Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Lucy_susan    21/08/2017    3 recensioni
"Ricordi cosa è successo due anni fa? Io c'ero ed è stato orribile" si lamentava una donna in abito blu intenso.
"Oh, puoi ben dirlo cara, ma questa volta la regina ha giurato di sapersi controllare" rispose un uomo al suo fianco.
"Se non c'era riuscita in ventun anni, come può sperare di aver raggiunto un risultato dopo soli altri due anni?" intervenne un ometto mingherlino che, nel suo abito verde foglia coronato da medaglie e spillette, sembrava ancora più piccolo.
Nel frattempo erano tutti entrati nell'atrio e aspettavano di essere presentati per poter prendere effettivamente parte alla festa nella sala da ballo e continuare la conversazione.
Un cameriere in livrea stava tutto impettito ad un lato della porta e chiedeva ad ognuno il nome.
"Come devo presentarvi?" Chiese ad Hans.
"Sono il conte Marc Cantelle, figlio del duca di Chantelier" rispose prontamente il rosso.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Hans
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5. Una fuga... programmata

Hans era la persona giusta. Spietato assassino, uomo senza cuore, attore irriconoscibile, ci aveva già provato una volta. Anna sapeva che non si sarebbe fatto sfuggire l'occasione di uccidere la donna che gli aveva causato tante sofferenze. A causa sua si ritrovava ammaccato, senza un occhio e senza denti, debole e arrabbiato rinchiuso in un buco dimenticato dal Signore e dai suoi fratelli.

La sua parte nella storia non era ancora finita però, infatti, Anna aveva già contato sul suo aiuto per compiere la sua vendetta.

Nelle segrete che ospitavano i criminali delle Isole del Sud, Anna e Hans stavano parlando. Con un’occhiata l'uomo aveva ordinato ai carcerati di parlare, che obbedienti e spaventati da lui avevano fatto scoppiare una lite. E così i due discutevano coperti dal baccano degli altri prigionieri, mentre le poche guardie tentavano di rabbonirli aggiungendo voce alla voce.

"La regina ha organizzato un ballo nel quale dovrò scegliere un marito" iniziò la principessa.

"Perché? Quel bellimbusto raccoglitore di ghiaccio e la sua renna non ti bastano più?"

"Kristoff è morto, travolto da una valanga" rispose secca Anna.

Ormai non le faceva più male dirlo, anzi si sentiva quasi liberata da un peso.

"Capisco. Direi che mi dispiace, ma non è vero. Continua ti prego."

"Io non voglio sposarmi con qualcuno che non amo e tanto meno può impormelo la regina. Sono stanca di lei e delle sue manie di grandezza. Lei non è il centro di tutto e deve pagare per quanto mi ha fatto soffrire perciò, ho deciso di ucciderla."

Hans mise avanti le mani.

"Aspetta, che? Solo perché non vuoi sposarti, hai deciso di uccidere tua sorella? La stessa che hai difeso dalla mia spada rischiando di morire tu stessa e riservando a me dolorose torture? Non sai cosa ho passato e non ci tengo a ripetermi."

"No, ho un'altra sorella illegittima di cui non ti ho mai parlato. Hai ragione, avrei dovuto dirtelo prima, mi dispiace."

Hans era letteralmente esterrefatto, pietrificato e senza parole.

"Certo che è la stessa, zuccone da quattro soldi" sbraitò la rossa.

Lui riprese a respirare dopo essere stato qualche secondo in apnea.

"Elsa ha ucciso Kristoff. Era sulla montagna, nel suo castello di ghiaccio. Era arrabbiata e in uno scatto d’ira ha causato una tempesta che ha fatto cadere una valanga. Noi ci siamo salvate in una grotta, ma Kristoff è inciampato ed è morto" spiegò Anna brevemente.

"Quindi cosa c'entra Elsa?"

"Lei poteva fermare la valanga, ma non l'ha fatto. Lei era al sicuro nella grotta e ci sarebbe riuscita, ma ha lasciato che l'unico uomo che amavo fosse spazzato via dalla neve. Lo ha fatto solo perché non lo sopportava e voleva che sposassi un ricco principe per i suoi scopi personali” le lacrime rischiarono di rompere la corazza che si era costruita a fatica e cambiò discorso. Gli prese le mani e le strinse forte fra le sue. "Per questo mi devi aiutare” esclamò Anna, tutt’un tratto più risoluta che mai. Fissò lo sguardo in quello del ragazzo e continuò con voce ferma. "Lei deve pagare per quello che ha fatto."

Lui liberò le mani, si alzò e con lentezza incredibile andò alle sbarre di ferro. Anna sapeva che era tutto un gioco per farla stare sulle spine, lui voleva la morte di Elsa quasi quanto la voleva lei.

“Io cosa ci guadagno?"

“La vendetta e un'eterna ricompensa."

Lasciò trascorrere ancora qualche attimo, ma concluse acconsentendo.

“Ti aiuterò, ma queste guardie non mi lasceranno fare un giretto di cortesia nel castello di Arendelle."

"Tranquillo, ho pensato anche a quello” rispose preparata la giovane. Il ricevimento ci sarà tra due settimane e per due giorni io sarò ospite a casa dei tuoi generosi fratelli. Potrei venire a farti visita stanotte, magari le guardie addormentate ti lasceranno uscire."

“Non mi convince la tua storia, ma se mi lascerai uccidere Elsa con le mie mani verrò."

Ad un suo gesto tutto il carcere tacque nuovamente. Hans sorrise mentre le guardie si avvicinavano alla cella e aprivano la porta. La principessa uscì e lui la salutò.

"Addio, signorina Anna."

E s'inchinò mentre la ragazza spariva dietro l'angolo.

 

******************************

 

Era notte fonda. Le stelle splendevano nel cielo come piccoli diamanti incastonati in uno sfondo blu e nero. Una figura incappucciata stava uscendo dalle mura della cittadella con un vassoio in mano attenta ad ogni fruscio.

La faccia era sporca di fuliggine e i vestiti puzzavano di stalla. Indossava scarpe comode per non fare rumore. Era riuscita ad uscire dal castello senza farsi notare, ma appena fuori dalla periferia una guardia non poté fare a meno di vederla

"Salve signorina, dove sta andando?"

Il cuore le salì in gola e per poco non riuscì a parlare.

"Sto andando alle prigioni. Durante la notte i carcerieri hanno bisogno di rinvigorirsi."

Il soldato si avvicinò al suo viso e lei lo ritrasse ancora di più per non mostrare alcun segno di sé. Annusò un po' l'aria e continuò sbuffando:

"Alle guardie di ronda non ci pensa mai nessuno" e proseguì per la sua strada.

"Se rimarrà ve ne farò assaggiare."

L'uomo alzò la mano in segno di ringraziamento senza voltarsi e Anna proseguì verso il carcere.

Arrivò in poco tempo e senza ulteriori intoppi, fece un respiro profondo pronta ad interpretare la sua parte e spinse la porta.

Due uomini stavano seduti ad un tavolo a giocare a carte e a lamentarsi delle loro vite, il carcere era silenzioso e addormentato tranne per Hans, che aspettava sveglio l'arrivo della sua dama.

"Salve signori" esordì la rossa.

Dall'ultima cella si sentì un rumore di molle che scricchiolano, mentre i due uomini distoglievano lo sguardo dai loro giochi e sorridevano alla principessa.

"Il re spera che possiate rinfrancarvi con una bevanda" e appoggiò sul tavolo il vassoio da cui aveva prontamente tolto un bicchiere. Si aspettava una guardia in più, ma evidentemente erano più stupidi di quanto pensasse. Perché lasciare solo due guardie la notte e tre di giorno?

“Non mi era mai successo che il re si ricordasse di noi” disse uno ridendo.

“Magari vuole farsi bello con la principessa” rispose l’altro. “Sai che ad Arendelle ci sarà un ricevimento?” Continuò il più giovane. “Ci andrà anche lui e magari spera lei possa scegliere uno dei suoi figli per marito.”

La giovane non fece troppo caso a ciò che gli uomini stavano dicendo. Era, invece, concentrata su ogni minimo dettaglio intorno a sé per trovare le chiavi delle celle. Dei fuochi illuminavano i corridoi e rendevano l’aria ancora più calda. I carcerieri avevano una visuale molto ampia dal tavolo dove si trovavano e potevano controllare tutte le celle, ma non l’avrebbero mai vista se si fosse nascosta dietro l’angolo. Da un gancio sopra le teste dei due uomini pendeva un mazzo di chiavi di ferro. Le sembrava tutto troppo facile per poter essere vero. Ad un movimento di un carceriere, però, il trucco fu svelato. Attaccate alla sua cintura c’erano le vere chiavi delle celle. Un sorrisetto furbo le si disegnò sulle labbra.

I due non sospettarono nulla e bevvero avidamente lasciando vuoti i calici e tornarono presto ai loro giochi. Lei sgomberò il tavolo dai bicchieri che avrebbe buttato più tardi e si avviò alla porta silenziosa. La aprì, ma non uscì. Rimase, invece, in attesa vicino dalla porta qualche secondo, poi, non sentendo più alcun rumore si decise ad affacciarsi. Le guardie si erano addormentate profondamente. una stava distesa sul banco, l’altra era caduta indietro sullo schienale della sedia.

 

Appoggiò il vassoio sul tavolo e, slacciate dalla cintura le chiavi, andò da Hans.

"Cosa hanno bevuto?"

"Vino, ovviamente" rispose Anna, ma notato lo sguardo indagatore di Hans specificò. "Aromatizzato con qualche erba sonnifera. Tranquillo, si riprenderanno."

Con uno scatto la chiave giusta entrò nella serratura e Hans fu libero. Anna raccolse tutto e rimise le chiavi dove le aveva trovate, poi accompagnò Hans fuori di lì per le strade della cittadina.

 

L'aria limpida e fresca della sera furono come un cocktail di vita per il ragazzo che non vedeva le stelle da quasi un anno. L'aria putrida della cella gli aveva rinsecchito i polmoni e ora fuori di lì aveva la sensazione di affogare. Con uno strattone Anna lo trascinò verso la periferia.

Passarono sopra un fiume. La luna si specchiava vanitosa nelle sue acque limpide e anche Hans si osservava. Vedeva un viso barbuto che non sembrava nemmeno il suo. Le basette incolte che lui aveva sempre cercato di tenere ordinate. I capelli scompigliati e più lunghi del normale e gli occhi: una cicatrice attraversava quello destro, l'orbita splendeva bianca sotto i raggi traditori, mentre l'altro guardava furente come i suoi fratelli l'avevano ridotto per colpa della stessa ragazza che lo stava aiutando a fuggire. Non sapeva se faceva bene a fidarsi, ma una volta ad Arendelle non avrebbe esitato ad uccidere entrambe.

Superato il ponte, presero a camminare per vicoletti piccoli e nascosti, ma incontrarono una guardia che faceva il suo turno di ronda. Si nascosero dietro il muro di una casa e trattennero il fiato. La guardia si fermò guardandosi intorno, ma non vide nessuno. Decise però di sedersi su una panchina a ridosso di un'abitazione lì vicino. Hans e Anna non potevano passare senza essere visti perciò rimasero in ascolto per un po'. Il cavaliere non aveva intenzione di andarsene così Anna prese coraggio e, facendo cenno all'altro di aspettarla, uscì allo scoperto. Non appena vide la ragazza, l'uomo scattò in piedi e le puntò la spada contro.

"Sono io, la ragazza che ha portato da bere ai carcerieri" disse lei.

"Ah, sì. Come mai passa di qui?"

"Vi avevo promesso che vi avrei portato quello che sarebbe rimasto, ed eccomi qua" e porse al cavaliere l'ultimo boccale che aveva preso per sbaglio pensando che i carcerieri fossero tre.

La guardia la guardò di sbieco.

"E come mai avete portato con voi tre boccali invece che due?"

"Devono essersi sbagliati in cucina" si scusò lei. "Lo volete o no?"

"Mi dispiace, ma qui tutti sanno che di notte le guardie al carcere sono due. Non mi fido di voi."

Anna aveva già la mano pronta sul pugnale sotto il mantello quando, con un rantolio metallico e un forte colpo, la guardia le cadde ai piedi, tramortita. Dietro di lei era arrivato, infatti, Hans che, munito di un bastone, si era avvicinato coperto dal buio e dalle loro voci e l'aveva colpito.

"Allora, ci muoviamo?" Incalzò lui.

L'altra annuì e insieme si diressero verso il porto.

 

Il rollio monotono delle onde contro il molo copriva lo scalpiccio degli stivali di Hans. Molte navi erano attraccate e sovrastavano ondeggiando le due piccole figure che si muovevano veloci. Via via che avanzavano le navi erano sempre più piccole. Arrivati davanti ad un veliero si fermarono e Anna lo condusse in uno scantinato disabitato proprio lì di fronte. Dalla piccola porta nascosta dall'edera poteva controllare gran parte delle navi, ma solo una catturò il suo interesse quando la principessa la indicò.

"Tieni questo mantello, evita di farti notare e sali su quella barca. Nasconditi dove puoi e arriverai ad Arendelle poco prima di me. Arrivato in città, percorri la strada maestra per dieci passi e svolta a sinistra. Prosegui per altri venti passi e a destra troverai una casa disabitata. Aspettami lì, fai attenzione a non farti seguire e fallo veloce. Non potrò raggiungerti subito, però nella casa troverai un bagno con, forse, acqua calda. Lavati e renditi presentabile."

Per tutto il tempo Hans era rimasto zitto e concentrato. Anna gli fece ripetere ciò che aveva detto per verificare se aveva capito e quando fu soddisfatta lo lasciò per tornare nel castello dei suoi fratelli e buttare i bicchieri che aveva usato.

 

Ada:

Ciao cari amici!

Questo caldo mi sta uccidendo e a voi? Per fortuna quando scrivo posso accendere l’aria condizionata.

Comunque che ne dite di questo capitolo? Hans fugge, forse un po’ troppo semplicemente, ma non sono molto brava a descrivere scene di avventura (infatti accetterò qualsiasi critica abbiate da farmi perché me le merito).

Anna si è mostrata risoluta e vendicativa. E i fratelli di Hans? Non sospetteranno nulla? E Elsa cosa farà? Scoprirà il complotto prima della festa?

Io vi lascio con queste domande e ci vediamo al prossimo capitolo!

Lu_Sue;P

  
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