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Autore: Elenie87    02/09/2017    9 recensioni
Raccolta di Flash/One shot su momenti speciali tra i personaggi.
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1- In quell'istante nel presente. (Questa storia partecipa alla challenge "Notte di Tanabata" a cura di Fanwriter.it) Inuyasha e Kagome: pensieri sul loro futuro incerto attanagliano i loro cuori, ma complice una leggenda riusciranno a fare della loro disperazione una speranza per il domani.
2- Novilunio. Il primo bacio tra Kagome e Inuyasha in forma umana.
3- La bellezza della Morte. La morte di Inu No Taisho e l'incontro con qualcuno che lui non avrebbe mai pensato di vedere.
4- Cadere giù. La desolazione che prova Inuyasha nel momento in cui, da demone completo, ritorna mezzo demone.
5- Ellaboro. Una vigilia di Natale sotto la neve ed un Inuyasha impacciato che darà a Kagome un regalo speciale.
6- Ovinque ci porterà. Contrariamente alla trama originaria, Kagura non si dissolve e Sesshomaru la riporta in vita usando Tenseiga. I due si rincontreranno dopo la morte del demone ragno, e in quell'occasione Kagura, deciderà di giocarsi il tutto per tutto.
7- Ciliegio. Un breve e dolce momento tra un Inuyasha pensieroso e una Kagome incinta.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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"Contest sponsorizzato da Writer's Wing".

FANFICTION SCRITTA PER IL CONTEST Inu No Taisho INDETTO DAL GRUPPO SU FACEBOOK "TAKAHASHI FANFICTION ITALIA

PROMPT:  Inu, stremato e morente, si accascia al suolo e rivolge un ultimo sguardo alla luna, ma i suoi occhi non incontrano l'astro splendente... bensì una persona che mai si sarebbe aspettato di vedere.
 
 


 

La bellezza della Morte

 

 

 

C'è della bellezza anche nel dolore ed anche nella morte.

Tanto tempo prima, qualcuno glielo aveva detto. Non aveva mai saputo il nome di quel demone che, con coraggio, aveva combattuto al suo fianco, per poi perire sul campo di battaglia. Tuttavia, in quel momento, quelle parole gli parvero una consolazione, rendendogli più piacevole l'ultimo atto della sua esistenza.

Sospirò senza poter nascondere la sofferenza sul suo volto, mentre con le poche forze che gli rimanevano si sdraiava a terra, arreso al destino. La ferita al petto era profonda e non gli avrebbe lasciato scampo. Sentiva già la sua energia vitale fruire via dalle membra, gli occhi farsi stanchi.

Quale bellezza c'era in questo? La morte era una gran scocciatura. Avrebbe lasciato solo la sua Izayoi - Santi Dèi, chissà dov'era ora!- e non avrebbe visto crescere il loro unico figlio.

Inuyasha..

Come se la sarebbe cavata in questo mondo di violenza e sventura? Sarebbe sopravvissuto?

-Dannazione..- mugugnò, serrando i denti. Non era affatto giusto. Avrebbe dovuto insegnargli a cacciare, a diventare adulto, a trovare una degna compagna. Chi l'avrebbe fatto al posto suo?

Nessuno , pensò. Inuyasha era un mezzo demone, la sua vita non sarebbe stata affatto facile.

Chiuse i pugni in una morsa ferrea, frustrato, e trattenendo a stento un ansito di dolore osservò la volta celeste.

Ci sarebbe morto sotto questo cielo e sarebbe stato solo nel suo ultimo respiro.

O, forse, no..

Dov'era la luna, sua compagnia di viaggio di molte notti?

Ecco la mia ultima compagnia..

Voltò il capo, direzionandolo dove i suoi occhi avrebbero incontrato l'astro, ma quando avrebbe dovuto scorgerla, questo non avvenne.

Un'ombra..?

Le palpebre si aprirono sorprese nel mettere a fuoco un volto conosciuto, ma che mai avrebbe pensato di rivedere.

Non oggi.

-Cosa.. fai qui?- domandò con voce roca e stanca. -Sei venuta a vedere quanto sia penosa la mia dipartita?-

La donna innanzi a lui si accigliò, osservandolo freddamente.

-Ho sentito la tua aura affievolirsi- rispose lei, semplicemente, incrociando le braccia.

Inu ridacchiò, tuttavia non vi fu divertimento nella voce.

-Ammetti che ti diletta vedermi in questo stato. Forse, avresti anche voluto farlo tu stessa- replicò il demone.

-Pff, Inu. Non offendermi. Io non avrei affatto sparso così tanto sangue. Ti avrei ucciso con maggior decenza- replicò, voltando il capo.

Il generale lasciò che una risata lasciasse le sue labbra, questa volta divertita. Erano passati due anni, ma lei era ancora la stessa.

-Non ti smentisci mai, Inukimi- bisbigliò dolcemente.

La demone, forse stupita dal suo tono improvvisamente gradevole, tornò a guardarlo. Gli occhi ambrati scrutarono quelli dell'ex-compagno, guardandosi bene dal lasciar trasparire la benché minima traccia di pietà.

-Dunque, te ne stai proprio andando? Credi che i Kami saranno benevoli con la tua anima?- gli chiese con noncuranza, lisciandosi distrattamente il lungo yukata azzurro e bianco che avvolgeva il suo corpo.

Inu sorrise sghembo, guardandola pavoneggiarsi nella sua indifferenza. Era sempre stata bella Inukimi, bella e folle.

-Dobbiamo proprio parlare di questo, donna, mentre sto crepando?-

Inukimi roteò gli occhi, al limite della pazienza.

-Riesci a rendermi insofferente anche in questa situazione-

Ancora una volta, Inu rise. Questo era stato un lato della compagna che gli era sempre piaciuto. Il suo sarcasmo e la sua bellezza erano stati dei mix che..

I pensieri tornarono indietro, a due secoli prima, quando i genitori decisero per loro, obbligandoli ad un matrimonio non voluto. Si erano visti per la prima volta il giorno delle nozze, odiandosi al primo sguardo. Eppure..

-Ricordi quando ci sposammo? Avevi l'espressione più crucciata che avessi mai visto sul volto di una youkai- sussurrò Inu.

Inukimi sussultò internamente per quel ricordo, poi lo fulminò con lo sguardo, ringhiando sommessamente.

-Come osi. Ero impeccabile- replicò con vigore.

Il demone sorrise appena. Questo scambio di battute era stato il suo pane quotidiano per anni e anni. Sentì una lieve nostalgia coglierlo e socchiuse gli occhi, scrutando nelle pozze ambrate della donna.

-C'è stato un tempo in cui ti ho amato, Inukimi- mormorò, cercando di cogliere sul volto della ex-compagna una qualsiasi emozione che non fosse indifferenza.

-Poi è arrivata la tua femmina umana- sibilò lei con astio, ma Inu negò piano con la testa.

-No. È arrivato il silenzio-

-Tsk!-

Inukimi storse le labbra e voltò scocciata il capo per osservare il cielo.

Il generale gemette sonoramente per una fitta lancinante di dolore e prese a tossire. Gocce vermiglie fuoriuscirono dalle sue labbra, ma non se ne curò.

Mancava poco. Se ne sarebbe andato e lui non aveva avuto tempo e modo di sbrigare una faccenda importante, né l'avrebbe avuto ora.  Guardò Inukimi, intenta a vegliare la volta celeste..

O forse..

Le iridi d'oro brillarono per la folle idea che prese a pulsare nella sua mente. Era da pazzi, l'avrebbe sbranato e ucciso lei stessa, probabilmente, ma.. doveva provare. Con fatica sollevò il braccio portando la mano a frugare velocemente in una tasca interna della sua veste, poi riabbassò l'arto a terra. Prese coraggio -decisamente molto- e parlò.

-Inukimi, ascoltami. Presto Totosai verrà a prendere il mio corpo e lo porterà nell'aldilà- si interruppe, tossendo di nuovo -Ma.. ho bisogno che qualcuno di fidato, che so non mi tradirebbe mai, custodisca la Perla Nera e la nasconda nel posto più sicuro di cui conosca l'esistenza-

La donna, tornando a guardarlo, si accigliò.

-E perché dici questo a me?- gli chiese guardinga. Che stesse delirando perché prossimo alla morte?

Inu fissò lo sguardo nelle sue iridi con fermezza.

-Perché tu sei l'unica che non si farebbe intimorire da Sesshomaru, qualora la cercasse per provare a impossessarsi di Tessaiga-

Il volto di Inukimi si trasfigurò di rabbia e successivamente ringhiò.

-Come osi, ingrato! Hai forgiato una spada per il tuo figlio bastardo, e chiedi a me di proteggerla dal tuo erede legittimo, nonché mio figlio!-

Vide lampi attraversare le pozze d'ambra della demone, ma sapeva sarebbe successo nel momento in cui quel pensiero lo aveva sfiorato. Ma ora come ora, lei era l'unica che potesse aiutarlo.

-Anche Sesshomaru avrà una sua spada. Ma la troverà a suo tempo. Tuo figlio non ha ancora qualcosa da proteggere- le rispose, poi sussultò per una nuova fitta di dolore che nuovamente lo colse impreparato.

La morte non era affatto una passeggiata. Tuttavia, iniziava a trovarci qualcosa di interessante in essa. Una nuova occasione, una nuova visione delle cose.

Una occasione di redenzione.

-Né mai lo avrà. Sesshomaru non si farà irretire da una sciocca umana- sibilò Inukimi con il volto contratto, il corpo che spasimava dal desiderio di concludere lei stessa l'opera che la morte aveva iniziato.

Inu prese un lungo sospiro chiudendo gli occhi, poi sorridendo li aprì.

-Forse hai ragione tu, ma ti prego di assecondarmi. Non subito, magari, ma un giorno potresti trovare un posto per la Perla Nera che sia degno della mia richiesta-

Inukimi si indignò di nuovo, ma si limitò a concludere il discorso con un secco "Feh!" e voltare il capo offesa.

Quella misera risposta fu una vittoria. Non l'avrebbe mai ammesso, ma aveva ceduto a lui.

Il generale la guardò ancora una volta, con riconoscenza, poi si sorprese nel notare come tutto iniziasse a perdere nitidezza ed il suo corpo a diventare lentamente insensibile, il respiro rallentare, il dolore scomparire.

La morte mi chiama.

Stava per congedarsi al mondo e a lei, però.. una domanda. Aveva una domanda da tanti anni nella testa, che mai come ora era tornata a bussare nella sua mente confusa. Una domanda che si era sempre posto ma che non aveva mai avuto il coraggio di porgerle.

-Inukimi.. dimmi.. vi è mai stato un momento in cui.. tu mi abbia amato?- chiese in un bisbiglio.


La demone, che osservava la luna, si voltò lentamente verso di lui. Aprì la bocca, forse per la sorpresa o forse per dire qualcosa, ma dopo un istante la richiuse.

Il volto di Inu era dormiente e sereno, in pace. Se ne era già andato.

Lo osservò, rimirando ogni dettaglio di quel viso perfetto e dai lineamenti eleganti, quel viso che, per un tempo infinito, era stato il suo degno avversario e compagno.

L'espressione della youkai rimase imperturbabile alla sua morte, tuttavia, in contrasto ad essa, una lacrima -una e una sola- scese dal suo occhio, e lenta solcò la guancia sino a morire sulle labbra perfette della demone.

Inukimi abbassò il capo, lasciando che la frangia argentata coprisse le sue iridi ambrate, poi con eleganza si abbassò e sfiorò la mano del suo antico compagno, nella quale era contenuta una minuscola sfera nera: il passaggio per l'aldilà.

Si rialzò, e dopo un istante di titubanza, gli diede le spalle, mentre avvolto da tante piccole luci bianche, il corpo di Inu si trasformava nell'aspetto animalesco di cane, segno che la sua anima era passata definitivamente oltre.

Inukimi fece qualche passo, come a voler soppesare i suoi pensieri, poi, come trattenuta da qualcosa, si voltò verso Inu e lo guardò un'ultima volta.

-Sempre- bisbigliò al vento, quasi con timore.

Infine, con eleganza, leggera come una piuma, si alzò in volo, scomparendo al chiarore della luna.

 

 

 

Dannato cucciolo mezz'uomo, guarda che diavolo debbo fare.., sibilò mentalmente, in preda alla smania di tornare da dove era venuta.

Lo osservava da un tempo infinitesimale per la sua esistenza - due ore- ma in realtà la sua pazienza si era già esaurita.

Quell'essere sporco e spaventato si era addormentato tutto rannicchiato, nascosto nell'insenatura del tronco di un albero secolare; con le braccia si cingeva le ginocchia ed il volto era nascosto alla sua vista, poggiato agli arti superiori.

Inukimi espirò con frustrazione. Tutta quella situazione era irragionevole. Per anni aveva custodito quella stupida sfera nera, quasi dimenticandosi delle parole del suo antico compagno. L'aveva incastonata nel suo stesso occhio, rendendola invisibile al mondo, e lì era rimasta.

Sin quando, pochi giorni prima, un Sesshomaru ormai diciassettenne, non aveva iniziato a chiedere di suo padre e della sua eredità. Il pensiero era tornato a quel momento, a quella promessa quasi strappata, nonostante lei non avesse affatto acconsentito.

Quel maledetto, come ha osato circuirmi?

Aveva smesso di dormire, di riposare, poiché il tarlo della Perla Nera non l'aveva lasciata in pace. Così, si era messa in viaggio, alla ricerca del figlio bastardo di Inu, desiderosa più che mai di eliminare quell'incombenza e di tornare alla sua meritata quiete.

Non ci aveva messo alcunché a trovarlo.

Di lei non vi era alcuna traccia, ma del suo cucciolo bastardo sì. L'aveva seguito con schifo malcelato in volto, seguendo quell'odore di sangue misto. Ed eccolo lì, completamente inconsapevole della sua presenza.

Spiccò un salto dal ramo di un alto fusto dal quale lo osservava e con maestria gli atterrò davanti.

Inuyasha non si svegliò, ed Inukimi arcuò un sopracciglio.

Si era aspettata che il cucciolo mezz'uomo si svegliasse di soprassalto, sentendosi attaccato, ed invece..

E tu saresti un mio simile? , si chiese. Come poteva un inu-youkai non accorgersi del nemico, considerando i suoi sensi sviluppati?

Ma lui non è affatto come te , le ricordò una vocina nella mente, ed ella roteò gli occhi.

Era un mezzo umano -o mezzo demone-, era una via di mezzo ignobile ed inaccettabile. Un rifiuto per i demoni, un nemico per gli umani.

Sogghignò soddisfatta per i suoi pensieri.

Ben ti sta, pensò, come se quelle parole mai pronunciate avessero potuto ferire Inu, l'artefice di quella creatura in bilico tra due mondi.

Suo marito aveva osato interrompere la loro unione per legarsi ad una femmina umana. Che il frutto del loro matrimonio fosse dannato era il minimo, ed a giudicare da come era ridotto, con le vesti stracciate ed i graffi sul volto e le braccia, non sarebbe sopravvissuto a lungo.

Persino lei stessa avrebbe potuto, proprio ora, mettere fine alla sua inutile esistenza.

Un'idea allettante, si trovò a considerare improvvisamente. Perché perdere tempo nel nascondere la Perla Nera, quando poteva consegnarla a Sesshomaru e far scomparire ogni traccia del tradimento di Inu dalla faccia della Terra?

Schioccò la lingua e si accucciò innanzi a lui, scrocchiando le dita. Un colpo netto al collo ed Inuyasha non sarebbe più stato un'onta per la sua famiglia.

Inukimi storse la bocca indignata, mentre il pensiero tornava ancora ad Inu ed al giorno in cui le aveva rivelato della sua relazione. Come aveva potuto preferire una umana a lei? Preferire un figlio bastardo al loro?

Alzò il braccio spinta dall'impeto d'ira, pronto a colpirlo, quando Inuyasha si mosse nel sonno, mostrandole il viso. Il braccio si arrestò a mezz'aria, mentre gli occhi d'oro della demone si sgranarono impercettibilmente nel mettere a fuoco i lineamenti del mezzo demone.

Dèi .

Gli assomigliava. Quel bambino assomigliava proprio a lui: la stessa fronte spaziosa, il mento deciso, la stessa forma degli occhi che, anche se non poteva vederli, era certa fossero dorati. L'unico elemento a ricordarle che era un mezzo sangue, erano quelle ignobili orecchie canine sopra la testa, presenti nonostante lui non fosse in forma animalesca.

Feh. Sei imperfetto, piccoletto.

Sbuffando, restò lì, seduta, ad osservarlo ancora un po', sin quando l'aura di un demone in avvicinamento la riscosse. Mise i sensi in allerta e si concentrò sul da farsi.

Debbo sbrigarmi.

Con gli occhi dorati ridotti a due fessure, Inukimi estrasse dal suo yukata la piccola sfera nera, rigirandola un istante tra le dita. Quel minuscolo oggetto era l'ultima cosa che la legava a Inu.

Tsk! Questi sentimentalismi mi disgustano!

Prese un piccolo respiro, e portando la mano all'altezza della bocca, soffiò delicatamente un po' d'aria sulla Perla Nera; questa prese a levitare in aria. Essa si avvicinò al volto di Inuyasha ancora dormiente, e senza che egli si accorgesse di nulla penetrò nel suo occhio destro, scomparendo alla vista della demone.

Bene. Aveva assolto il suo compito.

Il luogo che si vede ma che non si vede. Là, dove nemmeno lo sguardo del custode prescelto può giungere , pensò ergendosi in piedi. Avrebbe detto così a Sesshomaru, quando era certa le avrebbe chiesto dove si nascondesse la Perla Nera.

Il fetore del demone giunse più forte alle sue narici. Era vicino. Si voltò verso Inuyasha, innervosendosi per la sua mancata capacità di percezione.

Piccolo idiota! Dunque, vuoi proprio morire!

Forse sarebbe stato il destino a scegliere per lei, ed il mezzo demone sarebbe passato all'altro mondo prima del sorgere del sole.

Tuttavia, qualcosa la fece desistere dall'andarsene, lasciandolo al suo destino.

Quanto tempo debbo sprecare, ancora!, pensò, storcendo le labbra ed estraendo da una tasca dello yukata un piccolo foglio bianco, sul quale era impresso un sigillo. Con il braccio destro disegnò un cerchio nell'aria innanzi ad Inuyasha, ed una strana barriera trasparente si formò attorno a lui. Con maestria applicò il sigillo al kekkai (*) e, non appena l'oggetto lo sfiorò, questo prese fuoco, dissolvendosi nella brezza notturna.

Fino all'alba nessuno potrà vederti o percepire il tuo odore. Sappi che, da adesso, non sei più affar mio.

Inukimi sbuffò, osservando infastidita il volto di Inuyasha ancora un istante. Socchiuse gli occhi, stranita, mentre un bizzarro ricordo prendeva forma nei suoi pensieri.
 

-C'è della bellezza anche nel dolore ed anche nella morte- disse Inu, guardando Sesshomaru.

Il figlio restò in silenzio, ascoltando mesto quelle parole apparentemente insensate.

-La morte è un mistero. Non esiste essere vivente che non la tema. Tuttavia, per quanto possa sembrare crudele, essa ha in sé una grande bellezza- spiegò il Generale pazientemente. Il figlio si accigliò, scrutando il padre nelle pozze dorate.

-Fatemi un esempio- lo esortò Sesshomaru.

Inu sorrise.

-Anche il nemico più potente, quando il suo avversario sta perendo, può mostrarsi magnanimo nei suoi riguardi-

Il ragazzo fece un'espressione indignata.

-E questo sarebbe la bellezza? Io la chiamo codardia- sibilò.

Il Generale scosse la testa.

-Si chiama pietà. Solo colui che ha un grande spirito può riuscire a racchiuderla in sé stesso-

Sesshomaru gli diede le spalle.

-State dicendo che il mio spirito è poco degno, padre?- ringhiò offeso.

Inu fissò la sua schiena in silenzio per qualche istante, poi, guardando il cielo, parlò con voce profonda.

-Sto dicendo, figlio mio, che la bellezza della morte è difficile da comprendere, ma il suo significato è intriso nella vita stessa. Se saprai coglierla, allora il tuo spirito sarà grande-

 

La demone rabbrividì, rimembrando quella strana conversazione a cui aveva assistito tra Inu ed il figlio, poi i suoi occhi sfavillarono, confusi e ansiosi. Se ciò che aveva appena fatto era paragonabile a quelle parole, allora.. lei aveva provato.. pietà?

Io, colei che chiamano la Signora Madre, ho mostrato pietà per un cucciolo mezz'uomo? Tutto questo è inaccettabile! , pensò, ringhiando più che mai infastidita.

Oh, dannato Inu, dannato! Come osi tormentarmi anche da morto?!

Si allontanò di gran lena da quel luogo compromettente, forse scappando da sé stessa o, forse, dai demoni del suo animo, tuttavia sentendosi stranamente più leggera.

 

 

Inuyasha sbatté le palpebre, ancora in uno stato di dormiveglia. Gli era parso di avvertire una presenza accanto a lui. Una presenza strana, eppure non minacciosa.

Lasciò che gli occhi vagassero guardinghi, ispezionando ogni dettaglio di ciò che lo circondava, e proprio quando ormai era sicuro di essersi sbagliato, vide in lontananza una sagoma con una fluente chioma argentea scomparire nel fitto bosco.

Il cuore prese a battere veloce, certo di riconoscere quella figura.

Padre .., pensò ebbro di gioia, vegliavate su di me?

Le labbra si abbellirono di un tenue sorriso; sentendosi stranamente al sicuro si accoccolò meglio nella posizione rannicchiata quale stava, prima che il sonno lo trasportasse di nuovo con sé.

 



 

Kekkai: barriera

C'è della bellezza anche nel dolore ed anche nella morte, è una frase del film Collateral Beauty


ANGOLO AUTRICE
Buonasera a tutti, ed eccomi a portare anche io ciò che è nato dal prompt di Napee, che voglio subito ringraziare per avermi dato l'ispirazione.
Ringrazio subito anche Martina RodenJaymes e Martina Alien, entrambe mi avete dato un grosso aiuto su problematiche diverse che mi bloccavano, grazie mille.

In merito alla storia, spero di aver dato il giusto peso a tutto. Il prompt si svolge nella prima parte, principalmente, dando via ad un evento che non è mai stato spiegato dalla mangaka, ovvero dove finisce questa perla nera. Ho voluto dare una mia visione delle cose, aggiungendo un po' di profondità al tutto. Inu, sebbene abbia dato lui stesso a Sesshomaru una lezione sulla vita e sulla morte, quando si trova a morire anch'egli è in preda alle paure, più per la sua famiglia che per sè. Anche questo è una mia visione ovviamente.
Ho pensato che, visto i personaggi e gli eventi di cui tratto, pietà e perdono potessero essere due bellezze della morte(o della vita) di cui parlare, abbinandole rispettivamente ai personaggi di Inu e Inukimi. Spero di averlo fatto in modo degno e non superficiale, anche se so di peccare di introspezione, ma mi sono impegnata molto e spero si noti.
Ho voluto concludere con uno spiazzo su Inuyasha.. perchè, insomma, è l'elemento che racchiude il tutto. Lui è convinto di vedere Inu, ma siete liberi di dare una vostra interpretazione. Magari lo era davvero, o era Inukimi che si allontanava...mi piace lasciarlo come elemento libero.

Grazie a coloro che sono arrivati sin qui, spero vogliate farmi sapere che ne pensate e spero di cuore vi sia piaciuta.
Un bacione a tutti
Manu

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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