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Autore: LtGreen    09/09/2017    0 recensioni
"Teletrasporto, levitazione, rigenerazione dei tessuti: sono eventi che appartengono al regno dell'impossibile? O è il genere umano che va verso una nuova frontiera dell'evoluzione? Chi ci dice che l'uomo non si trovi ad un passo dallo scoprire il suo vero potenziale?" Questa frase, presa dal discorso di uno dei protagonisti della serie televisiva Heroes, e citata qua da uno dei protagonisti descrive perfettamente questa storia.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Università statale di Milano, facoltà di Biologia, sala conferenze, tarda mattinata. Tutta la facoltà, anche persone esterne al mondo della biologia, sono accorse per seguire la conferenza del brillante professor Léon Montagne, il più grande studioso di genetica vivente, che dopo aver recentemente fatto una scoperta forse rivoluzionaria, si stava prestando ad illustrarla all’ampio numero di persone che erano accorse da tutta l’Italia per lui.
La sala conferenze era, come la maggior parte delle sale conferenze del mondo, un anfiteatro, che aveva al centro un palco, dotato anche di riflettore, dal quale i relatori erano soliti tenere le loro conferenze; in alcune situazioni questi scendevano dal palco per interagire con il pubblico, per mantenere l’attenzione, ma non era questo il caso. Per la conferenza di Léon Montagne l’università aveva posizionato sul palco un bellissimo quanto elegante leggio di ebano, dove il professore avrebbe tenuto i suoi appunti. Nonostante fosse un habitué, date le sue ricerche che lo avevano portato ad esporle in varie parti del mondo, sentiva sempre un po’ di pressione, che allontanava immaginandosi il pubblico in mutande, trucco vecchio, ma non per questo non efficace. Prima di entrare, fece una capatina in bagno per darsi una sistemata davanti allo specchio: vide riflesso il suo volto, che non presentando i segni dell’età non sembrava dimostrare i 50 anni che aveva; i suoi occhi grigi avevano ancora la stessa vivacità di tanti anni prima, e i capelli una volta neri, ora brizzolati, gli davano un tocco di fascino alla George Clooney, fascino che era supportato dal suo metro e ottanta e dalla sua normalissima corporatura, né troppo grassa né troppo magra. Dopo essersi sciacquato il volto, Léon fece il suo ingresso nella sala.
La conferenza iniziò, e il professore prese la parola: «Bonjour à tous, grazie per essere intervenuti a questo incontro con l’evoluzione. Perché si, oggi parleremo di evoluzione. Chi di voi sa dirmi cosa si intende per evoluzione?» Un simpaticone intervenne dalla platea: «Quando un pokémon si trasforma in un altro?» Il professore rise forzatamente alla battuta, e continuò con il suo italiano zoppicante: «Oui et non; l’evoluzione può portare a cambiamenti significativi simili a quelli del gioco da te citato, ma non è così semplice.» Non appena finì di formulare quella frase, l’aula era entrata in un silenzio tombale, dato che qualcuno si era alzato in piedi, e non poté che attirare l’attenzione del professore, come di tutti gli altri spettatori: una ragazza, alta sul metro e sessantacinque, con un corpo perfetto, bionda e con gli occhi azzurri, stereotipo di una ragazza non interessata nel campo delle scienze si sarebbe potuto dire. Una volta catalizzata l’attenzione su di se disse: «L’evoluzione è l’accumulazione di modifiche, anche minime, del codice genetico che con i secoli può portare alla divisione di una sola specie in due nuove specie diverse.» Il professore, entusiasta della risposta, proseguì: «Eccellente signorina, proprio così. Questa è la definizione che noi abbiamo convenzionalmente accettato grazie agli eccellenti studi di Charles Darwin, il padre dell’evoluzionismo, senza il quale noi oggi non saremmo qui.» La conferenza proseguì: il professore fece un passo indietro parlando persino del creazionismo, l’avversario dell’evoluzionismo; poi era passato alle teorie sull’evoluzione precedenti a Darwin, e dopo aver esposto anche la teoria di quest’ultimo, si soffermò sul contrasto con quella di Lamarck, applicata alla prevalenza di giraffe con collo lungo su quelle con collo corto. «In substance il signor Lamarck credeva che le giraffe, facendo sempre più sforzo per raggiungere le feuille, ehm, scusate, foglie, sempre più alte, avessero allungato il loro collo, trasferendo il collo più lungo alle generazioni successive. In realtà, come dimostrò Darwin successivamente, le giraffe potevano nascere sia con il collo lungo che con il collo corto, ma le seconde, essendo sfavorite dalla savana, caratterizzata da alberi con foglie situate in alto, andarono via via scomparendo fino ad estinguersi, lasciando in circolazione solo giraffe con il collo lungo.» Abbandonati gli aneddoti, Léon passò all’evoluzione dell’uomo, facendo notare come l’uomo si fosse allontanato, con il passare dei secoli, dalle scimmie, fino a rappresentare un grado “superiore” dell’evoluzione, ma in realtà l’umanità non poteva essere più lontana dalla verità. Citando alla lettera il passaggio di un professore di una serie televisiva, Léon Montagne disse alla platea una di quelle frasi che sarebbero rimaste impresse nelle loro menti: «L'uomo è per natura un animale egocentrico e prepotente. Siamo riusciti a colonizzare ogni angolo del nostro piccolo pianeta. Ciò nonostante, non siamo noi l'apice dell'evoluzione. Quello è un onore che spetta agli scarafaggi, non a noi. Uno scarafaggio può vivere per mesi senza mangiare, può restare in vita settimane con la testa mozzata o resistere alle radiazioni. Pensiamo di essere stati creati dal Signore a sua immagine e somiglianza, ma forse non è così. Forse Dio è uno scarafaggio. Quello che è certo è che l'uomo usa solo il 10% delle sue facoltà cerebrali. Ci vorrebbe ben altra percentuale per sentirsi le creature predilette dal Signore. A meno che questo salto non sia già stato fatto. Le ultime ricerche sul genoma umano hanno dimostrato come il codice genetico di alcuni individui stia assumendo delle lente quanto inesorabili mutazioni. Teletrasporto, levitazione, rigenerazione dei tessuti: sono eventi che appartengono al regno dell'impossibile? O è il genere umano che va verso una nuova frontiera dell'evoluzione? Chi ci dice che l'uomo non si trovi ad un passo dallo scoprire il suo vero potenziale?» La biondina di prima si era alzata, per porre una domanda al professore: «Mi scusi, professor Montagne, con questo lei intende affermare che possano esistere persone dotate di superpoteri?» Il professore iniziava a mostrare una certa esaltazione dal dibattito che si stava per creare: «Non chiamiamoli superpoteri, non siamo in un fumetto, definiamole abilità. E’ scientificamente provato che alcune persone manifestino simili abilità in corrispondenza di SPONTANEE mutazioni genetiche, e le mie ricerche, che come saprete sono pubbliche, lo dimostrano. Quello che mi viene insistentemente richiesto, ovvero la dimostrazione di tali capacità, non può avvenire, perché la totalità di questi soggetti un gradino nell’evoluzione sopra di noi, preferiscono rimanere nell’anonimato, per non essere trasformati in fenomeni da baraccone, o per paura di fare male alle persone che gli stanno vicino. Ma arriverà un giorno in cui loro si manifesteranno all’umanità, per portarla ad un destino migliore! Grazie per essere intervenuti, alla prossima.» E con un sorriso il professore chiuse la sua conferenza, per tornare all’appartamento che aveva affittato in occasione del suo soggiorno a Milano.
Prese un taxi, e una volta arrivato davanti al condominio dove era situato il suo appartamento, avvertì una strana sensazione. Arrivò al suo piano, e notò che la sua porta era stata forzata, ma non era stata chiusa: entrò di soppiatto, senza fare rumore, controllò tutte le stanze, e arrivato allo studio vide un uomo, abbastanza corpulento, che stava cercando freneticamente qualcosa; l’uomo si accorse della sua presenza, si voltò di botto, caricò il professore, e come se fosse leggero come una piuma lo sollevò senza il minimo sforzo e lo spinse sul muro: «Salve professore, mi dia immediatamente le sue ricerche.»
«L-le mie ricerche sono disponibili a tutti, basta andare su internet e cercar…»
«Sa benissimo a quali ricerche mi riferisco, voglio la lista.»
Un sorriso era spuntato sul volto del professore: «Ok, te la darò, ed ora stai calmo, se non vuoi che ti uccida in modo brutale.»
«Non credo che lei sia nelle condizioni di minacciarmi, professore.» Prese una pistola e la puntò alla tempia di Léon.
«Ok, l’hai voluto tu.» Il professore prese fiato e soffiò sul malvivente, che si bloccò di colpo.

   
 
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