La
musica in quel posto era davvero troppo alta, non che non
gli piacessero le discoteche o cose del genere, ma prese sempre a
piccole dosi:
un locale di sei metri per sei stracolmo di gente mascherata per
Halloween e
con la musica ad un volume che definire alto era un eufemismo era
troppo anche
per lui!
Si
guardò intorno alla ricerca di Victoria e James che erano
spariti poco dopo essere arrivati, cercò Pete e Riley: come
si aspettava erano
appoggiati al bancone del bar a flirtare con qualsiasi donna girasse
nei
paraggi, ma possibile che non la finissero mai quei due?
Erano
come due falene con la luce, non riuscivano a stare
lontano da una donna nemmeno volendo…e lui? Lui quando aveva
pensato di
riprendere ad uscire con il gentil sesso? Quando aveva avuto
l’ultimo
rapporto…si disgustò da solo per ciò
che stava pensando, dio stare con quei due
gli faceva davvero venire strani pensieri.
Deciso
a non morire soffocato in quella calca Jasper
individuò una porta finestra che dava sul giardino sul retro
del locale, non
era esattamente vuoto ma per lo meno avrebbe respirato aria pulita;
facendosi
largo tra le gente quasi si trovasse in uno dei percorsi ad ostacoli
dell’accademia, riuscì a raggiungere la sua meta.
Appoggiata
alla balconata di legno del portico Alice stava
cercando di calmare i nervi: non si aspettava di vedere James e
Victoria alla
festa di Jacob…non che provasse ancora qualcosa per
quell’imbecille,
assolutamente no, le dava solo fastidio vederlo perché le
tornava in mente
quanto fosse stata sciocca a quel tempo a fidarsi così
ciecamente di lui e
delle sue false promesse.
Em
e Eddy avevano ragione: era troppo buona e non riusciva
mai ad imporsi con niente e nessuno, persa nell’illusione del
suo amore per
James e convinta che lui la ricambiasse con lo stesso ardore, aveva
passato
buona parte della sua adolescenza e delle scuola di cucina dietro a
quel
provetto marine che era partito per l’accademia militare
prima e per svariate
missioni poi lasciandola sempre sola a New Orleans
nell’assurda speranza che un
giorno i suoi sogni sarebbero diventati realtà.
Alla
fine poi James si era davvero sistemato, il problema
era che non l’aveva fatto con lei!
Certo
Alice capiva che cosa avesse spinto il biondo verso
una affascinante, rossa, provocante e sensuale giornalista come
Victoria,
tuttavia lei non poteva fare a meno di chiedersi che
cos’avesse di sbagliato
per non riuscire a trovare un uomo adatto a lei…
<<
Vino? >> si voltò sentendo una voce alle
proprie spalle:<< Come? >>
domandò poi guardando l’uomo che aveva
davanti e che era mascherato come una specie di lupo mannaro, o almeno
era
quello che sembrava visto le orecchie che aveva in testa e la finta
coda pelosa
che usciva da un buco nel didietro dei suoi pantaloni:<<
No, grazie
>> commentò poi cercando di allontanarsi, non
aveva voglia di cascamorti
per quella sera:<< Oh andiamo, siamo ad una festa e tu
sembri aver
bisogno di scioglierti un po’, io sono Vladimir, io e mio
fratello Stefan siamo
qui in vacanza >> la ragazza alzò gli occhi al
cielo dietro la maschera,
ci mancava il vacanziero con la voglia di spassarsela!
<<
Grazie ma no grazie, non sono interessata >>
il lupo parve restarci un po’ male, sotto tutto quel trucco
scuro e quel finto
pelo non sembrava così male, probabilmente non era abituato
a sentirsi
rifiutato:<< Sicura tesorino? Non sai cosa ti stai
perdendo, il vecchio
Vlad è molto ricercato >> dio parlava di lui
anche in terza persona!
Ma
chi si credeva di essere?
Davvero,
per caso era finita in un brutto film di serie B?
<<
Sì, probabilmente mi perderò qualcosa di epico ma
passo >> poi facendo per girarsi
aggiunse:<< Ora scusami ma devo
andare a cercare… >> tuttavia non fece in
tempo a finire la frase perché
nel girarsi urtò qualcuno a pochi passi da lei.
Jasper
alzò gli occhi al cielo e si trattenne
dall’imprecare: se pensava che quella festa non potesse
andare peggio si
sbagliava di grosso!
Stava
per uscire in giardino quando una piccola fata in
abito bianco si era girata urtandolo e facendogli rovesciare addosso il
bicchiere di birra che aveva in mano, fortuna che indossava il costume
che gli
aveva prestato suo zio perché ora doveva assolutamente
andare a cambiarsi o
avrebbe puzzato di birra per tutta la sera!
Bastò
il ricordo di quell’odore penetrante per farlo
rabbrividire.
Era
così concentrato che quasi non si accorse delle proprie
parole:<< Stai attenta! Maledizione! >>
vide gli occhi di lei
spalancarsi attraverso la maschera di pizzo e oro:<<
Scusi io non…non
volevo… >> si sentì misero
all’istante vedendo quelle guance d’avorio
arrossire, lui non era il genere di uomo che perdeva la calma, non lo
era mai
stato e non voleva certo cominciare adesso.
<<
Non fa niente >> commentò poi
piatto:<<
Le ho rovinato il costume, lasci che faccia qualcosa per rimediare
>>
quella voce aveva qualcosa di familiare, come se l’avesse
già sentita:<<
Non credo possa fare molto a meno che non abbia un costume di ricambio
nascosto
da qualche parte >> stava cercando di alleggerire
l’atmosfera e di
trovare il modo di lasciare quella festa:<< No,
però abito qui di fronte,
se vuole posso mettere a lavare la camicia e in un’ora
sarà a posto, ho paura
che la macchia non se ne andrà più altrimenti
>> ok, forse non era la
cosa più sensata che poteva fare ma d’altronde
stava cercando una scusa per
lasciare quell’assurda festa quindi perché no?
<<
Qui di fronte ha detto? >> lei annuì con un
piccolo sorriso:<< Dall’altra parte della
strada >> poggiando il
bicchiere ormai vuoto su uno dei davanzali delle finestre Jasper le
fece segno
di precederlo:<< Prego, faccia strada >>
poi la seguì attraverso la
folla che ballava e festeggiava senza perderla di vista un solo istante.
Sentiva
il suo sguardo addosso.
Nonostante
la maschera da scheletro che lo sconosciuto
portava sul viso Alice poteva sentire quei due occhi scuri che non la
perdevano
di vista anche in mezzo a quella ressa.
Quasi
avessero una loro volontà le sue gambe si mossero
lungo il ristorante e poi in strada fino alla porta rossa della
pasticceria; si
fermò solamente quando poggiò la mano sulla
maniglia e cercò le chiavi di casa
nella piccola pochette di perline che si era portata dietro: ma che
stava
facendo? Stava portando un perfetto sconosciuto a casa sua? Era forse
impazzita?
Certo
gli aveva rovesciato addosso una birra e gli aveva
rovinato il costume ma poteva semplicemente offrirsi di pagare la
tintoria
l’indomani, invece l’aveva invitato a casa sua e
ora era lì davanti alla porta
di casa, senza sapere esattamente cosa fare e con la
possibilità di passare per
una pazza o per lo meno per stupida.
<<
Non mordo >> si girò a guardarlo
sorpresa:<< Come? >> lui fece un passo
avvicinandosi:<< Non
sono un criminale o cose del genere, sono innocuo e, a dirla tutta,
stavo
cercando una scusa valida per lasciare quella festa >>
inaspettatamente a
quelle parole ad Alice scappò una risata:<< Ho
detto qualcosa di
divertente? >> lei scosse piano la testa:<<
No, ma anche io cercavo
una scusa per svignarmela senza sembrare maleducata >>
lui fece
spallucce:<< Non credo che se ne sarebbe accorto qualcuno
>> oh
sicuramente i suoi fratelli e quei due pettegoli di Jacob e Seth se ne
erano di
sicuro già accorti, ma era un problema a cui avrebbe pensato
l’indomani.
<<
Venga prima che quella macchia diventi davvero
irrecuperabile >> e presa da un inaspettato moto di
follia mista a
coraggio girò la chiave nella serratura aprendo la porta.
Jasper
si guardò intorno per un attimo: il locale era
immerso nella penombra ma si vedeva chiaramente che era una caffetteria
o roba
del genere: aveva uno stile molto semplice a giudicare dalle ombre e
dalle
stampe alle pareti, tuttavia non riusciva a vederle bene a causa del
buio:<< Da questa parte >> e girando verso
una piccola scala laterale
la sua fata lo precedette su per le scale.
<<
Beh…benvenuto a casa mia >>
commentò lei
entrando nel piccolo soggiorno e accendendo una piantana accanto al
divano che
diffondeva una luce soffusa illuminando il piccolo salotto arredato con
i caldi
colori dell’autunno:<< Si accomodi, vado a
cercarle qualcosa da mettere
mentre preparo la lavatrice >> continuò lei
avvicinandosi a quello che
Jasper pensò fosse il bagno:<< Faccio in un
attimo >> la sentì dire
mentre trafficava e così lui si sedette sul divano color
amaranto allungando
una mano dietro la testa per slegarsi la maschera che cominciava a
dargli
fastidio.
Stava
per togliersi anche la giacca del costume quando lei
tornò da lui:<< Sono decisamente maleducata:
vuole qualcosa da bere?
>> << Tutto purché non sia birra
>> commentò mentre alzava
gli occhi sulla sua ospite restando poi paralizzato.
Anche
lei si era tolta la maschera e, ora che le vedeva il
volto, si sentiva di nuovo come la prima volta in cui si erano
scontrati per la
strada, quello che lo consolò fu vedere la stessa confusione
anche negli occhi
di lei:<< Oh mio dio…non
può…due volte in… >> lui
sorrise a sua
volta passandosi le mani nei capelli:<< Dovremmo
smetterla di incontrarci
così >> scoppiarono entrambi a ridere poi lei
attraversò il soggiorno
allungandogli una mano:<< Alice >>
<< Jaz >> le rispose
stringendole la mano:<< E direi che ormai ci siamo
scontrati abbastanza
volte per lasciar perdere le formalità e darci del tu
>> lei
annuì:<< Sì, direi di sì
>> poi indicandogli la porta in fondo al
corridoio aggiunse:<< Il bagno è
lì, ti ho lasciato un cambio sulla
lavatrice >> lui annuì
alzandosi:<< Hai qualcosa della mia taglia?
>> poi guardandola con finta aria preoccupata
aggiunse:<< Qualche
fidanzato che può arrivare all’improvviso di cui
dovrei preoccuparmi? >>
lei cercò di restare seria e scosse il capo:<<
No, è roba di mio
fratello, l’ha lasciata qui un sacco di tempo fa
>> << Capito
>> poi guardandola mentre accostava la porta
aggiunse:<< E per
rispondere alla tua domanda di prima: un bicchiere di vino andrebbe
benissimo
>> Alice annuì e mentre lui andava a cambiarsi
si recò in camera per
mettersi qualcosa di più comodo.
Qualche
minuto dopo, con addosso dei jeans e una vecchia
maglietta della squadra di football del liceo, Alice uscì
dalla camera per
andare a stappare il vino; passando davanti al bagno non
riuscì a trattenersi
dal girare lo sguardo, era più forte di lei ma quel Jaz era
davvero una
bellezza per gli occhi e in fondo non faceva niente di male no?
Un
secondo dopo dovette tapparsi la bocca con le mani
vedendo quella specie di statua greca a petto nudo che si stava
infilando la
vecchia maglietta di Emmett; dio allora i suoi muscoli erano davvero
così
scolpiti come li aveva immaginati…sembrava uno di quegli
attori dei film
d’azione che guardava suo fratello: addominali a tartaruga,
bicipiti gonfi e
spalle larghe…doveva allenarsi un sacco per mantenersi in
quello stato e forse
faceva anche un lavoro pericoloso a giudicare da alcune cicatrici che
lei
riusciva ad intravedere sparse qua e là.
Si
spostò di lato poco prima di venire scoperta arrossendo
come una bambina e scappando in cucina per non fare la figura della
guardona!
<<
Bianco o rosso? >> domandò poi quando
sentì i
suoi passi dietro di sé:<< Rosso
>> rispose lui entrando nella
stanza:<< Ottima scelta >> poi facendo
saltare il tappo versò una
generosa dose di liquido in due bicchieri porgendone uno al suo ospite
notturno.
<<
Brindiamo? >> lo guardò
spaesata:<< A
cosa? >> Jas fece tintinnare i loro
bicchieri:<< Ai nuovi incontri
>> << Ai nuovi incontri >>
ripeté lei bevendo ma non
staccando gli occhi da lui.
<<
Dimmi qualcosa di te >> non sapeva nemmeno
lui da dove gli usciva quella curiosità morbosa, sapeva solo
che doveva
conoscere più cose possibile di quella piccola meravigliosa
bambola dagli occhi
scuri e i capelli neri:<< Qualcosa di me? Non
c’è molto da dire >>
rispose Alice nascondendo un’espressione delusa dietro un
sorso di
vino:<< Oh andiamo non ci credo…tutti hanno
una storia, tutti hanno
qualcosa da dire di sé >> lei scosse il
capo:<< Io no, sono una
persona normale e noiosa, con una vita normale e noiosa
>> Jasper scosse
la testa sorridendo e poggiando il bicchiere sul tavolo davanti a
loro:<<
Beh dobbiamo pur ingannare il tempo mentre è in funzione la
lavatrice o vuoi
passare il tempo in silenzio? >> poggiando a sua volta il
bicchiere sul
tavolo Alice si alzò di scatto:<< Mi stavo
dimenticando di accendere la
lavatrice! Scusami! >> e mentre lei correva in bagno
Jasper notò che era
a piedi nudi e che la tuta larga che indossava non riusciva a
nascondere del
tutto le delicate forme di quel piccolo corpo perfetto.
Si
passò una mano sul viso cercando di calmarsi, ma che cosa
andava a pensare? Se gli bastava una ragazza qualsiasi per fare certi
pensieri
allora Pete e Riley avevano ragione e gli serviva una donna.
No!
Non era per una ragazza, non era per una qualsiasi…era
lei. Alice.
Già
la sera prima quando si erano scontrati era rimasto
folgorato da lei e ora si erano incontrati di nuovo, ad una
festa…quante
probabilità c’erano?
Non
era il tipo da credere alle coincidenze ma stavolta
anche lui era stato messo a dura prova.
<<
Fatto, un paio d’ore e sarà tutto a posto
>>
commentò lei rientrando in cucina:<< Non ho
fretta >> le rispose
studiandola di sottecchi e Alice cercò di sedersi di nuovo
al suo posto
mascherando l’ansia che le serrava lo
stomaco:<< Sto ancora aspettando
una risposta >> << A cosa? >>
immaginava cosa lui volesse
sapere ma davvero non sapeva che dirgli:<< Davvero non
c’è niente di
interessante da sapere su di me >> spostando il proprio
bicchiere di
qualche centimetro da sé Jasper la guardò
sorridendo e dannatamente sicuro di sé:
dio quanto era affascinante quel sorriso:<< Ok, allora
facciamo un patto
>> << Cioè? >>
temeva le sue parole ma era un’inguaribile
curiosa:<< Più uno scambio a dire il vero:
un’informazione per un’informazione
>> poi appoggiando i gomiti sul tavolo di formica e
intrecciando le
lunghe dita delle mani aggiunse:<< Tu dici una cosa a me
e io ne dirò una
a te >> << Sembra un gioco di spie
>> commentò sovrappensiero
e, Jasper non era ancora pronto per rivelarglielo, ma era proprio da
una
vecchia spia, il suo istruttore all’accademia, che lo aveva
imparato.
<<
Bene allora cominciamo >> continuò lui poi
alzando gli occhi per incatenarli a quelli di Alice
aggiunse:<< Quanti
anni hai? >> << 24 >> rispose
lei timidamente:<< Tu?
>> << 27 >> aveva la stessa
età di Eddy, accidenti sembrava
più grande, era così diverso da suo fratello e da
tutti quelli che lei
conosceva…era così…:<<
Nome completo? >> << Alice Mary Cullen
>> stavolta lui rispose prima che lei glielo
domandasse:<< Jasper
Ronald Whitlock >> poi scuotendo la testa
continuò:<< Lo so, Ronald
è un nome terribile >> << No, no
è bello… >> poi arrossendo
vistosamente Alice aggiunse:<< Cioè ti sta
bene >> << I miei
nonni materni erano di origine inglese, da lì il nome
>> << Capisco
>> poi iniziando a disegnare immaginari ghirigori sul
pian0 del tavolo
aggiunse:<< I miei sono di New Orleans da generazioni,
per quanto ricordi
siamo sempre vissuti qui, i miei genitori vivono ancora nel terreno del
mio
trisnonno, anche se la nostra casa è molto più
grande di com’era allora
>> << Figlia unica? >> lei
scosse il capo:<< Ho due
fratelli maggiori, Emmett è un insegnante, Edward un
avvocato >> <<
Figlio unico >> commentò lui e non avrebbe
aggiunto altro sulla sua
famiglia, per quanto morisse dalla voglia di raccontare a qualcuno
tutta la sua
vita per togliersi quel peso dal cuore almeno per un
po’:<< Che lavoro
fai? >> eccoci arrivati alla domanda cruciale, che
risposta poteva darle?
Non era una cosa che gli piaceva sbandierare in giro e per certi versi
non
poteva nemmeno farlo così liberamente:<< Sono
nell’esercito >> gli
occhi di Alice si sbarrarono a quelle parole: dio non era possibile,
non di
nuovo!
<<
Sei un marine? >> la risata di Jasper la
lasciò di stucco:<< Per amor di dio no! Sono
in marina >> la bocca
di Alice si aprì in una piccola O stupita e per un attimo
lui desiderò di
coprirla con la propria e di stringere a sé quella deliziosa
visione ma si
trattenne, lei non lo conosceva nemmeno e di sicuro l’avrebbe
preso per pazzo
se ci avesse solo provato!
<<
Parliamo di cose più piacevoli: film preferito?
>> doveva cercare di concentrarsi su altro e voleva
restare seduto al suo
posto e, soprattutto, lucido:<< Altra domanda?
>> la guardò
spaesato:<< Come? Andiamo non può essere
così terribile >> <<
Credimi può esserlo >> << Se ti
dicessi che posso batterti >>
Alice scosse la testa facendo ondeggiare i corti boccoli neri che si
era
arricciata per la festa:<< Non penso, ma se vuoi provarci
>> Jasper
sorrise accettando la sfida:<< Star Trek II
l’ira di Khan >> Alice
restò in silenzio a guardarlo:<<
Visto…ti ho detto che potevo batterti
>> << Onestamente preferisco Alla ricerca
di Spok, ma anche l’ira
di Khan non era male >> a quell’affermazione
anche lui restò basito:
quante probabilità c’erano di trovare qualcuno che
condividesse la sua assurda
passione per Star Trek? E che quel qualcuno fosse la ragazza
più bella ed affascinante
che avesse mai conosciuto in vita sua poi?
Fu
il suono persistente del suo cellulare a farle aprire gli
occhi mentre si stirava le braccia, ma chi era che la chiamava a
quell’ora del
mattino?
Allungando
la mano per afferrare il proprio cellulare che di
solito riponeva sul comodino Alice toccò qualcosa di caldo e
morbido,
spaventata spalancò gli occhi incrociando la sagoma di
Jasper che, sdraiato con
lei sul divano, si stava svegliando:<< Ma che
ore… >> borbottò lui
a sua volta stropicciandosi gli occhi:<< Ciao
>> lui sbatté le
palpebre mettendo a fuoco Alice:<< Ciao >>
poi guardando il tv con
l’effetto neve sullo schermo aggiunse:<< Ci
siamo addormentati >>
lei annuì:<< Probabilmente
è stato
il vino >> lui sorrise e spostandosi si mise
seduto:<< Il vino e
una maratona di Star Trek vorrai dire >> si sorrisero
entrambi ricordando
come si era conclusa la sera precedente: alla fine per ingannare il
tempo
mentre aspettavano che il costume fosse pronto avevano iniziato a
guardare alcuni
episodi della famosa saga finendo poi per guardarne almeno una stagione
intera
addormentandosi quasi abbracciati sul divano.
<<
È il tuo cellulare che suona? >>
domandò Jasper
quando il telefono riprese a suonare:<< Oh sì!
Accidenti! >> e
Alice si alzò andando alla ricerca della borsetta dove lo
aveva lasciato la
sera prima.
Si
bloccò un attimo quando lo trovò vedendo il nome
di
Rosalie sullo schermo:<< Ciao Rose >>
rispose poi cercando di
sembrare rilassata, cosa che non era con quell’adone di
marinaio sul
divano:<< Alice! Ma dove sei finita ieri sera? Ti abbiamo
cercata
dappertutto >> lei si girò a guardare Jasper
con la coda dell’occhio:<<
Sì, mi è venuto mal di testa e sono venuta a
casa, non volevo disturbarvi, vi
avrei chiamato stamattina >> << Ok, lo
dirò ad Em, ha dato di matto
quando non ti ha trovato ieri, credeva che qualcuno di quegli idioti
che erano
alla festa ti avesse sedotta e portata chissà dove, senza
contare che quando ha
visto James alla festa Jacob ed Edward hanno dovuto trattenerlo o lo
avrebbe
ucciso >> Alice scoppiò in una risata
nervosa:<< Io sedotta? Andiamo
Rose! >> già, una serata finita a guardare
Star Trek non si poteva certo
definire seduzione, anche se il suo compagno di cinema non era per
niente male…salutando
poi velocemente l’amica riagganciò, aveva troppe
cose da fare quel giorno e una
distrazione bastava e avanzava.
<<
Sarà meglio che vada, la camicia è asciutta e i
miei amici si staranno chiedendo che fine ho fatto >> la
voce di Jasper
la riportò alla realtà:<<
Sì, vado a prendertela >> commentò
poi senza
quasi guardarlo:<< Alice >> lei lo
fissò da sopra la
spalla:<< Sì? >>
<< Mi fermerò ancora qualche giorno,
potremmo vederci e prendere un caffè insieme
>> << Sarò abbastanza
impegnata in questi giorni ma sì, si potrebbe fare
>> lui allungò una
mano prendendo il telefono di lei e inserendoci il proprio numero di
telefono:<< Chiamami quando avrai un attimo libero
>> lei annuì
distrattamente per poi andare a prendergli la camicia.
Quando
lo vide uscire da casa sua mezz’ora dopo la piccola
Cullen cercò di non farsi troppe strane idee: aveva passato
una serata più che
piacevole con un ragazzo bello come un dio che aveva la sua stessa
passione per
Star Trek e un sorriso da sciogliere la calotta polare, era quasi
troppo bello
per essere vero!
Prima
di lasciarsi andare a stupide fantasticherie ripensò
ad una delle cose più importanti: Jasper era in
marina…poco cambiava se non era
un marine come James, la sostanza restava la stessa e lei aveva
già perso molti
anni della sua vita dietro ad un uomo che spariva per mesi e mesi in
missioni a
rischio della vita dall’altra parte del mondo, non voleva
ricaderci di nuovo perché
stavolta probabilmente non ne sarebbe uscita indenne!
Due
giorni dopo il tanto atteso matrimonio era arrivato.
Aiutata da Bree e da Seth, Alice aveva portato la
mastodontica torta-Barbie, soprannominata così da Rose e
Bella, alla villa
fuori città dove si sarebbe tenuto il ricevimento.
<<
Salve, solo Alice Cullen, devo consegnare la torta
per il matrimonio >> un uomo della sicurezza scorse
velocemente la lista
che aveva in mano:<< Sì, la stavamo
aspettando, la torta va nella sala in
fondo, gli sposi arriveranno a momenti per il pranzo, dovete andarvene
prima
del loro arrivo >> Alice annuì con un piccolo
sorriso:<< Sì, non si
preoccupi faremo in un lampo >> l’uomo
tornò immobile indicando con la
testa la direzione che dovevano prendere.
<<
Sei davvero una maestra Alice lo sai >>
<< Come? >> domandò girandosi
verso Bree:<< Beh questa torta
è splendida, nonostante i colori e gli abbinamenti siano
discutibili sei
riuscita a creare qualcosa di molto elegante e delicato, quella Barbie
non se
lo merita >> l’altra scosse il capo mentre
controllava che i fiori di
pasta di zucchero fossero ben fissati alla torta:<< Oh
non mi interessa
molto che cosa si meriti o meno Victoria Bree, voglio solo fare il mio
lavoro e
andarmene da qui il prima possibile, senza contare che James mi ha
già pagato e
dopo il matrimonio si trasferiranno a Washington, quindi non
dovrò vederlo mai
più >> << Mi sembra un ottimo
piano, la prima cosa sensata che fa
quell’imbecille >> commentò Seth che
aveva assistito di persona al
fatidico momento in cui James si era presentato nel locale di Alice con
Victoria al fianco baciandola davanti alla sua ex ragazza e rischiando
di
prendersi un pugno da Emmett ed Edward:<< È
storia vecchia Seth, abbiamo
finito, ora andiamo prima che arrivino >> e concludendo
il discorso Alice
si avvicinò alla porta con la sua tracolla sulla spalla.
Avevano
percorso quasi tutto il corridoio quando la guardia
di prima si avvicinò:<< Dovete aspettare un
attimo signori, la cerimonia
è finita prima e stanno arrivando gli sposi, il tempo di far
entrare tutti al
ricevimento e potrete andarvene >> Seth stava per
borbottare qualcosa ma
Alice lo precedette:<< Possiamo uscire dal retro se non
è di troppo…
>> ma le sue parole si bloccarono quando gli invitati
cominciarono ad
entrare nell’edificio e tra tutta quella gente lei riconobbe
una chioma bionda e
due occhi scuri che da due giorni non riusciva a dimenticare; la cosa
che la
bloccò non fu vedere Jasper tra gli invitati del matrimonio
ma la minuta
biondina che gli stava arpionata al braccio e che lo guardava adorante.
Ecco che si era fatta prendere in giro per l’ennesima volta!
Grimilde's
Lo so sono stata un po' cattiva...cioè dopo la serata quasi perfetta l'ennesima delusione...ma tutto si risolverà presto, molto presto!