Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: MaryFangirl    02/09/2017    1 recensioni
Al liceale Light Yagami viene dato il compito di fare da cicerone a Ryuzaki, nuovo ed eccentrico studente, e i due non vanno esattamente d'accordo...all'inizio. (AU ambientata al liceo).
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito | Coppie: L/Light
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Light

 

"Ryuzaki"
"Mmh?"
"Hai intenzione di aiutarmi o no?" Light si accigliò guardando Ryuzaki, la cui testa era appoggiata sulle sue gambe, bloccandogli la visuale del computer.
"Non possiamo prima fare una pausa?" guardò Light implorante, gli occhi si aprirono leggermente, diventando accattivanti in maniera distraente. "È la prima volta in cui riusciamo a stare insieme dopo la scuola da quando siamo usciti la settimana scorsa, e tu vuoi solo discutere del caso" e mise il broncio, tirando fuori il labbro inferiore.
"Perché è l'unico momento in cui possiamo parlarne. Non possiamo farlo a scuola nel caso qualcuno ci sentisse, quindi questo è il nostro unico momento per escogitare un piano prima che l'assassino colpisca ancora"
Non importava quanto fosse allettante l'idea di abbandonare tale risolutezza per trascorrere un'ora o due steso insieme all'altro a fare niente. Light doveva assicurarsi che Ryuzaki non sapesse nulla della sua idea segreta di usare se stesso come esca per portare a termine il caso. A tale scopo, avrebbe dovuto continuare a fingere di lavorare duramente sul caso.
"È solo mercoledì, abbiamo ancora tre giorni prima del weekend, e l'assassino potrebbe non colpire affatto questa settimana" proseguì, "In più, con i nostri cervelli ci metteremmo pochi minuti a pensare a un piano adeguato"
Light si limitò a sospirare e gli passò una mano fra i capelli, afferrando un ciuffo e intrecciandolo fra le dita. Light rimuginò sulle sue parole per un minuto. Ovviamente aveva ragione, ma Light voleva porre fine a quel caso il prima possibile.
"Quanto manca prima di dover tornare a casa?" insistette.
Light sospirò, "Ho detto a mia madre che stavo lavorando per un progetto scolastico, il che significa che mi aspetta almeno per cena"
"E se rimanessi qui per la notte?"
Light batté le palpebre, sorpreso, "I miei genitori non me lo permetterebbero mai. Dal...dall'incidente con mio padre, sono estremamente riluttanti a non tenermi d'occhio. Senza parlare del fatto che domani c'è la scuola"
Ryuzaki si raddrizzò e prese il telefono di Light, che era rimasto sul comodino quando erano entrati. "Dì che il progetto impiega più tempo del previsto e che potrebbe durare tutta la notte"
"E se si offre di portarmi dei vestiti per domani?"
L'altro assottigliò gli occhi, "Sappiamo entrambi che tieni sempre dei vestiti di ricambio nella borsa per le emergenze" appoggiò il telefono nelle mani di Light, "Tentar non nuoce"
Light ci pensò per un momento, e una piccola quantità di speranza gli avvampò nel petto. Dopo una settimana senza essere riuscito a fare altro con Ryuzaki a parte tenersi per mano, gli pareva di consumarsi lentamente e dolorosamente dall'interno. Trascorrere la notte nel suo appartamento sarebbe stato davvero bello...
"Va bene, ci provo" Light prese il telefono e lo aprì, "Ma non ci spererei troppo se fossi in te"
Il viso di Ryuzaki si allargò con un ghigno visto che si era aspettato un no da parte di Light, e gli avvolse le spalle con le braccia.
La mamma di Light sollevò la cornetta al terzo squillo, "Light? Hai già finito con il progetto?"
"No, mamma, non ci siamo neanche vicini..." faticò Light, riluttante al dover mentire a sua madre, "Anzi, stavo pensando di poter rimanere qui stanotte per finire in tempo"
"Ma tesoro, domani c'è la scuola..." sembrava preoccupata, ma non poteva biasimarla; con il suo record di presenze, era difficile credere che fosse disposto a rovinare la propria reputazione.
"Lo so, ma ho fatto tutti i compiti tre giorni fa, e questo progetto vale quasi un quarto del voto finale..." Light sperò che lei cogliesse il suo tono disperato e cedesse.
"Mi ricordi di nuovo con chi stai lavorando al progetto?"
Light si bloccò per un momento prima che Ryuzaki si abbassasse a sussurrargli un nome nell'orecchio, "Teru Mikami" buttò fuori, "il rappresentante di classe"
"Mikami?" chiese lei, "il figlio del famoso avvocato penale?"
"Sì, mamma, lui" Light roteò gli occhi, sapendo che lei avrebbe abboccato alla sua storia.
Il suo sospiro fu udibile anche attraverso il telefono, "D'accordo, va bene, ti do il permesso...riesci a farti accompagnare a scuola domani mattina? Ti servono dei vestiti di ricambio?"
"Mi dai il permesso?" ripeté Light, del tutto stupido che avesse ceduto così facilmente. Ryuzaki strinse la presa sulle sue spalle in segno di vittoria.
"Sì. Ti serve un passaggio o un cambio per domani?"
"No, sono a posto" replicò Light, tentando di controllare la voce per non far tradire la propria gioia, "Ho dei vestiti di ricambio per la borsa, e da qui si arriva a scuola a piedi"
"Beh, d'accordo allora" lei sospirò di nuovo, "Suppongo che ti vedrò domani quando torni a casa. Divertiti col tuo...progetto" fece una pausa prima della parola 'progetto', come tentata di chiamarlo in un altro modo e Light si domandò se si fosse davvero bevuta la sua storia, era come se sospettasse che lui fosse da un'altra parte.
"Ci vediamo!" disse velocemente e chiuse il telefono prima che lei potesse smascherare la sua frottola.
"Ti ho detto che avrebbe funzionato" Ryuzaki gli lanciò un'occhiata compiaciuta.
Light fece una smorfia, "Penso che le tue parole siano state 'tentar non nuoce'"
"È la stessa cosa..." mormorò Ryuzaki, baciandolo sul collo.
"Oh no, no" Light gli sollevò le braccia dalle proprie spalle e si inclinò leggermente indietro, "Prima escogitiamo un piano, poi festeggiamo"
L'altro si imbronciò per un momento, ma poi si arrese con un sospiro e portò le ginocchia al petto, "Beh, prima di tutto dobbiamo scoprire esattamente come adescare Juuzo"
"Giusto" replicò Light, aprendo un foglio bianco di Word per prendere nota, "Non avevamo deciso di usare Misa?"
L annuì pensieroso, "Sì, ma almeno dovremmo prima chiederle il permesso"
"Ovvio. Ma sono sicuro che sarà d'accordo, i genitori di Misa sono stati uccisi da un assassino quando era più piccola e sono certo che le piacerebbe fare qualsiasi cosa in suo potere per aiutarci a risolvere il caso, specialmente se glielo chiediamo noi" digitò il nome di Misa, poi una freccetta e la parola 'esca'.
"Il luogo ovviamente sarà il laboratorio di biologia" Ryuzaki si morse il pollice leggermente come faceva sempre quando pensava intensamente, "Naturalmente tutto quello che faremo sarà portare Juuzo al laboratorio con Misa e poi far intervenire tuo padre e il resto dell'NPA...li osserveremo a distanza ravvicinata così da poter intervenire se sferra l'attacco prima dell'arrivo della polizia"
Light scrisse tutto mentre parlava, "L'unico problema è come portarli al laboratorio insieme, e quando"
"Magari questo sabato? Potremmo scrivere un'e-mail a Juuzo attraverso l'indirizzo scolastico di Misa, dicendo che ha dimenticato qualcosa d'importante nell'aula e chiedendogli di aprirle la porta. Potrebbe non funzionare, ma non riesco a immaginare che possa rifiutare la facile opportunità di stare da solo con lei" fece una pausa, "anche se forse dovremo persuaderlo prima...magari potremmo chiedere a Misa di flirtare con lui dopo subito dopo la lezione o una cosa simile"
Light annuì, "Dovrebbe funzionare, ma dovremo osservare da vicino Misa per proteggerla finché non arriverà il momento di catturarlo. Se l'attacca prima che noi siamo pronto, Misa potrebbe morire" scosse il capo, domandandosi che razza di amici fossero a pensare di chiederle di fare tutto ciò.
"Sono sicuro che sarà felice di aiutarci" lo rassicurò Ryuzaki come avesse letto nei suoi pensieri; e a quel punto Light era quasi convinto che potesse farlo.
"È questo che mi preoccupa..." mormorò Light, "Sono amico di Misa da anni, se le succedesse qualcosa non potrei mai perdonarmi..."
"Penso che nemmeno io potrei perdonarmi..." concordò Ryuzaki, inclinandosi verso di lui e appoggiando il capo sulla sua spalla, "Ma alla fine spetta a lei decidere se aiutarci o meno, se lo fa, la scelta è sua"
Light decise che aveva ragione. Lentamente chiuse il laptop e si abbassò per appoggiarlo sul pavimento vicino al letto. Quando si raddrizzò, le braccia di Ryuzaki furono immediatamente intorno a lui. Light ebbe a malapena il tempo di voltare il capo prima di ritrovarsi le labbra di Ryuzaki sulle proprie. Light ricambiò il bacio avidamente, sentendo di rilassarsi per davvero per la prima volta durante la settimana. Avrebbe dovuto dotare quanto entrambi stessero diventando dipendenti l'uno dell'altro, ma Ryuzaki era come una droga per Light; non si rese conto di quanto ne avesse bisogno finché non furono costretti a separarsi. Light si allontanò leggermente, al punto in cui le loro labbra si sfioravano appena. "Aspetta" disse contro la sua bocca, "Dobbiamo dire a Watari che rimango questa notte"
Ryuzaki emise un suono gutturale e frustrato, ma acconsentì senza lamentarsi troppo. Afferrò la mano di Light e lo condusse fino in soggiorno, dove trovarono Watari seduto su una delle poltrone felpate, assorto in un giornale che sembrava essere scritto in arabo. Light non ne fu molto sorpreso; Watari sembrava il tipo da essere poliglotta.
"Watari", questi sollevò lo sguardo quando Ryuzaki lo chiamò, "Light rimane qui stanotte, se ti sta bene"
Watari strinse gli occhi verso i due e Light si rese conto che Ryuzaki glielo aveva detto. O forse lo aveva dedotto, ma in ogni caso sapeva di loro e Light non riusciva a immaginare una figura genitoriale rispettabile che avrebbe consentito ai due di condividere un letto...
"D'accordo, mi fido di te Ryuzaki, e di te Light" rivolse loro un cenno breve e tornò a leggere il suo giornale in arabo.
"Grazie, Watari" Ryuzaki si voltò e tornò in camera, Light riuscì a pronunciare un rapido "Grazie" prima di affrettarsi a raggiungere. "Non posso credere che mi abbia permesso di rimanere" mormorò.
"Perché? Si fida del mio giudizio, e anche del tuo. Non è che gli abbiamo dato ragione per non farlo"
Light desiderò che i suoi genitori avessero lo stesso rispetto per lui di quello che Watari aveva per Ryuzaki.
Entrarono nella stanza e Ryuzaki chiuse velocemente la porta. Light fece un passo avanti prima che Ryuzaki avesse la possibilità di muoversi, piazzando le mani contro il legno della porta e intrappolandolo. Abbassandosi verso il suo orecchio, sussurro, "Beh, forse dovremmo dargli una ragione"
Light si avvicinò ulteriormente per tracciare piccoli baci partendo dalla mascella di Ryuzaki fino alla base della sua gola dove lo morse appena, quanto bastava per lasciare un lieve segno. Ryuzaki gemette piano prima di agganciare le dita nella cintura di Light e farlo avvicinare ancora di più. Light fece roteare la lingua contro il segno che aveva creato, soddisfatto nel sentire Ryuzaki mugolare.
Incapace di trattenersi oltre, Ryuzaki gli prese il viso con le mani e lo sollevò. Le mani di Light scesero sulla sua vita dove si appagò nel disegnare cerchi sui suoi fianchi sopra l'orlo dei jeans. Le mani di Ryuzaki passarono ai bottoni della camicia di Light, e poi sul suo petto nudo. Light rabbrividì e si scrollò l'indumento dalle spalle, ignorando momentaneamente il fatto che atterrasse in un mucchio spiegazzato sul pavimento (avrebbe dovuto stirarla due volte per togliere le grinze). Sentì le punte delle dita fredde di Ryuzaki sulla schiena, che saggiavano i suoi muscoli, ne tracciavano il contorno, come volendoli imparare a memoria. E probabilmente era proprio così.
Light gli circolò la vita con le braccia e iniziò a indietreggiare, i due inciamparono ma non spezzarono il contatto, finché le sue gambe non si scontrarono col letto. Ryuzaki non perse tempo e lo spinse; Light lo attirò con sé e atterrarono sul letto con un botto, Ryuzaki steso sul suo petto. Light lo guardò con occhi semichiusi, la visione delle sue labbra gonfie di baci e delle guance tinte di rosa era estremamente accattivante. Light si sollevò e disegnò con la lingua il suo labbro inferiore, le mani afferrarono l'orlo della t-shirt. La sollevò, scorrendo con la mano sulla sua schiena, e Ryuzaki rabbrividì. Si mise leggermente a sedere, ma solo per togliergli la maglietta, e lanciandola velocemente da qualche parte. Light fece scorrere le mani lungo il suo petto – sorprendentemente tonico -, poi lungo le spalle così da poterle fare terminare intorno al suo collo e trascinarlo in un altro bacio mozzafiato. In un certo senso era liberatorio, essere così vicini senza i limiti posti dagli indumenti fra di loro. La pelle di Light sembrava aver preso fuoco in ogni punto in cui entrava in contatto con quella dell'altro, e la sua spina dorsale era arsa da quella che sembrava corrente elettrica e che la trafiggeva. Il suo cuore, ovviamente, sembrava sul punto di esplodere, in senso positivo. Le uniche parole che aveva per descrivere quella sensazione erano un mucchio alla rinfusa nella sua mente ora crivellata di dopamina. Light fece scivolare la gamba fra quelle di Ryuzaki e fece incatenare le loro caviglie, la mano che si sollevava per afferrargli la spalla. Ryuzaki si accorse di ciò che stava facendo troppo tardi quando Light lo ribaltò abilmente e Ryuzaki si ritrovò sulla schiena, contro i cuscini. L'altro si sollevò sui gomiti, costringendo Light ad arretrare, "Dove hai imparato quella tecnica?" sussurrò, appoggiando la fronte contro quella di Light e fissandolo negli occhi, le sue labbra dolorosamente vicine.
"Non sei l'unico che conosce qualche trucchetto di arti marziali" Light gli rivolse un sorriso falsamente modesto prima di abbassarsi, il capo di Ryuzaki tornò a posarsi sulle lenzuola e il viso di Light si ritrovò a pochi centimetri dal suo. Ryuzaki infilò le mani nelle tasche dei pantaloni di Light. Light sorrise e gli catturò di nuovo le labbra con le proprie. Light non seppe dire per quanto tempo proseguirono, ma quando finalmente si separarono, il cielo dietro le finestre aveva cominciato ad adombrarsi e la stanza a oscurarsi. Per un po', si limitarono a rimanere sdraiati sulle lenzuola, Light sulla schiena e Ryuzaki raggomitolato al suo fianco, il capo sul petto, e le braccia di Light a stringerlo possessivamente. Non riusciva a immaginare nient'altro al mondo che, al momento, avrebbe potuto renderlo più felice.
"Light..." mormorò Ryuzaki contro la sua clavicola.
"Sì?"
Senza sollevare il capo, Ryuzaki sospirò, "Penso di amarti".

 

L

 

"Penso di amarti". Un momento. Alt. Non una mossa. Stop. 
Un momento. La parte del suo cervello che non aveva perso l'abilità del pensiero razionale si fece avanti. Stavano insieme esattamente da una settimana e tre giorni...non era un po' prematuro?
Il suo cuore vacillò per un momento, ma guardando Light negli occhi, si rese conto della verità delle parole che aveva avventatamente buttato fuori. Ryuzaki realizzò quando avesse sentito la mancanza di Light durante quella settimana, quanto Light avesse preso spazio nel suo cuore, quanto avrebbe fatto male lasciarlo andare.
"Penso di amarti anch'io..." gli sussurrò l'altro, e lo baciò sulla fronte, "No. So che ti amo anch'io" incontrò gli occhi di L con una tale determinazione che stranamente gli faceva venire voglia di piangere.
"Che cosa facciamo?" sussurrò L, "Light, i tuoi genitori mi odiano, presto ci diplomeremo..." lui sarebbe tornato in Inghilterra e sarebbe stato di nuovo L.
"Basta" disse l'altro bruscamente, "Ci penseremo quando sarà il momento" Light lo abbracciò con più forza e sospirò contento. L non era così rassicurato. Riusciva a dirgli che lo amava ma non riusciva a dirgli il suo vero nome? Che razza di casino era quello.
Il respiro di Light divenne presto lento e profondo, facendo capire a L che si era addormentato. Con estrema lentezza, L si districò da Light, il che fu effettivamente piuttosto difficile, considerato quanto si fossero intrecciati l'uno con l'altro. Dopo essere riuscito a scendere dal letto, una rapida occhiata intorno alla stanza gli rivelò dove fosse finita la sua maglietta. L la infilò e aprì la porta il più silenziosamente possibile, pregando ogni divinità immaginabile che Light non si svegliasse. 
Impercettibilmente, camminò lungo il corridoio fino in soggiorno dove sapeva di trovare Watari ancora impegnato a leggere il suo giornale. Senza dire una parola, crollò sul divano accanto a lui, gli occhi che fissavano tanto intensamente le ginocchia da perforarle, come al solito dopo essersele portate al petto.
"Lo amo" affermò L semplicemente, non c'era bisogno di preamboli.
"Lo so" replicò l'altro.
"Voglio dirglielo" L non dovette specificare cosa.
"Fa' pure" disse l'altro impassibile. 
L sollevò lo sguardo bruscamente, "Cosa vuoi dire con 'fa' pure'? Dirglielo? Così facilmente?"
Watari finalmente abbassò il giornale, "Beh, non vedo perché no"
L si limitò a fissarlo incredulo.
L'altro sospirò come se avesse cento anni e avesse visto quel genere di cose un sacco di volte prima di allora, "Tu lo ami, ed è una cosa meravigliosa. Ammetto che iniziavo a preoccuparmi per te. Non ricordavo l'ultima volta in cui avessi parlato con un altro essere umano, eccezion fatta per me, Roger e i ragazzi, ovviamente"
"Ma se mi sbagliassi? E se alla fine non siamo fatti l'uno per l'altro?" il suo cuore quasi si spezzò soltanto a pensare a una cosa simile, "Rivelargli le nostre vere identità potrebbe significare rischiare tutto"
"Me ne rendo conto" l'espressione di Watari si fece seria. "Ma quello che avete è speciale, e amare significa rischiare. Che vita sarebbe senza un po' di rischio?"
L rifletté sulle sue parole, e rivisse gli eventi che si erano succeduti da quando Light lo aveva condotto a quel superfluo giro per la scuola. Il suo petto si riempì di calore immaginando Light che gli sorrideva genuinamente davanti alla pila di compiti sparsi davanti a loro in biblioteca, L lo rivide mentre si concentrava in classe, il suo naso arricciato come faceva sempre quando era frustrato, la sua risata quando L faceva un commento sarcastico su Kiyomi, il calore delle sue mani, la sensazione delle sue labbra...
"Voglio solo vederti sperimentare un lieto fine" Watari lo destò dalla sua fantasticheria, e si alzò, spegnendo le luci mentre si dirigeva nella sua stanza, lasciando L da solo al buio con la sola compagnia dei propri pensieri.
Il giorno dopo, L si svegliò fra le braccia di Light, ricordando solo vagamente di esservisi tornato.
"Mmh" Light gemette appena, gli occhi che si aprivano intontiti, "giorno"
L sorrise, "Giorno"
Le braccia di Light si strinsero ulteriormente attorno a lui, e fece ritardare il momento in cui dovevano alzarsi. Dannazione alla scuola, sapeva tutto quello che veniva insegnato fin da quando aveva dieci anni. Nonostante ciò, Ryuzaki sapeva che Light non avrebbe ceduto il suo record perfetto di presenze, per quanto fosse allettante l'idea di trascorrere la giornata a letto a coccolarsi.
Presto, furono costretti a uscire dal letto e L si diresse in cucina per una tazza di the con un sacco di zucchero mentre Light si faceva una doccia veloce. Watari era in cucina come al solito, preparando quella che sembrava una omelette per la propria colazione e quella di Light. 
"Gliel'hai detto?" fu la prima cosa che Watari chiese a L mentre questi contava l'esatto numero di zollette di zucchero per il suo the. 
"Ho deciso di aspettare fino alla fine del caso" replicò L, facendo cadere esattamente sette zollette nella tazza fumante, l'ottava venne diretta nella sua bocca.
"Scelta saggia" Watari annuì e agitò la padella, le uova in fase di cottura si piegarono ordinatamente in una omelette perfetta, "Suppongo tu abbia un piano d'azione per portare l'indagine a una fine?"
"Sì, certo" replicò L, prendendo un cucchiaio per rimestare il suo miscuglio ora eterogeneo. "Userò Misa per fare uscire l'assassino allo scoperto esattamente un giorno prima rispetto alla data decisa insieme a Light, contatterò Aiber e Weddy per catturare l'assassino nel momento in cui agisce. Misa sarà relativamente al sicuro, e Light sarà lontano dalla scena, dove l'assassino non potrà fargli del male. Light e io ovviamente condivideremo il successo, come se entrambi avessimo contribuito allo stesso modo nel lavoro, ma non posso giustificare il fatto di metterlo in pericolo, soprattutto visto che l'assassino ha fatto delle specifiche minacce verso la sua sicurezza"
"Forse non hai abbastanza fiducia in lui?" Watari pose la prima omelette pronta in un piatto e iniziò a rompere altre uova in una scodella per la seconda, "Sono sicuro che sappia cavarsela, e ora che l'assassino ha minacciato direttamente lui, non pensi sia costantemente in pericolo?"
"Non se prima catturo questo verme" replicò fermamente, usando la parola preferita di Near per ciò che era schifoso e indegno.
"Gli stai anche negando alcune informazioni, e se decide di agire anche lui per conto suo? Senza tutti i pezzi del puzzle, potrebbe essere in pericolo maggiore rispetto a quanto sarebbe se gli avessi detto tutto"
"No" replicò stizzosamente, "Terminerò l'indagine senza metterlo in pericolo"
"Se lo dici tu" e con ciò, Watari tornò alle sue omelette e L al suo the, in quell'istante Light entrò in cucina, i capelli bagnati e leggermente disordinati.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: MaryFangirl