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Autore: Jasmine_dreamer    17/08/2017    0 recensioni
"Veronica?! Veronica, cazzo!"
Giaceva sul pavimento, il vomito in bocca, ma che cosa diavolo avevo fatto?
Non avevo idea di cosa fare.
Presi il telefono tra le mani e digitai il numero di emergenza.
"Pronto?! La mia ragazza è andata in overdose, aiuto!"
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi frequentavo con Veronica da circa un mese e non avevamo ancora fatto sesso.
Quella sera però mi aveva chiesto se poteva venire a casa mia quindi le dissi di sì.
Quando arrivò andai ad aprire la porta e lei teneva in mano una cassa di birre: "Le ho portate direttamente da lavoro!"
"Hai fatto benissimo! Dai entra." 
Lei poggiò le birre sul tavolo.
"Allora che film vuoi..?" non feci in tempo a completare la frase che lei mi saltò addosso.
La portai sul letto, ma prima di spogliarla dovevo dirglielo: "Prima che tutto si faccia serio, devi sapere che sono un tossico."
"Sì, lo so."
"Cosa?" mi colse alla sprovvista.
"Sì, per questo non volevo uscire con te all'inizio, tutti sanno chi e cosa sei. Ma Trevor chissene frega ora, scopiamo e basta."
"Ok!" mi affrettai a dire io.
Lei mi sorrise e io iniziai a spogliarla, mentre lei faceva lo stesso con me.

Mi raddrizzai sul letto e mi accesi una sigaretta.
"Posso provare?" 
Io la guardai un po' perplesso: "Certo."
Lei fece un tiro e iniziò a tossire: "Ma come diavolo fa a piacerti?"
"Beh, inizi per fare il figo e poi lo trovi piacevole." dissi io facendo spallucce.
Veronica annuì.
"Quando hai iniziato con la droga?" mi chiese poi seria.
"Quando avevo 13 anni ho iniziato a consumare droghe leggere, quando ne avevo 16 ho iniziato con l'mdma... poi da lì non ho più saputo controllarmi. A 23 anni infine l'eroina. Non sempre, ogni tanto. Me la faccio una volta al mese tipo, so che quella è la più merda e non vado mica fiero di essere così. Poi ho anche i miei momenti di lucidità, cerco di limitarmi, anche se è difficile."
"E i tuoi genitori?"
"E che ne so, a loro non frega un cazzo. Bastava che li chiamavo dicendo che avevo bisogno di soldi e loro me li davano. Forse è questo il problema, che ho sempre avuto soldi."
"Quindi ora non ti mantengono più loro?"
"Cazzo, no, V. Ho 25 anni." feci io.
"E allora dove li trovi tutti quei soldi?" chiese lei perplessa.
"Non vuoi saperlo." risposi io.
"Sì invece."
Sospirai, feci un tiro alla sigaretta e dissi: "Spaccio." 
"Ohw.." 
Rimanemmo per qualche minuto in silenzio.
"Trevor" disse infine lei: "A me piaci sul serio."
"Anche tu." dissi sorridendo.
Poi ci alzammo e andammo in cucina, dove aprii l'armadietto e tirai fuori un sacchetto di polvere bianca.
Preparai una striscia e me la feci.
Le chiesi se volesse provare, ma lei mi rispose di no.
Quindi richiusi il sacchetto e lo misi via.
"Cosa provi quando ti fai?"
"Di coca?" chiesi io.
"Sì." rispose lei.
"All'inizio mi faceva sentire euforico, eccitato. felice!" dissi io: "Ma ora, ora la prendo solo perché arrivo a un punto in cui sto male se non la prendo.. capisci? Il mio corpo deve assumerla per non sentirsi così."
"Capisco." disse lei.
"Sei un po' come la coca anche tu." dissi poi guardandola.
"In che senso?"
"Mi fai sentire bene, e quando non ti vedo per un po' sento il bisogno di te. Penso che potresti diventare tu la mia dose giornaliera."
"Sai, sei proprio un tossico dolcissimo!"
"Non ne sono dipendente!"
"E allora perché non smetti?"
Mi feci serio: "Perché solo così mi sento vivo."
Si accoccolò su di me e poi disse: "Fight Club?"
"Cosa?" dissi io.
"Voglio vedere Fight Club!" ripetè.
"D'accordo." risposi infine prendendo il telecomando.
Lo avevo comprato qualche anno prima.

Nel letto la osservai dormire.
La luce del mattino che fuoriusciva dai fori delle persiane mi permetteva di guardarla nella penombra,e il silenzio che regnava mi permetteva di ascoltare il suo respiro.
Aveva un'aria serena, la sua pelle era olivastra, i suoi occhi verdi erano chiusi, i suoi capelli neri dietro, poggiati sul suo cuscino.
Di tanto in tanto muoveva le labbra, e io pensai a quanto fosse bella.
Avevo un angelo davanti a me, non avevo mai visto una creatura più bella di lei prima di allora.
Avrei voluto tenerla con me per sempre, avrei voluto vivere tutta una vita con lei.
Mi alzai e andai a farmi una birra nella cucina.
E mi accesi anche una canna, quella era la cosa meno dannosa di cui facevo uso.
Poi la vidi sbucare dalla porta.
"Ehi.." disse dandomi un bacio sulle labbra.
"Ehi." risposi.
"Ti sei svegliato presto." disse strofinandosi un occhio.
"Già."
"In realtà sono sveglio da più di due ore, solo che un'ora e mezza l'ho passata ad osservarti, quindi sono sveglio dalle 7." pensai.
Ma non dissi nulla.
"Posso fare due tiri?" chiese.
"Certo!" risposi io porgendole lo spinello.
"Wow, questo è piacevole." esclamò ridendo.
Io annuii ridendo a mia volta.
"Ma come fai a bere la birra appena sveglio?" domandò.
Diamine, ma quanto parlava? E si era anche appena svegliata.
"Abitudine, credo."
Lei annuì: "Ah, ho capito."
Io sorrisi.
"Che c'è?" chiese lei.
"Sei bella quando sei fatta."
Lei fece una risatina e io scossi la testa ridendo a mia volta.
   
 
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