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Autore: heliodor    09/09/2017    5 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Un po' di Pace

Joyce era così sorpresa che non ebbe la forza di parlare. Vyncent la superò di slancio e si gettò verso Celora.
La strega stava per sollevare la mano dove già brillava un dardo, ma lui l'anticipò e le scagliò contro una palla di fuoco che esplose ai suoi piedi.
Celora venne sospinta nella direzione opposta come una bambola di pezza, colpì la parete di roccia e rimbalzò indietro. Si fermò solo dopo alcuni passi e rimase a terra.
Vyncent si voltò di scatto e tornò da Joyce. "Stai bene?"
Lei annuì. Ancora non riusciva a dire una parola.
Vyncent allora si chinò in avanti e la baciò.
Stavolta Joyce sgranò gli occhi e li tenne aperti per tutto il tempo.
Le labbra di lui erano umide e dal sapore aspro, ma non sgradevole. Anzi sapevano di buono e frutti di bosco e...
Quando lui si staccò da lei era rosso in viso. "Perdonami. Non dovevo prendermi certe libertà. Forse sono solo contento di rivederti..."
Quindi era quella la scusa che i ragazzi usavano per baciare le ragazze? 'Sono contento di rivederti?'
Almeno ora aveva la prova che le sue labbra non facevano così schifo come diceva Oren. Era già un bel passo avanti. Peccato che a lui non piacessero... a proposito, dov'era finito?
Lo cercò con lo sguardo. Era ancora alla base della balaustra che si teneva il fianco dolorante.
Vyncent andò da lui. "Ce la fai ad alzarti?"
Oren strinse i denti e si rimise in piedi. "Mi ha quasi spezzato la schiena."
"Celora è un'alteratrice" disse Vyncent. "Può aumentare del doppio la sua forza."
"Diciamo anche il triplo" disse Oren massaggiandosi il costato.
Dal basso arrivò un grido strozzato.
Joyce si affacciò e vide Persym a terra. Su di lui incombeva minacciosa sua sorella Bryce, la mano puntata verso lo stregone e pronta a scoccare un dardo.
Vyncent corse giù ed evocò una corda magica per bloccare Persym.
"Lasciatemi andare" urlò lo stregone. Era ferito e sanguinava da più punti, segno che Bryce lo aveva strapazzato a dovere.
Anche lei era ferita e perdeva sangue da un lungo taglio sull'addome.
Vyncent la guardò preoccupato.
Bryce si strinse nelle spalle. "È solo un graffio, sopravvivrò."
Deliza sopraggiunse in quel momento. Anche lei era ferita alla testa e aveva altre piccole escoriazioni alle gambe e alle braccia. "E voi due che ci fate qui sotto?" chiese rivolgendo un'occhiata sorpresa a Vyncent e Bryce.
"Siamo i rinforzi" disse sua sorella. In quel momento sembrò accorgersi della presenza di Joyce. "Tu piuttosto, non dovevi essere a Taloras, al sicuro?"
Joyce fece spallucce. "C'è stato un cambiamento di programma. E a essere sinceri, non era tanto sicuro neanche lì."
"Mi devi raccontare tutto. Prima però..." Bryce abbracciò la sorella stringendosela al petto.
Joyce ricambiò l'abbraccio.
Si staccarono solo dopo un minuto. "Cos'è questa puzza?" chiese Bryce. "Sembra che tu abbia fatto il bagno nella..."
Joyce arrossì. "Possiamo parlarne dopo? Vorrei togliermi questa roba di dosso se non ti spiace."
Deliza annusò Oren. "Anche lui ha un odorino niente male. Avete fatto il bagno insieme per caso?"
"Andiamo" disse Vyncent. Costrinse Persym ad alzarsi. "Bryce tu prendi Celora."
"Che vuoi fare?"
"Li portiamo con noi."
 
Non ci fu alcuna battaglia. A re Andew bastò mostrare Persym e la città di arrese di sua spontanea volontà.
Gli stregoni e le streghe che si erano rivoltati chiesero perdono al re e lo ottennero.
"Li lasci andare così?" aveva chiesto Razyan con tono scandalizzato. "Sono dei traditori."
"Persym li ha ingannati e manipolati. Ha diffuso false notizie facendo credere a tutti che stessimo perdendo la guerra e che non mi importasse niente di Valonde e del suo circolo" spiegò re Andew. "Lui e pochi altri sapevano la verità e saranno puniti. Li metterò su una nave per Krikor il prima possibile."
Joyce fece un bagno. Poi ne fece un altro e un altro ancora. Solo al quarto si ritenne soddisfatta e si concesse il lusso di rivestirsi.
Indossò abiti comodi che scelse dal suo guardaroba. La sensazione di rovistare tra le sue cose era impareggiabile. Non si sentiva così allegra da settimane.
E Vyncent l'aveva baciata.
Al solo pensiero si sentiva fremere dal desiderio di rivederlo. Il cuore le batteva più forte, come se volesse uscirle dal petto.
Vyncent mi ha baciata, pensò.
In una fogna.
Quel pensiero le faceva passare tutta l'eccitazione.
La prima volta era successo in una cella puzzolente, pensò. La seconda in una fogna puzzolente. La prossima volta dove le sarebbe capitato?
Decise che sarebbe stata lei a scegliere il luogo e il momento. Era chiaro che i maschi non erano capaci di capire che certe cose andavano fatte nel modo giusto.
Però era felice lo stesso. Era di nuovo a casa e nessuno la teneva prigioniera. Il miglioramento era evidente.
E la guerra era finita.
Quella notizia l'aveva riempita di felicità. Con la fine della guerra tutti sarebbero tornati a casa e Vyncent sarebbe rimasto lì con lei. Dopo la distruzione del circolo di Londolin non aveva altro luogo dove andare.
Suo padre gli aveva assegnato una sontuosa stanza nell'ala del castello riservata agli ospiti.
Joyce era andato subito a trovarlo.
Vyncent stava riponendo le sue poche cose, tra le quali il mantello con i simboli del circolo di Londolin. "Credo che dovrò indossare quello di Valonde, la prossima volta" disse con tono triste.
"Non sei obbligato."
"Ma io lo voglio" rispose lui. "Glielo devo per tutto quello che stanno facendo per me."
Joyce non osava chiedergli cosa era successo dal momento in cui si erano divisi a quello in cui si erano rivisti. Moriva dalla voglia di sapere come era sopravvissuto all'attacco di Malag al circolo di Londolin, ma non voleva seccarlo con delle domande inopportune.
Deliza era stata più che lieta di soddisfare la sua curiosità mentre tornavano all'accampamento. "È una storia incredibile" aveva detto. "Vyncent era tornato a casa e Bryce l'ha seguito e l'ha convinto a tornare indietro. Subito dopo essere partiti Malag ha attaccato Londolin. È stata pura fortuna."
Bryce aveva fatto quello? Pensò Joyce.
E non era tutto.
Lei e Vyncent avevano affrontato Malag costringendolo a fuggire con la coda tra le gambe. Erano eroi.
Di più, erano leggende viventi. Presto si sarebbe parlato di loro in ogni regno sui due continenti.
"I poeti canteranno le loro imprese" disse Deliza.
Joyce era felice per loro ma anche un po' invidiosa. Lei non avrebbe mai avuto quella fama. Se l'avessero scoperta l'attendeva la morte o, se erano clementi, l'esilio a Krikor che, stando a quanto si diceva, era anche peggio.
Quello le ricordò che aveva ancora il compendio di Arran Lacey nella borsa. Doveva decidere cosa farne.
E quella sera prese la sua decisione.
 
Nascose il compendio sul fondo di un baule, avvolgendolo in un vecchio vestito che ora non le andava più. Accanto al libro mise il mantello che indossava quando diventava Sibyl. Era lercio e logoro in alcuni punti, ma non aveva idea di come sbarazzarsene senza destare sospetti.
Doveva procurarsene un altro. Più di uno in modo da non sollevare sospetti. E doveva...
Aspetta, si disse. Tutto questo non ha senso. La guerra è finita. Aveva iniziato a studiare il compendio per curiosità, ma poi aveva deciso di utilizzare quei poteri per fare la sua parte. Aveva finito per mettersi nei guai e complicarsi la vita.
Voleva davvero continuare a seguire quella strada?
Non sarebbe mai diventata una vera strega. Avrebbe corso il serio rischio di venire scoperta e fare una fine orribile. Ancora peggio, poteva mettere in pericolo persone a cui teneva: Vyncent, Bryce, Oren, la sua famiglia e tanti altri.
Valeva la pena correre quei rischi per un capriccio?
È il momento di crescere, si disse.
Lei era Joyce, la piccola e indifesa principessa di Valonde. Non poteva più essere Sibyl, la coraggiosa e intrepida - e pasticciona - maga.
Quella vita doveva finire.
Però c'era ancora il mistero di quel libro. Com'era finito in mano sua? E cosa significavano quei simboli?
La rosa e il sole a nove raggi che aveva scoperto nel tempio sotterraneo non smettevano di tormentarla.
Non osava chiedere cosa significassero quei simboli, ma al tempo stesso moriva dalla voglia di scoprire tutto ciò che poteva.
Per quel motivo quella mattina si recò in biblioteca per fare delle ricerche.
Ilys era lì come al solito. Nemmeno dopo tutto quello che era successo aveva smesso di prendersi cura della biblioteca del palazzo.
Le sorrise come al solito. "Che piacere rivederti."
"Anche per me" disse Joyce ricambiando il sorriso.
Joyce si aspettava di trovare la biblioteca deserta e tutta per se come al solito, ma fu sorpresa nel vedere uno dei leggii occupati.
Si trattava di Oren. Aveva un libro aperto davanti e altri due sul tavolo.
Joyce si avvicinò sorpresa. "Oren" esclamò.
Lui sussultò per al sorpresa. "Vostra altezza."
"Che cosa ci fai qui?" Joyce lanciò una rapida occhiata ai libri. Il Mostro e la Fattucchiera, il Cavaliere del Bosco Sacro e, sul leggio aperto e ben visibile, riconobbe una vecchia edizione di Pirati Senza Gloria, di Adenora Stennig. "Tu stai..."
Oren si strinse nelle spalle imbarazzato.
"Ma è meraviglioso" squittì Joyce. "Vuol dire che il libro ti è piaciuto?"
"L'ho finito ieri sera. Stavo per venire a portarvelo."
"Puoi tenerlo."
"Io non so se..."
"Insisto. L'ho letto almeno dieci volte. Cosa ne pensi?"
"È interessante" disse lui arrossendo.
"La parte che ti è piaciuta di più?"
Oren sembrò rifletterci per qualche istante. "Quando la principessa Azzurra rivede in sogno la sua vita e capisce di avere sempre amato Rehynald e non suo fratello Greyn."
"Sì" esultò Joyce. "È anche la mia parte preferita, lo sapevo. E quando lei e il drago volano fino al castello volante per recuperare la spada magica? Non è bellissima anche quella parte?"
Oren annuì. "E anche quando esplorano le grotte per trovare la pozione che farà tornare la memoria al principe."
"Altrimenti lui non la sposerà mai" proseguì Joyce.
Aveva del tutto dimenticato il motivo per cui era andata in biblioteca e passò le due ore successive a parlare di romanzi d'avventura.
"... e devi leggere Re e Serpenti solo dopo aver letto Eroi Senza Speranza, non prima."
"Perché?"
"Perché in Eroi Senza Speranza l'elfo Celorfings ritrova la sua amata Mila e insieme..." Si fermò. "Non posso dirtelo, ti rovinerei la sorpresa."
"Ecco dov'eri finita" disse una voce alle sue spalle. A parlare era stato Vyncent. Come aveva promesso indossava le vesti del circolo di Londolin.
Insieme a lui c'era un ragazzo che poteva avere l'età di Oren, ma era più alto e abbronzato. Indossava un mantello con simboli che aveva già visto: un sole a nove raggi.
Quell'improvvisa apparizione le ricordò il motivo per cui era andata in biblioteca.
"Ti abbiamo cercata dappertutto" disse Vyncent.
Joyce sorrise imbarazzata. "Ero venuta per prendere dei libri e poi ci siamo messi a parlare di romanzi d'avventura."
"Vostra grazia" disse Oren rivolto a Vyncent.
Lui rispose con un cenno della mano.
"Leggete questa robaccia?" disse il ragazzo abbronzato. "Sul serio?"
"Come, prego?" fece Joyce indispettita.
"Bardhian" disse Vyncent con tono di rimprovero. "Cosa ti ho detto riguardo al modo di esprimersi e comportarsi?"
Bardhian rispose con un'alzata di spalle.
"Permettimi di fare le presentazioni" disse Vyncent. "Lui è Bardhian di Malinor, figlio terzogenito di re Alion e della regina Ilda."
"Piacere" disse Joyce.
Vyncent indicò Joyce. "Lei è Joyce di Valonde, figlia quintogenita di re Andew e della regina Marget."
Bardhian rimase in silenzio.
Vyncent gli rivolse un'occhiataccia.
"Onorato" rispose il ragazzo controvoglia.
"Re Alion l'ha affidato a me perché si faccia le ossa" spiegò Vyncent.
"Vuol dire che ora sei un maestro?" chiese Joyce stupita.
"Purtroppo la guerra ha lasciato dei vuoti enormi e Bryce e io dobbiamo occuparci di addestrare le nuove generazioni."
"È meraviglioso" disse Joyce. "Per te deve essere un grande onore."
Bardhian le rivolse un'occhiata perplessa. "Onore?"
"Essere l'allievo di un eroe di guerra."
Lui scrollò le spalle. "È solo questione di tempo. Tra un paio d'anni al massimo sarò io il maestro."
Joyce gli rivolse un'occhiata infuriata. "Credo di non aver capito bene."
"È così" disse Bardhian. "Diventerò il più grande stregone del mondo e sposerò la strega più forte, com'è giusto che sia."
"Sempre che Bryce sia d'accordo" disse Vyncent.
"Lo sarà" fece Bardhian. "Anzi, chiederò la sua mano al re stasera stessa."
Vyncent rise. "Se tu chiederai la sua mano a re Andew, sta pur certo che Bryce te la staccherà."
Bardhian lo guardò con aria di sfida.
"Bryce sposerà chi le pare e tu dovrai farne di strada per essere alla sua altezza" disse Vyncent. "Io la conosco bene e te lo posso assicurare."
Quelle parole riempirono di gioia Joyce ma le provocarono anche una sensazione spiacevole. Chissà quante avventure avevano vissuto insieme Vyncent e sua sorella. Aveva passato più tempo Bryce con Vyncent che lei.
"Le dimostrerò che sono alla sua altezza" disse Bardhian orgoglioso.
"Come vedi" disse Vyncent rivolgendosi a Joyce. "Ne ho di lavoro da fare." Si strinse nelle spalle. "È il momento di congedarci."
"Vai già via?" chiese Joyce delusa.
"Volevo solo farvi conoscere. Continuate pure la vostra lettura" disse rivolgendosi a lei e Oren.
Joyce però aveva altri progetti per le prossime ore.

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