Film > Disney
Segui la storia  |       
Autore: Stella cadente    31/08/2017    6 recensioni
Hogwarts, 2048: dopo la Seconda Guerra Magica e una lunga ricostruzione, la Scuola di Magia e Stregoneria è di nuovo un luogo sicuro, dove gli studenti sono alle prese con incantesimi, duelli con compagni particolarmente odiosi, le loro amicizie e i loro amori – come qualunque giovane mago o strega.
Ma Hogwarts cova ancora dei segreti tra le sue mura; qualcosa di nascosto incombe di nuovo sul mondo magico e sulla scuola, per far tornare un conto in sospeso rimasto sepolto da anni...
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
«Che cosa gli è successo?»
Il Preside sospirò.
«Anni fa, Black era Preside, ma... ben presto fu chiaro a tutti quale fosse la sua reale intenzione. Non voleva fortificare Hogwarts, bensì renderla più intollerante. Tutti noi insegnanti abbiamo temuto, finora, che tornasse. Io l’ho sconfitto ed esiliato, ed io l’ho privato di quello che era il suo posto. Un posto ambito, e soprattutto influente.»
[...]
«Ascoltami, Elsa» riprese, con tono cupo. «Fa’ attenzione, soprattutto al tuo potere. C’è bellezza in esso, ma anche un grande pericolo.»
Pausa.
«Ricorda», aggiunse, «la paura sarà tua nemica.»
Genere: Dark, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
20.
 
 
«Signore, perché mi ha chiesto di venire qui?» Elsa aggrottò un pochino le sopracciglia, quando arrivò nell’ufficio di Merman.
Il vecchio Preside si alzò dalla sedia e prese a camminare lungo la stanza, le sopracciglia grigie che plasmavano un’espressione pensierosa e il bastone a forma di tridente che sbatteva sul pavimento ad ogni passo.
«Perché ho bisogno che tu mi racconti che cosa è successo nella Foresta» disse l’uomo, con la sua voce profonda. Aveva perso ogni traccia della severità che aveva di solito: adesso sembrava solo curioso.
La Corvonero si trovò in difficoltà e d’istinto incrociò le braccia. «Io...» balbettò. «Non mi ricordo niente. Mi scusi davvero, signore, ma non posso aiutarla.»
Aveva detto quella frase a tutti coloro che le avevano fatto domande su cosa era accaduto nella Foresta ormai; ma parlare così al Preside, l’uomo che tanto l’aveva aiutata nella gestione delle sue pericolose abilità, la faceva sentire una persona orribile. Anche se non voleva affrontare quello che era accaduto.
«Elsa» la bloccò Merman, indurendo un po’ la voce. «Voglio che tu sappia che questo può influire su Pitch Black» fece, deciso.
«Non sono neanche riuscita a portare a termine quel compito che mi aveva assegnato» disse la ragazza, mentre sentiva le lacrime pungerle gli occhi.
Non sono abbastanza brava.
Il pensiero di non essere stata all’altezza delle aspettative di Merman la uccideva.
«Potresti essere connessa con lui» sbottò il Preside.
Gli occhi blu della ragazza si allargarono. «Come?»
«Quando i tuoi compagni ti hanno portata qui, mi hanno detto che il tuo corpo era ricoperto da venature di ghiaccio scuro» disse. «Adesso devi dirmi se ti ricordi qualcosa, di quei momenti. È importantissimo» non aveva mai sentito la voce di Merman così grave. «Fondamentale per la nostra scuola. Black potrebbe essersi già insediato ad Hogwarts sotto altre forme, e se non facciamo qualcosa, presto riprenderà ciò che è suo.»
«Che cosa gli è successo?» chiese la Corvonero.
Il Preside sospirò.
«Anni fa, Black era Preside, ma... ben presto fu chiaro a tutti quale fosse la sua reale intenzione. Non voleva fortificare Hogwarts, bensì renderla più intollerante. Tutti noi insegnanti abbiamo temuto, finora, che tornasse. Io l’ho sconfitto ed esiliato, ed io l’ho privato di quello che era il suo posto. Un posto ambito, e soprattutto influente.» Calò il silenzio: l’atmosfera che si era creata era tesa, come se ognuno dei due fosse perso nei suoi più segreti pensieri.
Il Preside sembrava sinceramente angosciato. «Ascoltami, Elsa» riprese, con tono cupo. «Fa’ attenzione, soprattutto al tuo potere. C’è bellezza in esso, ma anche un grande pericolo.»
Pausa.
«Ricorda», aggiunse, «la paura sarà tua nemica
 
 
*
 
 
Anna era sola ad Hogwarts; adesso che lo aveva realizzato, sentiva quella solitudine appiccicarsi addosso al suo corpo più di ogni altra cosa, come una fitta ragnatela di silenzio. Era tardi, circa le undici e mezza, e fuori dalle finestre del castello la luna si rifletteva sui vetri in pennellate di luce bianca.
I ricordi dell’assenza di Elsa sembravano ora più pungenti che mai, mentre l’aspettava in trepidazione fuori dall’ufficio di Merman. Ricordava come avesse iniziato ad evitare ogni contatto con lei, senza degnarla di una spiegazione. Si era ritrovata a desiderare tante volte di renderla partecipe della sua vita; ma era sempre arrivata alla conclusione che semplicemente non le interessasse, e che la sorella dolce e comprensiva che tanto le mancava scaturisse solo dalla sua fantasia.
Avrebbe desiderato raccontarle anche di Hans, ultimamente; di come si erano conosciuti, e come avessero deciso di uscire insieme. Di come si fossero ritrovati a parlare per ore, dopo quell’incontro a Diagon Alley, e di come fosse gentile nonostante quello che dicevano tutti. Una cosa banale, apparentemente, ma di cui di solito le sorelle parlavano.
Giusto?
Eppure con Elsa non era mai successo, e ben presto, per Anna, era diventata il muro di silenzio che aveva eretto contro di lei.
La Grifondoro, in realtà, si era sempre sentita molto sola da quando Elsa non le parlava più – anche se non lo dava a vedere.
Si ritrovava a rabbrividire dall’ansia, adesso, ogni volta che sua sorella si allontanava da lei. Sapeva che mai avrebbero potuto recuperare un vero rapporto, che sarebbero state costantemente in bilico, e la prospettiva che Elsa scegliesse di respingerla di nuovo – stavolta definitivamente – la terrorizzava. Era così bello avercela davanti, parlare con lei, anche se era una persona completamente diversa da quella che ricordava da piccola e che aveva immaginato dopo. Non era né la bambina gentile e posata di sei anni prima, né la gelida e schiva ragazza del quinto e sesto anno di Hogwarts.
Elsa era come i suoi poteri, come il ghiaccio che sembrava poter governare a suo piacimento: bellissima e fragile.
Anna non avrebbe mai detto che avesse così tante insicurezze; non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a guardarla mentre si stringeva nelle braccia, o mentre abbassava gli occhi come una bambina triste e sola.
Le piangeva il cuore ogni volta, e anche ora – senza accorgersene – si stava mordendo nervosamente il labbro, in attesa di vederla uscire dalla porta dell’ufficio del Preside.
Quando finalmente vide la sua gemella, si trattenne dal lasciare che un sorriso di gioia si facesse largo sul suo volto paffuto.
«Che cosa ti ha detto Merman?» esordì, non appena le fu vicina. Evitò di saltarle addosso, anche se avrebbe voluto: non voleva stressarla.
«Sono molto preoccupata, Anna» mormorò Elsa, senza guardarla negli occhi, mentre si avviava per imboccare le scale. Qualcosa, nel vedere la sua espressione, si incrinò per l’ennesima volta nel cuore della Grifondoro. Sua sorella sembrava così piccola, così... innocente. Così inerme di fronte alla situazione che si ritrovava a vivere. Un groppo doloroso si formò nella gola della ragazza: Elsa non si meritava tutto questo. Non si meritava di stare così male.
«Perché?» le chiese con delicatezza.
«Non mi ha detto niente, solo di fare attenzione» disse solo la Corvonero. Sembrava che dire anche qualche parola in più le costasse una fatica immensa. «Mi ha chiesto di Pitch Black, di cosa è successo quella notte... ma io non mi ricordo niente, come sempre»  sembrava in preda al panico. «Vorrei rendermi utile, ma non posso, non... non so come fare!» esplose.
«Ehi, rilassati» la calmò Anna. «Fai un respiro» inspirò profondamente, come per convincerla a fare lo stesso. Poco dopo, Elsa la imitò. «E ora comincia a raccontarmi tutto con ordine» concluse, con un sorriso incoraggiante.
Sua sorella indugiò un attimo, poi rivelò: «Merman ha voluto che io radunassi più studenti possibile perché un mago oscuro sta tornando al potere. Si chiama Pitch Black, e sembra che sia stato esiliato proprio da lui» fece una pausa, prima di aggiungere. «Ma penso che tu questo lo sappia già. Giusto?»
«Esatto» fece Anna, come per invogliarla a proseguire.
Quella frase sembrò mettere Elsa in difficoltà: la Grifondoro lo percepì molto chiaramente, ma evitò di farle domande.
«In questo caso, allora, non c’è molto altro. A parte che pensa che io sia connessa con lui. Credo che Merman sappia per quale motivo quel mago abbia scelto proprio me, ma... sembra che non voglia farmelo sapere.»
Era meravigliata che Elsa le avesse detto tutto. Forse, se lo aveva fatto, era perché non sapeva davvero dove andare a sbattere la testa, ma non le importava.
«Beh, non ci resta che scoprirlo» affermò, decisa. «Dovremmo parlarne con Merman per sapere la verità. Io e gli altri siamo stati informati su Black, quando ci ha dato l’incarico di trovarti, ma anche con noi è stato molto vago. È come se nascondesse qualcosa, e questo non è giusto.»
«Anna... è complicato» Elsa scosse un po’ la testa, rafforzando il suo dissenso. «Ho la sensazione che dirà tutto a tempo debito, a tutti noi. Forse la situazione è ancora più grande di quel che crediamo.»
La Grifondoro si ritrovò a constatare che aveva ragione e si maledisse per essere stata così avventata. «Hai ragione» diede voce ai suoi pensieri. «Ma sappi che ti sosterrò, qualunque cosa accada.»
Elsa le sorrise come per ringraziarla, e sulle due calò il silenzio.
«Tu...» azzardò poi Anna, per romperlo, «ne hai parlato con i tuoi compagni? Insomma... io non so niente di te, ma avrai degli amici nella tua Casa, giusto? Loro sanno di questo?»
«Nella mia Casa mi sento più sola che mai» confessò la ragazza. «Sembrano tutti così diversi da me. Mi ripeto che Corvonero è quella giusta, che il Cappello Parlante ha fatto bene a smistarmi là, ma non sono più sicura di questo ormai. Forse non lo sono mai stata. Forse...»
Anna non aveva mai sentito sua sorella parlare così tanto. Quel “forse” che aveva lasciato in sospeso le mise curiosità addosso, e disse, quasi senza volerlo: «Forse...?»
Elsa sembrò riscuotersi dai suoi pensieri, poi disse: «Niente. Non importa.»
Silenzio. Erano ormai arrivate alla Torre di Corvonero; a breve avrebbero dovuto salutarsi e Anna avrebbe dovuto tornare nel suo dormitorio, dalla parte opposta.
Una fitta al petto le fece capire che avrebbe tanto voluto prolungare ancora quel momento – così terribilmente irreale – di vicinanza con sua sorella.
«Ti ringrazio per il tuo aiuto, comunque. Significa molto per me... più di quanto tu creda» disse Elsa, guardandola dolcemente.
«Oh» seppe dire. «Grazie. Cioè... mi fa piacere. Lo faccio volentieri. Ehm... buonanotte» farfugliò, prima di correre via.
Non si sarebbe mai aspettata di sentirsi dire quelle parole.
Quella frase la fece quasi piangere di gioia.

 

 
 

Immagine correlata

 
 
Ho voluto dedicare un capitolo interamente alle sorelle Arendelle, visto che per Elsa la situazione sta diventando sempre più cupa; scopriamo che la nostra Corva potrebbe essere connessa con Pitch Black, che – sebbene non sia ancora comparso nella storia – semina paura e inquietudine. Anna però non manca di sostenerla, come sempre; adoro questa ragazza, davvero <3 Il rapporto tra loro due, inoltre, sta migliorando sempre più, sebbene la Grifondoro lo senta ancora in bilico, e questo dà loro una forza ancora maggiore, anche se entrambe non sanno di averla.
So che sono ripetitiva, ma vi ringrazio per seguirmi. EFP è praticamente morto come sito, e ricevere le vostre opinioni è una spinta ad andare avanti con questa fic.
Alla prossima, e grazie ancora,
Stella cadente




 

Harry potter preference GIF - Find on GIFER


Elsa sembrò riscuotersi dai suoi pensieri, poi disse: «Niente. Non importa.»


 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Disney / Vai alla pagina dell'autore: Stella cadente