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Autore: killian44peeta    26/08/2017    0 recensioni
Prologo - Gli Elementi - Secondo libro della prima trilogia di ''i sei predestinati'' -
La luce sciamava appena tra le sottili mura di quella che per aspetto poteva apparire una stanza come tante, provenendo da una piccola lampada accesa e appesa alle pareti, la cui fiamma bramava ossigeno per la bassa quantità che c'era nella stanza.
I sibili e gli schiocchi delle lingue di fuoco si ripetevano a lungo, come un tabù tra quel pesante silenzio, dando a Luxor una sensazione di ripetitività insopportabile ed insostenibile.
Se ne stava lì, sul letto, le mani congiunte e chiuse in una stretta ferma e rigida, rigida come la stessa mascella del giovane, talmente tanto serrata che sembrava stesse stringendo i denti per non urlare di rabbia, per non sputare ogni emozione negativa soppressa.
I suoi occhi gelidi fissavano la porta chiusa dall'esterno con ira folle e insistenza.
Dentro stava perlopiù boccheggiando, era una settimana intera che era rinchiuso in quella stanzetta come un animale in gabbia, cercando una ragione per non iniziare rabbiosamente a sbattere il proprio corpo sull' uscita per cercare di buttarla giú.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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Task

Rimasi sotto la doccia per parecchi minuti, per poi decidermi a rialzarmi, anche se un po' tremante e chiudere il getto d'acqua, quasi accarezzando la superficie del rubinetto, gelida e liscia, che mi fece quasi rabbrividire al solo tocco.

Uscii lentamente da essa, cauto, per non scivolare per colpa dei piedi bagnati, afferrando l'accappatoio e avvolgendomelo addosso, mentre già percepivo i brividi percorrermi la pelle nuda al contatto con l' aria, prendendo un grosso respiro, cercando di tranquillizzarmi il più possibile .

Dovevo calmarmi seriamente, non potevo permettermi di esplodere in questo modo, dovevo smetterla di piangere e di pensarci, anche se in realtà il non pensarci era quasi impossibile per la mia testa, anche se spesso fin troppo affollata.

Ogni pensiero, ogni frase detta o sentita poteva portarmi a raggiungerlo con la mente, in maniera involontaria e schiacciante, pesante quando finivo per rendermene davvero conto, ricordando qualche evento all' improvviso, lasciandomi senza ossigeno, boccheggiante e con un forte, sordo e pressante dolore nel centro del petto, soffocando.

Cercai di asciugarmi velocemente, togliendo l' acqua in eccesso che ancora gocciolava, quasi tintinnando pacata al mio passaggio, sfregando la pelle contro alla ruviditá di ció che mi copriva.

Era piacevole al tatto e decisamente caldo, cosa che mi permise di frenare i fremiti che mi rizzavano i peli, lasciandomi la pelle d'oca.

Passando nella stanza affianco, aprii uno o due cassetti dell'armadio dai colori fiammanti che si abbinavano benissimo ad essa, cercando la tuta che avevamo recuperato in quella sorta di bunker nel negozio a Nirvana .

Era stata lavata, profumata e ben stirata, qualità che si notava appena la si osservava da vicino.

Vi immersi il viso, stringendola tra le mani, lasciando che l' odore profumato mi trapassasse le narici, facendomi sentire in pace, ricordandomi anche casa, un po' malinconicamente.

Visto che eravamo in un luogo protetto da barriere contro gli Spettri, gli Spiriti maligni e i Demoni, non avevamo più bisogno di gettare i vestiti che portavamo, né tantomeno indossarli per breve tempo, non avevamo più problemi al riguardo.

Spesso peró Pandora andava a prendercene di nuovi, siccome i nostri si erano praticamente dimezzati durante il viaggio, contando che i banditi probabilmente ne avevano anche venduti buona parte, insieme all' erba curativa che Morgan era andato a prendere con il Dratini.

"Morgan... chissà dov'é ora" mi chiesi mentalmente, dando le ultime strofinate, prima di iniziare a togliere l' accappatoio, calandolo dalle spalle e facendolo scivolare a terra.

Mentre facevo ciò, mi trovai a ripensare immediatamente a quel giorno, il giorno da cui tutto sembrava essere andato a rotoli, l'istante in cui avevo visto Diana e Morgan, davanti ad una delle case abbandonate della città in cui ero stato brevemente per controllare se Pyd e Ronnie stessero bene.

Sospirai, appoggiandomi al letto con i vestiti di ricambio sottomano, sbrigandomi ad infilarli, partendo dalle parti sotto, rimanendo a torso nudo durante il processo, mentre mi allacciavo la cintura attentamente attorno ai fianchi, ascoltando il cinguettio degli uccelli e lo scrosciare dell' acqua al di fuori dalla porta.

Mi infilai anche la parte di sopra, sentendo il materiale della tuta stringere le coste e lo sterno, premendo lievemente attorno al collo.

Non volevo rischiare di perdermi troppo in pensieri vaghi, per permettere all' Acqua di prendermi ancora più in giro di quanto già non facesse.

Certo che no, non ne avevo la minima intenzione di facilitarle il compito.

Già mi bastava l'atteggiamento che aveva ora, quel suo continuo rendermi lo zimbello del gruppo a cui appioppare gli insulti per noia, aiutarla a farlo sarebbe stato da perfetti imbecilli e confermare le sue ipotesi.

Che poi il motivo per cui ce l' avesse così tanto con me sembrava basarsi solo sulla nostra differenza di Elementi, o probabilmente perché non ero come lei voleva.

"Ridicolo" pensai, frustrato, stringendo il pugno dal nervosamente, per poi riprendermi e sbuffare.

Mi infilai anche gli stivali e mi alzai di scatto dal materasso, raggiungendo il corridoio immerso nella natura il più presto possibile.

Nonostante quel clima verde e solare -che sapeva di vita e gioia pura ad un solo sguardo- continuasse a piacermi da osservare, non avevo voglia di guardarmi troppo attorno in questo momento.

Avevo troppe preoccupazioni, troppi pensieri per la testa che non mi davano attimi di pausa per cercarne altri con cui occuparla.

Sentivo di dovermi concentrare il più possibile nella seconda parte dell'allenamento.

Era decisamente più importante di quello mattiniero, più necessario e utile per la nostra situazione e sicurezza.

Dentro di me sapevo che dovevo imparare ad utilizzare il mio potere al massimo della sua forza e ad abituarmici.

Non potevo semplicemente diventare forte con la rabbia, sentivo che non era un bene.

Era troppo facile scatenarsi con essa, se volevo essere davvero potente dovevo comprendere come utilizzarlo con la felicità o con altre emozioni positive che probabilmente sarebbero state molto più intense, o almeno così mi veniva da pensare.

Percorsi i perimetri delle varie stanze, superando la sala da pranzo, facendo un cenno di capo a Pandora che mi sorrideva, ricambiandolo, prima di raggiungere quella degli allenamenti dove al momento vi era solo Nemes, immobile, di cui si vedeva il profilo asciutto.

Mi avvicinai subito a lei, osservando l'espressione concentrata della castana dagli occhi bronzo.

-A cosa stai pensando?- le chiesi, incrociando le braccia dietro alla testa, osservando come quei suoi capelli le incorniciavano il viso dal colore leggermente più scuro del mio, affatto paragonabile all' abbronzatura di Silver.

Lei mi fissò con la coda dell'occhio, scostandosi un ciuffo di capelli da esso, che lo copriva -Oh... nulla di che, continuavo a chiedermi come mai le nostre postazioni, anche quando vi siamo dentro, mi sembrino così vuote... decisamente troppo.
Pare quasi che ci sia dello spazio in eccesso, o roba simile-

-Beh, non so cosa dire al riguardo, che sia solo una tua impressione o manchi davvero qualcosa non possiamo esserne certi per davvero... dovremmo chiederlo per aver risposte concrete- obiettai, vedendola annuire subito dopo e fissarmi intensamente con i suoi occhi bronzo in cui avrei decisamente potuto perdermi.

Sviai quasi subito lo sguardo, arrossendo appena, sentendo il calore del sangue che saliva permearle completamente, maledicendomi per il pallore della mia pelle, che sicuramente lo avrebbe reso più evidente.

La decisione mista alla dolcezza nei suoi occhi mi scioccava particolarmente, in un modo quasi patetico a pensarci bene.

La timidezza che perlopiù la portava a unirsi alle persone, ma a preferire ascoltare invece che parlare apertamente se non in disparte mi piaceva parecchio, era una caratteristica che la rendeva più una piacevole compagnia per i miei gusti.

Sorrideva spesso anche se in maniera un po' imbarazzata e arrossiva a sua volta ogni tre per due, ma probabilmente per il suo carattere, non per altri motivi.

Decisamente Kleo era una ragazza molto carina, ma non ero molto certo sul fatto se l' apprezzassi come amica o più come ragazza in generale, anche se la seconda ipotesi iniziava a farsi decisamente più convincente rispetto alla prima.

Rimasi immobile affianco a lei fino a che non udii dei passi avvicinarsi, girandomi, vedendo Diana, Will e gli altri due, accompagnati da Lyfia e Pandora fino alla porta, per poi dileguarsi.

Si avvicinarono a noi due abbastanza rapidi.

-Okay, iniziamo subito?- fece Nightshadow con espressione seria, guardando di sottecchi Irhina che gli sorrideva allegra.

-Io sono pronta, Tenebroso- fece lei, non evitando di mostrare la propria gioia, cosa che mi faceva quasi venire la nausea e mi fece serrare la mandibola.

-Voi?- chiese dunque Virgil, con tono annoiato, passando lo sguardo su ciascuno di noi a cui rispondemmo con un semplice annuire.

-Molto bene-

Entrammo nelle postazioni d'allenamento con i nostri Elementi scritti sopra, dividendoci per la stanza.

Appena ci mettemmo piede, le altre aree iniziarono a sprofondare nel terreno, mostrando delle grigie rotaie che ne contornavano i lati, mentre le nostre furono prese da una violenta scossa a cui ormai eravamo abituati, ma che comunque riusciva a prenderci alla sprovvista se persi nei pensieri, provocandoci un sobbalzo o un insulto soffocato.

Le nostre aree iniziarono a muoversi circolarmente, seguendo le rotaie che formavano una specie di spirale che portava ciascuna di esse a collegarsi alle altre con un ennesima scossa decisa, mentre si creava una barriera multicolore a rettangolo che copriva le nostre teste, cominciando dalle entrate e sviluppandosi da una all'altra, fino a chiudersi, così che fossimo isolati da ció che ci era attorno o che avrebbe potuto esserci.

Udii uno schiocco secco che simboleggiava la produzione completa della barriera, che si sarebbe rimossa appena avessimo voluto uscire, portando il processo inverso, fino a risistemare la stanza.

-Okay, cominciamo- sbottó lui -Vi ricordate i primi passaggi per un buon controllo del corpo? Per non rischiare di essere intralciati da noi stessi e non cadere improvvisamente per la poca concentrazione nella nostre stessa corporatura e massa ?-

-Sí- rispose immediatamente Will, quasi senza nemmeno rifletterci, con un tono altrettanto serio -Bisogna abituarsi a concentrare almeno un lato del proprio cervello, mentre utilizziamo l'Elemento, nei calcagni, nelle braccia e nella vita-

-Bene... e vi ricordate il perché, quando vi affronto, finite sempre per cadere?-

-Perché non ci riusciamo ancora, la nostra capacità di estendere l'Elemento é ancora poca e decisamente lenta- rispose dunque Nemes

-E allora, oggi, ci alleneremo ancora su quello che abbiamo fatto per praticamente una settimana intera e senza risultati- asserí con tono seccato -Iniziamo subito... -

Si avvicinó a Silver, la quale gli era davanti, dapprima lentamente, poi velocizzando il passo, lasciando uscire dalle dita un alone nero a cui Watersea cercò di rispondere con uno scudo d'acqua che resse a malapena venti o trenta secondi scarsi, facendola crollare all' indietro, con le braccia che sbattevano contro il terreno abbastanza violentemente.

Alle prime volte avevo sogghignato, provando un po' di soddisfazione a vederla cadere, ma poi, dopo quasi cinque giorni che accadeva la stessa cosa, iniziava a passarmi anche la voglia di assistere, contando soprattutto sulla fatica che si faceva a restare in piedi anche se ci impiegavi tutto te stesso per riuscirvi.

-Non ce l'hai fatta... ancora-

Lei si morse il labbro, rialzandosi -Al prossimo attacco ce la farò- disse determinata, con sguardo acceso e un sorriso che le increspava le labbra

-Vedremo...- obiettó dunque lui, avvicinandosi in ugual modo a Will che, invece di rimanere immobile come Silver, prese a scostarsi, evitando gli attacchi, provocando una leggera corrente d'aria attorno a sé, sviando qualche mossa, ma non tutte, venendo colpito all' addome, facendolo scivolare all' indietro.

Avevo inizialmente pensato che stavolta ce l' avrebbe fatta, almeno lui, per via del suo essere riuscito ad evitare gran parte dei colpi, ma a quanto pareva non bastava lo stesso.

Lui non disse nulla, ma a sua volta si rimise in piedi, aggrottando la fronte e mordendosi l' interno della guancia.

-Nemes... tocca a te- richiamó la sua attenzione il corvino dagli occhi blu notte.

Dragonearth annuí, rispondendo immediatamente agli attacchi con delle felci che iniziarono ad uscirle dalle dita, bloccando i colpi, che però iniziarono a perforare le piante, aumentando di intensità, mentre assistevo alla difficoltà che ella pareva avere al resistere.

Ben presto fece la stessa fine del Vento e dell'Acqua, sbattendo per terra, gemendo appena dal dolore istantaneo.

Era il mio turno.

Cercai di concentrare mentalmente le emozioni, sentendomele scorrere nel corpo, in modo tale da raggiungere ogni punto.

Creai velocemente delle fiamme, provocandone una scia attorno e davanti a me.

Guy attaccò in meno di quattro secondi e nel momento in cui lo fece, una forza mostruosa prese a comprimermi, cercando di buttarmi a terra.

Tentai la resistenza, reggendomi sui talloni e non sulle punte.

La forza dei suoi colpi contro la mia difesa sembrava quasi invincibile, non riuscivo a non sentire il mio corpo tremare in balia ad essi .

Strinsi i denti, ringhiando, chiudendo istintivamente gli occhi, pregando a me stesso di reggere.

Sentivo il cuore battere sfrenato nelle tempie, nel petto, pompando il sangue con un assurda velocità, mentre ogni tipo di concentrazione che potevo tentare di avere sembrava scivolare via come trascinata da una corrente, nonostante mi ci aggrappassi con tutto me stesso.

Fu una questione di una breve manciata di secondi e mi trovai a terra, sbattendo la schiena, mentre un senso di sfocatura mi avvolgeva.

Tutto, ogni cosa, sembrava tremolare, pure le mie mani che si agitavano senza volerlo, istericamente.

Non sentivo nemmeno la forza di rialzarmi, mi pareva troppo complicato, troppo fuori dalla mia portata.

Era come se il colpo assestato mi avesse stordito a tal modo da scioccare ogni parte del mio corpo.

Non mi era mai capitato prima d'ora.

Il Buio era in piedi davanti a me, con le braccia raccolte, racchiuse in una stretta morsa.

Mi fissava impassibile, ma senza la sua solita aria di superiorità, cosa che non compresi per nulla.

Di certo non ce l' avevo fatta, eppure il suo sguardo sembrava dirmi qualcosa, decisamente difficile da comprendere.

Non mi aiutó ad alzarmi, né tantomeno mi disse qualcosa, semplicemente procedette a fare lo stesso esercizio contro Diana.

Sentivo le gambe continuare a fremere incontrollate mentre mi sforzavo ad alzarmi.

Niente da fare, da solo sembravo incapace di riuscirvi.

Notai Nemes che mi porgeva una mano e io la accettai, riuscendo a rimettermi in piedi a fatica, con ogni singolo muscolo che fremeva, come ancora scosso.

Mi aspettai subito che Watersea mi prendesse in giro per non essere riuscito ad alzarmi da solo, ma a quanto pareva era troppo concentrata ad osservare dietro di me.

Mentre facevo per girarmi verso lo scontro, vidi lo sguardo preoccupato di Will e cercai di rassicurarlo con un sorriso, osservando lo scontro agli ultimi, con il semplice risultato che Diana veniva gettata al suolo, portandola a imprecare, con la testa bassa e la mascella serrata dal dolore e dalla frustrazione che probabilmente provava.

-Di nuovo- ordinò Guy, tornando alla postazione di Silver, con una totale aria distaccata, per non dire scocciata , rimanendo fermo per poco e poi asserire un -Dai, perché no- mettendosi improvvisamente le mani in tasca e tirando fuori un guanto nero, sottile, senza decori o ricami, mettendolo al polso dell' Acqua, che lo fissò incuriosita.

-Ma a che ...?- iniziò a dire, venendo immediatamente interrotta con un secco 'vedrai'

Un ennesimo attacco fu effettuato dall' Elemento contro all' azzurra, la quale non si mosse, non rilasciando lo scudo d'acqua che era solita ad utilizzare per difendersi, nonostante avesse spalancato gli occhi e paresse improvvisamente disperata.

Il colpo venne incassato, mentre Irhina finiva con il coprirsi lo stomaco con le mani, boccheggiando, guardando il corvino con aria, per la prima volta verso di lui, terrorizzata.

Eppure era in piedi, aveva ricevuto il colpo in pieno ed era lí, sulle sue gambe, disorentata.

-Pe...Perché?- balbettó, sfilandosi lentamente il guanto nero, squadrandolo e restituendolo a Virgil, il quale aveva, ancora, un espressione impassibile che per la prima volta avrei voluto prendere seriamente a pugni, non tanto per Silver, ma per il suo improvviso modo di atteggiarsi -É... magico?-

-No, non lo é- ribattè dunque lui, fissando la ragazza che gli era davanti

-Allora perché non sono riuscita a... emettere il mio potere? E come mai non sono caduta?-

Il Buio non rispose, girandosi verso l' Aria e mettendo lui il guanto, il quale non tentó di ribellarsi, ma che comunque sembrava tentennante.

Sia lui che Nemes subito dopo non riuscirono a emettere il proprio potere, ma rimasero in piedi, senza venir trascinati a terra.

Non riuscivo a capire il motivo di tutto quello che stava accadendo, se poco prima tutti crollavano a terra, respingendo il suo potere con il proprio, ora era tutto il contrario.

L' Elemento sembrava non uscire dal nostro corpo.

E tutto per un guanto ! Come poteva un semplice pezzo di stoffa rendere così opposta la situazione rispetto a prima? Perché lo aveva tirato fuori? Da dove lo aveva preso?

Il guanto giunse anche a me e lo infilai nella mano, sentendolo fare una leggera compressione alle dita, perché pareva quasi troppo stretto.

Era fastidioso, decisamente molto, tanto che mi soffocava il polso.

Sporsi la mano difronte a me, ancora prima che il Buio mi attaccasse, come per confermare la teoria formatasi dalle prove degli altri tre.

Era vero.

Non avevo la più pallida idea del motivo per cui non funzionasse l'Elemento, non lo capivo.

Non era magico, aveva detto.

Allora cosa ? Cosa ci impediva di reagire ? Perché il rimanere in equilibrio senza cadere per colpa di una pressione non sembrava andare d'accordo con l' Elemento che vi era in noi ?

L' attacco del Buio non tardó ad arrivare e io continuai a tenere la mano davanti a me, fissandola, per poi abbassarla e vedere il colpo che correva rapidamente verso la mia direzione, accellerando di velocità ogni secondo di più.

Cercai di capire dove potesse arrivare e quale parte del mio corpo volesse colpire, magari per schivarlo, sapendo che non sarebbe peró bastato.

Dovevo fare uscire il mio Elemento, ma nessun emozione, nemmeno la frustrazione, sembravano permettermi di scaricarlo.

E in più ci si metteva pure il fatto che buona parte del mio corpo tremava follemente e con un assurda stupidità che avrei voluto trattenere.

Un dolore accecante mi raggiunse il fianco, una sensazione assurda, quasi impossibile da descrivere, come se mi stessero strappando la pelle a morsi.

Un gemito mi scivolò dalle labbra, mentre mi trovavo a fissare Guy.

Mi tolsi in fretta il guanto, mollandolo, come scottato, mentre un senso di impotenza si faceva vivo nel mio stomaco.

Lui lo afferrò, alzando il sopracciglio, per infine passare lo sguardo su Diana che lo guardava, confusa.

-Se vuoi passare per la paura, sappi che basta dirlo- obiettò verso di lei.

La vidi irrigidirsi -Certo che no ! Non ho intenzione di essere l'unica a scappare-

-Eccellente-

Anche lei dunque si mise il guanto, mentre una smorfia arrabbiata gli aleggiava in volto.

La stessa consapevolezza del non percepire il proprio Elemento scorrere o difendere si fece strada nei suoi occhi appena lo indossó, non reagendo al colpo e venendo perciò assaltata da esso, colpita nel braccio, colpo che non lasciò segno, come per quelli che noi altri avevano ricevuto.

Guy le sfiló rapidamente il guanto, per poi metterselo alla mano con aria disinvolta, fissandoci, serio.

-Scommetto che ora non vedete l' ora di colpirmi con i vostri Elementi, vero ? Fate pure, non mi ritrarró, anzi, anche tutti insieme-

Vidi Diana stringere a pugno la mano, mordendosi il labbro, facendomi un cenno con la testa che elaborai in immediato come un "vado io".

Scattó in avanti, lasciando uscire dalla mano il proprio potere di luce, lanciando contro a Nightshadow una sfera.

Lui, per tutta risposta, chiuse e riaprì gli occhi, rispondendo all' attacco con una seconda, fatta da lui, esattamente dalla mano con il guanto.

Scioccato, vidi i due colpi sferrati cozzare e dissolversi.

Lui lo aveva fatto.

Aveva emesso il proprio Elemento senza problemi.

-Imparate a far uscire il vostro Elemento con il guanto... e riuscirete a rimanere in equilibrio ad ogni attacco ricevuto, debole o forte che sia- fece una pausa -Domani chiederemo a Pandora di quando potremo andare nella tipologia addestramento, speriamo il prima possibile, sono sicuro che riuscirete ad applicarvi molto meglio lí che in questo posto- si girò, mostrandoci la schiena, con la testa appena un po' inclinata -Domani rilassatevi e basta-

Fece un passo verso l' esterno, togliendosi la stoffa nera e riportandola nella tasca -Il dolore scatenato dai colpi passerà presto, ho cercato di essere il più delicato possibile, ma a quanto pare non é bastato- si passó una mano tra i capelli - e... ah, Task...- mi guardò dritto negli occhi -Vai a chiedere a Pandora se ha qualcosa di caldo da darti o un infuso, poi vai a riposare... ne hai bisogno-

Lo fissai, sorpreso, a dir poco sbalordito, sia per il semplice fatto che era stato il più delicato possibile che per il suo cambio di atteggiamento.

-L'allenamento di oggi finisce qui-

  
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