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Autore: _Rael_89    09/08/2017    0 recensioni
FFXV è uno dei giochi più complessi dal punto di vista dello sviluppo: ha subito vari rimaneggiamenti, tagli e smembramenti nel corso degli anni che ne hanno totalmente stravolto la narrazione, creando non pochi problemi ai giocatori per quanto riguarda la comprensione della vasta lore di questo capitolo. Ho passato in rassegna tutto ciò che è uscito in relazione del gioco finale (film, anime, guida, traduzioni dell’Ultimania, Wikia, trailer, artworks, dichiarazioni del team di sviluppo) e quello che ne è venuto fuori è la vera trama, di una ricchezza e bellezza che in pochi hanno colto. Da questa premessa potete capire come mi sia venuta l’idea di questa fanfiction. Ho deciso di ricostruire l’intera trama a partire dalla storia di Eos descritta nell’Ultimania fino ad arrivare al finale del gioco (compresi tutti i dlc e gli aggiornamenti che usciranno) per renderla fruibile a chiunque voglia conoscerla.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 2: Bros on the road


Con un colpo deciso sventrò i due androidi che avevano avuto la malsana idea di sfidarlo.
-Quello lascialo a me!-
Sentì una mano tirarlo da dietro per il gilet e fu costretto ad accovacciarsi: c’era solo un uomo che avrebbe osato tanto, comandare e strattonare il principe ereditario, e quell’uomo era Cid Sophiar. Con un abile gesto scavalcò quella nobile schiena e colpì il Corazziere nemico.
Regis fece un cenno di dissenso. -Quelli più grossi non ti faranno guadagnare più punti, Cid.-
-Intanto stiamo 31 a 25!- gli rispose a tono mentre si dirigeva contro un gruppo di soldati Magitek. -Anzi, ora 34 a 25!-
Il principe non ci badò, abituato a quei modi arroganti.
Dopo molti lustri di sostanziale guerra fredda, Nifhleim aveva mosso le sue truppe in direzione di Galahd, nazione vassalla di Lucis: era dalla fine di Febbraio che Regis e compagni si trovavano lì, sulle sue gelide e sterminate pianure, a patire il freddo combattendo i cyborg imperiali; era più che normale che fossero tutti di pessimo umore. Quello però non era un giorno qualunque: finalmente avevano scovato una delle più importanti basi di Niflheim insediate vicino al mare, era la loro occasione per mettere in difficoltà le truppe nemiche. Non potevano fallire.
Invocò la sua spada preferita, quella con l’ala d’argento sull’elsa, un regalo del Re prima che partisse in guerra: la lanciò in aria per conficcarla in cima ad un traliccio, teletrasportandosi con essa; da lassù poteva studiare meglio il campo di battaglia. Purtroppo, i suoi timori erano fondati: la difesa dei cavalieri di Lucis non riusciva a reggere contro la massa dei soldati Magitek. Dalla loro avevano senz’altro i numeri: sembrava così facile costruire uno di quei modelli, erano intercambiabili e moltiplicabili; ma la stessa cosa non valeva per gli uomini, ogni guerriero era unico e insostituibile.
Il principe di Lucis prese in mano la situazione ed impartì delle direttive a gran voce al gruppo sulla destra, poi si scagliò verso la schiera di Pretoriani a sinistra invocando uno degli spadoni del suo arsenale e puntando quello più grande: lo colpì alla testa, recidendogli il casco insieme ad alcuni cavetti per provocare un corto circuito; infine si teletrasportò via prima che potesse rimanere coinvolto nell’esplosione.
Regis si rintanò velocemente accanto ad un piccolo fabbricato, con il dorso della mano fece per asciugarsi il sangue secco sul mento mentre alzava gli occhi verso il cielo: lassù, oltre le coltri di fumo, in un cielo grigio che preannunciava pioggia, faceva capolino un pallido sole. Per un attimo voleva dimenticarsi di tutto, del gelido inverno di Galahd, dell’odore della polvere da sparo, dell’assordante eco delle armi da fuoco. Ma stare sul campo di battaglia non era come fare una scampagnata con gli amici…
In guerra ogni piccolo errore può costare davvero caro: e una delle regole fondamentali è mai distrarsi. Il principe non si era concesso che qualche secondo di pausa, ma in quel frangente non aveva visto il camminatore meccanico sbucare da dietro i rottami di un’aeronave proprio nelle sue vicinanze…
-Vostra altezza, state giù!-
La voce gli giunse da lontano: prontamente, Regis fece come ordinatogli. Così accovacciato vide un giovanissimo soldato di Lucis scagliarsi verso le zampe del camminatore e falciargliele con un fendente; con un balzo arrivò sopra la cabina di pilotaggio e la tagliò in due, allontanandosi prima che prendesse fuoco.
-Wow…- Regis rimase stupito da tanta abilità, nonostante avesse già avuto modo di constatarla prima di partire al fronte. Cor Leonis non era un guerriero qualunque: aveva solo 15 anni eppure era già da un paio d’anni al servizio della Guardia reale; il principe aveva fortemente insistito che quel giovane prodigio lo accompagnasse in battaglia.
-Sembra proprio che abbia fatto bene a portarti con me!-  si rialzò, pulendosi i vestiti dal terriccio.
Cor si girò verso di lui, rinfoderando la katana e inchinandosi velocemente. -E’ un onore sentirsi dire questo dal proprio sovrano.-
-Ti ringrazio per essere intervenuto in mio aiuto. Ora torna al tuo posto.-
-Sissignore!-
Ricambiando il saluto militare, il giovane si affretto a tornare al suo reparto; Regis lo fissò ancora con orgoglio, sentendosi fortunato ad avere uomini così valorosi e fedeli tra le sue schiere. Una figura si appoggiò a lui, schiena contro schiena, per coprirgli le spalle.
-Credo che Cor Leonis abbia molto da insegnare su come ci si comporta sul campo di battaglia… non sei d’accordo con me?- Weskham Armaugh aveva il dono di un sarcasmo pungente che sfruttava di tanto in tanto per rimproverare il giovane principe quando commetteva qualche leggerezza.
-Mhhh.- lo guardò con la coda dell’occhio, stizzito. -Non è tempo di perdersi in chiacchiere.-
-Su questo concordo perfettamente.-
-Prendi il comando del reparto di arcieri e pistoleri: dovrete proteggere la fanteria.-
-Tutto chiaro.-
Regis e Weskham evocarono i loro fucili: ben nascosti dietro al muro, puntarono il gruppo di Cecchini Magitek appena sbarcati da un’aeronave, impedendogli di irrompere alle spalle dei cavalieri di Lucis; l’amico continuò il fuoco di copertura permettendo al principe di avvicinarsi rapidamente al plotone dei fanti.
-Vostra altezza!- lo accolse un gruppo di soldati, rompendo le righe.
-Non perdete la concentrazione!- li ammonì. -Eseguite lo schema concordato stamattina!-
-Sissignore!-
Rapidamente gli uomini presero posto nello schieramento, pronti ad avanzare verso la base imperiale; Regis fece cenno al capitano della cavalleria di avvicinarsi e di posizionare i suoi guerrieri ai lati del reparto dei fanti, seguendo il piano concordato; poi indietreggiò, cercando qualcuno in mezzo al plotone.
-Lo Scudo del Re è pronto?-
Non ci fu bisogno di avere alcuna risposta, tanto la domanda era scontata: quando giunse al centro dello schieramento riconobbe Clarus Amicitia già in posizione, che impartiva gli ultimi ordini ai suoi; non appena lo riconobbe assunse la sua solita aria spavalda.
-Ti aspettavo.- gli disse, poggiando il pesante spadone a terra. -Dai il segnale quando vuoi ributtarti in mezzo alla mischia: il tuo scudo è al tuo fianco.-
Incrociò lo sguardo con l’amico, con fierezza; lanciò un’ultima occhiata alle sue spalle, a Weskham che aveva disposto i suoi uomini in posizione, e poi di fronte a sé, dove Cid aveva preso posto in prima linea. Anche Cor doveva esser pronto a ricevere il suo ordine.
Regis annuì in direzione di Clarus e diede il segnale convenuto.


***
Questo secondo capitolo è ambientato durante la guerra combattuta da Regis 30 anni prima dell’inizio del gioco (24 Febbraio-1 Aprile 725 dell’Era Moderna): seguendo le indicazioni dell’Ultimania dobbiamo immaginare che siano passati pochi anni da quando Ardyn si è infiltrato nell’Impero e ha supportato lo sviluppo della tecnologia Magitek (informazione che svilupperò nella parte a lui dedicata).
Ho scelto Galahd come luogo di battaglia (l’Ultimania non lo specificava) sia dare un background a Nyx e Libertus sia perché come lasso temporale ci sta: trovando i fermi immagine dei ritagli di giornale che appaiono nel prologo di Kingsglaive ho letto che Galahd non ha subito alcun attacco da parte dell’Impero per almeno 18 anni prima di essere conquistato; se si fanno i conti (il prologo è 12 anni prima del gioco) stiamo più o meno nello stesso lasso temporale. Sempre in quella scena potete notare di sfondo il particolare della mappa con Insomnia (Cavaugh) e Galahd, che sono davvero molto vicine. Non ho capito bene la situazione politica di Galahd, che sembrerebbe essere una nazione a parte compresa nei confini reali: per coerenza con la storia l’ho reso un paese vassallo di Lucis.
Quel che succederà nel prossimo capitolo, strettamente legato a questi eventi, è invece riportato sia dalla Wikia che dall’Ultimania.



 
  
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