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Autore: _Agrifoglio_    06/09/2017    8 recensioni
I personaggi della storia - tutti, ormai, morti - parlano, si confessano, si sfogano, sull'esempio di un noto capolavoro della letteratura americana. Ognuno esprime il proprio punto di vista.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Jeanne de Valois de la Motte
 
Nacqui in Francia, nel diciottesimo secolo,
figlia di una serva e di un nobile di antico lignaggio,
ma, se sei povera, il nome serve a poco,
soprattutto se non ti appartiene, in quanto figlia naturale.
Ai tempi del feudalesimo, le possibilità di emergere erano poche,
praticamente inesistenti,
se si nasceva donne e figlie del popolo e povere e bastarde.
Mia sorella Rosalie si accontentava di poco
mentre io volevo vivere e non sopravvivere.
Scappai di casa e vissi di espedienti.
La mia vita fu il perfetto manuale dell’arrampicatore sociale.
Non mi fermai davanti a cosa alcuna,
non ci fu misfatto che mi restò ignoto,
ma cosa sono la disonestà ed il delitto
se non il silenzioso viatico del successo
o il roboante marchio d’infamia della sconfitta?
E marchiata fui davvero, come un animale,
ma ideai la truffa del secolo, volete mettere!
Di cui ancora si parla, ci vuole ingegno!
Fui gettata in carcere, a marcire in solitudine
e divenni l’emblema delle vessazioni inflitte dall’aristocrazia.
Recuperai presto la libertà, con una fuga rocambolesca
e scrissi le mie memorie, umiliando sia la Regina straniera
che aveva voluto processarmi pubblicamente,
nella vana speranza di una sua riabilitazione,
(uno dei tanti segni dell’acume di cui era dotata!)
sia quel superbo Comandante dall’incerta sessualità
che mi aveva sdegnata e redarguita,
sbattendomi in faccia la mia meschinità.
Tutto quello che volevo era un posto al sole
e, allora, perché la mia tomba è sita in un luogo umido e nascosto,
con la lapide annerita e ricoperta di muschio, di sterpi e di erbacce
e nessun ammiratore curioso viene a visitarla?






Ringrazio tutti coloro che hanno commentato il precedente ritratto.
Il personaggio di Rosalie è difficile, perché non ha un ruolo apparentemente importante, non ha un carattere ben delineato che offra spunti narrativi di rilievo, non lascia grandi segni nella storia e piange spesso.
Quello che mi ha colpito di lei è il ruolo da filo conduttore. Al pari di Oscar che, però è la protagonista, conosce tutti i personaggi della storia, tranne Luigi XV, la du Barry (che, comunque, è molto simile a Jeanne con la quale condivide il nome di battesimo) ed il Duca d’Orléans. Alla fine, Maria Antonietta le dà una rosa da poggiare sulla tomba di Oscar. E’ come se, con quel gesto, l’ultima protagonista rimasta, sul punto di morire, affidi la storia nelle mani di Rosalie, affinché la custodisca, la tramandi e ne metta a frutto gli insegnamenti. A me sembra che Rosalie, in quel memento, rappresenti il punto di vista della persona comune che non compie gesta eroiche, ma che sopravvive. Rosalie, in quella parte della storia, si identifica con lo spettatore. Diventa ognuno di noi che riceve in consegna la memoria di Oscar, di Maria Antonietta e di tutti gli altri personaggi.
Rosalie piange spesso, ma vorrei vedere! Non ha ricevuto un’educazione militare o degli insegnamenti da un filosofo stoico. È, invece, un ragazza del popolo, vissuta nei bassi fondi e nella miseria più nera che riceve delle proposte indecenti e che giunge a credere che l’unico modo per sopravvivere sia piegarvisi; che vede morire la madre in un incidente stradale in cui non viene soccorsa, salvo scoprire che quella non era sua madre e che tale ruolo spettava, invece, all’investitrice. Ha due sorellastre una peggiore dell’altra. La prima la fa frustare; la seconda la umilia in pubblico, durante il suo battesimo nell’alta società. Entrambe muoiono in circostanze dolorose. Si affeziona ad Oscar e ad André e li vede morire nel giro di dodici ore.
Oltre che una gran piagnona, però, Rosalie è anche il personaggio che migliora di più in tutta la storia: da ragazza popolana che era, impara a leggere, a scrivere e tutte le altre materie che le insegna Oscar. Impara le buone maniere e la danza, tanto da non sfigurare a Versailles. Anche Jeanne si migliora, ma mette tutto al servizio del male. Rosalie è l’unico personaggio che si evolve in modo significativo, più degli stessi Oscar ed André. E’ disposta a rivedere le sue posizioni ed a cambiare idea: rinuncia ai suoi propositi di vendetta verso la Polignac per aprirsi ad un pensiero più elevato; non esita a mutare opinione su Maria Antonietta, riconoscendo di avere sbagliato a nutrire dei pregiudizi, avendola giudicata senza, prima, averla conosciuta. Si adatta con naturalezza ad ogni ambiente sociale e, per far questo, bisogna essere dei grandi psicologi. Tutte queste doti fanno di Rosalie una persona matura e saggia che riesce a sopravvivere.
   
 
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