Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: marta_granger    23/08/2017    1 recensioni
Hermione, Ron e Harry decidono di tornare a Hogwarts affrontare il settimo anno. Orgogliosi di poter definire quell'anno, l'anno della “tranquillità” prendono l'espresso per Hogwarts. Ma si sa, le cose non vanno mai come ci si aspetta...
Dopo la sconfitta di Voldermort molte cose sono cambiate. A questo avvenimento ognuno ha reagito in modo diverso. Il magico trio si scontrerà contro un nuovo vento. Nasceranno nuove amicizie e nuove rivalità. Tutte le case saranno pronte a reagire? E gli insegnanti? Chi ha il coraggio di combattere ancora?
Ma la vera domanda è: in tutto questo Hermione Granger e Draco Malfoy riusciranno a trovare una storia tutta per loro?
Chi non aprirà non saprà.
Dal testo:
-sveglia ragazzi!-esclamò Hermione ricevendo in risposta solo due grugniti.
-Hermione cara- disse Ginny guardando suo fratello e il suo ragazzo ronfare- tu sbagli metodo. Non si svegliano così due dormiglioni cronici... ma così!- tirò fuori la bacchetta e con sguardo maligno sussurrò -accio!- e in men che non si dica , la rossa si ritrovò in mano un mestolo e una pentola - SVEGLIA PIGRONI, SI DEVE PARTIRE PER HOGWARTS!-e iniziò a sbatterli
I ragazzi caddero dal letto.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Play The Game

-Te lo chiedo un'ultima volta! Dove avete preso quella spada? Dove?- strillò Bellatrix Lestrange con gli occhi fuori dalle orbite.

-L'abbiamo trovata...l'abbiamo trovata... PER FAVORE!- la supplicò Hermione iniziando a singhiozzare.

-Stai mentendo, sudicia Mezzosangue, lo so! Siete stati nella mia camera blindata alla Gringott! Dimmi la verità, la verità!- La strega iniziò a inciderle il braccio con il suo pugnale d'argento mentre le urla acute della ragazza rimbombavano per tutto il maniero.

In quel momento l'immagine sfumò trasformandosi in un incubo ancora più straziante. Ai piedi di Hermione comparvero i corpi freddi e immobili di Ron e Harry. Li scosse con tutte le sue forze urlando i loro nomi mentre il vento si portava via la sua voce.

 

Hermione si alzò di colpo spalancando gli occhi. Era completamente buio. Iniziò a cercare come una disperata la sua bacchetta.

-Lumus!- la luce la investì. Era completamente sudata. Si mise una mano in fronte e l'altra sul petto cercando di calmarsi. Il cuore sembrava che stesse cercando con tutte le sue forze di uscirle dalla pelle. Sospirò, risdraiandosi. Ormai gli incubi della guerra si erano ridotti a una notte al mese, ma erano ancora lontani dallo sparire completamente. Una volta ne aveva parlato con Harry, quell'estate, e la sua risposta era ancora vivida nella sua mente. Lui le aveva raccontato quello che aveva passato dopo la morte di Cedric. Dopo un anno di lotte contro sé stesso, gli erano spariti del tutto quei terribili sogni e sperava che per lei fosse la stessa cosa. La sua esperienza le dava forza. Socchiuse gli occhi. Doveva combattere contro le sue paure. Solo così gli incubi sarebbero scomparsi. Si toccò il braccio coperto malamente dalla camicia. Lo strinse con forza. Bellatrix Lestrange era morta. Non poteva più farle niente. Si girò sovrappensiero sul fianco, vedendo a pochi metri da lei Malfoy dormire come un agnellino. Sorrise inconsciamente, trasformando completamente i suoi pensieri. Alla fine si era arreso e aveva dormito per terra, come gli aveva detto. Gattonò, avvicinandosi con le ginocchia al biondo profondamente assopito. Aveva il volto rilassato e la bocca semi aperta. Non si vedeva neanche l'ombra del suo solito broncio da bambino viziato. Alzò leggermente lo sguardo. I capelli erano completamente spettinati. Sembrava un angioletto. Iniziò a ridere di sè. Solo lei riusciva a paragonare il diavolo in persona ad un angelo. Malfoy cambiò posizione, probabilmente disturbato dalla risata stridula di Hermione. Nel movimento mise in mostra l'altra guancia, coperta ancora dalla camicia strappata della ragazza. Il pezzo di stoffa da bianco era diventato completamente rosso scuro. La grifondoro corrugò la fronte. Una ferita del genere non poteva perdere così tanto sangue. Facendo meno rumore possibile, si avvicinò ulteriormente a lui e con un colpo di bacchetta sciolse la medicazione. Sgranò gli occhi e represse un urlo di orrore. La guancia era diventata nera, come se ogni cellula della pelle stesse andando incontro alla morte. Inarcò le sopracciglia. Poche ore prima era solo un misero taglietto sulla guancia. Si avvicinò ulteriormente, deglutendo. Era molto più profonda, perdeva ancora tanto sangue e si stava espandendo ricomprendo l'intero lato del volto. Non capiva che razza di magia, sicuramente oscura, potesse fare una cosa del genere. Non perse tempo. Velocemente si strappò un altro pezzo della sua immacolata camicia e gli cambiò la benda. Poi, con la bacchetta in mano, fece dei movimenti circolari all'altezza del volto del Serpeverde. Sperò che almeno quell'incantesimo base che conosceva sarebbe servito per rallentare la maledizione. Infine si alzò. Doveva fare alcune ricerche al più presto. Guardò per l'ultima volta Malfoy, chiedendosi se dovesse svegliarlo. Ma immediatamente scosse la testa. Dormiva così bene e dopo la notte appena trascorsa almeno lui si meritava un po' di riposo. Con quel pensiero tra la testa, uscì dal passaggio segreto.

Il sole era già sorto, segno che poteva muoversi liberamente per il castello. Mentre iniziò a incamminarsi, il campanile del castello iniziò a far sentire i suoi rintocchi a tutti gli studenti di Hogwarts. Hermione aprì bene le orecchie. Uno, due, tre...iniziò a contare. Quando l'orologio cessò di suonare e il canto degli uccellini ritornò a essere udibile, la ragazza sorrise. Se non aveva contato male erano le sette e mezza e la biblioteca doveva essere già aperta. Senza pensarci due volte, iniziò a correre verso il terzo piano.

 

La gobba della statua, chiudendosi, fece un rumore sinistro risvegliando di scatto Draco Malfoy. Aprì gli occhi spaesato. Le pupille si dilatarono cercando di vedere oltre all'oscurità. Si alzò a tentoni dal materasso toccando la pietra gelida alle sue spalle. Cercò il suo letto a baldacchino, chiedendosi dove fosse. Iniziò a sudare freddo. In allerta cercò la bacchetta e non trovandola nei suoi pantaloni ogni muscolo del corpo si tese. Aveva imparato negli ultimi anni a mantenere il sangue freddo e non perdere la testa. Chiuse gli occhi per un secondo e facendo un profondo sospiro, cercò di ricordarsi quello che aveva fatto la sera prima. Si passò una mano tra i capelli sporchi e spettinati. Era andato a fare la ronda e poi... Ma certo! La torre di Astronomia, la Granger, l'acqua maledetta, la ferita, il passaggio segreto. Annuì con la testa, mentre la fronte corrugata si rilassava lentamente. Ora ricordava. Si guardò intorno e gli venne spontaneo alzare un sopracciglio -Granger?- domandò al vuoto. Si abbassò all'altezza dei materassi, come se lei potesse nascondersi lì sotto -Granger?- nessuna risposta. Una nuova consapevolezza lo investì facendogli spalancare gli occhi. Quella ingrata l'aveva lasciato lì come... come...-UN ELFO DOMESTICO STRACCIONE!- Urlò di rabbia. Trovò la sua bacchetta abbandonata sul pavimento e con il fumo che fuoriusciva dal naso, uscì dal suo nascondiglio. Avrebbe pagato per quell'affronto.

 

Hermione chiuse di botto il terzo volume che aveva letto quella mattina. Scocciata si alzò, prendendo con sé i libri che trattavano di ferite oscure e maledizioni e andò a immergersi nuovamente negli scaffali. Per tutta la mattinata si era imbattuta in ferite e cure base. Di certo nessuna di quelle avrebbe guarito l'orrore che si trovava ora sulla guancia di Malfoy. Pensò arrabbiata e frustrata. Gli rimaneva solo una possibilità. Dopo che i libri che aveva tra le braccia furono risucchiati dalla magia che circondava le alte e cupe librerie, Hermione si diresse verso Madama Prince, la vecchia bibliotecaria che vigilava da anni quell'aula silenziosa. Sapeva far paura più di un drago quando uno studente faceva confusione nella sua amata biblioteca. Quando la vide avvicinarsi, sorrise. Si ricordava e accoglieva sempre con gioia gli studenti che andavano lì a studiare e a imparare.

-Ciao Hermione. Cosa ti serve oggi?- si sistemò goffamente il suo immancabile cappellino grigio che la faceva assomigliare ad un grosso topo paffuto.

-Salve. Vorrei prendere un libro dalla sezione proibita.- tirò fuori il tesserino con il suo nome che gli permetteva di accedere fino al settore B.

-Di che libro si tratta?- domandò restituendoglielo con un grande sorriso, mostrando i grande denti gialli.

-Come difendersi dalle più grandi lesioni causate da magia oscura. Tra non molto inizieremo con Lumacorno lo studio delle pozioni curative più complesse. Voglio portarmi avanti.- aggiunse, cercando di sembrare sicura di sé.

-Ma certo. Sei sempre stata una studentessa modella signorina Granger. Arrivo subito.- Scomparve dietro la porta di mogano non accorgendosi che la Grifondoro, alle sue parole, era diventata di pietra. Odiava mentire e il fatto che riuscisse a farlo così facilmente, l'irritava. Si passò stancamente una mano sul volto. Però, disse a sé stessa, quello era l'unico modo per sdebitarsi con il Serpeverde. L'aveva salvata. Glielo doveva.

Madama Prince ritornò pochi minuti dopo con un grosso libro nero rilegato con cura con cordini bianchi.

-Grazie mille!-

-Prego. Ti ricordo che lo devi restituire entro quindici giorni anche se so che lo sai già.-

-Certamente! Buona giornata!-Ritornò al suo tavolo appartato, ansiosa di leggerlo.

Dopo poco una voce da lei conosciuta la fece sobbalzare -Hermione!Sapevo che ti avrei trovata qui.-

-Harry!- esclamò con voce stridula, alzandosi di scatto dalla sedia. -Come mai qui?-

-Oggi ci sono i provini di Quidditch.- le ricordò- Ti sono venuta a prendere.-

-Oh no!- La ragazza si mise una mano sulla fronte. Che stupida! Si era completamente scordata.

-Ti sei persa Ron a colazione.- continuò.

-Sarà stato così in ansia.-

-Parecchio.- ridacchiò Harry pensando a tutte le scenate drammatiche dell'amico che puntualmente si ripetevano quando veniva pronunciata la parola “provini”.- Ad ogni modo cosa stai guardando di così importante da saltare la colazione?- indagò.

-niente di così importante. Pozioni varie. Mi sono svegliata presto e quindi sono venuta qui a farmi una letturina leggera.- rimase sul vago, nascondendo il rossore e il libro tra le braccia.

-Lettura leggera? Quel mattone?- rise di gusto il ragazzo mettendogli un braccio intorno alle spalle- non cambierai mai!-

-solo perché tu e Ron vi fermate a riviste di Quidditch non vuol dire che i libri veri debbano essere ignorati.-

-Lo so scema.- le scompigliò ancora di più teneramente i riccioli, mentre uscivano dalla biblioteca. -ed è dal primo anno che ringrazio di avere un'amica così intelligente e sapiente grazie ai suoi libri.-

-Harry Potter mi stai forse ringraziando per tutte le volte che ti ho salvato la pelle?- domandò scherzando.

-Bah può essere.- rispose vago spintonandola per gioco. L'altra sorrise -Udite udite gente. Harry Potter, il salvatore del mondo, finalmente lo ammette!- lo prese in giro -Dietro ogni grande uomo, c'è sempre una grande donna-. Il ragazzo-che-è-sopravvissuto sbuffò facendo una smorfia schifata da perfetto attore. Lei lo guardò scoppiando a ridere per poi tirargli uno schiaffo giocoso sulla spalla. Quel ragazzo, ormai uomo, era un grande mago anche senza di lei. Lo era sempre stato. Non doveva ringraziarla. Non c'era mai stato bisogno di farlo. Ognuno aveva dato all'altro una cosa insostituibile. Entrambi risero allegramente tra i corridoi, prendendosi a braccetto. Erano molto più legati di due semplici amici che avevano vissuto insieme una grande avventura. Erano fratelli. Si guardavano le spalle a vicenda. Sarebbe stato sempre così. Loro erano una famiglia.

 

 

Draco aprì di colpo la porta della sua camera. La sua collera era visibile da un chilometro di distanza.

-Buongiorno principessa. - disse malizioso Blaise, guardandolo dal riflesso dello specchio. In risposta ricevette un grugnito e la porta del bagno sbattuta con forza. Il compagno di stanza non si scompose. Alzò le spalle e ritornò a guardare la sua immagine riflessa. Sorrise in modo ammiccante a sé stesso. Era proprio figo quella mattina. Si sistemò il ciuffo ricciolo e poi si girò di schiena per osservare con occhio critico il suo fondo schiena. Si toccò il sedere sodo e poi sorrise radioso. Si! Anche quella mattina la fauna di Hogwarts sarebbe stata pronta per cadergli ai piedi. Ruotò ancora una volta con il corpo per poi farsi da solo un occhiolino.

-Blaise che cavolo stai facendo?- lo interruppe Theodore, con sguardo molto perplesso. Gli occhi del ragazzo mulatto saettarono sulla figura dell'amico appena sveglio. -Le persone brutte come te non possono capire.- rispose con sufficienza.

-Come scusa?- l'altro sospirò in modo teatrale -niente, niente.- Nott tornò sotto le coperte mandando a quel paese l'amico.

Dall'altra parte della porta del bagno, nel frattempo, Draco si strappò la benda di Hermione dalla faccia. La appallottolò e la buttò nel cestino con ira, incurante del fatto che fosse stata cambiata. Si portò le dita bianche sulla ferita. Non se la immaginava così profonda. Si avvicinò allo specchio per capirne la gravità. Si morse un labbro per non gridare quando toccò la parte più scura. Bruciava da morire. Doveva curarsi. Corse senza perdere altro tempo al suo baule ignorando Zabini che salutava lo specchio come se fosse una reginetta di bellezza. Lo svuotò tutto alla ricerca delle sue preziose pozioni. Le sparse su tutto il pavimento, esaminandole una dopo l'altra. Nessuna sembrava sortire alcun effetto. Gridò frustato, uscendo dalla stanza senza guardare nessuno. Doveva scrivere a sua madre al più presto. Magari lei sarebbe riuscita a recuperare qualcosa di più potente.

-Siete tutti matti!- conscluse Theodore dopo aver assistito alla scenata da pazzo di Malfoy. L'unico normale è Goyle. Indicò il ragazzo grasso steso ancora addormentato nel suo letto. In risposta il ragazzo scoreggiò. -Come non detto.-

 

Cinque minuti dopo, quando Hermione e Harry, uscirono dal castello furono affiancati da Ron e Ginny. Il volto del primo era paonazzo e stringeva con fin troppo vigore la propria tornado. L'altra, invece, era molto tranquilla per i provini, ma era evidente che c'era dell'altro a infastidirla. Al loro seguito si aggiunsero Lavanda, Calì e Lucilla, ridacchiando.

-I provini dureranno tutto il giorno come minimo.- si lamentò Ginevra.

-Anche quest'ano molti iscritti?- domandò Hermione, camminando a passo di marcia, tenendo sempre con sé il libro preso dalla biblioteca.

-è peggio degli anni scorsi e scommetto che più della metà della lista non sanno neanche salire su una scopa senza cadere. Probabilmente saranno tutte ragazzine incuriosite dal salvatore del mondo.- brontolò. Odiava quando le persone non prendevano il Quidditch seriamente.

Poco dopo il piccolo gruppo di Grifondoro arrivò al campo e Hermione augurò un caloroso in bocca al lupo a tutti i suoi amici. Poi, raggiunte Lavanda e le altre due ragazze sulle tribune, riprese in mano il libro sulle maledizioni. Doveva trovare ancora quella che aveva colpito Malfoy.

 

Come Ginny aveva previsto, i provini durarono oltre a mezzogiorno. Si erano presentati ragazze e ragazzi di tutte l'età, persino di altre case. A metà mattinata Harry, esausto, aveva urlato, buttando fuori malamente tutti coloro che non erano di Grifondoro. Nonostante questo, la fila di iscritti sembrava non finire mai. Erano ben visibili i numerosi ragazzini del primo anno che tenevano le vecchie scope della scuola in mano, tremando. Il ragazzo-che-è-sopravvissuto si passò una mano tra i capelli già spettinati di loro. Decise di dividere quell'ammasso di persone a turni. I primi gruppi furono un disastro. Il quarto e il quinto andò già meglio ma erano ancora molto lontani dalle sue aspettative. Verso le due decise di fare una pausa per rifocillarsi per poi riprendere nel pomeriggio.

Quando i ragazzi si rimisero in fila tra gli ultimi, a suo malgrado, Harry riconobbe un ragazzone dai capelli crespi.

-Cormac!- urlò per farsi sentire -fai i provini anche quest'anno per il ruolo di portiere?-

-ci puoi scommettere. E quest'anno batterò Weasley.- Rispose pieno di sé.

-Vedremo. Ti avverto però, Ron è migliorato un sacco. E lui chi è?- aggiunse indicando il ragazzo con cui stava parlando poco prima.

-Lui è Sterling Reve. È del nostro anno e fa un po' di corsi con noi. Strano che tu non l'abbia notato prima. È arrivato quest'anno ed è stato messo in stanza con me e gli altri.-

-Ho sentito parlare di lui, ma non ho ancora avuto modo di conoscerlo.- Lo chiamò. Il ragazzo con passo sicuro, guardando tutti dall'alto in basso, si avvicinò impugnando una scopa d'ultimo modello. Piegò gli angoli della bocca verso l'alto e quello che apparve a Harry fu solo un sorriso forzato.

-Harry Potter, ho sentito molto parlare di te. Piacere io sono Sterling e sono qui per il ruolo di cacciatore.-

-Piacere- rispose con tono distaccato. Quel ragazzo non gli stava particolarmente simpatico. Sembrava, con i suoi modi di fare, il gemello di Malfoy. Nascose con difficoltà uno smorfia di disgusto.- Accomodatevi entrambi in fila con gli altri del vostro turno.- Fece fare a tutti un giro sulla scopa per riscaldamento come aveva fatto con i ragazzi dei turni precedenti. Era curioso di vedere come loro se la sarebbero cavata. Per sua sfortuna, però, l'inizio non fu dei migliori. Molti ragazzini non riuscirono neanche a staccare i piedi da terra mentre altri due, sorpresi di esserci riusciti, si scontrarono uno addosso all'altro. Harry si mise una mano sulla fronte facendo segno di disapprovazione con la testa per poi invitarli a uscire dal campo. Loro non si persero d'animo, felici comunque di esser riusciti a vedere da vicino il salvatore del mondo magico. Gli altri, che rimasero in aria, furono invitati ad unirsi ad altri che aspettavano la seconda prova, mentre Harry si occupava degli ultimi rimasti. Se è possibile la scena fu ancora più deprimente delle precedenti. Davanti a lui si presentarono un gruppo di dieci ragazzine ridacchianti. Nessuna di loro riuscì neanche a salire sulla scopa presa chissà dove e quando il capitano gli indicò gentilmente le tribune, così da poter importunare qualcun altro, una di loro si avvicinò pericolosamente a lui, presentandosi -Ciao Harry ! Rose Vane. Mia sorella ha detto che ti conosce profondamente. -gli lanciò uno sguardo penetrante- questa mattina ti ho mandato dei biscotti. Li hai ricevuti?- sbatté le ciglia innocentemente, fissandolo negli occhi verdi.

-Li ho ricevuti ma...-

-Allora credo ci sia un errore.- si avvicinò ancora di più alla sua faccia- io sono bravissima con la scopa. Non dovrei essere mandata via con le altre.- in risposta ricevette un profondo ringhio che però non uscì dalla bocca stralunata e innocente di Harry.

-Senti Vane- Ginny si mise tra lei e il suo ragazzo. Era fuori di sé dalla rabbia. Era stata tutta la mattinata, in silenzio, ad assistere a tutto le avance di smorfiose di ogni età, mentre il suo ragazzo sembrava non accorgersi di nulla. -siamo qui per una cosa seria: i provini di Quidditch. È evidente che tu non sappia neanche volare, quindi vattene a fare gli occhi dolci a qualcun altro. Mi hai capita?- la guardò con sguardo truce. Rose rabbrividì di paura. Gli schiantesimi di Ginevra Weasley erano famosi in tutto il castello e non aveva intenzione di assaggiarne uno con la proprio pelle. Decise di raggiungere le sue amiche, non prima però di aver ridacchiato in modo frivolo e aver dato un bacio sulla guancia ad Harry giusto per dar fastidio alla rossa. Lei, in risposta, alzò gli occhi al cielo. - Possiamo continuare ora? O dobbiamo sopportare altre di queste scenette?- un fischio di approvazione partì da un ragazzo di Grifondoro. Il capitano, allo sguardo accusatorio della propria ragazza, non poté che annunciare, con un groppo in gola, che sarebbero passati alla seconda prova.

 

Nel frattempo, sulle tribune, Hermione si lasciò sfuggire un gridolino di entusiasmo. Forse aveva trovato un antidoto che faceva al caso suo. Iniziò a leggere gli ingredienti: squame di drago, pungiglioni di porcospino, veleno di pitone e occhi di sirena. Aveva tutto nella valigia. Lesse gli ultimi due ingredienti e l'entusiasmo sparì. La criniera di tritone e le uova di avvincino erano estremamente rare e non erano previste gite ad Hogsmade nei prossimi giorni. Lasciò che il suo sguardo spento vagasse sul campo. Harry aveva diviso le persone in due squadre come solito. Vicino agli anelli Ron da una parte e Cormac dall'altra. Quest'ultimo le vece l'occhiolino quando incrociò il suo sguardo. Guardò velocemente da un'altra parte prima che quello si facesse strane idee. Ricordava ancora, traumatizzata, la festa di Lumacorno di qualche anno prima. Aveva passato tutta la serata a scappare da quel Cormac. In quel momento un'idea le balenò nella testa. Si toccò la fronte. Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci prima? Era arrivato il momento di accettare uno dei pressanti inviti a cena dell'insegnante di pozioni. Anche se l'idea di passare un intera cena con Lumacorno la disgustava, le parse la soluzione migliore per poter recuperare ciò che gli occorreva. Contenta chiuse il libro che aveva in grembo con tonfo sorso che fece girare verso di lei più di una persona. Finalmente si poté concentrare interamente sui provini. -Vai Ron!-

 

Il ragazzo ovviamente non la sentì. Ero più teso di una corda di violino. Quella partita avrebbe deciso la sua sorte. Harry, forse per farlo sentire a suo agio, l'aveva messo con Ginny, Jimmy Peakes e Ritchie Coote, i due vecchi battitori, e altri tre ragazzi che facevano per la prima volta il provino. Contro di loro c'era ovviamente Cormac, il suo amico, immaginò fosse quello nuovo, due ragazzi che avevano già provato con scarsi risultati a fare i provini gli anni scorsi e due ragazze. Ron si mosse impaziente sulla scopa, mentre Harry liberò i bolidi con la Pluffa, niente boccino quel giorno. Ginny, con urla di approvazione da parte del pubblico maschile, non perse tempo, prendendo subito al volo la palla più grande e andando ad attaccare gli anelli di McLaggen. Ron, insieme a Harry e a tutti gli spettatori, non si perse neanche un movimento. La ragazza, saettando tra gli avversari, lanciò e segnò senza problemi ma non fece in tempo a riprendersi la palla che una ragazza dell'altra squadra le sfrecciò accanto, diretta verso Ron. Il rosso iniziò a sudare dentro il casco. Aveva passato tutta l'estate ad allenarsi ed era diventato, a detta di tutti, più bravo ma sapeva che l'ansia gli giocava sempre brutti scherzi. Vide la ragazza castana alzare il braccio, pronta per tirare. Chiuse gli occhi e per istinto si spostò velocemente davanti all'anello più basso, parando la pluffa con un braccio. Un coro di incoraggiamento si levò dalle tribune, dandogli coraggio. Sorrise prendendo un grande respiro. Forse ce l'avrebbe fatta.

Dopo mezz'ora che giocavano, Harry dichiarò la fine della partita, fischiando. Fu difficile scegliere i componenti della nuova squadra. Confermò Jimmy, Ritchie e Ginny. Gli altri due posti furono dati a Sterling che fu una piacevole scoperta per Harry. L'antipatia che aveva provato nel momento delle presentazioni era durata ben poco. Il capitano era rimasto entusiasto dalla sua bravura. Era addirittura riuscito a rubare la pluffa a Ginny in più di un'occasione. Quell'aria arrogante e da bambino viziato era passata nettamente in secondo piano. L'altro posto da cacciatrice fu dato invece alla ragazza con i capelli castani che si rivelò chiamarsi Angelica. Infine come portiere fu scelto Ron per pochi punti. Non aveva parato tutte le palle ma era comunque migliore di Cormac. Inoltre era da premiare il fatto che questa volta non era stato aiutato da nessuno, pensò Harry lanciando un'occhiata significativa alle tribune. Hermione ricambiò lo sguardo complice, continuando a battere le mani per la nomina del rosso. Il capitano guardò per l'ultima volta i giocatori, felice e orgoglioso. Si, aveva messo su una squadra forte quell'anno. La McGranitt sarebbe stata orgogliosa di lui.

 

- Si, quella pallonata l'avevo vista fin dall'inizio. Ho cercato di apparire sorpreso per confondere l'avversario.- si pavoneggiò Ron rivolto al corteo che si portava a presso. Molte ragazze annuirono convinte con gli occhi adoranti. -Oh Ron, come sei intelligente!- sospirò una, mentre Hermione alzava un sopracciglio annoiata. Non era gelosa, ma tutte quelle moine ridicole le davano sui nervi.

-Io devo andare.- disse all'improvviso.

-Dove vai?- chiese il rosso con la disapprovazione delle altre ragazze.

-Voglio esercitarmi con una pozione che ci farà fare quest'anno il professore Lumacorno.- arrossì improvvisamente. Gli altri parvero crederci perché non fecero più domande.

-Allora ci vediamo a cena.- le disse Harry.

-Non credo. Penso che accetterò l'invito che Lumacorno ci ha mandato.-

-Ma sei impazzita? Tu odi le sue cene.-

-Lo so. Ma devo chiedergli alcuni consigli per delle pozioni.- si giustificò dandosi della bugiarda mentalmente. Sapeva però che non poteva dire la verità ai suoi amici per molte ragione. Guardò Harry con occhi fraterni. Prima tra tutte per lui. Se gli avesse raccontato quello a cui aveva assistito quella notte, lui si sarebbe subito messo in testa che una nuova minaccia era in agguato e avrebbe fatto di tutto per combatterla. Lei non voleva. Dopo diciotto anni si meritava un po' di riposo e di tranquillità e se davvero c'era qualcosa di oscuro in giro non toccava a lui sconfiggerla questa volta. Salutò i suoi amici e si diresse di corsa verso la torre di Grifondoro per prendere il calderone e gli ingredienti che le servivano, per poi dirigersi verso il bagno di Mirtilla Malcontenta. Lì sarebbe stata tranquilla.
 

Dopo più di un'ora la ragazza si asciugò la fronte sudata. La pozione era più complicata del previsto. Occorrevano capacità superiori a quelle dei M.A.G.O. per prepararla. Nonostante questo con determinazione e concentrazione continuò a lavorare tra quei vapori fino alle sette. Ora, secondo il libro, doveva lasciarla riposare quattro ore. Solo dopo avrebbe potuto aggiungere gli ingredienti che doveva farsi dare da Lumacorno. Uscì dal bagno per dirigersi nuovamente verso la sala comune della sua casa. Doveva lavarsi e cambiarsi. Il professore pretendeva sempre una certa eleganza alle sue cenette intime. Sbuffò e iniziò a salire i gradini due alla volta.

 

It's so easy when you know the rules
It's so easy all you have to do
Is fall in love
-Play the Game, Queen-

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: marta_granger