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Autore: Biker    05/09/2017    1 recensioni
Quando dolore e odio segnano il passato e il futuro. Ma l'amore non tarda ad arrivare
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Ataru Muscle, Kevin Mask, Nuovo personaggio, Robin Mask, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sono nei corridoi dello stadio, nuda e ferita. Il mio corpo trema ancora di rabbia. L'odore del sangue mi fa girare la testa, ho conati di vomito. Mi accascio a terra. Sento che sto per perdere i sensi. La testa è sempre più pesante. Non riesco a reagire. È tutto così distante. Chiudo gli occhi. All'improvviso due mani mi raccolgono da terra. Vengo coperta. Questo odore, lo riconosco. È il suo. Mi lascio trasportare, mi stringo tra le sue braccia e crollo in un sonno profondo. Mi sveglio, resto immobile sul letto con lo sguardo fisso nel vuoto. Mi sento stordita come se avessi dormito mesi. Riprendo piena coscienza di me. Perlustro la stanza, è fantastica, immensa. Ma dove mi trovo? Le pareti sono affrescate e hanno rifiniture in oro, il letto e grandissimo con tende di seta che cadono leggere ai lati, c'è un enorme vetrata da cui entra una luce che riscalda tutta la stanza. Sto sognando. Mi alzo, ho le vertigini mi giro in torno con lo sguardo. È tutto così irreale. Ad un tratto lo vedo, è seduto vicino al letto ed io non l'avevo notato. Sono nuda con le mie cicatrici adesso. Ormai nascondersi non serve più a niente. Lui mi ha vista, tutti mi hanno vista. «dove sono?» «a casa mia. A Londra. Hai perso i sensi e sei rimasta addormentata per un bel po'» La porta si apre, il Sergente. Anche lui qui? È chiaro vogliono sapere « è una lunga storia ed io non ho voglia di parlarne.» « noi siamo i tuoi sensei, possiamo aiutarti se ci dai la possibilità di farlo» «-non potete aiutarmi, nessuno può, solo io.» guardo Robin. Ho paura che tutto sia cambiato ora, che mi veda con occhi diversi. Non volevo che conoscesse questa parte di me. Il Sergente capisce e va via. Siamo solo noi due, di nuovo. « è per questo che non venivi mai a cercarmi.» « come potevo! Guardami! Faccio schifo! Tu staresti con una come me, in queste condizioni? Acceteresti tutto questo?» lo dico urlando. Lui resta impassibile. «smettila di fare così e parla!» si alza di scatto, per un momento ho paura, non so perché. Si avvicina ma reggo il confronto, mi prende e mi porta a sé. Mi sussurra all'orecchio « cosa ti è successo? Dimmelo fidati di me» « tu non sai cosa mi stai chiedendo, di quanto sia difficile per me. Dietro queste cicatrici c'è un passato» piango, non riesco più a trattenerle« nessuno doveva sapere e adesso...» mi asciuga le lacrime « raccontamelo. Raccontami il tuo passato.» « è troppo difficile. Non voglio. Non ora, dammi tempo. Devo prima accettarlo io per permettere a gli altri di farlo» « forse se trovi qualcuno che riesca a farlo può aiutare te ad accettare te stessa perché, in fondo, il nostro passato è quello che siamo oggi» non ci avevo mai pensato. Mi stringe più forte tra le sue braccia. Sospiro, passano interminabili secondi, provo a parlare più volte ma la voce mi si blocca. Respiro ancora e ancora. Prendo coraggio, chiudo gli occhi e incomincio senza fermarmi « quando avevo 5/6 anni un uomo mi ha molestato. Era una persona molto vicina. Aveva la tua età all'ora. Sono cresciuta vicino a lui. Non ha continuato per molto a otto anni a smesso. Ho vissuto in un contesto disagiato economicamente. Mio padre era un po' violento con mia madre. L'ho visto alzargli le mani ogni tanto. Litigavano spesso. Abbiamo traslocato molte volte per sfratto. Mio padre non lavorava sempre quindi c'erano periodi in cui mangiavamo poco o peggio in alcuni giorni niente. Ho incominciato a tredici anni, poi ho perso il controllo e non ho più smesso. Mi faceva e mi fa stare bene. In un attimo il mio corpo era pieno. Incominciavo ad avere schifo ogni volta che mi guardavo allo specchio. Volevo smettere ma non riuscivo. A diciotto anni dopo un litigio con mia madre ho provato a siucidarmi. Non so cosa mi abbia fermata. Allora ho deciso di andare via, di cambiare la mia vita. Ma il mio dolore si era trasformato in odio così decisi di entrare tra i cattivi però poi ho pensato che avevo vissuto sempre in quel modo e cercare l'odio mi avrebbe dato altro odio così cambiai idea e venni fra voi. Volevo imparare ad essere forte. Per questo nessuno può aiutarmi. Devo essere io a farlo. Devo superare tutto ciò che è negativo verso gli altri e verso me stessa. E dopo tutto quello che mi è successo non posso nasconderti che ho un opinione negativa su vuoi uomini. Allora tu penserai: perché dopo tutto questo stai con me? Beh in realtà non sono ancora sicura però, pardossalmente, con te mi sento al sicuro. Mi trasmetti calma. È la prima volta per me, in tutti i sensi. Non mi sono mai fidanzata.». Lui è rimasto in silenzio per tutto il tempo ad ascoltare. « non dire niente a nessuno. Prometti» « Certo, non temere piccola. Resterà tra noi.»
   
 
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