Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.4
Atto di fedeltà II° parte
Squalo
strinse la casacca di Xanxus che lo avvolgeva e rabbrividì.
Teneva
il mento alzato verso l'alto e fissava fuori dalla finestra. Udiva il
brusio di
voci intorno a lui.
"Voooooi!"
le sovrastò a pieni polmoni.
<
Non devo abbassare lo sguardo. Non devo, per Boss >
pensò.
Xanxus
lo guardò dai piedi del trono, le cicatrici risaltavano sul
suo
petto nudo.
<
Tieni il capo alzato, mia Regina. Solo un altro po' >
incoraggiò
mentalmente.
"Lo
sapevo che voleva solo il suo trono". "Xanxus non è
niente senza il nono". "Superbi lo ucciderà appena
arriverà il
tramonto". "Perché ci hanno chiesto di attendere fino al
tramonto?". Le voci degli ospiti si facevano sempre più alte
e concitate.
Lussuria,
nascosto dietro una tenda, deglutì rumorosamente, fissando
gli
altri due Varia da dietro gli occhiali da sole.
"Non
penso per niente sia stata una buona idea" bisbigliò con
voce stridula.
Squalo
si raddrizzò la pesante corona sul capo.
"Voi!
Come vedete questa mattina all'alba, il Boss mi ha reso suo
reggente!" tuonò.
"Hai
avuto quello che volevi" borbottò Cavallone con voce bassa.
"Xanxus
lo facevo più forte e meno ingenuo" si lamentò
Reborn.
La
luce aranciata del tramonto iniziò a filtrare dalla
finestra. Squalo
dimenò davanti a sé il pesante scettro d'oro che
teneva il moncherino coperto
dal guanto.
"Non
vedeva l'ora di spogliarsi del suo potere!". "Era ora
si accorgesse di essere solo un contabile". "Diventerà un
braccio
destro?". "Guardate il suo corpo. Allora erano vere le voci sul suo
tradimento? Perché il nono non ha detto niente?
Perché non ci ha mostrato i
segni del suo peccato prima?". Le voci degli spettatori divennero un
boato.
Squalo
avvertì delle fitte al petto, nascose il suo tremito sempre
più
forte e digrignò i denti fino a farli stridere.
Levi,
alla porta, scosse il capo.
<
Non reggerà > pensò.
Xanxus
sentiva le fiamme dell'Ira pungere la punta delle dita, prese
qualche respiro rimanendo immobile dov'era, il brusio di voci gli
arrivava distante
e ovattato.
<
Dobbiamo farcela. Una volta e mai più, per non sentirlo
più triste
come quando teme di non appartenermi, per fargli capire che mi fido.
Non per la
feccia, ma per noi > si disse.
Squalo
regolò il respiro e strinse gli occhi. Li riaprì,
la luce del sole
al tramonto oltre la finestra lo investì.
"Nessun
boss dei Vongola ha mai avuto fiducia nel suo Capitano dei
Varia.
Nessun
boss dei Vongola ha mai messo in discussione il suo ruolo.
Nessun
boss dei Vongola ha mai ascoltato il suo popolo o ha cercato di
dimostrargli il suo valore con atti di forza che andassero oltre il
bagno di
sangue" enumerò gelido.
Alzò
lo scettro sopra di sé.
"Voi,
ascoltate tutti!
Vongola
decimo è superiore a ogni altro boss. La sua forza segna
l'inizio
di una nuova era!" gridò.
Si
tolse la corona, mentre dei fiocchi di neve cadevano fuori, tingendosi
di vermiglio.
"Io,
Superbi Squalo, Capitano dei Varia di Vongola X°, restituisco
il
potere al mio boss, a cui va la mia fedeltà: Vongola Xanxus"
recitò. Posò
lo scettro sulle gambe, si tolse la corona e si piegò,
poggiandola sul capo
moro del suo boss.
"Inconcepibile"
esalò Dino.
Reborn
trattenne le risate ed iniziò ad applaudire.
<
Xanxus, ragazzo mio, trovatello o no, tu sì che sai come
portare il
caos > pensò.
Xanxus
sollevò il capo con un ghigno, annuì verso Squalo
e salì i gradini
fino alla piattaforma dove stava il trono.
"Avete
avuto il vostro spettacolo, feccia" disse.
Guardò
la folla che li circondava, mentre la neve rossa macchiava i vetri
delle finestre.
"Ora
tornate alle vostre Famiglie, e ditelo pure a chi non è
stato
qui".
Afferrò
Squalo per un fianco e lo strattonò a sé.
"E
fatelo presto, prima che il mio Capitano, il mio consorte
legittimo, decida di tingere di rosso la sala, oltre che la neve".