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Autore: The girl in the moon    24/08/2017    2 recensioni
Shin Hea é una ragazza particolare: lettrice come poche e dall'aspetto tutto tranne che curato.
Compiuti i diciannove anni, decide che é ora di lasciare la casa dei suoi genitori, ma per il poco budget si ritroverà a condividere l'appartamento con Kim Taehyung, un ragazzo che ama gli scherzi tanto quanto lei non li sopporti.
Tra momenti di vita quotidiana, i due dovranno cercare di sopportarsi, ma è difficile se si sta sotto lo stesso tetto.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Il risveglio per Hea fu particolare quella mattina. La prima frase che sentì proveniva dalla cucina, cantata, che diceva: "Do you want to build a snowman? Come on, let's go and play!"
Era così assonnata che non riconobbe subito la sua camera, ne a chi appartenesse la voce che intonava la melodia e nemmeno la canzone stessa. Attontita, si mise gli occhiali sul naso, delineando i tratti del luogo circostante, riconoscendolo e, di conseguenza, ricordando tutto: il suo nuovo appartamento, il suo coinquilino e la persino canzone tratta da "Frozen", il cartone della Disney che aveva fatto un enorme successo. Si alzò e indossò le colorate calze antiscivolo che usava come ciabatte. Si lavò in fretta, per poi pettinarsi e acconciare i capelli nelle sue solite trecce, pratiche e perfette. Sussultó quando sentì bussare alla porta.
"Occupato" disse istintivamente, provocando una risata cristallina e infantile dall'altra parte.
"Buongiorno. Prepari la colazione? Sto morendo di fame" le chiese lui con la voce lamentosa all'ultimo come un bambino che faceva i capricci. 
"Sì, ora arrivo" rispose Hea dirigendosi verso l'uscita, ritrovandosi Kim Taehyung davanti a lei.
"Buongiorno, Taehyung" disse lei trattenendo a stento uno sbadiglio.
"Te l'ho detto, chiamami V" ridacchió il giovane camminando verso la cucina.
Hea si ritrovò curiosa nei confronti di quel soprannome e quando si interessava a qualcosa non riusciva a togliersela dalla testa. "Perché proprio V?"
"Sta per vittoria" spiegò il moro sedendosi al tavolo. Hea continuava a non capirne il senso e a quanto pare lui se ne accorse: "E' una parola che mi piace, vittoria. A te no?"  La ragazza annuì poco convinta come risposta, per poi aprire gli sportelli per vedere cosa ci fosse. Trovò del riso e delle uova in frigo, così optò per riso in bianco e uova all'occhio di bue. Se la prese con comodo a preparare, tanto avrebbe fatto il turno di pomeriggio quel giorno.
"É una fortuna avere una ragazza come coinquilina, altrimenti avrei sempre chiamato Jin o avrei passato la vita al McDonald's" rise V mostrando tutti i denti.
"Potevi andare a vivere direttamente con Seokjin, allora" affermò rifiutandosi di utilizzare il soprannome del giovane, dopotutto non erano ancora abbastanza in confidenza. In effetti non poteva condividere l'appartamento con luia questo punto?; si domandò la ragazza, ma non espresse i suoi pensieri ad alta voce.
"Lui vive già in un appartamento con altri due miei amici e mi sembrava scortese chiedergli di stringersi per me. E poi possiamo vederci quando vogliamo, basta che vengano qui da noi oppure-"
"Okay, no, mettiamo subito le cose in chiaro" lo interruppe Hea alzando una mano per fermare la sua parlantina, "qui ci vogliono delle regole: la prima é che mi devi sempre avvisare quando arriva qualcuno; la seconda é che questa è anche casa mia, quindi devi limitare le loro visite; terza, non devono entrare nella mia camera o nel mio bagno, né devono toccare le mie cose; quarta regola, se li inviti e fanno casino, sarai tu a rimettere in ordine."
Finito di parlare, mise il cibo nelle ciotole e ne porse una a Taehyung, il quale stava ancora cercando di elaborare tutte quelle informazioni. "Qual'era la seconda regola?" domandò confuso il ragazzo.
Hea sospirò sconfitta. "É meglio se te le scrivo..."
Cominciarono a mangiare, anche se continuando a parlare tra un boccone e l'altro. "Che lavoro fai?" chiese ancora lei. Aveva bisogno di conoscere le sue abitudini per crearsi una routine quotidiana perfetta.
"Lavoro in un semplice cafè, niente di che, giusto per guadagnarmi qualcosina. La paga é buona e gli orari flessibili" rispose lui con la bocca piena, facendo storcere il naso alla giovane che disapprovava quel gesto. 
La mora annuì nuovamente, per poi alzarsi e sparecchiare. "Esco prima, c'è bisogno di fare la spesa: hai comprato solo schifezze."
"Che c'è di male?" domandò innocentemente con il suo sorriso infantile. Sembrava davvero un bambino, eppure era più grande di lei. Non rispose stavolta, invece tornò in camera sua per vestirsi. Indossò una felpa grigia con cappuccio che le stava enorme, jeans blu leggermente più grandi del dovuto e consumate ma comode scarpe da ginnastica. Non ci teneva particolarmente all'aspetto estetico, preferiva uno stile pratico invece di cose chic ma scomode. L'ultima volta che aveva messo un paio di tacchi aveva cinque anni, quelli di sua madre e fu solo per gioco.
Uscì salutando distrattamente Taehyung, sperando che la giornata sarebbe stata più veloce del previsto.

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Erano già due ore che lavorava, e tra la lettura di qualche pagina e il pagamento dei libri da parte dei clienti, il tempo stava passando in modo particolarmente tranquillo e piacevole.
"Sono 12388 Won" disse prendendo un libro e passandolo sul controllo prezzi. Quando alzò lo sguardo per vedere chi sarebbe stato il suo proprietario, rimase per un attimo pietrificata. La persona davanti a lei era un ragazzo, e non uno qualunque. Era davvero...wow. Doveva avere all'incirca la sua età, da quello che poteva vedere ed era almeno dieci centimetri più alto di lei. Aveva il viso tondo, labbra sensuali a forma di cuore e occhi neri e profondi. L'aveva subito affascinata.
Vide le sue dita frugare nel portafoglio, mentre lei combatteva il rossore che pretendeva di comparire sulle sue guance, ma con scarsi, se non inesistenti risultati. Con mani tramanti, afferrò i soldi che le aveva passato.
"Vuole una busta?" balbettò imbarazzata. Doveva essere professionale e seria, o l'avrebbero cacciata via da lì.
"No, grazie" rispose. La sua voce sembrava ultraterrena, troppo perfetta per essere reale.
Gli porse il libro insieme allo scontrino, dicendo le solite parole di rito: "Grazie mille per l'acquisto. Arrivederci e alla prossima."
Lo vide andarsene, con gran dispiacere suo, mentre tentava di ricomporsi e servire con professionalità il cliente successivo.

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Spazio autrice: Non so perché ma non sono pienamente soddisfatta di questo capitolo...fatemi sapere se almeno a voi é piaciuto!
Chi sarà il ragazzo che Hea ha incontrato in libreria? Si rivedranno? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!
Volevo anche ringraziarvi per i complimenti che mi avete fatto nelle recensioni, mi hanno permesso di continuare a scrivere. 
A presto!

LittleBadDreamer.

   
 
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