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Autore: princess_sweet_94    11/08/2017    1 recensioni
REVISIONATA E MODIFICATA IL 07/05/2021
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"Cos'è?" domandò, fissando quell’oggettino quasi fosse in trance.
Il coniglio non rispose e la rosa s'illuminò nuovamente facendo apparire dinnanzi a lei una boccetta di vetro quadrata ricca di decori floreali, simile a quella di un profumo, che rimase sospesa a mezz’aria.
"Sei tu..." mormorò il coniglio "Sei la prima Pretty Cure... la Rosa ti ha scelta. Oa non resta che trasformarti" concluse, rilassandosi contro il suo petto.
Haru guardò la chiave e il profumo con sconcerto, confusa e disorientata, non capendo minimamente cosa dovesse fare.
“Io non so…” iniziò ma l’animaletto scosse piano la testa, alzando gli occhi su di lei.
“Verrà da solo” rispose “Devi solo volerlo.”
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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REVISIONATO IL 12/12/2022





Con un colpo secco la palla venne sparata oltre il campo segnando l'ottavo out di fila. Nagi si passò una mano sulla fronte, asciugandosi il sudore con i polsini, sospirando stancamente ma sorridendo.
"Fantastico!" esclamò Hasashi, stupito "Otto out di fila! Stai andando alla grande."
Lei alzò le spalle, voltandosi verso di lui: era più alto di dieci centimetri buoni, con ribelli capelli neri, grandi occhi color ambra e un sorriso da far sciogliere il cuore. Era sempre allegro e dolcissimo con chi gli stava intorno, ispirava subito simpatia ed era davvero carino: forse innamorarsi di lui era stato un po’ scontato, a pensarci bene, ma Nagi non aveva potuto farci nulla. Quel ragazzo aveva attirato subito la sua attenzione e in poco tempo si era ritrovata a pensare un po' troppo spesso a lui, complice anche il lungo tempo che passavano insieme durante gli allenamenti. Ma, ovviamente, si guardava bene dal farglielo capire: non era la sua prima cotta ma negli anni era diventata molto più cauta quando si trattava di affari di cuore e preferiva mantenere un profilo basso. Almeno per il momento.
Sorrise e si poggiò la mazza da baseball sulla spalla. "E' perché ho un ottimo insegnante" ricordò divertita.
“Ah, sei troppo gentile, non ho fatto nulla di che. Sei tu che sei un talento naturale” notò Hasashi, poggiandosi le mani sui fianchi “Se continuerai così, vinceremo sicuramente questa stagione.”
La ragazza annuì "Ci puoi contare!"
"Era proprio quello che speravo" ammise lui, dandole una pacca sulla spalla e sorridendole in quel modo gentile e sicuro di sé che tanto le piaceva. Si schiarì la gola per darsi un contegno e voltò lo sguardo con la scusa di mettere a posto gli attrezzi.
"Ti va se andiamo a mangiare qualcosa prima di tornare a casa? Stavolta offro io" propose il ragazzo, aiutandola a portare le cose nella sede del club.
Nagi sorrise ma scosse la testa, un po' a malincuore: "Non posso, Haru mi sta aspettando fuori la scuola, ho promesso di tornare a casa con lei" e per quanto morisse dalla voglia di cenare con lui, non avrebbe mai potuto abbandonare la sua migliore amica in mezzo alla strada a quell'ora.
Anche Hasashi sorrise e si sistemò il cappello: "Faremo la prossima volta" concordò, facendole l'occhiolino. Stavola, Nagi ne era sicura, era arrossita ma sperò che la poca luce lo nascondesse alla sua vista.
Annuì e prese il proprio borsone: "Sicuramente."
Lo salutò e si diresse verso lo spogliatoio per fare una doccia e cambiarsi. Quando uscì dall'istituto, stiracchiandosi e sbadigliando, trovò Haru ad aspettarla seduta sulle scale dell'ingresso principale intenta a sistemare qualcosa dentro la propria borsa: dopo l'incidente con Hayato, la ragazza non aveva più avuto il coraggio di guardarlo in faccia, evitandolo come la peste e scappando a gambe levate ogni volta che il ragazzo appariva dal nulla. E in effetti non aveva potuto darle torto all'inizio, ma da lì a qualche giorno la cosa stava prendendo uan piega un po' troppo esagerata: frequentavano la stessa scuola, anche se in sezioni diverse, non poteva evitarlo per sempre!
Quando la vide scendere i gradini, Haru chiuse rapidamente la borsa e si alzò in piedi.
"Com'è andato l'allenamento?" domandò allegramente.
Nagi sorrise "Alla grande" rispose, poggiandosi le mani sui fianchi "Fra poco disputeremo la prima partita della stagione e mi sento in gran forma!" ammise ed era vero: non si era mai sentita così bene e così amozionata all'idea di giocare una partita. Il baseball la stava prendendo veramente.
"E con Kawamura?" domandò Haru innocentemente.
La ragazza arrossì e distolse lo sguardo. "Come al solito, come dovrebbe andare" farfugliò imbarazzata, iniziando a scendere i gradini.
Haru rise "Deve piacerti veramente" aggiunse.
Nagi abbassò un po' il capo, grattandosi distrattamente la gancia con un dito "A quanto pare… anche se è ancora un po' strano per me" ammise. Non era mai stata fanatica del gossip o delle questioni amorose, né aveva mai avuto una reale cotta per qualcuno, era una situazione totalmente nuova e faceva ancora un po' di fatica ad abituarsi a quelle emozioni.
Passarono il resto del tragitto a chiacchierare del più e del meno, nel tentativo di distrarsi da quei pensieri; era già buio quando arrivarono di fronte casa di Haru dove si salutarono.
Nagi s'incamminò quindi verso casa sua e, nel silenzio, la sua mente riprese a divagare verso ben altri orizzonti: non era agitata riguardo l'esito della partita, non aveva mai dubitato delle proprie capacità, e anche se avessero perso avrebbe avuto la consapevolezza di aver dato il meglio di sé… eppure, una parte di lei, voleva vincere per fare colpo su Hasashi. Era come se un angolino del suo cervello fosse convinto che lui l'avrebbe considerata di più se fosse stata colei che avrebbe portato la squadra alla vittoria e questo la metteva stranamente in agitazione: il pensiero di perdere con orgoglio non era poi così nobile all'improvviso e un senso di fastidio le fece torcere lo stomaco.
Forse non avrebbe dovuto farsi coinvolgere in quel modo e il pensiero che una cosa sciocca come una cotta adolescenziale potesse renderle difficile perseguire le sue passioni iniziava a darle ansia.
"Ti vedo assorta" mormorò una voce sconosciuta a pochi centimetri dal suo orecchio, facendola sobbalzare. Si voltò di scatto solo per trovarsi di fronte un paio di occhi arancioni, decisamente troppo vicini al suo viso, che la fissavano dietro un paio di lenti a mezzaluna quadrate. Nagi fece istintivamente un passo indietro, sentendo il cuore battere all'impazzata, e fissando quella sconosciuta come se fosse un'extraterrestre: non era facile prenderla di sorpresa ma non l'aveva neanche sentita avvicinarsi a lei. Quella sconosciuta era anche peggio di Hayato.
La nuova arrivata sorrise, drizzando il busto e allontanandosi un po' "Ciao!" salutò allegramente ma, sebbene le sue labbra fossero piegate in uno dei più grandi e amichevoli sorrisi, i suoi occhi emanavano un'aria fredda molto poco rassicurante.
"Ehm... ciao" rispose Nagi, decisamente sconcertata, facendo altri due passi indietro per sicurezza: lo sport aveva formato un bel po' di muscoli sul suo corpo e quella ragazza, sebbene fosse più alta di lei, non era affatto imponente. Le sue braccia, perfettamente visibili dal top smanicato che indossava, erano esili e sembravano abbastanza debolucce. L'unica cosa prominente che aveva era il seno.
"Mi chiamo Eratu" si presentò la sconosciuta, senza che nessuno glielo avesse chiesto, portandosi dietro l'orecchio i corti e mossi capelli arancioni: aveva un aspetto molto giovanile ma, allo stesso tempo, adulto. Non riusciva a capire con esattezza quanti anni avesse. "E il mio lavoro e realizzare desideri!"
Nagi restò a fissarla per qualche lungo istante di totale silenzio, comprendendo finalmente che fosse solo una venditrice ambulante che voleva propinarle qualche sciocchezza, e inclinò il capo con un sospiro stanco: "Mi perdoni, so che non sembra, ma io ho già quindici anni suonati: non credo più a questo genere di cose" informò seccamente, desiderosa solo di riprendere il proprio cammino verso casa: aveva fame e sonno, non aveva voglia di perdere tempo in quel modo.
Eratu sgranò gli occhi, sorpresa: "Ma guarda che io sono seria!" esclamò, puntellando le mani sui fianchi "Sono stata attirata qui dalle tue emozioni: sento che c'è qualcosa che ti preoccupa, un pensiero fisso che ti sta mandando in confusione" rivelò, facendole aggrottare le sopracciglia. "Hai un obbiettivo da raggiungere ma il peso della responsabilità ti fa vacillare. Io posso aiutarti" sorrise, socchiudendo gli occhi con uno sguardo poco rassicurante: che volesse rifilarle qualche specie di droga?
Nagi fece un altro passo indietro e alzò il mento: "Mi perdoni ma non ho bisogno di nessun aiuto, intendo risolvere i miei problemi da sola" informò risoluta e anche un po' infastidita: non sopportava le persone che adescavano giovani adolescenti per rifilare loro chissà che cosa, con false promesse, le facevano una grande rabbia.
Forse avrebbe dovuto avvisare un poliziotto.
Eratu sembrò studiarla attentamente, infine annuì: "Capisco" asserì infine, con un sospiro, e s'infilò una mano nella tasca dei jeans: ne tirò fuori qualcosa di piccolo e nero, a forma di goccia, che a primo impatto sembrava proprio un seme ma poteva anche essere una pillola per quanto ne sapeva. "Prendi questo, allora" invitò, prendendole la mano per poggiarglielo sul palmo, e quando lei provò a divincolarsi si rese conto che quella ragazza era molto più forte di quanto sembrasse "È un seme magico, se sarai in difficoltà piantalo nel terreno... e vedrai che tutto si risolverà" spiegò facendole l'occhiolino.
"Ehm..." Nagi fissò il seme, ancora più perplessa: le droghe di solito s'ingerivano non si piantavano. Forse era solo una svitata a piede libero. "Jack mi ha insegnato che non esistono i fagioli magici. E mia madre mi ha insegnato a non accettare niente dagli sconosciuti, sopratutto quelli che ti fermano per strada di notte" ricordò.
Eratu ridacchiò freddamente: "Jack era uno stolto..." commentò "...ma tu non lo sembri proprio".
Nagi guardò ancora quel bizzarro seme con un sopracciglio inarcato, infine alzò lo sguardo per dire qualcosa ma rimase con la bocca aperta senza emettere alcun suono: la ragazza era sparita, come se si fosse dissolta nel nulla.
 
 
 
Sbadigliando, Haru si alzò dal proprio posto iniziando a mettere in ordine i libri nella propria borsa facendo attenzione a non schiacciare Reiha. Nagi non si era presentata alla lezione di storia, quella mattina, così come altri ragazzi del Club di Baseball: quel giorno avrebbero disputato la prima partita della stagione e si erano ritirati prima alla sede del Club per prepararsi a dovere. Nonostante Nagi fosse sempre di buon umore, nell'ultima settimana le era sembrata piuttosto strana: era sempre con la testa fra le nuvole o a giocare con qualcosa che teneva in tasca. Aveva pensato che fosse solo nervosa per la partita ma non poteva negare che le suonasse bizzarro, sopratutto per una come Nagi: di solito era eccitata prima di un incontro sportivo, carica di adrenalina e determinazione, tutto il contrario di come si era comportata in quel frangente. Che fosse a causa di Hasashi? Forse la sua presenza in squadra le aveva messo troppa agitazione…
"Preoccupata?" chiese Reiha, sporgendosi di poco dalla borsa.
"Un pò" ammise la ragazza "Spero che vada tutto bene."
"Io ho un brutto presentimento: è da quando abbiamo sconfitto il primo Kurofuku che gli scagnozzi di Roku non si fanno vedere" constatò lei, pensierosa.
"È questa non è una cosa buona?"
"No, significa che stanno pianificando qualcosa: la tua comparsa deve averli messi in allarme, meglio stare in guardia il più possibile!" spiegò la coniglietta.
"Mh" rispose Haru, sovrappensiero, mentre sciamava con la folla fuori dalla scuola fino al campo di baseball. Vide Nagi in panchina insieme al resto della squadra e la salutò agitando il braccio, venendo ricambiata con un sorriso rassicurante.
Sarebbe andato tutto bene, o almeno così sperava.
 
Nagi sospirò, togliendosi il cappello e prendendo posto in panchina, sotto la tettoia: la partita non stava andando come voleva che andasse e questo la stava demoralizzando più del dovuto. Gli avversari erano forti, veloci e avevano una strategia eccellente… eppure, non sentiva l'adrenalina di sempre; non aveva quella voglia di mettersi alla prova in una partita difficile.
"Tutto a posto, Nagi? Ti vedo distratta" Hasashi le porse una bottiglietta d'acqua che lei accettò dopo un attimo di esitazione.
"Si, va tutto bene" mentì, cercando di sorridere. Anche Hasashi sorrise e si diresse verso gli altri compagni, lasciando Nagi a sospirare stancamente.
Si sfilò dalla tasca il piccolo seme nero e lo guardò a lungo: quella ragazza, Eratu, aveva detto che le sarebbe bastato piantarlo per risolvere tutti i suoi problemi… ma voleva davvero che andasse così? Voleva davvero credere alle parole di una svitata che andava in giro con dei semi in tasca? E poi… voleva davvero ricorrere a qualche mezzuccio per vincere? Dopo tutta la fatica che aveva fatto e gli allenamenti in cui si era massacrata.
Scosse la testa e, dandosi dell'idiota, gettò via il seme. Ce l'avrebbe fatta benissimo da sola, non ne aveva bisogno, e non poteva credere di averci pensato sul serio.
Bevve un lungo sorso d'acqua e s'infilò il cappello pronta a scendere di nuovo in campo: non si accorse che il seme, caduto poco distante, era stato risucchiato rapidamente dal terreno.
"La partita riprende, con alla battuta Nagi Hoshimura della quarta sezione del terzo anno!" annunciò il cronista. La ragazza si aggiustò la visiera e impugnò la mazza, pronta a colpire qualunque palla le fosse venuta incontro: a quel punto decise di dimenticare Hasashi e quella stupida idea di guadagnarsi la sua attenzione, avrebbe dato tutta sé stessa e avrebbe vinto perché amava quello sport e non aveva intenzione di buttare al vento tutti i sacrifici fatti nell'ultimo anno.
Il lanciatore, un ragazzo della seconda sezione, si preparò guardandola quasi con sfida... ma appena lanciò la palla un urlo di terrore si diffuse per il campo seguito dal tremore della terra. Tutti si voltarono verso le panchine e la palla volò in un punto imprecisato del campo, oltre la testa di Nagi, ignorata da tutti troppo impegnati a vedere il gigantesco giglio che stava sbucando dal terreno. Quando i petali si aprirono, rivelarono due grandi occhi neri e una bocca aperta in un sinistro sorriso pieno di aculei.
Nello stadio scese il silenzio mentre la cosa si guardava intorno, affondando le radici nel terreno.
Seiichiro, dalle tribune, aveva appena aperto bocca quando venne fermato da un'occhiataccia di Etsuko: "Azzardati a dire che è di nuovo colpa dell'inquinamento e ti stendo con un pugno!" minacciò, facendogliela richiudere subito. In risposta, la cosa ruggì.
"Scappiamo!" urlò una ragazza. L'intera scuola, smossa da quelle parole, seguì il consiglio e si catapultò fuori dal campo, mentre Haru si dirigeva dalla parte opposta della corrente nascondendosi sotto i gradini degli spalti.
"Presto, devi intervenire!" esclamò Reiha, saltando fuori dalla borsa. La ragazza annuì ed estrasse la chiave e il profumo dal cofanetto, ben nascosti sul fondo.
"Season Charge: Metamorfosi!" esclamò, inserendo la chiave e vedendo la bottiglietta riempirsi del liquido rosa, per poi spruzzarlo intorno a sé "Fiorisci, Fragranza Primaverile!" in un lampo di luce rosa che illuminò i gradini la ragazza si trasformò, saltando agilmente fuori e parandosi davanti al Kurofuku.
"Fresca e profumata, come i fiori primaverili: io sono Cure Cherry!" si presentò.
Nagi, che era rimasta immobile nel punto in cui si trovava, sussultò quando si ritrovò davanti la strana ragazza vista nel Parco.
"Ehi, ma tu sei quella dell'altra volta!" esclamò, confusa, non pensando che l'avrebbe rivista di nuovo. La ragazza sobbalzò, voltandosi verso di lei.
"E tu che ci fai ancora qui, è pericoloso!" la rimbeccò lei, dando le spalle al mostro. Mossa che si rivelò pessima.
"Attenzione! Dietro di te!" urlò Nagi, indicando alle sue spalle. Haru si voltò giusto in tempo per vedere una grande mano nodosa abbattersi su di lei; svelta afferrò l'amica e saltò via, schivando l'attacco.
"Vattene da qui, sbrigati!" raccomandò, posandola dall'altro lato del campo, per poi correre verso il mostro e, saltando, lo colpì con un calcio sullo stelo mandandolo a sbattere contro il cartellone segnapunti.
"Ma cosa…?" mormorò Nagi, guardandola ad occhi spalancati.
Una risata attirò l'attenzione di entrambe: seduta sulla tettoia a gambe incrociate, indossando metà di quella che sembrava una divisa militare nera e marroncina, c'era la stessa donna che una settimana prima aveva fermato Nagi in mezzo alla strada.
"Quindi, alla fine, l'hai usato" la canzonò, rigirandosi il gambo di un leccalecca tra le labbra. Nagi sgranò gli occhi.
"Tu sei Eratu!" ricordò.
"Il Colonnello Eratu" specificò lei, alzando il mento con orgolio.
"Sei dell'Impero di Roku, vero?" chiese Haru, attirando l'attenzione di Nagi. Eratu spostò lo sguardo su di lei.
"E tu devi essere la guastafeste di cui ci ha parlato Hiki" rispose lei "La Leggendaria Guerriera della Natura" Eratu morse il gambo, guardandola incuriosita. Infine sorrise. "Ti spazzerò via" decretò assottigliando lo sguardo. Come rispondendo ad un ordine, il Kurofuku all'ungò una liana cercando di colpirla, ma lei lo schivò saltando fuori dalla sua portata all'ultimo momento.
"Lo vedremo!" rispose Haru mentre il cofanetto si illuminava: portò le mani a coppa sul fianco, al cui centro si concetrarono i fasci di luce che si tramutarono in un giglio "Il Potere della Natura! Season Charge: Uragano Floreale!" portando le mani davanti a sé, il giglio s'ingigantì e sparò i suoi petali contro il Kurofuku.
"Schivali!" ordinò Eratu. La pianta sparì nel terreno lasciando che l'attacco andasse a vuoto, sorprendendo la ragazza.
"Fai attenzione!" urlò Reiha, ancora nascosta sotto gli spalti, poco prima che le liane spuntassero dal terreno e avvolgessero la ragazza trascinandola verso l'alto.
"Haru!" urlò Reiha, infilandosi tra i gradini e rotolando sul campo da baseball.
"Haru?!" esclamò Nagi, voltandosi verso il coniglietto che correva verso le liane. Alzò lo sguardo e, in effetti, vista da un certa prospettiva, quella ragazza vestita da cosplayer le somigliava molto... ma come poteva essere Haru? Che cosa aveva fatto ai capelli? E perché combatteva quell'affare conciata in quel modo?
Reiha si aggrappò alle liane e iniziò a graffiarle con le unghie, in un blando tentativo di salvare la sua protetta; con un colpo secco, una liana la colpì spazzandola via.
"Tu sei il Folletto a cui l'Imperatrice ha dato la Rosa del Tempo!" esclamò Eratu, scattando in piedi quando notò il ciondolo portato a tracolla dall'animale. Reiha si rialzò, dolorante, e prese il ciondolo tra le zampe stringendolo a sé.
"Tanto non te lo darò mai!" esclamò.
"Reiha!" la chiamò Haru con voce soffocata, cercando di divincolarsi "Scappa!"
"Illusa che sei... dammi la Rosa e risparmierò te e la tua amichetta" disse, veleggiando verso di lei con la mano tesa.
"Scordatelo!" esclamò Reiha. Eratu assottigliò lo sguardo.
"Come vuoi" rispose, fece un gesto con la mano e il Kurofuku diresse delle liane verso di lei, che si strinse alla Rosa.
"Reiha!" urlò Haru, disperata e incapace di aiutarla.
Tra lo stupore di tutti, una mazza da baseball colpì il giglio dritto in faccia, facendole ruggire e interrompendo la sua avanzata. Nagi si parò davanti a Reiha con le braccia alzate.
"Non chi sei o che cosa vuoi, e nemmeno cosa sta succedendo... ma non ti permetto di fare del male ad Haru!" esclamò "E neanche a questo peluche!" aggiunse.
"Sono un folletto!" sbottò Reiha, indignata, ma stupita quanto gli altri per quell'improvvisa quanto azzardata mossa suicida da parte della ragazza.
"Quello che è!" rispose lei. Eratu sospirò.
"Hai una bella faccia tosta a dirlo dopo che sei stata tu a far nascere questo Kurofuku usando il seme che ti ho dato!" commentò, puntellandosi le mani sui fianchi. Nagi si accigliò.
"Io non ho usato il seme... l'ho buttato via e basta!" disse.
La donna sgranò gli occhi. "Hai fatto cosa?!"
"Te l'avevo detto che non mi serviva!" rimbeccò lei "Certo, forse un tempo lo avrei usato" ammise "Ma questo è stato prima di venire qui... prima di conoscere Haru!" aggiunse. La sopracitata sgranò gli occhi, restando in silenzio.
"Quando sono venuta in questa scuola non sapevo niente di nessuno, ero sola e spaesata e avrei tanto voluto potermi fare degli amici e una reputazione in un battito di ciglia... ma poi ho incontrato Haru ed è stata lei ad insegnarmi che bisogna essere pazienti e cercare di raggiungere i propri obbiettivi con le proprie forze!" rivelò "Senza di lei, adesso io non sarei quello che sono!" esclamò, con così tanta vemeenza da lasciarle senza parole "Non posso permetterti di farle del male: Haru è più di una compagna di scuola o di un'amica... lei è come una sorella per me!"
"Nagi..." mormorò la ragazza, colpita e commossa: non aveva mai neanche immaginato di valere così tanto per lei. Sentì le lacrime pungerle gli occhi e un'ondata di affetto travolgerla dalla testa ai piedi: se le liane non glielo avessero impedito, l'avrebbe abbracciata.
Eratu, rimasta senza parole, strinse le labbra.
"Sorella, eh?" chiese, mentre il ricordo sfocato di un sorriso si faceva largo nella sua mente, svanendo rapidamente "Tutte idiozie!" sbottò adombrandosi "Kurofuku... distruggile tutte e tre!" ordinò.
"Kurofuuku!" con un ruggito, la pianta abbatté la mano nodosa su Nagi che strinse gli occhi ma non si mosse.
"Se vuoi farle del male... dovrai prima passare sul mio cadavere!" urlò. La Rosa nelle mani di Reiha s'illuminò e, con uno scoppio assordante, un fascio di luce rossa avvolse entrambe salendo fino al cielo, respingendo la pianta.
"Che diavolo succede, ora?!" sbottò Eratu, coprendosi gli occhi con le braccia per evitare di restare accecata.
"È la stessa cosa che è successa a me!" ricordò Haru, emozionata, ben sapendo cosa ciò significasse.
"Sta succedendo di nuovo!" esclamò Reiha, euforica, alzando la rosa sopra la sua testa. Nagi aprì gli occhi, ritrovandosi immersa in un tripudio di colori che variavano in ogni tonalità di rosso. "Sei tu! Sei la seconda Season Charge!" disse il coniglio, facendo voltare la ragazza verso di lei, più confusa e stordita di prima.
"Io sono cosa?"
"Guarda!" la spronò Reiha, alzando gli occhi verso il ciondolo. Nagi s'inginocchiò davanti a lei e osservò attentamente: al centro della rosa si stavano radunando dei fasci di luce bianca. Con un sonoro ding, il fascio di luce si tramutò in una foglia rossa che cadde direttamente sul palmo della ragazza; appena Nagi lo ebbe preso tra le dita, con un click secco da sotto spuntò l'estremità di una chiave.
"Che cos'è?" chiese.
"La tua Crystal Lock" rispose Reiha, sorridendo ampiamente, il ciondolo s'illuminò nuovamente e dinnanzi al viso della ragazza apparve una boccetta di profumo rotonda con elaborati decori di foglie tutt'intorno "E questo è il tuo Crystal Parfume" aggiunse "Inserisci la chiave nel tappo... e lascia che la magia faccia il resto!" illustrò.
Nagi la guardò, incerta, e prese la bottiglia: "Se lo faccio… indosserò anche io uno strano costume come Haru?" chiese titubante. Reiha inarcò un sopracciglio.
"La vuoi aiutare davvero oppure no?!" sbottò, facendola trasalire.
"Certo che sì…" rispose ma non era ancora del tutto convinta. Si alzò in piedi e guardò i due oggetti nelle proprie mani: le sembrava di essere in un manga per adolescenti e non era molto sicura di tutta quella storia di gente che volava, piante giganti e conigli che parlavano… ma Haru era là fuori in balia di quei due e lei era l'unica che poteva aiutarla in quel momento. Inspirò a fondo e li strinse tra le dita: "Va bene, lo farò" decretò "E come viene me lo tengo."
Portò gli oggetti davanti a sé e chiuse gli occhi: tutto ciò che voleva era salvare Haru… e farsi spiegare tutta quell'assurda faccenda, certo, ma la sua incolumità era prioritaria. Si concentrò sul suo obbiettivo e, prima che potesse rendersene conto, le parole le salirono spontaneamente alle labbra prima che potesse anche solo pensarle "Season Charge: - inserì la chiave nel profumo che si rimpì all'istante di un liquido rosso - Metamorfosi!"
Aprì gli occhi e venne avvolta da una luce intensa: la sua divisa da baseball disparve lasciando il posto ad una veste bianca. Il suo corpo si mosse da solo e impugnò la boccetta, spruzzandola intorno a sé, venendo circondata da una miriade di cristalli rossi. "Innalzati, Profumo Autunnale!" esclamò. Si rannicchiò su sé stessa e, in un esplosione di cristalli, si drizzò completamente trasformata: proprio come aveva temuto indossava una veste bianca con le maniche a sbuffo, una goccia rossa con delle foglie verdi sul petto a mo' di fiocco e una gonna bianca aperta davanti che lasciava intravedere i pantaloncini arancioni al di sotto. A ornare il tutto c'erano degli stivaletti col tacco bianchi, dei guanti a mezze dita decorati con una rosa, una coroncina dorata con delle ali bianche ai lati e una pietra rossa incastonata al centro, posizionata al lato sinistro della testa, sui suoi capelli d'un tratto allungati, intrecciati sul capo a formando una crocchia leggermente sbilanciata a destra. Si posizionò di fronte al mostro, una mano sul fianco sinistro e l'altra aperta sul destro. "Forte e temperata, come il vento autunnale: io sono Cure Wind!" esalò e non seppe neanche da dove vennero fuori quelle parole. Probabilmente dalla "magia" menzionata dalla coniglietta.
Scese il silenzio, nel quale tutti la fissarono... poi lei abbassò lo sguardo su sé stessa, sbarrando gli occhi.
"Beh, non è così brutto come pensavo" ammise schiettamente, guardando il vestito. In effetti, era abbastanza di suo gusto.
"Ora sei la Guerriera dell'Autunno! Ti rimirerai più tardi, adesso vai e distruggi quel coso!" saltellò Reiha, impaziente, spronandola a non farsi distrarre.
"Aspetta, sono che cosa?" chiese Nagi, abbassando lo sguardo su di lei.
Eratu sbuffò seccata. "Come se non fosse già abbastanza seccante avere a che fare con una. Kurofuku, avanti attacca!" ordinò.
"Sbrigati, Cure Wind!" esclamò Reiha.
"Non iniziare a darmi ordini!" sbottò lei ma saltò per schivare l'attacco e lo colpì con un calcio rotante dritto sulla corolla, mandandolo al tappeto. Per il colpo, la pianta lasciò andare Haru.
"Haru!" urlò Nagi, raggiungendola "Come stai?" chiese, porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
"Sto bene, grazie a te!" rispose lei, per poi gettarle le braccia al collo "Sono così felice che fai parte della squadra!"
"Ehm… anche io, credo. Ma dopo devi spiegarmi cos'è questa storia!" la rimbeccò la ragazza.
"Avanti, alzati, il riposino è finito!" ringhiò Eratu. Il Kurofuku si agitò sul terreno, tentando di rimettersi in piedi.
"E adesso?" chiese Nagi.
"Adesso devi colpirlo coi tuoi poteri!" rispose Haru "Usa il cofanetto, come ho fatto io prima" aggiunse indicandolo. Nagi abbassò lo sguardo.
"Oh, giusto" rispose, cercando di ricordare cosa avesse fatto lei poco prima: inspirò a fondo e portò le mani a coppa su di esso, concentrandosi per evocare qualche sorta di potere magico. Dopo pochi istanti quello iniziò a brillare e fasci di luce si raccolsero fra le sue dita. Chiuse gli occhi e lasciò che l'energia fluisse dentro di lei, un inspiegabile calore le risalì al petto e le sue labbra si schiusero da sole "Il Potere della Natura! Season Charge: - il fascio di luce si tramutò in una foglia d'acero - Tempesta Autunnale!" allargando le braccia, centinaia di foglie si radunarono intorno a lei per poi essere scagliate contro il Kurofuku, colpendolo senza pietà come centinaia di coltelli acuminati; il mostro ruggì e si disintegrò, lasciando il posto ad un piccolo seme nerp che si dissolse in una nuvola di fumo.
Finalmente, tutto si calmò.
"Ci sono riuscita..." mormorò lei, fissandosi le mani con stupore e sconcerto.
Eratu strinse i denti, indispettita: "Questo non piacerà agli altri" ammise, alzandosi in volo e svanendo nel cielo limpido.
Haru si voltò verso di lei, eccitata, e le saltò addosso. "Sei stata grande!" esclamò stringendola a sé.
"D-davvero?" chiese Nagi, ancora un po' stordita "Non so cosa sia successo ma..." la guardò e sorrise "...sono contenta che tu stia bene" ammise, ricambiando l'abbraccio.
"E con questo siamo a due: ne restano tre!" esclamò Reiha, accostandosi a loro.
Nagi abbassò lo sguardo su di lei: "Ehm... adesso vi dispiace spiegarmi cosa succede?" chiese, tossendo leggermente "E come faccio a tornare normale?"
La ragazza rise: "Ci sono molte cose che devo raccontarti."
 
 
 
Un sospiro lieve uscì dalle labbra del ragazzo, seduto sul trono intagliato di nero. I drappeggi scuri ai suoi lati gli davano uno sfondo macabro, smorzato leggermente dal fuoco delle candele appese alle pareti che illuminavano fiocamente la corona d'argento sul suo capo tempestata di pietre blu.
Eratu se ne stava a testa china dinnanzi a lui, mordicchiando nervosamente il gambo del leccalecca, senza osare proferire un'altra parola.
"E così sono diventate due" mormorò semplicemente lui.
"S-si, Mio Signore."
"Questo potrebbe rivelarsi un problema" asserì.
"Lo so, Mio Signore" aggiunse lei "Non sono riuscita a prendere la Rosa prima che scegliesse la nuova guerriera. Sono davvero mortificata."
Roku non replicò, portandosi il dorso della mano a reggere il mento, fissando il vuoto in silenzio: aveva capito subito che il Folletto di Daphne era sceso sulla terra per cercare le leggendarie Guerriere della Natura ma non credeva che le avrebbe trovate così velocemente. Una poteva essere fastidiosa, due problematiche… ma se fossero state tutte e cinque la situazione si sarebbe aggravata. Era a conoscenza dei poteri che potevano ottenere dal gioiello e neanche lui avrebbe potuto fare molto in uno scontro diretto.
Dovevano assolutamente prendere il Folletto prima che trovasse le ultime tre. Alzò gli occhi azzurri sulle figure inginocchiate dietro di lei, guardandole con pacatezza: "Generale Hiki" chiamò.
"Si, Mio Signore" rispose la donna, alzandosi in piedi.
"Recupera quella Rosa: se le Season Charge si riunissero neanche il mio potere basterà a fermarle" ordinò risoluto.
Hiki chinò il capo: "Si, Mio Signore" acconsentì, voltandosi per uscire dalla sala.
"Colonnello Eratu" aggiunse, spostando nuovamente lo sguardo su di lei.
"S-sì?" si raddrizzò lei.
"Vai nelle serre e controlla a che punto sono i nuovi semi. E' chiaro che quelli classici non basteranno a fermarle, ci servono le versioni alternative il prima possibile."
"Sì, Mio Signore" rispose lei, chinando il capo e seguendo i passi della compagna.
Quando le porte si furono chiuse alle sue spalle, una voce profonda risalì dalle due figure rimaste inginocchiate dinnanzi a lui "È opportuno, Maestà, lasciare tutto nelle loro mani?"
Roku chiuse gli occhi per un istante "Vedremo dai risultati se è opportuno oppure no" decretò infine.
"Potrebbero fallire" aggiunse una seconda voce.
"Metto sempre in conto il fallimento, in una battaglia. Dovreste saperlo bene" ricordò l'Imperatore, alzandosi dal trono. Scese lentamente i gradini, lasciando che il lungo mantello scivolasse sulle mattonelle, e passò in mezzo alle due figure inginocchiate al centro della Sala senza degnarle di uno sguardo. "Comandate Soku. Maggiore Koiko."
"Si, Mio Signore" risposero in coro.
"Lascio la gestione del palazzo nelle vostre mani, devo assentarmi per un pò" asserì.
I due uomini si scambiarono un'occhiata preoccupata. "Di nuovo, Mio Signore?" azzardò Koiko.
"Ho delle faccende da sbrigare a cui non posso mancare" si limitò a spiegare lui.
"Certo, Mio Signore" rispose Soku "Ma vi siete assentato molto spesso ultimamente. Il consiglio pretende la vostra presenza durante le riunioni e noi quattro possiamo fare le vostre veci ma non possiamo sostituirvi."
Roku rimase in silenzio per un po', infine scrollò le spalle: "Dovranno farselo bastare, per il momento" decretò "Se qualcuno dovesse lamentarsi, la prossima volta, fatelo rinchiudere. Devono tenere a mente che detto io gli ordini, qui dentro, e che nessuno di loro è insostituibile" ricordò freddamente, uscendo dalla sala. Camminò a lungo nel corridoio buio e silenzioso, seguendo un percorso che solo lui conosceva: quel castello, a volte, gli metteva addosso un po' di tristezza.
Passò davanti ad uno specchio ed osservò il proprio volto coperto quasi completamente dalla maschera in ceramica, lasciando visibili solo gli occhi di ghiaccio e la bocca. Poggiò una mano sul vetro e la fece scorrere sul riflesso che cambiò come per magia... sbatté le palpebre, osservando il proprio viso scoperto: quello era l'aspetto che più si addiceva al luogo dove si stava dirigendo.
 
 
 
 
 
Angolino Autrice:
capitolo flash, è la prima volta che mi capita una cosa simile.
Comunque, ecco a voi la seconda Pretty Cure e, sopresa sorpresona, uno scorcio dei nostri amati antagonisti. Dovevo farlo. Per il mio caro Roku (oramai mi sono affezionata a lui, non posso farci niente).
Beh, che dire, ci si vede alla prossima
  
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