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Autore: Pmaradona10    28/08/2017    1 recensioni
La magia è sempre stata una componente importante della vita dei Teen Titans e soprattutto della vita di Raven. Quando però Trigon, il malefico padre di Raven, decide di tentare di impossessarsi di nuovo della ragazza, essa capisce che non riuscirà a sconfiggerlo contando solo sull'aiuto dei suoi amici. Basterà l'aiuto del più grande mago del mondo per sconfiggere uno dei demoni più potenti in assoluto? I Titans ce la faranno ugualmente a batterlo anche dopo il loro scioglimento e riusciranno a collaborare con alcune tra le più potenti entità magiche del mondo, senza lasciarsi condizionare dai travagli interiori di queste ultime e aiutandosi reciprocamente come una vera squadra, superando le apparenti ostilità?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Robin, Sorpresa, Trigon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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-Allora miss Zatara, come vanno le cose? I suoi spettacoli di magia stanno riscuotendo un ottimo successo, da quanto ho letto sul giornale-
-Fai poco lo splendido, Chas. Avresti potuto chiederglielo alla mia festa di compleanno, ma hai preferito lavorare. Quindi ora pensa a guidare-
-John, non ti dimenticare che ti sto facendo un favore accompagnandoti a Gatwick, quindi cerca di non infierire-
-Ah, John avremmo potuto usare la magia per andare fin lì, senza scomodare il povero Chas- lo rimproverò Zatanna.
-Stronzate. All’aeroporto Chas troverà sicuramente clienti da spennare e scarrozzare per tutta Londra. E noi ora durante il tragitto potremo capire meglio la situazione. Spiegaci tutto, Raven- disse il mago rivolgendosi alla ragazza che era seduta davanti a lui, sul lato sinistro del taxi accanto al guidatore e accendendosi una sigaretta.
-Beh ecco io non saprei da dove iniziare. Come sapete io non faccio più la supereroina. Dopo lo scioglimento dei Titans non aveva più senso esserlo e allora come vi ho già detto, studio psicologia a Keystone City, un modo in più per conoscere e analizzare non solo la mia interiorità, ma anche quella degli altri, senza fare ricorso ai miei poteri empatici, come mi hai suggerito tu. Non ho neanche usato i miei poteri di teletrasporto per arrivare qui. Purtroppo però la lontananza dalla vita da supereroina non mi ha impedito di provare un altro tipo di emozioni, quelle emozioni che chiunque almeno una volta prova nella vita-
-Ah, ti riferisci a…-
-Ferma qui, Chas, grazie mille- disse Constantine sbrigativamente interrompendo Zatanna e sollecitandola a scendere dalla macchina.
-Ma… io volevo sapere come va a finire- protestò Chas.
-Chas, Chas, Chas, ricordati che sei sposato. Non va bene interessarsi della vita sentimentale delle altre persone quando si è impegnati. Ma non preoccuparti, ora ci penso io- lo rassicurò il mago mettendosi una mano in tasca ed estraendo una sterlina che lanciò nell’abitacolo del taxi del suo amico.
-Con questa potrai comprarti il Daily Mirror e leggere le ultime sulla famiglia reale del cazzo e l’ultima fiamma di John Terry, così potrai soddisfare tutta la tua sete di gossip, stammi bene!- concluse il biondo salutandolo battendo la mano sul tettuccio dell’auto.
I tre si sedettero in un bar dell’aeroporto dove continuarono la conversazione.
-Continua pure, tesoro-
-Beh, ecco, all’università ho conosciuto un ragazzo: Wally West. Non il ragazzo dai capelli rossi che era in squadra con Zatanna, ma suo cugino. E’ di colore e anch’egli è imparentato con Barry Allen, e ha i suoi stessi poteri. Wally gli aveva parlato dei Titani e di me, infatti mi ha riconosciuto subito e siamo diventati amici, fin troppo intimi. Un giorno è successo l’inimmaginabile e abbiamo fatto l’amore. Dopo essermi resa conto della cazzata, ho subito interrotto la relazione e tenuto i miei sentimenti a bada. Alla perfezione. Non capisco dove abbia sbagliato, ho sempre tenuto al collo l’amuleto, anche durante il rapporto- disse Raven confusamente, cercando di dare un senso alle sue parole.
La maga raccontò tutto per filo e per segno, senza omettere nulla. Sapeva che Constantine e Zatanna non l’avrebbero giudicata, né condannata. E se solo ci avessero provato, lei avrebbe rinfacciato ai due tutti i loro errori. Aveva paura, paura di essere giudicata, paura che la gente potesse farsi un’idea sbagliata sul suo conto. Paura di poter passare alla storia come “la ragazza che con un coito ha distrutto la Terra”, paura di poter essere considerata come l’Elena di Troia moderna, quando lei non era affatto quel tipo di persona. Non si poteva di certo inserire la lussuria nell’elenco dei suoi difetti, non aveva posto “il sesso sul piedistallo”, come molte sue compagne di corso.
 Ma forse tutte le sue paure, ansie e paranoie erano inutili. In fondo, cosa aveva fatto di male? Si era lasciata travolgere dalla passione per la prima volta nella sua vita, questo è vero, ma di sicuro non era stata la prima ad aver mai compiuto quel tipo di peccato. Aveva letto storie di assassini e criminali che non si erano pentiti delle atrocità da loro compiute, dunque perché avrebbe dovuto farlo lei che non aveva fatto del male a nessuno? Voleva, almeno per una volta, provare le stesse emozioni che milioni di innamorati provano ogni giorno e che lei, a causa della sua condanna, non aveva mai provato in ventidue anni di vita. Voleva sentirsi, per una volta, normale. E se avesse saputo che con quel gesto avrebbe messo in pericolo e avuto sulla coscienza la vita di sette miliardi di persone, di certo si sarebbe astenuta dal compierlo.
Assieme alla paura, aveva però un forte sentimento di speranza, nonché di fiducia, contrariamente a quel terribile giorno di sei anni fa, giorno in cui la profezia avrebbe dovuto avverarsi. Ora sapeva che suo padre poteva essere battuto, sapeva che doveva assolutamente accettare l’aiuto di tutte le persone che le erano vicine, compreso quel biondo figlio di puttana di John Constantine.
-Raven, devi sapere che quando un uomo e una donna comune raggiungono l’orgasmo durante un rapporto sessuale provano entrambi una fortissima empatia. Figurati poi quando al posto della donna comune ce n’è una come te che ha già poteri empatici di suo. E’ stato questo a fotterti, in tutti i sensi-
-John! E che diamine, non ti mettere anche tu!- esclamò Zatanna dando una gomitata al mago che le era seduto accanto.
-Beh avrei potuto fare una battuta sulla velocità e la durata di Kid Flash a letto, ma era troppo scontata. Ora basta cazzate, allora dove dobbiamo andare, Raven?- chiese il mago alzandosi di scatto dalla sedia su cui era seduto.
-Bludhaven. E’ lì che adesso vive Dick Grayson. E’ l’unico che può riunire i Titans-
Constantine stava per dirigersi al punto vendita della British Airlines per acquistare i biglietti aerei, ma venne trattenuto per un braccio da Zatanna e preso in disparte, lontano dalla mezzo-demone.
-John! Perché vuoi riunire i Titans? Non hanno poteri magici! Piuttosto chiamo Boston e dico di convocare la Justice League Dark, loro ci forniranno un supporto più adatto alla situazione-
-Zee… E io che pensavo volessi dirmi “Oh, Johnny non preoccuparti a comprare i biglietti aerei! La mia magia vi porterà in America gratis!”. Comunque non azzardarti a chiamare quel coglione di Deadman, non lo voglio tra le palle. Né lui né Black Orchid né tutti gli altri ritardati con cui facevamo squadra-
-Stronzo. Sai bene che la mia magia non può coprire così grandi distanze. Spero vivamente che tu abbia un piano efficace e che non debba pentirti di aver rifiutato l’aiuto degli esseri magici più potenti dell’universo-
-Sarebbe di gran lunga la mia più grande cazzata, ma tu non preoccuparti tesoro, manda a fare in culo la Justice League Dark e accogli i Teen Titans Dark- disse Constantine facendole l’occhiolino.
Constantine non aveva mai amato i componenti della squadra di cui, suo malgrado, faceva parte. Era stato costretto da Madame Xanadu a fare squadra con gli esseri magici più potenti dell’universo per sconfiggere l’Incantatrice, ma dopo aver sventato la minaccia sovrannaturale se ne presentarono altre che richiedevano l’intervento della squadra e la leadership del più grande mago al mondo. John Constantine non sapeva spiegarsi come mai odiasse così tanto i suoi compagni di squadra, chi più, chi meno. Forse era il suo carattere asociale che aveva sviluppato dopo la morte dei suoi amici a fargli respingere ogni tipo di società, o forse semplicemente era perché non aveva mai avuto a che fare con dei veri e propri supereroi in vita sua, a parte Zatanna, naturalmente. Il mago non riusciva proprio a capire come si potesse trascorrere un’intera vita aiutando il prossimo, dato che non aveva mai messo i suoi poteri al servizio della comunità. Egli sino ad allora aveva cercato di restare fuori il più possibile dagli affari tra supereroi che comprendessero anche la magia, tutt’al più aveva provato a condurre una vita normale (per quanto normale potesse essere) con i suoi amici più cari (per quanto vivi potessero essere).  
Zatanna invece l’aveva capito. Era l’unica ad aver capito il vero motivo dell’astio del mago nei confronti dei membri della Justice League Dark: aveva paura che tutti loro subissero la medesima sorte dei membri della Newcastle Crew. Aveva paura di perdere dei compagni e rimanere solo per la seconda volta nella sua vita, ma soprattutto aveva paura che i suoi demoni interiori aumentassero di numero. La maga però non aveva alcuna intenzione di esporre a Constantine la sua fondata teoria, per evitare che la sfiducia e la delusione del mago nei confronti del mondo che lo circondava aumentasse.
-Blludhaven, finalmente. Non ce la facevo più. Ora dobbiamo solo capire dove abita Dick Grayson- disse il mago accendendosi una sigaretta
-L’ultima che l’ho sentito è stato quando mi ha fatto gli auguri per il mio ventiduesimo compleanno. Mi disse che aveva trovato lavoro come poliziotto al BPD-
-Wow! Dick Grayson in divisa! E pensare che lo trovavo già sexy di suo quando nella Young Justice indossava il costume di Robin-
-Dai, Z, vuoi mettere una volgare uniforme con un’elegantissima camicia e cravatta? Non c’è paragone- rispose spocchioso il biondo.
-Non sei l’unica ad aver avuto un’infatuazione per Dick, Zatanna. Anche io ammetto di essermi presa in passato una grande cotta per lui, quando eravamo nei Teen Titans. Povera Kori, solo Dio sa cosa si prova ad essere fidanzati con uno come lui, che un giorno ti prende, l’altro ti lascia e l’altro ancora ti riprende- commentò Raven.
-Ah, io lo so bene, Raven. Siamo stati insieme quando eravamo io nella League e lui a capo della Young Justice. Poi la ragazza pipistrello gli ha fatto perdere la testa e sono passata in secondo piano-
-Oh, povera Zee. Che bastardo quel Dick Grayson. Meno male che ora c’è qui Johnny caro- scherzò Constantine cingendole un braccio attorno alla vita.
-Quanto sei simpatico…- rispose la maga estraendo dalla borsa il suo smartphone-
-Nosyarg Kcid-
Magicamente, sul telefono di Zatanna si aprì il navigatore satellitare che localizzò un percorso che li avrebbe portati all’abitazione di Dick Grayson.
-Sì, tutto molto bello, ma chi ci assicura che sia in casa? E se stesse lavorando?-
-Non preoccuparti, John. Dick mi ha spiegato che, per conciliare i suoi due “lavori”, alla polizia svolge solo i turni pomeridiani-
-Allora mi sa che disturberemo il suo meritato riposo, o magari qualcos’altro…- scherzò nuovamente il mago che chiamò un taxi.
-Beh, se la mia magia non si sbaglia, Grayson dovrebbe abitare qui- disse Zatanna suonando il campanello di un appartamento al terzo piano di un palazzo residenziale.
   
 
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