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Autore: EmLy28    06/09/2017    0 recensioni
Louis significa "combattente", colui che cade, ma che ogni volta si rialza, sempre più forte di prima. Eppure non sembra essere così, almeno per lui. Per Harry invece è il ragazzo più forte che abbia mai incontrato...semplicemente ha solo bisogno di qualcuno che abbatta quel muro, con cui si è sempre protetto e far di lui il combattente che è, aiutandolo a costruirsi un'armatura. Harry ne sarà in grado?
"Si decise che doveva buttare giù quel dannato muro che lo divideva da Louis, che avrebbe fatto di tutto, perchè dietro un muro non si può stare da soli o prima o poi, il muro crollerà insieme a te. "
"-ti fidi di me?- gli chiese Louis, non staccando il contatto. Sembrava che i loro sguardi si fossero ancorati.Nessuno poteva rompere quell'atmosfera magica che si era creata, nemmeno le sue paure infondate. Come poteva avere paura lui e Louis no? Con tutto quello che aveva passato, non avrebbe dovuto nemmeno avere la forza di farsi toccare di nuovo, eppure eccolo li, il più coraggioso tra loro. Un guerriero.
-mi fido di te- sussurrò."
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Daisy si addormentò raggomitolata contro il corpo di Harry, con una manina stretta alla sua. Il ragazzo si sciolse a quella vista: era una bambina adorabile. Pensò che se mai fosse riuscito ad avere in futuro dei figli, ne avrebbe sicuramente voluto uno come quella piccola. Gli sarebbe piaciuto cucinare, giocare con lei ed asciugarle le lacrime quando faceva i capricci, magari perchè avrebbe voluto la maglietta rosa invece di quella gialla.

Le accarezzò lentamente i capelli e pensò a come stava in quel momento Phoebe, le altre sue sorelle e anche Louis, perchè anche se si ostinava ad odiarlo, una parte di lui, da qualche tempo, aveva l'istinto di proteggerlo da qualsiasi pericolo e pensare che mentre lui se ne stava tranquillo nel suo letto, lui poteva essere in qualche modo in pericolo per colpa di suo padre, gli saliva l'ansia e non riusciva a stare fermo, senza fare nulla.

Si stava per alzare dal letto, per andare a camminare un po' in giro per l'appartamento, quando la porta venne aperta.

-pensavo che ti fossi addormentato anche tu- sussurrò Gemma entrando. Si sedette al fianco del riccio ed osservò con un sorriso Daisy.

-è davvero carina-

-già- annuì lui.

-ora mi puoi spiegare perchè si trova qui? E non dirmi che è solo per un capriccio! Louis se n'è andato con la faccia da cane bastonato-

Harry sospirò. -io non dovrei sapere queste cose...- provò a togliersi da quella conversazione, ma Gemma era più che risoluta a scoprirne di più.

-ma le sai, quindi sgancia. Non può essere che nessun genitore poteva badare alle bambine oggi o comunque una baby-sitter e non è la prima volta che capita- gli spiegò i suoi dubbi, che erano gli stessi che aveva avuto Harry prima di essere a conoscenza della storia.

-hanno dei problemi a casa, gravi. C'entra il padre...- le parole gli morirono in gola e subito la sorella ne capì il motivo.

-ehi, noi siamo passati oltre, ricordi?- gli chiese, passando le dita tra i suoi capelli.

Lui annuì. - ma è come se non ci fossimo mai conosciuti ora -

-è vero, ma ti ripeto ogni volta che prima o poi le cose si sistemeranno, sei sempre suo figlio, vedrai che si farà vivo-

Harry avrebbe voluto dirgli che forse sarebbe stato proprio lui a rinnegarlo poi, ma preferì cambiare argomento.

-stavamo parlando di Louis. Suo padre è peggio, in più non gli da soldi, così sua madre è costretta a lavorare tutto il giorno per guadagnare qualcosa e Louis ad occuparsi della famiglia- gli spiegò velocemente, dicendole quello che sapeva.

-ora capisco...perchè Daisy è qui?-

-ha cominciato a fare i capricci per rimanere, ma poi ha detto una frase che Louis non ha potuto essere indifferente...ha detto che a casa le fanno del male-

Gemma si coprì la bocca con una mano, mentre le scappava una lacrima.

-come può un padre fare del male alla sua bambina?- mormorò lei.

Harry voltò lo sguardo verso Daisy, che dormiva ignara della conversazione che stava avvenendo a pochi centimetri da lei. - non lo so, anche se credo che non sia successo molto volte...Louis cerca di tenerle il più lontano possibile da lui, in più sono sicuro che le difenderebbe in caso. Ho paura che tutto questo abbia una grave ripercussione su Daisy...Phoebe, come hai visto, è super allegra e sembra che nulla possa toglierle il sorriso, ma Daisy è più fragile...-

Gemma annuì, d'accordo su tutto.

-sono orgogliosa di essere tua sorella- se ne uscì poi, lanciandosi adosso ad Harry.

-e io tuo fratello-

** *

"non posso venire in Italia. Cercherò qualche altro lavoro." così recitava il messaggio che si ritrovò Harry appena acceso il cellulare, la mattina dopo.

Si stava ripetendo la stessa scena di pochi giorni prima: lui che si sbatteva per trovargli un lavoro, Louis che rinunciava a tutto, Harry che gli urlava contro e lo faceva ragionare.

-perfetto- mormorò con ancora voce roca.

Il messaggio era stato inviato poco dopo le due di notte. Non doveva riposarsi?

Si voltò sbuffando, ma appena vide un visino dolce guardarlo con due occhioni azzurri, gli tornò il sorriso.

-ehi piccola, ti sei svegliata?-

lei annuì felice, per poi saltare sul petto di Harry e mettendo le ditina sulle sue guance. -buchi!- esclamò ridendo.

Non l'aveva mai vista così allegra e ne fu felice. Chissà se anche a casa sua si sveglia con qualcuno di fianco e con questo sorriso.

-hai fame?- le chiese, prendendola dai fianchi, per potersi alzare seduto e mettersela sulle gambe.

-si!-

-allora andiamo!- rise lui. -mhh sento già un buon profumino...chissà cosa ha cucinato Gem- disse, mentre si dirigeva in cucina con la bambina in braccio.

Quando finirono di mangiare, Harry fece lavare i dentini a Daisy e la preparò per ritornare a casa.

-perchè non posso rimanere qui?- gli chiese, mentre il riccio le stava allacciando una scarpetta.

-perchè devi tornare da Louis, dalla mamma e dalla tua famiglia. Non vuoi andare da loro?- gli chiese, cercando di convincerla nel tornare, non voleva che si mettesse a piangere di nuovo.

Lei annuì. - non voglio tornare a casa, voglio stare con te- disse poi.

Harry si interruppe, per appoggiare le mani sulle sue gambe e guardarla negli occhi.

-sei una bambina fantastica e mi piace molto passare del tempo con te, ma io non sono il tuo papà- cercò di spiegarle. - quando avrai voglia, potrai venire qui a dormire, ma non sempre. A casa ti stanno aspettando tutti, okay?-

Daisy l'abbracciò, per poi lasciargli un bacino sulla guancia. -puoi essere mio fratello?-

Harry scosse la testa. - tuo fratello è Louis ed è il migliore del mondo, no?-

-si!- esclamò sorridendo. -ma a volte mi sgrida- disse corrucciando le labbra.

-quando è giusto, ti sgrida, ma ti porta anche a mangiare il gelato e gioca con te-

lei annuì, d'accordo con quello che stava dicendo Harry.

Il ragazzo pensò che non era nel ruolo di Louis sgridare le bambine così tanto, ma doveva essere dei genitori. Il fratello doveva essere quello che proteggeva la sorella, come faceva lui con Gemma e non sgridarla. Louis era più il papà per quelle bambine, doveva essere lui a portarle a mangiare un gelato, a giocare con loro, ad aiutarle a fare i compiti e a cambiarsi, ma invece quel ruolo era stato occupato dal fratello e anche se non andava bene, non poteva fare altro.

Il viaggio in treno fu tranquillo. Daisy passò il tempo a guardare fuori dal finestrino ed indicare ogni possibile cosa, chiedendo ad Harry cos'era o com'era fatta.

-mi raccomando, la prossima volta che ci vedremo, voglio vedere questo sorriso, se non ancora più grande- gli disse quando erano quasi arrivati a destinazione. Lei sorrise ed annuì.

Arrivarono davanti alla casa di Louis, che era ora di pranzare. Suonò il campanello ed aspettò che qualcuno venisse ad aprire, aspettandosi di trovare il ragazzo, ma invece ne sbucò una figura slanciata.

-chi sei tu?- gli chiese subito, poi spostò lo sguardo sulla sorellina ed allora si rilassò.

-Daisy!- la salutò, prendendola in braccio e dandole vari baci sul viso.

-comunque io sono Harry, un amico di Louis- si presentò.

-amico?- alzò un sopracciglio lei.

Harry non fece in tempo a chiederle cosa intendeva, che Louis sbucò da dietro, tirandola verso di lui, mentre lei si lamentava.

Daisy si buttò sul ragazzo, salutandolo.

-ciao Daisy! Com'è andata?-

-bene!- rispose lei esclamando. -abbiamo mangiato la colazione, poi abbiamo fatto la pizza, abbiamo dormito e abbiamo giocato a tirarci la farina!- Harry non l'aveva mai sentita parlare così tanto e in modo così confuso e scoppiò a ridere.

-non in questo ordine spero!- rise anche Louis, scompigliandole i capelli. La appoggiò per terra e lei partì su per la scale, probabilmente alla ricerca di sua sorella.

-allora, com'è andata?- richiese Louis, questa volta ad Harry.

-tutto bene. Daisy è una bambina fantastica ed è stata bravissima-

Louis annuì, come se fosse consapevole di quelle parole e probabilmente ne era anche molto orgoglioso.

-bene..- mormorò Harry. L'aria stava diventando imbarazzante, quindi era meglio andarsene. - direi che ora posso andare- cominciò, facendo un passo indietro.

-se vuoi puoi rimanere a mangiare, Lottie fa sempre un quintale di cibo!- propose Louis, sorprendendo ed immobilizzando il riccio.

-non vorrei disturbare- non voleva che Louis si sentisse in obbligo d' invitarlo a pranzo, solo perchè lui aveva tenuto sua sorella per un giorno. Non era un comportamento da Louis essere così gentile e non gli piaceva che fingesse.

-no! Non disturbi affatto e poi Phoebe sarebbe contenta di salutarti- 
-in realtà volevo andare a trovare Niall, posso mangiare da lui- riprovò Harry.

-entra, muoviti- ora aveva usato un tono da ordine, così il riccio dovette per forza rinunciare sotto quello sguardo severo.

-okay...grazie- disse poco sicuro, entrando in quella grande casa.

L'ultima volta che aveva parlato con Louis, era stato quel messaggio a direzione unica: freddo e distante. Nulla a vedere con il Louis che ora aveva davanti, sembrava che si fosse completamente scordato di quel messaggio e avesse lasciato nella sua camera il suo carattere scorbutico.

Appena entrò in quella casa, notò subito le sue dimensioni alquanto grandi e pensò a tutto quel denaro destinato solamente al suo riscaldamento.

-lascia pure la giacca li- gli disse Louis, indicandogli un appendi abiti stracolmo di giacconi e sciarpe. Harry seguì il ragazzo verso la sala, mentre osservava tutte le foto che erano appese ed appoggiate sui ripiani. Notò che neanche una raffigurava il padre.

-Fizzy, alzati da quel maledetto divano e presentati- ordinò alla ragazzina che era stravaccata in un angolo del divano. La vide sbuffare, per poi alzarsi controvoglia.

-con mio grande dispiacere, io sono Fizzy- si presentò ad Harry, per poi ributtarsi sui morbidi cuscini. Il riccio rimase a bocca aperta. Aveva conosciuto le più piccole ed erano adorabili e gentili, non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte di una delle altre sorelle.

-io sono Harry- provò ad essere cordiale, ma in cambio ricevette una smorfia.

-Félicité!- esclamò Louis riprendendola per il suo comportamento, ma lei non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Il ragazzo sospirò, per poi voltarsi verso Harry. - scusala, ma ormai siamo nella fase della ribellione e quindi crede di essere superiore a tutti- gli spiegò, mentre lanciava un'occhiataccia alla sorella.

Poi si diresse verso la cucina, con Harry di seguito.

-ehi!- esclamò Lottie, vedendoli entrare. -io sono Lottie, piacere- strinse la mano al riccio sorridendo. Harry sospirò di sollievo: Lottie era simpatica.

-Harry, anche se ci siamo già visti alla porta- le ricordò.

-bene! Voi sedetevi pure, io controllo se è pronto- disse a loro, così Louis si posizionò al tavolo e vedendo Harry in crisi, non sapendo dove sedersi, gli indicò la sedia di fronte a lui. Il riccio annuì, per poi sedersi. Era in estremo imbarazzo.

Dopo poco Lottie mise davanti ad ogni posto un piatto pieno di pasta.

-che ti dicevo? Cucina per una folla intera- mormorò Louis, anche se non teneva il tono troppo basso apposta, così da farsi sentire dalla sorella, che infatti abboccò.

-la prossima volta cucini tu allora!- esclamò, mettendogli il mestolo davanti al viso. Il ragazzo indietreggiò ridendo.

Harry guardò quella scena sorridendo. Louis sembrava così felice e senza preoccupazioni...ma sembrava anche falso.

-è pronto!- urlò la ragazza sull'uscio della porta. Harry sentì dei passi scendere dalla scala velocemente e poi un urlo di gioia riempire la stanza.

-Harry!- Phoebe corse verso di lui e gli saltò subito in braccio. -ciao piccola- la salutò lui sorridendo.

-siediti al tuo posto- le ordinò Louis. Phoebe gli fece la linguaccia, ma scese dalle gambe di Harry e si posizionò al suo fianco.

Daisy invece si andò a sedere vicino a Louis, mentre Lottie a capo tavola tra il fratello e il riccio e Fizzy dall'altra parte.

-mamma?- chiese Daisy a Louis.

-la mamma è a lavoro, lo sai. Torna stasera- le sussurrò, lasciandole un bacio sulla fronte.

Mangiarono in tranquillità, Harry si sentiva un po' a disagio, ma le bambine lo distraevano, continuando a chiamarlo ed a raccontargli qualcosa. Fizzy è stata tutto il tempo con lo sguardo rivolto verso il piatto, senza emettere alcun suono. Lottie invece parlò della scuola con Louis e cercò di tirare nella conversazione anche il riccio, chiedendogli cosa avesse studiato e cosa facesse ora.

-oh mio dio! Ma tu sei quel modello!- esclamò entusiasta, riconoscendolo solo in quel momento.

-che modello?- chiese Harry.

-quello della rivista "beauty and celebrity"! Eri sulla copertina!- nominò una rivista abbastanza famosa nei dintorni ed il riccio sorrise annuendo.

-e sei amico di mio fratello! Sei a casa nostra! E mio fratello diverrà famoso come te!- continuò a blaterare, tanto che Louis dovette fermarla.

-Lottie, se non ti calmi lo mando via- la minacciò e subito la ragazza si ricompose, ma non tolse lo sguardo da Harry. Lui non era abituato a tutte quelle attenzioni, gli era successo una volta sola di imbattersi in un gruppetto di ragazzine impazzite, ma aveva provato solo imbarazzo.

Quando si alzarono dalle sedie, Harry si complimentò e ringraziò Lottie per il cibo. Louis gli fece cenno con la testa di seguirlo e così lui fece.

-andate a lavarvi i denti e poi potrete guardare un po' di televisione- disse serio alle piccole, che subito annuirono e corsero di sopra.

-sei bravo a tenerle a bada- gli disse Harry, mentre si stavano dirigendo verso il terrazzo che dava sulla sala.

-vado avanti a minacce, ma si, me la cavo- annuì lui, alzando le spalle. Si ritrovarono in un grande terrazzo, da dove si poteva vedere la casa di fianco ed il giardino. Louis si appoggiò con i gomiti alla ringhiera, mentre Harry preferì stare in piedi, li dov'era.

-riguardo al messaggio di ieri...-

allora non si è dimenticato, pensò lui. Osservò il suo viso e notò con tristezza, ma anche confuso, che il sorriso che aveva tenuto fino ad un attimo prima era sparito, sostituito dalla sua solita espressione apatica.

-non posso venire in Italia- ripetè il testo. - domani chiamerò Lyana e la informerò- Louis stava guardando il vuoto, di fronte a sè, senza nemmeno voltarsi verso Harry.

-se rinunci a questa occasione, non so quante possibilità ci siano che ti dia qualche altro incarico- provò a fargli cambiare idea il riccio.

-cercherò qualcos altro, come ho sempre fatto- sospirò.

-perchè? Perchè vuoi rinunciare al lavoro? Al tuo sogno?- Harry davvero non capiva. Aveva davanti un'opportunità che per tutta la vita aveva atteso e la scansava così.

-perchè ho delle responsabilità alle quali non posso sottrarmi- disse freddo.

Sicuramente stava parlando della casa e sopratutto delle bambine.

Devo trovare solo una soluzione, come l'altra volta, si disse sicuro.

-chiediamo a Niall di tenerti le bambine finchè non riceverai la prima paga, poi potrai prendere una baby-sitter-

Louis scosse la testa e poi finalmente si girò verso Harry.

-non posso abbandonarle, non sappiamo per quanto staremo via e non posso- e non aggiunse altro.

Harry cominciava ad alterarsi. Okay, c'era un problema, ma sembrava che Louis non cercasse nemmeno una soluzione.

-cazzo Louis!- urlò per la prima volta addosso a lui parole non molto carine, che solitamente cercava di trattenere. - è il tuo fottuto di sogno e tu lo stai gettando come fosse spazzatura! Se io avessi la tua possibilità di coronare il mio sogno, niente e nessuno mi fermerebbe!- una lacrima gli sfuggì e si maledisse per questo. Era troppo emotivo e non gli piaceva per niente questo suo lato.

-non puoi capire..- sussurrò lui, abbassando la testa.

-ecco! È proprio questo che mi fa incazzare di te!- continuò ad urlare lui. - continui a dire che nessuno può capirti, ma sei tu stesso a non darne possibilità! Sei solo capace di abbassare lo sguardo e di commiserarti!- riprese fiato. Il cuore gli batteva a mille, eppure non si sentiva per nulla stufo. -e abbi una qualche reazione, maledizione!- gli disse, avvicinandosi a lui e tirandogli su il viso con una mano sotto al mento. Quei occhi azzurri mostravano il mondo e Harry cercò di scrutarli, in cerca di qualcosa, ma Louis non glielo permise, allontanandosi con uno scatto.

-tu non sai niente! Tu non potrai mai capire come mi sento ogni giorno! Nessuno potrà mai farlo!- finalmente urlò anche Louis e per il riccio fu una liberazione. Dentro di sè sorrise, perchè il ragazzo stava tirando fuori qualcosa, che fosse pure rabbia per lui, ma almeno non si stava tenendo dentro tutto.

-allora spiegami! Finchè ti terrai tutto dentro, ti sentirai divorato sempre di più e non risolverai nulla- calmò il tono, abbassandolo.

Louis scosse forte la testa. -non è un problema tuo! Tu non c'entri nulla con la mia vita, non sei nessuno!- esclamò Louis. Harry sgranò gli occhi a quelle parole. È vero, si conoscevano da poco, ma gli sembrava di aver instaurato almeno qualcosa con lui, sopratutto dopo le parole di qualche giorno prima. "mi fido di te, un pochino"

-vattene Harry! Le mie sorelle si stanno affezionando troppo a te e non va bene-

-perchè non va bene?- gli chiese Harry confuso.

-perchè tu le abbandonerai prima o poi! Non sarai qui per sempre, quindi è meglio che te ne vada ora!- lo guardò fisso negli occhi, con i pugni stretti ai fianchi.

-non è vero..- sussurrò lui.

-vattene ho detto!- gli urlò contro ed Harry non potè fare a meno di indietreggiare e dirigersi verso la portafinestra. Questa battaglia l'aveva vinta Louis, ma sapeva che non era finita lì.

-pensa anche a te stesso qualche volta- gli disse guardandolo negli occhi, per poi rientrare in casa. Non era convinto, ma gli era sembrato di intravedere lungo la sua guancia una lacrima salata. Quando arrivò di fronte alla porta d'entrata, prese la sua giaccia e mentre la stava indossando, sentì un singhiozzo venire dal terrazzo. I suoi piedi gli dicevano di andare da lui, ma la sua testa gli diceva che doveva lasciarlo solo, a pensare.

Non capì neanche come, ma riuscì ad uscire da quella casa senza voltarsi indietro.




°° °°°°°°°°

nuovo capitolo! incontriamo le altre sorelle di Louis e scopriamo sempre di più il peso che Louis ha sulle proprie spalle. Harry prova a smuoverlo e finalmente l'altro reagisce urlando, ma riuscirà  a farlo liberare di tutto ciò che tiene segreto dentro di sè? 

al  prossimo capitolo,

-EmLy



   
 
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