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Autore: Samy Piperita    27/08/2017    3 recensioni
Non avrebbe saputo dire in quale momento Misty fosse riapparsa a tempo pieno nei suoi pensieri. Forse quando aveva respinto Serena, senza capire esattamente perché lo stesse facendo. Forse quando aveva visto in TV quello speciale sulle palestre del Kanto e fra i personaggi intervistati era apparsa proprio Misty, un imprevisto che lo aveva lasciato boccheggiante. Forse era per via dell’atmosfera distesa, riflessiva, quasi intima che si respirava sull’Isola di Maverick, come alcuni dei suoi compagni di corso avevano ipotizzato. In effetti, da quando vi abitava, aveva una vita molto più organizzata, aveva tempo per ragionare su di sé, su ciò che voleva nel suo futuro e come muoversi per raggiungerlo. Non che avesse abbandonato il sogno di diventare Pokémon Master, era andato a studiare sull’isola proprio per questo, ma forse cominciava finalmente a intuire che ciò non poteva rappresentare il cento percento della sua vita. Di certo, in ogni momento in cui non poteva impegnare la mente in un’attività manuale, ricordava gli anni passati con Misty, convincendosi sempre di più che fossero stati i migliori.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Brock, Gary, Misty, Nuovo personaggio | Coppie: Ash/Misty
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Dubbi e vecchi amici
 
Intorno alla palestra di Cerulean City esplodeva l’estate in tutti i suoi colori. I parcheggi erano pieni di auto, moto, biciclette e persone che andavano e venivano. Un sacco di gente e innumerevoli Pokemon si muovevano indaffarati intorno all’edificio. La scena era completamente diversa da qualsiasi altra Ash avesse visto nei suoi sogni.
Tirò un sospiro di sollievo quando fu davanti alla reception, Misty non era presente e nemmeno le sue sorelle. In compenso c’erano diversi giovani, vestiti tutti alla stessa maniera, che componevano lo staff. Evidentemente, Misty si era arresa alla necessità di avere dei collaboratori e da come quelli si davano da fare, doveva averli scelti di persona e con molta attenzione. C’erano anche alcuni ragazzi decisamente atletici e attraenti, questo a Ash non piacque per niente. Si disse subito che uno di loro doveva per forza essere il compagno di Misty, poi ricordò a se stesso che non doveva formulare pensieri nocivi.
Una ragazza si avvicinò con un gran sorriso per chiedergli cosa desiderasse, ma rimase a bocca aperta quando vide il distintivo della Maverick Academy appuntato sulla sua maglietta.
“Posso vedere la capo palestra?” Domandò Ash ricambiando il sorriso, tentando di rimettere l’interlocutrice a proprio agio.
“Certo, signore!” Cercò di riprendersi la ragazza. “È per una sfida? Oggi ci sono molti sfidanti, ma vista la vostra provenienza posso farvi saltare buona parte della fila.” Disse d’un fiato.
Ash, colto da imbarazzo, fece un precipitoso gesto accomodante con entrambe le mani.
“Per carità, no! Non sono qui per una sfida e se anche fosse, non vorrei trattamenti di favore. Credo che andrò ad assistere dalle tribune.”
“Sta bene, signore, vi accompagno!”
“Non occorre, conosco la strada.”
“Come volete, non esitate a chiedere se vi occorre qualcosa!”
“Grazie.”
Con un inchino, Ash diede le spalle alla ragazza e si affrettò verso le tribune, prima che lei ci ripensasse e insistesse per accompagnarlo. Che razza di potere aveva il distintivo della Maverick Academy, quello meno importante per giunta! Non ci aveva nemmeno pensato, si era quasi dimenticato di averlo addosso, finché la ragazza non aveva sgranato gli occhi.
Essendo estate, per le sfide si utilizzava la grande piscina all’aperto, circondata dalle gradinate per il pubblico. Ash si calò la visiera del cappello sul viso perché fosse in ombra e meno visibile, coprendo con l’altra mano il distintivo. Il contratto che lo legava alla scuola gli imponeva di indossarlo quando si trovava in un luogo dedicato ai Pokémon, ma non vietava di nasconderlo con una mano per non dare nell’occhio. Cercò la zona meno affollata delle tribune e andò ad accomodarsi nel punto più alto. A vedere le sfide di Misty c’erano davvero tanti spettatori, doveva essere diventata ancora più brava.
Tutti i pensieri svanirono in un istante di fuoco.
Eccola là, Misty, in piedi sulla pedana rialzata a un’estremità della piscina. Ash sentì la gola seccarsi all’istante, un brivido percorrergli la schiena e il cuore accelerare. Era bella, anche a quella distanza, bella da togliere il fiato. Indossava un costume da bagno intero di colore blu, che metteva in risalto il corpo da atleta, perfettamente strutturato, muscoloso ma tutt’altro che privo di forme. In altre parole appariva terribilmente sensuale. I capelli si erano allungati, lasciati sciolti le coprivano buona parte della schiena.
Ash cercò inutilmente di riattivare la salivazione, immaginò gli scapoli di Celestopoli e dintorni fare la fila per la capo palestra, mentre lui era stato a ciondolare in giro per il mondo per tutti quegli anni.
Idiota da guinness dei primati.
Nel corso della mattinata fu ancora più idiota, rimase immobile a osservare il susseguirsi delle sfide, come ipnotizzato. Misty le vinse tutte, senza fare troppa fatica. Un ragazzo dello staff, con un fisico da fare invidia a Michael Phelps, di tanto in tanto le portava da bere e le passava le comunicazioni di servizio. Nei momenti di pausa Misty si intratteneva a parlare con lui e sorrideva spesso, appariva felice.
Una scena perfetta.
Verso le undici, Ash decise di aver visto abbastanza, scese dalla tribuna con la morte nel cuore e la mente che galoppava fra le previsioni più nere. Evitò di ripassare dalla reception, non appena fu fuori, si mise a correre verso Biancavilla.
Codardo.
Gli parve di sentire la voce del dottor Maverick pronunciare quella parola.
 
*
 
“Mi stai dicendo che sei andato alla palestra e non le hai nemmeno parlato?”
Ash e Brock sedevano sulla terrazza di un bar panoramico di recente costruzione, sorseggiando due variopinti analcolici alla frutta.
Subito dopo mangiato, Ash era corso a cercare l’amico. Brock era andato letteralmente giù di testa quando aveva visto il distintivo della Maverick Academy, aveva poi preteso che Ash gli raccontasse tutto ciò che aveva visto e vissuto sull’isola. Non era stato semplice per il giovane allenatore, che aveva già riferito tutte quelle cose a Jessie e James, poi a sua madre, in più l’argomento di cui voleva discutere con Brock era tutt’altro. Dopo diverse ore e molti analcolici alla frutta offerti a turno, era finalmente arrivato il momento di parlare di Misty.
“Sì, hai sentito bene.” Rispose Ash piccato. “Ci sono andato e non ho avuto il coraggio di parlarle, nemmeno di avvicinarmi.”
“Ash Ketchum che scappa di fronte a una sfida, questa la devo segnare da qualche parte!”
“Non è divertente.”
“Oh beh, punti di vista.”
“Brock!”
“Va bene, parliamo di cose serie.” Brock fece un gesto accomodante. “E questa è una cosa seria, se non riesci a rivolgere la parola a Misty.”
“Ti ho già spiegato quanto è seria.” Scandì Ash gelido.
“E io ti ho detto quanto mi fa piacere. Io l’ho sempre saputo che siete fatti per stare insieme, di certo l’ho capito prima di te, forse anche prima di Misty.”
“Stai divagando.”
“Scusa, ma questa cosa mi emoziona troppo! Accidenti, finalmente hai ammesso che…”
“Brock!”
“Ok, tornando a noi, tu non stavi con Serena?”
Ash quasi stritolò il proprio bicchiere, rivolse a Brock uno sguardo scandalizzato.
“Chi ti ha detto questa cosa?” Quasi gridò.
“In diversi.” Brock si strinse nelle spalle. “È una chiacchiera che è circolata qualche tempo fa. Succede, quando si hanno amicizie in comune. Io non ci volevo credere, perché non ho mai smesso di sperare che…”
“Io e Serena non siamo mai stati insieme!” Lo interruppe Ash.
“Però l’hai baciata.”
Ash rischiò di ribaltarsi con tutta la sedia, dovette aggrapparsi saldamente al tavolo e gli ci vollero diversi secondi per riprendere fiato.
“Ho sentito dire anche questo.” Insistette Brock. “È vero? L’hai baciata?”
“Tecnicamente, è lei che ha baciato me!”
Brock inarcò un sopracciglio.
“Fa differenza?”
“Per me ne fa!” Ash scolò d’un fiato il suo analcolico. “Comunque, quando ci siamo separati, le ho detto chiaramente che è soltanto un’amica e non può essere di più. Non le ho parlato di Misty, visto che la stava prendendo male già così.”
Brock si strinse nelle spalle.
“Almeno con una sei stato chiaro.”
Sentito questo, Ash fu sul punto di alzarsi.
“Cos’è? Un rimprovero?”
“No, una frecciatina.” Brock ghignò. “Comunque, io e Misty non ci frequentiamo da un po’, lei è sempre impegnatissima e anche a me il lavoro non manca. Però, per quel che ne so, non è sposata, fidanzata o impegnata in alcun modo. Anzi, so che in questi anni ha respinto diversi ragazzi che le facevano la corte, anche ottimi partiti, ma di questo dovresti parlare con Gary.”
Il volto di Ash divenne la maschera ideale dello stupore.
“Gary?”
“Sì, lui e Misty hanno tentato di avere una relazione, poco tempo fa.”
Lo stupore divenne orrore.
“Gary e Misty?” Scandì Ash, con la voce divenuta improvvisamente alta e stridula. “Che cosa agghiacciante!”
“Anche io ho pensato una cosa del genere, quando l’ho saputo. Comunque è durata pochi mesi ed è stato lui a lasciare lei.”
Ash ridivenne pensieroso, cercando di capire se quell’aspetto significasse qualcosa per lui.
“Io e Gary lavoriamo spesso a stretto contatto, ma non siamo molto in confidenza, mi ha detto che Misty aveva altro per la testa e pensava solo a lavorare. Dovresti parlarci, o non avete ancora messo da parte i vecchi dissapori?”
Ash si strinse nelle spalle.
“Dubito che saremo mai grandi amici.” Considerò. “Ma suppongo di poterci parlare.”
“Bene, perché direi che Gary è la persona che si è avvicinata di più a Misty, negli ultimi tempi. Questo ti darà molto fastidio ma così stanno le cose.”
Ash fece un gesto con la mano perché l’altro si fermasse.
“La misura di quanto sono stato coglione me l’hanno già data sull’isola di Maverick.” Fece una pausa per respirare, distogliendo lo sguardo da quello dell’amico, poi si strinse nelle spalle con un sorriso amaro. “Forse dovrei semplicemente metterci una pietra sopra e tornare là.”
“Perché?” Brock diede un improvviso pugno sul tavolo, facendo fremere i bicchieri, ora era arrabbiato. “Finalmente hai ammesso di amare Misty, aspettavamo tutti questo momento da anni! Perché ora dovresti rinunciare a lei senza nemmeno averci parlato?”
“Appunto perché ho aspettato anni! Lei una volta mi amava, lo sappiamo entrambi, ma dopo tutto questo tempo il suo amore me lo sono sicuramente giocato!”
Brock ebbe un gesto di fastidio, come a scacciare un insetto, pur di fronte alla palese disperazione di Ash.
“Quando si ha a che fare con una donna, non si è mai sicuri di niente. Sì, hai fatto del tuo meglio per giocarti il suo amore, ma non lo saprai con certezza finché non sarà lei a dirtelo!”
Ash deglutì duro, pensando che il dottor Maverick gli aveva detto le stesse cose. Brock finì il suo drink e buttò alcuni spiccioli sul piano del tavolo, con atteggiamento da esperto di cose di mondo, prima di proseguire.
“Io sono notoriamente un single irrimediabile, quindi sono l’ultima persona che può pronunciarsi su questi argomenti, ma se vuoi il mio parere…”
“Certo che voglio il tuo parere, siamo qui apposta.”
“Io penso che lei ti stia ancora aspettando.”
 
Ash lo aveva ringraziato e salutato senza il trasporto che Brock si era aspettato. I suoi incoraggiamenti non avevano avuto molto successo e Ash si era allontanato comunque scuro in volto, dopo aver pagato l’intero conto per tutti e due.
Appoggiato al parapetto della balconata, Brock rimuginava su quanto si erano detti, ma un solo pensiero assumeva una certa solidità.
Quel cretino non farà mai il primo passo.
Di questo Brock era certo, per quanto Ash fosse cresciuto e nonostante gli ordini del dottor Maverick. Però, finalmente, aveva ammesso ciò che provava per Misty, poteva essere la volta buona, ma occorreva fare qualcosa per esserne assolutamente certi.
Senza ragionare troppo, sfilò il cellulare dalla tasca e cercò il numero di Gary in rubrica.
“Cosa deve essere successo perché tu mi telefoni?”
“Evitiamo i convenevoli, per cortesia.” Tagliò corto Brock. “Ho bisogno di un favore enorme, possiamo vederci per parlarne?”
“Non possiamo parlarne domani al lavoro?”
“Sarebbe meglio farlo subito.”
Gary rimase in silenzio per una manciata di secondi, Brock capì che ci stava ragionando.
“Alla Taverna del Ponte, tra un’ora, ti va bene?”
“Benissimo, Gary, grazie!”
“Aspetta a ringraziarmi, sono disposto a sentire di che si tratta, non ho detto che ti farò questo favore enorme.”
“Grazie lo stesso.”
 
Lasciando Delia pressoché sconvolta, Ash si era ritirato nella sua stanza a rimuginare, rifiutandosi di scendere per la cena con la scusa che non aveva fame.
Nel trascorrere snervante delle ore, problematiche e soluzioni inutili o inattuabili si erano susseguite. Di certo, non poteva tornare a scuola con nulla di fatto, il dottor Maverick non l’avrebbe perdonato, forse l’avrebbe fatto espellere di persona. Nemmeno poteva cincischiare in quella maniera ancora a lungo, il permesso ricevuto dalla scuola era a tempo indeterminato, ma ciò non significava che poteva starsene in giro a non combinare nulla.
La voce del bacio ricevuto da Serena era dunque giunta fino a casa, anzi, la gente ne aveva concluso che stavano insieme! Maledetti i pettegolezzi e chi li aveva inventati! Se quella voce era giunta anche a Misty… Non voleva nemmeno pensarci.
L’immagine di Misty immersa nelle sue attività quotidiane lo tormentava, nella palestra tutto gli era apparso così perfetto. Che diritto aveva lui per ricomparire all’improvviso, dopo anni di lontananza e silenzio, dirle che in realtà l’amava e che la rivoleva nella sua vita? Forse Misty non lo avrebbe degnato di uno sguardo, o gli avrebbe riso in faccia, oppure gli avrebbe inferto uno dei suoi micidiali schiaffoni, invitandolo poi a non farsi più vedere.
Io penso che lei ti stia ancora aspettando.
L’incoraggiamento di Brock non riusciva a convincerlo che potesse esserci ancora speranza.
 
Verso le nove di sera, Delia mise dentro la testa per dirgli che aveva una visita. La mente di Ash galoppò per un istante chiedendosi chi potesse essere, forse Brock che veniva a fargli una ramanzina? Oppure era Misty in persona che aveva saputo del suo ritorno e veniva a dargliele di santa ragione. Il terrore galoppò per istanti drammatici.
Fu Gary Oak a entrare, quando Delia gli aprì la porta. Con l’abituale indifferenza si sedette alla scrivania di fronte a Ash e si servì del succo d’arancia che il padrone della stanza non aveva toccato per tutta la sera. Dopo aver bevuto metà del bicchiere, si protese ad afferrare il distintivo della Maverick Academy, lasciato sul tavolo come un oggetto qualsiasi. Ash non ebbe tempo per impedire quel gesto. Gary osservò con attenzione il distintivo sul palmo della mano, poi fece uno dei suoi sorrisi maliziosi.
“Le mie congratulazioni, Ketchum, ne hai fatta di strada!”
Ash, che si era aspettato un’insolenza in stile Gary, cercò comunque di rispondere a tono.
“Contrariamente alle tue previsioni.” Sottolineò.
Gary sbuffò una mezza risata e vuotò il bicchiere di succo.
“Non dirmi che davi peso alle stupidaggini che ti dicevo quando eravamo bambini.”
Ash si incupì e rispose in tono duro.
“Appunto, eravamo bambini, certo che davo peso alle tue stupidaggini!”
Gary sospirò e il suo sorriso si colorò di un’amarezza che Ash non aveva mai visto.
“Ash, io ho sempre avuto la strada spianata, in tutto quello che ho voluto fare. Ti dicevo quelle cose perché non tolleravo l’idea che qualcuno, senza le mie agevolazioni, potesse ottenere risultati con la pura forza d’animo. Le mie erano cattiverie gratuite dettate dalla paura, sei sempre stato tu il migliore, anche solo per l’incrollabile volontà che hai dimostrato. E questo.” Fece scivolare il distintivo sul piano del tavolo fino alle mani di Ash. “Ne è la prova.”
“Sto veramente parlando con Gary Oak?” Ash si agitò sulla sedia. “Hai preso un colpo in testa? Oppure c’è qualcosa di strano in questo succo di frutta?”
Afferrò la bottiglia e gli diede un’annusata.
“Ash, sto benissimo.” Scandì Gary. “E non sono mai stato più serio. Sono venuto qui perché quel matto di Brock vuole aiutarti a riconquistare Misty e mi ha chiesto di dargli una mano.”
Ash rimase senza fiato. In effetti Gary era sempre stato uno molto pratico e che andava subito al dunque, in maniera quasi brutale.
Un po’ come il dottor Maverick.
“E tu che gli hai risposto?” Riuscì soltanto a esalare, in preda alla confusione completa.
“Ho accettato ma sia chiaro, non lo faccio per te.” Gary gli puntò contro un dito e uno sguardo severo. “Lo faccio per Brock, che è una persona buona, ma soprattutto per Misty, che dopo tanta sofferenza merita di essere felice.”
Ash ebbe l’impressione che gli avessero inferto un pugno nello stomaco.
“Vuoi dire che lei…”
“Lei sta ancora aspettando di vederti ricomparire.” Il tono di Gary divenne gelido. “Ha sofferto tantissimo per la tua mancanza.”
Ash ebbe l’impressione che i pugni allo stomaco fossero divenuti coltellate. Nel giro di nemmeno un minuto, Gary l’aveva fatto a pezzi.
“Non ero innamorato di lei, quando ci siamo messi insieme.” Proseguì Gary implacabile. “Però eravamo buoni amici e le volevo già molto bene, pensavo che magari l’amore sarebbe venuto col tempo. Lei invece si è messa con me sperando che bastasse per dimenticarti, il proverbiale chiodo scaccia chiodo.” Scosse la testa. “Non è andata così, neanche un po’. Ho capito quasi subito che nel suo cuore c’era spazio solo per te e che la nostra relazione non aveva senso.”
A quel punto Ash boccheggiava.
“Gary, ti prego!”
Ti prego cosa? Non ho intenzione di farti sconti! Quella povera ragazza ha patito le pene dell’inferno a causa tua! Brock mi ha detto che sei tornato per riprendertela e io sono venuto qui per averne la conferma! Quindi ora te lo domando, questa volta hai intenzione di fare sul serio?”
Ash deglutì a fatica un paio di volte, quel dialogo inatteso sembrava uno dei suoi sogni più bizzarri, ma era la realtà. Che strani percorsi prende la sorte. Non lo sorprendeva più di tanto l’iniziativa di Brock, quella di Gary era slegata da ogni logica che gli fosse nota.
Quando riuscì ad aprire bocca, non riconobbe la propria voce, tanto suonò rauca.
“Sono tornato perché rivoglio Misty nella mia vita. Perché voglio scusarmi con lei per la mia stupidità. L’ho capito qualche tempo fa, quando Serena mi ha baciato. È come scattato qualcosa nella mia mente. Ho sentito che non potevo accettare di essere baciato da una ragazza che non fosse Misty. Ho trascorso i mesi successivi a misurare quanto sono stato idiota. Ora voglio rimediare, voglio… La rivoglio, Gary, con tutto me stesso!”
Non aveva formulato prima quel discorso, nemmeno nella sua mente. Capì che gli era venuto dal cuore e sentì una strana forma d’orgoglio. Finalmente Gary ammorbidì la propria espressione, non sorrise ma annuì.
“Bene, faremo in modo che le cose vadano così. Ma ti avverto, Ketchum, se la farai soffrire di nuovo, mi sentirò in dovere di scassarti di mazzate.”
Ash deglutì a fatica.
“Non sarà necessario.” Balbettò.
“Allora siamo d’accordo.” Gary assunse un tono conclusivo. “È una fortuna che tu non abbia fatto stupidaggini in questi due giorni, continua a non fare niente. Aspetta una mia chiamata domani, ci pensiamo io e Brock a organizzare tutto.”
Detto questo, Gary si alzò per andarsene, con la sua abituale, secca praticità. Ash avrebbe conservato il dubbio che quell’incontro fosse stato solo un altro dei suoi deliri. Ciononostante pensò che fosse necessaria un’ultima, frettolosa considerazione.
“Gary!”
L’interpellato si bloccò sulla soglia.
“C’è una cosa su cui ti sei sbagliato.” Ash sorrise. “Il migliore sei tu, di gran lunga.”
 
*
   
 
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