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Autore: Tefnuth    09/08/2017    0 recensioni
All'alba dei tempi, quando gli uomini e la Terra avevano da poco iniziato il loro ciclo vitale, la Morte generò un figlio. Egli divenne così malvagio da dimostrarsi la peggiore piaga esistente. Il principe degli Spettri lo affrontò, e lo sconfisse, tuttavia invece di ucciderlo lo imprigionò in un lungo letargo. A due anni di distanza dalla sconfitta di Weiss, e con tanti cambiamenti bel Bureau, Georg e compagni devono fronteggiare questo temibile mostro. Tirarsi indietro, impossibile, ma ci sarà bisogno di un pericoloso alleato.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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“Mi sbaglierò, ma credo proprio che il colloquio col poliziotto non sia stato amichevole” esclamò Georg non appena il furgone rientrò nell’hangar del Bureau. I ragazzi erano già scesi dal mezzo, e adesso stavano osservando Abraham, ancora all’interno del camioncino, cui il telecineta aveva rivolto la sua domanda.
“Il che è strano, visto che sono anni ormai che la nostra sezione ha rivelato la sua esistenza” constatò Gustav a braccia incrociate, ricordando di quando Hellboy gli aveva narrato del loro scontro con l’elementale.
“Non tutti accettano l’esistenza di persone…fuori dagli schemi” rispose Abe, scendendo dal mezzo con aria mesta e preoccupata.
“Vuoi dire mostri? – Chiese Tom tirando un profondo respiro. – Perché immagino che sia quello il termine che quello ha usato” aveva ragione.
“Noi continueremo con le nostre indagini, come sempre. – Sentenziò l’uomo-pesce, alzando le mani per invitare a mantenere la calma. – Vi prego solo di una cosa, ragazzi: se doveste incontrare di nuovo quell’uomo, non fate azioni avventate”.
“E cosa dovremmo fare? – Esclamò Bill irritato. – Abbassarci i pantaloni e farci sparare nel culo? Non siamo scemi sai, abbiamo capito che quello ci fucilerebbe alla prima occasione”.
“Ormai siamo diventati abbastanza bravi, nel leggere le intenzioni degli umani” asserì Andrew.
“Vi prego. – Ripetè Abe, congiungendo le mani a mo’ di supplica. – Ora sono stanco, ne riparleremo poi” e si incamminò oltre le porte per ritirarsi nei suoi alloggi.
“Dovremo cavarcela da soli. – Asserì Georg, serio. – Blu è troppo coinvolto, per cercare una soluzione adeguata”.
“Per non parlare del fatto che lui ama gli umani, e li vede sempre come cuccioli smarriti anche quando sono loro il pericolo” sentenziò Tom ancora più duro.
“Lui dice così, ma ecco quello che faremo: seguiremo le regole, come sempre, ma al primo sgarro che ci fanno non dimostreremo pietà. – Ordinò il telecineta, con lo stesso fare di un generale. – Non li uccideremo, ma faremo una bella dimostrazione di forza”.
“GIUSTO” esclamarono in coro tutti gli altri.
Qualche ora più tardi, l’intera sala allenamento fu scossa da un terribile ruggito: un’orribile creatura scheletrica con le orbite vuote, due code che iniziavano dalle scapole e che poi si distaccavano dal corpo all’altezza del bacino, e due corna spiraliformi che spuntavano dalla cima della testa. Questo era il mostro all’interno della sala, e il suo corpo emanava un’aura estremamente oscura; tale da rendere l’aria circostante acida e pesante. All’interno della stanza, e del piano dell’edificio, l’unico altro essere vivente era Georg; l’unico che, in forma demoniaca, non risentiva degli effetti di quella nube. Il telecineta era lì non per combattere con il demone, ma per aiutare Andrew nel tentativo di legarsi a quel mostro. Diverse volte ci avevano provato, senza aver successo, e anche quella volta dopo l’illusione di un’effimera riuscita il mezzo spettro aveva perduto il controllo su di sé.
“Andrew, ti prego, non farti sopraffare di nuovo! Riprenditi” esclamò Georg, mentre a fatica cercava di trattenere lo spettro all’interno di una barriera psichica per evitare che facesse danni.
Stupido, la tua barriera non potrà trattenermi a lungo” era lo spettro che stava parlando, non Andy il quale sembrava sprofondato all’interno del corpo del mostro.
“Non fare dei programmi, perché non andrai da nessuna parte” sentenziò il telecineta sollevando per aria il gigantesco spettro.
“Questi giochetti non funzioneranno”.
“Lo vedremo. DEVIAN!!! – Chiamò Georg, e immediatamente lo spettro di presentò al suo cospetto. – Abbiamo bisogno di una mano”.
Anche due direi
Disse lo spettro, che fece apparire un violino rosso, finemente decorato con inserti in oro, e su quello iniziò ad intonare una bellissima musica soave studiata appositamente per allontanare gli spiriti maligni.
“Cos’è quest’orrore? – Domandò lo spettro, tappandosi le orecchie. – Mi sta facendo scoppiare i timpani”.
Lascia questo mondo
Ordinò Devian, e mentre suonava gli ultimi accordi lo spettro si dissolse liberando il povero Andrew dal suo controllo.
“Grazie Devian, senza di te non ce l’avremmo fatta” ringraziò Georg, intanto che faceva atterrare l’amico sano e salvo.
Andrew non aveva perso i sensi, tuttavia non appena toccò terra cominciò a rimettere bile e a tremare.
“E’ andata peggio del solito” si disse appena la tempesta nel suo stomaco si fu quietata.
Menomale che te lo dici da solo
Esclamò Devian, ricevendo un dito medio come risposta.
“Devi smetterla, è troppo per te. – Lo redarguì Georg, mentre lo aiutava ad alzarsi facendogli da appoggio. – Devi capire che questo spettro proprio non ne vuol sapere di legarsi a te”.
“Se ne dovrà fare una ragione, perché io non mollo” affermò il mezzo spettro, così stanco da scaricare tutto il proprio peso sul telecineta.
“Vorrei evitare di portarti via in una bara”.
“In teoria sono già mezzo morto. – Constatò Andrew. – Non per niente il mio caro paparino è uno spettro”.
Onde evitare di fare tutta la strada che li separava dagli alloggi, Georg trasportò entrambi direttamente davanti alla porta dell’alloggio del ragazzo.
“Puoi anche lasciarmi, ora” propose il mezzo spettro, mentre il telecineta gli apriva la porta.
“NEMMENO PER SOGNO! – Ribattè il castano. – Non ti mollo finchè non ti vedo beato nel letto”.
Come promesso, il telecineta scortò l’amico fin sul letto dove lo aiutò a sdraiarsi dopodiché, prima ancora che potessero parlare seriamente dell’allenamento, gli altri ragazzi si fiondarono nella camera.
“Oh no, ci ha provato di nuovo” sentenziò Gustav non appena vide le condizioni in cui versava Andrew.
“Stavolta è stata proprio brutta: è dovuto intervenire Devian” spiegò Georg.
“Ce l’avrei fatta anche da solo” replicò il mezzo spettro.
Certo, certo
Ironizzò Devian.
“Perché ti ostini così tanto? – Domandò Bill. - Hai già tre spettri”.
“Non voglio che le persone cui voglio bene perdano la vita, coma Ynyr e Johann. – Spiegò il ragazzo, toccando d’istinto il tatuaggio dello spettro perduto. – Con la forza di quello spettro, non dovrei più avere paura che questo possa accadere” una lacrima scese del suo viso.
“NON DEVI FARLO! – Sbottò Tom. – Non per una ragione del cazzo come questa”.
“Soprattutto visto e considerato che questo significherà perdere te” affermò Gustav.
Hanno ragione loro”
Esclamò Destroy, materializzatosi con Mourn accanto a Devian.
“Anche noi abbiamo perso delle persone, e abbiamo sofferto molto. Ma per sconfiggere i nemici, per la vendetta o la salvezza del mondo, abbiamo fatto sempre conto sulla nostra forza. – Disse Georg. – Non andare a ricercare un potere che non puoi controllare; insieme possiamo sconfiggere ogni nemico”.
Andrew annuì, e inclinò la testa per appoggiarsi meglio sul cuscino; gli altri, comprendendo che aveva appreso la lezione e che aveva bisogno di riposare, andarono alla porta per lasciarlo da solo.
“Ora capisco, cos’hai provato in quei giorni. – Affermò rivolgendosi a Bill, l’unico che ancora doveva lasciare la stanza. – La sensazione che qualcosa abbia preso possesso del tuo corpo” stava riferendosi a quello che gli aveva fatto Hans dopo il rapimento.
Il signore dei ghiacci rimase alcuni istanti sulla porta, forse per comunicare al fratello che sarebbe arrivato più tardi; chiuse la porta e si avvicinò al mezzo spettro che iniziò a dire
“Quando provo a richiamare quel mostro, la mia testa comincia a vagare nel buio e non riesco più a…”.
“Controllare il tuo corpo, o il tuo potere. – Terminò Bill guardando l’amico dritto negli occhi. – E’ una cosa orribile, vero? Sentire che il tuo stesso corpo si sta ritorcendo contro di te, e tu non puoi farci niente puoi solo assistere e sprofondare nell’ombra” la poca luminosità della stanza stava facendo risaltare gli occhi di ghiaccio.
“Già, non lo augurerei a nessuno”.
“Per questo ti diciamo di non fare sciocchezze come questa. Sappiamo quale sarebbe il risultato”.
Andrew avrebbe voluto dire qualcos’altro, tuttavia prima di poterlo fare percepì di nuovo la presenza dello spettro. Serrò i pugni, irrigidendo anche i muscoli del corpo, e sentì che il suo corpo stava cercando di tramutarsi in nube.
“ANDY!” lo chiamò Bill, ripetendo il suo nome un paio di volte.
Questo non era per niente previsto
Esclamò Devian, iniziando a suonare le prime note del violino; anche Mourn e Destroy si prepararono ad un’azione di contenimento.
“Merda! – Imprecò il signore dei ghiacci, prendendo una mano dell’amico senza accorgersi che la stava raffreddando. – GUARDAMI ANDY!”.
Il freddo percepito, e la musica di Devian, permisero al ragazzo di ritornare in sé piano piano.
Fhiuù, sei di nuovo con noi
Disse sollevato Mourn.
“Ma che gli è successo? – Domandò Bill confuso. – E’ per via di quello spettro?”.
“Esatto. – Concordò Destroy. – Devi sapere che solitamente, quando un negromante usa la forza di uno spettro con cui è legato l’energia accumulata poi svanisce, senza recare danni alla persona perché tutto si svolge diciamo in amicizia. Se invece il negromante non riesce a legarsi con lo spettro, pur cercando di usarne la forza o continuando a provare a costruire il legame senza il suo consenso, l’energia che prende diventa come un virus che prende il sopravvento. Se gli resta in corpo troppo a lungo, finisce poi che succedano certe cose. Temo che un giorno, alla fine, quel mostro possa anche decidere di ingoiarlo e di prenderne la forza vitale” era molto preoccupato, come Mourn e Devian.
“Non dirlo a nessuno, per favore, ancora non sono arrivato al punto di non ritorno. – Lo implorò Andrew, stringendo la mano di Bill. – Lo so che ti sto chiedendo un grosso sforzo, soprattutto per Tom, ma non voglio che gli altri mi guardino come uno zombie” aveva gli occhi supplicanti, come un cucciolo abbandonato.
“Nessuno lo saprà. – Promise il signore dei ghiacci. – Ma tu mi devi promettere, che non proverai mai più a legarti con quello spettro. Ti prego” ora era lui a chiedere il favore.
“Va bene. – Dichiarò il mezzo spettro, che poi osò chiedere un favore all’amico. – Potresti stare qui, ancora un po’? Vorrei essere sicuro che…”
Bill annuì, e restò con lui a tenergli la mano finchè non si addormentò.
Dovrebbe essere del tutto fuori pericolo, ora
Ipotizzò Devian, constatando che il sonno dell’amico era sereno.
Ora possiamo pensarci noi
Disse Mourn.
“Se ne siete sicuri, lo lascio nelle vostre mani. – Bill si alzò dal letto, e si avviò alla porta. – Se avete bisogno, fatemi un fischio”.
Quando rientrò nella sua camera, il signore dei ghiacci trovò il fratello ad aspettarlo sul tavolo
“Cos’è successo prima? C’è stato un momento in cui eri agitatissimo” gli domandò, non gli piaceva per niente che il fratello avesse chiuso il loro contatto telepatico anche solo per qualche minuto.
“Non posso dirti niente, mi dispiace” rispose secco Bill, sperando che il gemello capisse.
“Cosa? – Tom si alzò dal tavolo, e si avvicinò al gemello. – Qualcosa ti preoccupa, lo sento” gli alzò il mento con una mano, e avvicinò il viso.
“Per favore” il collo del signore dei ghiacci si irrigidì.
“Andrew ti ha fatto una proposta sconcia, per caso? Perché nel caso non mi arrabbierei, tranquillo. - Chiese il pirocineta, e Bill negò con un piccolo sorriso. – Allora dovrò fidarmi sulla tua parola, anche se preferirei saperlo”.
“Vorrei potertelo dire, ma lui mi ha detto che è un segreto” ribadì Bill.
“Cos’è un segreto?” li interruppe Gustav.
“Una cosa che sa Bill, ma che non può dire a nessuno. – Riferì Tom. – Neanche a me, a quanto pare” era irritato.
“Vi prego, è una cosa che non posso rivelare. – Riaffermò il signore dei ghiacci, che per evitare ulteriori domande si incamminò verso la sua camera. – Non chiedetemelo più” sbattè con vigore la porta, congelandone le cerniere per non farla aprire.
“Deve essere proprio una cosa seria” constatò Gustav, incrociando le braccia.
“Di sicuro riguarda Andy. – Stabilì Tom. – Era in camera con lui, basta solo scoprire quello che si sono detti”.
“Non vorrai sondare a forza la mente di tuo fratello? – Domandò Gustav, sussurrando per non farsi sentire. – Non sarebbe giusto”.
“Certo che no, e non lo farò perché lui mi ucciderebbe. Indagherò per conto mio, senza che nessuno se ne accorga” affermò il pirocineta.
 
  
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