non c'è bisogno, lui non li ricambia e renderebbe le cose troppo strane."

 

"Le cose sono già strane così e non credo che una confessione avrebbe importanza," disse secco.

 

"Non sarebbe una confessione," dissi, "lo sa già, credo, ma non- non voglio specificarglielo; conosce il punto principale, ma non gli importa. Questo è tutto ciò che ho bisogno di sapere."

 

Zayn si fermò improvvisamente, facendoci guadagnare occhiate sprezzanti dalle persone intorno. Lui le ignorò e invece mi guardò con occhi confusi.

 

"Aspetta, che cosa significa che lo sa già?" chiese.

 

Avevo un talento nel lasciare che le cose scivolassero dalle mie labbra quando non era il caso, vero?

 

"È- è solo- no, niente," balbettai, "devo andare a pranzare adesso, quindi-"

 

"No, no, no," disse, scuotendo la testa determinata, "non puoi dire queste cose e poi rifiutarti di spiegare, le amicizie non funzionano in questo modo."

 

Il mio cuore fece un piccolo salto felice quando disse la parola 'amicizie', ma per non apparire del tutto, beh... morto socialmente più di quanto già fossi, non commentai.

 

"È una storia lunga," dissi dopo un paio di secondi di esitazione, "o, non è necessariamente lunga, ma è un po' stupida, credo. Imbarazzante."

 

Mi guardò con sguardo inquisitore per un momento o due prima di offrirmi un debole sorriso. "Okay, vuoi uscire di qui?"

 

Era così importante?

 

"Cosa? Perché?"

 

"Potremmo pranzare in quella caffetteria del teatro e poi potresti raccontarmi di questa stupida storia della quale stai parlando."

 

"Ma- sarò in ritardo per la prossima lezione," dissi, pensando che ci sarebbero voluti almeno quindici minuti per arrivare alla caffetteria che aveva menzionato, "e comunque, come ci arriveremo?"

 

"Con l'auto di Liam," disse facilmente. "Allora, che ne dici? Vuoi pranzare con me?"

 

Ci pensai un attimo, ma giunsi subito alla conclusione che se avessi accettato o meno la sua offerta probabilmente avrebbe comunque scoperto la verità in un modo o in un altro - la gente sembrava farlo bene in quei giorni. E inoltre, ero affamato e ingerire qualcosa che non provenisse dalla mensa scolastica mi tentava abbastanza. 

 

"Si, va bene, pranzerò con te," dissi.

 

Il suo viso si illuminò. "Si?"

 

Annuii, pensando che fosse bello che lui volesse pranzare con me. Okay, era perché voleva scoprire cosa era successo tra me e Harry, ma comunque; voleva pranzare con me. Mi sarei potuto abituare a tutta quella cosa dell'avere amici. 

 

"Okay, figo," disse, "andiamo allora."

 

"Cosa? Adesso? Non devi incontrare Liam in modo che ti dia le chiavi della macchina?"

 

"Lo chiamerò quando usciremo da qui," disse mentre riprese a camminare, "devo comunque parlargli."

 

Camminammo attraverso la folla e uscimmo dall'edificio senza urtare troppe persone, anche se notai gli sguardi strani che Zayn otteneva, probabilmente a causa del fatto che stesse camminando con me tra tutti. L'auto di Liam era parcheggiata in un piccolo parcheggio dietro la scuola che non veniva mai utilizzato perché troppo lontano.

 

"È un po' paranoico," rispose Zayn alla domanda che non avevo nemmeno posto, mentre estraeva il cellulare dalla tasca. "Liam, per i ladri e cose simili," aggiunse in spiegazione allo sguardo confuso che gli mandai.

 

"Ha questa idea che le persone in realtà sappiano che stiamo insieme, ma invece di attaccarci direttamente, iniziano a recare danni ai nostri armadietti, auto e così via. Ho provato a dirgli che è pazzo, ma non capisce."

 

Sorrise e scosse la testa affettuosamente prima di sollevare il suo cellulare all'orecchio. Non risposi, ricambiai solo il sorriso e mi persi nei miei pensieri. Loro - Zayn e Liam - rischiavano tantissimo facendo quello che stavano facendo. Essere in una relazione con qualcuno del tuo stesso sesso durante il liceo è sempre stato duro, e chiunque avrebbe osato fare un passo avanti sarebbe stato coraggioso ai miei occhi. Ma per due ragazzi entrambi giocatori della squadra di calcio della scuola che  stavano insieme? Avrebbero, senza dubbio, preso dei calci nel culo se qualcuno lo avesse scoperto.

 

Se si fosse scoperto che i due stavano insieme felicemente da oltre un anno, non sarebbe importato che per tutta la scuola fossero degli eroi. Sarebbero stati considerati come emarginati, sarebbero stati costretti a lasciare la squadra di calcio, molti dei loro amici avrebbero potuto tagliare la corda e il loro alto stato sociale sarebbe affondato come una roccia nell'acqua.  Nonostante quello, avevano scelto di stare insieme. Conoscevano le possibili conseguenze di ciò che stavano facendo, ma sembrava che si preoccupassero più l'uno dell'altro piuttosto che della loro vita sociale. Mi piaceva. Era dolce, forse un po' troppo travolgente.

 

"Sarà qui tra un minuto," disse Zayn bloccando i miei pensieri.

 

Lo guardai con stupore. "Uhm, cosa?"

 

"Liam, sarà qui tra un minuto con le chiavi," ripeté, sorridendo vagamente, "dove hai la testa?"

 

"Da nessuna parte, stavo solo... pensando," dissi.

 

"Immagino che tu lo abbia fatto molto recentemente," disse, appoggiandosi contro la macchina e guardandomi con fronte corrugata.

 

"È più o meno l'unica cosa che sto facendo negli ultimi cinque mesi," dissi ridacchiando, "è difficile non pensare, sai? Oltre a dover affrontare le cose normali come la scuola, la famiglia e... provare sentimenti per qualcuno che non mi vuole, c'è anche il fatto che ho delle dirette responsabilità per un'altra vita oltre la mia. Quindi si, sto pensando molto."

 

"Va tutto bene, vero?"

 

"Considerando tutto quello che è successo ultimamente, va tutto bene, si," dissi con una scrollata di spalle. "E anche il bambino. Almeno dormo di notte, che è già qualcosa."

 

Sorrise. "Suppongo di sì. Come... o, beh, mi dispiace dirlo, ma sei piuttosto... grande-"

 

"Non mi dire," lo interruppi con uno sguardo miserabile verso il mio stomaco, che, anche attraverso il maglione, una felpa e una giacca, era abbastanza evidente.

 

"Si, beh, è normale," disse una segno di scusa, "ma comunque, non è faticoso camminare in giro tra tutte le lezioni e le altre cose?"

 

"Certo che lo è," dissi, roteando leggermente gli occhi, "ma non ho molta scelta, a meno che non voglia essere bocciato."

 

La piega sulla sua fronte diventò più profonda.

 

"L'ho capito, ma solitamente le persone incinte normalmente non dovrebbero riposare a questo punto della gravidanza?"

 

"Uhm, no, solo se ci sono delle complicazioni," dissi, ricordando qualcosa che avevo letto qualche settimana prima nel libro che Harry mi aveva comprato. "È tutto nella norma nel mio caso. Beh, a parte il fatto che sono incinto."

 

"Immagino, ma... non credo che sia un bene per te o per il bambino che tu sia così tanto stressato," disse, stringendosi il labbro inferiore.

 

"No sono stressato," dissi con una piccola risata, "vivo la mia vita nel modo in cui dovrei."

 

 

"Non credo che al tuo bambino piaccia come stai vivendo la tua vita," disse con un piccolo broncio.

 

"Beh, se non gli piace può dirmelo calciando o provocandomi dolore," dissi, "fino a quando non lo farà, continuerò a fare quello che ho sempre fatto."

 

Sospirò, guardandomi sconfitto, ma poi annuì. 

 

"Va bene, va bene," disse. "Ma per favore, se dovesse succedere qualcosa di brutto, vai da un medico o chiama immediatamente qualcuno."

 

Vidi lo sguardo preoccupato che aveva e sorrisi debolmente.

 

"Sei preoccupato," dichiarai.

 

"Beh, si, ovvio che lo sono," disse, "siamo amici e sei incinto e oltretutto chiaramente stressato, è naturale che sia preoccupato."

 

Le mie guance si scaldarono un po' e stavo per pronunciare un 'grazie' quando sentii dei passi che si avvicinavano dietro di me e mi voltai per scoprire Liam che veniva verso di noi.

 

"Eccoti qui," disse Zayn prima di passarmi affianco e avvolgere le braccia intorno a Liam, tirandolo in un abbraccio stretto.

 

"Ci hai messo più di un minuto," lo sentii mormorare contro il suo collo.

 

Per fortuna, si allontanarono l'uno dall'altro dopo qualche secondo, risparmiandomi così la sensazione di essermi intromesso in qualcosa di personale.

 

"Stai bene, Louis?" chiese Liam guardandomi con un braccio attorno alla vita di Zayn.

 

"Sto bene," dissi, chiedendomi quante volte mi avevano posto quella domanda nel corso dell'ultimo mese.

 

Sorrise brevemente prima di rivolgere la sua attenzione a Zayn.

 

"E tu come stai?" chiese poi, la sua voce un po' più civettuola di quanto mi aspettassi.

 

Zayn gli sorrise e vidi la sua mano trovare strada verso l'anca di Liam. 

 

"Benissimo," disse, "e mi stavo chiedendo se sei ancora favorevole per stasera."

 

"Stai scherzando? Sto aspettando da un mese," disse Liam con un sorriso che era talmente tenero che fece in modo di farmi contorcere dentro; mi sentivo veramente come se fossi un intruso in qualcosa di personale, anche se rimasi lì e non dissi una parola. "Anche se mi rompessi entrambe le gambe all'allenamento, lo faremo lo stesso."

 

Zayn ridacchiò a quello - e io resistetti all'impulso di ridere - e sporse il suo viso in modo che le sue labbra sfiorassero quelle di Liam.

 

"Bene," disse, "anche io non vedo l'ora."

 

"Lo so," mormorò Liam prima di chiudere la distanza tra loro e premere un bacio profondo e dolce sulle labbra di Zayn. Durò solo un paio di secondi, ma notai il modo in cui entrambi i loro corpi sembrarono rilassarsi non appena le loro labbra si toccarono e come le loro mani in qualche modo si trovarono e si intrecciarono. 

 

"Dovremmo andare," mormorò Zayn quando si separarono, "ma ci vediamo alle 19? Ho dei compiti che devo recuperare, quindi non ci sarò all'allenamento. Lo puoi dire al coach, si?"

 

"Si, certo," rispose Liam, sbattendo il naso contro quello di Zayn prima di lasciargli la mano e fare un passo indietro. Tirò fuori una serie di chiavi dalla tasca e le consegnò a Zayn, che le accettò con un gentile inchino.

 

"Aggiornami se succede qualche cosa, ok?" aggiunse.

 

"Certamente," disse Zayn con un ampio sorriso.

 

"Alla faccia della riservatezza," mormorai.

 

"Ci vuole più di un cervello per capire il tuo modo di pensare," disse Zayn facendo spallucce.

 

Optai per il non rispondere e invece offrii a Liam un sorriso prima di andare verso il lato del passeggero e aspettare che Zayn aprisse la macchina. Lo sentii dire un rapido 'ciao, amore' a Liam prima che un piccolo suono mi disse che aveva aperto l'auto.

 

"Allora, pranzo," disse una volta che si sedette sul sedile e chiuse la portiera, "vuoi andare in qualche caffetteria o hai altro in mente?"

 

"Finché hanno cibo, sono felice," dissi dopo aver messo la cintura di sicurezza. "Oppure, qualcosa di salato o piccante suona bene. Patatine fritte. O... forse tacos. Non lo so. Scegli tu."

 

"E se andassimo da TGI Friday's e prendessimo un hamburger con contorno di patatine salate e croccanti?" disse mentre cambiava marcia e faceva partire l'auto.

 

"Si, per favore," dissi con un gemito al pensiero di patatine fritte... salate, speziate e croccanti...

 

"Dovresti lavorare un po' su quell'espressione," ridacchiò. "Cerca di non apparire come se stessi per avere un orgasmo quando ti portano le patatine, okay?"

 

Stavo per dire che qualunque fosse la faccia che stavo facendo in quel momento probabilmente non era la mia faccia-da-orgasmo, ma riuscii a fermarmi prima di farlo. Per fortuna. La mia faccia era ancora rossa e mormorai un imbarazzato 'si, si' in risposta.

 

Il tragitto in auto fino a Friday's fu breve e quando entrammo nel ristorante - o in qualsiasi altro modo poteva essere chiamato - non c'erano troppe persone. Ero abbastanza grato di quello, come se condividere un pranzo con Zayn non fosse una cosa che volessi far sapere a tutti. Una cameriera bassa e bionda con un viso carino e una camminata galoppante venne verso di noi e notai, con lieve divertimento, che stava apertamente e senza vergogna mandando occhiate a Zayn.

 

Lo notò anche Zayn, perché appena ci sedemmo in un tavolo vicino alla finestra e la cameriera prese i nostri ordini di cibo e se ne andò, scoppiò a ridere. 

 

"Non credo emani la sensazione di essere gay," disse, "buono a sapersi, suppongo."

 

"Pensavo che tu non fossi gay," dissi sollevando le sopracciglia, "pensavo fossi gay solo per Liam."

 

Lui scrollò le spalle. "Suppongo. Non sento veramente la necessità di capire se potrei stare con un altro ragazzo oltre Liam comunque, perché non ho intenzione di far finire le cose con lui molto presto. Ma non lo so, forse potrei stare con un altro ragazzo. Adesso è difficile dirlo."

 

"State ancora pensando di andare all'università insieme?" chiesi, ricordando quello che mi avevano detto sul fatto di voler stare insieme dopo il liceo.

 

"Si, certo," disse con un sorriso morbido. "Noi non- o, abbiamo trascorso così tanto tempo a fare attenzione e quelle cose lì e ora vogliamo davvero andare via, in modo da poter stare insieme come ogni altra coppia senza essere giudicati."

 

"Deve essere dura," riflettei. "Quanto state insieme ora?"

 

"Non tengo il conto esatto come Liam," dissi con un sorriso curvo, "ma circa un anno e tre mesi, credo. Il nostro primo anniversario è stato tre giorni dopo natale, quindi... si, circa un anno e tre mesi."

 

"Un anno e tre mesi," dissi, "è un periodo molto lungo da trascorrere nascosti."

 

"Beh, abbiamo tipo... non lo so, cazzeggiato e cose cosi per mezzo anno, prima di metterci insieme, quindi è qualcosa come tre anni e nove mesi."

 

"Wow, quasi due anni interi a nascondervi," dissi scuotendo leggermente la testa, "è abbastanza... impressionante. Sono un po' sorpreso che non siate stati scoperti da nessuno."

 

"Ci siamo andati vicini un paio di volte, credimi," disse, "Niall ha la cattiva abitudine di non bussare prima di entrare in una stanza e abbiamo dovuto inventarci alcune scuse patetiche del perché fossimo sdraiati mezzi nudi l'uno sopra l'altro. È troppo rilassato e pigro per preoccuparsi di pensare troppo a ciò che vede e sente, quindi dubito che sospetti qualcosa. Harry d'altra parte... riesce a leggere tutto e anche se lui ci ha quasi visto una volta, non credo che siamo riusciti a convincerlo che non fosse nulla."

 

"Si, lui... mi ha parlato di questo," dissi, spostandomi un po', "ma penso di averlo messo fuori pista," aggiunsi rapidamente quando gli occhi di Zayn si spalancarono comicamente.

 

"Mi ha detto che è entrato nella stanza e tu e Liam avete praticamente fatto un salto."

 

Zayn sospirò e si sfiorò il ponte del naso.

 

"Immagino che dovremmo iniziare a chiudere le porte a chiave, vero?"

 

"Non è una cattiva idea se non volete essere scoperti," dissi.

 

Mi fermai per un momento, ma poi continuai. "Ma... se non ti dispiace," cominciai esitante, guardando la sua reazione, "non credo che a Harry o Niall importerebbe se faceste coming out. O, non conosco Niall molto bene, ma ad Harry andrebbe bene, ne sono certo."

 

La cameriera tornò con le nostre bevande e bloccò la conversazione mentre mise due bicchieri di Coca Cola sul tavolo, facendo un ampio e - dal mio punto di vista - ridicolo sorriso a Zayn, poi si allontanò con un ondeggiamento leggermente esagerato dei fianchi. 

 

"No, sicuramente nessuna sensazione gay," dissi, guardandola con le sopracciglia sollevate.

 

Ridacchiò prima di prendere un sorso della sua Coca Cola e deglutire. Passarono due o tre secondi e poi sospirò.

 

"Non è che non pensiamo che loro possano essere d'accordo con questo," disse.

 

Rimasi confuso per mezzo secondo prima di capire di cosa parlava. 

 

"Oh, giusto," dissi, "allora perché non volete che loro lo sappiano?"

 

"Più persone lo sanno, più è facile che le cose perdano il controllo," rispose. "Non che loro lo direbbero volutamente, ma sai... potrebbero ubriacarsi ad una festa e poi urlarlo a chiunque, oppure potrebbero parlarne in qualche luogo pubblico e farsi sentire da qualcuno, cose così. E comunque è per pochi mesi ancora. Lo diremo a tutti appena ci diplomeremo."

 

"Beh, se ti può consolare, Harry mi ha detto due volte che non gli importerebbe se due di voi stessero insieme, quindi se otterrete una brutta reazione da lui, probabilmente sarà perché glielo avete tenuto nascosto per così tanto tempo, non per il fidanzamento in sé."

 

Lui sorrise. "Ci aspettiamo una brutta reazione a causa di questo, ma capiranno una volta che spiegheremo tutto, ne sono sicuro."

 

"Spero per te di si."

 

"Cosa? Pensi che non capiranno?"

 

Mi strinsi nelle spalle, sentendomi improvvisamente impotente. 

 

"Non lo so. Se i miei migliori amici mi avessero tenuto nascosto un segreto del genere per così tanto tempo, probabilmente mi sarei arrabbiato parecchio e sarei rimasto sconvolto dal fatto che non si fossero fidati abbastanza da dirmelo. Ma comunque, credo che avrei capito una volta date le giuste spiegazioni."

 

"Spero anche loro," disse, con sguardo apparentemente preoccupato.

 

"Sono sicuro che lo faranno," dissi, cercando di fare un sorriso confortante. "Com'è comunque?" aggiunsi, provando a virare i suoi pensieri su qualcosa di diverso.

 

Mi mandò un'occhiata. "Com'è cosa?"

 

"Tu e Liam, il vostro rapporto, avere un ragazzo. Tutto quello."

 

"Oh," disse, la voce improvvisamente morbida e un piccolo sorriso che alzava gli angoli delle sue labbra. "È... bellissimo, in pratica."

 

"Ahah, così incredibilmente elaborato," dissi, incapace di trattenere un'espressione divertente sul mio viso.

 

Guardò verso il basso per qualche secondo, apparentemente molto pensieroso, ma poi alzò lo sguardo e sorrise ampiamente.

 

"È veramente incredibile," disse, giocando con le mani che stavano appoggiate sul tavolo, "hai l'amico migliore al mondo, ma ti fidi di lui come se fosse un familiare, capisci cosa voglio dire? Ed è come... se tu avessi qualcuno che ti scopasse fino a perdere i sensi su un materasso, fino a quando non vedi le stelle e non riesci a sentire le gambe, come un amico con benefici, ma allo stesso tempo qualcuno che ti porta a cena, ti coccola, bacia la tua fronte e ti manda messaggi stupidi e carini nel bel mezzo della notte senza nessun apparente motivo."

 

Si fermò e rise un po' prima di continuare.

 

"Sembra tutto così stupido, ma è davvero... fantastico. Avere qualcuno che sai che ti ama e che si butterebbe sotto un autobus per te."

 

"Suppongo che tu non voglia che succeda," dissi scettico.

 

"Preferirei di no, ma il punto è che so che lo farebbe. È bello. In un... modo macabro."

 

"Mm, si. Come vi siete messi insieme comunque? Non credo che uno di voi sia andato dall'altro e abbia detto 'ehi, mi piaci, vuoi uscire qualche volta?'"

 

"No, non esattamente," disse. "Noi... beh, abbiamo organizzato questa maratona di film insieme a Harry e Niall durante le vacanze estive dopo il primo anno. Era abbastanza tardi, avevamo bevuto tutti delle birre ed Harry e Niall erano già svenuti. Io e Liam eravamo seduti sul divano e non so come, finimmo l'uno sull'altro e ci baciammo. Non è andata oltre, ma fu imbarazzante le settimane dopo, prima di avere il buon senso di sederci e parlarne. Abbiamo concordato che era stato solo un errore da ubriachi e avremmo dovuto dimenticare. L'ho odiato ad essere onesti, ma non potevo andare a dirgli che avevo apprezzato quel bacio, quindi ho lasciato perdere, sai?"

 

"Sono abbastanza sicuro che non sia la fine della storia."

 

"No, abbiamo iniziato ad uscire più spesso insieme, non so davvero chi ha iniziato, ma in ogni caso, di solito eravamo solo noi due, e un giorno è solo... accaduto, credo. Non ci fu nessun dramma o altro, ci siamo semplicemente baciati di nuovo, poi abbiamo parlato e andiamo deciso di fare con calma. E poi ci siamo messi ufficialmente insieme dopo Natale. Non è di certo la storia interessante che avevi immaginato."

 

Gli sorrisi e mi strinsi nelle spalle. 

 

"Non tutto deve essere eccitante," dissi, "è bello anche con cose semplici. Non tanti drammi e problemi e... si."

 

Il nostro cibo arrivò subito dopo, ma diedi solo un morso al mio hamburger - concentrandomi sul non fare facce-da-orgasmo - prima che Zayn parlò di nuovo.

 

"Okay, quindi, vuoi aggiornare me adesso? Cosa è successo tra te e Harry?"

 

Mi guardò in attesa e io inghiottii una patatina che avevo appena messo in bocca prima di sospirare. "Vuoi che te lo dica adesso?"

 

"Potrei avere qualche intrattenimento mentre mangio, quindi si, per favore."

 

Roteai gli occhi. "Grazie per vedere i miei problemi come un intrattenimento," dissi.

 

"Prego. Ora racconta."

 

E così glielo dissi. Gli raccontai della conversazione che avevo sentito tra lui e Harry, gli dissi del discorso che avevo affrontato con Harry a casa mia, di quanto avevo cercato di evitarla, ma come era tornata a galla poco dopo, di come aveva intenzione di baciarmi, ma che in realtà era solo per avere una risposta al fatto se mi piacesse o meno, come avessi reagito rifugiandomi in bagno e di come avevo iniziato a piangere, come avessimo litigato subito dopo e come avesse finito per baciarmi, come una sorta di premio di consolazione per quello che aveva fatto. 

 

Quando avevo terminato di raccontare la storia dopo aver parlato per quindici minuti senza fermarmi, Zayn mi guardava a bocca aperta.

 

"Okay, prima di tutto," cominciò, guardandomi ancora stupefatto, "mi dispiace che tu abbia ascoltato la nostra conversazione."

 

Agitai la mia mano in aria; quella non era parte delle mie preoccupazioni.

 

"In secondo luogo," continuò, "non posso credere che abbia tirato una mossa da stronzo come quella. Fingendo di volerti baciare, pur sapendo della possibilità che ti piacesse? È parecchio insensibile."

 

"Questo è quello che ho pensato," dissi, sentendomi un po' infelice pensando a quel giorno. "Si è scusato dopo, ma lo fa tutto il tempo sai? Fa qualche stupida cazzata e poi si scusa e si aspetta che tutto vada bene. È frustrante."

 

"Si, lo so," disse, sfregandosi la fronte, "è un'abitudine che ha sempre avuto."

 

"Dovrebbe smetterla di farlo."

 

"Dovresti dirglielo."

 

"L'ho fatto. Lunedì."

 

"Che cosa? Avete parlato lunedì?"

 

"Si, è venuto a portarmi lo zaino che ho lasciato-"

 

"Oh, si, giusto, l'hai dimenticato nel nostro tavolo in mensa."

 

"Si. Così abbiamo iniziato a litigare e gli ho detto, anzi urlato, che deve smettere di dire e fare tutta quella merda che presumibilmente non vuole dire e fare. Non so nemmeno se abbia capito, ma almeno gliel'ho detto."

 

Mi guardò un po' come se mi stesse valutando, ma poi sospirò pesantemente e trascinò una mano sul viso.

 

"Senti, io non- non posso dire con certezza cosa succede nella testa di Harry tutto il tempo e ultimamente è stato più misterioso del solito. Ma non credo che ti abbia baciato perché gli dispiaceva per te. Non lo credo davvero. Harry non va in giro a baciare tutti come una puttana che apre le gambe e... so che non mi crederai appena te lo dirò, ma sinceramente penso che abbia scelto di baciarti perché voleva farlo. Forse non era se stesso al cento per cento, ma credo davvero che ti abbia baciato perché effettivamente ricambia i tuoi sentimenti."

 

"Sei pazzo," dissi, le mie guance rosse, "se fosse così, me lo avrebbe detto quando ha scoperto i miei sentimenti verso di lui".

 

"Non necessariamente. Ha una fidanzata e continua ad insistere sul fatto che sia etero, quindi lui-"

 

"Zayn, per favore," lo interruppi con una supplica, "non voglio sentire questo, non ho bisogno di sentirlo, rende solo le cose più difficili. Ti ho detto cosa è successo, possiamo solo... lasciar perdere?"

 

Mi inviò un piccolo sorriso triste prima di annuire. "Si, certo."

 

Mangiammo il resto dei nostri pasti in un silenzio confortevole e quando finimmo l'orologio segnava quasi le due del pomeriggio e decisi che non c'era nessuna ragione per tornare a scuola.

 

"Ti dispiace accompagnarmi a casa?" chiesi una volta pagato il conto mentre tornavamo alla macchina.

 

Mi rivolse uno sguardo sorpreso. "Certo, ma non hai più lezioni?"

 

"Si, ma sono stanco e tutto il mio corpo è affaticato," dissi, "credo di aver bisogno di dormire per un paio di ore."

 

La sua sorpresa si trasformò in preoccupazione. "Sicuro di stare bene?"

 

"Si, sono sicuro," dissi con un sospiro leggermente esasperato.

 

"È da molto che non vedi il medico?"

 

"No, mamma, non da tanto."

 

Sorrise debolmente. "Sono serio."

 

Arrivammo all'auto e aspettai di rispondere fino a che non fummo entrambi seduti all'interno del veicolo e Zayn avviò il motore.

 

"È passato un po' di tempo," ammisi, "sarei dovuto andare quel venerdì, ma... beh, non sono andato perché mi sono addormentato e ho dimenticato di mettere la sveglia, e non ne ho fissato un altro."

 

"Fallo allora," disse mentre uscì dal parcheggio e si immise sull'autostrada. "Seriamente, fissa un nuovo appuntamento il più presto possibile."

 

"Gesù, sei insistente," dissi sbuffando.

 

"Voglio solo ciò che è meglio per te e per il bambino."

 

"Si, lo so. Grazie. Chiamerò la dottoressa una volta tornato a casa."

 

I suoi occhi erano diretti verso la strada, ma lo vidi sorridere. "Bene."

 

Passammo il resto del viaggio parlando della scuola, degli esami finali, dei piani per l'università e cose del genere, e quando arrivammo davanti a casa mia, mi disse un rapido 'stai attento, ok?' prima di darmi una pacca dolce alla spalla.

 

"Si, certo," dissi. "E divertiti al tuo... appuntamento?" aggiunsi, guardandolo in modo interrogativo.

 

Sorrise ampiamente. "Si, andremo in un ristorante a Manchester."

 

"Manchester?" chiesi sorpreso, "è tipo ad un'ora di macchina."

 

"Fondamentalmente zero possibilità di essere scoperti," disse come spiegazione, "e anche i suoi genitori e le sue sorelle sono fuori città, quindi dopo abbiamo la casa tutta per noi."

 

"Ho capito," dissi, sentendo le guance riscaldarsi.

 

"Smettila di pensare ai doppi sensi, finiremo a guardare un film e addormentarci sul divano."

 

Alzai le sopracciglia e lui sorrise.

 

"Probabilmente no okay," disse, "sono passati anni da quando siamo rimasti soli, quindi-"

 

"Ho capito, ho capito," lo interruppi, il mio volto sempre più caldo, "vado ora, quindi... si, ciao, divertiti stasera."

 

Stava ancora sorridendo ampiamente quando uscii dall'auto e lo vidi cominciare a ridere mentre si allontanò.

 

Il mio stato d'animo era abbastanza buono e sorrisi leggermente mentre camminavo verso la porta d'ingresso di casa mia; ero riuscito a passare un paio d'ore con qualcuno che non faceva parte della mia famiglia o di Eleanor senza rendermi stupido in un modo o in un altro, e sembrava che anche Zayn si fosse divertito. Mi diedi un cinque mentalmente.

 

Ma poi entrai in casa e il mio buon umore scomparì rapidamente di... beh, qualcosa che scompare rapidamente. 

 

"Ciao, mamma," dissi mentre entrai in cucina dopo aver tolto le scarpe e la giacca. 

 

Era seduta vicino al tavolo, leggendo un giornale e non mi guardò nemmeno quando mi sentì parlare, tantomeno rispose al mio saluto e il mio cuore affondò un po'. Per quanto tempo avrebbe continuato a trattarmi con freddezza? Non aveva parlato con me ieri e nemmeno questa mattina e... ora era pomeriggio e lei era ancora arrabbiata con me? Okay, un giorno non era poi così tanto, ma pesava quando tua mamma non ti aveva parlato.

 

"Okay, vado," dissi prima di tornare indietro e lasciare la stanza. Presi la mia borsa dal pavimento accanto alla scala e la salii con passi lenti. C'era musica proveniente dalla stanza di Owen e invece di andare in camera mia, mi diressi verso la sua. Bussai un paio di volte, ma la musica non si fermò e non ricevetti risposta, quindi bussai di nuovo.

 

E di nuovo.

 

E di nuovo.

 

Quando bussai per la sesta volta, il volume diminuì un po' e un 'cosa?' risuonò dall'altra parte della porta.

 

"Sono io," dissi, "posso entrare?"

 

"Oh, certo," lo sentii dire, un po' più calmo. 

 

Aprii la porta ed entrai, trovando Owen gettato sul letto... con una sigaretta accesa in mano mentre del fumo usciva dal suo naso?

 

"Tu fumi?" chiesi, sollevando le sopracciglia mentre chiudevo la porta dietro di me e mi sedevo sulla poltrona accanto alla scrivania.

 

"Non proprio," disse con un sospiro stanco, "solo qualche volta quando sono stressato o cose così."

 

"Allora puoi essere stressato quando non sono qui? Il fumo non fa bene al bambino."

 

"Oh, giusto," disse, sedendosi correttamente con un movimento pesante e spegnendo la sigaretta su un portacenere sopra il suo comodino.

 

"Che succede?" chiese quando si sdraiò di nuovo.

 

"Ho detto tutto alla mamma e ora mi odia," dissi con voce seria, immaginando che non ci fosse bisogno di girare intorno alla questione.

 

"Ah, ecco perché sta facendo la stronza da ieri."

 

Scrollai le spalle inevitabilmente. "Suppongo di si. Scusa."

 

"Perché glielo hai detto allora? Lo sai com'è fatta, sapevi sarebbe finita male," disse, anche se non sembrava arrabbiato, solo un po' confuso.

 

"Non ho avuto molta scelta," dissi, "ha insistito con il fatto che dovessi iniziare a correre, ma ovviamente non posso farlo e non voleva desistere perché, beh, è mamma, e ho finito per urlarle che sono incinto. Non è finita così bene, e sa anche che sono gay. Non che creda che sia incinto. O che sia gay, ma è comunque incazzata."

 

Roteò gli occhi. 

 

"Porterà un prete qui uno di questi giorni, ne sono certo," disse, "per provare ad esorcizzarti o qualcosa del genere."

 

"Si, grazie per avermelo fatto immaginare," dissi con una smorfia, anche se dentro di me pensavo che la possibilità che mia mamma volesse farmi esorcizzare non era affatto improbabile.

 
   
 
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