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Autore: mikyferro    04/09/2017    1 recensioni
Diana Verquez è una giovane fattrice presso la fattoria di famiglia. Un giorno conosce Conrado Romero, famoso avvocato. I due si sposeranno ma vivranno un matrimonio triste e infedele. La povera donna riesce a scappare dalle grinfie del marito trasferendosi a Londra. Di seguito conosce Harvie, un giovane uomo inglese. I due si innamoreranno perdutamente, anche se il passato di entrambi continua a tormentarli.
La storia è disponibile anche su Wattpad. Il mio nome utente è: iron_11
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Capitolo IV

La grande casa era una costruzione all'inglese ed era molto moderna. All'entrata, dietro la porta, c'era un grande attaccapanni in legno vicino al muro. Vi erano appesi un cappello e una lunga giacca. A destra era la cucina, ampia sala dove due domestiche, Carmen e Caterina, preparavano ogni giorno deliziosi pranzi. La cena, invece, veniva preparata dalla stessa Diana. Tendine di un blu mare, bordate d'un giallo ocra, s'incrociavano alle finestre. Da quelle stesse finestre ogni mattina entrava un fascio di luce che illuminava l'intera stanza. Sul suolo si stendeva un lungo tappeto verde scuro e giallo, mal teso. Accanto alla cucina si trovava il salone, la stanza più elegante. Sulla parete centrale della sala c'era un grande camino e sopra di esso era appeso un grande quadro in una cornice argento che ritraeva i due sposi. A fianco era presente una grande libreria con tutti i romanzi preferiti di Diana e qualche enciclopedia di Conrado. Non mancava il suo piccolo dizionario, amico di mille avventure! Al centro erano situati due grandi divani verdi su un grande tappeto. Infine nel locale era presente un grande lume accanto al camino, due grandi finestre quadrate con piccole tende, un tavolino, una scrivania e una tavola su cui mangiare. Insomma era la stanza in cui i due coniugi passavano la maggior parte del loro tempo. Al secondo piano c'erano due stanze: la prima era senza mobili; la seconda era la camera matrimoniale e aveva un grande letto di fine 700'. Vicino al letto c'era un grosso specchio che Diana usava per sistemarsi i capelli la mattina. Ad abbellire la stanza era un grosso comò situato vicino alla finestra costato un occhio della testa.

Una mattina di Giugno Diana stava leggendo nella veranda che affacciava all'enorme giardino. Cominciavano ad apparire i primi segni dell'estate, i frutti sugli alberi, l'aria divenne più calda e il cielo era limpido come il mare. Era sola in casa perché Conrado era a lavoro e le domestiche in città al mercato. Dopo aver letto il settimo capitolo di “La cugina Bette”, noto romanzo del poeta francese Balzac, si alzò e si dirisse nel salone illuminato dal sole. Si stese sul pavimento e restò lì a guardare il soffitto bianco. Chiuse per qualche istante gli occhi e pensò: alla sua infanzia, agli anni in convento, al funerale della madre, al giorno in cui conobbe Conrado e alle parole della contessa Sierra e della suocera. Si sentiva sola e molto triste. Forse avrebbe desiderato avere qualcuno a cui confidare tutto il suo dolore, la sua tristezza e il suo malessere. Questa tristezza nasceva dal fatto che viveva in una grande casa da sola. Cosi tanto cibo sprecato durante i pranzi, cosi tanti soldi buttati per mobili e abiti, e le venne in mente gli anni della crisi, quando mangiava solo brodo di cipolla.

Poi pensò alla domanda della contessa; non aveva ancora una risposta!

Una domenica mattina, giorno di riposo per il signor Romero, verso le nove del mattino, qualcuno bussò bruscamente la porta. Diana era avvolta da una vestaglia di cachemire bianco con nastri rosa, e i capelli sciolti. Era profumatissima; infatti era appena uscita dal bagno. La domestica aprì la grande porta ed entrò un uomo sulla quarantina, alto e biondo:era Crisotbal. Una volta entrato, si guardò intorno, sorridendo sotto i folti baffi gialli. Conrado era stupito dalla visita di suo fratello che, in gioventù, odiò cosi tanto.

- Qual è il motivo di questa visita?- domandò Conrado alzandosi dal divano.

- Sono venuto qui a vedere la tua nuova casa!- esclamò l'uomo sedendosi accanto a Diana.

La donna iniziò ad arrossire ma ad irritarsi perché il cognato la fissava in continuazione. Era un bell'uomo; biondo, alto, sorridente. Il contrario di Conrado che di impatto appariva un po' bruttino.

La visita durò qualche ora; il primogenito portò in dono una gallina. Voltò le spalle e sali sul suo bianco cavallo che, veloce come la luce, scomparve nella foresta.

La sera del giorno dopo, il cielo era piovoso; l'intero giardino divenne un'immensa piscina. Diana preparava la cena: la gallina in dono del cognato. Conrado se ne stava in salone a leggere un caso e a sorseggiare qualche bicchiere di vino della Francia. La cena si consumò in silenzio. L'uomo mangiò molto, a testa bassa. Diana parlò:

- Nel pomeriggio sono stata nella nostra stanza!

- Quindi?- disse Conrado a mezza voce.

- Quindi?! - disse furiosa – Ho letto una lettera della contessa Sierra, domani andate a cena!

- Quindi?-

- Smettila di dire “quindi”! - gridò. - Sono tua moglie e devi portarmi rispetto -

Conrado, stufo delle chiacchiere della moglie, si alzò e si dirisse in camera. Diana continuò:

- Domani non andrai - Conrado con aria spavalda e furiosa, scaraventa il lume vicino al camino sul suolo gridando che non doveva dargli ordini.

- Verrò anch'io! - disse rialzando il lume ormai rotto.

- Non se ne parla proprio! Smettila di fare la moglie amorosa! Non ci amiamo! -

- Allora perché mi hai chiesto di sposarti?- interruppe lei. Conrado sospirò e non rispose.

Dopo la breve litigata, Diana uscì dalla villetta e andò sulle sponde del fiume. Con la luce della candela, illuminò l'acqua fresca. Intravedeva i piccoli pesci che nuotavano in quell'acqua limpida. Tutto era muto e buio. Osservò la sua immagine nell'acqua; triste, sola e furiosa. La cena di domani con la contessa, avrebbe distrutto il loro matrimonio, avrebbe fatto aprire gli occhi a Conrado. Per una stupida cena tutto ciò che le circondava sarebbe crollato: la casa, la campagna. La sua immagine ricca e benestante sarebbe sprofondata. Ora aveva la risposta alla domanda di Miranda: Lei non amava Conrado ma l'aveva sposato solo per interesse.

   
 
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