Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Lucy_susan    05/09/2017    1 recensioni
"Ricordi cosa è successo due anni fa? Io c'ero ed è stato orribile" si lamentava una donna in abito blu intenso.
"Oh, puoi ben dirlo cara, ma questa volta la regina ha giurato di sapersi controllare" rispose un uomo al suo fianco.
"Se non c'era riuscita in ventun anni, come può sperare di aver raggiunto un risultato dopo soli altri due anni?" intervenne un ometto mingherlino che, nel suo abito verde foglia coronato da medaglie e spillette, sembrava ancora più piccolo.
Nel frattempo erano tutti entrati nell'atrio e aspettavano di essere presentati per poter prendere effettivamente parte alla festa nella sala da ballo e continuare la conversazione.
Un cameriere in livrea stava tutto impettito ad un lato della porta e chiedeva ad ognuno il nome.
"Come devo presentarvi?" Chiese ad Hans.
"Sono il conte Marc Cantelle, figlio del duca di Chantelier" rispose prontamente il rosso.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Hans
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7. La vendetta è compiuta

Non era ancora entrata nella camera, ma dallo specchio opposto al letto aveva una visuale molto ampia dell'interno. Un’atmosfera tetra regnava nella stanza grazie alla fioca luce di una candela sul tavolo accanto alla finestra. Le tende rosse del letto a baldacchino non erano state tirate, perciò Elsa poté distinguere con moderata certezza a chi apparteneva il corpo sul letto. Non lo capì subito, i capelli erano diversi, le basette sparite, i lineamenti più asciutti, ma quando lei aveva detto quella frase il viso si era alzato a guardare la porta e lì l'aveva vista. Una scintilla spaventosa aveva acceso l'occhio sano, un baluginio d'odio puro aveva attraversato l'iride verde mentre il coltello che aveva in mano risplendeva della luce del fuoco della vendetta. Mai aveva provato sensazione peggiore e mai si sarebbe sognata di provarla. Lei, la regina del ghiaccio e della neve, era congelata dalla paura. Il sangue aveva smesso di scorrerle nelle vene mentre il cuore batteva all'impazzata cercando disperatamente di scaldarle le membra. Sulla porta ancora attaccata alla sua mano comparvero cristalli di ghiaccio sempre più grandi e le sue mani si fecero sempre più fredde. Il suo cervello non rispondeva più ai segnali del corpo tanto era congelato lui stesso ed Elsa non capiva più quanto di tutto questo gelo era colpa sua o solo immaginazione. Non si accorse nemmeno di stare trattenendo il respiro tanto era impegnata a chiedersi come Hans era potuto entrare lì, nel suo castello, senza che lei se ne accorgesse. Non aveva idea di che cosa fare, era presa dal panico perché sapeva che quel giorno il rosso non avrebbe avuto nessuno a impedirgli di ucciderla.

"Che c'è regina di Arendelle, avete paura del fuoco?"

Quando sentì la sua voce tutti i ricordi riaffiorarono nella sua mente come una sorgente sotterranea che esplode dal sottosuolo. Davanti a lei comparve Anna, quella dolce, premurosa e gioviale come non l'aveva vista da lungo tempo che le chiedeva di sposare il ragazzo dietro di lei. Ad una occhiata se ne era innamorata: i capelli come fuoco vivo, gli occhi color corteccia, il portamento fiero degno di un principe. Perché dirle di no altrimenti. Riprovò tutte le emozioni di quei giorni: era fuggita con la disperazione nel cuore per non farsi vedere da lui, che sarebbe sicuramente fuggito da lei. Poi il suo tradimento, arrivato come una pugnalata dritto nel cuore della regina che quasi l’aveva uccisa e l'ultima immagine che la sua mente le mostrò fu quella di un uomo che ormai non amava più con la spada alzata al cielo che tentava di ucciderla.

Aprì infine la porta e si erse in tutta la sua figura, esile, nel vestito bianco, ma fiera e risoluta. Ecco la vera regina di ghiaccio, non quella che si era quasi fatta ammazzare due anni prima.

Hans la guardava sorridendo steso sul letto, rigirandosi il pugnale tra le dita, ansioso di compiere la sua vendetta. Non c'era alcuna fretta per adesso.

"Hans, così ti chiami vero?"

La sua voce risuonò lontana come non fosse stata lei a decidere di parlare.

"Sono sicuro che non te ne sei dimenticata" replicò glaciale.

"Hai cambiato arma? Dov'è la tua spada?"

"Qui in cintura" e mostrò l'elsa decorata.

Un brivido percorse la spina dorsale della donna che avrebbe ceduto sotto il peso di quelle emozioni se non fosse stato per il terrore che la paralizzava nella sua posizione eretta.

Hans si mosse e scese dal letto con un frusciare leggero di coperte.

“Non temere” disse quasi in un sussurro, “questa volta non fallirò.”

Camminò lento per la stanza fingendo di interessarsi ora ai tendaggi, ora alle decorazioni sul tavolino di legno andando blaterando critiche ironiche che la regina non sentiva nemmeno. Continuava a fissare il pugnale che aveva in mano e che si faceva sempre più vicino, minaccioso e fatale. Per un attimo fu tentata di girarsi, uscire dalla stanza e correre lontano da lì, ma non poté perché Hans era già troppo vicino. Così vicino che poteva sentire il calore del suo corpo e il suo respiro farsi impaziente. Gli occhi non potevano non guardarsi, anche se la regina avrebbe voluto chiuderli sperando fosse tutto un brutto sogno. Non lo fece. Resistette alla tentazione di mostrarsi debole ancora una volta e sfoggiò lo sguardo più glaciale che riuscì a ricordare: quello di suo padre quando aveva impugnato lo scettro ed era stato incoronato.

Hans le prese il mento tra le dita della mano libera e portò i loro visi a sfiorarsi.

"Mi dispiace, avevo già progettato torture inaudite per te in questi due lunghi anni passati in prigione."

Appoggiò il freddo metallo sulla carotide scoperta della regina terrorizzata. Questa deglutì invano.

“Ma non ho tempo per queste smancerie, devo tentare di non essere catturato. Mi accontenterò di ucciderti con questo."

Il viso dell'uomo si distorse in un'espressione d'odio e godimento insieme. Lasciò il mento di Elsa e con una lentezza disumana scese col pugnale lungo tutta la lunghezza del collo, attraversò il petto e si fermò all'altezza del cuore. Alzò l'impugnatura lasciando solo la punta a contatto con la pelle chiara.

"Un ultimo desiderio, sua Altezza?"

Che cosa doveva fare ora? Ciò che avrebbe riassunto meglio tutta la situazione sarebbe stata sputargli in faccia al quel bastardo traditore, ma la gola era troppo secca.

Poteva vomitargli una frase sprezzante e piena d'odio, ma non riusciva a parlare tante erano le emozioni che le bloccavano le corde vocali. Quindi, fece la cosa più inaspettata e inappropriata del momento perché condannò se stessa e la sua vita, ma sperò che fosse quella giusta. Si sporse in avanti verso il suo viso mentre il coltello le perforava la carne saldamente stretto tra le dita di Hans e usò quel poco di amore che le era rimasto per perdonarlo. Così, prima che il cuore fosse trafitto dal pugnale, lo baciò. Fu un breve momento in cui le labbra si toccarono e lei riuscì a sentire quel sapore tanto bramato e mai assaporato.

Fu tutto talmente inaspettato che Hans non riuscì a pensare a nulla, la uccise solo perché rimase fermo. Anche lui sentì le sue labbra fredde e leggere poggiarsi sulle sue. Sapevano d’inverno e gli ricordarono le feste passate al castello con i suoi fratelli, il camino che riscaldava la stanza, i regali ancora da scartare, i giochi nel giardino.

Soffrì, ma durò un istante. Si staccò da lui e l’uomo fissò il suo sguardo con terrore. Aveva gli occhi spalancati, azzurri come un cielo senza nuvole e la mascella contratta tradiva il suo dolore. Un’ondata di potere si liberò dal suo corpo distruggendo tutte le sue creazioni.

Nel giardino della reggia si udì lo schianto della statua e gli invitati nella sala corsero al riparo sotto i tavoli o dietro le sedie. Sul monte solitario e inalterato da tempo il castello si frantumò come un palloncino pieno d'aria a contatto con la punta di uno spillo. Tutto ciò che aveva fatto fu distrutto quando respirò per l'ultima volta.

Nel silenzio che ora pervadeva la città, nella stanza della principessa, Hans aveva ancora il pugnale in mano e la regina a pochi centimetri. Avrebbe voluto baciarla ancora, ma il corpo ormai morto si avvicinava lentamente al pavimento. La lama uscì dalla sua carne bianca con un rumore orribile lasciando un segno netto e profondo e la regina si accasciò a terra senza quasi farsi sentire. Hans rimase paralizzato mentre il sangue dalla lama gocciolava sporcando il vestito della morta. Una pozza di sangue si allargava intorno al suo petto. Ora era tutto finito. Aveva ucciso la donna che l'aveva fatto soffrire per così tanto tempo ed era durato un istante. Aveva compiuto la sua vendetta e non appena realizzò l'accaduto, una gioia malsana lo pervase. Il cuore cominciò a battere più velocemente del normale, ma questo compiacimento non durò a lungo.

Nel corridoio Anna camminava insieme alle guardie verso la sua stanza conducendole dove promesso. Ad ogni svolta si fermava per prendere tempo e dare così la possibilità ad Hans di compiere il delitto. Dopo un momento di esitazione alla rottura della statua fuori di lì, aveva trascinato tutti verso la sua stanza dove sapeva si era consumato l’omicidio. Doveva agire in fretta per non permettere ad Hans di scappare. Si fermò davanti alla sua porta e alla luce delle torce vide Hans ancora in piedi e il corpo di Elsa riverso a terra. Una pozza di sangue rosso scarlatto si era allargata sotto il fianco della regina e le aveva inzuppato il vestito.

Anna lanciò un grido e coprendosi la bocca con la mano si appoggiò a terra. Strane sensazioni si mescolarono nel suo stomaco. L’odore del sangue si fece pungente e le sue narici non potevano non inspirarlo, ma lei non lo sopportava. La gioia si unì al rigetto. La felicità di aver catturato Hans prima che potesse scappare e di essersi finalmente liberata di sua sorella si mescolò all’orrore della scena e del sangue così copioso.

Anche le guardie erano paralizzate, ma al grido di Anna si riscossero ed entrarono come carri armati nella stanza. Presero Hans ancora compiaciuto e lo portarono nelle segrete lasciando la principessa sola. Quando se ne furono andati dalla sua faccia svanì l’espressione terrorizzata che aveva mascherato i suoi veri sentimenti. Si avvicinò lenta al corpo e sorrise alla regina, pallida più che mai.

“Anche i più potenti alla fine cadono. Pensavi di avermi in pugno, ma ero io che ti tenevo al giogo. Ora mi sbarazzerò anche di Hans e rimarrò libera e felice."

Una risata estranea uscì dalla sua gola lasciando inquietudine nell’aria, ma, quando le ancelle arrivarono a portare via il corpo, si era già dissolta mescolatasi con le urla di Hans che veniva portato a forza nelle prigioni.

 

AdA:

Ciao a tutti!! Ed ecco consumato il delitto più atteso di questa storia. Che ne pensate del capitolo? Lo so che magari non è lunghissimo, ma in compenso è molto denso di emozioni. La pensata di Anna di arrivare per cogliere Hans con le mani nel sacco secondo voi è realistica? Spero di essere riuscita a renderla il più verosimile possibile.

Non vedo l’ora di leggere le vostre recensioni, voglio sapere tutto ciò che avete provato leggendo questo capitolo;)

A presto,
Lu_Sue;P

  
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