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Autore: DaisyCorbyn    27/08/2017    1 recensioni
[19 anni dopo] [Next generation]
Alwys ha passato i primi 11 anni della sua vita a nascondersi per la sua natura da lupo mannaro, fino a quando un giorno Ted Remus Lupin bussò alla sua porta per dirle di essere idonea per frequentare Hogwarts. Alwys così inizierà una nuova vita con i suoi amici Albus e Rose, nonostante una presenza oscura cercherà di impossessarsi del Mondo Magico.
Dal Capitolo 2:
«Mi chiamo Ted Remus Lupin, sono un professore della Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Quando un bambino con poteri magici compie 11 anni, riceve una lettera dalla scuola per poter essere ammesso. Non sempre, però, il bambino ha i genitori anch’essi dei maghi e, quando ciò accade, viene inviato un professore per spiegare alla famiglia la situazione. Tu sei stata ritenuta idonea per frequentare Hogwarts e io sono il professore che risponderà a tutte le tue domande» finì con un sorriso e si sistemò l’impermeabile.
I genitori guardarono la figlia annuendo e sorrisero dolcemente come se stessero cercando di convincerla con lo sguardo.
«No» fu l’unica parola che Alwys disse dopo essersi ripresa dal quel fiume di informazioni.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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7
La cerimonia di Smistamento

 
La porta si aprì, ma la persona che spuntò dietro essa era immobile, come se si fosse aperta da sola. Un uomo dai capelli rosso fuoco laccati all’indietro e sulla trentina li guardava con aria severa e anche un po’ scocciata.
«Ecco gli alunni del primo anno, professor Draconem» disse Hagrid facendo un impacciato inchino a causa della grossa pancia.
Alwys ricordava quel cognome: era nella lettera che gli aveva dato Ted, lui doveva essere il vicepreside che l’aveva scritta.
«Seguitemi» soffiò l’uomo ignorando il custode per poi girarsi facendo svolazzare il lungo mantello nero.
Era molto alto e magrissimo, quasi scompariva dietro tutti quei indumenti dallo stile vittoriano. Alwys rimase tutto il tempo attaccata ad Albus e Rose che si scambiavano ogni due secondi la stessa occhiata confusa, Scorpius invece si era messo alla fine della fila, scomparendo fra gli studenti.
Ted è come scomparso dopo che ci siamo visti alla stazione, chissà dov’è e come è arrivato qui, pensò Alwys mentre faceva vagare lo sguardo fra i muri di pietra illuminati da fiaccole ardenti che ogni tanto scoppiettavano.
Arrivarono in una stanza completamente vuota, lì il professore si girò verso gli studenti con un brusco movimento. Tutti si fermarono e calò il silenzio.
«Vi do il benvenuto ad Hogwarts» incominciò poggiando entrambe le mani sui fianchi. «Fra poco vi scorterò nella sala dove abitudinariamente avvengono i pasti e si festeggiano avvenimenti importanti, come il banchetto di inizio anno. Prima di prendere posto, però, verrete smistati nelle vostre case. Lo smistamento è una cerimonia molto importante, perché la vostra Casa diventerà come la vostra famiglia» l’uomo non sembrava molto convinto di ciò che stava dicendo, era come se lo avessero costretto e avesse imparato a memoria il discorso scritto da qualcun altro. «Le lezioni avverranno con i compagni della vostra Casa, dormirete nei dormitori appartenenti alla vostra Casa e passerete il tempo libero nella sala apposita per i componenti della vostra Casa. Esse sono quattro: Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso. Avrete modo di conoscere la storia di ogni Casa e dei maghi di prim’ordine che sono usciti da lì» sospirò pesantemente, poi riprese a parlare. «I trionfi che otterrete faranno vincere dei punti alla vostra Casa, invece ogni comportamento inadeguato li farà perdere. Alla fine dell’anno, la Casa con il maggior numero di punti verrà premiata con una coppa. Mi raccomando comportatevi bene e fate vincere molti punti alla vostra casa perché è un grande onore. Lo smistamento inizierà fra poco, buona fortuna» finalmente finì di parlare, alzò gli occhi al cielo visibilmente scocciato per quel discorso forzato e uscì dalla stanza.
Tutti tirarono un sospiro di sollievo, come se per tutto il discorso nessuno avesse osato respirare. Ad Alwys venne una stretta allo stomaco all’idea che sarebbe capitata in una Casa diversa da quella di Albus e Rose e che avrebbe dovuto fare nuove amicizie.
«Nervosa?» Albus le sorrise, ma anche lui era visibilmente agitato.
«È tutto così nuovo per me» rispose lei facendo vagare lo sguardo fra le pareti porose da cui, in controluce, si poteva vedere uno strato di polvere scendere giù come se non fosse stata pulita da anni.
Di lì a poco avrebbe iniziato una nuova vita, una vita che però ancora si trascinava le abitudini di quella di prima: per il troppo nervosismo, infatti, avrebbe tanto voluto nascondersi sotto il suo cappello che le mancava tanto. Si girò verso Rose che, invece, sembrava molto tranquilla e faceva vagare il suo sguardo incuriosito qua e là. Ci provò anche Alwys, ma quella stanza vuota le metteva solo una gran tristezza. Ad un tratto incominciò a sentire un leggero brusio di voci, molti si guardarono intorno confusi, ma alla fine arrivò soltanto il professor Draconem.
«Mettetevi in fila e seguitemi, non vorrete fare una brutta impressione il primo giorno sembrando tante pecore» disse facendo cenno agli studenti di sbrigarsi come se stesse spostando dei ramoscelli fastidiosi.
Gli studenti si allinearono in silenzio, il rumore di prima aveva lasciato spazio a quello delle loro scarpe che pesantemente battevano sul marmo. Attraversarono qualche porta, Alwys non seppe dire con esattezza il percorso che stavano facendo, era troppo presa dal guardarsi le scarpe per non inciampare a causa dell’emozione. Arrivarono nella Sala Grande e tutti rimasero a bocca aperta: quattro lunghi tavoli costeggiati da altri studenti si estendevano lungo l’enorme sala illuminata da tante piccole candele sospese in aria, ovviamente grazie ad una magia. I professori, invece, erano seduti ad un tavolo che si estendeva per lungo nel fondo della sala. Gli studenti del primo anno furono portati davanti ad esso. Alwys si guardò intorno e vide che il soffitto sembrava non esserci perché al posto di esso c’era un cielo stellato. Era così affascinata che quasi inciampò se non fosse stato per Albus che la prese per la tunica.
«Perché sei così affascinata? Non hai letto Storia di Hogwarts?» chiese Rose squadrandola da capo a piedi. «Io sì!»
«No…» sussurrò debolmente Alwys: in effetti si era fatta prendere così tanto dagli incantesimi che gli altri libri li aveva completamente ignorati.
Gli studenti seduti ai tavoli sembravano tante mummie che li analizzavano con lo sguardo, infatti ciò fece innervosire ancora di più quelli del primo anno che erano girati verso di loro dando le spalle ai professori. Il professor Draconem posizionò uno sgabello davanti a loro su cui mise un vecchio e malconcio cappello da mago. Con il cuore in gola Alwys lo scrutò e ad un tratto vide che si creò uno strappo da cui sembrò provenire una voce che intonò una canzoncina:
 
Forse pensate che non son bello,
ma non giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello
se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronto gli altri son zeri.
Non c’è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi ed ascoltato
qual è la casa in cui rimanere.
È forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.
O forse è a Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simil gente.
O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini e onori!
Venite dunque senza paure
E mettetemi in capo all’istante
Con me sarete in mani sicure
Perché io sono un Cappello Parlante!
 
Finito lo spettacolino, il Cappello Parlante fece quattro inchini e tornò immobile. Dopo lo stupore iniziale, l’ansia assalì Alwys: la descrizione delle quattro case non combaciava assolutamente con il suo carattere, dove l’avrebbero messa? L’avrebbero buttata fuori perché non poteva essere collocata da nessuna parte? Strinse i pugni e si morse il labbro con il cuore che le martellava nel petto insieme agli applausi da parte degli studenti seduti. Tutti si ammutolirono quando il professor Draconem si girò verso i nuovi studenti con un grosso rotolo di pergamena in mano.
«Quando chiamerò il vostro nome vi siederete su questo sgabello e vi metterò il Cappello Parlante in testa. In base all’esito andrete al tavolo della vostra nuova Casa» disse aprendo la pergamena che arrivò fino a toccare il pavimento.
«Bryan Abossin» la sua voce riecheggiò per tutta la sala e un timido ragazzino spuntò dalla massa di studenti.
«CORVONERO.»
Un fragoroso applauso dal tavolo blu e bronzo lo accompagnò fino a quando prese posto. Continuò il lungo elenco di nomi fra acclamazioni e pianti da parte dei nuovi studenti, tutti quelli nuovi si lasciarono andare a sorrisi liberatori come se la Casa in cui erano capitati non gli dispiacesse. Alwys aveva il cuore in gola perché i cognomi erano stati chiamati in ordine alfabetico, quindi lei doveva sedersi prima di Albus e Rose.  
«Alwys Dewery!»
Il suo cuore perse un battito. Alzò gli occhi e incontrò quelli del professor Draconem che cercava di capire chi fosse il proprietario del nome. A passi lenti si avvicinò allo sgabello, le gambe erano molli e il suo respiro corto, si girò verso Albus che le sorrise e poi si sedette. Sentì il cappello sopra la testa, ma non parlò subito come con gli altri.
«Interessante…» fu la prima cosa che disse e Alwys incominciò a sudare freddo. «Voi siete dei tipi così turbolenti» a quel voi ebbe un sussulto, lui sapeva. «E coraggiosi» solo perché i lupi mannari lo erano, non voleva dire che anche lei lo fosse. «E tu lo sei, ma non lo sai perché sei una persona molto umile… paziente» lei sapeva che stava per dire Tassorosso, ma mentalmente incominciò a pensare ad un leone fiancheggiato da un tessuto rosso. «Vedo che hai le idee chiare, però.»
Leggeva anche nel pensiero? Alwys chiuse gli occhi e si sforzò di non pensare a nulla, ma ad un tratto l’immagine del leone fu accompagnata da un delizioso tasso.
«Il tuo cuore è così leggero, come se non fossi viva, come se fossi uno spirito libero intrappolato in un corpo…»
Alwys aprì gli occhi e vide il professor Draconem che la guardava con gli occhi fuori dalle orbite. Ad un tratto il panico si impossessò di lei. Guardò Albus e Rose che si scambiavano delle occhiate confuse e richiuse gli occhi concentrandosi sul suo respiro.
«Penso di aver capito però… GRIFONDORO!»
Riaprì gli occhi di colpo: vide Albus e Rose abbracciarsi, il tavolo abbellito dalla tovaglia rossa alzarsi e scoppiare in un applauso. Appena il professore le tolse il cappello si sentì immediatamente più leggera.
La Casa dei coraggiosi e nobili di cuore, pensò mentre camminava verso i posti vuoti come se stesse volando.
«Fred Weasley» un ragazzo con i capelli rossi e qualche lentiggine qua e là la guardò sorridendo e le strinse la mano presentandosi.
Alwys lo riconobbe: era quello che insieme a James li aveva fatti preoccupare per la cerimonia di smistamento. In quel momento, però, il suo ghigno da furfante si era sciolto in un sorriso rassicurante.
Mentre continuava la sfilza di nomi Alwys si sentì come ubriaca, faceva ciondolare la testa qua e là, sorrideva in continuazione e si alzava applaudendo ogni volta che un nuovo studente arrivava nella sua Casa anche se non lo conosceva. Nella sua Casa.
«Scorpius Hyperion Malfoy!»
Tutta la stanza calò in un silenzio tombale. Il ragazzino che era stato nella barca insieme ad Alwys, Rose ed Albus si alzò e percorse la strada fino al cappello guardando dritto davanti a sé. Alwys notò che alcune persone bisbigliavano fra loro, ma il ragazzino non sembrava minimamente turbato da ciò. Appena si sedette, però, si poteva scorgere nel suo sguardo una freddezza forzata, come se si stesse sforzando di non far vedere agli altri che era molto preoccupato.
Appena il cappello venne poggiato sopra la sua testa non esitò nemmeno per un istante: «SERPEVERDE.»
Dopo un attimo di silenzio, il tavolo con la tovaglia verde smeraldo esultò. Scorpius, invece, sembrò congelato. Draconem dovette dargli un colpetto nella spalla per risvegliarlo. Diede una fugace occhiata agli studenti del primo anno ed Alwys ebbe come la sensazione che avesse guardato Albus che, per il resto della cerimonia, guardò serio davanti a sé come se qualcosa lo turbasse.
«Albus Severus Potter!»
Di nuovo tutti gli studenti tacquero, ma subito dopo, mentre Albus incominciò a camminare, iniziarono a sentirsi dei bisbigli dal tavolo dei Serpeverde e da quello dei Grifondoro.
«È il figlio di quel Potter?»
«Grifondoro come il padre»
«Immaginate se diventasse Serpeverde!»
Quei commenti lo accompagnarono fino allo sgabello, poi il professor Draconem fulminò tutti con lo sguardo e il chiacchiericcio si ammutolì. Albus prese un bel respiro, sembrava calmo e quella espressione così severa non gli si addiceva per niente.
Il professore gli appoggiò il capello sulla testa, ci fu un attimo di silenzio in cui tutti rimasero con il fiato sospeso, ma subito dopo si sentì «GRIFONDORO!» e un applauso esplose per tutta la sala.
Alwys si alzò e urlò con tutto il fiato che aveva in corpo: per la prima volta nella sua vita si sentiva felice e non sola. Appena Albus arrivò al tavolo intrappolò Alwys in un abbraccio e le sussurrò all’orecchio «Ce l’abbiamo fatta». Poi salutò altra gente, come se i Grifondoro li conoscesse già tutti.
«Adeline Tarill!»
Una ragazzina, proprio accanto a Rose, trasalì e incollò il suo sguardo a quello del professore spazientito per la sua lentezza nel salire gli scalini. Era la ragazzina che Alwys aveva incontrato nel negozio dove aveva comprato l’uniforme. Sembrò sull’orlo di una crisi di pianto e, appena il Cappello Parlante fu poggiato sulla sua testa, piccole lacrime le uscirono dagli occhi.
«Suvvia, devi stare tranquilla» disse affettuosamente lui. «Il tuo cuore è stracolmo di dolcezza, non temere, chiunque sulla tua strada ti adorerà» la ragazza sorrise cercando di guardare il Cappello Parlante per ringraziarlo con lo sguardo.
«TASSOROSSO!»
Adeline tirò un sospiro di sollievo, diede un bacio al Cappello Parlante e andò verso il tavolo su cui vi era un enorme tovaglia gialla e nera.
«Rose Weasley!»
La ragazza a passo spedito arrivò allo sgabello, si sedette con un sorriso beffardo e per niente preoccupata, come se sapesse già dove sarebbe capitata.
«Weasley? Siete Tantissimi. GRIFONDORO!»
Albus e Alwys si presero per mano e le alzarono urlando il nome di Rose.
Ora che erano nella stessa Casa nulla li avrebbe separati.
«Incredibile! Siamo assieme» Albus sprizzava gioia da tutti i pori, attirò a sé le altre due e goffamente si abbracciarono.
«Come siete scortesi, non ci presentate ufficialmente la vostra nuova amica?» la ragazza con una riccissima chioma rossa sorrise verso i tre.
«Scusate! Lei è Alwys Dewery» spiegò Albus e lei, imbarazzata, improvvisò un inchino con la testa.
«Piacere…»
«Io sono Dominique, loro cugina» la ragazza sorrise mostrando dei denti perfettamente bianchi. «Poi ti presenterò anche mia sorella Victoire, che è Corvonero, e mio fratello Louis, che è Serpeverde. So che Albus ti aveva già detto i nostri nomi, ma ho come l’impressione che non te li ricordi.»
Alwys si sorprese nell’udire che uno della famiglia di Albus fosse Serpeverde, visto che nel treno non ne avevano parlato molto bene.
«Intanto ti basta sapere che io sono Molly» una delle gemelle sbucò da dietro Dominique. «E io Lucy» l’altra spuntò dietro Molly.
«Siamo gemelle» dissero in coro ridendo.
«Ma davvero?» commentò spazientita Dominique per poi spostare lo sguardo verso Alwys. «Tu non parli?»
La ragazza sorrise: non sapeva proprio cosa dire!
«Lasciatela stare, è nuova» disse Fred facendole l’occhiolino.
Un tintinnio arrivò all’orecchio degli studenti e in un attimo calò il silenzio in tutta la sala. I tre si guardarono confusi.
«Ora la preside farà un discorso di benvenuto» spiegò Dominique intuendo i loro pensieri dalle loro espressioni.
Una donna molto magra e slanciata, al centro del tavolo dei professori, si alzò e camminò facendo svolazzare il lungo abito smeraldo arricchito da ghirigori argentati. Aveva il viso segnato da numerose rughe che però non compromettevano la sua nobile bellezza, un po’ oscurata dall’espressione austera. Si posizionò sopra il piedistallo, dove prima c’era lo sgabello, e davanti a lei dei rami dorati sbucarono dal terreno crescendo fino all’altezza del suo collo per poi dividersi in due gruppi, uno a sinistra e uno a destra formando un meraviglioso leggio.
«Mi rende profondamente felice poter dare il benvenuto agli studenti che da quest’anno studieranno in questa scuola» disse, nonostante sul suo volto non vi fu nemmeno l’accenno di un sorriso. «Diventare studenti di questa scuola è un onore e un privilegio che non dovete mai dare per scontato. Eroi ed eroine hanno solcato questi corridoio per difendere il Mondo Magico. Ma queste antiche mura non sono state segnate solo dalle scarpe dei vostri antecessori, ma anche da uomini crudeli che hanno creduto di poter controllare questa scuola. Hogwarts non si è mai arresa ed è riuscita a scacciare le tenebre grazie non a grandi maghi, ma a studenti come voi che credevano veramente che Hogwarts fosse la loro casa» la donna sembrava in grado di guardare uno ad uno gli studenti nuovi. «Spero che anche voi sentirete lo stesso. Gli orrori che queste mura hanno visto non possono essere cancellati, ma possono essere rischiarati dalla luce dei ricordi che sarete voi a creare.»
Un caloroso applauso riempì l’intera sala ed Alwys sentì una scarica lungo la spina dorsale per quanto quel discorso l’avesse colpita. Non si era mai sentita parte di qualcosa come in quel momento.
«Ricordo inoltre che non è consentito andare nella foresta proibita e che non si possono fare magie fuori dalle aule. E, infine, siete pregati di non andare per alcun motivo nel villaggio di Hogsmeade durante la luna piena.»
Un gran vociare si propagò fra i tavoli: Albus e Rose si guardarono pieni di stupore, mentre gli altri invece avevano uno sguardo preoccupato sul volto.
«Ho come l’impressione che questo non sarà un anno tranquillo» disse Dominique guardando seriamente i tre come se fosse preoccupata che gli potesse succede qualcosa.
Alwys cercò di assumere la stessa espressione dei suoi amici, ma altro la preoccupava: era l’unico lupo mannaro in tutta la scuola? Negli anni precedenti non ve n’erano stati altri? Lo aveva dato per scontato, ma si era sbagliata. Rintanò quelle domande nella sua mente, sperando che arrivasse il prima possibile il momento in cui li avrebbe riversate su Ted per sentire le loro risposte.
Fortunatamente il discorso cadde lì, anche perché i vassoi sopra il tavolo si riempirono di pietanze appetitose e dei gusti più vari che catturarono l’attenzione di tutti. Alwys guardò tutto quel cibo con gli occhi spalancati, solo quando Albus per sbaglio le toccò il braccio mentre prendeva delle coscette di pollo si svegliò da quella trance. Fra le cose fritte e piene di spezie, finalmente trovò qualche verdura e della frutta: non aveva molta voglia di mangiare perché tutta quella situazione era davvero assurda per lei, in più la carne non le era mai piaciuta, quindi approfittò del fatto che sua madre non fosse lì per controllarla.
«Mangi davvero poco» constatò Albus il cui piatto era pieno di cibo.
«Sono ancora un po’ scombussolata» spiegò Alwys leggermente rossa in viso.
«Tu che puoi, mangia!»
Una voce alle sue spalle la fece trasalire: un uomo con vesti sfarzose e da vero nobile sui toni del grigio fluttuava davanti a lei e guardava il suo piatto con un cenno di disappunto.
«Ciao Nick!» trillò Dominique con un sorriso a trentadue denti.
«Sir Nicholas de Mimsy…» controbatté lui a denti stretti dopo un sonoro sbuffo.
«Sì, certo» rispose la rossa riprendendo a mangiare.
«Comunque, benvenuti nuovi Grifondoro!» esclamò poi facendo vagare lo sguardo fra gli studenti. «Io sono Sir Nicholas de Mimsy-Porpington.»
«Io sono Alwys» rispose la ragazzina accennando un sorriso.
«Che deliziosa fanciulla!»
«Ma voi potete chiamarlo Nick-Quasi-Senza-Testa» disse Molly seguita da un cenno col capo di Lucy.
«A differenza di voi…» soffiò in tutta risposta il fantasma guardandole con aria di disgusto.
«Quasi senza testa?» chiese Alwys visibilmente confusa.
«Non hai letto Storia di Hogwarts?» controbatté Rose abbassando il calice da cui stava bevendo. «C’è scritto nella sezione Biografia dei fantasmi delle Case.»
«Rose solo tu lo hai letto» disse Albus senza nemmeno guardarla negli occhi come se fosse solo un pensiero a voce alta.
«Comunque, mia cara…» prese parola Sir Nicholas schiarendosi la voce. «Un plebeo ha avuto l’indecente idea di mozzarmi la testa» raccontò rabbrividendo al ricordo. «Ma era bravo a mozzare teste quanto Dominique è brava con i ragazzi.»
Tutti si misero a ridere, invece la sottoscritta spalancò la bocca e indicò il fantasma con l’indice.
«Te la farò pagare!»
«Non ne ho dubbi» rispose lui soddisfatto della piccola vendetta personale. «Comunque, adesso la mia testa è ancora attaccata in una piccola parte al mio collo.»
Alwys rabbrividì al pensiero e ringraziò il fatto che non glielo avesse mostrato.
Quando tutti ebbero finito, il cibo sparì dai piatti e dai vassoi lasciando tutto pulito, e al suo posto spuntarono un sacco di dolci che Alwys guardò con gli occhi spalancati: si sentiva già pienissima! Prese una crostatina alle fragole tanto per non essere l’unica a non mangiare nulla e continuò a guardare sorridente Albus e Rose che si battibeccavano e Dominique che richiamava le due gemelle.
«Sei molto silenziosa» la voce di Fred attirò la sua attenzione.
«Non sono abituata a tutta questa confusione» ammise lei.
«Ora che sei diventata amica dei Weasley e dei Potter dovrai» disse lui con un mezzo sorriso e subito dopo risero entrambi.
«Grifondoro seguitemi!» una ragazza alta e slanciata e con la pelle olivastra si parò dietro i nuovi arrivati con un accenno di sorriso sulle labbra. «Io sono Abigail Bode, Prefetta della Casa Grifondoro e vi mostrerò la strada e il funzionamento dei dormitori.»
Ormai tutti avevano terminato il loro dolce, tranne Alwys che alla fine aveva solo mangiucchiato le fragole sopra la crema. Albus e Rose si scambiarono un’occhiata preoccupata, invece Alwys non vedeva l’ora di vedere dove avrebbe dormito di lì in avanti.
«E i nostri bagagli?» chiese un ragazzino alla fine della fila.
«Patrick, siamo in una scuola di magia» controbatté una ragazzina dal viso rotondo.
Tutti scoppiarono a ridere, tranne il ragazzino che corrucciò la fronte e abbassò lo sguardo.
«Per favore, seguitemi» insistette Abigail forzando di più il suo sorriso.
Si alzò un mormorio fra i nuovi arrivati, ma subito dopo fecero ciò che gli era stato detto: seguirono la ragazza che con passo frettoloso si allontanò dal tavolo. Appena uscirono e fecero il primo passo, Alwys si sentiva spaesata, quel posto era davvero enorme e sicuramente si sarebbe i primi giorni, sperando però non di tardare alle lezioni. Per fortuna c’erano Albus e Rose con lei.
«Vi sto mostrando la via più semplice per arrivare ai nostri dormitori» spiegò Abigail continuando a camminare mentre ogni tanto si girava per vedere se gli studenti tenevano il passo.
Ad un tratto, svoltato un angolo, si ritrovarono davanti ad un intreccio di scale su cui degli studenti stavano chiacchierando.
«Mi raccomando, alle scale piace cambiare.»
In quello stesso momento, una rampa incominciò a muoversi spostandosi verso un altro pianerottolo. Tutti i nuovi arrivati spalancarono la bocca meravigliati, provocando una risata da parte di Abigail.
«I dormitori si trovano nella torre dei Grifondoro al settimo piano, quindi le scale diventeranno le vostre migliori amiche.»
Tutti andarono esattamente dove lei stava andando per paura di finire su una rampa che poi si sarebbe spostata. Camminando, Alwys rimase a bocca aperta perché i quadri appesi alle pareti si muovevano… e parlavano!
«Benvenuti ad Hogwarts!» disse un uomo con un’armatura da cavaliere accanto ad una donna con un lungo vestito rosso.
«Incredibile!» esclamò Alwys sorridendo imbarazzata verso i sorrisi dei quadri.
«Non sei abituata, vero?» chiese Albus avvicinandosi a lei.
«No… ma è bellissimo.»
«Io sì, perché le fotografie funzionano allo stesso modo» spiegò lui indicando i quadri e salutando qua e là.
«Vuoi dire che anche le foto si muovono?» chiese Alwys con gli occhi che luccicavano. Subito dopo, però, si ricordò di quella che aveva visto da Olivander.
«Esattamente…» rispose per poi frugare dentro la sua tasca. «Tipo questa» prese un piccolo pezzo di carta e lo porse verso Alwys: c’erano lui, i suoi genitori, James e una bambina con i capelli come la madre che sorridevano felici e salutavano.
Quanto ne avrebbe voluta una anche lei…
«E come si fanno?» chiese cercando di evadere dall’argomento “famiglia”.
«Questo devi chiederlo a mio padre, è troppo complicato per me» rispose ridendo seguito da Alwys.
Dopo un bel po’ di scale, arrivarono finalmente in un pianerottolo dove Abigail fece sistemare tutti a semicerchio così da far guardare ad ogni studente ciò che si stava apprestando a spiegare.
«Oh, salve!»
Una donna dai fianchi morbidi e il doppio mento pronunciato li salutò, facendo ondeggiare la corona di uva poggiata sulla sua testa. Il quadro di cui faceva parte era incorniciato da foglie di vite d’ottone e luccicanti, la cornice sembrava essere molto antica.
«Ho visto così tanti ragazzi entrare per questa porta e poi andarsene, ma mi emoziono ogni volta!» esclamò la donna.
«Suvvia, devo far vedere loro i dormitori» disse Abigail scuotendo la mano.
Tutti gli studenti avrebbero riso sotto i baffi guardando quella buffa signora, ma due troll ai suoi lati, anche se disegnati, pietrificò tutti per la paura.
«Tranquilli, sono innocui» disse la ragazza accennando un sorriso. «Se non li disturbate…»
«Parola d’ordine?» chiese la signora sistemandosi i capelli già perfetti. 
«Rugiada Cristallina» disse scandendo ogni lettera per farsi capire.
La donna fece un cenno con la testa e il quadro si aprì come una porta. Subito Abigail entrò seguita dagli studenti che continuavano a mormorare fra loro.
«Cosa ha detto?» chiese Alwys sottovoce verso Albus.
«La parola d’ordine» disse Abigail prima che Albus poté rispondere. «Serve per far entrare solo i Grifondoro nei dormitori.»
Alwys si morse la lingua imbarazzata.
Dopo un piccolo corridoietto, arrivarono in una stanza rotonda arredata con mobili e armadi di colore vermiglio e oro, c’erano anche delle armature splendenti e le pareti erano rosse decorate da ghirigori. Era tutto così incredibile e allo stesso tempo accogliente, soprattutto grazie ad un fuocherello che scoppiettava nel lato destro della sala.
«Questo sarà d’ora in poi il vostro dormitorio, la vostra casa. Tutti i vostri effetti personali sono di sopra, compresi gli animali» disse Abigail girandosi verso di loro. «Il dormitorio dei maschi è in fondo a sinistra, quello delle femmine invece a destra.»
I tre si scambiarono delle occhiate emozionate.
«Spero che il vostro soggiorno qui sia gradevole, per qualsiasi cosa potete chiedere a me. Inoltre, ogni Casa ha una parola d’ordine che solo i membri della Casa posso sapere, per nessun motivo dovete dirla ad altri studenti, chiunque sgarri, subirà una punizione.»
Tutti i nuovi studenti incominciarono a guardarsi intorno con facce stupite ma, appena Abigail si girò per salire verso i dormitori, tutti si catapultarono lì per trovare le proprie cose e il loro letto. Quello di Alwys era accanto a quello di Rose ed era super morbido: era un letto a baldacchino corredato da tende rosse. Vide subito Ninfa e istintivamente la liberò per coccolarla.
«È un Kneazle?» chiese Rose attirando l’attenzione di tutti, infatti alcune ragazzine si avvicinarono per vederla.
«È carinissimo!» dissero dandole qualche carezza.
«Si chiama Ninfa…» disse Alwys un po’ imbarazzata.
«È un nome dolcissimo» dissero in coro.
«Grazie…»
Erano tutte così gentili! Alwys ringraziò mentalmente Ted, non voleva farsi notare, ma almeno così aveva fatto una buona impressione alle sue compagne. Vide la sua valigia ai piedi del letto sopra un baule dall’aria antica. La poggiò sul pavimento e lo aprì per vedere cosa c’era dentro: l’uniforme, un mantello, una sciarpa, un cappello e dei guanti. Tutti ovviamente dei colori della sua Casa. Vide che le altre per il momento avevano abbandonato la loro valigia accanto perché erano stanche ed optò anche lei per quella decisione: nonostante fosse ancora carica d’emozione, sentiva le gambe pesanti e la testa un po’ dolorante. Dopo aver preso il pigiama, lo indossò per poi infilarsi sotto le coperte.
«Il letto è davvero morbidissimo» disse guardando Rose che si era seduta sul letto accanto al suo.
«Concordo, io non riesco a dormire senza un cuscino super morbido» ammise dando qualche colpetto al suo.
«Anche io!» esclamò ed entrambe si misero a ridere.
«Mi raccomando, non fate rumore durante la notte» la voce di Abigail attirò l’attenzione di tutte che si girarono verso di lei senza proferire parola. «Buona notte.»
Quelle che erano ancora fuori dal letto, sgattaiolarono dentro le coperte e, solo allora, Abigail alzò la mano verso di loro facendola ondeggiare in aria. In un attimo tutte le candele si spensero.
 
 
   
 
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