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Autore: nikita82roma    25/08/2017    6 recensioni
Ambientata prima dell'ultimo episodio della prima stagione. Castle e Beckett sono sulla scena del crimine di un duplice omicidio, una coppia di coniugi con una bambina in affido: Joy entrerà prepotentemente nella vita di castle e ancora di più in quella di Beckett. Il passato si scontrerà con il futuro, scelte, errori e decisioni vecchie e nuove porteranno i nostri dentro un percorso dal quale uscirne non sarà facile, dove giusto e sbagliato non sono così netti e dove verranno prese decisioni sofferte.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Kate era quasi arrivata al loft quando Ryan la chiamò per dirle che doveva tornare subito al distretto, c’era stato un problema con uno dei dei documenti che aveva redatto. Aveva chiesto se potevano aspettare fino alla mattina successiva, ma la risposta era stata negativa, doveva andare a firmare quei fogli subito, altrimenti non avrebbero potuto convalidare il fermo dell’uomo che aveva fatto confessare solo poche ore prima. Invertì il senso di marcia appena poté e guidò verso il distretto, andando ben oltre il consentito. Non vedeva l’ora di tornare a casa, di parlare con Castle e di stare con lui. Aveva bisogno di stare con lui ed invece fu trattenuta più di quanto pensasse, per colpa di quella maxi retata che avevano appena fatto a causa della quale le avevano chiesto di dare una mano per aiutarli a sbrigare le formalità di arresto. Erano passate quasi due ore, era tardi e non aveva nemmeno avuto modo di avvisarlo.

Gli mandò come al solito un messaggio, quando era davanti la porta del loft e tornava tardi, per evitare di svegliare Joy o Alexis se già dormivano. Era nervosa nel non ricevere una risposta da lui, poi però sentì quelli che ormai riconosceva come i suoi passi arrivare fino alla porta, poi il rumore della serratura ed infine la porta che si apriva e lui dietro che le lasciò il passo per entrare. Cercò i suoi occhi, ma Rick non si lasciò trovare, le diede le spalle mentre andava verso la cucina cercando del ghiaccio per lo scotch che si era appena versato.

- Hai cenato con il tuo… ex compagno o devi mangiare? - Le chiese freddamente.

- Ero al distretto. Mi hanno chiamato per un’urgenza mentre stavo venendo a casa, un paio d’ore fa. Scusami se non ti ho avvisato, pensavo sarebbe stata una cosa veloce, dovevo solo firmare dei fogli, poi mi sono trovata in mezzo al caos ed ho pensato solo a fare il prima possibile per tornare. Mi dispiace. - Si giustificò

- Non fa niente. Joy è già andata a dormire, senza saperlo le ho detto qualcosa di simile alla verità. - Provò a sorridere facendo tintinnare il ghiaccio nel bicchiere.

- Connor vuole Joy perché solo con il suo affidamento ed il riconoscimento legale della sua unica figlia biologica potrà entrare in possesso di una grossa eredità. La stava cercando da mesi, perché lui sapeva che esisteva, che io ero incinta, che non avevo abortito. Era questo che mi doveva dire Royce. - Gli disse tutto d’un fiato.

- Ci ha messo molto a dirti questo. Lo verrà a dire anche in tribunale adesso? - Chiese ancora dandole le spalle.

- No, non può. Connor e sua moglie gli hanno detto tutto questo quando lo hanno assunto come investigatore privato. Se anche lo dicesse la sua dichiarazione sarebbe nulla. Avendo queste informazioni, però, secondo lui possiamo provare a trovare delle prove. Mi ha dato anche dei nomi, persone che lo hanno aiutato quando lui ha rifiutato il caso, persone che secondo lui hanno parlato anche dal dodicesimo.

- E perché avrebbe rifiutato un caso così? - Rick si voltò a guardarla e Kate rimase trafitta da quello sguardo che era ancora più triste e arrabbiato di quanto non ricordasse di averlo visto mentre usciva dal locale.

- Perché aveva scoperto che Joy era mia figlia.

- E lui è innamorato di te, immagino, vero? Anzi, tu lo eri di lui… o lo sei…

- Cosa stai dicendo Rick? - Gli chiese avvicinandosi ma lui alzò una mano mettendo della distanza tra loro.

- Dimmi la verità Kate… è così?

- Vuoi sapere se ero innamorata di Royce? Sì, credo di sì. Credo che quando lavoravamo insieme io ero affascinata, attratta, abbagliata da lui. Ho sempre pensato di essere innamorata di lui, sì. Avevo vent’anni e lui era… era facile pensare di essere innamorate di uno così.

- Per questo non hai voluto che venissi con te a parlare con lui? Per questo hai fatto finta di niente quando mi hai visto lì, ignorandomi? Perché volevi capire se eri sempre innamorata di lui ed io ero di troppo?

- Castle… ma cosa stai dicendo? Non puoi essere geloso di Royce! - Kate era confusa, perplessa, provò ad avvicinarsi ancora ma lui si spostò e percorse a passo veloce la stanza fino ad arrivare davanti al suo studio.

- Perché no Beckett? Perché non posso essere geloso di lui? - Rick alzò involontariamente il tono della voce e Kate fece lo stesso

- Perché non c’è mai stato niente tra me e lui! Mai! - Gli disse secca.

- Sembra quasi che ti dispiaccia da come lo dici. - Scosse la testa amaramente.

- Non hai capito niente, Rick. Non hai capito proprio niente di quello che è successo oggi.

- Cosa devo capire? Che tu ricevi una telefonata da una persona che non vedi da anni, vai da lui, senza volere che nessuno venga con te. Come pensi che mi sono sentito quando ti ho visto al tavolo con lui, che ti teneva la mano mentre parlavate e tu abbassavi lo sguardo, come fai sempre, quando sei in imbarazzo… Dio Kate! Mi sono sentito come uno stupido! Ed io che ero preoccupato per te, che fossi in pericolo, che… non lo so nemmeno io cosa! Quanto sono stupido eh Kate? Quanto?

Stava per rispondergli quando una voce alle loro spalle attirò la loro attenzione.

- Ragazzi, so che sembra strano detto da me ma… non voglio impicciarmi, però, se dovete discutere abbassate la voce, almeno. Come vi ho sentiti io, vi sentono anche le ragazze… - Martha stava scendendo le scale vestita di tutto punto pronta per uscire. Passo davanti a loro guardandoli e scuotendo la testa sospirando infine rumorosamente per farsi sentire, la guardarono uscire e poi si spostarono nello studio di Castle.

 

- Sei andata veramente al distretto Kate? Se sei stata con lui a cena o fino ad ora a parlare o… dimmelo per favore. - Le chiese provando a ritrovare la calma.

- Non ti fidi nemmeno di questo Rick? Io… Chiama i ragazzi, Esposito, Ryan o Montgomery se ti fidi di più…

- No, no… ok… ok…

- Cosa c’è? Perché ti comporti così? - Si avvicinò di più a lui e questa volta non si allontanò.

- Perché quando parlavi con lui, anche al telefono tu… eri diversa dal solito. Eri come quando di solito parli con me… ed io…

- Cosa devo dirti per farti capire che non è così Rick? Cosa? - Erano così vicini che potevano sentire ognuno il respiro dell’altro.

- Vuoi sapere cosa ho capito oggi? Di cosa ho parlato con Royce? Di te. Ho capito che per anni pensavo di essere stata veramente innamorata di lui ed invece non era amore. Perchè ora so cos’è essere innamorati, so cosa vuol dire amare qualcuno, veramente. Perché per lui non ho mai provato quello che provo per te. Per questo ti guardavo mentre lui parlava ed ero furibonda che mi avevi seguito, che non ti eri fidato di me e Royce si divertiva a dirmi che se fossi stato qualsiasi altra persona la mondo ti avrei sbattuto fuori da lì a calci.

Kate si avventò sulle sue labbra, prendendolo alla sprovvista, baciandolo con foga fino a quando lui non la prese per le spalle spostandola. Lo guardò lei questa volta impaurita, con le labbra orfane di lui.

- Ho paura di perderti Kate. Te e Joy… io ho paura… Se noi non…

- Non lo dire Rick, per favore. Ma non mi perderai e nemmeno Joy. Capito? Non accadrà. - Gli disse appoggiando la fronte su quella di lui e poi lo baciò di nuovo e questa volta anche lui si lasciò andare in quel bacio urgente, con le loro mani che cercavano la pelle sotto la stoffa dei vestiti e continuarono a baciarsi anche quando Rick la sollevò, prendendola di sorpresa e dallo studio la portò direttamente nella sua camera. Kate si guardò intorno e poi guardò lui e in quegli occhi c’era un’implicita domanda alla quale lui rispose annuendo. Sì, era sicuro. Sì voleva che lei fosse lì. Sì, a tutto quello che lei voleva chiedergli.

La adagiò sul letto, lì dove di solito dormiva lui e lei potè sentire il suo profumo intenso venire dal cuscino. Lo respirò avidamente mentre lo guardava in piedi davanti a lei che a sua volta la ammirava: quante volte aveva desiderato che lei fosse lì? Quante volte avrebbe voluto fermarla dirle di rimanere, non lasciarla andare via. Kate allungò una mano verso di lui che la prese sedendosi vicino a lei e Kate si sollevò per raggiungerlo e baciarlo di nuovo sulle labbra, sul collo, per trovare il suo profumo direttamente dalla sua pelle e non da un cuscino.

- Ti amo Rick.

- Ti amo anche io Kate.

Giocò con la punta della lingua sulle labbra di lei, facendola sorridere finalmente e sorridendo anche lui prima di baciarla. Non aveva più fretta adesso, era un bacio scambiato nella penombra della stanza, illuminata solo dalla luce lasciata accesa nello studio che nascondeva ed ammorbidiva i loro profili che si incastravano in quella danza di baci che non avrebbero mai interrotto, mentre le maglie ormai erano scomposte con le loro mani che impertinenti accarezzavano la loro pelle.

 

Una luce che si accese all’improvviso ed una voce fin troppo familiare li riportò violentemente indietro dal mondo nel quale si erano rifugiati. Il loro istinto di separarsi ed allontanarsi fu più veloce di quanto in realtà i loro corpi, le loro bocche e le loro mani riuscirono a fare.

- Rick? - Joy era davanti alla porta che divideva la camera da letto di Castle dallo studio, lasciata aperta da loro. Si voltarono entrambi a guardarla, mentre Rick faceva scivolare via la mano da sotto la maglia di Kate e lei faceva altrettanto con quella che era sulla schiena di lui.

Si guardarono, tutti e tre, senza che nessuno riuscisse a dire nulla. Kate si coprì il volto facendo un respiro profondo, poi tornò a guardare sua figlia senza avere il coraggio di dirle nulla. Kate e Joy si scambiarono degli sguardi interrogatori, così simili e profondi, ognuna cercava di capire cosa pensasse l’altra, trovare quella verità che sfuggiva, ma Kate sapeva che doveva essere lei a fare il primo passo.

- Va tutto bene Joy? - Le chiese con un filo di voce.

- Stavate litigando. Io non voglio che voi litigate come quando ero in ospedale. - Disse lei che ora faceva fatica a trattenere le lacrime.

- Ehy, vieni qui… - La chiamò Rick facendole spazio tra di loro e lei si avvicinò sedendosi sul letto.

- Sì, stavamo litigando, ma non è come quando eri in ospedale. A volte capita che le persone litigano… - Le spiegò ancora Castle.

- Però ora vi stavate baciando. - Disse Joy guardando sua madre.

- È un problema questo per te? - Le chiese Kate. - Se io e Rick… ci vogliamo bene…

Sentì la mano si Castle poggiarsi sulla sua schiena, darle quel giusto supporto di cui pensava potesse aver bisogno in quel momento.

- Vi volete bene come le persone che stanno insieme? - Chiese lei guardando prima sua madre e poi Rick.

- Sì, Joy e spero che per te non sia un problema. - Confermò sua madre che guardò prima lei e poi Castle. Era il modo più assurdo che poteva immaginare per dirgli che voleva stare con lui senza più doversi nascondere da nulla.

- Però non litigate più adesso? - Si preoccupò ancora.

- Può capitare qualche volta Joy. Ma questo non cambia che io voglio bene a Kate e lei a me. Anche se qualche volta discutiamo.

- Quando ho sentito che litigavate e poi la porta che sbatteva pensavo che la mamma era andata via. - Gli disse Joy.

- Era Martha che usciva e ci ha anche ripreso perché stavamo litigando. - Ridacchiò Rick decisamente più rilassato.

- Sono sempre rimasta qui. - Concluse Kate abbracciando sua figlia. Joy si strinse a lei nello stesso momento fu Rick ad abbracciare entrambe ricevendo uno sguardo da Beckett carico di tutto quello che avrebbe voluto dirgli in quel momento ma non ci riuscì, si appoggiò solo contro la sua spalla, cercando di contenere le proprio emozioni.

- Joy ma… come mai sei venuta qui? C’è qualcosa che non va? - Le chiese Rick quando si separò da Kate.

- Non riuscivo a dormire, volevo sapere se potevo dormire con te… - Disse timidamente.

- Certo che puoi dormire qui… - rispose a Joy dandole un bacio tra i capelli, guardando con la coda dell’occhio Kate che si stava per alzare, ma la fermò tenendo la sua mano. - Con noi…

Beckett guardò Castle stupita.

- Con voi? - Chiese Joy entusiasta.

- Sì, con noi. - Le confermò Rick. - Dai, vai, mettiti in mezzo…

Joy gattonò fino al centro del letto e si mise sotto le coperte, guardando sua madre e Rick che invece si alzavano. Rick prese una maglietta da dare a Kate che andò in bagno mentre lui rimase con Joy, che aveva un sorriso enorme.

- Sei felice? - Le chiese accarezzandole i capelli e la bambina annuì. - Anche io, molto.

- Vado dalla mamma, vedo se ha bisogno di qualcosa, torno subito…

 

Rick bussò alla porta del bagno, era appena accostata e guardò dentro, trovando Kate, in piedi davanti allo specchio con il volto tra le mani.

- Ehy, tutto bene? - Disse in un sussurro, per non farsi sentire da Joy, mentre chiudeva la porta.

- Sì… è tutto così…

- Perfetto. - Concluse Rick. - È tutto perfetto.

- Ci ha beccato come due ragazzini. - Sorrise lei.

- Già… credo che dovremo rimandare i nostri programmi…

- Decisamente Castle. - Rise lasciandosi abbracciare e poi lo baciò. - Grazie Rick. Grazie di tutto questo.

- È solo una maglietta per dormire Kate! - La prese in giro lui. - Ti aspetto di là.

Quando Kate uscì li trovò già a letto, con Joy appoggiata al petto di Castle. Lui le stava parlando di un pic nic che avrebbero fatto tutti e tre insieme, la prossima primavera, in un punto bellissimo di Central Park che conosceva solo lui. Adorava la sua capacità di far diventare una storia qualsiasi situazione e così un pic nic al parco era già diventato qualcosa di magico. Si accorsero che era arrivata quando sentirono il materasso abbassarsi e le coperte scostarsi. Kate ebbe un brivido quando Joy lasciò Rick per raggiungerla.

- Direi che adesso è ora di dormire però… - ammonì sua figlia che sembrava sul punto di stare per raccontare qualche altra cosa.

- Ok… - rispose un po’ delusa e Kate non riuscì a tenere il punto.

- Cosa c’è Joy? Che volevi dire? - Le chiese allora sistemandole i capelli scoprendole gli occhi.

- Tu rimani qui sempre adesso? Stiamo tutti insieme? - Kate guardò Rick che si avvicinò all’orecchio di Joy e le disse qualcosa senza farsi sentire da Beckett. Vide sua figlia sorridere e poi darle un bacio.

- Buonanotte mamma!

- Buonanotte papà! - Disse facendo lo stesso con Rick, facendo venire un brivido soprattutto a Kate che era la prima volta che sentiva Joy chiamarlo così. Poi Castle spense la luce, ma Joy ancora non sembrava soddisfatta.

- Voi non vi date la buonanotte? - Chiese ai due guardando prima uno e poi l’altra, fino a quando Rick non si sollevò e voltandosi diede un bacio a Kate.

- A domani detective. - Le disse.

- Buonanotte scrittore. - Rispose lei sorridendo.

Come quella notte negli Hamptons, le loro mani si trovarono e le loro dita si intrecciarono sopra la testa di Joy che si addormentò sorridendo.

   
 
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