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Autore: Biceportinari03    15/08/2017    0 recensioni
La seconda long in cui mi cimento, che emozione u.u
Che dire, in questa fic riporteremo alla luce eventi di tanti anni fa... riprenderemo la storia di Efren e di sua madre, e un nuovo personaggio collegato a questi ultimi due farà la sua comparsa, assetato di vendetta. Ma a calmare gli animi turbati della nuova fanciulla ci penserà un uomo, che alle sue spalle ha un passato più tormentato di quanto avessimo mai immginato... purtoppo l'arrivo della ragazza non porterà solo tanti sorrisi sul volto dell'uomo, ma tanti orribili ricordi riaffioreranno alla Villa. Un passato che tutti speravano fosse dimenticato...
Spero vi piaccia! ^^
Estratti:
《Non posso crederci...》
Amanda sentì una voce rude e profonda alle sue spalle. Un timbro che sembrò arrivarle dritto al cuore e scuoterlo violentemente, data la fitta che sentì all'altezza del petto. Non sapeva spiegarsi il perché di quel fenomeno, ma sapeva che una ragione doveva esserci.
Si voltò, la voce proveniva da quell'uomo che poco prima aveva incrociato mentre usciva dallo studio di Francisca.
Si guardarono per secondi che parvero interminabili.
L'uno era perso negli occhi dell'altra, e nessuno dei due sapeva spiegarsi il motivo.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Francisca Montenegro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 2: Un oscuro passato


Primo giorno di lavoro. Per quella serpe. Che seccatura.


Questo fu il primo pensiero di Amanda non appena mise piede nel capanno degli attrezzi. Si sarebbe cambiata lì. In fondo, non poteva lavorare i campi con il suo vestito abituale.
Quanto le seccava il dover lavorare per quella donna, contribuire ad arricchire una persona che invece avrebbe voluto soltanto far fuori al più presto.

Almeno la paga è buona... e la mia famiglia non morirà di fame. Solo questo ho di consolazione. Pensò ricordandosi del discorso che aveva avuto con Donna Francisca poco prima. Dopo essersi presentata da lei e dopo quel battibecco che avevano avuto, Amanda l'aveva lasciata sola a sbollire la rabbia e ad abituarsi alla sorpresa, e poche ore dopo si erano messe d'accordo per il lavoro.
Lei era l'unica donna a lavorare nei campi, ma non per questo si sarebbe fatta mettere i piedi in testa dagli altri uomini a lavoro. Se avessero fatto la minima allusione al fatto che fosse donna, Amanda si sarebbe fatta sentire eccome.
In effetti, gli sguardi straniti degli altri lavoratori non tardarono a mancare. Ma qual'era il problema, dannazione? Aiutava suo padre nei campi da quando era soltanto una bambina, sapeva fare quel lavoro dieci volte meglio di quanto lo sapessero fare gli uomini di Francisca!

《Non posso crederci...》
All'improvviso, Amanda sentì una voce rude e profonda alle sue spalle. Un timbro che sembrò arrivarle dritto al cuore e scuoterlo violentemente, data la fitta che sentì all'altezza del petto. Non sapeva spiegarsi il perché di quel fenomeno, ma sapeva che una ragione doveva esserci.

Si voltò, la voce proveniva da quell'uomo che poco prima aveva incrociato mentre usciva dallo studio di Francisca.
Si guardarono per secondi che parvero interminabili.
L'uno era perso negli occhi dell'altra, e nessuno dei due sapeva spiegarsi il motivo.

《T-tu... sei la nuova ragazza che Donna Francisca ha assunto, giusto?》 Amanda non poté ricredersi. Quell'uomo aveva davvero una bella voce. Profonda e rassicurante.
Lei annuì piano, quasi come se fosse... intimorita. Non era da lei.
《Raro vedere una ragazzina lavorare in questo campo... mi fido della signora. Io sono il capomastro, quindi d'ora in poi sarò io a tenere d'occhio il tuo lavoro. Cerca di dimostrare che sei degna di lavorare qui, credo che nessuno al momento lo pensi. Vedi di farci cambiare idea. E adesso torna a lavoro... ragazzina.》 Detto questo il capomastro se ne andò.
Le sue parole, in qualche assurdo modo, avrebbero dovuto essere incoraggianti, ma avevano ottenuto solamente l'effetto di far imbestialire ancora di più Amanda. Soprattutto se pensava al modo in cui l'aveva chiamata... ragazzina.
Era strano, però.
Quell'uomo lei era sicura di conoscerlo.
In qualche modo assurdo e impossibile, lei lo conosceva.

Stranita e arrabbiata, si rimise al lavoro.
Era arrivata lì a Puente Viejo per ottenere vendetta, e quell'uomo al momento non era tra le sue priorità.

* * * *

《Quel bastardo di mio marito... Non mi ha lasciato altro che dolore...》 Francisca non faceva altro che sussurrare queste parole con occhi vuoti, mentre il suo fedele capomastro non poteva fare altro che osservarla, impotente questa volta.
《Non può essere la sorella... non può...》 Anche Mauricio era sconvolto. Pensava che ormai quell'oscuro passato se lo potesse lasciare andare alle spalle e continuare a vivere. Invece ecco, che in un solo istante tutte le sue certezze furono abbattute. E tutto per quella ragazza... quella ragazza sconosciuta dagli occhi color notte senza luna.
《È lei, Mauricio. Te lo assicuro. Maledetti Ramos... quella maledetta famiglia...》
Il capomastro deglutì. Non avrebbe potuto sopportare di vedere quella ragazza ogni giorno, ogni maledetto giorno della sua vita. Perché quegli occhi, quei capelli, il pallore del suo viso, le ricordavano troppo la donna che aveva amato, e che forse amava ancora, dopo tutti quegli anni. Quella donna che le era stata portata via da un infame bastardo, senza che lui potesse fare nulla per evitarlo. Quella donna che fu lasciata con un figlio illegittimo della famiglia Castro, e che Mauricio non aveva avuto il coraggio di uccidere, perché sarebbe stato come uccidere quella povera cameriera una seconda volta.
Non c'era giorno, notte, in cui i sensi di colpa non tornassero a tormentarlo. E adesso, adesso che ogni giorno avrebbe dovuto avere il ritratto ringiovanito di Violeta sotto gli occhi, sarebbe stato ancora peggio. Le era morta sotto i suoi occhi, tra le sue braccia, senza che lui potesse fare nulla.
Due persone lasciate lì, impotenti contro il Fato.

《Quella maledetta non dovrà mai sapere nulla di come è morta la sorella. Mi hai capito bene, Mauricio?! Altrimenti... temo che le conseguenze...》 La signora non terminò la frase, non ce ne fu bisogno.
《Ho inteso, signora. Lei non se saprà mai nulla.》 Disse lui, distrutto emotivamente.
《Puoi ritirarti, Mauricio.》
《Con permesso, signora.》

Il capomastro si chiuse la porta dell'ufficio della sua signora alle spalle, e in quell'istante sentì come se il peso di tutto il mondo gli fosse crollato addosso.

Il passato prima o poi torna sempre a farsi sentire, felice o oscuro che sia. E non importa che tu lo voglia o no, esso ti travolgerá la vita una seconda volta, ti sconvolgerà il presente, e molto spesso, anche il futuro.

E la cosa peggiore, è che non c'è nulla che tu possa fare per evitarlo.



*Angolo autrice*
Eccomi tornata! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Qui abbiamo il secondo incontro fra Amanda e Mauricio, e la nostra ragazza nota dei particolari di lui che la fanno tentennare. In questo capitolo ho lasciato un indizio sul perché Amanda ha questa strana sensazione di conoscerlo... in ogni caso, nei prossimi capitoli avremo dei chiarimenti ;)
Rimanete con noi!
Alla prossima
Bice <3
  
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