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Autore: Vavi_14    09/09/2017    4 recensioni
Piccole scene rubate dalla vita di sette giovani trainee che aspirano a diventare idol.
◊È un torneo di sopravvivenza dove solo i vincitori vanno avanti◊
______________
Dal cap VIII. #pizza
[…]Oltre gli schiamazzi degli attori, si sente solo il respiro pesante di Taehyung e quello di Yoongi, assieme agli sbuffi intermittenti di Jungkook, che ogni tanto lascia ciondolare la testa per poi risvegliarsi all’improvviso, guadagnandosi un’occhiata divertita e intenerita da parte di Jimin.
«Ragazzi, io ho fame».
In quel momento, le teste di tutti – tranne quella di Yoongi – si voltano contemporaneamente verso il criminale che ha osato pronunciare una frase tanto sconsiderata. Sono le undici e mezza di notte, hanno già consumato i loro panini qualche ora prima, perché mai uscirsene con un’affermazione che ha dell’utopico?
A parlare è stato Taehyung e Jimin ancora non si capacita di come abbia fatto a svegliarsi, mettere in moto i neuroni, captare gli stimoli del proprio stomaco e convertirli in parole nel giro di un secondo.
[…]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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XXIV. Dolce








 
 
«No aspettate… fatemi capire bene».
Namjoon ricambia con aria sostenuta gli sguardi fin troppo insistenti dei suoi sei coinquilini, quasi ammassati gli uni sopra gli altri sul divano, con il mento alzato verso di lui e l’espressione implorante. Solo Seokjin è in piedi con le braccia incrociate, proprio accanto a Namjoon, e attende una risposta che, per il suoi gusti, sta tardando decisamente troppo ad arrivare.
«Dovrei andare a suonare alla porta di qualcuno nell’altra scala solo perché in casa manca lo zucchero?»
«Non ci sono negozi aperti nelle vicinanze oggi, hyung. E il coprifuoco è passato da un pezzo…»
La voce di Hoseok è fin troppo supplichevole e le teste di tutti che si muovono su e giù in senno d’assenso dopo la sua affermazione fanno alzare un sopracciglio di Namjoon verso l’alto: ancora non riesce a comprendere se stanno facendo sul serio oppure si è ritrovato ad essere vittima di qualche scherzo mal pensato. Magari hanno semplicemente intenzione di chiuderlo fuori casa.
«Jin hyung ci aveva promesso una torta» ammette Jimin guardando il più grande, nella speranza che gli dia man forte in quella battaglia apparentemente assurda.
«Sono tre mesi che non tocchiamo dolci». Taehyung simula un’espressione sofferente sull’orlo del pianto e Namjoon vorrebbe tanto soffocargliela in quel cuscino che tiene stretto tra le braccia con tanta foga.
«D’accordo» sospira il leader, massaggiandosi le palpebre. «Non riesco ancora a capire il problema. Cos’è, la mancanza di zuccheri vi ha spento i neuroni? Giocatevela alla morra, chi perde va».
«Quindi tu non la mangi, la torta?»
La domanda innocente di Seokjin arriva alle orecchie di Namjoon come una perfida frecciatina. Insomma, in fin dei conti lo stavano minacciando, o cosa? Non che fosse un amante dei dolci, ma sarebbe riuscito a resistere quando avrebbe sentito il profumo del pan di spagna filtrare dal forno o quando il rumore elettrico della frusta avrebbe preannunciato la montatura della panna? Sentì il suo stomaco brontolare di riflesso e le papille gustative viaggiare all’immaginaria ricerca di sapori che non gustava da fin troppo tempo.
Mentre meditava su quanto fosse dura la dieta dei trainee e su quanto infimi potessero essere, alle volte, i suoi carissimi compagni, gli altri si erano scambiati sguardi trionfanti e quasi increduli: dopotutto non c’era voluto poi molto per convincerlo. Per la prima volta erano stati tutti d’accordo nell’eleggere Namjoon, a sua insaputa, come portavoce del loro impellente bisogno di calorie, per cui sarebbe stato un vero guaio se il suddetto avesse opposto resistenza.
«Va bene, ho capito. Ma non sono stato informato prima, quindi non è giusto che vada io. Facciamo a votazione allora, voglio che la mia opinione venga presa in considerazione, visto che sono il leader».
Namjoon non era solito rivendicare l’importanza del suo ruolo in situazione futili, anzi, non lo aveva mai fatto in nessun circostanza, a dire il vero. Ma Namjoon sapeva anche che, qualora avesse posto la domanda “Perché io?”, qualcuno avrebbe sicuramente affermato in risposta “Perché tu sei il leader”, per cui decidere di anticipare sul tempo quell’argomentazione ormai inutile e datata, si era rivelata di sicuro la scelta migliore.

«Perché non vai tu, hyung, visto che sei l’esperto?»
Seokjin non si scompone, perché la motivazione di Namjoon fa acqua da tutte le parti. «Non bisogna saper cucinare per chiedere una confezione di zucchero semolato ai vicini, Nam».
Yoongi alza gli occhi al cielo e soffoca uno sbuffo che somiglia a una risatina. Non che fosse stato totalmente a favore nello scaricare l’onere al leader senza prima avvertilo, ma in fondo il non esser coinvolto in prima persona gli era sembrato decisamente più vantaggioso e Namjoon se la sarebbe cavata egregiamente in ogni caso.
«Beh, io comunque non mi sono ancora fatto la doccia – prorompe allora il leader, capendo che a quel punto è solo contro tutti e ignorando un beffardo “Si sente” borbottato da Seokjin subito dopo – quindi al momento non sono presentabile. Nemmeno mi aprirebbero, se andassi così».
«Jimin si è appena lavato».
Il commento inaspettato di Yoongi provoca la discesa del gelo più assoluto, ma è il luccichio omicida e tradito negli occhi di Jimin a far sì che perfino l’aria tranquilla di Seokjin venga intaccata da un lieve moto d’angoscia.
Yoongi, dal canto suo, sembra non rendersi conto più di tanto delle conseguenze di ciò che ha appena detto. O meglio, crede solo di esser stato d’aiuto a sbloccare la situazione: se Namjoon è così deciso a non andare, magari qualcun altro potrà prendere il suo posto.
«Magari è una signora anziana, Jimin-ah ci sa fare in questi casi».
«Hyung, ma che-»
Il più piccolo è a corto di parole, talmente preso alla sprovvista da quel cambio di rotta. Forse Yoongi ha deciso di vendicarsi con lui per quel fatto delle mutande di Jungkook. Ne sarebbe capace.
«Giusto» rincara Namjoon, calcando fin troppo l’entusiasmo. Non sa perché Yoongi ha deciso di tirarlo fuori dai guai, ma gliene è eternamente grato.
Jimin si libera dal mento di Taehyung sulla sua spalla, rizzando la schiena. «Non ha senso quello che dici, hyung, non sono mica l’unico ad aver avuto una nonna».
L’altro ridacchia, indicandolo. «Tu non conosci la mia, però».
A quel punto, il più piccolo del gruppo apre bocca e si fa coraggio a prendere la parola: vorrebbe proporre di tirare a sorte, proprio come aveva accennato Namjoon all’inizio, ma non fa in tempo nemmeno a spiccicare mezza sillaba, che il leader lo precede, facendolo sobbalzare.
«Jungkook!» esclama, come se lo stesse vedendo per la prima volta dopo secoli. Il più piccolo si ripete mentalmente che Namjoon gli vuole bene, che non farebbe mai una cosa del genere contro di lui, perché lui è quello di cui tutti si sono sempre presi cura, e non sarebbe da amici metterlo in una situazione così imbarazzante. «Tu sei perfetto, Jungkook-ah: con quel visino che hai, ti aprirebbe la porta anche un eremita».
Taac. Colpito e affondato.
«Ma-ma io…»
«Già, metti che è una ragazza magari gliene dà due di confezion- ahia! Perché mi hai colpito?!» Taehyung si scontra con due iridi che, se potessero, gli lancerebbero una scarica di saette infuocate. Jungkook non dice niente ma sembra quasi sia sul punto di piangere per quell’ennesima freccia giunta dritta al cuore.
«Se è una ragazza e mandiamo Jungkook, lo zucchero non lo avremo nemmeno per dopodomani» commenta bonario Yoongi, e il più piccolo vorrebbe definitivamente sprofondare nel divano blu del soggiorno, anche se sa che il compagno non lo ha detto con cattiveria. Taehyung se la ride e Jungkook non si trattiene dal tirargli un’altra gomitata, borbottando a bassa voce che potrebbe anche andarci lui invece di continuare a infierire sugli altri.
«Forse la cosa migliore è mandare Hoseok hyung – propone allora Jimin - lui è sempre così gentile, non gli diranno mai di no».
Jungkook e Taehyung la finiscono di bisticciare, ammutolendosi, mentre Namjoon annuisce di nuovo, contento che sia stata proposta un’ulteriore alternativa.
Hoseok si guarda intorno un po’ spaesato: in verità, se ciò bastasse a far mangiare un dolce a tutti loro in santa pace, lo farebbe anche, peccato che i suoi amici si siano dimenticati di un dettaglio non indifferente.
«Ragazzi, di là c’è l’ascensore rotto e il piede mi fa ancora male. Qualcuno dovrebbe accompagnarmi in ogni caso».
Già, la distorsione di Hoseok; si lamenta così raramente del dolore e del fastidio, che spesso tutti finiscono per non ricordarsi che la guarigione non è ancora ultimata.

«Siamo di nuovo punto e a capo» conclude allora Namjoon con uno sbuffo. Sembra davvero che la situazione sia destinata a rimanere congelata, almeno fin quando Seokjin lancia un’occhiata all’orologio e decide di risolverla a modo suo.
«Se entro cinque minuti non avete deciso, il dolce lo vedrete solo dopo aver chiuso gli occhi, nei vostri sogni».
 

 
 ◊◊◊
 
 
«Questo è l’ultimo appartamento, e se non ci aprono nemmeno qua?»
«Non è che non ci hanno aperto, magari qualcuno è fuori casa, in fondo è domenica sera».
«Sshh, ma volete stare zitti?!»
«Ecco, sento dei passi!»
«Sono Hoseok e Jin hyung che stanno ancora salendo le scale, scemo».
«Dai, sbrigati a suonare!»
«No hyung, aspetta, hai pensato a cosa dire?»
«Che dovrei dire secondo te, Jungkook-ah?!»
Davanti alla porta in legno del quarto piano di un appartamento, stanno raggruppati sette ragazzi vestiti di scuro; qualcuno di loro porta ancora le pantofole, qualcun altro non ha pettinato i capelli, uno di loro non si è nemmeno lavato, ma poco importa. Si tratta di una questione di vita o di morte.

Seokjin accompagna Hoseok sorreggendolo dietro la schiena e si impone di restare calmo. Non sa ancora perché si è lasciato coinvolgere in quella buffonata, ma se non fosse andato con loro probabilmente ne avrebbe poi pagato le conseguenze. Namjoon è in prima fila, al centro, con Jimin alla sua destra e Taehyung alla sinistra. Jungkook è nascosto per metà dietro Jimin e si tiene stretto al suo braccio, non sa nemmeno lui per quale preciso motivo. Hoseok e Seokjin fanno capolino dietro Namjoon, mentre Yoongi è spostato lateralmente e sta pregando che almeno quella porta venga aperta e segni la riuscita della missione, mettendo fine alla serata più ridicola che abbia mai trascorso con i suoi sette compagni dal momento in cui è diventato un trainee.
Quando finalmente Namjoon preme il campanello dell’appartamento, un leggero rumore simile al fruscio di calzini sul parquet giunge alle orecchie dei ragazzi. Sono tutti immobili come statue, il leader si schiarisce la voce e Jimin volta leggermente la testa perché vorrebbe dire a Jungkook che gli sta bloccando la circolazione sanguigna, ma in quel momento si sente il chiavistello della porta fare clic, perciò rinuncia e torna sull’attenti assieme agli altri. Prima di vedere la porta socchiudersi, i ragazzi odono un lontano “Tesoro, chiedi chi è”, dopodiché sulla soglia dell’uscio appare la sagoma di una bambina in pigiama giallo canarino, con la frangetta piena e i capelli a caschetto mossi e sbarazzini. Spalanca la bocca e sbarra gli occhi, guardandoli uno ad uno; Namjoon crede sia sul punto di urlare, per cui si sbriga a giocare la sua ultima carta come meglio può.
«Ehm, ciao piccolina, noi siamo-»
«Mi spiace ma non ci interessa, la mia mamma ha già tutto quello che gli serve, buona serata».
La frase viene pronunciata alla velocità della luce, con sguardo basso, dopodiché un tonfo rimbomba sul pianerottolo e i ragazzi si trovano per l’ennesima volta davanti a una porta chiusa.
Taehyung è il primo a parlare. «Che dite, suoniamo di nuovo? Magari stavolta ci apre la madre».
Yoongi fa un gesto con la mano, voltando le spalle agli altri. «Basta, io me ne torno a casa».
«Aish, che sfortuna» mormora Jimin, sconfortato, e in quel momento sente un debole “Scusa, hyung”, da parte di Jungkook, che gli molla il braccio piuttosto mortificato. Cominciano a scendere le scale per tornare al dormitorio, ma Taehyung non sembra pensarla allo stesso modo: se gli altri non intendono provarci, allora lo farà lui da solo. Jungkook impiega pochissimo a rendersi conto della catastrofe che è sul punto di accadere, perciò risale velocemente tre gradini alla volta e sta per bloccare la mano di Taehyung, impedendogli di fare un’altra rovinosa figura di merda, ma la determinazione dell’amico ha la meglio e il più piccolo si ritrova proprio accanto a lui quando, dopo appena qualche secondo, una signora di mezza età con gli occhiali calati sul naso apre la porta.
Nel frattempo, spiazzati dall’udire i passi concitati del più piccolo del gruppo e il successivo cigolio della porta, anche gli altri si sono fermati sulla rampa di scale e attendono, quasi trattenendo il fiato, le conseguenze delle solite idee geniali di Taehyung.
La signora si sistema meglio la montatura leggera; guarda prima Taehyung, poi Jungkook, il quale pensa che la propria espressione, in quel preciso momento, somigli molto a quella di chi ha visto la morte in faccia. Dopo un primo attimo di perplessità, sul volto appena segnato da qualche ruga della signora, appare un piccolo sorriso gentile.
«B-buongiorno, mi scusi il disturbo a quest’ora. Mi spiace molto aver spaventato sua figlia, volevamo solo chiederle se avrebbe dello zucchero in casa».
La parlata di Taehyung è abbastanza spigliata da far rilassare un poco anche Jungkook.
«Oh, non preoccupatevi. Se mi attendete un attimo, vado a vedere nella credenza».
«Grazie mille». Taehyung china la testa e Jungkook fa lo stesso, sfoggiando una smorfia di ringraziamento che tutto sembra meno un sorriso.
Quando la signora appare di nuovo sulla porta, assieme alla confezione di zucchero ha anche un contenitore in carta stagnola con alcuni biscotti al cioccolato dentro.
«Li ho appena fatti –dice, porgendoli a Jungkook, che ringrazia di nuovo flettendo il capo e per poco non se li lascia sfuggire di mano – vedrete quanto sono buoni. Vi ha mandato la mamma?» chiede poi, sempre con un sorriso, e il più piccolo sta per annuire, inutile impelagarsi in altri guai, ma ovviamente Taehyung non sembra della stessa opinione.
«No, viviamo soli».
Se avesse le mani libere, Jungkook se le schiafferebbe entrambe in fronte.
«Oh» mormora la signora, un po’ stupita. «Mi sembravate molto giovani. In ogni caso, quelli bastano apposta per due persone, perciò meglio così».
«Veramente saremmo in sett
«Grazie signora, le auguriamo una buona serata».
Jungkook pianta un calcio sul tallone dell’amico e ne approfitta per chiudere il discorso, salutando cortesemente la signora e portando il suo compagno via di lì. Poco dopo si sente qualche applauso provenire dalle rampe di scale, probabilmente sono Hoseok e Jimin, visto che Yoongi è già entrato in casa da un pezzo e Seokjin e Namjoon hanno parlato nello stesso momento rimproverandoli del baccano a quell’ora della sera.
Taehyung allora ruba un biscotto dal contenitore che Jungkook tiene ancora in mano e lo addenta più che soddisfatto.
«Hai visto? E che ci voleva».
 















 
  
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