CUORE PAZZO
Sento il mio cuore che batte;
è pazzo.
Sento il mio cuore che batte;
pare che nel mio petto sia esploso un
razzo.
Eppure è avvolto dalla nebbia,
oh, dalla nebbia,
che lo incanta, mollemente;
se vuol esser lieto, lieto sia,
ma sembra andar lontano da ogni mia
azione coerente.
È colpa della nebbia;
fuori è estate, oh, che caldo,
ma la nebbia, la nebbia è come un
dardo
conficcato lì, lì nel mio cuore,
che è in preda al terrore.
Se in amor non c’è prodezza,
non c’è neanche, nella vita, un po’
di destrezza;
che fatica cavalcare un asino
ragliante,
quando si potrebbe andar a dorso d’un
destriero scalpitante!
È la nebbia, sì,
è la nebbia, è proprio così;
la nebbia che avvolge il cuore, il
suo battito,
e io cosa faccio? Mi dibatto,
non sto fermo perché soffro, sono in
pena,
e come un bastone, nel petto, mi
mena.
La nebbia avvolge il cuore,
lo soffoca, lo ammortizza;
al di là del tempo e della mia consueta
timidezza,
c’è un qualcosa, come un’antica
fortezza;
lì è dove la nebbia mi condurrà,
quando la fine del mio ultimo giorno
verrà.
E allora il cuore non batterà più,
quel pazzo sanguinario;
non mi tormenterà più,
ed io, ormai valoroso cavaliere,
sguainerò una spada, e cambierò
scenario.
Non avrò più bisogno neanche di bere.
E quell’ultimo giorno, quando sarà?
Di certo, prima o poi, verrà.
La morte, preannunciata dalla nebbia,
con una falce s’accompagna, quella
mesta feccia!
Alla luce fioca di una Luna eterna,
la mia essenza si dissolverà,
e i miei sogni mai realizzati
cancellerà.
Nel frattempo, c’è la nebbia,
che le spighe mature, attorno a me,
trebbia;
io ho ancora un destino davanti e un
cuore matto,
un cuore che mi porta lontano, lesto.
E la nebbia, alla luce del raggio di
Sole dell’alba
che mi rischiarerà cuore e faccia, si
diraderà
e scomparirà, finalmente resa debole e scialba.
NOTA DELL’AUTORE
Grazie, come sempre, per il supporto che mi offrite. Grazie,
di cuore.