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Autore: Lory221B    17/08/2017    5 recensioni
Viaggio johnlock verso la fine dell'estate in 15 flash e one-shot sulla base di altrettanti prompts, di genere vario.
1) Out of school (teenlock)
2) Shopping for bathing suit
3) Meeting in an online game (teenlock)
4) Sunburn (Moon!Sherlock/Sun!John)
5) Broken air conditioning
6) Ice cream (potterlock)
7) Pool party
8) Beach towel (AU che più AU non si può)
9) Lost in museum (IndianaJohn!AU)
10) Fireworks (retirement!lock)
11) At the park
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Meeting on an online game

Rating: verde prato inglese



Sherlock non aspettò nemmeno di aver finito l’ultimo boccone della cena che sparì in camera sua, sotto lo sguardo rassegnato dei genitori, fermamente convinti che presto la fase “giochi online” sarebbe presto passata, come tutte le altre fissazioni del figlio. Notoriamente il piccolo di casa tendeva ad annoiarsi facilmente, soprattutto nel periodo estivo quando non c’erano la scuola ed i compiti a tenerlo apparentemente impegnato e i giochi di ruolo era soltanto l’ultima delle distrazioni.

Mycroft non era così tranquillo come i genitori, sapeva che Sherlock aveva un’insolita propensione a cacciarsi nei guai e anche un innocuo gioco online poteva diventare qualcosa di pericoloso; l’unica cosa che un po’ lo rasserenava era che anche se virtualment , Sherlock era costretto a interagire con altre persone e presto avrebbe finito per insultare tutti con la conseguenza di dover abbandonare il gioco per mancanza di giocatori.

Dall’altra parte di Londra, nella zona più popolare, un altro adolescente stava cercando un gioco on line con cui distrarsi dalla rottura definitiva con la sua ragazza. Dopo aver scartato quelli a pagamento e alcuni giochi di vampiri, l’attenzione gli cadde su un gioco di investigatori e criminali ambientato in epoca Vittoriana; non ne aveva mai sentito parlare ma la grafica era accattivante e senza accorgersene stava già completano l’iscrizione.

Lesse velocemente il regolamento, in sostanza doveva scegliere tra investigatori e criminali e poi entrare in una squadra con un capogruppo da aiutare nelle indagini o nei crimini, che lo avrebbe guidato fino ad accumulare abbastanza punti per diventare capo squadra a sua volta.

Subito apparve la domanda di presentazione >>Scegli da che parte stare_

« Detective, ovviamente » fece John, andando subito a controllare cosa comprendeva il suo “set da battaglia”: una lente di ingrandimento, un taccuino, una pistola. « Come set base potevano sforzarsi di più » commentò passando a selezionare l’abbigliamento per il suo personaggio ed individuando subito una bombetta che sarebbe stata perfetta con il completo di tweed che aveva scelto.

La schermata passò alla domanda successiva >>Scegli un nome_

« Dr. John H.W. »

>> Benvenuto nella squadra Baker Street_

L’atmosfera era davvero suggestiva, avevano perfettamente ricreato l’ambientazione Vittoriana. Si trovava all’interno di un salotto di quello che era indicato essere l’appartamento 221B e John fu subito rapito dalla luce fioca delle candele, i libri impolverati e uno dei personaggi che sembrava stesse fissando proprio il suo Dr. John.  Il personaggio chiamato “Sherlock” era vestito elegantemente con cappotto e uno di quei  strani cappelli da caccia con la doppia visiera e stava fumando una pipa, evidentemente doveva aver raccolto molti punti per avere tanti accessori.

Nemmeno il tempo di curiosare attorno e verificare se
fosse possibile prendere in mano il teschio appoggiato sulla libreria, che subito nella chat gli arrivò un messaggio

>> Benvenuto Dr. John, meno male che sei arrivato, non c’era nessuno online per i detective di Baker Street

>> E’ stato il gioco ad assegnarmi a Baker Street a dir la verità

>> Lo immaginavo, gli altri preferiscono giocare a Scotland Yard, Greg è più amichevole

>> Adesso cosa si fa?

>> Aspettiamo che entri il primo cliente. Eccola, the game is on

Nel salotto virtuale di Baker Street fece la sua comparsa il personaggio di una donna all’apparenza molto scossa che iniziò subito ad esporre il suo caso. John fu talmente preso dal gioco e dalla rapidità con cui l’altro giocatore risolveva gli enigmi che si fecero  presto le quattro del mattino.

>> Devo andare, Sherlock. Domani ho partita di rugby, non vorrei addormentarmi in campo
>> Sherlock?

>> Scusa, stavo controllando un cosa

>> ??? ok, ci rivediamo a Baker Street? Giocherai ancora?

>> Certo, non credo mi annoierò presto di questo gioco

John chiuse il pc e si buttò a dormire così com’era vestito, con ancora le immagini di una romantica ricostruzione della Londra Vittoriana nella mente e le battute argute dell’altro giocatore che lo facevano ridere nel sonno.

Non mise piede fuori dal letto prima dell’ora di pranzo, fu il suono delle pentole che venivano sbattute dalla sorella Harriet che lo costrinsero ad alzarsi. Buttò un occhio al pc, avrebbe tanto voluto continuare a giocare e chattare con Sherlock, ma probabilmente non si sarebbe collegato prima di sera.

Scese in cucina e la sorella iniziò a punzecchiarlo dicendogli che ormai era diventato uno di quei posh delle scuole private che fanno il brunch, ma John aveva troppa fame per ascoltarla e un po’ di nervosismo per una partita importante in cui molto probabilmente non avrebbe dato il meglio di sé.

« Ancora triste per la rottura con Mary, fratellino? Ho sentito che eri sveglio fino a tardi »

« Stavo risolvendo enigmi con Sherlock »

« Con chi? »

« E’ il nome del suo personaggio, non so dove lo abbia pescato » rispose facendo spallucce e imburrando un’altra fetta di pane in attesa del pranzo.

La partita, in effetti, si rivelò un fiasco e John preferì sparire dalla vista di tutti i suoi compagni di squadra prima di venir accusato di averli fatti perdere: stanchezza e nervosismo accumulati nei giorni precedenti non lo avevano aiutato a concentrarsi.

Si sedette su una panchina molto lontano dal parco ma i suoi pensieri insoddisfatti furono presto interrotti dall’arrivo di un ragazzo che senza tante cerimonie si accomodò accanto a lui. John lo osservò un attimo, se Harriet lo avesse visto avrebbe sicuramente pensato che ora si era anche messo a frequentare ragazzi posh perché quel sedicenne dai capelli neri e l’abbigliamento curato sembrava appena uscito da una scuola privata.

« Credo che Wilde avesse ragione, il rugby è una buona occasione per tenere trenta energumeni fuori dal centro città » commentò il nuovo arrivato con un sorrisetto indisponente.

« Scusa, parli con me? »

« Sì, John. Ero troppo curioso di vedere che faccia avessi. Molto simile al tuo personaggio in effetti » rispose godendosi lo stupore sul volto di John.

« Sei Sherlock? Come? Non capisco »

« Sei entrato nel gioco in inglese per cui era più probabile che fossi inglese madrelingua, fatto confermato dalla tua perfetta proprietà di linguaggio in chat. Non hai utilizzato alcun orribile slang americano o australiano, anzi sei stato molto british nell’usare “pants” per "mutande" e non per "pantaloni" per cui dovevi per forza essere un suddito di Sua Maestà. Ti destreggiavi perfettamente nel gioco, come se conoscessi bene Londra, infatti non hai mai guardato la piantina, cosa che avrebbe fatto anche il turista più esperto per cui non potevi essere di altre parti del Regno Unito, dovevi per forza essere di qui. Hai accennato alla partita di rugby e ho guardato il calendario delle squadre locali e poi la fortuna ha voluto che trovassi un John H. W. nella formazione dei Lions, l’unico con questa combinazione di lettere »

John non aveva mai sentito nessuno parlare così velocemente ma aveva già avuto modo di rimanerne affascinato del suo
ragionamento vivace in diverse occasioni durante il gioco.

« Straordinario »

John scoprì presto che Sherlock tendeva ad arrossire leggermente quando riceveva dei complimenti, giusto un po’ di rosso sulle gote solitamente bianchissime; ci avrebbe messo qualche mese prima di scoprire che arrossiva soltanto per i suoi complimenti e qualche mese ancora per baciarlo dopo essere caduti entrambi in un laghetto nel tentativo di bloccare un ladro che Sherlock aveva individuato a Regent’s Park durante una passeggiata; ma ora erano soltanto John e quello che non sapeva ancora chiamarsi effettivamente Sherlock come il personaggio del suo gioco, che stavano amichevolmente dirigendosi a Baker Street per bere un caffè da Speedy’s e discutere della prossima avventura online.

   
 
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