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Autore: jessycat    30/08/2017    1 recensioni
Una ragazza decide di cambiare vita trasferendosi dall'altra parte del mondo per via di alcune brutte esperienze passate in Italia.
Tutto questo la porterà a vivere una nuova vita, a rincominciare, a partire da zero.
Vivere esperienze diverse da ciò che era abituata, cresce, diventa indipendente.
Conoscerà delle persone che le entreranno nel cuore e che non se ne andranno più via.
S'innamorerà.
Piangerà.
Riderà.
Dimenticherà tutto il male passato in precendenza, guardando le cicatrici che l'hanno portata dov'è ora.
Questa è la storia di una ragazza che ha trovato la felcità in una realtà che non si sarebbe mai aspettata.
( Accenni di NamJin )
Dal Testo:
"Nonostante io abbia dimenticato quell'amaro ricordo, rimasi segnata a vita.
Quindi decisi di andarmene lontano.
Mi trasferì a Seoul, la capitale della Corea Del Sud.
Nessuno delle mie vecchie conoscenze si sarebbe mai aspettato di trovarmi in un posto del genere.
Nemmeno io lo avrei mai immaginato, sinceramente.
Tuttavia, mi piaceva."
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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                                                                                                              ​12. Can I Love U?

 

 

 

 

 

Amava ogni singola parte del suo corpo, ma gli faceva male, gli faceva male toccarla con la consapevolezza che non poteva averla.”

(Anonimo)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Voglio solo punirti.”

 

 

Si avvicinò alle mie labbra e le fissava, mordendosi le sue, poi mi riguardò negli occhi e mi sorrise malizioso, come al suo solito.

“Sai... sei così bella quando i tuoi occhi tremano di paura per me...”

“Non ho paura di te.”

“Ah no?”

“No, non mi spiego il motivo ma... io riesco a vedere del buono in te, come se in realtà fingessi di essere chi non sei, nascosto da una maschera di pietra.”

“Non fingere di conoscermi, non sai un cazzo.”

Jimin si infastidì molto dalle mie parole, tanto che fece per alzarsi e andarsene.

Ma lo bloccai.

“Non andare via, resta qui, resta qui con me, ancora un po'... per favore.”

Mi aspettai una reazione assai diversa da quella che invece mi si presentò dinanzi gli occhi.

Bensì, mi sorrise.

“Se sto qui con te, non credo che riuscirò a fermarmi. Questa volta non ti salverai. Ti punirò, magari nel modo meno violento di questo mondo, farò in modo che sia piacevole per entrambi, ma non potrai opporti. Vuoi ancora che resti?”

“Si”

Tutta la calma che aveva prima sparì immediatamente e incominciò a baciarmi con foga, si posizionò su di me e iniziò a baciarmi il collo per poi scendere sempre più giù verso il mio seno. Si tolse la maglietta e mi fece ammirare il suo fisico perfetto. Iniziò a spogliare anche me e la vergogna iniziava salire sempre di più, facendomi coprire le mie intimità con le mani.

“Non coprirti piccola, sei stupenda”

Riuscì a tranquillizzarmi e quando mi sentì pronta lo lasciai entrare in me.

Era così passionale... stavo letteralmente impazzendo per lui, per il suo corpo e per quella situazione, per il modo in cui si muoveva quel corpo chiaramente esperto.

Fece gli ultimi movimenti e poi uscì, lasciandomi completamente vuota.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La mattina fui risvegliata da una domestica che rimase in shock vedendomi nel letto di Jimin.

“Mi scusi tanto signorina... io... io non pensavo ci fosse qualcuno qui. Normalmente il signor Park porta le ragazze nella stanza degli ospiti.”

“Oh.. no si figuri, io credo che starò qui per un po' di tempo qui la prego di abituarsi alla mia presenza.”

“Certamente signorina...?”

“Eveline, prego. Sarebbe possibile utilizzare il bagno?”

“Si si prego, si accomodi pure.”
ringraziai la signora con un sorriso e andai nel bagno della camera, aprendo l'acqua della vasca e facendomi un bagno caldo.

Ripensai a tutto quello che c'era stato fra me e Jimin la notte scorsa, non dovevo illudermi, da quanto ho capito porta giornalmente ragazze a casa, io alla fine non sono nulla di importante per lui.

Forse alla fine troppe domande mi avrebbero portato solo alla pazzia, forse era meglio smettere di pensare per un po', sperando di capire tutto al più presto possibile.

Uscii dalla vasca e mi rivestì con devi vestiti presi precedentemente, un top grigio con dei jeans neri, mi feci i capelli con l'asciuga capelli e mi misi una sottile linea di mascara sul viso con del mascara.

Quando me ne andai dal bagno trovai la stanza perfettamente riordinata.

Decisi di scendere le scale di quella enorme villa, lì trovai Namjoon seduto sul divano, si copriva il volto con le mani e aveva le gambe adagiate su un tavolino in vetro dinanzi a lui.

“E..ehi”

“Ciao Eveline.

Abbozzò mezzo sorriso.

“Sei preoccupato per qualcosa?”

“Si vede così tanto?”

“Si... puoi parlarne con me se vuoi, se posso aiutarti lo farò.”
“Tu dovresti odiarmi ed essere felice della mia tristezza, perchè cerchi di aiutarmi? Se solo saprai quello che ho fatto ti verrà solo voglia di uccidermi.”

“In questo centra... forse... Jin?”

quando gli nominai quel nome i suoi occhi si incupirono e giurerei di aver visto una lacrima rigare il suo viso.

Iniziai pensare al peggio, pensavo gli avesse sparato e che fosse morto in ospedale, stavo per entrare in panico... quando la porta di casa di aprì di scatto facendo un tonfo fortissimo.

Dietro quella porta cerano tutti, anche Jin, seduto su una sedia a rotelle.

Jin sollevò lo sguardo da terra e lo incrociò al mio, iniziando a piangere, io mi lanciai verso di lui e lo abbracciai, notai una ferita sulla sua gamba destra.

Mi girai verso Namjoon, e gli sorrisi.

Perchè Jin era ancora vivo, perchè solo dal suo sguardo si poteva capire quanto fosse dispiaciuto per quello che aveva fatto.

“..fu uno sbaglio, poi ti racconterò, te lo giuro.”
“Non preoccuparti, sono così felice di vederti.”

“Basta con i saluti, Jin, devi andare a riposare, finchè la gamba no guarirà non potrai alzarti.” gli disse Taehyung, toccandogli la spalla.

“Chi se lo porta a casa con se?” domandò hoseok

“Io.”

Tutti si girarono verso Namjoon ed annuirono, mentre si alzò e portò via Jin.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutti se ne andarono ed io rimasi sola con Jimin, che decise di portarmi con se ad una delle sue serate.

Mi misi un vestito rosso vellutato con uno spacco sulla coscia sinistra e uscimmo.

“Dove stiamo andando?” gli chiesi mentre eravamo già partiti con la macchina.

“Lo vedrai presto.”
“Non me lo puoi dire adesso?”

“No”
“Perchè?”

“Perchè ho detto di no.”

“Ma che ti costa.”
“Stai zitta o ti sparo! E che cazzo...”

Aveva degli sbalzi d'umore pazzeschi questo ragazzo, non lo capivo.

Dopo quasi un quarto d'ora arrivammo.

Era lo stesso locale che vidi per sbaglio la volta scorsa.

Scendemmo dalla macchina e ci avviammo verso quel apparentemente locale di spogliarelliste.

“Entra e siediti al bancone, aspettami, non ci vorrà molto. Non provare a muoverti. Se qualcuno ti infastidisce chiamami.”

Non mi diede nemmeno il tempo di controbattere che già se ne era andato. Mi sedetti al bancone e ordinai da bere ad un uomo sulla settantina con un barba bianca molto folta.

Mi girai per cercare Jimin e lo trovai seduto su dei divanetti con tutti i suoi amici e due spogliarelliste sulle gambe.

Avrei voluto tanto vomitare vedendo quella scena, ma che potevo farci, sono solo il suo giochetto e non conto niente per lui.

Mi rigirai verso il banco e bevvi un sorso del mio Martini.

“Ma chi è questa bella ragazza qui, non credo di averti mai vista qui, sei nuova?” Mi chiese un ragazzo sulla trentina con dei capelli colorati di verde e un sorriso smagliante.

“No, non direi, sono venuta con qualcuno.”

“Ah... e quel qualcuno ti ha lasciato qui tutta sola? E' un vero peccato. Chi sarebbe mai così rincoglionito?”

“Park Jimin.”

“Quel Park Jimin che ti ha lasciato qui tutta sola per andare da quelle spogliarelliste? Se le sarà fatto mille volte... ma tu.. mh. Ti va di fare un giro fuori?”

Lo so, so che non avrei dovuto mai accettare, ma lo feci, solo per ripicca nei suoi confronti, lo ha detto lui che non siamo nessuno, quindi perchè no? Se lui può scoparsi chi vuole allora lo farò anche io.

Mi girai verso di lui e vidi che mi stava guardando, sorrisi perfida, e accettai l'invito di quel ragazzo, di cui non sapevo nemmeno il nome.

Andammo fuori dal locale e vidi Jimin Seguirmi con lo sguardo. Ci mettemmo in un punto dove anche lui poteva vedere quello che stavamo facendo.

Il ragazzo si avvicinava sempre di più a me, fino a far sfiorare le nostre labbra, fino a baciarmi.

Finito il bacio vidi Jimin correre fuori.

Non disse niente, erano i suoi occhi a parlare.

Tirò fuori la pistola, e gli sparò.

“Sei proprio una puttana.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Buonsalve a te lettore!

Eccoci qui con un nuovo capitolo di questa ff.

E' stata una fine un po' brusca, lo ammetto ahahah.

Comunque spero tanto vi sia piaciuto e che continuerete a leggere questa pazzia.

Mi scuso in caso di errori di battitura e alla prossima!

Un bacio.

-jessy

  
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