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Autore: EmLy28    06/09/2017    0 recensioni
Louis significa "combattente", colui che cade, ma che ogni volta si rialza, sempre più forte di prima. Eppure non sembra essere così, almeno per lui. Per Harry invece è il ragazzo più forte che abbia mai incontrato...semplicemente ha solo bisogno di qualcuno che abbatta quel muro, con cui si è sempre protetto e far di lui il combattente che è, aiutandolo a costruirsi un'armatura. Harry ne sarà in grado?
"Si decise che doveva buttare giù quel dannato muro che lo divideva da Louis, che avrebbe fatto di tutto, perchè dietro un muro non si può stare da soli o prima o poi, il muro crollerà insieme a te. "
"-ti fidi di me?- gli chiese Louis, non staccando il contatto. Sembrava che i loro sguardi si fossero ancorati.Nessuno poteva rompere quell'atmosfera magica che si era creata, nemmeno le sue paure infondate. Come poteva avere paura lui e Louis no? Con tutto quello che aveva passato, non avrebbe dovuto nemmeno avere la forza di farsi toccare di nuovo, eppure eccolo li, il più coraggioso tra loro. Un guerriero.
-mi fido di te- sussurrò."
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Louis entrò nel camerino dopo che Lyana aveva decretato che gli abiti andavano bene.

Appena uscì, lo fece accomodare ad una sedia di fronte allo specchio.

-ora dobbiamo fare delle foto di prova, che verranno analizzate. Ma prima, dobbiamo sistemare questa...poltiglia- gli spiegò, trovando il termine giusto, toccando i capelli.

-ehi! Io adoro i miei capelli- esclamò lui, cercando di difenderli.

-ti adoreranno anche loro dopo un bel taglio- e così dicendo, fece un cenno alla ragazza di fianco a lei, che subito prese in mano forbice e pettine.

Nel mentre Harry era seduto a godersi tutta la scena, ridendo sotto i baffi.

-e tu non ridere, che se no ti faccio rasare,così togliamo un grosso problema- Lyana si riferiva a tutto il tempo che le ragazze ci mettevano per rendere guardabili i suoi ricci ribelli.

Harry spalancò la bocca, sorpreso da quella frase. - i miei ricci non si toccano!- dichiarò, incrociando le braccia. La donna si allontanò ridendo, non realmente intenzionata a toccare i capelli di Harry.

Quando fecero alzare Louis, lui si girò verso Harry. Gli stava chiedendo con lo sguardo come stesse, ma il riccio era troppo impegnato ad osservare ogni minimo dettaglio, che non riusciva a connettere il cervello con la lingua.

Ora aveva una pettinatura delineata, niente più capelli scompigliati, ma corti ai lati e il ciuffo tirato all'indietro col gel. Gli avevano tolto la barba e sembrava molto più giovane. E poi, vederlo con i vestiti che aveva scelto lui stesso, era un'emozione fantastica.

Harry si schairì la voce. - s-stai molto bene- mormorò.

Louis sorrise dolcemente, per poi andare verso Lyana, che lo stava chiamando.

Finalmente era il momento delle foto.

La donna lo fece accomodare al centro del telo bianco, dicendogli di rilassarsi e di guardare semplicemente verso l'obiettivo.

Harry notò il leggero tremolio delle mani di Louis, così si avvicinò il più possibile alla zona foto.

-respira- gli sussurrò. Il ragazzo si voltò con uno scatto verso di lui, sorpreso che fosse li.

-respira- gli ripetè, facendo il gesto di inspirare ed espirare.

Louis eseguì, per poi guardare verso la macchina fotografica.

-okay, ora alza le maniche della maglietta e metti questa leggermente all'interno dei pantaloni- cominciò ad istruirlo Lyana, mentre continuava a scattare.

-Harry, potresti aiutarlo con le pose- non era una domanda, ma un ordine, che il riccio subito eseguì.

Gli fece vedere come mettere la mano destra sui pantaloni, per poi spostargli indietro il piede sinistro. All'inizio Louis indietreggiava ad ogni tocco del più alto, ma poi cominciò a rilassarsi.

-prendi la sedia li a lato- gli ordinò Lyana.

Louis la mise al centro, per poi aspettare che Harry gli facesse vedere che fare.

Continuarono così per quasi un'ora, poi la donna esclamò la fine e tutti si ritirarono.

Harry accompagnò Louis in bagno, per darsi una rinfrescata.

-non me l'aspettavo così- disse dopo essersi asciugato il viso.

-così come?-

-così...stressante, ma allo stesso tempo gratificante- gli spiegò.

-gratificante?- chiese dubbioso Harry. Lui non trovava nulla di gratificante a stare li ad eseguire gli ordini.

-si, vedere gli altri intorno a te che lavorano per rendere al meglio la tua figura, la luce dei flash che ti colpiscono gli occhi, che ti fanno capire che quella foto sarà apprezzata da tutti, gli abiti che indossi che costano più di quello che immagini-

Harry in quel momento capì che Louis era nato per lavorare in quel mondo, per stare sotto ai riflettori ed essere amato da tutti. Lui non era così, odiava i flash che lo accecavano e le ragazze che continuavano a toccarlo erano fastidiose, per non parlare dei vestiti che gli obbligavano ad indossare. No, lui amava essere libero, girare per la città quando e come voleva. Se avesse voluto andare a prendere il pane in costume a dicembre, avrebbe voluto poterlo fare e non pensare che le persone avrebbero potuto riconoscerlo e rovinargli la carriera. No, non aveva mai voluto tutto questo.

-andiamo a vedere le foto- gli disse Harry, uscendo dal bagno ed andando alla postazione dei computer, con Louis al seguito.

-eccovi qui!- esclamò Lyana. - ho già visionato velocemente le foto e devo dire che hai del potenziale Louis, vieni qui- gli disse indicando la sedia affianco a lei.

Guardarono assieme le foto, Harry si era posizionato dietro le sedie,con le braccia appoggiate ad esse.

Quando finirono, la donna si voltò verso Louis.

-devi dimagrire tre o quattro chili e le occhiaie devono sparire- gli disse.

Harry guardò Louis: non gli sembrava che dovesse perdere chili, stava bene così.

-quindi...?- chiese Louis. La donna non gli aveva dato ancora una risposta definita, ma solo istruzioni.

-tra tre settimane parti con me ed Harry in Italia. Nel frattempo verrai qui due volte a settimana-

Louis la ringraziò e la salutò, anche se non sembrava molto convinto, per poi andarsi a cambiare e raggiungere Harry che l'aspettava davanti all'ascensore.

-contento?- gli chiese Harry.

Lui annuì. - forse un mio sogno si avvererà-

-e quali sono gli altri?-

-più che sogni sono illusioni- sussurrò, abbassando lo sguardo e guardandosi le punte delle scarpe. Harry preferì non aggiungere altro, non sapeva che dire, come tirarlo su di morale, così stette in silenzio.

Presero il primo pulman che passò ed arrivarono a casa che era quasi ora di cenare.

Appena Harry aprì la porta, venne travolto da Phoebe, che si attaccò ad una sua gamba.

-Harry!- esclamò contenta.

-ciao piccola! Avete fatto merenda?- le chiese.

-si, hanno mangiato le pesche- rispose per lei Gemma, che uscì dalla cucina.

-Daisy?- chiese Louis.

Il sorriso sul viso della sorella morì. - Daisy è in camera di Harry a sfogliare un libro...credo che io le stia antipatica..- disse sospirando.

-oh no!- esclamò Harry. -Daisy è fatta così- alzò le spalle. - con me ci è voluta una giornata intera ed un pianto per farla avvicinare-

-hai pianto?- chiese Gemma.

-non è il momento!- rispose lui subito, arrossendo subito in volto. Sua sorella non era un problema, l'aveva visto così tante volte piangere che ormai non cercava neanche più di nascondersi, era Louis il problema, non voleva sembrare debole davanti a lui.

-vado a prenderla- annunciò Harry, così da uscire da quella situazione. Phoebe corse dal fratello, che la prese in braccio. -siete state brave?- sentì chiedere, prima di aprire la porta di camera sua.

Daisy era sdraiata sul letto, con un libro tra le mani, ad osservare le immagini e forse a provare a capire quei strani scarabocchi neri.

-ehi piccola- la salutò Harry. La vide sussultare, ma quando lo riconobbe si calmò.

Si sedette sul letto. -che stai leggendo di bello?- le chiese. Aurora era arrotolata di fianco a lei, con la testolina appoggiata alla zampina nera e gli occhi chiusi.

Lei non gli rispose, ma prese in mano il libro e si andò a sedere sulle gambe di Harry, appoggiando la testolina sul suo petto.

Lui la circondò con le sue braccia e dopo averla cullata un po', appoggiò le mani sulle sue piccoline.

-vuoi che ti legga la storia?- le chiese. Rimaneva sempre sorpreso quando Daisy si apriva con lui. Aveva notato che non era una bambina di molte parole e che non si fidava della gente. Ma era sempre in cerca di coccole e sicurezza con quelle che conosceva.

Forse perchè ha casa mancano,pensò riferendosi sopratutto alla sicurezza. Certo, Louis sembrava il fratello perfetto, ma come poteva controllare tutto a casa?

La piccola annuì, per poi acoccolarsi meglio al suo corpo.

Harry lesse finchè qualcuno non aprì la porta.

-che fate qui?- chiese Louis, guardando Daisy.

-stavamo leggendo- gli rispose con voce fioca.

-dobbiamo andare a casa Daisy, abbiamo disturbato abbastanza-

-ma la cena?- saltò subito Harry.

-mangeremo qualcosa sul treno, dobbiamo andare- prese Diasy in braccio, che si lamentò.

-potreste rimanere qui per la notte- propose all'improvviso il riccio. Non sapeva il perchè, ma non voleva che se ne andassero così presto.

Louis scosse forte la testa. -assolutamente no. Dormiremo a casa-

-ma Lyana ha detto che devi far scomparire le occhiaie e se vai casa, ora che metti a letto loro, sarà tardi- cercò di convincerlo, ma lui scosse la testa di nuovo e alzò le spalle.

-come ogni giorno Harry, non cambia nulla-

-allora perchè non provare a cambiare?-

** *

-non voglio andare a casa!- urlò Daisy, scendendo dalle braccia di Louis e fiondandosi in quelle di Harry.

Louis sospirò. - non un'altra volta- borbottò, riferendosi a quando Phoebe non voleva scendere dalle spalle del riccio.

-domani mattina Phoebe ha una visita per l'allergie e non posso- spiegò ad Harry. - Daisy, vieni-

lei scosse forte la testa, per poi affondarla nel petto del ragazzo, che non sapeva come reagire. Non era abituato a quelle situazioni e non sapeva come fare con un capriccio di una bambina.

-Daisy!- la richiamò Louis. Si avvicinò a lei e provò a prenderla in braccio, ma lei scoppiò a piangere.

-ho detto che non voglio casa!- esclamò tra i singhiozzi. -li bua! Non voglio!-

Louis sussultò a quelle parole, per poi indietreggiare ed abbassare lo sguardo.

Harry capì cosa intendeva la bambina e sentì una stretta al cuore.

-ascolta..- cominciò a bassa voce. - tu va a casa con Phoebe, Daisy può rimanere qui per stanotte- appena gli venne in mente quella soluzione, la disse. Non gli dispiaceva tenere la bambina per una notte e poi, non sarebbe riuscito a lasciarla tornare in un posto dove non stava bene.

il ragazzo annuì debolmente: quelle parole uscite dalla bocca della bambina, l'avevano completamente buttato giù. Non poteva certo obbligarla a tornare a casa dopo quella confessione.

-nel borsone c'è un cambio, l'avevo messo nel caso si fossero sporcate...falle lavare i denti e leggile una storia, se no non si addormenta- disse senza aver il coraggio di guardarlo negli occhi. -domani verrò a riprenderla-

-no!- esclamò Harry. -domani non lavoro, posso portarla io, così ho una scusa per disturbare Niall- sorrise, cercando di rallegrare l'atmosfera, ma inutilmente. Louis sembrava aver perso il sorriso che aveva tenuto per tutto il giorno e aveva un gran desiderio di alzarsi ed abbracciarlo, ma sapeva che non sarebbe stato gradito.

-grazie- sussurrò lui, per poi uscire dalla stanza senza salutare Daisy, che ancora piangeva stretta al petto di Harry.

Cominciò a cullarla. -shh, basta piangere piccola- le disse in un orecchio. -oggi dormiremo insieme! Sei contenta?- le chiese, portando dietro all'orecchio una ciocca di capelli che le copriva il viso.

Sentì dalla stanza affianco Louis che discuteva anche con Phoebe, che come la sorella non voleva tornare a casa, ma per altri motivi, tra cui Gemma che le stava acconciando i capelli.

Poi una piccola figura entrò nella stanza e saltò sul letto.

-ciao Harry! Io vado a casa, mentre Daisy rimarrà qui! Ma Boo mi ha promesso che la prossima volta faremo il contrario!- esclamò felice.

Lui annuì. -già, non posso tenervi entrambe. Allora preparerò una serata con pop-corn e cartoni, okay?- le chiese sorridendo, alzando la mano.

-okay!- schiaffò la manina sulla sua, per dargli il cinque. -a domani Daisy!- salutò la sorella, dandole un bacino sulla fronte, per poi raggiungere il fratello.

Quando sentì la porta d'entrata chiudersi, capì che se n'erano andati.

-andiamo a preparare la cena?- chiese al corpicino che finalmente aveva smesso di tremare. La piccola annuì, per poi agrapparsi al collo del riccio, per farsi portare in cucina.

Se ripensava a quando l'aveva vista per la prima volta, non avrebbe mai immaginato che si sarebbe attaccata così a lui, perfino da fidarsi a dormire un'intera notte ed a preferirlo a suo fratello.

-dopo mi spieghi eh- disse Gemma appena entrò in cucina, accennando a Daisy. Harry annuì, per poi appoggiare la bambina sul tavolo.

-cosa vorresti mangiare? Prepariamo quello che vuoi!-

-pizza!- esclamò sorridendo.

-e pizza sia! Gem, ci serve una mano!- urlò verso la sala.

** *

quando Harry infornò la prima teglia, la cucina ormai era completamente bianca. A metà lavoro Gemma gli aveva lanciato una manciata di farina e così anche Daisy, arrivando ad una vera battaglia di farina. Harry aveva scosso la testa come sua ultima mossa e i ricci, che erano impregnati di farina, avevano sporcato dalla testa ai piedi la piccola. Daisy non smetteva di ridere e ad Harry non poteva fregare della fatica che avrebbe dovuto fare per pulire la cucina, voleva solo regalarle sorrisi.

Dopo poco le risate si spostarono in bagno, dove Gemma cercò di togliere la farina dai capelli di Daisy, mentre la piccola continuava a sfuggirle, soffiandole la schiuma in faccia.

Si era lasciata andare anche con Gemma e lei ne era davvero entusiasta. Harry non aveva mai visto Daisy così vivace e sperò che anche a casa sua fosse così. Si, perchè quella frase che dal fuori poteva sembrare un semplice capriccio, aveva colpito Harry nel profondo. Daisy sembrava quella più coinvolta nella situazione familiare e forse questo suo carattere molto chiuso derivava proprio da questo. Lei era più sensibile di sua sorella ed Harry mise in dubbio che poteva anche essere stata protagonista di uno dei momenti bui di suo padre.

-la pizza è pronta!- esclamò.

Sentì dei passi veloci avvicinarsi e Gemma e Daisy entrarono sorridenti in cucina.

-eccoci qui! Pulite ed affamate!- Gemma si sedette al suo solito posto, mentre la bambina prese posto affianco ad Harry.

-hai capelli bianchi!- fece notare Daisy, indicandogli il suo ammasso di ricci.

Harry rise. - e chi è stato? Dopo mi farò una doccia!-

mangiarono tutta la pizza. Daisy non perdeva occasione di ripetere che era buonissima e che l'avevano fatta loro insieme. Finito, Gemma la portò a guardare un po' di tele, accoccolandosi con lei sotto una coperta, mentre Harry si andò a lavare. Prima di tornare da loro, prese in mano il cellulare e chiamò Louis. Sicuramente voleva sapere come stesse andando e poi, Harry voleva anche essere sicuro che stesse bene.

-pronto?- rispose dopo poco il ragazzo.

-com'è andato il viaggio?-

-siamo tornati da poco, Phoebe non smette di correre in giro per casa- sospirò. Si sentiva che era esausto. -li come va?-

-tutto bene, abbiamo fatto la pizza e mangiato. Ora è sul divano insieme a Gemma a guardare la tele- gli raccontò. - è tranquilla- aggiunse, sospettando che la successiva domanda sarebbe stata riguardo a come stesse.

-mi dispiace disturbarti così tanto...Daisy dovrebbe essere una mia responsabilità-

-sei suo fratello, è giusto che ti preoccupi per lei e che le stai dietro, ma la responsabilità che hai non è da fratello, ma da genitore- provò ad incominciare quel discorso. Avrebbe voluto sapere la storia e la situazione dal suo punto di vista, se poteva in qualche modo aiutarlo o solo confortarlo.

Ci furono dei secondi di silenzio. - non dovresti interessarti di questa questione, riguarda la famiglia- disse con tono freddo, troncando ogni iniziativa di Harry.

Se fosse stata un'altra persona, il riccio avrebbe chiuso la chiamata dopo avergli dato piena ragione, ma si trattava di Louis e da come stava imparando a gestirlo, non era il momento di lasciargli l'ultima parola.

-Daisy si è messa a piangere perchè non voleva tornare a casa, e non per un capriccio, davanti a me. Ora è a casa mia e sta bene, non dico che mi riguarda, ma interessa anche a me sapere che sta succedendo- disse serio. Non aveva accennato di saper già qualcosa, per non voler mettere in mezzo Niall.

-non ne voglio parlare- mormorò ed Harry fu orgoglioso di sè per essere riuscito a far abbassare la cresta a Louis.

Gli sembrava che un piccolo masso di quel muro, troppo alto per poterlo scavalcare, si fosse sgretolato, come qualche notte addietro.

-non puoi tenerti dentro sempre tutto. È vero, ci conosciamo da poco, ma sono il migliore amico di Niall,ho tenuto le tue sorelline, una dorme pure a casa mia oggi! E Ti ho trovato perfino un lavoro...dovresti fidarti di me almeno un pochino-

silenzio.

-louis?- provò a chiamarlo.

-mi fido di te, un pochino-

e quella piccola frase spiazzò Harry. Aveva ricevuto alcune dichiarazioni d'amore in passato, ma nessuna poteva battere l'emozione che stava provando in quel momento.

Sorrise incosapevolmente, anche se sapeva che Louis non poteva vederlo ed era felice di questo

tutta la gioia di quel momento però venne rotta da uno sbattere di porta dall'altra parte della cornetta. Harry riuscì a distinguere una voce appartenente ad un uomo, che esclamava qualcosa.

-ora devo andare- ed eccola li, la solita freddezza. In pochi attimi quel mattone era stato rimesso al proprio posto e Louis era sparito all'interno del muro, un'altra volta.

-è tuo padre?- provò a chiedere invano Harry, visto che Louis sembrava non ascoltarlo più.

-buonanotte Harry- concluse la chiamata.

Il riccio mise giù il cellulare e si diresse in sala, mentre quell'ultima frase gli rimbombava in mente. Non erano le parole a pesare, ma il tono che aveva usato. Sembrava sconfitto, come se fosse a conoscenza di quello che tra poco sarebbe avvenuto, come se non fosse la prima volta. Gli era tremata leggermente la voce e questo poteva essere solo un sensore di paura.

Harry avrebbe voluto tanto prendere il primo treno ed andare da lui, ma scosse la testa: non poteva fare irruzione in una casa solo per un suo sospetto.

-Harry!- una vocina interruppe i suoi pensieri. Si voltò e vide una Daisy alquanto assonnata venire verso di lui. La prese in braccio e le diede un leggero bacio sulla fronte.

-mi leggi una storia?-

-certo! Andiamo a vedere che libri hai!-




°° °°°°°°°

nuovo capitolo!

Primo giorno di prova di Louis e  una Daisy adorabile *^* 

votate, commentate e ci vediamo alla prossima!

-EmLy


   
 
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