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Autore: my_name_is_nera    22/08/2017    0 recensioni
E se Leon S. Kennedy avesse avuto una sorella? Più piccola di lui; sedici anni. Le ambientazioni sono quelle successive al salvataggio della figlia del presidente americano. Leon e sua sorella Eleonora, dal carattere inverso ma profondamente simili
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leon Scott Kennedy, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 (RE)

Il suo braccio non era come nuovo, ma almeno quella sorta di “arma bionica” era quasi del tutto scomparsa. In realtà, non aveva più la mano, c’era solo un artiglio enorme da cui pulsava il muscolo che un tempo formava le dita. Riuscii almeno ad abbracciarlo e ciò mi consolò veramente molto; Krauser, eri vivo. Il cuore si riempì di gioia e speranza e non volevo lasciarlo più. L’uomo che mi salvò la vita, che non mi abbandonò, di nuovo tra le mie braccia, vicino a me. Mi accarezzò i capelli e ricambiai affondando il viso nel suo collo che si era umidito di alcune mie lacrime. Ma che importava! Ci eravamo ritrovati; grazie di essere sopravvissuto, Krauser.

Leon e Ada, nel frattempo, ci avevano lasciati e mio fratello lanciò uno sguardo a Krauser che sentì sorridere. Ad un tratto, senti che si staccò da me e mi asciugò le lacrime dalle guance << E’ bello averti qui >> disse dopo avermi guardata per un po’ negli occhi.

<< Sono così felice! Non penso di esserlo mai stata in tutta la mia vita! >> piansi dalla gioia.

<< Anche io, Ele! Sei… cambiata così tanto >>

<< Anche tu >> in effetti lo guardai meglio, e notai che aveva una lunga cicatrice su tutto il viso che percorreva anche sul collo. Era decisamente più muscoloso e robusto, le mani piene di calli e il braccio umano era ricoperto di tagli.

<< Sì… >> rispose guardandosi alcune parti del colpo <>

<< Migliorato? >> chiesi senza fargli concludere il discorso.

<< Era quello che pensavo. Il braccio che ha assunto la forma di… arma biologica… era già danneggiato quando ero andato in missione con tuo fratello in Sud America; speravo che qualcuno me lo potesse curare, e invece >>

<< Bè >> fissai il braccio, coperto da una lunghissima garza appena ricambiata << Ada te lo curato… no? >>

<< Sì, ha fatto del suo meglio. Non avrei dovuto dubitare di lei, e nemmeno di tuo fratello >>

<< Nemmeno io >>

Si voltò verso di me << Come stai? Io e te abbiamo molto da dirci >>
<< Già… E non so nemmeno da dove iniziare, sinceramente >> risi.

<< Bè, dimmi cosa hai fatto oggi >>

<< Ah… Sono stata espulsa per tre giorni dal Campus! Che culo, eh?! >> sorrisi ancora di più.

Mi fissò incredulo << Che cosa hai combinato? >>

<< Guai, Krauser, guai >> e raccontai anche a lui della situazione in cui mi sono trovata, dei miei amici, dei bulli e delle conseguenze. Ascoltò divertito ma con molta attenzione.

<< Tuo fratello cosa dice, invece? >>

<< Fortunatamente è stato dalla mia parte, anche se lui non ha detto nulla al presidente >>

<< Guarda che Leon, anche se non sembra, ti è sempre stato vicino >>

<< Anche a Seattle? >> chiesi incrociando le braccia.

<< Anche lì >>

<< E cosa ha fatto? Mi ha solo abbandonata per seguire Ada lasciandomi lì; fortuna che c’eri tu >>

<< E secondo te, chi mi ci ha mandato lì? >>

<< C… Cosa? Ma tu eri già lì, mi avevi detto che eri stato abbandonato dalla tua squadra e che…  >>

<< Aspetta! Vuoi dirmi che Leon non ti ha mai raccontato la verità? Non ti ha detto del perché Ada mi mandò lì? >>

“Ma cosa significa? Perché Ada avrebbe dovuto mandarlo lì?”

<< Ma, Krauser… Perché Ada avrebbe dovuto mandarti lì? >> continuai << E perché mi hai mentito? >>

Sospirò. << Non solo io ti ho mentito, a quanto pare… >>

Mi guardò e mi asciugò le lacrime dagli occhi. Mi abbracciò stretta e affondai il viso sul suo collo, mentre lui mi stringeva le braccia. “Non solo io ti ho mentito a quanto pare… Cosa voleva dire?”

<< Cosa vuoi dire? >> gli chiesi << Chi altro mi ha mentito? >>

Non rispose, e dopo mi guardò alzando gli occhi sui miei. Avevo capito.

***

<< Cosa vi siete detti tu e Krauser? >> chiese Leon, dopo aver posato le chiavi sul comodino di casa.

<< Perché non mi hai detto la verità su Seattle? >> lo fissai anche se mi dava le spalle.

Si voltò lentamente e cercò di assumere uno sguardo per dimostrare di non avere colpe. Non gli credevo più, ora avevo un altro motivo per tornare ad odiare mio fratello.

<< Cosa hai saputo? >>

<< Quello che c’era da sapere. Krauser mi ha detto di parlarne con te. Bè, fallo! >> mi stava venendo da piangere. Di nuovo.

<< Ele, io… Non so da dove iniziare >>

<< Inizia e basta >>

Ecco la sua storia, la storia di un fratello che ha iniziato a lavorare per la Casa Bianca, la storia di un uomo che non avrebbe mai pensato di compiere l’atto più duro della sua vita, la storia di chi realmente ha avuto la forza di allontanarmi da mio fratello.

<< Sai perché non ho potuto salvarti a Seattle? Il presidente non me l’aveva concesso… Mi ha detto che non potevo sprecare armi per una città come Seattle, diceva che era inutile mandare soccorsi, perché avremmo sprecato solo uomini… Io e molti dei miei colleghi avevamo insistito, ma gli ordini superiori non volevano ascoltarci... Lì c’era anche Ada e ho salvato lei per un motivo ben preciso: mandare Krauser. Già lavoravano insieme e sapevo di potermi fidare di lui un’ultima volta, sapevo che ti avrebbe salvata ad ogni costo, Ele. Io capisco più di ogni altra persona al mondo il tuo odio per l’America e credimi, non sei l’unica a voler vedere distrutto questo paese; ma non è questo il momento di pensare a certe cose, io da quel giorno non ho fatto altro che pensare a come raccontarti tutto e a come chiederti scusa. Soffrivi dentro, eri cambiata, e io mi sono giurato di proteggerti per sempre, a costo della mia vita. Ho ripensato a mamma e papà… >>

<< Non nominarli, ti prego… >> le lacrime rigarono tutto il viso e la voce diventò strozzata più che mai.

<< Ada ti ha fatto compagnia quando sei stata salvata da quella città, perché io non potevo accedervi. Mi dicevano “L’agente americano di grande valore non può entrare in contatto con una ragazza probabilmente infetta”. Questa è stata la loro riposta, e io sono crollato per due motivi: mi stavano usando e volevano che mi allontanassi da te; e due, non sono mai riuscito ad andare contro e a fare qualcosa di buono per te, ti ho solo causato dolore e odio… Nulla di più. Io, che vengo considerato l’uomo più forte e temerario dell’America, non sono riuscito a salvare te, l’unica cosa che ho di caro in questo mondo. L’unica persona che mi è rimasta >>

Non dissi nulla. Doveva finire di parlare.

<< Ogni volta che mi insultavi, non stavo male perché criticavi il mio lavoro, assolutamente no! Stavo male perché so quello che stavi provando… >> mi guardò bene e io guardai lui << Sono io quello che deve sentirsi in colpa, non tu >>

“Bene. Benvenuta, Eleonora. Ora che sai la verità, ora che, come diceva Jack, hai assorbito, hai il diritto di esprimerti; piangi, se devi; grida, se devi; picchialo tuo fratello, se devi. Ma guai a te se crolli; sei stata già abbastanza debole da insultare un tuo carissimo familiare per motivi totalmente diversi e questo è ciò che ti meriti”.

<< Ele… >> avevo lo sguardo perso verso la parete del muro e non so perché, ma ripensai ai cadaveri dei miei genitori distesi sulla barella dell’ambulanza.

-Incidente d’auto, signor Cooper- disse l’infermiere.

-Bene. Avviserò i fratelli Kennedy; dopo di che, deciderò io sulla loro sorte. Li farò trasferire in un’altra città da una nuova famiglia-

E che bella quella nuova famiglia; volevo dire, per me lo era, la nuova “mamma” e il nuovo “papà” erano persone premurose, ci volevano bene. Leon non ricambiò mai il loro affetto.

<< Grazie >> riuscii a sussurrare << Grazie, per essere stato sincero con me, anche se avresti dovuto farlo prima. Ho sonno, credo che andrò a dormire, Leon. Mamma e papà sicuramente saranno fieri di te, hai mantenuto la promessa di essere un buon fratello premuroso. Dovresti dirlo anche ai nostri nuovi genitori, Alice e Clark; loro ancora non sanno nulla di noi due, sarebbe un vero peccato non informarli dell’accaduto, no? >>

<< Ele, che stai dicendo? Ci siamo traferiti, loro non… non li sentiamo più da anni >> si alzò e si avvicinò a me.

<< Nemmeno mamma e papà, però vivono dentro di noi. Mi sbaglio? >>

<< Ele, tesoro >> mi prese un braccio, evidentemente preoccupato delle mie affermazioni << Andiamo a dormire insieme. Oggi è stata la giornata più brutta di tutta la tua vita; vieni >>

Mi condusse su per le scale e poi, con molta delicatezza, mi fece sdraiare sul letto rimboccandomi le coperte.

<< Ma è notte? >>

<< Sono solo le diciotto del pomeriggio, è meglio se un po’ ti riposi >>

<< A quest’ora stavo facendo addestramento militare… credo >>

<< Riposati, io torno subito >>

L’ultima cosa che vidi fu mio fratello prendere il telefono e scendere le scale mentre compose un numero. Ambulanza? Non credo stessi per morire, ma avevo vertigini e nausea… avrei vomitato da un momento all’altro. Oppure stava chiamando… Non so, uno psicologo. La sorella Kennedy era impazzita, perché ha scoperto un segreto che il fratello e molta altra gente che gironzolava intorno a loro le hanno tenuto nascosto, per almeno un anno. Bada bene, un anno è abbastanza per metabolizzare tutto quanto: il paese che ti volta le spalle, tuo fratello che ti ha tradita per motivi politici, tuo fratello che viene mandato in missione lontano da casa, tu che eri da sola senza nessuno, la visione dei tuoi genitori morti, la mancanza dei nuovi tutori, la mancanza di Krauser, il bisogno di amici, il bisogno di capire chi sei e cosa devi fare della tua vita, il ritorno di tuo fratello, la notizia della morte di Krauser, e tante e tantissime altre cose. Praticamente, è quasi meglio essere morti. E se in quel momento avessi deciso di farla finita? Prendere delle lamette e tagliarmi le vene, oppure buttarmi dalla finestra sperando di sfracellarmi il cranio. Ma, nel mio ego, sapevo che non avrei mai fatto una cosa del genere, per un solo e semplice motivo.

Sono sopravvissuta a Seattle, e per di più senza mio fratello. Questo significa che io sono molto di più.

Come disse una volta Bruce Lee? Tu non devi vivere “per”, devi solo vivere. Bè, aveva estremamente ragione…

Forse era arrivato il momento di raccontare a tutto il mondo la verità su Seattle. “Sì, come no Eleonora. Aspetta e spera. Chi vuoi che ti creda; il presidente? Potrà sempre dire che sei impazzita. Leon? Ma va! E che voce in capitolo avrebbe lui. Chi altro c’era… Bha… Forse… Forse! Ma sì! Krauser! Se mostrassi a tutto il mondo che lui è ancora vivo… Ma… Per cosa? Cioè, sì è vivo e… bravo Krauser! Sopravvissuto! Ma poi? Nel rapporto di Leon, Krauser ha tradito la nazione e ora è in clandestinità da Ada... Certo, parlare di tradire la nazione da parte di Krauser fa ridere. Il presidente, allora? Non ha tradito me? Io non faccio parte della nazione?  E poi, che cosa importa alla gente di Seattle… Cosa importa alla gente di me. Io sono solo la piccola “Spacca-culi”, giusto? Sei sopravvissuta ad un’apocalisse zombie, da sola?! Brava! Tu sì che hai coraggio da vendere! E mio fratello ha subito la stessa cosa, solo che lo hanno pagato e ha avuto una festa di ringraziamento… Anche se lui, nel 1998, si salvò da Raccoon City, quindi diversi non lo siamo così tanto. Hanno ragione quando dicono che siamo simili…”

<< Ele! >> sentì Chris avvicinarsi a me << Che ti è successo? >>

<< Perché ci sei tu? >> chiesi curiosa, cercando di mettere a fuoco Chris Redfield << Come stai, Redfield? E’ da un bel po’ che non ci vediamo >>
Mi toccò la fronte << Ha la febbre altissima, Leon! E i suoi occhi sono lucidi. Portiamola all’ospedale nella seconda base della BSAA >>

<< Perché proprio lì? >> chiese mio fratello.

<< Andiamo, forza! Poi ti spiego! >> mi sentii sollevata da due possenti braccia e venni condotta, di nuovo, in macchina; solo che questa era diversa. Mi sdraiarono sui sedili posteriori e vicino a me si sedette Leon che mi coprì con una coperta. Ma cosa diamine mi stava succedendo? Perché improvvisamente mi sentivo debole, e perché stiamo andando in ospedale?

<< Leon? >> sussurrai.

<< Riposati. Chiudi gli occhi e non pensare a nulla… Inspira ed espira. Ti cureremo, e tu ce la farai >>

Che strano, mio fratello non è tipo da dire queste cose a caso.

Il mio sguardo si posizionò sul braccio destro e notai che in esso erano presenti tre tagli dove fuoriusciva del sangue, e intorno si era formata una crosta viva color verde che pulsava tremendamente. La vista si appannava e non riuscivo a capire cosa stessi vedendo.

<< Chiama Rebecca, dille di preparare subito farmaci pesanti per bloccare l’infezione! >> urlò Chris.

<< Infezione? >> sussurrai ancora, senza ricevere risposta.

<< Non avrei mai immaginato che quel figlio di puttana di Krauser avesse potuto infettarla con il suo braccio per volere di Wesker! Come diamine abbiamo creduto che lui fosse dalla nostra parte! >>
<< Quando usciremo vivi da qui, lo ammazzerò con le mie stesse mani! >>

“Infetta… sei infetta piccola Kennedy. Sopravvivrai? Chissà, questa volta non c’è Krauser, il tuo eroe paladino. E che eroe, si è preso gioco di te e tu hai abboccato. Brava, e tu ti definiresti sveglia? Ora, vediamo se riesci a sopravvivere… Se ne riparlerà, se ne avrai l’occasione”

 

   
 
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